Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Ray46    19/04/2015    5 recensioni
[Kristanna; accenni di Helsa]
Primo episodio della serie "Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco"
Dopo il famoso incidente da piccola con i poteri di Elsa, anche Anna scopre di possedere un dono: la capacità di creare e di manipolare il fuoco. Anna però, priva dei suoi ricordi a causa della magia dei troll, cresce nella convinzione di essere l'unica con tali poteri, fino a quando, il giorno dell'incoronazione, non scopre la verità.
Questa sarà in sostanza una rivisitazione del celeberrimo film di Frozen e fungerà da introduzione per le altre incredibili avventure che coinvolgeranno Anna, Elsa e tutti i loro amici. Spero di avervi un po' incuriosito e se la risposta e sì, allora vi auguro buona lettura :D
Attenzione: la serie non avrà niente a che fare con l'omonimo libro, da questo ho solo tratto il titolo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO SECONDO

Un nuovo segreto






Erano passati quasi sei mesi dalla notte dell’incidente.
Come previsto da gran papà, la situazione della piccola Elsa non era affatto migliorata e andava aggravandosi di giorno in giorno.

“Non riesco a controllarlo! È sempre più forte!”
“Non devi agitarti tesoro. Così peggiori soltanto le cose”
Il re e la regina provarono ad avvicinarsi alla loro primogenita per tranquillizzarla, ma questa si allontanò di scatto con uno sguardo di puro terrore dipinto sul volto
“No! State lontani! Non voglio farvi del male!”
I due sovrani, allora, si rassegnarono, ed uscirono dalla stanza per non spaventarla ulteriormente. Attraversarono velocemente i corridoi del castello ed entrarono dentro lo studio privato del sovrano, in modo da poter discutere tranquillamente.
La regina era disperata.
Veder soffrire in quel modo le sue due uniche figlie era qualcosa di veramente insopportabile.
Da quando si era svegliata dopo l’incidente, Anna passava intere giornate cercando di convincere la sorella ad uscire dalla sua nuova stanza, ottenendo in cambio sempre e solo rifiuti. La maggiore, in realtà, la respingeva per proteggerla, per paura di farle di nuovo del male, ma questo la piccola Anna non poteva saperlo e si era convinta di essere lei la causa del suo improvviso allontanamento.
“Agdar dobbiamo fare qualcosa! Elsa ha sempre più paura dei suoi poteri, mentre Anna è sempre più triste a causa della loro separazione! Non  possiamo continuare così...”
“E cosa proponi di fare, Idunn!? I guanti che ho dato ad Elsa sembrano in grado di contenere i suoi poteri, ma lei ne è ancora terrorizzata! Lo so che il suo isolamento è duro da sopportare, ma finché non impara a controllarsi, senza volerlo potrebbe fare del male a qualcuno. Per quanto riguarda Anna invece... dovrà abituarsi; dopotutto... lo facciamo soprattutto per la sua sicurezza”
La risposta del marito però non convinse la regina, che gli propose un’alternativa:
“Ma forse... se le permettessimo ogni tanto di uscire, di parlare con Anna, per farle capire che le vuole ancor...” non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che il sovrano le rispose con tono serio e autoritario:
“No! Ne abbiamo già parlato, è fuori discussione! È troppo pericoloso! Come ti ho appena detto, se perdesse di nuovo il controllo dei suoi poteri, potrebbe ferire qualcuno, o peggio, potrebbe ferire di nuovo Anna!”
“Agdar, ascoltami, non...” tentò di ribattere Idunn, ma anche stavolta venne interrotta dal marito:
“Ormai è deciso Idunn, ti prego di rispettare la mia decisione. Forse in futuro troveremo un altra soluzione, ma per ora... non possiamo fare nient’altro”
“Come vuoi tu, caro”
Adgar si accorse dell’enorme tristezza celata nelle parole della consorte e si avvicinò a lei per cingerla in un dolce abbraccio.
“Sono sicuro che presto si risolverà tutto... dobbiamo solo avere fiducia in Elsa. Ora perdonami, ma la mia nave è già pronta per salpare. Devo recarmi nel ducato di Weselton per  rinegoziare l’accordo commerciale”
“Quando tornerai?”
“Se tutto va bene tra due settimane. Nel frattempo... prenditi cura delle nostre figlie, in questo momento hanno bisogno di tutto il nostro aiuto”
“Non preoccuparti... sono in buone mani”
Il re e la regina a quel punto sciolsero il loro amorevole abbraccio e si scambiarono un lungo e passionale bacio d’addio.
‘Fa buon viaggio, marito mio, e ti prego... fa attenzione’


“Anna, tesoro, sei sveglia?”
Idunn bussò ripetutamente alla porta, ma dalla camera della minore non giunse alcuna risposta.
‘Sempre la solita dormigliona’ pensò tra sé la regina mentre le scappava un sorriso.
Idunn girò il pomello della porta ed entrò nella stanza ancora immersa nel buio. Faceva molto freddo all’interno.
Durante la notte, il gelo dell’inverno si era insinuato silenzioso nella camera della bambina, abbassandone di molti gradi la temperatura interna, ma questo non preoccupò la sovrana, sicura che le pesanti coperte di lana proteggessero la minore dal freddo.
La regina allora si avvicinò al grande letto a baldacchino e si sedette accanto a quella che doveva essere la sagoma di sua figlia.
“Anna, su tesoro, svegliati” sussurrò la madre “sono già le nove passate e il tuo precettore ti sta aspettando per la lezione mattutina”
Anna sbadigliò rumorosamente e con voce assonnata rispose alla madre:
“Mamma ti prego... oggi non c'è la faccio ad alzarmi... ho troppo sonno...”
La regina non poté trattenere una piccola risata. Per Anna ogni scusa era buona per non studiare.
La bambina non era mai andata d'accordo col suo precettore e molto spesso capitava che saltasse le lezioni avvalendosi delle scuse più assurde. Ma stavolta la regina non era disposta a cedere:
“Su, dormigliona, anche tua sorella si alzata presto, sai?”
Sua sorella... da quanto tempo non la vedeva.
La minore ripensò a tutte le volte che aveva pregato la platinata di aprirle quella dannata porta, anche solo per un saluto. Ma ogni tentativo sembrava vano con la sorella: la risposta era sempre la stessa e, alle volte, non arrivava neanche quella.
“Mamma...” disse la minore, con un tono così triste da allarmare non poco la regina
“Si tesoro?”
“Secondo te Elsa mi odia?”
A quelle parole Idunn si sentì come se una spada le avesse appena trafitto il cuore. Non riusciva quasi a crederci: Anna era convinta che la sorella maggiore la odiasse.
La regina allora non perse tempo e si affrettò a rispondere alla figlia:
“Ma no, piccola mia, cosa vai pensando. Elsa non ti odia. Lei ti vuole un mondo di bene, lo sai... è solo che in questo momento sta attraversando un periodo molto difficile e ha bisogno di stare un po’ da sola... mi capisci?”
La bambina in realtà non capiva. Era da mesi che non capiva e di certo quella risposta non l’aveva aiutata.
“Si... credo di capire...” sussurrò rassegnata.
A quel punto gli occhi della sovrana si inumidirono e le lacrime presero a rigare le sue pallide guance.
Anche se di fatto non aveva mentito alla figlia, comunque le aveva nascosto per l’ennesima volta la verità... e questo la distruggeva più di ogni altra cosa.
La regina, però, non si perse d’animo e dopo qualche secondo si asciugò velocemente le lacrime, ringraziando il cielo che la stanza fosse immersa ancora nel buio; dopodichè si alzò dal letto e si diresse verso la finestra.
“Su tesoro, non pensiamoci più. Piuttosto è ora che ti alzi dal letto. Come ti ho già detto, il maestro ti sta aspettando”
Idunn scostò le tende della finestra e la stanza venne invasa dalla luce del mattino.
“Uffa non è giusto!” esclamò la figlia, mentre cercava di coprirsi gli occhi.
La sovrana però non l’ascoltò e si avviò verso la porta con l’intenzione di uscire.
“Ora vado a chiamare Gerda per farti portare la colaz...” non appena si voltò verso la figlia, le parole le morirono in bocca.
“A-Anna... i tuoi capelli...” le disse con una sguardo sbigottito.
La bambina all’inizio non capì a cosa si riferisse e la guardò stranita, poi però prese una ciocca dei suoi capelli tra le mani e, non appena la vide, sbarrò gli occhi dallo stupore. Senza indugiare un'attimo, scese dal letto e corse davanti allo specchio del comodino per per potersi guardare meglio... e ciò che vide la lasciò totalmente senza fiato.
I suoi capelli, prima ramati, adesso brillavano sotto ai raggi del sole di un rosso così intenso da sembrare di fuoco. E lo stesso si poteva dire dei suoi occhi, le cui iridi, prima di colore verde acqua, adesso risplendevano della stessa tonalità di rosso della sua chioma.
Mentre Anna ammirava il suo nuovo aspetto, Idunn, ripresasi dallo shock, iniziò veramente a preoccuparsi.
Questa improvvisa metamorfosi, infatti, le ricordava in modo incredibile quella che aveva subito Elsa il giorno in cui i suoi poteri si erano manifestati per la prima volta.
Inoltre, mentre cercava altre possibili somiglianze con la primogenita, la regina si ricordò improvvisamente che anche Anna, da neonata, era soggetta come la maggiore a strani e frequenti sbalzi di temperatura. All’epoca, sia lei che suo marito li avevano ritenuti dei normali picchi di febbre e quindi nulla di preoccupante... ma adesso la regina sospettava che a provocare quei picchi fosse stato qualcosa di più di qualche semplice malanno.
‘Che abbia anche lei dei poteri?’ pensò la regina, mentre continuava a guardare la figlia sempre più preoccupata.
Anna viceversa, superato lo stupore iniziale, si rallegrò moltissimo del suo nuovo look e sorrise entusiasta alla madre.
“Wow, hai visto mamma? I capelli sono diventati di fuoco!” esclamò la bambina eccitatissima.
Idunn nascose subito il suo turbamento e ricambiò con dolcezza il sorriso della figlia; se i suoi sospetti erano fondati, l’ultima cosa che voleva era spaventarla. Ma proprio in quel momento, la regina fu investita da una sorta di epifania:
‘Fuoco... fuoco, ma certo! Forse è questa la natura dei suoi poteri! In questo caso, c’è un solo modo per scoprirlo...’
“Anna, vieni con me, tesoro” disse alla figlia e, presala per mano, la portò vicino al camino ancora spento della camera.  
“Ma io non sento freddo” le rispose poco dopo la rossa, convinta che la madre volesse accendere il camino per riscaldare la stanza.
Lo scopo di Idunn non era certo quello, ma la frase della bambina le fece notare un’altro particolare che fino ad allora le era sfuggito, e che confermava ancora di più la sua teoria: Anna, da quando si era alzata dal letto, non sentiva neanche un po' di freddo.
La temperatura all’interno della stanza era ancora molto bassa, ma la bambina, con indosso solo il pigiama da notte, non sembrava nemmeno rendersene conto.
“Non importa Anna, ora però ho bisogno del tuo aiuto” rispose la madre, ancora più desiderosa di scoprire la verità, e con voce tesa ma determinata, continuò:
“Adesso... punta le mani verso il camino e prova a desiderare di dar fuoco alla legna”
“Perché?”
“Anna... fidati di me”
La bambina, seppur con riluttanza, fece come le era stato ordinato, e il risultato che ne scaturì fu a dir poco straordinario.
Dalle sue mani, infatti, si sprigionarono come per magia tanti piccoli zampilli di fuoco che colpirono la legna del camino, mandandola istantaneamente in combustione.
“MA È STUPENDOOO!!” urlò Anna dalla gioia, mentre fissava le mani che avevano compiuto quell’incredibile prodigio.
Idunn, al contrario della figlia, non si scompose, mantenendo una calma apparente.
La sovrana aveva avuto la conferma dei suoi sospetti: anche Anna possedeva dei poteri, ma, adesso, non aveva la minima idea di come risolvere la situazione.
Una volta tornato dal viaggio diplomatico, il marito avrebbe scoperto le nuove capacità della figlia, e la regina già immaginava come sarebbe andata a finire.
Pur di proteggerla, il re avrebbe rinchiuso la rossa nella sua stanza e avrebbe limitato ogni suo contatto con l’esterno. La bambina, a quel punto, avrebbe iniziato a vedere il suo potere come una maledizione, e così, invece di domarlo, ne avrebbe perso totalmente il controllo.
In poche parole, Anna avrebbe subito lo stesso destino della sorella... ma questo, Idunn, non poteva assolutamente permetterlo.
Dopo qualche attimo di riflessione, la regina comprese di non avere altra scelta.
Poggiò dolcemente una mano nella spalla della rossa, fermando in tal modo il suo impeto di gioia, si chinò fino a raggiungere la sua altezza e, guardandola sicura negli occhi, le porse una domanda che avrebbe cambiato radicalmente la sua vita:
“Anna... sai mantenere un segreto?”


Dopo molti minuti di discussione, alla fine Idunn era riuscita a convincere la figlia a tenere nascosti i suoi poteri.
La rossa, seppur con molta amarezza, aveva promesso alla madre di non mostrare il suo dono a nessuno, eccetto che a Gerda e a Kai, i più fidati domestici della regina, i quali avrebbero di certo mantenuto il segreto.
Anna, però, non era ancora tranquilla.
La bambina, infatti, non riusciva ad accettare il fatto di dover nascondere i suoi poteri anche al padre e decise di chiedere spiegazioni.

“Non capisco... perché non posso dirlo a papà?”
Idunn sembrò rifletterci un attimo, e dopo aver scelto le parole con cura, rispose alla figlia
“Vedi Anna... tuo padre ti vuole bene... e proprio come me te ne vorrà sempre... tuttavia c’è il rischio che anche lui possa temere i tuoi poteri, ritenerli un pericolo, e pertanto potrebbe adottare delle precauzioni che temo possano renderti infelice... ed io, piccola mia, non... non posso vederti infelice!”
Idunn pronunciò le ultime parole quasi in lacrime. Il ricordo della sofferenza di Elsa era troppo doloroso da sopportare.
Anna, vedendo il dolore della madre, si lanciò su di lei e l’abbracciò con tutte le sue forze.
La regina si sentì rincuorata da tale affetto e la strinse anche lei tra le braccia.
“Mi prometti che non lo dirai a tuo padre?”
“Si mamma... te lo prometto”
Madre e figlia sciolsero l’abbraccio, la prima con un sorriso sulle labbra, mente la seconda ancora turbata.
“E... ad Elsa?”
La regina, a quel punto, poggiò dolcemente entrambe le mani sulle spalle minute della bambina e sempre a malincuore le rispose:
“Mi dispiace Anna, ma neanche Elsa dovrà sapere dei tuoi poteri. Potrebbe spaventarsi e, inoltre, potrebbe dirlo a tuo padre”
“Capisco...” sussurrò Anna con lo sguardo rivolto verso il basso.
La sovrana allora le diede un bacio affettuoso sulla fronte, si rialzò in piedi e, con la speranza di risollevarle il morale, le disse:
“Su, Anna, non abbatterti. Che ne dici se facciamo colazione insieme? Chiederò a Gerda di prepararci la cioccolata calda”
Non appena sentì la parola ‘cioccolata’, Anna cambiò totalmente di umore e, sprizzando gioia da tutti i pori, si precipitò fuori dalla camera correndo come un fulmine verso le cucine. Tanta fu la fretta che la rossa non si era nemmeno accorta di essere rimasta in pigiama.
‘Per fortuna basta poco per farle tornare il sorriso’ pensò tra sé Idunn mentre la seguiva soddisfatta, ma in quel momento non poté fare a meno di pensare anche al futuro.
‘Agdar non dovrà mai scoprire i suoi poteri... spero solo che vada tutto bene’



ANGOLO AUTORE: ok questo capitolo è stato faticosissimo. L'ho riscritto molte volte e gli ho dato qualche risistemata anche dopo la pubblicazione; questa comunque dovrebbe essere la versione definitiva, quindi niente più modifiche (finalmente XD). Cambiando argomento, incomincio ringraziando di cuore DoctorFez1988 per avermi permesso di inserire alcune caratteristiche (i capelli e gli occhi rossi di Anna) tratte dalla sua bellissima ff :)
In questo capitolo ho descritto il giorno della scoperta dei poteri di Anna, dove la regina ha deciso di tenerli segreti al marito. Nel film, infatti, il re Agdar mi ha dato l'impressione di essere un uomo autoritario, in grado di prendere decisioni difficili e radicali quando le ritiene necessarie, e quindi mi sono immaginato che Idunn non volesse che scoprisse i suoi nuovi poteri, per paura che Anna facesse la stessa fine di Elsa (rimanere chiusi 13 anni in una stanza dev'essere proprio un incubo o.o) . E a proposito di Idunn, ho cercato di approfondire in modo particolare il suo personaggio (nel film la povera regina riesce a dire a malapena una battuta prima di affondare con la nave) e soprattutto il suo rapporto con Anna.
Vi annuncio fin da subito che il prossimo capitolo si svolgerà nel giorno dell’incoronazione, ma non ho idea di quando lo pubblicherò, dato che ancora lo devo scrivere. Spero di arrivarci per Martedì, ma io sono un tipo che, ahimè, combatte assai con grammatica e sintassi e quindi potrei impiegarci un po' di più.
Nel frattempo spero che questo capitolo vi sia piaciuto e naturalmente non esitate a commentare o a chiedere delucidazioni se qualche parte non è molto chiara :)
Detto questo, Ray46 vi saluta e vi augura una buona giornata, ciaoooo :D
   
 
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