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Autore: _CreepyAlis_    30/04/2015    1 recensioni
Questa é una spin-off di 'n a t a l e', quindi se non l'avete letta forse non sarà molto comprensibile! Quindi filate e poi tornate, tanto non scappa~
["Amavo Gazel. Ma...
Primo. Non riuscivamo a discutere civilmente per più di tre minuti.
Secondo... Lui non sapeva..."]
Genere: Demenziale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Natale'
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Heee~y! :)

Qui c'è un mega intersecamento spazio-temporale con la HiroMido, anche se nell'altra partirò prevalentemente da dopo questa vicenda...
Che non vi anticiperò! Xp

Alla storia~


*Only know you love her when you let her go...And you've let her go*

"Mhmm... Arbitro smetta di fischiare gol, era fallo..." dissi, ancora sospeso in un dormiveglia.

Poi mi svegliai totalmente quando riconobbi il suono, che apparteneva non al fischiare di un arbitro ma al mio telefono. E più precisamente, alla suoneria di Hiroto.

"Yaaah..." sbagliai al microfono. Era scortese, lo sapevo, ma stavamo vincendo 30-0 io e Gazel! Poi c'era il fallo da chiarire... Volevo tornare a dormire.
"?... Sì, sono Nagumo... Cosa c'è? Siamo venuti l'altro-altro ieri Hiroto, oggi é il 22. Era il 19 l'appuntamento per la palestra." buttai fuori tra sbadigli megagalattici, prima che Hiroto riuscisse a dirmi il motivo della sveglia così presto la mattina.
Ci riuscì subito dopo.

"... Sì, ho presente. Cosa c'entra Reize?... No, sta dormendo." dissi, girandomi a guardare Gazel disteso sul divano. Che mi stava fissando. "Anzi no, é sveglio." gli sorrisi, tornando poi a guardare davanti a me mentre parlavo.

"Burn, chi é?" mi interpellò Gazel, assonnato. Aveva incrociato le braccia sul bordo rialzato del divano, e mi guardava con il viso sepolto tra di esse.

Io lo riguardai, sempre seguendo cosa stava dicendo l'altro. Quando ex-Gran mi chiese se sapessi dove fosse il vecchio magazzino, io replicai con un "Sì Hiroto", deliberatamente dicendo il suo nome per rispondere al mio bellissimo e assonnato dio.

"Se riusciamo ad arrivare tra meno di un quarto d'ora? Non viviamo troppo lontano eh! Ma certo che-... Eh? Ci spiegherai tutto-... ". Hiroto sembrava seriamente allarmato, dato che continuava a interrompermi.

"Ok. Arriviamo." conclusi, e lui mise giù ancora prima che io riuscissi a staccare il telefono dell'orecchio.

"Sveglia sveglia, Gazel. Dobbiamo andare al vecchio magazzino.". Lo stuzzicai.
'Addio, fallo mio. Per ta volta hai vinto.'

Lui per tutta risposta mi fissò un momento, poi chiuse gli occhi di nuovo, sprofondò totalmente tra il divano e le sue braccia e ne tornò fuori guardandomi con un'espressione di un misto tra contrariata, annoiata, seccata e... Imbronciata.
Era troppo adorabile la mattina. Non faceva in tempo a calarsi in *Mr. Freddezza e Sarcasmo*.

"Però pedali tu." mi disse, ancora imbronciato per il fatto di doversi alzare.

"Haha ok! Attento a non cadere però, eh! Andrò veloce!". Lui mi guardò, recuperando il suo sguardo di sfida.
Era tornato il Mister Iceberg, a quanto pareva!

"Sfida di prima mattina? Sei-" cominciò.
Lo interruppi.
"Siamo." ghignai.
Sospirò.
"Siamo incorreggigili!" finì, ghignando a sua volta.

Tre minuti dopo eravamo al cancello, dato che ci eravamo addormentati vestiti e avevamo dovuto solamente buttarci addoso un giaccone.

Ripensai al sorriso di Gazel, e al fatto che gli avrei detto di averlo visto solo se mai ci fossimo... Arrossii e Gazel mi guardò, non capendo perché mi fossi fatto rosso *dal nulla*.

Gli sorrisi e poi montai sulla sella, pronto a partire. Dovevamo andare in bici, dato che non c'erano autobus a quest'ora che avndavano in direzione del magazzino, la nostra meta.

Aspettai di sentire le braccia di Gazel stringersi a me per non cadere dal portapacchi dietro, e mi girai quando lo sentii salire senza farlo.

"Gazel?" gli chiesi.

"Mi reggo direttamente qui, almeno mi sveglio un po' con il freddo del metallo" mi disse, indicando il suo 'sedile'.

"Ah ok" risposi, non trovando altra spiegazione. Anch'io mi sarei rimesso a dormire volentieri se mi fossi attaccato a una fonte di calore, cosa che io ero particolarmente.

Pedalai fino al magazzino come un forsennato, con Gazel che pacatamente e cordialmente mi diceva quasi a ogni angolo "Arriva una macchina, idiota. Frena.".

Quando arrivai, trovai la figlia del Ministro, che non erravo si chiamava Touko, insieme a sia Hitomiko che Hiroto. Cosa stava succedendo?

"Burn! Gazel!" urlò Hiroto, venendoci incontro appena ci vide arrivare.

Scendemmo dalla bici, per poi legarla al muro del magazzino e seguire Hiroto, che intanto aveva preso a spiegare insieme a Touko.

"Sono passati tre giorni da quando ho visto Mido, cioè quando sono passato da te prima del venti, Burn. Ricordi?" disse e annuii, sopprimendo un commento al diminutivo di Midorikawa. Non l'aveva corretto come faceva sempre: c'era qualcosa di più importante per ora evidentemente.

"Ecco. Il giorno dopo siamo andati al Sun, e ancora non avevo ricevuto nessuna notizia da lui. Dopo aver fatto tutto, mentre ve ne stavate andando ho chiesto un po' in giro, fino a risalire a Touko."

La ragazza ascoltava, annuendo in conferma quando era compresa anche lei nelle vicende. A questo punto continuò lei.

"Infatti. Midorikawa era venuto da me un... consiglio ecco, e quando non l'ho più sentito ho cominciato a informarmi anche io, e ci siamo praticamente imbattuti l'uno nell'altra. Quindi ho detto a Hiroto che se non l'aveva trovato da nessuna parte, Midorikawa sarebbe stato di sicuro all'interno di questo edificio.
Infatti sono entrata prima che arrivasse Kiyama, e dato che sapevo dove trovare Ryuuji, sono andata spedita in quella zona."

Riprese Hiroto.
"L'ha trovato sotto una scala. Una scala. Era caduto. Il telefono era spento, scarico."

"Caduto?" chiesi incredulo.

Non potevo crederci. Sfido io che Hiroto era paranoico.

"Sì, era sotto... Una scala e qualcos'altro. Credo fosse caduto da soli tre metri per fortuna, dato che il soffitto è a quattro e... da quello che stava facendo sembrava che stesse lavorando circa a quell'altezza." finì Touko. Stava nascondendo qualcos'altro, ma per ora non me ne preoccupai.

Tre metri... Erano pochi, avrebbe potuto andargli peggio. Ma la forza della caduta più il peso della scala non erano certo uno scherzo.

"Quindi? Che possiamo fare noi?"

Hiroto si rabbuiò e si sedette a gambe incrociate sul pavimento dell'edificio, lanciando occhiate ostili verso Touko.

"Touko non fa andare nè me nè nee-san oltre. Quindi, dovete aiutarla voi quantomeno a tirarlo fuori.". Oltre che rabbuiato, era imbronciato.

Io e Gazel ci guardammo, poi seguimmo Touko lungo il corridoio fino a una stanza illuminata.

"Anche se é abbandonato, la corrente funziona: a volte si fanno ancora qualche depositi." ci spiegò.

Poi entrammo nella sala: era bellissima. Cielo tappezzato ovunque, mentre il pavimento era coperto di erba sintetica.

Tirammo subito fuori Midorikawa da sotto uno dei fogli da parati e la scala, per poi appoggiarlo a una parete aspettando che si riprendesse un po'.

La cattiva notizia, come avremmo detto dopo agli altri fuori, era che fortunatamente le gambe non avevano gravi lesioni, ma lo stesso non si poteva dire per le braccia, screpolate, piene di lividi e anche con un po' di tagli dovuti agli spigoli della scala.

Touko prima però era riuscita a fasciargli e disinfettargli un po' le braccia e aveva sentito il suo battito, ma non era riuscita a spostare la scala. La buona notizia quindi era che Midorikawa non era... Sì, insomma.

La testa era praticamente senza lividi, solo qualche graffio dall'erba sintetica. Aveva ancora le braccia intorno al capo, segno che era cosciente quando era caduto e aveva cercato di proteggersi.

Una volta curatolo un po' con la cassetta di pronto soccorso che aveva portato Touko e cambiato le garze che gli aveva applicato prima, decidemmo di aspettare un attimo prima di spostarlo di nuovo e portarlo da Hiroto, che sicuramente era nel panico.

"Cos'è questa stanza?" chiese allora Gazel, anche lui impressionato. Capii dal modo in cui osservava le pareti che lo era molto più di quanto non desse a vedere.

E io anche.

"Questo... É il regalo per Hiroto Kiyama da Ryuuji Midorikawa." ci disse Touko, formando un piccolo sorriso mentre guardava il ragazzo incosciente, in tutti e due i sensi.

"Cosa?!" la guardammo strabiliati. Era troppo perfetta questa la stanza!

"Sì, lo so, sembra impossibile. Ma sapete anche voi che Reize era un perfezionista! E lo stesso é Midorikawa. Vedete?" ci indicò poi, puntando il dito dopo il secondo foglio della parete incompleta.

"Stava fissando il terzultimo foglio della carta da parati. Che gli è caduto addosso al momento dell'incidente."

Quando finì di parlare abbassò il braccio e il dito e si rimise a dare un'occhiata a Midorikawa, versando del disinfettante indolore su del cotone per poi tamponare i tagli dell'amico.

Noi ci guardammo e annuimmo per poi dirigerci verso il foglio caduto, tra le domande stupite di Touko nel sottofondo
Vedendo un numero sul retro in alto a sinistra, prendemmo gli altri due fogli rimasti, vedendo che c'era una successione.
Midorikawa sarà impazzito a seguire il senso e i numeri.

Andai a prendere la scala e il collante mentre Gazel sistemava il foglio, capendone il verso giusto grazie al numero che andava per forza in alto.

Salii sulla scala e cominciai a passare il fissante sul foglio mentre Gazel, visto il foglio ormai fissato, mi teneva la scala.

In due finimmo velocemente la parete pur seguendo la successione. Chissà quanto ci aveva messo invece Midorikawa da solo...
Spostai insieme a Gazel la scala e i barattoli in un angolo. Fu allora che sentii dei singhiozzi incominciare.

Touko non poteva essere, figuriamoci Gazel. E io non stavo piangendo.

Mi girai, per vedere Midorikawa che sorrideva tra le lacrime, guardandoci riconoscente.

A questo punto io e Gazel ci scambiammo uno sguardo, entrambi sorridendo.

Poi portammo Midorikawa ancora cosciente fuori dalla stanza con una certa facilità, dato che riusciva a camminare a causa dell'assenza di lesioni sulle gambe. Riusciva a muoversi sì, ma gli girava un po' la testa e barcollava per le ferite, quindi arrivammo sorreggendolo da Hiroto, che accorse appena ci vide.

Anche se probabilmente, vedeva solo il suo Mido.

Dopo un po' arrivò l'ambulanza che Hitomiko aveva chiamato prima, e noi ci separammo da Hiroto e la sorella che seguirono Midorikawa sul mezzo fino all'ospedale. Il ragazzo intanto aveva richiuso gli occhi, questa volta solo addormentato con grande sollievo di Horoto.

Touko se ne andò dopo aver riposto insieme all'aiuto di Gazel la scala e tutto il resto, mentre io toglievo la colla ormai indurita dall'erba su cui erano caduti i barattoli al momento del disastro.

Poi ci ringraziò da parte di Midorikawa e se ne andò lasciandoci alla nostra bici.

Noi (io) pedalammo fino a casa senza una parola, rivolgendo i nostri pensieri a Hiroto e maggiormente a Midorikawa.

Arrivati, buttai il giaccone sull'attacapanni in entrata, per poi girarmi e vedere Gazel ancora fermo sulla soglia, nonostante avesse già la giacca sottomano.

Stava guardando verso il basso.

"Gazel ti prenderai una malora e io anche! Chiudi la porta, dai"

Lui avanzò di un passo, buttò il piumino sul nostro amato divano che era all'entrata, chiuse la porta dietro di se e ci si appoggiò contro. Portò infatti l'equilibrio all'indietro quasi cadendo, finché non raggiunse la superficie della porta.
Poi mi guardò.

Era serio.

"Burn." iniziò.
"Sì?" chiesi con un filo di voce, avvicinandomi a lui.

Lui riabbassò gli occhi per poi chiuderli di scatto, come se volesse bloccare un'immagine fuori dalla sua testa.
"Burn! Non azzardarti mai a fare qualcosa come ha fatto Midorikawa! Chiaro!?"

Dio, era furioso!

"Certo che no Gazel, io... -".

M'interruppe.

"Mai! Giura!" urlò, riaprendo gli occhi e guardandomi.
Sembrava che stesse per piangere, dal rossore sulle guance e gli occhi imobili sebbene avessero una tempesta dentro.

"Giuralo a me! Giura che... " non riuscì a finire e richiuse gli occhi, scivolando lungo la porta fino a sedersi sul pavimento. Sembrava svuotato.

Non l'avevo mai visto così. Non era mai stato così scomposto da quando Diamond Dust aveva perso, anche se la situazione era differente.
Ma in questi giorni mi sorprendeva, mostrandomi espressioni indirizzate solo a me.

Io mi avvicinai a lui, e quando gli arrivai vicino, mi lasciai cadere sui talloni tenendo il peso su tutta la pianta dei piedi. Poi mi puntai sulle ginocchia e lo abbracciai.

"Non ti lascio, Gazel. Non potrei mai. Ti giuro che non ti lascerò mai.".

Lui mi sorrise. Tristemente.
"Haha bugiardo." disse ridendo, ancora con la nota di tristezza. Poi continuò.
"Spero solo che Hiroto sappia cosa sei, Burn. Se ti farà mai del male, chiamami." finì, guardandomi.

' ... ?'

"Eh?" dissi.

Heya~ ^^

Ve l'aspettavate? =D
No! u ͜ u >ω<
Vero che non ve l'aspettavate? ΦωΦ

Seriamente... Cosa ne pensate?
Voglio saperlo!

Sono ben(issimo!) accette le recensioni... Di qualsiasi colore!
Mi aiutano a fare meglio tutte quante u.u

****
Il prossimo, il 5°, sarà quello finale per entrambe le storie.
****
Spero vi siano piaciute!

Al prossimo! ^^*

[Canzone: Let Her Go - Passenger. Fingete che sia un 'Him', riferito a Burn da Gazel~]
   
 
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