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Autore: jomoon03    27/04/2015    3 recensioni
"Sai cosa dovresti fare? scrivere un riassunto dei promessi sposi capitolo per capitolo"
Questo frase fu l'inizio di tutti i miei guai e di ciò che mi ha portato a compiere una delle scelte di vita peggiori che io abbia mai fatto.
Pertanto signori e signori godetevi il riassunto dei promessi sposi che vi impedirà di passare ore e ore a soffrire come io ho sofferto.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
Tutti odiano Don Abbondio

Avete presente quei paesini dimenticati dalla connessione internet in cui i vostri genitori vi trascinano in vacanza quando siete stati particolarmente cattivi? Quelli in cui vivono solo tre vecchiette, quattro cani e due vagabondi? È esattamente in uno di questi paesini che si svolge la nostra storia. Una località così sfigata che neanche il lago di Como ci passava, preferiva mandare un solo ramo (probabilmente quello più sfigato che perdeva a sasso- carta- forbice).
Ovviamente in un paesetto da nulla viveva un bel po’ di gente da nulla. E parlando di gente da nulla introduciamo Don Abbondio. Don Abbondio aveva capito molto cose delle vita: non litigava con nessuno, non aveva principi e si era fatto prete per tre pasti al giorno ed una domestica. Insomma viveva un sogno. Manzoni lo odiava. Ben più di tre pagine sono dedicate a quanto Manzoni odiasse quel prete che passava di lì per caso. Capirete che dopo tre pagine Don Abbondio non sta tanto simpatico neanche a me. In breve questo sfigatello camminava in una stradinetta leggendo i salmi (al tempo si poteva perché nessuno aveva ancora inventato i lampioni contro cui sbattere, o forse esistevano già ma in solo nelle grandi città, indagherò) Quando incappò nei Bravi. Chi sono i Bravi? Potrei dirvelo nei dettagli aggiungendo anche i cenni storici, ma d’altra parte voi potreste leggere il libro. Fatevi quindi bastare il fatto che i Bravi erano una gang di motociclisti senza motocicletta. Giravano con un pugnale, uno spadone e dei baffetti alla Zorro che erano ridicoli pure nel ’68, ne sono convinta. Comunque i Bravi si accostarono a Don Chissenefrega e con grazia ed eleganza gli dissero che “Questo matrimonio non sa’ da fare”. Per matrimonio si intende quello tra Lucia e Renzo, se non lo sapevate siete una vergogna per la comunità e chiaramente non avete vissuto in Italia. Piccolo spoiler: alla fine il matrimonio si farà ma questa unica frase è più famosa del matrimonio in sè. Diciamo quindi che i Bravi hanno avuto una rivincita nel campo del Fort Leben (cercate sul vocabolario che significa, tanto lo so che non lo sapete).
La gang minaccia il vaso di terracotta (si perché a quanto pare questo era Don Abbondio. Ricordatevi bene questa metafora e tatuatevela dietro al collo perché ve la ricorderanno spesso) dicendo di lavorare per Don Rodrigo, che sarà il vostro principale cattivo durante la durata di questi 38 capitoli. Dove queste allegre esortazioni i Bravi se ne vanno schioccando le dita e facendo giravolte (dovete immaginarli esattamente come se fossero una gang dei musical perché è quello che sono, notizia 100% accurata, chiedete a chi volete).
Spaventato e confuso dalle giravolte il Don torna a casa sua dove lo accoglie la sua cameriera gratuita, arrivata a quarant’anni single per scelta… degli altri secondo le sue amiche (belle amiche aveva!). Ovviamente come ogni donna che non ha una relazione dai tempi dello sbarco in America la domestica (che si chiama Perpetua, da cui prendono il nome tutte le cameriere dei preti, lo so che siete sempre stati tormentati dal non saperlo, pertanto ho deciso di salvarvi dalla vostra ignoranza) pretende di sapere ogni dettaglio della vita del suo datore di lavoro dicendosi una persona che sa mantenere i segreti. Don Abbondio non le ride in faccia ma poco ci manca. Comunque visto che aveva solo lei con cui parlare le confessa della minaccia della gang e la povera donna rimane traumatizzata a vita. Realizza poi che effettivamente è l’unica cosa vagamente interessante mai successa in quel buco più o meno vicino al lago di Como e sbatte ripetutamente la testa contro un muro perché ha promesso di non dirlo a nessuno.
Intanto Don Abbondio si lamenta. Si lamenta delle coppie, si lamenta dei signorotti che non lo capiscono e si lamenta del suo lavoro. Si lamenta così tanto che persino l’autore ha sentito il bisogno di chiudere il capitolo e passare ad qualcos’altro.

IN CONCLUSIONE: in realtà Don Abbondio non era altro che un adolescente incazzato con tutti ma che passa comunque la giornata a dormire sul divano senza far niente.
  
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