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Autore: Pando91    21/04/2015    2 recensioni
Chris e Camila si frequentano da un mese. Quando Chris la invita a cenare con la sua famiglia, Lauren la incontra e tutto cambia.
"Li sento ridere e quando finalmente entrano nel mio campo visivo, lo stomaco mi si chiude e le mani cominciano a sudarmi.
È bellissima.
I capelli lunghi marroni fanno da cornice ad un viso dolce e magro. Gli occhi color nocciola risplendono di luce propria ma la prima cosa che noto sono le labbra, piene e all’apparenza soffici. Si morde il labbro inferiore, probabilmente agitata. Il mio sguardo scende sul suo corpo, incantata dalla bellezza semplice della ragazza che ho di fronte."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO SECONDO

 

“Qualcuno si è preso una cotta!”

Il mattino seguente, ristabilito un ordine nella mia mente, dopo aver deciso che non era successo niente, che l’attrazione fisica molte volte non si può controllare e che comunque non avrei visto Camila molto spesso, il mio cuore e il mio cervello avevano iniziato di nuovo ad andare pari passo.

Basta non pensarci, Camila di certo non è l’unica ragazza sulla terra.

A quanto pare però Dinah non è della mia stessa opinione.

Sono appoggiata al mio armadietto, aspettando l’inizio delle lezioni, Dinah e Normani che mi circondano.

“Come?”

Chiede Normani, sorpresa e stupita.

“A quanto pare Lauser si è presa una cotta per la fidanzata di Chris!”

Dinah comincia a ridere senza controllo. Quando la sera prima l’avevo chiamata, confusa e colpevole, lei mi aveva aiutata a capire quanto mi stessi sbagliando, di lasciar perdere e che non era niente; ma mi sarei aspettata quella reazione una volta attraversato il corridoio, conoscendo la volontà di Dinah di rendermi la vita difficile.

“Abbassa la voce!”

La riprendo, paurosa che Chris, che frequenta la mia stessa scuola, o qualcuno che lo conosce, possa sentire il nostro discorso.

“Stai scherzando?”

Normani si gira verso di me scioccata, la bocca mezza aperta. Mi passo una mano tra i capelli, lanciando uno sguardo rabbioso a Dinah.

“Sì, sta scherzando. Era un falso allarme, non è successo niente. Chris è felice ed è questo che conta”

Ed è vero. La felicità di mio fratello sarebbe sempre venuta prima di tutto.

Sento il cellulare vibrarmi nella tasca, ma la campanella suona e non faccio in tempo ad estrarlo per vedere chi mi ha scritto. Saluto le mie amiche che hanno altre lezioni e mi trascino a letteratura, contenta di non provare più la frustrazione di ieri, ma triste, perché dopotutto, se non fosse stato per Chris, avrei potuto tentare un approccio diverso con lei.

Ma smettila, è etero, non avresti avuto nessuna possibilità.

Giusto.

 

Quando la campanella decreta la fine dell’ora, i miei compagni di classe escono voracemente dall’aula. Per un attimo rimango seduta, 10 minuti di tempo per raggiungere la mia prossima lezione. Tiro fuori il cellulare e lo controllo.

Il messaggio che mi è arrivato è da parte di un numero che non ho salvato in rubrica. Lo apro del tutto e il mio cuore sprofonda.

Ciao! Ho chiesto a Chris il tuo numero, spero non ti dispiaccia! Ehm, volevo soltanto chiederti quando fossi disponibile per le ripetizioni, sempre che tu non abbia cambiato idea! Fammi sapere! P.S il taglio brucia ancora? - Camila”

Nonostante la chiarezza del messaggio, leggere il suo nome alla fine dell’ultima domanda mi fa rotolare lo stomaco.

Lauren, no. È una stupidata, sii gentile, accetta e controllati.

Il mio cervello cerca di riguadagnare un certo stato di compostezza, nonostante faccia fatica a combattere il casino che ho dentro al corpo.

Ormoni del cavolo.

Scuoto la testa, da sola nella stanza, nonostante un piccolo sorriso stampato sulle labbra. Mi affretto a risponderle, un messaggio semplice e diretto.

Nessun problema! Mercoledì ti andrebbe bene? 6 a casa mia? P.S. il taglio non brucia più, il tuo soffio magico ha fatto miracoli

Prima di potermene accorgere clicco su invia. Quando lo rileggo, mi rendo conto di aver appena malamente flirtato con Camila.

Ma cosa c’è di sbagliato in me?

Prendo lo zaino, lo messo su di una spalla e mi porto nella prossima lezione. Durante il cammino il cellulare vibra di nuovo ma decido di ignorarlo. Non posso toccarlo se sono da sola, perché a quanto pare il mio cervello viene raggirato dal mio insaziabile controllo sessuale. Maledetta attrazione.

Quando atterro sgraziatamente sulla sedia, Normani, che è seduta composta, mi guarda con un sopracciglio alzato.

“Mi ha scritto”

Le dico, sussurrandolo appena, frustrata.

“Chi?”

Sbuffo, per l’incapacità della mia amica di non cogliere subito il messaggio.

“Camila”

Le dico, prendendo il cellulare. Lei apre la bocca annuendo, gli occhi ora consapevoli.

“Ieri Chris ha avuto la bellissima idea di dirle che sono brava in fisica e che l’avrei aiutata. Mi ha scritto chiedendomi quando ci potevamo vedere”

Sconfitta, appoggio il cellulare sul banco. Sarà difficile, mi dovrò contenere e dovrò fare del mio meglio per non dare a vedere l’effetto che Camila ha su di me. Mi sarebbe passata subito. Devo solo aspettare che la piccola cotta che mi sono presa per lei, dopo solo due ore insieme, svanisca con magia.

Controlla la tua mente, Lauren.

Passo il telefono a Normani per farle leggere l’ultimo messaggio che mi ha inviato.

Mercoledì va benissimo! Ti chiedo scusa in anticipo, perché io e la fisica siamo nemiche da sempre, quindi dovrai avere pazienza. P.S a quanto pare mio padre mi ha passato un dono – Camila”

Apro gli occhi sorpresa quando la mia amica finisce di leggere il messaggio, Camila che, non accorgendosi della mia intenzione di flirtare, risponde placidamente. Senza chiedermi niente, Normani scrive qualcosa e poi mi passa il cellulare.

A mercoledì allora, buona giornata”

La risposta è semplice e diretta, e è proprio per questo che ho lasciato che lei lo scrivesse per me. Premo il tasto invio e lascio finire il telefonino in tasca.

“Lo, non ti preoccupare. Andrà tutto bene!! Vederla una volta alla settimana pe 1-2 ore non ti farà certo innamorare di lei. E poi Chris è quasi sempre a casa, no? Quindi sarà facile”

La guardo per un attimo, rilassata e quasi convinta dalle parole di Normani, che tenta di tranquillizzarmi.

È quando mi rendo conto che il mercoledì alle 6 oltre me non c’è nessuno in casa, che le mani tornano sul mio viso e il mio cervello elabora insulti per la mia incoscienza.

__

 

È passata un’ora da quando Camila è arrivata a casa mia, e le cose sembrano stiano andando per il meglio. Nessuna parola di troppo, se non formule e calcoli che riguardano la fisica.

Nonostante la vicinanza del suo corpo al mio, i suoi piedi scalzi che qualche volta colpiscono le mie gambe, mi sento calma. Mi sento incredibilmente calma e rilassata, due sensazioni che, quando l’ho incontrata la prima volta, non hanno preso parte al party che avevo dentro di me.

Non so se è dovuto al fatto che non ci sono frasi non dette e tutto è concentrato sull’aiutarla, ma sentirmi calma mi fa star bene.

“Ok, direi di fare una pausa. Vuoi bere qualcosa?”

Lei annuisce e stira gambe e braccia, prima che io mi possa alzare. Un suo piede finisce nell’interno della mia coscia, e tutto ciò che ho pensato due secondi prima va a farsi benedire. Sento un calore diverso attraversarmi la pelle e il cuore palpita. Tento di non darlo a vedere quando si scusa mortificata ed imbarazzata. Consapevole della sua goffaggine, mi alzo e prendo due succhi di frutta.

“Qualcosa da mangiare?”

Ma lei scuote il capo, infila la cannuccia nel buco del cartone del succo e comincia a bere. Le sue labbra si aggrappano al piccolo tubicino bianco e il calore che prima ho sentito in tutto il corpo comincia a liberarsi solo in un punto. Stringo piano le gambe alla vista di quelle labbra così carnose succhiare il liquido al sapore di pesca, una goccia che finisce sul cartone. Deve piacerle perché appoggia la bocca vicino alla cannuccia e la pulisce via succhiando.

Tento di voltarmi senza farmi notare, e mi insulto pensando all’effetto che mi fa Camila soltanto bevendo un dannato innocente succo.

“Lauren, tutto a posto?”

Mi giro, buco la scatola di cartone con ferocia, cercando di non esplodere, annuisco e le faccio un sorriso. Lei sembra non essersi accorta di nulla e io ringrazio dio di non esserla saltata addosso.

Anzi, grazie cervello, a volte funzioni decentemente.

Ora c’è silenzio. Il solo rumore rimane il succo che passa dalle cannucce, il ticchettio dell’orologio che rimbomba nella stanza. Mi sento imbarazzata, non so cosa dire e mi trattengo, perché non si sa mai la mia bocca indecente cosa possa sputare fuori.

“Ti va di andare in giardino?”

Mi chiede, alzandosi e buttando la bevanda nel cestino della spazzatura.

“Sì, certo”

Le rispondo, imitandola e portandola nel giardino, che sul retro dà una sorta di privacy che ho sempre adorato.

“Raccontami un po’ di te, se ti va ovviamente”

Cosa c’è da raccontare? La domanda mi prende in contropiede e non riesco a formulare una risposta decente.

“Non c’è molto da dire sinceramente”

Non voglio sembrare scostante, ma conoscere Camila non è la tattica migliore per starle lontana. Infilo le mani dentro alle tasche dei jeans, sul suo viso un sorriso.

“Tu dici?”

Mi giro, un po’ sorpresa da ciò che Camila mi ha appena chiesto, ma non ho, fortunatamente, il tempo di pensare ad una risposta, perché il cellulare comincia a suonarmi, il ritornello di “Robbers” dei 1975 che riempie il silenzio.

“Hola!”

La voce di Normani esce dal telefonino, il tentativo di dare un accento spagnolo al saluto.

“Mani, ciao, dimmi”

Cerco di fare il più veloce possibile. Lasciare Camila ad ascoltare le mie chiacchiere con la mia amica non mi sembra la scelta migliore.

“Wo, cos’è tutta sta fretta?”

Alzo gli occhi al cielo, la ragazza di fianco mi guarda e sorride del mio sguardo.

“Sto facendo ripetizioni alla ragazza di mio fratello”

Dire il suo nome sarebbe risultato sospetto, e ancora più sospetto il fatto che una mia amica possa ricordarlo.

“Ooooh, ora capisco, poi dopo ne parliamo. Stasera sei libera? Volevamo andare a vedere “The duff” al cinema, Dinah mi sta rompendo con sto film da secoli”

“Va bene, fammi sapere per l’ora”

Chiudo la chiamata con Normani, lo sguardo di Camila su di me. Cerco di allontanare la sensazione dei suoi occhi sul mio viso, che inconsapevoli creano sentimenti contrastanti e la invito a rientrare per ricominciare con fisica.

Quando siamo di nuovo sedute al tavolo della sala lei alza il viso e mi sorride.

“Beh almeno una cosa in comune l’abbiamo”

Apro il libro di fisica, tornando alla pagina a cui eravamo rimaste. Le lancio uno sguardo confuso e lei si spiega.

“I 1975”

Annuisco, sorpresa di capire che Camila ascolta questo tipo di genere musicale. L’avrei destinata più alla musica pop, e questo mi fa sentire stupida: mai giudicare prima di conoscere.

Non aggiungo altro, continuamente paurosa di dire qualcosa di sbagliato. Poso gli occhi sui libri e comincio a spiegarle la teoria del moto rettilineo uniforme. Quando rialzo lo sguardo, le mie iridi verdi incontrano le sue marroni e per un momento mi sento immobilizzata, incapace di parlare o muovermi. Lei non fa nessun tentativo per interrompere il nostro sguardo e mi rendo conto di non essere in grado di decifrarla. Ogni parte di lei è un mistero da scovare, e questo, tristemente, la rende più interessante ed accattivante, ed attraente.

La sua immagine dice una cosa, la sua interiorità un’altra.

Come posso pensare di non osservarla, di non farmi coinvolgere dal suono della sua voce delicata e dai suoi occhi marroni, dotati di una luce che ho visto in poche persone. Sembra un misto di tristezza, serenità e consapevolezza. Camila è diversa, posso sentirlo e vederlo, ma non sono io a doverlo capire.

Eppure è goffa, eppure la sua risata è alta, scomposta. Un momento si inciampa e il momento dopo è seduta, le gambe incrociate e un sorriso sul viso, e tu non puoi non rimanere incantata.

Mantengo il contatto visivo, anche se so che non è giusto, né per me stessa né per Chris, ma non è questo il punto. Osservo le sue labbra stringersi, facendole scontrare l’una contro l’altra, bagnandole. Mi muovo scomposta sulla sedia, e non posso far altro che ringraziare il suono del campanello che rimbomba nella sala e che interrompe i nostri sguardi.

Mi alzo con calma, e senza dire niente vado ad aprire. Quando vedo Chris di fronte a me, lo stomaco si stringe e il senso di colpevolezza riafferra di nuovo il mio cuore.

“Grazie, ho dimenticato le chiavi a casa”

Chris appoggia il borsone per terra, vicino alla porta. Si toglie la giacca leggera e l’appende. Si leva sgraziatamente le scarpe e cammina verso la sala.

Sento due voci parlare, e il suono delle loro bocche che si toccano in un bacio rumoroso. Poi delle risate. Quando mi rendo conto di essere rimasta vicino all’appendiabiti come un’ebete, tento di ricompormi, a quanto pare un gesto che ormai sono abituata a fare, e con malavoglia entro in sala.

“Suppongo che per oggi possiamo finire qui.”

Faccio per togliere i libri dal tavolo quando Chris tenta di fermarmi.

“No, continuate pure, tanto devo farmi ancora la doccia”

“Si sente”

Gioca Camila, un risata che le scappa dalle labbra. Devo trattenermi dal seguirla, lo sguardo di mio fratello che appare offeso. Quando l’idillio scherzoso è finito e la mia mascella si sta consumando, rispondo ad entrambi.

“Camila, per oggi possiamo finire qui. Mercoledì finiamo il moto rettilineo uniforme e continuiamo con gli altri. Fai gli esercizi che ti ho fatto vedere e vedrai che otterrai presto buoni risultati”

Il mio tono è serio e non ammette repliche. Senza aspettare che uno dei due dica qualcosa, prendo finalmente i libri e raggiungo la camera. Frustrata, li poso sulla scrivania e tiro un calcio alla sedia.

Le mie mani finiscono nei miei capelli, che mi coprono il viso.

Come posso continuare così? Non posso volere la ragazza di mio fratello, non posso essere gelosa di loro due, non si può, non è naturale.

Grugnisco e decido che una doccia può alleviare la tensione che mi prende tutto il corpo. Accendo lo stereo e questa volta John Mayer si prende gioco dei miei sentimenti, l’acqua che scorre e nessun altro rumore se non la musica che esce dalle casse. Non so per quanto rimango in piedi, cercando di rilasciare i muscoli, tentando di cacciare via i pensieri riguardanti Camila, ma quando mia madre mi chiama per scendere a mangiare, capisco di aver perso totalmente la cognizione del tempo.

Frettolosamente mi vesto, pronta per uscire con le altre, che nel mentre mi avevano mandato un messaggio con l’orario di incontro.

Quando attraverso il salotto per entrare in cucina, il respiro si ferma e il cervello mi duole: la sua risata rimbomba dentro di me e capisco che Camila è rimasta per cena.

“Allora Camila, la fisica sta diventando un pochino più chiara?”

“Mamma”

La rimprovero con lo sguardo, mentre passo la forchetta sulle patate bollite che ho nel piatto: la fame è completamente passata e vorrei soltanto uscire dalla stanza. Lei mi fa spallucce. Chris ha un sorriso a 32 denti, e si porta il mangiare in bocca come se digiunasse da giorni. La sua mano è appoggiata sulla coscia di Camila, nascosta dalla tovaglia lunga. Sono l’unica a potere vedere la scena, e a questo punto la voglia di buttarmi fuori dalla cucina è alle stelle. Lo stomaco si stringe e il cervello si accalda e vorrei soltanto non provare tutto ciò che provo. Vorrei non essere gelosa, vorrei avere la possibilità di guardarla senza che il mio corpo possa sentire qualcosa di diverso, qualcosa che non riesce neanche ad identificare.

È ingiusto, cattivo, complicato.

Ed è bello, misterioso e accattivante.

Lei la è.

“Beh un’ora è già stata d’aiuto, quindi spero di poter migliorare”

La guardo per un attimo, lei incrocia lo sguardo con il mio e mi sorride. Io, senza farlo con fretta, giro il volto verso mio padre, intento a recuperare gli spaghetti che non riesce ad arrotolare alla forchetta.

Fisso l’orologio e mi accorgo che è ora che io finisca di prepararmi.

“Vado al cinema con Dinah e Normani, ok?”

Guardo i miei genitori che fanno un gesto di assenso.

“Quindi prendi la macchina? Non potevi avvisarmi?”

A parlare è Chris, che ha uno sguardo arrabbiato sul volto.

“Non sapevo che uscissi”

Faccio spallucce e mi alzo, portando con me il piatto praticamente pieno, appoggiandolo nel lavandino.

“Mila, cosa ne dici se andiamo al cinema?”

La voce di mio fratello arriva alle mie orecchie e i miei muscoli si tendono di nuovo.

“Chris, non importa, possiamo anche restare a casa”

Spero che il suggerimento di Camila possa far cambiare idea a mio fratello, ma lo conosco troppo bene per crederci.

“Ti avevo promesso saremmo usciti”

Dice lui, mentre esco dalla cucina senza salutare. Non posso sopportare niente in questo momento, niente e nessuno. È quando sono sulle scale che mio fratello urla “Veniamo con te” e il mio cuore comincia a battere velocemente. Non mi prendo neanche la briga di rispondere, scocciata e confusa.

Puoi farcela Lauren, respira e tutto andrà bene. Avrai le tue amiche con te, quindi sorridi e libera la tua mente.

Mi preparo in fretta, scorbutica.

Attraverso la sala e trovo mio fratello e Camila pronti davanti alla porta. Non li guardo, tuonando mentre gli passo accanto e mi affretto ad entrare in macchina.

Puoi farcela, Lauren.

Appena vedo la coppietta, che è seduta nei sedili posteriori, baciarsi, il mio cervello manda impulsi rossi. Senza farlo apposta il mio sguardo si posa su di loro e con difficoltà riesce a focalizzarsi su altro. Guardo la scena sullo specchietto retrovisore e solo quando gli occhi di Camila incontrano i miei e mi scrutano per un attimo, Chris che guarda fuori dal finestrino, stringo il volante e guardo avanti.

Sorridi Lauren, sarà una serata infernale. 


 

PANDANGOLO:
 
Buonasera!
 
Ecco un altro capitolo di questa storia. Non mi convince particolarmente. A volte sento la preoccupazione di non scrivere molto bene, ma credo sia normale ci siano capitoli in cui quello che hai scritto non ti piace particolarmente! Grazie per le recensioni e scusate se non vi ho risposto, ma ho avuto una settimana super impegnativa lavorativamente!! Spero comunque che possa avervi fatto passare dei minuti piacevoli!
 
Alla prossima,
 
Pando :)
  
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