Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Cloe87    27/04/2015    2 recensioni
E se quelli che all’inizio erano sembrati degli Angeli salvatori si rivelassero invece dei diavoletti tentatori?
Beh… Atena potrebbe finire a ballare sul cubo e Poseidone a chiedere consulenza su come rimorchiare le ragazze…
Tra dubbi, ripensamenti, oscuri presagi di una guerra imminente e sfiancanti allenamenti per recuperare le lacune, gli Emissari si ritroveranno ad architettare uno strampalato piano per far capire a tutti che essere uomini è meglio che essere dei, soprattutto se si è dei ricchi ereditieri con patrimoni da far impallidire chiunque … in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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SHOPPING DAY

… Milano edition! (Seconda parte)

 

“Prima regola dello  shopping: mai entrare in un negozio in cui non poi nemmeno permetterti di comprare un laccio per le scarpe” pensai mentre guardavo i cartellini degli abiti su cui campeggiavano diversi zeri.

«Allora, Saori, a quale evento mondano non puoi mancare?» la voce di Gregory mi fece voltare verso la Kido, che invece stava facendo incetta di vestiti, senza nemmeno preoccuparsi di guardare il prezzo, cosa che mi fece malignare un “Alla fine il fatto che Saga abbia sbiellato non l’è andata poi così male! Altrimenti col cavolo che si sarebbe potuta permettere una boutique come questa!” (sì, ero invidiosa! Qualche problema?)

«Un compleanno. Quello di Julian Solo. Mio nonno e suo padre erano in affari, quindi per l’interesse della fondazione Grado non posso reclinare l’invito, e dato che sarà un evento esclusivo ho assolutamente bisogno di un abito adeguato» rispose Saori, mentre esaminava un vestito tutto balze e merletti (ed ecco finalmente svelato il vero motivo per il quale aveva battuto i piedi a costo di smobilitare mezzo Grande Tempio per fare un giretto a Milano…). 

«Wow, ho sentito dire che sia l’erede di un immenso impero finanziario e che sia anche di bell’aspetto» le fece quindi l’occhiolino Gregory e Saori arrossì.

«Già, suo padre era un magnate del commercio marittimo, ma i nostri rapporti sono esclusivamente d’affari» si affrettò però a spiegare la Kido, per poi entrare nel camerino per provarsi l’abito ed uscirne poco dopo.

«Allora che ne pensate?» ci chiese la ragazzina.

“Una torta nuziale millefoglie alla crema” fu il mio primo pensiero, per poi tossicchiare un: «Ehm… carino…» mentre mio cugino mi lanciava un’occhiataccia sibilandomi un “ti prego…”, per poi avvicinarsi a Saori, facendole la radiografia completa.

«Aspettate qui. Torno subito» disse infatti Eddy per poi ritornare poco dopo con un abito senza fronzoli in stile impero.

«Oh, sì. Questo è proprio il tuo! Julian non potrà far altro che cadere ai tuoi piedi!» diede quindi segno di assenso Gregory, una volta che Saori l’ebbe indossato ed io non potei che dargli ragione. Senza quelle gonne da mongolfiera e le maniche a palloncino, Saori era veramente uno schianto. In più quell’abito ne segnava le forme sinuose di giovane donna in boccio, senza però essere volgare. Se voleva rimorchiare, sarebbe stata la volta buona. Ci avrei messo la mano sul fuoco.

«E tu Arianna, non provi nulla?» mi domandò però Saori, sviando così l’argomento.

«Oh, no. Intanto non avrei occasione per mettere un abito da sera» le risposi quindi io, senza contare che i miei libri non mi facevano guadagnare così tanto…

«E dai, solo per provare!» m’incalzò la Kido, per poi trascinarmi per il negozio seguita a ruota da Gregory ed Eddy, ritrovandomi ben presto con addosso un vestito rosso piuttosto sexy, che mi stava pure bene.

Ma aimè  dovetti riporre l’abito da dove l’avevamo preso.

“Seconda regola dello shopping: mai provare qualcosa che non ti puoi permettere” non potei quindi fare a meno di costatare, con sommo rammarico.

«Arianna, se il problema è il prezzo, ci penso io» si offrì quindi Saori, ma io non potevo certo accettare una cosa del genere, quindi tergiversai:

«E dove lo metterei? Per andare a comprare il pane a Rodorio? Senza contare che non posso più fare nemmeno quello se non sono accompagnata da Aldy» le dissi e lei non poté far altro che constatare che effettivamente avevo ragione (anche se dovevo ammettere che un paio di lacrimucce in cuor mio le avevo versate!).

Uscimmo quindi dal negozio con Saori felice come una Pasqua ed intenta a discutere con Eddy e Gregory l’acconciatura giusta d’abbinare all’abito.

Io purtroppo ero decisamente meno felice e più depressa, senza contare che ormai io e Saori avevamo dato il benservito ai Gold da più di due ore, cosa che probabilmente stava agitando parecchio Milo, Aioria e Shura, che poi avrebbero fatto ovviamente il culo a capanna alla sottoscritta. Decisi quindi che forse era meglio tornare da loro:

«Saori, credo che sia ora di tornare dagli altri, prima che ci diano per disperse e poi lincino me per averti condotta sulla via del male»

«Oh, sì. Hai ragione. Saranno sicuramente tutti in pensiero» disse Saori.

«Però, non pensavo che le vostre guardie del corpo fossero così protettive» commentò Gregory e Saori emise un lungo respiro rassegnato:

«Purtroppo sì. Credo che alcuni di loro non riescano a superare il trauma di non essere riusciti a proteggermi a dovere in passato e quindi ora sono piuttosto diffidenti»

Senza contare che Ian aveva buttato loro in faccia una realtà piuttosto scomoda e dura da digerire, dato che sgretolava tutto quello in cui credevano. Quindi infondo era normale che preferissero vederci  come delle contaballe che non l’avevano detta proprio giusta, invece che accettare il fatto che in realtà noi Emissari fossimo dei comunissimi mortali e che quindi fosse il ruolo di Atena quello da rivedere.

Ma se il comportamento poco fiducioso di alcuni saint nei nostri confronti era infondo più che giustificato, quello che trovavo strano era l’atteggiamento di Saori, che invece non aveva fatto una piega, anzi, sembrava quasi sollevata. Come se l’accaduto, invece ti turbarla, l’avesse in un certo senso resa più serena.

Mi soffermai quindi a guardarla, mentre si fermava entusiasta a osservare le vetrine piene di tentazioni e non potei fare a meno di pensare come fosse giusto così; a quattordici anni era normale pensare a farsi bella per andare ad una festa, invece che preoccuparsi d’invasati che volevano conquistare il mondo. E chissà che con un po’ di tempo e di fortuna io e le altre non saremmo riuscite a farlo comprendere anche ai saint. Ma ero fiduciosa che rimboccandoci le maniche ci saremmo riuscite. Mi annotai quindi mentalmente di trovare un escamotage per riuscire a parlare faccia a faccia con Saori degli avvenimenti appena trascorsi senza terzi incomodi. Cosa che purtroppo non ero ancora riuscita a fare per ovvi motivi, dato che eravamo state tutte escluse dalla vita decisionale del Santuario. Praticamente eravamo ospiti da tenere sott’occhio, anche se con garbo.

I miei buoni propositi però andarono a farsi un giro appena il mio sguardo incrociò quello di Milo, una volta che raggiungemmo il resto della comitiva al Castello Sforzesco. Dire che lo Scorpione era furioso era poco, dato che mi fissava come se dovesse uccidermi con gli occhi. A dire il vero anche Shura non era da meno, ma rispetto a Milo sapeva essere più composto. Aioria invece era sì alterato, ma fortunatamente forse non con me, dato che i suoi occhi puntavano il guardiano dell’Ottava Casa, che non perse tempo a raggiungerci per poi farci il terzo grado: “Dove siete andati? Cosa avete fatto? Con chi avete parlato? Vi rendete conto che Lady Saori è rimasta senza scorta per un mucchio di tempo? E se succedeva qualcosa? ecc.. “

Non potei quindi far altro che alzare le mani in segno di resa:

«Tranquillo Milo, non l’ho portata al lato oscuro della Forza! Siamo solo andate a comprare un vestito» cercai di tranquillizzarlo.

«Provalo» mi intimò quindi il greco ed io aprii la borsa che avevo in mano per fare vedere il contenuto, mentre Saori portò gli occhi al cielo:

«Milo, non ti sembra di esagerare?» gli chiese infatti la Kido.

«Esagerare? Vi rammento ciò che è successo al Gran..»

Ma Saori lo azzittì con un cenno del capo in direzione dei miei parenti: «Non qui… e poi il responsabile dell’accaduto è stato Ian e non loro. Quindi non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, dato che era palese che loro fossero confuse tanto quanto noi. In più il loro aiuto ci è stato propizio in più di un’occasione. Quindi sono sicura che tutto si risolverà senza inconvenienti»

«Vi consiglierei comunque più prudenza milady» intervenne però Shura.

«Allora la prossima volta chiederò a voi consulenza su abiti da sera d’alta moda, scarpe ed acconciature per una serata di gala» gli sorrise seraficamente maligna la Kido ai suoi due Gold, che sbiancarono, dato che di tali argomenti non erano così afferrati.

 «D’altronde chi non trova glamour l’abbinamento pantalone marrone e maglione verde, in perfetto stile “albero”, di Shura, e chic la meravigliosa maglietta color senape di Milo.  Praticamente due tenute antistupro» fu infatti il commento di Alexis.

«Cos’hanno i miei vestiti che non vanno?» chiese quindi indispettito il Capricorno.

«Nulla, diciamo solo che una vita passata lontano dal mondo civilizzato ha le sue conseguenze»

«Già, qui l’unico che si può dire alla moda sono io» s’intromise Afrodite, ottenendo segni d’assenso da parte di Sayuko.

Io, Eddy e Gregory evitammo di commentare. Infatti gli unici della comitiva ad essere vestiti decentemente erano Saga, con un classico jeans e camicia bianca, Aldy con un pantalone nero e una camicia a quadretti sul rosso e Aioria con jeans, polo blu e giacca in coordinato con i pantaloni. Gli altri… stendiamo un velo pietoso…

Nel frattempo fummo raggiunti dai componenti della comitiva mancanti: Seiya e Hyoga, che ci raccontarono tutto quello che avevano mangiato (praticamente roba da sfamare un esercito), mentre Esmeralda era intenta a tessere le lodi della chiesa di S. Ambrogio, sottobraccio a Ikki, che aveva l’espressione di uno che si era annoiato a morte. Morgana aveva invece l’aria pienamente soddisfatta del suo shopping, così come Eva. Un po’ meno entusiasti erano invece Death, carico di pacchi e con l’espressione assassina, e Mu, che invece sfoggiava una colorazione rosso porpora.

«Ma dove l’hai portato quel povero diavolo, per farlo arrossire così?» chiese infatti Alexis ad Eva, che rispose:

«Credo che non fosse pronto a scoprire che nell’universo della biancheria intima femminile non esistono solo i mutandoni della nonna. La vista dei perizoma penso l’abbia sconvolto»

«Task, dilettante» fu il commento di Death, cosa che ci fece voltare tutti verso di lui.

«Beh, che cazzo avete da guardare? Non crederete mica che il bucato alla Quarta Casa lo faccia Morgana, vero?»

Un silenzio glaciale calò tra i presenti.

Oddio! Death in versione “Casalinga disperata” era un’immagine che non avrei mai voluto avere.

«Ehm… ormai è quasi ora di cena, quindi che ne dite di mangiare un boccone e poi rientrare?» spezzò il momento imbarazzante Seiya, cosa alla quale Aldebarn esclamò un:

«Ma hai ancora fame dopo tutto quello che hai ingurgitato?»

Un sorrisone d’assenso fu la risposta del Saint di Pegaso.

«Se vi può interessare noi conosciamo un localino niente male» intervenne mio cugino.

«Fateci strada allora» disse quindi Saori, venendo però bloccata da Shura e Milo.

«Io riterrei più opportuno rientrare subito» considerò infatti il Capricorno.

«Concordo. Oggi siamo infatti già stati troppo imprudenti» gli diede manforte lo Scorpione.

«Oh, ma che rompi palle che siete! Se ha voglia di farsi due spaghetti mica cade il mondo! E poi siamo tutti qui, che cavolo volete che le succeda!» esclamò però spazientito Seiya (ricevendo dalla Kido uno sguardo d’immensa gratitudine), mentre Hyoga si rivolgeva ai miei parenti:

«Scusateli. Deformazione professionale»

«Io consiglierei una bella terapia di gruppo. Potrebbe essere un aiuto» tossicchiò Gregory, mentre io venni letteralmente assalita da un tornado.

«Mina!? Che ci fai qui?»

«Che ci faccio io qui? Tu piuttosto, brutta stronzetta, vieni a Milano e nemmeno mi avvisi? E poi chi sono tutti questi bei maschioni? Volevi tenerteli tutti per te? Non sai che con le amiche si deve condividere?» mi sgridò la mia amica, mentre faceva la radiografia ai presenti, soffermandosi in particolare su Saga, che se la ritrovò praticamente ad un palmo di naso:

«Uhmmm, alto, fisico da paura, chioma azzurra improponibile, aria da dannato… non dirmi che è lui il tuo ex che si drogava e che ti ha mollato dopo che sei uscita dalla galera!»

 «Prego?» fu l’esclamazione confusa di Saga che si ritrovò a guardare alternativamente prima me e poi Mina, mentre io sbiancavo di botto, cosa alla quale Gemini aggrottò le sopracciglia intuendo che c’era qualcosa che non quadrava.

«Arianna… c’è qualcosa che devo sapere?» sibilò infatti il saint dei Gemelli e io fui costretta a prenderlo in disparte e spiegargli che avevo dovuto trovare una scusa plausibile per giustificare la mia improvvisa sparizione.

«E dovevi proprio farmi passare per un drogato psicopatico? Ora capisco perché tuo cugino mi guarda storto» fu il suo commento irritato.

«Ti prego, cerca di capire! Non era facile trovare una scusa che potesse stare in piedi e certo non potevo raccontare dei Custodi e di Atena! Mi avrebbero presa per pazza!» biascicai quindi io.

«Questa te la metto in conto. Sappilo» mi intimò Gemini.

«Tutto quello che vuoi, ma ti prego reggi il gioco» lo implorai.

«E va bene, ma sappi che sono molto contrariato» mi rispose quindi indisposto Saga, scoccandomi un’occhiataccia.

Fu così che finimmo tutti allegramente (o quasi) in pizzeria. Saori si era accomodata tra i mio cugino e Gregory che, leccandole spudoratamente il deretano, erano riusciti ad accaparrarsela come cliente e fissare un appuntamento per farle i capelli per la festa del tizio chiamato Julian. Accanto a loro Sayuko e Dite ascoltavano interessati i consigli dei due parrucchieri ed i pettegolezzi sull’alta moda Milanese. Milo invece era intento a guardarci con astio, mentre infilzava la sua pizza con il coltello, manco fosse un avversario d’abbattere con la Scarlet Needle. Shura al contrario si era concentrato sul suo piatto, estraniandosi dal mondo, mentre Alexis si era accaparrata il posto vicino al Grande Mu, che era finito così per essere incastrato tra la Sensitiva ed Eva, che avevano intavolato una discussione a luci rosse sulle loro varie esperienze amorose. Vi lascio quindi immaginare tutte le sfumature di rosso della faccia del povero Ariete. Seiya invece si stava strafogando come se non ci fosse un domani e Hyoga si sorbiva Esmeralda e il Duomo di Milano, mentre Death chiedeva ad Ikki come facesse a sopportarla, beccandosi così un montone con i fiocchi da Morgana, che gli fece una ramanzina su quanto fosse importante la cultura (peccato che Death non l’aveva filata di striscio, essendo più interessato alla sua quattro stagioni).

Aldebaran invece si era trovato seduto affianco a Mina, la quale un po’ ci provava spudoratamente con lui ed un po’ faceva il terzo grado a Saga con domande del tipo: “E quindi ora non ti droghi più?”, “Che sostanze usavi?”, “È stato difficile uscirne?”, “Ti è mai più tornata la tentazione di una sniffata?” e così via. Poco da dire sul fatto che Saga, ad ogni domanda, mi guardava con puro odio, facendomi sentire dannatamente in colpa per averlo ficcato in quella situazione decisamente imbarazzante.

Io infine ero finita di fianco ad un Aioria depresso che era già alla terza birra…

«Non per farmi i fatti tuoi… ma non ti sembra di esagerare, dato che tecnicamente sei in servizio?»

«Ci vuole ben altro per farmi ubriacare» fu la sua risposta (e io che credevo che fossero tutti senza macchia e senza paura!).

«Comunque non ti fa bene» puntualizzai quindi io e lui mi scoccò un’occhiata seccata:

«Parla quella che ha organizzato un festino alcolico per dimenticarsi di Saga»

«…» fu la mia risposta, mentre il suo sguardo severo finiva su Milo.

«E che la storia che Lythos si vede con Milo non mi garba affatto. Perché per me è come una sorellina. Praticamente l’ho allevata io» si lasciò sfuggire così il Leone.

«Beh, Milo è un po’ rompi scatole, ma non mi sembra un cattivo ragazzo. Fidati che in giro c’è di peggio. Quindi non capisco dove stia il problema» gli chiesi perplessa io e lui emise un sospiro malinconico.

«Il problema è che è un Saint»

Sbattei un paio di volte incredula le palpebre: «Credo di non aver afferrato»

Il suo sguardo serio mi fece capire che era decisamente preoccupato: «I Saint mettono continuamente in repentaglio la propria vita per Atena e l’umanità. Quindi sia io che Milo abbiamo una probabilità molto alta di morire giovani. Di conseguenza a Lythos cosa resterebbe? Per questo sarei stato più contento se accanto a lei non ci fisse stato un saint, ma un ragazzo normale. Almeno se io venissi a mancare lei non sarebbe sola»

La mia mano strinse quindi istintivamente la sua, facendolo sussultare, ritrovandomi così a fissare il suo sguardo spaesato:

«Ed è per questo che ci siamo noi. Per fare in modo che questo non accada. Ma dovete fidarvi di noi»

«Purtroppo non è così semplice. So che non siete malvagie, l’ho avvertito chiaramente quando mi hai liberato dal giogo di Saga, ma la vostra natura è ambigua e non di chiara interpretazione»

«Questo solo perché Ian ha esibito il suo Cosmo? Basta così poco per cancellare tutto quello che abbiamo fatto per voi?»

«Il cosmo che ha esibito è quello di un dio, non si può prendere la cosa alla leggera. Anche perché questo vuol dire che, o voi ci avete raccontato un mare di balle, oppure è Atena ad essere una comune mortale. Ma questa seconda ipotesi è pura blasfemia, quindi il mio consiglio è quello di sputare il rospo il prima possibile e per il bene di tutti».

Peccato che il rospo lo avesse già sputato Ian e nel peggiore dei modi, facendoci così finire tra l’incudine e il martello: ovvero raccontare una fesseria per il quieto vivere, oppure dare il via ad un’intricata discussione teologica in cui noi venivamo etichettate come eretiche e poi messe al rogo. Che culo, eh?   

Il resto della cena lo passai quindi in silenzio per evitare casini e poi, dopo un breve saluto a mio cugino, al suo compagno e a Mina, pesi con gli altri la via del ritorno al Grande Tempio.

Il viaggio in aereo verso Atene fu piuttosto silenzioso: c’era chi sonnecchiava (tipo Seiya), chi esaminava i propri acquisti (Dite, Sayuko Eva e Morgana), chi era arrabbiato (Saga e Milo) e chi semplicemente non aveva voglia di parlare, oppure voleva solo pensare ai fatti suoi.

Io cuor mio invece decisi che l’unico modo per uscire da quella situazione di stallo, era di parlarne direttamente con Saori, mettendo tutte le carte in tavola, anche se non sarebbe stata sicuramente una cosa semplice.    

  
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