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Autore: amorfati    29/04/2015    4 recensioni
« Quindi è così che si sentono i babbani » proferì, con un filo di voce « non pensavo fosse tutto così difficile per loro. » Inorridì; per quale assurdo motivo una matassa di oggetti era collocata proprio davanti la porta? Perché doveva assistere ad una scena talmente pietosa? E, soprattutto, a causa di quale dannata ragione quella pila di attrezzi stava dondolando pericolosamente verso di lui?
« Ma perché ho accettato di fare una roba del genere? Sono solo un mago senza orecchio. »
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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In mundo non datur casus








 George Weasley non aveva mai visto un pomeriggio ombroso come quello; ed era inutile sproloquiare su quanto quelle nuvole, che stavano lentamente facendo capolino sul tetto della sua, relativamente nuova, casa, fossero grigie ma, comunque, senza alcun preludio di acquazzoni di vario genere, poiché l’argomento non l’aveva mai toccato.
Era annoiato, senza alcuna ombra di dubbio e purtroppo doveva finire ciò che aveva, ahimè, accettato di intraprendere; una delle più grandi imprese mai affrontate in vita sua. Era pienamente convinto che avrebbero di certo scoperto che, un pover’uomo come lui, era stato costretto a subire una tortura talmente grande da potere davvero morire con onore.
Si sedette sulla sedia accanto alla finestra, prendendo un lungo sospiro. Non avrebbe voluto farlo, non spettava a lui. Avrebbe pagato senz’altro qualcun altro, per non svolgere una mansione talmente noiosa ed inutile … ma non aveva altra scelta ed avrebbe dovuto accettarlo nel più breve tempo possibile. Per questo motivo, carico di disappunto, s’accinse ad aprire lo sportello, dal quale avrebbe estratto le proprie armi; sì, l’avrebbero senz’altro citato ne “ La Gazzetta del Profeta “ per un gesto tanto capace. Quindi, accolti tra le proprie mani gli strumenti altamente mortali e preso il coraggio senza indugio, s’incamminò verso la stanza incriminata, aprendola di scatto e puntando un armamento contro ciò che l’aspettava, non dubitando di quanto mostruoso potesse essere.

« Quindi è così che si sentono i babbani » proferì, con un filo di voce « non pensavo fosse tutto così difficile per loro. » Inorridì; per quale assurdo motivo una matassa di oggetti era collocata proprio davanti la porta? Perché doveva assistere ad una scena talmente pietosa? E, soprattutto, a causa di quale dannata ragione quella pila di attrezzi stava dondolando pericolosamente verso di lui?
« Ma perché ho accettato di fare una roba del genere? Sono solo un mago senza orecchio » si limitò a dire, ormai sommerso dagli scatoloni e dalla sua vocina interiore che, a volte, e solo ultimamente, iniziava a fare capolino nel suo cervello.
“ Ma perché ami tua moglie, stupido contaballe orgoglioso. “ 
Ne era la prova il fatto che anche la suddetta amichetta senza volto avesse iniziato a parlare come Angelina, il che iniziava a risultare inquietante ed irritante anche per George. Perché non utilizzare la magia? Domanda lecita, ma inutile; la giocatrice di Quidditch voleva vivere nella più completa “ normalità “, esattamente come se sapesse davvero di cosa si trattasse. L’impegno è sempre apprezzato, anche se quei documentari sulle famiglie babbane che aveva iniziato a seguire, cominciavano a risultare leggermente seccanti.
Riprese in mano ciò di cui si era munito precedentemente, ovvero un piumino ed una paletta alla sua destra, una scopa a sinistra, e cercò di fare del suo meglio, perfettamente conscio del disastro che avrebbe potuto combinare, se solo avesse spostato un altro oggetto in maniera sbagliata.
George Weasley in un appassionato ed avvincente incontro di boxe contro le malvagie pulizie di primavera, altro che programmini e programmetti sulle famiglie formate da persone comuni.
Passarono ore, ore in cui maledisse con tutto il cuore quel dannato vecchio che andava alla scoperta delle “ preziosità e rarità del mondo in cui purtroppo “, e sottolineiamo quest’ultima parola, perché George avrebbe potuto dissentire su molti aspetti che l’attempato signore teneva a focalizzare, “ non viviamo “. Minuti futili, nei quali meditò di corromperlo con un libro babbano, o, ancora meglio, di rapirlo e spedirlo dall’altro lato del globo in foreste totalmente dimenticate da ogni essere vivente sulla faccia della terra ― eccetto per animali esotici altamente pericolosi, magari 
― e secondi nei quali si promise di non arrivare ad avere mai delle fissazioni simili, avendo anche la certezza che per quel tizio fossero dei veri e propri feticismi .
Andò avanti in quel modo, totalmente distratto dai propri pensieri, ma facente almeno il minimo indispensabile, fino a che non si imbatté in un piccolo baule, nascosto da tutto ciò che, prima, vi era sopra. Completamente in legno, l’aveva riconosciuto sin da subito; uno degli oggetti che aveva prelevato dalla propria casa, ai quali era più che affezionato e che la famiglia Weasley non mancava di portare ovunque ed in qualsiasi occasione, poiché sempre utile. Conteneva diversi ricordi d’infanzia, tra cui disegni di Ron ― che non era mai riuscito a completare, causa la pigrizia che l’aveva sempre caratterizzato ― , libri di Percy, una felpa con un cappuccio che ricordava vagamente un coniglio, indossata una sola volta da Bill perché costretto, una piccola scatola contenente la prima collana di Ginny e, ancora, altri dannati disegni del quintogenito.
Fu mentre era occupato a sfogliare questi ultimi che si accorse, in effetti, della differenza tra un foglio in particolare rispetto agli altri, gravido di parole caratterizzate da una grafia che conosceva bene. Accolse tra le mani tale oggetto e non mancò di leggere, seppur esitante, il contenuto, prestando attenzione ad ogni parola; non ricordava di avergli mai visto scrivere qualcosa di sua spontanea volontà.
 





‘ Caro George,

oggi è martedì.
È un anno difficile. Lo so io, lo sai tu e tutti quelli che sono al nostro fianco, in questo momento, e sai anche che non ho molto appetito, in questo periodo. Siamo tutti deperiti, il cibo non attira e la fame continua a non volerci divorare. Ho smesso di mangiare con la mia solita frequenza, perché mi sembra tutto terribilmente sbagliato.
E non sto parlando del fatto che rimarrei dello stesso peso anche qualora mangiassi come un drago in stato interessante.  Mi riferisco a ciò che ci stiamo preparando ad affrontare con il sorriso sulle labbra ed a quella che è, ormai, l’imminente fine della serenità nel nostro presente, alla morte che aleggia nello sguardo dei nostri familiari, affiancata, se non preceduta dalla speranza di poter migliorare una situazione deludente, da tutti i punti di vista; pensa, non cambia neanche se inclino un po’ la testa verso destra.
Abbiamo scelto di combattere per un futuro roseo, più di quanto sia quello che si sta presentando davanti ai nostri occhi. Voglio essere ricordato per quello che sono e non per un vigliacco senza onore, che non ha cercato di opporsi contro la malignità del sistema che si sta istituendo. Io ho deciso di stare al tuo fianco, come tu hai preso la decisione di fare lo stesso con me, perché so che insieme valiamo più di quanto uno solo possa fare e sono a conoscenza del fatto che possiamo davvero farcela. Ho deciso di combattere con chi ha un ideale che va molto oltre il dover rivoluzionare forzatamente delle menti già vacue e senza alcun colore. George, scrivo tutto ciò perché sono conscio del fatto che potrà accadermi qualcosa molto presto ed odio l’idea di poter non essere affatto presente; ho trovato un piccolo spazio nella mia agenda piena di impegni solo per poter scrivere a te e dovresti essere onorato di ciò.
Il destinatario sei tu perché, non me ne vogliano tutti gli altri cari parenti, sei la mia parte mancante. In realtà, nonostante l’aspetto fisico, io e te siamo sempre stati molto diversi e non in molti hanno capito le nostre sostanziali differenze, perché la superficialità ed il non dover per forza andare oltre due visi identici e dei capelli rossi prendono il sopravvento su molte persone. Per questo ti ho sempre preferito a molti altri, per la tua spontaneità e la tua voglia di ricerca. Ti dico chiaramente che a volte hai delle idee davvero malsane e non capisco come uno come te possa aver avuto il privilegio di avere una bella faccia come la mia, ma, in fondo, so che non avrei potuto avere un socio ed un gemello migliore di quello che sei tu per me. 
Se mai dovessi avere ragione e la mia sensazione dovesse avverarsi tra pochi giorni, ti prego di andare avanti e di essere forte, di fungere da sostegno per Ginny e per la mamma; potrebbero avere bisogno di una spalla su cui piangere. Togli questo grande peso a papà, credo che non regga più questo genere di avvenimenti, e continua a tormentare Ron e Percy anche da parte mia. Stai vicino a Bill, perché, anche se non lo dimostra, è sensibile a ciò che accade alle persone a cui vuole bene.
 Inizialmente potrebbe sembrarti la fine di ogni cosa e credimi, tante volte ho immaginato una situazione come quella che ti ho fatto intuire in questa lettera, con la differenza dei ruoli invertiti e credo che solo tu possa capire ciò che ti sto appena scrivendo, ma in realtà potrebbe rappresentare una vera e propria rinascita, perché la mia dipartita contribuirà, indubbiamente, al contrasto squarciante che abbiamo voluto creare e se davvero sarà così, sarò comunque fiero di avervi serviti e di essere stato comunque fondamentale per l’abbattimento di quei grigi muri.
Se dovessi perderti, non riuscirei ad andare avanti, perché sono un essere debole, che ha necessariamente bisogno di un sostegno come quello che ogni giorno mi dai tu. Sono una persona che si nutre delle speranze che alimenti di giorno in giorno e non posso privarmi di tale appoggio, ma tu devi continuare normalmente la tua vita, perché puoi e perché, anche in un caso come quello della mia morte, sarò comunque vicino a te, alle tue scelte, ovviamente se saranno condivisibili anche da parte mia, ed allo sconforto che potrai provare in ogni momento della tua vita. Io continuerò ad esserci e non smetterò di condividere insieme le stesse emozioni di prima;  perdurerò nell’essere felice e nel ridere e piangere con te, come sarà perpetuo ed indissolubile il nostro legame.
Penso che tu sia sempre stato più forte di me, capace di fronteggiare al meglio le difficoltà, nonostante io ostenti ancora oggi una sicurezza al di sopra delle righe, se non sfociante nel ridicolo, a volte, unicamente per mia volontà ― perché lo sai, non riesco ad essere serio per molto tempo e non voglio neanche sembrarlo, soprattutto in un momento come questo, in cui scarseggiano le risate e non il pianto.
Spero che i tuoi occhi si bagnino di sole poche lacrime, quanto voglio che questa lettera venga stracciata da me stesso a pochi giorni dalla stesura.
Rendi il mondo migliore, esattamente come cercherò di fare io, che ho scritto appositamente questa lettera con un linguaggio forbito solo per te, perché so che tu ne sei davvero capace e credo in ciò che rappresenti.

Per sempre al tuo fianco,
Fred. 





 
George non disse nulla; rimase immobile, fermo per qualche minuto. Poi, si portò al petto il foglio appena letto e lo strinse, come qualcosa di prezioso e raro, le parole che gli erano sempre mancate e la preparazione che non aveva mai avuto ad un evento come la perdita del fratello. Non percepì la forza di alzarsi e nemmeno volle farlo; stette lì, senza proferire parola, osservando la grafia che gli era mancata in un foglio pregno di promesse, caratterizzate dalla solita ironia che l’aveva sempre contraddistinto.
Forse il vecchiaccio del documentario babbano non andava condannato, dopotutto. 





Note della mezza autrice :

 
spero di aver trasmesso qualcosa, perché quei due lì sopra sono i miei personaggi preferiti e tengo davvero ad ogni piccolo pezzettino della storia che hanno vissuto in uno dei libri che più mi ha dato emozioni.
Insomma, spero sia piaciuto e che abbia suscitato qualcosa, che sia orrore, tristezza, sofferenza, che siano ricordi; insomma, qualsiasi cosa! 
Grazie mille per aver letto ed essere arrivati fino a qui.
  
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