A mezzanotte, i piatti
principali erano appena terminati e, prima del dessert, i commensali erano
stati invitati ad occupare la pista da ballo. Mick invitò elegantemente la sua
compagna che accetto con sollecitudine. Miki tirò la mano di Falcon che scosse rapidamente
la testa in segno di diniego ma poi accettò controvoglia di fronte alla muta
supplica di sua moglie.
Intorno al tavolo, non rimasero allora che Ryo e Kaori. Quest’ultima tormentava
nervosamente il suo tovagliolo, sperando segretamente che il suo socio
l’invitasse, per una volta.
Ma, sfortunatamente questo non fu il caso.
Lui si alzò e saltò di tavolo in tavolo per invitare tutte le più belle giovani
donne presenti. Nonostante ciò, la sua arte oratoria non era all’altezza della
sua immagine. Riusciva solo a spaventarle. Molte voltavano la testa davanti una
tale cafonaggine, altre lo schiaffeggiavano violentemente ed altre gli
chiedevano perché non invitasse la bella donna che si trovava con lui.
Ed a ciò, lui rispondeva, il più seriamente al mondo:
»Non è una donna... E’ il mio fratellino che ancora cerca sé stesso... Questa
sera, è l’occasione giusta per lui...«
Le donne allora squadravano Kaori un po’ confuse, ma non rispendevano comunque
favorevolmente alle avance di Ryo.
Avendo setacciato tutti i tavoli del ristorante, decise di tentare la fortuna
presso le cameriere. Sfortunatamente per lui, intervennero le guardie e gli
ordinarono di non importunare più nessuno, commensali o personale, pena: essere
definitivamente sbattuto fuori dal ricevimento.
Ryo valutò qualche instante i pro ed i contro, poi, come rassegnato, accasciò
le spalle e ritornò, infelice, verso Kaori...
Si avvicinò a lei e le chiese, come annientato dai brutti scherzi del destino,
scoraggiato...
»Senti Kaori, vieni a ballare? Sai, fa dimagrire...«
La donna, per darsi qualche contegno, faceva finta di terminare il piatto.
Stava masticando un’enorme polpetta di riso.
Ma di fronte l’insulto, sputò, senza veramente volerlo, in faccia a Ryo quello
che aveva in bocca.
»Ti avevo detto ballare Kaori, non sputarmi addosso... un semplice no era
sufficiente...«
La donna afferrò un tovagliolo pulito ed asciugò rapidamente il viso del suo
socio. Ciononostante, in collera, lo fece senza alcuna dolcezza ed a Ryo sembrò
che gli venisse passata della paglietta di ferro. Ma ammise, dentro di sé, che
era stato perfido e crudele e che meritava quella punizione.
Si sedette accanto a lei.
»Per il ballo, è un no, allora?«
»Ballare con te? Scherzi, spero? Sono l’ultima scelta che ti resta?«
»Veramente era per farti un favore! Davvero, con tutto quello che hai
ingurgitato questa sera, non ti avrebbe fatto male...«
»Ryo, non sono io che mi gettavo su tutti i piatti come se non avessi mangiato
niente da sei mesi...«
»No, ma tu mi seguivi di poco, riconoscilo... Per me, è normale, sono un
giovane uomo in piena forma... ma tu quale scusante hai?«
»Il cibo era eccellente ed io avevo fame!«
»Non sai proprio comportarti come una donna... normalmente dovresti avere
l’appetito di un uccellino.«
»Puh!« Volse la testa, offesa. »Maschilista.«
Rimasero così in silenzio per qualche minuto. Poi Miki e Falcon gli raggiunsero
al tavolo. Miki si sistemò al fianco di Kaori e cominciarono a discutere.
Falcon prese posto a fianco di sua moglie, felice di essersi allontanato dalla
musica e dalle luci.
Kaori aveva dato le spalle al suo socio, fingendo d’ignorarlo totalmente per
essere stato così offensivo.
Le due donne ridevano piacevolmente. Ryo, stravaccato sulla sedia, osservava,
invidioso, le coppie sulla pista, i corpi femminili che sfioravano i corpi
maschili...
Una nuova canzone iniziò. Dopo le prime tre note, il volto del Giapponese si
chiuse.
Si raddrizzò ed afferrò la mano della sua socia...
»Che???«
Prima che avesse il tempo di riprendersi dalla sorpresa, Ryo la trascinò sulla
pista da ballo e la strinse tra le braccia per il lento che stava iniziando.
Più in collera che felice, Kaori cominciò a rimproverare Ryo.
»Ma, non è possibile... eppure ti ho...«
Ma il rimprovero le rimase bloccato in gola. Le prime parole della canzone si
stavano innalzando dagli altoparlanti... riempiendo tutta la sala...
”What’s the matter
It’s early morning”
Blue air message.
La canzone di suo fratello, la canzone di Hideyuki.
Un’immensa tristezza si impadronì di tutto il suo essere. La tristezza di aver
perso suo fratello... la tristezza di essere rimasta sola...
Questa melodia aveva questo potere su di lei. Risvegliava antichi ricordi... I
momenti di complicità tra un fratello ed una sorella... tutto quello che
avevano condiviso... L’amore fraterno che li legava... L’orrenda ferita di non
poterlo vedere mai più, di non poter più parlare con lui... Il dolore
irreparabile di non aver potuto dirgli “addio”.
L’immagine di una tomba, laggiù in quel cimitero...
”Nothing, I just called
To hear your
voice”
Istintivamente, cercò di respingere Ryo. La testa bassa, non aveva neppure il
coraggio di guardarlo. Era il suo dolore...
Sapeva che le lacrime cominciavano a spuntare dai suoi occhi. Voleva restare
sola, scappare da quelle luci che l’aggredivano, poter respirare lentamente per
ricacciare questo dispiacere nel più profondo del suo essere... Sarebbe stato
sempre presente, ma lei lo avrebbe domato, come faceva abitualmente... Ma dovevano
lasciarle il tempo...
Perché Ryo l’aveva portata sulla pista da ballo? Era diventata il centro di
attenzione di tutti. La musica qui era più forte... Ogni parola era ancora più
dolorosa...
Perché era così crudele?
Perché non la lasciava sprofondare nell’ombra affinché riuscisse a
controllarsi, affinché potesse nascondere la sua sofferenza nel sentire questa
canzone?
Ma, contrariamente a quanto desiderava, Ryo la strinse ancora di più,
richiudendola completamente tra le sue braccia.
Lei cercò di dibattersi qualche secondo, poi abbandonò, sconfitta. Lui era
troppo forte e lei era svuotata di tutte le energie.
”Ancora un ulteriore prova da superare... Ancora un ulteriore ferita che tu
m’infliggi, perché?”
La musica continuava la sua dolce armonia.
”The song playing reminds me
Of the blue air message from you”
Sentiva I battiti del cuore di Ryo, così calmi, così tranquillizzanti,
rispondere ai suoi impazziti, disorientati.
Sentiva il suo respiro scivolarle lungo i capelli e morire alla base del suo
collo.
Sentiva le braccia del suo socio attorno a lei.
Dolcemente, al ritmo dei loro passi, il dolore rifluì... molto più rapidamente
di quello che avrebbe creduto possibile, persino da sola. Solo qualche lacrima
fuoriuscì dai suoi occhi scivolando sulla camicia di Ryo.
E allora lei comprese...
Ryo non lo faceva per ferirla, al contrario... lo faceva per proteggerla.
L’aveva trascinata sulla pista da ballo per poterla prendere tra le braccia, e
confortarla, senza metterla ancora di più a disagio per il fatto di volerla
aiutare. Kaori era troppo orgogliosa per accettare un aiuto che avrebbe preso
senza dubbio per della pietà.
”But it’s not goodbye
Even if we’re
all alone”
Ma qui, tra quelle braccia, capiva il messaggio che lui desiderava
trasmetterle...
”Non sei più sola Kaori... Io sono qui... Puoi piangere se vuoi, non ti
lascerò... Non devi vergognarti delle lacrime che scendono... Dimostrano quanto
amavi tuo fratello... Quanto ti manca... Ma io, sono qui... non ti
abbandonerò...”
Le offriva di nuovo questo involucro protettivo, per sostenerla nei momenti
difficili, quando la speranza veniva meno...
Infatti, questo era quello che diceva l’abbraccio di Ryo... eppure diceva anche
dell’altro, ma Kaori non riusciva a percepirlo... Ryo nemmeno d’altronde...
Diceva...
”Piangi Kaori... Piangi tuo fratello che non c’è più, piangi il mio amico
che è scomparso... Piangi per me che sono stato incapace di versare delle
lacrime... Riscaldami con il tuo amore... Resta accanto a me per ricordarmi
quanto è importante essere vivi... e quanto sono calde le lacrime... perché io
non lo dimentichi...”
”There’s no end to us
You keep your future
I’ll keep my dreaming
There’s no turning back
Even if we’re all alone”
Le ultime note si alzarono sulla pista da ballo.
»Hideyuki...«