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Autore: Alice_Jackson    25/04/2015    0 recensioni
La guerra era finita. Un'altra guerra era finita, la guerra contro Gea. I Sette erano sopravvissuti, ma alla fine erano morti Nico e Reyna. E se dopo la guerra gli dei decidessero di separarli? Cosa succederebbe e loro? E se riuscissero a riunirsi?
Potrebbero esserci degli spoiler dell'ultimo libro: Il sangue dell'olimpo
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Reyna, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 4    

Nico e Reyna, o per lo meno il loro spiriti, avevano trasportato i loro 'aiutanti' in una saletta tutta nera nel palazzo degli Inferi. Ellie e Mellie, le aure, Thalia, la Cacciatrice figlia di Zeus, e Rachel, l'Oracolo di Delfi. 
Illustrarono loro il piano e li rimandarono da dove erano venuti. Ellie da Hazel, Mellie da Piper, Thalia da Annabeth, e Rachel da Percy; mentre Nico si occupava di Frank e Reyna di Leo e Jason. 
Prima di farli andare li fermarono 
–Ricordatevi di non lasciarli mai soli una volta a New York. Ci vediamo al punto di ritrovo domenica alle quattro.–

*****************

–Ehi Jason!– lo salutò Leo non appena vide l'amico.
–Leo!– era il giorno seguente alla strana visione e a quando si erano dati come figli degli dei.
Si dettero il cinque e andarono in classe, pronti per una 'bellissima' lezione di storia.
Quando arrivò il professore fece un annuncio che li sconvolse del tutto.
–Bene ragazzi, siamo stati invitati in un'hotel a New York...– grida impazzite della classe e facce confuse di Leo e Jason –...dicevo, che ci ospiteranno per una settimana in questo hotel, ci hanno pagato sia il biglietto aereo, sia le stanze all'hotel. Dovete scegliere un compagno di stanza adesso e basta.– dette un foglio a una ragazza in prima fila che scrisse un paio di nomi e passò il foglio. Quando il foglio arrivò a Jason era già tutto compilato, mancava uno spazio solo, notò che Jake era con un altro ragazzo quindi scrisse il suo nome e quello di Leo. Poi riconsegnò il foglio al professore. 
Sarebbero andati a New York! Era incredibile, eppure c'era qualcosa in quella città, qualcosa che lo attraeva è che lo induceva a chiamarla 'casa'. Non c'è neanche da dire che Leo in quel momento pensava le stesse identiche cose, e che sarebbero tornati a 'casa'.
Il giorno dopo si ritrovò tutta la classe fuori dalla scuola alle sei del mattino, come previsto erano tutti mezzi addormentati sulle loro valige, tutti tranne Leo ovviamente. Era come se si bevesse due o tre tazze di caffè prima di arrivare lì, eppure non l'aveva fatto.
Quando i professori che li avrebbero accompagnati arrivarono, cominciarono a fare l'appello e a far salire i ragazzi sul pullman che li avrebbe portati all'aeroporto. 
Fecero il chek-in e presero posto sull'aereo, Jason vicino a Leo e il finestrino. Il viaggio fu tranquillo, senza neppure una turbolenza, cosa piuttosto strana visto che non c'era affatto bel tempo. 
Quando arrivarono li fecero portare subito in hotel, dove si sistemarono e si riposarono fino a pranzo. 
Dopo pranzo, insieme al resto della classe fecero un incontro con le persone che avevano permesso loro di andare a New York. La relatrice era Reyna Arellano, una ragazza alta dai capelli scuri raccolti in una treccia e gli occhi scuri. Era più giovane di quanto chiunque potesse immaginare, solo 17 o 18 anni. Entrambi i ragazzi rimasero imbambolati a guardarla, loro la conoscevano, ne erano assolutamente sicuri, tutti e due. Anche se... Se la guardavi di traverso sembrava quasi trasparente.
"Nah... Impossibile" pensarono i due vedendo che nessun altro sembrava averlo notato.

*****************

Hazel era atterrata da poco all'aeroporto di New York, e si stavano dirigendo verso un hotel dove avrebbero dovuto incontrare il rappresentante dell'associazione con la quale erano andati là e che gli  aveva pagato il viaggio e l'hotel. 
Hazel non riusciva a togliersi dalla testa quello strano sogno con il suo presunto fratello e i suoi presunti amici. Soprattutto suo fratello, nel sogno aveva un'aura da morto dopo che si era girato verso di lei, fin troppo pallido per un essere umano, lo percepiva. Era abbastanza inquietante, ma non riusciva a toglierselo dalla testa.
–Tutto bene?– era Ellie che come al solito era preoccupata per lei.
–Si, non preoccuparti.– finì lì l'argomento.
Hazel era in stanza con Ellie e questo le andava bene. 
Il problema più grande erano le vicine di stanza, tre 'smorfiosette', come le chiamava amichevolmente Hazel, che se la tiravano in qualsiasi modo possibile e la prendevano in giro tutto il giorno. Così all'ennesimo insulto che la definiva come 'strega', continuando a non capirne il motivo, scappò dall'albergo e si diresse non-sapeva-dove.          

*****************

La mattina dopo Percy si svegliò con calma, era domenica. Decise di andare a fare un giro con Rachel dopo pranzo, così intanto mangiò i pancake blu che sua madre gli preparava tutti i giorni prima di andare a lavorare. 
–Ehi Rachel! Vieni al parco a fare un giro tra una mezzora, dobbiamo parlare.– la stava chiamando.
–Certo. Al solito posto?–
–Al solito posto– e mise giù il telefono.
Uscì di casa mezz'ora prima, per fare un giro anche da solo. 
Cominciò inconsapevolmente a pensare ai sogni fatti di recente. La ragazza, Annabeth. Gli altri ragazzi, quelli che ormai credeva che fossero suoi amici. Anche se in realtà non lo sapeva per niente, lo sentiva e basta. Il ragazzino, quello con i capelli e gli occhi neri, tristi, lo sentiva 'morto'. Poi le spade, tutte in qualche modo familiari, quella in mano a lui più di tutte, vortice, l'aveva chiamata.
–Percy!– Rachel lo riscosse dai suoi suoi pensieri.
–Ciao– Percy fece un sorriso spento.
–Stai bene?– fece lei.
–Si–
–Ok... Di cosa volevi parlami?–
–Dei sogni– fece una pausa per vedere la sua reazione, ma lei non fece trapelare niente –di quello che ho fatto questa notte– precisò cominciando a camminare fuori dal parco. Così le raccontò  l'ultimo sogno, lei impallidiva sempre di più ogni parola che pronunciava, anche se sembrava volerlo nascondere. Lui fece finta di non accorgersene e proseguì. –quindi tu sai qualcosa vero? Te lo si legge in faccia... Il ragazzino, quello con i capelli neri, è morto, non è vero?– fece tutte queste domande insieme, una dopo l'altra.
Rachel balbettò qualcosa di incomprensibile prima di rispondere in modo incerto e balbettando all'amico –Beh... Allora... È... È complicato. Quando sarà il momento, te lo dirò.– Percy non era soddisfatto della risposta, ma la ragazza era stata messa a disagio da quelle domande, quindi decise di non dire niente.
Intanto erano arrivati a Time Square e non appena Rachel vide una massa di ricci castani si riscosse e cominciò a sudare freddo.

*****************

Frank era rimasto steso a terra per una mezzora e Nico stava cominciando a stufarsi di aspettare, infatti quando si svegliò e lo guardò tentò di risvenire ma lui lo bloccò 
–Amico, ti prego, non ho tutto il giorno–
–Ok... Ma tu non eri...?– Frank notò che era leggermente trasparente...
–Si, ma è complicato. Lo stiamo facendo per voi, sappilo.–
–Tu sei in ragazzo del sogno?–
–Si. Dopo che Leo e Jason si sono incontrati è stato abbastanza semplice–
–Leo e Jason?–
–Si, il biondino e il latinoamericano. Ma non è questo il punto. Domani alle quattro dobbiamo essere a Time Square.– spiegò Nico.
–Perché?–
–Lo scoprirai domani. Verrò a prenderti domani alle quattro meno dieci.–
–Ma non è un po' tardi? Come facciamo in dieci minuti ad arrivare da Vancouver a New York?–
–Lo scoprirai domani– ripeté lui un po' scocciato da tutte le domande che gli stava facendo. 
–Va bene...– Frank fece uno sbadiglio e quando riaprì gli occhi il ragazzino era sparito. Quindi andò a letto.

Il giorno seguente, come previsto Nico si presentò alla porta alle quattro meno dieci.
Non appena entrò nella stanza Frank cominciò a parlare tipo parlantina –Ehiii... Ciao, sei molto puntuale... Ma non  mi hai ancora detto come ti chiami...–
–Prendimi la mano– tagliò corto Nico prendendogli la mano. 
Un secondo dopo si trovarono nel buio più assoluto, che fece contorcere lo stomaco di Frank come se soffrisse di vertigini, è stato solo un momento ma a Frank è sembrata un'eternità. Si ritrovò a New York, in mezzo ad una piazza enorme.
–Suppongo che siamo arrivati– disse Frank trattenendo il vomito provocato da quello strano viaggio. 
–Si. Ma gli altri non sono ancora arrivati.–
–Ok... Allora... Come siamo arrivati qua da Vancouver?–
–Si chiama viaggio nell'ombra, è complicato. Lo scoprirai con il tempo.– in quel momento Nico si immobilizzò guardando dall'altra parte della strada dove una ragazza dai capelli rossi si era fermata a guardare un'altra ragazza con i capelli ricci che piangeva insieme una con i capelli chiarissimi.

*****************

Piper era felice. Stava andando a New York, con suo padre, in una città che sapeva essere importante per lei, casa sua, più di quella sulla spiaggia di Los Angeles.
–Siamo atterrati– era Mellie l'assistente di suo padre.
Scesero dal jet privato dell'attore e si diressero verso la casa che avevano affittato per l'occasione. Avendo pranzato sull'aereo, in casa non c'era traccia di cibo e il padre di Piper chiese a Mellie se poteva andare a prendere qualcosa per la cena, la quale propose a Piper di accompagnarla e lei accettò, non aveva altro da fare.
Passarono vicino a Central Park e poi per Time Square. Quando stavano per uscire dalla piazza Mellie si fermò e disse –Ho dimenticato di prendere una cosa...– e si avviò dall'altra parte della piazza, diretta verso un negozio con Piper al seguito. 
Quando Piper stava per raggiungerla si scontrò con qualcuno.      

*****************

Annabeth non sapeva di avere un appartamento a Manhattan, ma a quanto pare ne aveva uno a suo nome vicino al fiume. Chi lo avrebbe mai detto. 
Era arrivata con Thalia e suo padre proprio il giorno dopo l'ultimo sogno, sembravano avere molta fretta di partire. Lei sentiva che il famoso 'ragazzo dagli occhi verdi' che in qualche modo le mancava, sapeva che ora era più vicino.
–Ehi Annie, andiamo a fare un giro?– era Thalia.
–Si arrivo. Dove andiamo?–
–Non saprei...–
–Ok. Allora usciamo. Ma non ho ancora capito il motivo per cui siamo venuti qui con tanta fretta...–
–Lo so...– Thalia si voltò a guardarla negli occhi –Ma ti prometto che tra poco saprai tutto quello che vorrai– Annabeth annuì con poco entusiasmo e uscirono di casa.
Camminarono fino all'Empire State Building, Central Park e Time Square con Annabeth che commentava l'architettura di qualsiasi edificio. 
Però una volta a Time Square mentre Annabeth diceva qualcosa a proposito di un qualche edificio, Thalia si bloccò. Annabeth non capendone il motivo seguì con lo sguardo dove guardava e vide una cosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere. 
Una familiare ragazza con i capelli rossi e il famoso 'ragazzo dagli occhi verdi' camminavano tra la folla. Spalancò gli occhi e s'incamminò verso di lui senza neanche accorgersene. 
Ad un tratto si ritrovò a terra, aveva scontrato qualcuno. Quando riaprì gli occhi la scena che si ritrovò davanti le fece venire un colpo. Non era una sola persona, ma sei ragazzi, di cui uno svenuto. Ma i sei ragazzi. Quelli del sogno. Lei fu la prima a riscuotersi a parlare.
–Non è possibile! E voi chi sareste? E perché eravate nei miei sogni!?– stava letteralmente sclerando.

*****************

Leo e Jason avevano seguito Reyna e il resto della classe nelle vie di New York, mentre lei spiegava curiosità sui vari palazzi. 
Però ad un certo punto Reyna li aveva presi da parte e li aveva portati nel mezzo della piazza di Time Square. Quando Leo stava per chiedere cosa ci facessero li, soltanto loro due, la ragazza si era fermata e aveva cambiato direzione, facendoli scontrare entrambe contro qualcuno. Si erano scontrati con altri cinque ragazzi. I ragazzi delle visioni di Leo e Jason. 
Poi Jason era svenuto e caduto a terra, privo di sensi, lo avevano colpito alla testa. Poi la ragazza bionda aveva cominciato a urlare come una pazza. Aveva avuto anche lei i sogni e le visioni. Poi toccò a Leo a parlare, con il suo solito sorriso da pazzo.
–Ehi! Stai calma. Anche io vi ho già visto. Ne sono sicuro. Oltre che nelle visioni.–
–Ok... Quindi non sono l'unica!– questa era la ragazza nativa americana, che intanto era andata a soccorrere Jason.


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Angolino miooo:
Ehiii!!! Mi dispiace moltissimo di non aver aggiornato prima, ma le verifiche fanno male... Comunque spero che vi piaccia il nuovo capitolo, non è molto lungo ma è già qualcosa... Vi prego recensite... Sono a corto di idee
Alice;)
   
 
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