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Autore: Deliquium    27/04/2015    3 recensioni
Una manciata di storie. Fugaci occhiate alle vite di alcuni Specters. Tra presente e passato. L'addio all'umanità. I ricordi. Le cose che non faresti mai. E un solo Dio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Garuda Aiacos, Harpy Valentine, Wyvern Rhadamanthys
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sincretismo'
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Save Our Souls


[ Colui che stabilisce la pena ]


Rune del Balrog, Specter della Stella del Cielo Eccellente, siede sulla seggiola brunita simile a un trono regale. Davanti a lui sul massiccio tavolo il Libro della Colpa rivela la vita dei trapassati. Le fiamme dei candelabri a sette braccia posti sulle colonnine di marmo sono raddoppiate dagli Specchi del Vero, appesi alle pareti del Tribunale degli Inferi. Socchiude gli occhi, soppesando il primo di coloro che Thanatos ha recentemente mietuto.
L'anima che ha di fronte è quella di un uomo. Costui, palesemente ignaro di quanto gli è accaduto, si guarda attorno con gli occhi che sembrano sporgere dalle orbite.
Cupidigia è ciò che Rune vede in quegli occhi slavati. La barba sfatta da una settimana. Le scarpe costose, ma indossate per anni.
Le anime conservano il ricordo del loro corpo mortale al momento della morte. Potresti crederlo vivo, se non fosse per il buco che gli deforma la testa e il sangue rosso - come appena versato - che gli macchia il volto.
«Molto bene. Procediamo.»
Le fiamme dei candelabri guizzano verso l'alto mentre le pagine del Libro della Colpa cominciano a sfogliarsi da sole. Da esse una luminescenza vermiglia si riflette sul volto d'alabastro dello Specter. Le pagine si fermano.
Rune abbassa lo sguardo.
Sulla pagina bianca iniziano a comparire alcuni caratteri. Una, due, tre righe.
«Il Libro ha decretato per quale colpa tu debba essere punito.»
L'uomo sbarra gli occhi, per la prima volta conscio che c'è qualcosa di strano.
Non c'è niente di strano nella Morte. È un qualcosa di naturale, perfetto e immutabile.
Rune è abituato a giudicare le colpe di anime che nemmeno si sono rese conto di essere morte.
Ci penserà la punizione.
«Tradimento. Che le porte della Nona Prigione si spalanchino per quest'anima immortale e che essa espii le sue colpe per mille anni nel ventre di Cerbero» decreta Rune, abbassando il Martello del Giudizio e rendendo la Sentenza esecutiva.
L'anima dell'uomo scompare.
«Il prossimo.»
La porta si apre.
La seconda anima è quella di una donna. Calza una singola décolleté, le calze mal coprono i lividi sulle gambe. Le fiamme brillano sul suo top dorato. La bocca della donna si spalanca non appena incrocia lo sguardo dello Specter. Si gira di scatto, precipitandosi verso la porta dalla quale è entrata.
«Fatemi uscire. Fatemi uscire da qui!»
Rune inarca un sopracciglio. Come se una misera anima come quella potesse sfuggire al Tribunale semplicemente picchiando su una porta.
Le pagine del Libro della Colpa riprendono a scorrere incessanti.
«Ladra, scialacquatrice e blasfema» legge Rune. «Di certo, la lussuria rappresenta la vostra colpa.»
La donna si lascia cadere. La schiena premuta contro la porta chiusa.
«Che i venti della Seconda Prigione sferzino la vostra anima!» Solleva il Martello del Giudizio. «E che vi trascinino senza requie, come in vita fecero le passioni, fino al giorno in cui sarete chiamata a incarnare nuovamente un corpo mortale.» Il suono del Martello riecheggia per tutto il Tribunale.
«Che c'è, Marchino?» dice, non appena si accorge dello Skeleton.
«Ecco, Vostra Magnificenza, perdonatemi...» balbetta l'inetto torturandosi le mani.
Rune sospira: «Parla! Devo forse cavarti le parole di bocca con la mia frusta?»
«No, Vossignoria.» risponde Marchino, arretrando. Poi con tono più circospetto aggiunge: «Il Sommo Minosse ha richiesto la Vostra presenza.»
Rune si alza di scatto: «Il Sommo Minosse?»
Stringe con forza il Martello del Giudizio. Il suo signore richiede la sua presenza? Il suo signore ha...
«Sì, signore. Licaone è stato trovato, ma...»
Rune ha già smesso di ascoltare il balbettio di Marchino.
La terza anima viene fatta entrare: un bambino.
Le pagine del Libro riprendono a scorrere.
Rune abbassa lo sguardo e inspira rumorosamente: «Uccideva animali per divertimento. Picchiava il fratello più piccolo. Cinquant'anni a pulire le latrine dell'Inferno.» Batte il Martello del Giudizio e supera rapido Marchino che ancora inginocchiato tenta di chiamarlo.
«Non ho tempo, Marchino» dice nell'oltrepassare l'uscita. «Fa' aspettare le anime nell'Anticamera dell'Ade, finché non saremo di ritorno.»



Note dell'Autrice - come per uno dei precedenti capitoli ringrazio Thomas Stearn Elliot per quello splendore che è la Terra Desolata. Se Minos non c'è, c'è Rune, se Rune non c'è... c'è Marchino. Marchino è sempre e comunque una garanzia. Io credo in lui.
Questa one-shot si pone cronologicamente prima di questa qui.
[Se vi steste chiedendo quale ordine seguono queste one-shot, potrei rispondere dicendo... ehm... concettuale?]

   
 
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