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Autore: AlexVause    21/04/2015    3 recensioni
Cosa accadrebbe se Emma si mettesse a studiare magia, assieme a Malefica, nel mausoleo di Regina?
Il ritrovamento di un diario appartenuto a Cora porterà nuove avventure nella famiglia dei Reali.
Swan Queen
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Malefica, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9
 
David entrò nel bagno ascoltando l’acqua della doccia scorrere. L’accapatoio della moglie appoggiato sul porta asciugamani, dove Snow era solita metterlo.
Il box doccia opaco, lasciava intravedere gran poco.
- Tesoro, mi faccio la barba.
Annunciò sorridendo per poi togliere, con l’asciugamano, il vapore dallo specchio.
- Uhm...anche se così incolta mi da un aspetto pericoloso.
Si ammirò compiaciuto mettendosi in varie pose con sguardo truce.
- Quasi quasi, entro nella doccia con te e ti do uno splendido buongiorno. Che ne dici Bianca?
Chiese poi il marito togliendosi l’accapatoio e rimanendo solamente con i boxer.
La porta della doccia si aprì leggermente.
- Vuoi proprio darmi il buongiorno? Dì a Emma che mi porti lo shampoo.
Disse Regina facendo capolino con la testa dallo spiraglio.
Il Principe si rivestì velocemente.
- Belli i boxer. In quanto Charming credevo indossassi quelli con i cuoricini.
- Divertente. Muoviti!
Sbottò l’uomo uscendo dal bagno.
In cucina, Emma era impegnata a gustarsi la colazione quando David la raggiunse in accapatoio.
- Vuole lo shampoo.
Borbottò il Principe prendendo una tazza di caffè.
- E tu come lo sai?
Chiese Snow perplessa.
- Credevo che nella doccia ci fossi tu.
La moglie e la figlia lo guardarono con occhi sgranati.
- Voleva darti il “Buon” giorno.
Disse Regina appena uscita dal bagno, mimando delle virgolette sulla parola “Buon”.
- Tu non volevi lo shampoo?
Domandò il Principe con astio.
- Ho usato quello di Snow. O sei tu che usi quello alla ciliegia selvatica?
David sorrise alla suocera prima di tirarle una ciocca di capelli e andare in bagno.
- C’è già chi è nervoso di prima mattina.
Borbottò la mora massaggiandosi il punto dolorante sulla nuca.
Emma le accarezzò i capelli ancora umidi dandole un bacio sulla guancia.
- Sei tu che stighi.
L’ammonì la giovane scherzosamente.
- Touché.
Rispose Regina bevendo caffé.
- Regina, devo andare al Granny’s a ritirare una carta. Mi accompagni nel caso ci siano firme da fare?
Chiese Snow sedendosi davanti alla matrigna.
- Va bene, così passiamo anche da Gold a vedere se ha trovato qualcosa. Dopo pranzo però dobbiamo darci da fare con il menù per domani.
- Avete deciso di cucinare direttamente qui?
- Direi di sì...è tempo risparmiato.
Rispose Biancaneve guardando la matrigna, che fece un cenno d’assenso con il capo, mentre beveva un sorso di caffè.
- Va bene. Io passo alla centrale. Vi raggiungo per pranzo se non vi dispiace.
Informò Emma tra un boccone di pancake e un altro.
- Henry e Malefica possono restare a casa con David.
Propose Snow vedendo i due ragazzini raggiungerle in cucina.
- Ottima idea. Che ne pensi Henry?
Chiese Regina prendendo in braccio Malefica. La bimba le circondò il collo con le braccia piccole per poi darle un bacino sulla guancia.
L’Evil Queen sorrise stringendola a sé, ricevendo un occhiataccia da Henry.
- Geloso ragazzino?
Chiese sottovoce Emma al figlio che fece spallucce infastidito.
- Ti confesso che io un pò lo sono...soprattutto sapendo che in realtà lei è molto più grande di così.
Ammise Emma all’orecchio di Henry.
- Mamma non ti tradirebbe mai. Come ti odia e ama lei, nessuno mai.
Rise poi il figlio guardando la madre perplessa e divertita.
- Che vorresti dire?
- Vuol dire “Intensamente” in entrambi i casi. E comunque non credo che Henry sia geloso, sono convinta che si sia rabbuiato perché vado a vedere se Gold ha trovato un controincantesimo.
Spiegò Regina. Non le era sfuggito nulla di quella conversazione.
Emma sospirò notando il figlio dare le spalle alla mora.
- Henry, non possiamo lasciarla sempre così.
Gli disse gentilmente Regina cincondando le spalle del figlio con un braccio.
- Lo so mamma.
Rispose lui con tono triste.
Regina gli diede un bacio sulla guancia ed Henry ricambiò con un abbraccio prima che la donna si scostasse accarezzandogli i capelli.
- Dai Snow, prima andiamo e meglio è. Quindi Hop hop.
Disse l’Evil Queen andando a prendersi il cappotto.
Con uno schiocco di dita si era già vestita e asciugata.
- Hai sentito mamma? Hop hop.
Le fece eco Emma.
La madre le mostrò la lingua per poi sorridere divertita.
 
Snow e Regina entrarono al Granny’s. Videro Ruby al bancone e la raggiunsero.
- Sono qui per ritirare il documento sull’immobile che comprende Alloggio e Ristorazione.
Disse Snow con tono serio e professionale.
- Ve lo prendo subito. Volete qualcosa da bere nel frattempo?
- No grazie Ruby.
Rispose gentilmente Biancaneve. Regina declinò con un cenno del capo.
La cameriera andò verso la vedova Lucas che le fece una domanda per poi indicarle una porta con su scritto “Privato”.
Ruby entrò uscendone poco dopo con un foglio che porse alle due donne.
- Ma è stato firmato solo dalla signora Lucas. Serve anche la tua firma Ruby.
Mary Margaret avvisò la cameriera che sembrò sbuffare.
- Non ho avuto tempo.
- Ok posso aspettare.
Rispose timidamente Snow.
- No. Non puoi. Sei il Sindaco e devi farti rispettare. Fa vedere.
S’intromise Regina prendendo il foglio dalle mani della figliastra e leggendolo in pochi istanti.
- Dai, veloce, leggi e firma.
Sbottò poi la mora porgendo il foglio alla cameriera.
- Ma adesso non…
- Certo, mantenere cinquanta sfumature di rosso fra i tuoi capelli ha più importanza. Posso comprendere.
L’ammonì freddamente l’Evil Queen.
- La cattiveria dev’esser insita nei mostri come te.
Sbottò Ruby offesa, contro Regina.
- Ha ragione invece. Dovevi firmarlo quando te l’ho chiesto io. È arrivato il momento che tu divenga più responsabile.
La giovane fu rimproverata dalla vedova Lucas che le raggiunse.
- Mi dispiace che mia nipote vi stia facendo perdere tempo.
Si scusò la donna per poi consegnare il foglio firmato a Biancaneve.
- Buona giornata.
Sorrise poi alle due che si congedarono.
- Non devi essere sempre così accondiscendente Snow. Il lavoro è lavoro. Devi imparare a farti rispettare altrimenti si approfitteranno di te.
Disse Regina a Biancaneve che le camminava a fianco.
- Hai ragione.
- Farsi rispettare è l’unico modo per avere a che fare con le persone.
- O terrorizzarli.
Ironizzò la figliastra facendo ridere la matrigna.
- O terrorizzarli, sì, ma quello è compito mio.
Sorrise Regina divertita.
Arrivate al banco dei pegni, entrarono nel negozio, dove Gold sembrò attenderle.
- Buongiorno Signore. Scommetto che volete informazioni sulla pagina mancante. Beh, vi risparmio tempo dicendo che non ho trovato nulla a riguardo.
Annunciò Gold prontamente.
- Nemmeno qualche contro incantesimo?
Domandò Regina frustrata.
- Purtroppo no.
- Capisco. Vorrà dire che continuerò a cercare. Arrivederci.
La mora salutò con strana cordialità per poi avviarsi verso la porta con la figliastra.
- Ci vediamo domani.
Aggiunse Biancaneve sorridendo.
 
David adorava i bambini e proprio in quel momento, era intento a leggere delle storie a Malefica. La mattinata stava trascorrendo tranquilla quando qualcuno aveva appena bussando richiamando l’attenzione dell’uomo.
Il Principe si alzò sorridendo alla piccola mentre andava ad aprire la porta.
- Chi sarà Minnie? Forse Topolino?
Chiese dolcemente alla bimba trovandosi davanti Regina.
- Ah, no, è soltanto una vecchia megera.
La mora fece una smorfia.
- Biancaneve arriva a momenti e io, per migliorare la mia giornata, passerò il mio tempo facendotela pagare per avermi chiamato vecchia megera.
- E come, sentiamo.
La sfidò David. Le mani sui propri fianchi.
- Dico solo che inizierò guardandoti in cagnesco.
Gli occhi della donna divennero due fessure. Lo sguardo si fece torvo.
- Uh, che paura.
Ironizzò il genero sorridendo.
- Vado alla centrale visto che sei qui con i bambini.
- Che dico a Snow?
Domandò la suocera sistemando alcuni giochi nei propri contenitori.
- Che rincaso nel pomeriggio.
 
Ormai era quasi ora di pranzo quando la Bionda Swan rincasò.
- Ciao a tutti.
Salutò Emma entrando. La madre scese le scale sorridendo mentre Henry salutò dal salotto. Giocava ad un videogame con Malefica.
- Regina?
Chiese poi guardandosi intorno senza vedere traccia della donna.
- Si è fermata al supermercato. Mancavano le meringhe.
- Oh...tragedia.
Ironizzò la figlia con finta aria di shock.
- La vera tragedia è che se nè andata un’ora fa.
- Ora la chiamo.
Disse Emma prendendo il cellulare dalla tasca e componendo il numero dell’ex Sindaco.
- Emma dimmi.
Rispose la mora dall’altro capo del telefono.
- Regina dove sei finita?
- Sono vicino a casa.
- Ma che vuol dire vicino a casa? Quanto vicino è vicino?
Regina comparve, silenziosamente, dietro Emma.
- Vicino, vicino.
Disse poi la mora facendo sobbalzare la giovane che si lasciò scappare il cellulare di mano.
Prontamente Regina lo bloccò evitando che cadesse a terra.
- Ti ringrazio sia per l’infarto imminente sia per aver impedito al cel di cadere.
Biancaneve rideva divertita.
- Inizi a parlare come un adolescente.
Disse la mora prendendo in giro Emma che le fece una linguaccia per poi darle un lieve bacio sulle labbra.
Le tre donne pranzarono velocemente prima di mettersi all’opera con la preparazione di: antipasti, sughi per i primi, ripieni e dolce.
Henry andò a fare i propri compiti mentre Malefica si era appisolata sul divano.
- Ragazze, porto il pranzo a David. Ci vediamo fra una mezz’oretta.
Biancaneve avvisò la figlia e la matrigna. Prese la borsa contenente il pranzo del marito e si congedò.
 
Dopo nemmeno un'ora, Snow varcò la soglia del proprio appartamento con Neal che dormiva beato fra le sue braccia.
Si diresse in cucina, dove aveva lasciato Regina intenta a preparare alcuni antipasti ed Emma ad aiutarla.
Si guardò intorno ma non vi era alcun segno della presenza della mora né della figlia.
Malefica dormiva ancora.
Se la piccola era lì le due donne non potevano essere lontane.
Solo allora notò Regina ed Emma, chine davanti alla porta chiusa della camera da letto di quest’ultima.
Entrambe intente a origliare una conversazione proveniente dall’interno di quella stanza.
Biancaneve mise il piccolo Neal nella culla per poi avvicinarsi alle due donne.
- Che cosa fate?
- Fa silenzio.
Bisbigliò Regina infastidita.
- Henry parla al telefono con una ragazza.
Emma informò la madre con un sorriso fiero.
A Snow s’illuminarono gli occhi e così, decise di accostarsi alla matrigna, aggiungendosi così al gruppo di origliatrici.
Poco dopo, David rincasò sbuffando.
Aveva avuto una discussione con Leroy e ora voleva solamente sedersi sul divano e rilassarsi leggendo il giornale.
Accarezzò la testolina di Malefica e poi si accomodò sul sofà.
Notò che uno strano silenzio lo circondava. Da quel che ricordava, sia la suocera che la moglie dovevano essere di preparativi per la festa del Ringraziamento.
Guardandosi intorno, notò il piccolo Neal dormire beato nella culla. Se i bimbi erano lì di sicuro in casa, oltre a lui, c’era qualcun altro.
Con il giornale in mano, si alzò per dirigersi verso il frigo prendendosi una birra e fu in quel momento che vide le tre donne intente ad ascoltare qualcosa proveniente dalla camera da letto di Emma.
- Che state facendo?
Domandò David incuriosito.
- Henry sta chiedendo a una ragazza di andare al cinema.
Rispose Snow.
- Ma è difficile continuare ad ascoltare se non taci.
Sbottò Regina senza nemmeno degnare il genero di uno sguardo.
- Fate silenzio.
Intimò Emma incuriosita da ciò che diceva il figlio.
- Via di lì, veloci. Curiose!
Le ammonì il Principe colpendo le tre sul sedere col giornale che tornarono in cucina sbuffando.
- Lasciate un po’ di privacy al ragazzo. Ma guarda te!
Borbottò l’uomo tornando a sedersi sul divano.
Uno strano silenzio calò fra loro.
- Sapete già chi è?
Chiese poi David con un sorriso.
- Ma che domande sono!
Escalmò Snow indispettita.
- Non ti vergogni?
Domandò Emma indignata.
- Curioso!
Sbottò Regina riprendendo a cucinare.
Le tre si guardarono per poi puntare nuovamente lo sguardo su David.
-No.
Ammisero infine all’unisono.
- Mamme? Oh, ci siete entrambe. Devo fare un progetto di scienze e mi servirebbero alcune cose.
Henry uscì dalla camera con un maxi sorriso stampato sul volto porgendo alle due donne una lista di materiali.
- È la prima volta che vedo qualcuno così felice di studiare.
Disse Emma ridendo. Il figlio arricciò il naso continuando a sorridere.
- Sono nel gruppo di Grace.
- Grace? La figlia di Jackson?
Domandò Regina incuriosita.
- Ehm…sì.
Rispose timidamente il figlio.
- Ci pensiamo noi a recuperare i materiali. Tu pensa ai compiti ok?
Emma gli sorrise guardando poi Regina che annuì.
Henry ringraziò le madri e andò di corsa in camera a studiare.
- Potete trovare svariate cose nel capanno giù nel retro. Finisco la birra e vengo a darvi una mano. Le chiavi sono sul mobiletto accanto alla porta.
Informò David indicando il cassetto.
- Grazie mille. Noi intanto scendiamo.
Rispose Emma avviandosi verso l’uscita con Regina.
 
Regina era immersa nella ricerca dei materiali utili al progetto di scienze del figlio.
Emma la raggiunse.
- Cosa stai cercando?
- Dei pezzi di legno. Tu trovato qualcosa?
- No purtroppo. Solo vernice...
- Che ci servirà. Poi guardiamo i colori.
La interruppe la mora.
- Eccomi ragazze. Che serve?
David era entrato di corsa nel garage.
- Ho qui la lista. Abbiamo cercato ma, a parte la vernice, non mi sembra ci sia altro.
Disse Regina guardandosi intorno.
Il genero prese la lista e la lesse attentamente.
- Vado a vedere nel capanno. Mi ci vorrà un pò ma credo di avere quasi tutto.
- Hai un altro capanno?
Domandò Emma allibita.
- Per un uomo, i capanni degli attrezzi non sono mai abbastanza.
Rispose il Principe ridendo.
- È quello dietro la centrale.
Aggiunse poi.
- Va bene. Ti ringrazio. Intanto cerchiamo i colori.
Disse Regina guardando il bancone da lavoro poggiato al muro.
- Sono tutti sotto a quel bancone che stai guardando. Se mi aspettate qui sistemiamo tutto al mio ritorno. Mezz’oretta al massimo.
- Ottimo.
Rispose Emma salutando il padre che salì sul suo pick-up e se ne andò.
- Mezz’oretta. E noi che facciamo nel frattempo?
Domandò Regina con un sorriso malizioso.
Emma si voltò a guardare la mora, andando poi verso di lei coprendo così ogni distanza fra le loro labbra.
La baciò in modo dolce ma allo stesso tempo intenso.
Le mani di Emma si muovevano lentamente su Regina che le accarezzava la schiena trattenendola contro il proprio corpo.
Lo Sceriffo alzò la mora, facendola sedere sul bancone da lavoro, senza mai smettere di baciarla.
L’Evil Queen attirò sempre più a sè la Salvatrice che salì anch’ella sul tavolo.
Seduta sulle ginocchia della mora, la bionda iniziò a sbottonarle la camicia ma Regina la fermò.
- E se torna?
- Lo sentiremo arrivare no?
Con un cenno della mano Regina chiuse la porta d’entrata bloccandola dall’interno.
Tornò a baciare la bionda con passione sempre più crescente.
Emma la sdraiò sul tavolo da lavoro e quel gesto fece sorridere Regina che l’attirò a sé tirandola dal bavero della giacca.
- Sei troppo vestita per i miei gusti.
Bisbigliò l’ex Sindaco con il respiro veloce.
- Rimedio subito.
Rispose Emma lanciando la giacca sul pavimento.
Regina riprese a baciare la bionda. I loro cuori correvano all’impazzata.
Un rumore poco distante dalla mora richiamò Emma alla realtà.
- Regina, hai sentito?
Domandò la giovane alla compagna che continuava a baciarle il collo.
- Cosa?
Chiese tra un bacio e l’altro.
Nuovamente il rumore si udì. Sembrava più vicino alle due.
- Questo.
- Questo cosa?
La mora si scostò spazientita.
Emma era concentrata ad ascoltare e guardare attorno a sé cosa poteva aver causato quel suono.
- Regina!
Esclamò poi stringendo l’ex Sindaco perplessa.
La mora si voltò a guardare nella direzione indicatale dallo sceriffo. Un topo le stava fissando.
- Oh ma che...
Entrambe le donne fissarono l’animale di rimando.
- Mi spiace ma con quel coso nei paraggi io non scendo.
- Paura di un misero topo, Salvatrice?
- Misero? Sarà grande quanto Henry!
- Suvvia, non è mica un elefante.
- Ho detto Henry.
Regina si mise a ridere di gusto cercando di mettersi in una posizione più comoda. Scostando il braccio, però, fece cadere qualcosa che spaventò l’animale facendo sì che corresse sotto il tavolo dove loro erano sedute.
- Oh! Non si può arrampicare vero?
Chiese una terrorizzata Emma abbracciando ancor più forte Regina.
- Direi di sì.
- Sì cosa? Sì si arrampica o sì non si può arrampicare?
- Non so se sull’acciaio riesca ad arrampicarsi...al limite salta.
- Regina, non può saltare, non deve saltare. Dimmi che non salterà.
La mora stava trattenendo una sana risata.
- Se vuoi, scendo e lo spavento.
- No, no non scendere. Sei la mia ancora di salvezza.
Regina a quelle parole alzò un sopracciglio perplessa.
- Cioè?
- Mi farò scudo con te. Se ti assale scappo. Aiuterò Henry a ricordarti bella com’eri. Racconterò quanto sei stata eroica.
- Ehi, ehi, frena. Pensi che mi lasci sconfiggere da un...
- Che ci fate li sopra? E perché la porta era chiusa a chiave?
David era sulla soglia del capanno. Con uno scatto veloce il topo uscì nascondendosi fra l’erba del prato.
- Non ditemi che avevate paura di un topolino.
- Papà, tu non puoi capire. Ci fissava. Sembrava pensare a come mangiarci.
Regina si poggiò una mano sulla fronte squotendo il capo.
- Pensa tu al materiale per Henry. Si è fatto tardi e devo andare ad aiutare tua madre.
La donna svanì in una nube viola lasciando Emma interdetta.
- E non poteva farlo prima quando eravamo in pericolo?
David si mise a ridere sonoramente.
- Figlia mia, meno male che non sei nella Foresta Incantata.
 
Dopo due ore Biancaneve e Regina erano a buon punto.
Emma puliva e tagliuzzava ortaggi, David guardava la tv sul divano mentre Henry era andato al parco con Malefica.
Il piccolo Neal si mise a piangere, segno che era ora di dargli la pappa.
- Finché tu tieni d’occhio il sugo per le fettuccine io do da mangiare al piccolo. Va bene?
Domandò Biancaneve alla matrigna che acconsentì.
Emma si avvicinò alla mora bisbigliandole una cosa all’orecchio.
Un ghigno malefico si dipinse sulle labbra di Regina. La giovane guardò il padre e poi velocemente si mise a trafficare con la mora sotto gli occhi incuriositi di Snow.
Regina, posandosi l’indice sulle labbra, intimò a Biancaneve di tacere. Emma fece l’occhiolino alla madre sorridendo.
- Papà? Ti va del gelato?
Chiese la bionda con fare innocente.
- Buona idea.
Rispose David alzandosi dal divano e dirigendosi verso il frigo.
Aprì il congelatore prendendo un barattolo di gelato.
- Cucchiai...cucchiai.
Il Principe guardò i cassetti perplesso.
- David, abiti qui da un sacco e ancora non sai dove sono i cucchiai?
Chiese Regina mentre Snow, con in braccio il piccolo Neal, sorrise divertita. Cos’avevano in mente quelle due?
- Lo so dove stanno i cucchiai, lo so.
Sbottò l’uomo che andò verso un cassetto pronto ad aprirlo.
- Sicuro?
Chiese Emma facendo nascere un dubbio nella mente del padre.
Riflettendo, si spostò verso una fila di cassetti pronto ad aprirne un altro.
- Davvero?
Domandò Regina con in mano una tazza di té.
L’uomo si guardò intorno perplesso.
- Il gelato si sta squagliando, genero.
Aggiunse poi la donna sogghignando.
Con una smorfia e un’improvvisa sicurezza, l’uomo si portò verso la sua prima scelta e lo aprì.
- Eh no! Il cassetto delle tovaglie!
Esclamò poi con rabbia.
Emma si avvicinò alla seconda scelta del padre e lo aprì porgendogli il cucchiaio.
- Giuro che le posate erano in quel cassetto ieri.
Protestò David.
- Sì, poi è venuto un folletto e le ha spostate.
Ironizzò Regina canzonando il genero che se ne andò brorbottando sul divano.
Una risata scaturì da Emma che guardò la mora con complicità.
- Ce l’abbiamo fatta.
Sorrise poi vittoriosa prendendo il cassetto delle posate e scambiandolo con quello dove tenevano le tovaglie.
- Ragazze siete perfide.
Disse Snow ridendo di gusto.



Nota di Alex: Ed eccoci con le prime coalizioni :) ma Regina non ha ancora finito con David :D
Vi ringrazio di cuore perché siete sempre più numerosi. Non avrei mai pensato che facesse così successo. Grazie ancora e alla prox :)
  
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