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Autore: _TinaHowl_    28/04/2015    1 recensioni
E se Harry fosse morto sul serio? Se non resuscitasse e lasciasse tutti in balia di Voldemort e i Mangiamorte? Questa è la storia di come si sente Ginny durante la Battaglia di Hogwarts e di come, dopo la morte di Harry, lo vendica uccidendo Lord Voldemort.
La maggior parte degli eventi che racconto in questa breve fanfiction vengono realmente raccontati da J.K Rowling, solo dal punto di vista di Harry.
Genere: Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
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Abbiamo combattuto per un tempo infinito. Centinaia di noi sono morti, tra cui Remus, Tonks e mio fratello Fred. Non riesco ancora a capire come mi sento, sono solo arrabbiata e mi fa male tutto. Non abbiamo ancora finito di combattere, lo so.
Mia madre piange incessantemente e George... non riesco nemmeno a guardarlo.
Sono in piedi al centro della Sala Grande, proprio davanti al corpo inerte di Fred. Intorno a me, cadaveri e persone ferite, e altre persone meno ferite che corrono avanti e indietro per medicarle.
Hermione mi stringe forte a se e la sento piangere, così metto anche io le mie braccia intorno a lei, ci stiamo dando forza a vicenda.
Mi passo una mano sul viso e mi rendo conto che mi sono scese delle lacrime, non so di preciso quando.
Basta. Ci sono troppe persone che hanno bisogno di me, qui intorno. Non ha senso rimanere qui a non far nulla.
Mi divincolo leggermente dalle braccia di Hermione e le mormoro: - Scusami.
Lei capisce immediatamente: mi lascia e si dirige verso le gemelle Patil che stanno cercando di rimettere in piedi un ragazzo di Corvonero che devo aver visto a una partita di Quidditch. 
Da dove sono io, vedo una ragazza nella Sala D’Ingresso che cammina convulsamente guardandosi intorno e chiamando qualcuno: mamma. Mi vengono i brividi inizio a sperare con tutto il cuore che la madre di quella ragazza sia ancora viva.
Vado da lei e non appena mi vede, mi chiede se ho visto sua madre con voce disperata.
- Va tutto bene – le dico mettendole una mano sulla spalla per farla calmare. – E’ tutto a posto. Ora ti portiamo dentro.
- M io voglio andare a casa – mi sussurra lei iniziando a piangere. – Non voglio più combattere!
- Lo so – Dico. E non riesco ad evitare che la voce mi si spezzi. – Va tutto bene. – Ripeto. Anche se so che non è così. E so che anche lei lo sa.
All’improvviso, qualcosa fa in modo che io mi giri.
Ero convinta di avere qualcuno dietro di me, ma non vedo niente. Eppure ne sono sicura.
Mi rendo conto che è un po’ che non vedo Harry e inizio ad aver paura che si voglia consegnare a Voldemort. Sarebbe capace di farlo. Ma senza nemmeno venirmi a dire addio?
Ecco chi c’era dietro di me. Era Harry. Era Harry con il Mantello dell’Invisibilità. Adesso lo so: si vuole consegnare.
Sento una fitta tremenda allo stomaco e il cuore inizia a battermi fortissimo. Senza che io me ne renda conto le mie labbra pronunciano il suo nome, ma con un tono di voce talmente basso che, anche se fosse stato ancora qui, non mi avrebbe sentito.
Cerco di reprimere il pensiero di lui che se ne va per sempre senza nemmeno salutarmi, sostituendolo con la speranza che abbia deciso di non consegnarsi e che i riusciremo a sconfiggerli comunque. Accompagno la ragazza che sta ancora piangendo sulla mia spalla nella Sala Grande, dove il professor Vitous sta stilando una lista dei dispersi. Non è il momento di farmi prendere dal panico, non quando ci sono così tanti a cui serve aiuto.
                                                                                           ***
Sono sui gradini d’entrata e sto fasciando un braccio a Seamus, quando sento qualcuno urlare: “Stanno tornando!”
Mi volto immediatamente e tiro fuori la bacchetta dalla tasca. E’ di nuovo l’ora.
I Mangiamorte stanno avanzando lentamente attraverso il ponte, capeggiati da Voldemort e... Hagrid?
Una folla di persone si riversa all’ingresso e all’esterno e io vado in testa assieme a mio padre e tutti quelli dell’Esercito di Silente.  Sento la rabbia e l’odio che si fanno largo tra tutte le altre emozioni. No, non ho paura. Hanno ucciso troppe persone. Hanno ucciso Fred.
Vedo Voldemort dare ordine a Hagrid di fermarsi e i Mangiamorte disporsi in fila accanto a lui, solo allora mi accorgo che Hagrid sta tenendo qualcosa in braccio.
Non qualcosa, qualcuno.
Mi si gela il sangue nelle vene e mi manca l’aria. “No. Non lui. Per favore. Non è lui”. Adesso ho paura.
Mi avvicino a Neville e mi sforzo di parlare: – Chi è quello che Hagrid sta tenendo in braccio? – Chiedo con un filo di voce. Neville non risponde, evidentemente lo sta pensando anche lui. Ma io voglio una risposta. Qualcuno deve dirmi che quello non è Harry. – Neville, chi è? – Chiedo ancora trattenendo le lacrime.
Come se avesse voluto rispondermi, sento la professoressa McGranitt urlare:- No!
Non avrei mai creduto che quella donna potesse emettere un simile suono.
- No!
- No!
Questi sono Ron e Hermione, quasi all’unisono.
Di nuovo, senza rendermene conto, dico il suo nome: - Harry! Harry!
Ma questa volta non l’ho sussurrato, questa volta, Harry avrebbe potuto sentirmi.
La testa inizia a girarmi e mi si annebbia la vista.
Sento delle voci e poi quella di Voldemort che zittisce tutti.
Fisso il corpo di Harry mentre Hagrid lo adagia lentamente nell’erba. “Adesso si rialza” penso “sì, adesso si alza in piedi e viene a combattere con noi.” Ma non succede niente di tutto questo.
Voldemort sta dicendo che Harry è stato ucciso mentre scappava. Vuole farlo passare per codardo.
Non voglio stare a sentire le parole di quel mostro, voglio solo andare da lui. Voglio andare dal mio Harry.
Continuo a guardarlo in una specie di trance, quando vedo qualcuno che correre verso i Mangiamorte: E’ Neville.
Come immaginavo, Neville viene scaraventato a terra e Voldemort lancia via la sua bacchetta.
La sua risata è fredda, viscida.
- Chi è costui? – Sibila. – Chi si è offerto volontario per dimostrare che cosa accade a cloro che continuano a combattere quando la battaglia è perduta?
Qualcuno risponde alla sua domanda e guardo Neville che cerca di rialzarsi disarmato, nel bel mezzo del campo di battaglia.
Voldemort ricomincia a parlare, sta cercando di reclutarlo, gli dice che sarà un buon Mangiamorte.
Non avevo idea che Neville fosse così forte,  e invece lo sento rispondere:- Mi unirò a te quando l’Inferno gelerà! Esercito di Silente!
Dalla folla si leva un boato enorme che nemmeno Voldemort riesce a zittire.
Colgo l’occasione: dobbiamo agire. Se non sarà Harry a ucciderlo, saremo noi, lo faremo per lui. Mi infilo nella folla ancora un po’stordita e prendo la mano di Hermione.
- Dobbiamo fare qualcosa! – Le dico cercando di stare calma.
- Sì, ma cosa possiamo fare, Ginny? – Mi risponde lei con fare agitato. - Harry è...
La zittisco immediatamente. Non voglio sentirlo dire. Tantomeno da Hermione.
- Dobbiamo far ricominciare la battaglia. – Dico.
Nel frattempo, Voldemort ha ricominciato a blaterare qualcosa. Quel bastardo parla troppo.
Hermione prende Ron e gli dice qualcosa riguardo il serpente.
- Va bene. – Dice Hermione con voce seria. – Ma, Ginny... non c’è molto che possiamo fare. Sono troppo forti.
Sto per rispondere, quando sento delle urla e vedo una fiammata.
Voldemort ha dato fuoco al Cappello Parlante sulla testa di Neville, e gli ha scagliato una Maledizione Petrificus. Mi sento prendere dal panico.
Ma all’improvviso, dai confini del parco, sento un frastuono di passi e grida e vedo arrivare centinaia di persone mischiate a Centauri. Non è finita.
Vedo Neville liberarsi dal fuoco e dalla Maledizione; il Cappello gli cade dalla testa e lui ne estrae qualcosa di argenteo... ora la riconosco: è la spada di Godric Grifondoro, la spada con cui Harry aveva ucciso il Basilisco quando ero al primo anno.
Neville, attirando lo sguardo di tutti e facendoli arrestare per un secondo, taglia la testa al serpente di Voldemort, che spalanca la bocca in un urlo inudibile.
Si scatena il caos.
Ci sono Mangiamorte che scappano, altri che scagliano Maledizioni a destra e a manca, i rinforzi continuano ad arrivare, e in cielo, i Thestral e un Ippogrifo sorvolano le teste dei giganti di Voldemort che pestano i piedi cercando di schiacciare i nostri. I Mangiamorte vengono costretti ad andare all’interno del Castello e la battaglia si trasferisce lì.
Come se lo avessero provato, Ron, Hermione, George, Percy, mio padre e Aberforth si fiondano verso Voldemort. 
Io sto per seguirli, quando mi ricordo una cosa: Harry è ancora lì a terra.
Cerco di farmi largo tra maghi e creature magiche varie, scagliando Incantesimi Scudo e Schiantesimi per non avere ostacoli.
Accanto al corpo di Harry, c’è Hagrid con un gigante leggermente più piccolo degli altri, che sembra essere dei nostri e spinge via tutti quelli che si avvicinano.
Eccolo lì. Harry. E’ steso a terra e sembra dormire. Gli occhi mi si inondano di lacrime e cado in ginocchio accanto a lui. Sto per crollare, ma sento la professoressa McGranitt che dice: - Signorina Weasley! Portalo via da lì!
Ha ragione. Ma come?
Mi alzo in piedi e, d’istinto, punto la bacchetta verso di lui e mormoro: - Wingardium Leviosa.
Il corpo di Harry inizia a levitare, io non riesco a guardarlo.
Lo faccio passare sotto un arco del porticato e lo adagio in un corridoio dove sembra regnare la pace. Gli applico un Incantesimo di Protezione e prima di andarmene dico:- Torno subito.
Appena tornata dagli altri, vedo quasi tutti i membri dell’ Esercito di Silente che combattono contro Voldemort.
Lui è furioso.  E ha paura.
- Adesso basta! – Sbraita lui. E con un colpo di bacchetta, fa cadere a terra tutti quelli attorno a lui nel raggio di quattro metri. - Vi avevo avvertiti!
Il frastuono inizia ad attenuarsi e tutti stanno guardando verso di lui.
Sono stanca. Ha ragione lui: adesso basta.
- Voldemort! – Urlo.
Lui si volta  verso di me, lo sguardo colmo di odio. Lo vedo alzare la bacchetta. Adesso o mai più.
- Avada Kedavra!
- Expelliarmus! – Sarebbe l’incantesimo che avrebbe usato Harry.  E’ giusto che io usi questo incantesimo.
Non mi farò uccidere da lui. Non gli lascerò anche la mia vita.
Il lampo verde di Voldemort si scontra contro il mio incantesimo, ma viene immediatamente sovrastato.
La sua bacchetta vola in alto e cade ai miei piedi.
Lo guardo mentre cade a terra, le braccia spalancate e le pupille rosse che si riversano all’indietro.
Aspetto qualche secondo, temendo che si rialzi da un momento all’altro, e poi non lo degno di un secondo sguardo. 
Corro immediatamente da Harry, come gli avevo promesso.
Mi inginocchio accanto a lui. – Ehi, Harry. – Gli dico dolcemente, sorridendogli. – L’ho ucciso, sai? Ce l’abbiamo fatta.
Ho ancora la speranza che si svegli. Che apra gli occhi e che mi stringa tra le sua braccia come aveva fatto l’ultima volta che ci siamo baciati, al suo compleanno. Le sue mani nei mie capelli, le sue labbra morbide, il suo cuore che batteva forte contro il mio. Mi manca già.
Non riesco più a trattenermi e scoppio a piangere contro il suo petto. – Harry! – Lo chiamo. – Harry, per favore! Non ce la faccio senza di te! Harry!
Inizio a ricordarmi tutto di lui. L’ho aspettato per sei anni. Sin dal primo momento che l’ho visto. E’ stata la mia prima cotta. Quella che, di solito, è la più intensa e la meno duratura. Ma per me, non era stato così.  Non ho mai smesso di amarlo.
E poi quel giorno, quel fantastico giorno, lui mi ha baciata davanti a tutti. Ed io ero la ragazza più felice del mondo.
Gli accarezzo la testa e gli sussurro:- Ti amo. Ti amo, Harry.
Sento dei passi e vedo tutti quanti che vengono verso di noi.
Hermione si accuccia accanto a me e Ron la prende sottobraccio. Piangiamo tutti e tre.  
Tutto passa, lo so. Ma lui non mi è mai passato, e non mi passerà mai.
 
   
 
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