Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Soty96    23/04/2015    2 recensioni
Cosa ci spinge ad isolarci in certi momenti della nostra vita?
Cos'è che ci rende così vulnerabili?
Cosa ci fa pensare di essere nati nel posto sbagliato e cosa ci fa pensare che il mondo sarebbe meglio se non fossimo mai nati?
Con questo racconto vorrei cercare solo qualcuno che capisca come mi sento, vorrei cercare di sfogarmi con qualcosa dato che sono stato sempre solo in tutti questi anni.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era la seconda settimana di gennaio. Il clima che circolava in quei giorni non era sicuramente dei migliori: le vacanze natalizie erano finite e buona parte dei ragazzi che avevano la mia stessa mentalità speravano che quei "lager" , conosciuti come scuole, fossero distrutti per via delle devastanti calamità naturali. Ma nulla di quello che speravo accadeva, ma almeno rimanevo nella speranza della fine di quella vita monotona, di alzarsi la mattina presto per fare quelle cinque ore di lezione che sembravano non finire mai... se non altro mi bastava consolarmi dicendo << Rilassati Stanley! Manca poco alla fine di questa sciocca telenovela! >> ma poi Peter diceva << Ah certo, vorrei tanto vedere se ci arrivo veramente alla fine!>>. Peter non faceva male ad essere pessimista perchè sapeva benissimo che stavo pian piano morendo e sapeva che sarei morto prima della fine di quel tunnel che stavo ancora percorrendo. Ma io andavo avanti comunque con il mio pessimismo che fino alla fine mi avrebbe distrutto, ma non pensavo a che fine avrei fatto. Pensavo semplicemente a disegnare! Sapevano tutti che Stanley amava disegnare, Stanley aveva una sua teoria riguardo il disegno: non era un semplice hobby ma un vero è proprio mondo in cui siamo noi a dettare le leggi, decidiamo noi se la Terra gira intorno al sole o viceversa e siamo noi a decidere chi vive e chi muore! Mi perdevo in quel mondo in cui tutto era perfetto e tutti erano perfetti, ma poi << Peter! >> dovevo fare i conti con quei demoni chiamati professori. << Stai ancora pensando al tuo mondo senza imperfezioni?? >> aggiunse l'odiosa professoressa << Sentiamo: come sarebbe composto il tuo fantastico mondo? >>. Io risposi << Una cosa è sicura: il mio mondo non è composto da lei! >> ed in quel momento pensavo di aver zittito quell'arpia, ma lei che era un passo avanti a me replicò << Nel mio mondo invece tu andrai a farti un giro in presidenza! >>. Non era la prima volta che mi mandavano dal buon caro e vecchio preside, lui sapeva che Peter non pensava veramente che quella professoressa non fosse veramente un arpia.... ma Stanley invece pensava realmente che lo fosse, io lo pensavo veramente e nulla mi avrebbe fatto cambiare idea. Dopo la breve e per niente intensa discussione con il capo della scuola ritornai in classe, dove i miei compagni mi stavano aspettando come un eroe per aver detto ciò che quel branco di codardi non avrebbe mai osato dire ad un professore. Tuttavia io non ero felice: da un lato può sembrare bello dire alla gente ciò che si pensa ma dall'altra parte bisogna prendersi le responsabilità delle proprie azioni, ed io sapevo fin troppo bene di aver apertamente dichiarato guerra a chi non mi rendeva la vita facile e sapevo anche che in guerra si può vincere e si può perdere. Ed io perdevo sempre. L'unica mia consolazione era quella di rimettermi a disegnare il mio mondo ideale.... ma per costruire un mondo perfetto ci vuole tempo, sopratutto se a toglierti il tempo sono altri fattori. << Questa volta l'hai fatta grossa Stanley! Sei sempre il solito, ed è per questo che non finirò mai di stimarti! >> << E tu sai benissimo che non finirò mai di odiarti se continui a disturbarmi, mio caro Dean! >>. Dean è il classico ragazzo in cerca di una persona sicura di se e che quindi dia a lui la medesima sicurezza. Ciò che non capivo però era il perchè venisse da me. Perchè cercare sicurezza da uno come me,sicuramente più insicuro di lui? Non ho capito ancora il suo modo di ragionare e non ho ancora capito il perchè, nonostante lo respingevo sempre, venisse sempre ad infastidirmi con la sua innocenza. Ma del resto dovevo sopportare un'intera classe, quindi una persona in più o una in meno non faceva molta differenza, anche perchè sapevo benissimo che lì fuori mi aspettava molta gente da sopportare, quindi andavo avanti.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Soty96