Una stilla di
speranza
Dopo un
istante, o forse anche meno, Will e Shalek
ricomparvero in un luogo completamente diverso, una fortezza oscura circondata
da una notte senza stelle e da enormi nubi temporalesche e cariche di fulmini.
Lei
sorrise, il sorriso più inquietante e malsano che potesse fare: «Ecco il nostro nuovo regno... anzi, la base
del nostro nuovo impero!»
Shalek fece lo
stesso sorriso: «Kandrakar... ne ho sentito parlare spesso
durante gli eoni, ma non l’avevo mai vista con i miei occhi...»
«Che te ne pare?»
«Sarà
perfetta.»
La coppia
che incarnava il Male stesso dell’universo varcò la soglia del Centro
dell’Infinito da dominatrice assoluta. La Fortezza sembrò piegarsi al loro
volere, ingrandendosi di molto per farli passare. Con sicurezza, mano nella
mano, attraversarono i saloni scuri, illuminati solo da una malsana luce
rossastra, ammirando gli affreschi e i mosaici che, adattandosi al nuovo
ambiente, non mostravano più i momenti più importanti e gioiosi della storia di
Kandrakar e dell’universo stesso, ma gli episodi più
oscuri e raccapriccianti, gli oscuri segreti che per millenni erano stati
celati e che invece ora erano esibiti orgogliosamente come le future basi su
cui costruire una nuova epoca.
Entrarono
nella sala dove da sempre si riuniva la Congrega, vestita con tuniche nere, che
al vederli s’alzò in piedi e s’inchinò in segno di rispetto e devozione. Will e
Shalek si avvicinarono al centro della stanza, dove
l’Oracolo, sollevato da terra e vestito anch’egli di nero, li accolse chinando
il capo e inginocchiandosi.
«Will,
Guardiana e custode di questi luoghi, tu ci hai fatto conoscere la via
dell’Oscurità, ci hai preso per mano e ci hai condotti verso questa nuova
strada. Siate tu e il tuo compagno la nostra guida.»
Nel
vedere la persona che l’aveva sempre comandata a bacchetta sottomettersi
completamente alla sua volontà, il cuore di Will si riempì di una gioia
immensa. Lanciò un fugace sguardo al suo amore, che con un cenno le lasciò
piena libertà di decisione. Allora il demone avanzò di qualche passo, per
essere proprio al centro della Fortezza, alzò in alto il Cuore di Kandrakar distorto e parlò con voce solenne.
«Fin dalla sua creazione, Kandrakar
ha vegliato su ogni universo posto sotto la sua custodia affinché regnassero la
pace e la concordia, sotto la luce benevola e rassicurante di questo luogo al
centro dell’Infinito.»
Il suo
volto si allargò in un malevolo sorriso: «Ma
oggi su questi luoghi è sorta la notte, un’infinita oscurità senza luna né
stelle, dove le ombre inghiottono la luce strappandola a morsi, dove dominano
l’odio e la violenza. Su questo dovrà fondarsi e vegliare da oggi in poi Kandrakar: non più semplice spettatore degli eventi
inevitabili, ma attore in prima persona sui mondi dove regna la pace per
diffondere l’odio, il caos e la discordia, in ogni luogo sotto la sua
giurisdizione e su tutti gli altri. Non esitiamo a intraprendere guerre per
diffondere la Verità dell’odio in ogni luogo del creato, non esitiamo a
distruggere ciò che è esistito per millenni e anche più. Oggi nasce una nuova
era, in cui tutti saremo protagonisti e distruttori. Siete con me?»
La
Congrega rispose con un urlo entusiasta e Shalek
sorrise. A differenza di lui, che quasi immancabilmente mostrando il suo vero
aspetto suscitava paura e orrore, Will sapeva manipolare le persone sfruttando
l’aspetto più affascinante del sentimento che lui stesso incarnava, l’odio. Lei
non aveva dovuto aspettare un momento di debolezza, aveva attaccato e vinto
l’organo creato all’inizio dei tempi per combatterlo nel suo momento di massimo
splendore quando lui non era mai riuscito neppure ad avvicinarcisi.
Era
enormemente fiero di lei e l’amava come non mai.
Will
continuò: «Per questo motivo ho
richiamato a me le mie compagne, perché condividano con noi la gioia della
rinascita della Fortezza e siano il nostro braccio armato e più pericoloso
nella nuova guerra che stiamo per intraprendere. Avanti, amiche mie, entrate!»
A
quell’ordine varcarono fieramente l’ingresso le Guardiane.
Taranee, la
Guardiana del fuoco, aveva l’aspetto di un demone completo ed era avvolta nel
suo stesso elemento, una fiamma oscura, gelida e ardente.
Cornelia,
la Guardiana della terra, aveva ancora il suo solito aspetto, ma i suoi occhi
erano completamente neri, ed ad ogni suo passo sul pavimento si allargavano
crepe e voragini.
Irma, la
Guardiana dell’acqua, aveva ancora il suo aspetto, ma il ghigno sul suo volto
non lasciava adito a dubbi sulla sua fedeltà alla nuova Congrega.
Will sibilò
trattenendo a stento il fastidio: «Dov’è Hay Lin?»
La
ragazza attraversò correndo una sala dopo l’altra, cercando senza trovarlo un
punto sicuro e rassicurante nel luogo che aveva sempre vegliato sulla pace. Non
sapeva neanche lei esattamente da cosa stesse scappando.
Era
appena uscita da scuola insieme alle sue amiche, quando erano state dislocate
contro la loro volontà in uno strano luogo, che assomigliava vagamente a Kandrakar ma che sicuramente non lo era. E lì era scattato
qualcosa nelle loro coscienze, qualcosa di nuovo e di sconosciuto, ma
tremendamente malvagio e attraente. Quel desiderio di distruzione e di odio che
qualche volta avevano provato negli ultimi giorni le aveva assalite d’un
tratto, potente come mai prima d’allora, e le aveva cambiate profondamente.
Nessuna si stupì quando Taranee, improvvisamente,
cambiò aspetto sotto i loro occhi, anzi, ognuna di loro, lei compresa, provò
nei suoi confronti una profonda invidia. Poi avevano sentito il Cuore di Kandrakar chiamarle e, silenziosamente, in fila una dietro
l’altra, si erano incamminate verso la Sala della Congrega. Ma quando Hay Lin, l’ultima della fila,
aveva intravvisto cos’era diventata Will, quel gigante spaventoso e oscuro, il
suo cuore, invece di riempirsi di ammirazione com’era avvenuto a tutti, si era
colmato di paura allo stato puro e, senza neppure pensare alle conseguenze,
aveva sentito i suoi piedi voltarsi e iniziare a correre.
Con la
coda dell’occhio, la ragazza notò una stanza dotata di un grosso portone e
senza rifletterci troppo ci si infilò, chiudendo le porte con i suoi poteri e
appoggiandosi sopra, ansimante. Ironico, per la Guardiana dell’aria, rimanere
senza fiato.
Quando il
suo cuore smise di cercare di uscirle dal petto, Hay Lin aprì gli occhi, per poi sbarrarli dalla sorpresa.
La stanza
era occupata da quelle che sembravano gocce trasparenti e colorate: una era
nera ed enorme, occupava metà della stanza da sola, alta e larga come le stesse
pareti e in continua espansione, come se stesse cercando di sfondarle; altre
tre molto più piccole, delle stesse dimensioni di un cuscino, le gravitavano
intorno, una nera con riflessi arancioni, una verde con riflessi neri e una
azzurra molto adombrata; l’ultima, argentea, leggermente offuscata, aveva un
comportamento anomalo. Spesso si avvicinava alle altre, per poi allontanarsene
di colpo. Hay Lin si
riconobbe appieno in quella goccia argentata, così come riconobbe tutte le
altre sue compagne. A quanto pare in quella stanza erano racchiuse delle
piccole rappresentazioni di loro o dei loro poteri, non avrebbe saputo dirlo.
Rimase a guardarle per un po’, affascinata dalle loro luci e dai loro colori.
«Dov’è?»
Irma
rispose con un tono serio che le si era sentito pochissime volte: «Era con noi
fino a poco fa.»
Will si
spazientì: «Tanto piacere! Io voglio
sapere dov’è ora!»
Shalek osservò
attentamente la sua compagna. Il suo animo era agitato dalla rabbia, anzi, da
una furia cieca, e la cosa lo affascinava. Aveva sempre faticato a comprendere
quel sentimento, che per lui era completamente impossibile provare. Aveva
notato che spesso si associava all’odio, di cui era incarnazione, ma gli era
difficile capire come facessero le persone a compiere atti incontrollabili e
normalmente impossibili sotto l’influenza di quel sentimento. La sua Will,
completamente furiosa per la sparizione della compagna, per esempio, stava
subendo un’altra piccola mutazione: i suoi capelli stavano crescendo a vista
d’occhio e le ciocche sembravano avere vita propria, frustando e cercando di
afferrare ciò che le circondava; per non parlare poi della sua bocca, che si
stava allargando diventando completamente sproporzionata. Shalek
provò una fitta d’invidia. Perché lui era precluso da un sentimento così
potente da poter rendere il suo amore ancora più mostruoso e stupendo?
Un membro
della Congrega propose timidamente: «Possiamo andare a cercarla, non può essere
andata lontano...»
Una
ciocca di capelli di Will si avvolse attorno al collo del malcapitato,
sollevandolo fino all’altezza dei suoi occhi: «E non l’avete ancora fatto?»
Lo lasciò
di colpo, facendolo quasi schiantare sul pavimento: «Trovate Hay Lin. Le
Guardiane devono essere unite, come è sempre stato.»
Hay Lin rimase a fissare la goccia di Will, che sembrava essere
più agitata di prima. Dovette ammettere a se stessa che era spaventosa quanto
affascinante, una concentrazione di puro potere.
Fu in
quel momento che, con la coda dell’occhio, vide la goccia che la rappresentava
dirigersi con decisione verso quella più grande.
«NO!»
D’istinto,
per fermarla, fece l’unica cosa che le fu possibile, l’abbracciò con tutte le
sue forse per trattenerla. Una fortissima luce l’avvolse completamente, per poi
spegnersi di colpo. Confusa, Hay Lin
riaprì lentamente gli occhi e si guardò intorno.
Cos’era successo?
Dov’era finita la sua Stilla?
La cercò
con lo sguardo per un po’, poi si rese conto di una cosa strana. Ora sapeva esattamente
dove si trovava. Era nella Stanza delle Stille, le gocce colorate che
contenevano l’essenza più pura dei loro poteri e che erano direttamente
collegate alle loro anime. In passato avevano conosciuto la loro custode, Luba, ma non le avevano mai viste di persona. Lo sguardo di
Hay Lin si posò sulla
Stilla di Irma e d’un tratto ebbe l’irrefrenabile istinto di cingerla con le
braccia, senza toccarla. Lo fece, sussurrandole dolcemente: «Irma... tu sei la
Guardiana dell’acqua, fonte di vita, proprio come l’aria... è vero, l’acqua può
anche uccidere, ma non è per questo che è nata. Tu lo sai, Irma... torna al tuo
scopo originario... per favore, torna in te...»
Irma
strinse gli occhi e li riaprì di scatto, non riconoscendo il posto. Dov’era
finita? L’ultima cosa che ricordava chiaramente era di essere uscita da
scuola...
Si voltò
e per poco non urlò dallo spavento. Di fronte a lei c’era una versione
gigantesca e mostruosa di Will, della sua cara amica che avevano cercato
disperatamente nei due giorni precedenti. Lo spavento le riportò alla mente gli
ultimi avvenimenti. Ma certo, erano state dislocate a Kandrakar
e poi... poi era successo qualcosa di grave, per nulla paragonabile allo scatto
di violenza del giorno prima che aveva avuto contro suo fratello Chris. Era
come essersi risvegliati da un incubo ed accorgersi che in realtà il sogno non
era ancora finito.
Cercando
di non farsi notare troppo, Irma tentò di defilarsi, ma proprio mentre era
fuori dalla vista venne nuovamente dislocata.
«Irma!»
«Hay Hey! Cosa...»
La
Guardiana dell’acqua sbarrò gli occhi e si mise le mani sulla bocca. Cos’era
successo alla sua amica? Il suo corpo sembrava aver perso consistenza ed era
semitrasparente. Tuttavia Hay Lin
non sembrava essere minimamente preoccupata per la sua situazione, visto che
attraversò la sala e le corse incontro per abbracciarla: «Irma! Sei tornata in
te!»
Al suo
tocco la ragazza si spaventò ancora di più, perché l’amica era quasi
intangibile. L’unica sensazione che provò al contatto fu quella di un vento
tiepido che le sfiorava la pelle.
«Tu,
invece, Hay Lin... non mi
sembri molto... in te...»
«Sono
fuori di me dall’ansia! Hai visto cosa sta succedendo? Dobbiamo fermarle,
dobbiamo far rinsavire Will prima che ci porti di nuovo sotto la sua influenza!
Se ci sono riuscita con te, forse insieme possiamo aiutare anche le altre...»
Irma, con
un enorme sforzo, si obbligò a tacere. Per quanto avesse paura di trovarsi di
fronte a un fantasma, Hay Lin
non era evidentemente intenzionata a starla ad ascoltare e non poteva neanche
darle totalmente torto. In qualche modo la Guardiana dell’aria le afferrò la
mano e la trascinò a una bolla verde con riflessi nerastri.
«Questa è
la Stilla di Cornelia. Se uniamo le nostre forze possiamo purificarla, come ho
fatto prima con te.»
«Come fai
ad esserne così sicura, Hay Hey?
Se questa è davvero una Stilla io ci starei lontana, ti ricordi com’è andata
con Luba l’ultima volta?»
«Non lo
so in realtà, ma sento che è la cosa
giusta da fare.»
Irma
sospirò, guardandola seriamente: «D’accordo, facciamo come vuoi tu. Il tempo
stringe, ti stanno cercando dappertutto e tra poco avrò anch’io il mio
bell’avviso di taglia...»
Le due
ragazze si presero entrambe le mani, abbracciando al centro la Stilla della terra.
Intorno a loro, come un satellite impazzito, continuava a vorticare la Stilla
di Irma, mentre alle loro spalle quella di Will si faceva sempre più incombente
e minacciosa.
Come
prima, Hay Lin parlò alla
Stilla con tono dolce: «Cornelia... tu sei la Guardiana della terra, di tutto
ciò che è vivo e vitale... tu, che sei espressione della rinascita, non puoi
votarti alla distruzione. Così come l’acqua e l’aria sono indispensabili alla terra
per vivere, noi siamo qui per aiutarti... torna al tuo scopo originario... per
favore, Cornelia, torna in te...»
Vedendo
la goccia di fronte a lei contorcersi e agitarsi, emettendo piccole scariche,
Irma fece una smorfia: «Mi associo a tutto quello che ha detto lei, Corny... dai, se non vuoi pensare ai nostri grandi doveri
cosmici, torna almeno a litigare con me... non ci posso credere che non ti
manchiamo neanche un po’...»
Lo
sguardo scuro di Cornelia era alzato verso l’alto, dove Will stava discutendo
in modo più o meno pacifico con l’ennesimo saggio che aveva provato a
contraddirla. Sul suo volto c’era un piccolo sorriso soddisfatto, nel cuore la
segreta speranza di diventare anche lei così, meravigliosamente spaventosa. E
poi...
... poi
gli occhi le bruciarono fortissimo, costringendola a chiuderli e a metterci le
mani sopra. Quando li riaprì le iridi azzurre erano nuovamente visibili e il
suo cervello iniziò a snebbiarsi. Un attimo dopo era scomparsa.
Will
sbatté a terra anche il suo ultimo interlocutore: «È possibile che non si sappia
nulla di ben due Guardiane scomparse nel nulla? Quando ero anch’io al loro
servizio sapevano sempre come controllarmi...»
Shalek le si
avvicinò. Non sapeva se calmarla o se lasciarle sfogare la sua furia, ma quando
notò un dettaglio seppe cosa fare.
«Anche
la Guardiana della terra è appena sparita...»
Il demone
guardò la sua compagna negli occhi. Vide chiaramente che quello che prima era
solo un sospetto era diventato per lei una certezza.
«Hay Lin! È lei che me
le sta strappando una ad una...»
La rabbia
di Will sembrò aumentare a dismisura e Shalek
sorrise.
«La troverò e la fermerò io stessa.»
Non
poteva non essere felice di vedere quello sguardo omicida negli occhi
dell’amata. Ormai era certo che non appena avesse ritrovato le amiche le
avrebbe uccise. Non si era opposto al suo desiderio di averle al suo fianco, ma
non aveva difficoltà ad ammettere di essere molto più soddisfatto nell’avere
Will tutta per sé.
Cornelia
era a disagio nel dare la mano all’evanescente Hay Lin e non la perdeva un attimo d’occhio. Lei sapeva cosa
significava possedere i poteri delle Stille, anche se a lei erano toccate tutte
e cinque, e, anche se era ancora meno convinta di Irma su quello che stavano
facendo, si mise anche lei in cerchio intorno alla Stilla di Taranee, leggermente infastidita dalla sua e da quella di
Irma che giravano attorno a loro come mosconi.
Irma fece
una smorfia: «Non sono sicura che ci possiamo riuscire anche questa volta...
Tara ha già completato la sua trasformazione...»
Hay Lin annuì convinta: «Andrà bene come lo è andato finora.»
Cornelia
la guardò seria: «Procedi, allora. Noi ti aiuteremo con la nostra energia per
purificare la Stilla di Taranee.»
La
Guardiana dell’aria prese un profondo respiro, poi chiuse gli occhi e cominciò:
«Taranee... tu sei la Guardiana del fuoco... forse
potrai pensare che il tuo sia l’elemento più distruttivo , ma ti sbagli. Hai
molte ragioni per le quali è stato più semplice per te trasformarti in demone,
lo capiamo: il tuo elemento è il più difficile da controllare e domare, sei
telepatica e ti è sempre stato semplice identificarti con ognuna di noi e in
particolare con Will, a cui sei più legata da sempre... ora, però, ascoltaci.
La tua fiamma non è sinonimo di distruzione, ma è una fiamma di vita, di
energia, di gioia e di saggezza...»
Irma
sorrise: «Non per nulla sei la più secchiona fra noi, Tara...»
Cornelia,
di tutta risposta, le diede un pestone con il tacco dello stivale, per poi
aggiungere: «Non starla ad ascoltare, conosci anche tu com’è fatta.»
Hay Lin continuò come se nulla fosse successo: «Noi siamo qui
per aiutarti... entra in contatto con noi, torna al tuo scopo originario... per
favore, Taranee, torna in te...»
Yan Lin si avvicinò a Will: «Se conosco abbastanza bene la mia
nipotina, si è nascosta da qualche parte, un posto che considera sicuro... ma
non conosce quasi nulla della Fortezza...»
L’Oracolo,
in perfetto silenzio, stava scandagliando mentalmente ogni singola stanza di Kandrakar alla ricerca delle Guardiane perdute. Erano tutti
talmente concentrati nelle ricerche che fu Will stessa ad accorgersi che le
fiamme nere attorno a Taranee si erano
improvvisamente spente e che il corpo della compagna si stava progressivamente
schiarendo.
«No, no, no...»
Prima
ancora che la trasformazione fosse completata, Taranee
scomparve senza che Will potesse fare nulla. La sua rabbia divenne furia cieca,
tale che solo sbattendo a terra il piede demolì gran parte delle gradinate
della Congrega.
La sua voce
era deformata: «Hay Lin... hai appena decretato la tua condanna a morte... tua e di tutti coloro che ti stanno aiutando...»
L’Oracolo
finalmente parlò: «Le ho trovate. Sono tutte insieme nella Sala delle Stille.»
Will
sorrise: «E allora andiamo a prenderle.»
Taranee scosse
la testa: «È impossibile... voi volete... fermare Will... parlando alla sua
Stilla?»
Hay Lin le rispose tranquillamente: «Con te ha funzionato, no?»
«Sì, ma
Will ora è... è... non so neanche
definire cosa sia!»
La
ragazza non voleva assolutamente associare alla sua amica del cuore la parola
“mostro”, ma sinceramente non sapeva assolutamente in che altro modo chiamarla.
Cornelia
fece una smorfia: «Io invece non so come faremo a tenerci per mano... la Stilla
è troppo grande!»
Hay Lin allargò le braccia, creando delle stringhe argentate di
energia: «Usiamo i nostri poteri come tramite. Possiamo farcela.»
Irma si
mise in posizione, ma senza rinunciare alla nota sarcastica: «Già, Hay Hey, pensiamo positivo... in
fondo se non ce la facciamo condanniamo solo l’universo...»
Cornelia
le rifilò un’occhiataccia: «Zitta e mettiti all’opera.»
Taranee sorrise.
Adorava le sue amiche proprio perché riuscivano sempre a farle ritrovare
fiducia.
Quando il
cerchio fu formato, Hay Lin
cominciò per l’ultima volta: «Will... come si può definirti in una sola parola?
Guardiana e custode del Cuore di Kandrakar, il tuo
potere è infinito, ce lo stai dimostrando anche adesso. Noi abbiamo fiducia in
te, come ne abbiamo sempre avuta. Sei la nostra guida, il nostro faro, la
nostra luce. Non possiamo accettare che la tua luce sia stata inghiottita dalle
tenebre, è assurdo e inconcepibile. Permettici per questa volta di essere noi
il tuo faro per tornare indietro... a cas...»
Il
portone si spalancò con una violenza inaudita, uscendo addirittura dai cardini,
mentre i nuovi padroni di Kandrakar facevano il loro
ingresso trionfale nella sala.
«Toc, toc... eccovi qua, finalmente...»
Irma si
fece prendere dal panico: «Hay Lin,
muoviti!»
Taranee
l’avvertì: «Non interrompere il contatto!»
Will
sorrise in modo perverso: «Oh, volete
morire tenendovi per mano? Che carine...»
Hay Lin alzò le braccia, stringendo il suo laccio d’energia
sempre più strettamente intorno alla Stilla, fino quasi a farlo penetrare. Le
sue compagne seguirono il suo esempio.
«Torna al
tuo scopo originario... per favore, Will, torna in te...»
«Io sono in me come non lo sono mai stata...
peccato non poter dire lo stesso per voi, tra un attimo...»
Le tre
Stille colorate si misero a girare come impazzite intorno alla loro gemella più
grande, illuminandosi in un cerchio di luce bianca, come a voler imitare le
loro proprietarie poco sotto di loro.
«Sono curiosa... cosa credete di fare,
esattamente?»
Hay Lin rispose per tutte: «Trovare ancora, in mezzo a quest’oceano
di oscurità, una minuscola scintilla di luce...»
Come se
la Stilla di Will l’avesse ascoltata, proprio nel mezzo, ci fu una minuscola,
quasi invisibile, scarica elettrica rosa.
«... e
ricaricarla con tutta la nostra energia!»
Quasi con
un urlo liberatorio, la Guardiana dell’aria riversò nella Stilla della compagna
la sua magia, seguita a ruota da tutte le altre. Will rise. Cosa credevano di
fare? La sua oscurità era infinita, e nessuno avrebbe potuto...
Shalek vide la
sua compagna sbarrare gli occhi e piegarsi in due, le mani sul petto.
«Will?»
Il demone
ansimava: «Il cuore... mi stanno portando
via il... cuore...»
Per la
prima volta nella sua infinita esistenza, Shalek non
fu felice di vedere qualcuno soffrire. L’ansia e la preoccupazione lo
attanagliarono in una sensazione spiacevole e sconosciuta, quasi da togliergli
il respiro. «Will... cosa...»
Non
riusciva più a pensare in modo razionale. Cosa poteva fare per aiutarla?
Uccidere le Guardiane? Infonderle nuova oscurità? Cosa?
Lei gli
afferrò la mano, quasi fosse l’ultima cosa che potesse fare: «Shalek... io... ti amo... non voglio... non
farmi... andare...»
Il
demone, preso dalla disperazione, le afferrò i polsi e cercò d’infonderle la
sua oscurità, ma era un’emorragia inarrestabile. In pochi secondi Will si
restrinse, i tratti mostruosi scomparvero e prima che davvero se ne potesse
rendere conto, la Guardiana era tornata come prima, esanime. La seguirono tutte
le altre Guardiane, che caddero in ginocchio di fronte alla Stilla di Will, ora
nuovamente piccola, divisa però ancora fra il nero e il rosa. Nella Fortezza si
diffusero timidi raggi di sole, insufficienti a spazzare totalmente le nubi.
Shalek,
tenendola sollevata da terra, ancora con i polsi di Will fra le mani, provò a
scuoterla delicatamente: «Will? Will? Apri gli occhi... per favore...»
Ma gli
occhi della ragazza non si mossero. Con un profondissimo sospiro, Shalek la mise a terra con tutta la delicatezza di cui era
capace, poi posò una mano su di lei.
Irma fece
appello a tutte le sue forze, appoggiandosi sui gomiti: «Lasciala... mostro...
cosa vuoi... farle?»
Il demone
alzò la mano, estraendo dal corpo di Will quella che sembrava una sfera nera,
che poi scomparve nel nulla. La Guardiana dell’acqua, spaventata, prese l’amica
sotto le braccia e la trascinò vicino alla sua Stilla, ormai completamente
rosa.
«Stai
tranquilla, Guardiana, non potrei mai farle del male. Se pensavate di averla
purificata avete sbagliato i vostri conti. Vi siete limitate a riaccendere la
scintilla di bontà nel suo cuore e a farla risplendere, ma non avete eliminato
la sua malvagità. La sua anima era ancora divisa fra Luce e Oscurità, se non fossi
intervenuto la lotta nel suo cuore non avrebbe mai avuto termine e Will non
avrebbe mai riaperto gli occhi.»
Proprio
mentre finiva di parlare, la luce tornò a risplendere nelle stanze di Kandrakar, facendo tornare tutto come prima. Will aprì gli
occhi appannati, ancora molto confusa. Impiegò qualche secondo a capire dove
fosse e chi avesse davanti.
«Irma...»
La
ragazza sorrise alla risposta impastata dell’amica, con le lacrime agli occhi:
«Bentornata, Will.»
A quelle
parole anche le altre Guardiane si avvicinarono.
La
Custode del Cuore spostò il suo sguardo alla figura scura alle loro spalle: «Shalek...»
Ormai il
demone aveva riassunto la forma e le dimensioni con cui Will l’aveva incontrato
la prima volta. Le sorrise dolcemente, come solo lui sapeva fare.
«E così alla fine l’hanno avuta vinta loro.»
Will non
sapeva cosa rispondere, divisa fra i ricordi e i sensi di colpa. Shalek continuò.
«Ho ripreso l’Oscurità che ti avevo donato.
La conserverò per te, per quando tornerai.»
«Io non
tornerò mai più.»
Il demone
sorrise tristemente: «È questo luogo a
costringerti a parlare così, lo so... ma qualunque bugia possano dirti, sappi
che i miei sentimenti per te sono e saranno sempre sinceri. Io ti amo, Will.»
La
ragazza lo guardò e annuì. La nuova tristezza che leggeva nei suoi occhi era
autentica, lo sapeva benissimo, come sapeva che anche lei, in quella forma, lo
aveva amato davvero.
Shalek si voltò
di spalle: «Ora vado, questo luogo non è
fatto per me, tu lo sai. Tornerò nel mio castello, ad aspettarti. Il tempo per
me non ha significato, la mia esistenza non ha confini e Kandrakar
non può tenerti legata a sé per sempre. Un giorno torneremo insieme e
continueremo quello che avevamo iniziato, con o senza il Cuore. Anzi, meglio
senza, così sarai libera da ogni legame col Bene.»
«Io non
tornerò.»
«Menti, lo sappiamo entrambi.»
Shalek si voltò
un’ultima volta, guardando le altre ragazze. Will rabbrividì.
«Guardiane, per quanto potrà suonare assurdo
alle vostre orecchie, io vi ringrazio. Con il vostro gesto mi state facendo
conoscere un odio nuovo, mai provato prima, incredibilmente vitale e violento.
Lo cullerò, lo farò crescere dentro la mia anima, gli darò una forma orrenda e
spaventosa e sono certo che mi condurrà a un nuovo potere, irresistibile e
inarrestabile. Temetemi, Guardiane, perché un giorno pagherete per avermela
strappata via.»
Non stava
mentendo, Will lo vedeva chiaramente nei suoi occhi. Non era rabbia, ma non era
neanche lontanamente simile a quell’odio gelido con cui l’aveva conosciuto.
«Arrivederci, Will.»
«Questo è
un addio, Shalek.»
Il demone
sorrise divertito mentre spariva: «Non
smetterò mai di sorprendermi di quante bugie racconti a se stesso il Bene per
non ascoltare le verità del Male...»
Will
rimase lì, catatonica, con la testa vuota e il cuore assalito dai sensi di
colpa. Taranee, Cornelia e Hay
Lin la raggiunsero e l’abbracciarono, ma lei quasi
non reagì. Solo la calma voce dell’Oracolo riuscì a farla reagire.
«Torniamo
nella sala della Congrega. Ma prima...»
Con un
gesto elegante il saggio separò Hay Lin dalla sua Stilla, che tornò a svolazzare allegramente
attorno alla sua Guardiana. Solo in quel momento la ragazza si accorse di cosa
le fosse effettivamente accaduto. Yan Lin la raggiunse e l’abbracciò in lacrime, scusandosi
all’infinito per la sua bugia. La ragazza ricambiò la stretta, sussurrandole
all’orecchio che non era accaduto nulla per cui dovesse scusarsi.
L’Oracolo
osservò la scena con sguardo dolce: «Sei stata coraggiosa, Hay
Lin.»
La
Guardiana sorrise imbarazzata: «Ma se sono scappata dalla paura!»
«La tua
paura ha salvato tutti noi. Ora venite, per favore.»
Seguirono
tutti l’Oracolo, che con pochi gesti delle mani e delle braccia ricostruì ciò
che era andato distrutto nell’ora di follia maligna di Kandrakar.
Giunti alla solita sala, tutti i saggi ripresero il loro posto ma, prima che l’Oracolo
cominciasse a parlare, Will alzò le mani, con il volto rigato dalle lacrime.
«Cuore di
Kandrakar...»
Dal suo
palmo uscì l’amuleto, nuovamente piccolo e puro come era sempre stato, portando
con sé anche la trasformazione della sua Custode, che rimase con gli abiti che
aveva indossato un paio di sere prima in camera sua.
Taranee esclamò:
«Will, no!»
Ma la
ragazza s’inginocchiò ai piedi dell’Oracolo, porgendogli il Cuore: «Oggi ho
dimostrato che non sono degna di servire la Congrega. Con la mia debolezza ho
messo in pericolo tutti. Vi prego, riprendete il Cuore di Kandrakar.»
L’Oracolo
la guardò seriamente, poi allungò le mani. Will chiuse gli occhi, preparandosi
a sentire strappata una parte di sé. Invece, con sua grande sorpresa, il saggio
richiuse i suoi palmi, facendo rientrare il Cuore.
La
ragazza alzò lo sguardo incontrando il dolce sorriso dell’Oracolo: «Oggi, con
questo piccolo grande gesto, hai dimostrato di essere la più degna delle
Guardiane. Se tu non mi avessi fatto questa proposta, avrei potuto pensare che
per te il potere fosse più importante della salute e della salvaguardia di Kandrakar e di tutti gli universi a lei sottoposti e allora
sì, mi sarei ripreso il Cuore. Ma so che il tuo pentimento è sincero. Non ci
sarà alcuna punizione, perché non c’è alcuna colpa. Hai compiuto quelle scelte
sotto l’influenza di un Male incontrollabile, e con te tutta Kandrakar.»
Will lo
guardò preoccupata: «E se Shalek avesse ragione? Se
ci ricascassi e tutto questo si ripetesse?»
L’Oracolo
la guardò grave: «Nessuno può avere questa risposta tranne te, Will. Questa
volta sei stata colta totalmente impreparata, ma ora sai con chi hai a che
fare. Se un giorno l’Oscurità dovesse tornare a chiamarti, sarai tu a scegliere
se seguirla o meno. Se sceglierai di ritornare il demone che sei stata, sarà
stata una tua scelta, e in quel caso
non ci sarebbe giustificazione alcuna. Se quel giorno dovesse mai venire, e se
per allora tu non fossi più la custode del Cuore, ti ritrasformerai in demone,
e con il tuo compagno cercherete di diffondere il Male con i vostri soli mezzi.
Se invece fossi ancora la nostra Guardiana, allora sì, quello che è successo
oggi potrebbe ripetersi. Ma io e questa Congrega abbiamo fiducia in te.»
«Ma come
potete averne? Se non fosse stato per Hay Lin, io...»
«Non per
nulla le Guardiane sono cinque e non una. Il vostro legame è forte, il gruppo
può contrastare le debolezze del singolo e questo renderà forte questi luoghi
contro ogni avversità. Non per nulla, questa fortezza è nata proprio per
combattere l’essere che tu hai chiamato Shalek.»
Will lo
guardò sorpresa: «Cosa?»
L’Oracolo
sospirò: «Ve lo avevo detto. Kandrakar nacque perché
i popoli, dopo un periodo di armonia, conobbero il Male, la discordia,
l’Oscurità.»
La
ragazza sbarrò gli occhi: «Shalek! L’aveva detto che
aveva conosciuto Xing Jing...»
Il saggio
annuì: «Quell’essere è letteralmente l’incarnazione di tutto ciò che di
negativo esiste. Non è nato né mai potrà morire, perché l’Oscurità deve esserci
perché possa esserci la Luce. Se uno dei due dovesse sparire, tutto ciò che
esiste lo seguirebbe. In ognuno di noi c’è il Bene e c’è il Male, compreso in
noi saggi, compreso in me. L’essere che tu chiami Shalek
è in grado di manipolare l’Oscurità latente in ognuno di noi, il Cuore è stato
solo il suo tramite. Ma anche tu sei stata in grado di risvegliare la Luce che
c’è in lui.»
«Io?»
«Credi
che quell’essere abbia mai amato prima d’ora? Ognuno di noi può cedere all’Oscurità...
ma anche alla Luce...»
L’Oracolo
sorrise e allargò le braccia: «Oggi il Male ha conosciuto la sua massima forza
e nel contempo è stato contaminato dal Bene, così come Kandrakar,
all’opposto, ha scoperto il Male che alberga in lei e la forza delle sue
Guardiane. Così è mantenuto l’equilibrio. Tornate a casa, Guardiane, il vostro
compito è finito e vi siete guadagnate il giusto riposo.»
Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin circondarono Will abbracciandola. La ragazza si
concesse il primo, timido sorriso e dislocò tutte quante sulla Terra.
L’Oracolo
chinò la testa: «La Fortezza vi è grata per il vostro servizio.»
Will si
ritrovò in camera sua, sola, di nuovo, ma con mille rassicurazioni delle sue
amiche che le rimbombavano in testa, quasi tutte riguardanti il non farsi
problemi e telefonare nel caso si sentisse nuovamente triste o sola. Sorrise
tristemente. In fondo era meglio una bolletta telefonica stratosferica che la
fine dell’universo, no? E anche se la mamma non l’avesse capito, quasi
sicuramente Irma sarebbe stata capace di andare a chiedere il rimborso spese
direttamente a Kandrakar. Ridacchiò immaginandosi
l’amica andare con nonchalance dall’Oracolo con la bolletta in mano. Ma il
sorriso durò poco. Si sedette sul letto, pensierosa. In quelle poche ore aveva
scoperto una parte di lei di cui non sospettava neppure lontanamente
l’esistenza e con la cui consapevolezza avrebbe dovuto imparare a convivere da
quel momento in poi. Shalek, poi...
Inutile
negarlo, in quel momento lo aveva amato, più di quanto non avesse mai amato
Matt. Si sentì tremendamente in colpa. Poi, improvvisamente, un altro pensiero
la folgorò.
Matt.
Sua
madre.
Era
sparita per due giorni senza avvertire, probabilmente erano andati fuori di
testa! Che scusa poteva inventare per giustificare la sua assenza?
Saltò giù
dal letto, agitatissima.
«Vice-Mamma,
in quanti mi hanno cercato in mia assenza?»
La voce
distorta ed elettronica del suo telefonino rispose prontamente: «Quale
assenza?»
Will lo
guardò di storto: «Come “quale assenza”?
Sono sparita per due giorni, qualcuno mi avrà pur cercato, no?»
Il
cellulare rispose: «Veramente sei entrata qui un attimo fa... e stamattina sei
andata a scuola come sempre...»
«Cosa?»
La
ragazza afferrò il telefono e sbarrò gli occhi guardando la data e l’ora sullo
schermo.
Le stesse di quando quell’incubo era
cominciato.
Will
rimase incredula per un po’, poi rise, una risata liberatoria.
Nulla era
mai successo, seppure in realtà tutto fosse accaduto.
«Will,
sei a casa?»
La
ragazza sorrise: «Sì, mamma! Arrivo ad aiutarti con la spesa.»
Aprì la
porta della camera. Che Shalek e Kandrakar
la sorvegliassero pure, lei non aveva nulla da nascondere.
Lei era
Will Vandom.
Una
ragazza come tante, un po’ speciale, in grado con la sua volontà di cambiare
non solo il mondo, ma l’intero universo.
Chiuse la
porta.
Ma in fondo, chi non lo è?
Ok, è ufficiale, ho
ancora un serissimo problema nello spezzare i capitoli... questo da solo è
lungo quasi quanto gli altri tre insieme... mi dispiace, prima o poi correggerò
anche questo difetto!
Intanto, piaciuto il
finale? Se sì, ho ancora una sorpresina per voi... leggete tutti i titoli dei
capitoli di fila e avrete una piccola sorpresa!
Non so se scriverò
ancora su questo fandom, la mia fantasia va dove
vuole e non sempre decido su che lidi andrà a posarsi...
Nel frattempo, passo
all’angolo dei ringraziamenti:
·
INU16, per aver messo la storia nelle preferite;
·
bulmasanzo, hera85, karter, Raven85 per aver
messo la storia nelle seguite;
·
MaxT, bulmasanzo e hera85 per aver
commentato.
Adesso tornerò nelle
righe, rimettendomi sulle mie infinite storie già in corso...
Alla prossima!
Hinata 92