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Autore: Sid Draco    23/04/2015    0 recensioni
Nuova generazione, nuovi personaggi, nuovi eventi.
Hogwarts é finalmente stata ricostruita dopo la fine della seconda guerra magica, pronta ad ospitare nuovi studenti, vite intrecciate e, ovviamente misteri!
ma cosa c'entrano L'ade e Dante Alighieri con i la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Harry guardava la stazione di King’s Cross con un insieme di nostalgia, gioia ed un leggero dolore. Erano  dodici anni che non metteva piede al binario nove e tre quarti, eppure continuava tutt’ora a stupirsi della bellezza di quel posto. La locomotiva rosso fuoco emanava un denso vapore bianco, il quale dilaniava per tutta la banchina, piú vuota di come l’avesse mai vista.
Certo, vi erano ragazzi di tutte le età, dagli undici ai diciassette anni, bauli sballottolati qua e là, gabbie contenenti gufi, gatti, puffole pigmee e persino qualche animale teoricamente non permesso. Ma i ragazzi erano decisamente meno di quando lui frequentava la scuola, nessuno avente cravatte colorate o spille da prefetto o caposcuola.
Possibile che fossero così pochi ragazzi? Guardò l’orologio da polso in oro regalatogli dai suoceri, mancavano dieci minuti alle undici.
Dunque si volse verso il ragazzino che gli trotterellava accanto, spingendo con determinazione un carrello con il proprio baule depositato sopra. “sei emozionato Teddy?” gli chiese scompigliandogli i capelli blu ribelli, corti con ciuffi che stavano su, in tutte le direzioni. “emozionato?” esclamò il fanciullo. “Certo che sono emozionato! Hogwarts! Finalmente la vedrò, finalmente la frequenterò!” continuò trotterellando felice, spingendo il carrello verso il treno scarlatto.
“comportati bene, intesi? Non combinare guai, studia, ma soprattutto divertiti!” gli raccomandò un’anziana signora al suo fianco. “si nonna, promesso.” – “mi raccomando, scrivimi.” Non si trattenne la donna, cacciando indietro le lagrime che tentavano di uscire.
Harry aiutò il figlioccio a caricare il baule sul treno, allontanandosi brevemente dalla nonna del ragazzo. “mi raccomando, Teddy,” gli disse più seriamente del solito, guardandolo con i suoi penetranti occhi verdi. “non perdere il mantello, appartiene alla mia famiglia da tempi antichi. E riguardo alla mappa, fanne buon uso. Oramai è tua, probabilmente tuo padre mi maledirebbe in questo momento, ma dopotutto lui stesso l’ha creata, assieme al resto dei malandrini.” Teddy lo fissava quasi trattenendo il respiro, come faceva ogni volta che il padrino gli narrava dei loro genitori. Lui non aveva mai conosciuto suo padre e sua madre, se non attraverso i racconti di Harry. Gli narrava spesso quelle poche storie ed informazioni che spesso lui stesso aveva avuto di seconda mano. Era sicuro che lo capisse più di chiunque altro, lui che era cresciuto senza i genitori.
Un fischio annunciò la prossima partenza del treno, cosicché, come gli altri futuri studenti, teddy salisse sul mezzo, non prima di aver salutato la nonna ed il padrino in svelti abbracci.
Chiuse la porta scarlatta, per poi sporgersi dalla finestra e salutare fino allo sparire della stazione dietro una curva.
Tiró un sospiro, pensando che, finalmente, quell’avventura tanto attesa fosse cominciata.
Si volto, deciso ad andare in cerca di uno scompartimento, incamminandosi verso la coda del treno. Non sarebbe dovuto essere difficile, vista la lunghezza del treno ed i pochi passeggeri.
I primi scompartimenti erano, come prevedibile, pieni, alcuni con solo uno o due ragazzi, altri invece ospitavano interi gruppi. ‘probabilmente sono amici d’infanzia’ pensò Teddy, voltando lo sguardo al di lá di un vetro. Quattro ragazzi, di etá diverse, stavano seduti sui comodi sedili. Il piú grande di loro, un ragazzo alto ma non troppo muscoloso, con sguardo furbo, espressione strafottente e folti capelli neri, stava spaparanzato occupando due interi posti, parlando di chissá cosa, probabilmente pavoneggiandosi, visto come i minori pendevano dalle sue labbra.
Camminó ancora qualche metro, ma dovette voltarsi, la sua attenzione catturata dal rumore di scorrere di porte.
I quattro ragazzi, capitanati dal maggiore, erano usciti dallo scompartimento. Fu quest’ultimo a rivolgergli la parola. “ehi, belli capelli” a quell’appellativo attribuitogli i tre minori sghignazzarono. “sono tinti o naturali?” a quella domanda, e sentendosi estremamente osservato, si sentí estremamente in difficoltá, in imbarazzo. Fu per questo che i suoi capelli si tinsero di rosa, come gli accadeva vergognosamente ogni qual volta provava quello stato d’animo. Non era ancora riuscito a controllare appieno i suoi poteri, che uscivano dal suo controllo quando provava emozioni forti.
Profonde risate scossero i quattro ragazzi, che si tenevano la pancia o si asciugavano una lagrima procurata dal troppo riso. “a quanto pare abbiamo un Metamorphomagus, potremmo usarti per degli esperimenti, che dici?” alla ‘battuta’ di un secondo ragazzo, appena piú giovane del primo e di carnagione leggermente piú scura rispetto agli altri, altre risate li riscossero.
I capelli di Ted si tinsero di un nero profondo e denso come la pece, ed il loro proprietario si volse, cominciando a correre piú in fretta che gli fosse possibile. ‘stupido, sei in un treno, se vai dritto ti vedono’ pensó allora, ed approfittando della distrazione dei quattro entró in uno scompartimento, senza guardare chi lo occupasse, salí sulla rete dei bagagli e si rannicchió li.
“se ne sono andati, puoi scendere.” Disse una voce lenta ed annoiata proveniente da uno dei sedili accanto alla finestra. Il giovane balzó giú per scoprire chi fosse il suo interlocutore.
“beh, che ti guardi?” chiese sarcastica la voce appartenente alla persona che, abbassato il giornale, lo scrutava. Era uno strano soggetto quello che aveva davanti, una ragazza piuttosto particolare. Indossava pantaloni neri e scarpe larghe, probabilmente in classico stile adolescenziale babbano, come il resto del suo abbigliamento. Una giacca elegante da uomo, palesemente babbana, stava sopra ad una felpa dal cappuccio rosso, che faceva un grande contrasto con i colori spenti, escluse le scarpe, degli altri indumenti.
Un sincero sorriso si dipinse sulle labbra del piú giovane, notando i capelli neri e verdi della ragazza. I suoi si tinsero automaticamente di blu.
La ragazza inarcó un sopracciglio, per poi commentare “la mia tinta a confronto impallidisce.” Poi tiró su il giornale continuando a leggere.
Ted, preso dalla curiositá ed un inspiegabile coraggio, si avvicinó, parandosi dinnanzi la giovane, la quale abbassó il gornale, palesemente seccata, scrutandolo con occhi critici.
“posso sedermi lí?” chiese allora, indicando il sedile di fronte a lei. “se proprio devi.” Fu il commento che ebbe in risposta, ma non si lasció scoraggiare, accomodandosi.
“Piacere, io sono Ted Lupin.” Esclamó allora porgendole la mano. “Vled.” Rispose semplicemente l’altra, stringendola. “Vled come?” chiese dunque il fanciullo, leggermente perplesso. “solo Vled.” Fu la risposta un po’ troppo seccata dell’altra.
Teddy continuó a fissare quella ragazza piuttosto curiosa. Non sapeva ancora se le stesse simpatica, in realtá non era riuscito a comprendere nulla di lei, nemmeno il suo nome. In effetti era strano come si fosse presentata, con un unico monosillabo, ed evadendo subito dal discorso. Un aura di mistero avvolgeva quella giovane.
Il filo delle sue riflessioni su di lei venne interrotto dall’apertura dello scompartimento, e la voce di una giovane donna. “qualcosa dal carrello, cari?” domandó amabilmente.
Teddy stava quasi per fiondarsi sui dolci, ma inaspettatamente venne preceduto da Vled, che con elegante fluiditá si alzó, dirigendosi verso la donna. “buongiorno Signora, volentieri.” Rispose alla domanda posta loro, ponendosi davanti alla sua interlocutrice, schiena dritta e mani dietro la medesima. “prendiamo di tutto.” Aggiunse poi, sfoggiando un sorriso educato, ma Teddy non poté fare a meno di notare quanto privo di gioia fosse.
Ci mise un poco a capire che Vled stesse parlando con lui quando chiese “saresti cosí cortese da darmi una mano?” e solo allora i suoi occhi caddero sui dolciumi che teneva tra le mani. Subito balzó verso di lei, prendendo dal carrello ogni tipo di dolce, commestibile o mobile che fosse. Poi la ragazza pagó con una manciata di falci e lo scompartimento si richiuse.
Teddy si risedette sul sedile che occupava prima, ignorando le pietanze presenti nello scompratimento. “non fare il vago, non posso mangiare tutta questa roba da sola. È anche per te.” – “perché?” la domanda uscí cosí in fretta dalle sue labbra che quasi non se ne accorse. Per un’istante i loro occhi si incrociarono, fissandosi. Poi la giovane sorrise enigmatica, pronunciando la sua risposta. “ho imparato da ció che mi è mancato.”
Teddy non comprese il significato di tali parole, dunque decise che forse avrebbe pensato meglio a stomaco pieno.
 
Parecchio tempo dopo cartacce giacevano ovunque, a terra, sui sedili eppure i dolci erano lontani dal terminare. I due fanciulli sedevano mezzi addormentati l’uno di fronte all’altra, con le mani sui rispettivi stomaci. “sei sporco sulla guancia” notó Vled alludendo ad una macchia di cioccolato sul volto del compagno di viaggio. “hai un fazzoletto?” chiese allora costui. “no, aspetta. Tergeo.” Pronunció dopo aver estratto la bacchetta magica dalla tasca. Subito la macchia sparí. Stupefatto Teddy si rizzó sul sedile. “tu sai già fare magie?!” quasi urló. “perspicace.” Fu il commento dell’altra, che messa la bacchetta a posto prendeva un cappello di paglia posato sul tavolino e lo indossava.
“che anno frequenterai?” non demorse il piú giovane, gonfio di emozione ed una vitalitá improvvisa. “il sesto.” Rispose annoiata l’altra, guardando fuori dalla finestra, come se non si stesse parlando di lei, come se ció non la toccasse minimamente.
“io il primo. Non vedo l’ora.” Partí a ruota libera Ted, senza che nulla gli venisse chiesto. Cosí pose lui una domanda. “tu in che casa vorresti essere smistata?” – “indifferente.” Rispose l’altra come se stesse per addormentarsi. “tu?” aggiunse poi, vedendo il ragazzo sgonfiarsi sul sedile, forse rendendosi conto di essersi comportata in modo un po’ troppo distaccato. Subito la luce tornó negli occhi del bambino, stavolta portandosi dietro anche un’ombra. “Grifondoro o Tassorosso, non lo so. Dove erano i miei genitori.” – “e loro che dicono?” chiese automaticamente Vled, che aveva ripreso a guardare fuori dalla finestra.
“sono morti.” La voce uscí flebile, piú di quanto avrebbe voluto. Non voleva mostrarsi debole davanti a quella ragazza tanto fredda e disinteressata. Lei sembrava forte ed impenetrabile come una roccia.
Non fece attempo a pensare ad una possibile reazione da parte dell’altra, ma fu sicuro che quella che realmente ebbe l’avrebbe spiazzato anche se avesse preso in considerazione ogni comportamento immaginabile.
Vled, difatti, si alzó silenziosamente, dirigendosi verso di lui. Si sedette accanto a Teddy, gli posó una mano attorno alle spalle e stringendo in maniera disinvolta ma estremamente, enormemente stretta, disse solamente “ovunque verrai smistato saranno fieri di te, entrambi.” Per poi aggiungere con un sorriso “altrimenti sarebbero degli stronzi ma visto il tipetto che sei dovrebbero essere tipi apposto.
Per la prima volta Ted Lupin non si sentí fare le condoglianze, ne dire quanto ad un mezzo sconosciuto dispiacesse della perdita dei suoi genitori, senza sapere assolutamente nulla di loro.
Per la prima volta qualcuno gli disse realmente ció che pensava, senza preoccuparsi di frasi convenzionali.
In fondo quella ragazza non era poi cosí male.
Strana sí, ma per nulla male.

grazie a chi ha letto fino a qui.
spero la storia vi sia piaciuta, e se cosí fosse che me lo facciate sapere.
mi scuso per eventuali errori.
saluti
Sid Draco
  
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