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Autore: pamagra    29/12/2008    7 recensioni
Carlisle ed Esme:com'è nato il loro amore?Quali difficoltà hanno dovuto affrontare prima di potersi amare?Ripercorriamo le tappe della loro storia;dal suicidio di Esme,la sua trasformazione in vampiro,il controllo della sua nuova condizione fino al tanto sospirato matrimonio...Buona lettura!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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…E quando ti sembrerà di averlo seminato,eccolo spuntare dietro l’angolo più oscuro e tenebroso della tua mente,quando ti sembrerà di non udire più il suo strisciare lungo le pareti della tua memoria allora udirai lo scricchiolio dei suoi passi sul selciato dei tuoi ricordi e quando lo sentirai bussare alla tua porta saprai che il passato non è più tale…

 Dal diario di Esme,narrato in terza persona-15 Dicembre

“ Credi che tornerà presto?” la domanda di Esme rimase sospesa nell’aria come uno dei tanti granelli di polvere che si libravano nell’atmosfera. Carlisle sospirò e le strinse il braccio mentre la donna continuava a raccogliere le schegge di ciò che rimaneva del bellissimo pianoforte a coda di Edward. L’ennesima lite tra Eleazar a Tanya era degenerata in uno scontro tra titani e il pianoforte di Edward si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Si era sentito un tonfo e poi qualcosa che andava orribilmente in pezzi. Edward che era nell’enorme e inutilizzata cucina con Esme si era irrigidito e sul suo viso era apparsa un’espressione di così acuto dolore che Esme aveva pensato di vederlo morire.Poi Edward si era diretto ad una velocità spaventosa,anche per un vampiro (ma d’altronde Edward era la velocità incarnata), verso il soggiorno e Esme aveva sentito solo un gemito di dolore,poi la porta di casa che andava in frantumi e quando si era sporta per vedere cosa fosse successo,era rimasta sbalordita e confusa:al centro della stanza,dove un tempo ci sarebbe dovuto essere il pianoforte a coda di Edward c’erano solo dei frammenti di legno lucido e scuro e qualche tasto bianco. Tanya era in un angolo,gli occhi color miele  sbarrati dal terrore e dalla consapevolezza di ciò che aveva fatto. Eleazar era corso dietro Edward cercando di calmarlo ma aveva fato ritorno dopo poche ore con i vestiti a brandelli e una aria di sconfitta sul volto. Irina aveva continuato a blaterare su quanto fossero idioti suo fratello e sua sorella e aveva chiesto di ripagare il danno,ma sia Carlisle sia Esme si erano rifiutato.Era passato solo un giorno da quando Edward era scappato,sulle montagne a detta di Carlisle,eppure ne sembravano passati mille,la sua assenza era presente come un’ombra tra di loro. Tanya aveva conservato l’espressione da martire per tutta la giornata seguente e solo verso sera Kate e Esme erano riuscite a convincerla ad uscire e andare a caccia con loro. Esme continuava l’addestramento,senza però ottenere grandi risultati:non inseguiva gli umani che capitavano nella foresta,ma aveva una postura così rigida e così inumana che sarebbe stata subito notata se si fosse trovata tra la gente.

Intanto nel paese si era sparsa la voce che dei misteriosi ospiti fossero appena giunti a casa Cullen, quando qualcuno aveva aggiunto che dovevano essere i misteriosi,diafani e bellissimi cugini del dottor Cullen,puntualmente arrivati per trascorrere il Natale con loro,la curiosità era scemata,poi qualcuno aveva ricevuto notizia del misterioso pacco pieno zeppo di abiti femminili che il dottor Cullen aveva ricevuto molto tempo prima che i suoi ospiti giungessero e subito la curiosità era rinata:tutti erano impazienti di conoscere la futura signora Cullen(perché solo di questo poteva trattarsi,parola delle pettegole del paese);le infermiere dell’Ashland Hospital erano scoppiate in un pianto dirotto alla notizia e per giorni Carlisle era stato accompagnato da occhiate omicide ed esasperate.Tutti speravano ormai  di poter vedere la dolce metà del dottore al tradizionale ballo della Vigilia di Natale che il sindaco avrebbe dato nella lussuosa villa poco fuori città,ballo al quale il Dottor Cullen e i suoi cugini avevano sempre partecipato,con l’eccezione del giovane fratello del dottore,particolarmente cagionevole di salute. Ovviamente il dottore doveva partecipare a tale evento,altrimenti nessuno avrebbe avuto di che parlare durante il pranzo di Natale.

Le voci erano giunte a Carlisle che aveva preferito tacere,confermando ancora di più i sospetti sulla sua futura moglie(“Chi tace acconsente!” avevano bisbigliato le pettegole del paese). Sarebbe stato un Natale molto lungo…Davvero molto lungo!.

16 Dicembre

“Non ho nulla da mettermi!” la voce di Irina suonava drasticamente infelice,troppo per una che vantava la bellezza di 25 abiti da sera(solo abiti da sera).

“Non essere ridicola!Irina guarda quanti vestiti,hai solo l’imbarazzo della scelta!Prendi questo…dorato,lungo con lo strascico,con il manicotto di volpe bianca faresti un figurone!” Kate aveva sollevato l’abito con tale delicatezza da far pensare che fosse di cristallo. Irina l’aveva guardata come se avesse appena detto che i vampiri non esistevano.

“Non essere sciocca tu!L’ho già indossato! Se non ti ricordi è perché la tua memoria fa più cilecca di un colabrodo!”

“Quand’ è che l’avresti indossato?” Kate poggiò le mani sui fianchi,l’aria scocciata per le continue stranezze della sorella. Prima che Irina potesse rispondere Tanya entrò nella stanza,sguardo basso,spento,capelli scarmigliati e vestiti di quasi due giorni prima. Irina alzò gli occhi esasperata,mentre Kate sospirava comprensiva. Tanya si sedette sul letto di Irina e cominciò ad accarezzare i vestiti della sorella come se fossero dei cagnolini. Poi alzò sulle sorella uno sguardo assente e vacuo(Irina alzò un sopracciglio visibilmente irritata della mancanza di attenzione per il suo problema) e disse:

“Non prestatemi attenzione…sono solo un po’ stanca:sono esattamente quattro giorni 7 ore e un numero imprecisato di minuti che Edward è andato via” e chinò la testa sulla morbida stoffa dell’abito bianco e singhiozzò disperate(ovviamente senza versare una lacrima).

“Si…allora ti stavo dicendo Kate - e Irina fu interrotta da un nuovo scoppio di singhiozzi di Tanya – nono posso mettere l’abito dorato,l’ho già indossato per il ballo che ci fu nel 1880 a Washington,l’unico a cui abbiamo partecipato!”  .

“Irina era 1880,nessuno se ne ricorderà stai tranquilla!”

“Non mi interessa se nessuno se ne ricorderà,io non indosso abiti già usati!” e in uno svolazzo di lucenti capelli biondi si voltò con aria sdegnata.

“Dobbiamo andare in città a fare compere,c’è quella deliziosa boutique…La reggia di Versailles! Domani andremo a dare un’occhiata,anche perché dovremmo trovare qualcosa anche per Esme! Non è ancora pronta e credo che se si presentasse domani nono riuscirebbe a resistere,inoltre se si presentasse prima del ballo,rovinerebbe la sorpresa.” E rise sonoramente mentre Kate inarcava il sopracciglio destro e si dirigeva fuori dalla stanza,ormai certa che la sorella avesse definitivamente perso la testa. Scivolò con grazia fino al salotto e trovò davanti al camino acceso,Carlisle ed Esme abbracciati,lei appoggiata al petto di lui,mentre la voce melodiosa dell’uomo recitava un sonetto.

Kate riconobbe Shakespeare;consapevole che i due avessero avvertito la sua presenza,si avviò fuori raggiungendo Eleazar che era andato a caccia qualche ora fa. Riuscì a cogliere nono solo la bellezza di quei versi ma anche l’amore di Carlisle per Esme,quando poi alla voce dell’uomo si unì quella della vampira,Kate ascoltò meravigliata l’armonia delle loro voci,come queste si completassero e creassero una melodia di incantevole bellezza. Uscì silenziosa nel giardino e corse poi nella foresta lasciando dietro di se una scia di turbinanti fiocchi di neve.

Esme sentiva le mani di Carlisle accarezzarle le braccia e la schiena,in una lenta carezza che le dava i brividi. Si strinse a lui e respirò il suo odore:miele e pesca,le faceva girare la testa. Affondò il viso nel suo collo e sentì il sussurro di Carlisle che le baciava teneramente la clavicola.

“Mi fa impazzire…il tuo odore mi da alla testa…mm…rosa e la tua essenza, qualcosa che non riesco a identificare ma so che riconoscerei ovunque.” E le morse scherzosamente la pelle bianca e profumata. Esme rise, un trillo di campane, e alzò lo sguardo fino a incontrare il suo. Sfiorò con l’indice il mento dell’uomo e risalì lentamente fino alla tempia destra. Carlisle chiuse gli occhi reprimendo la voglia di prenderla e di baciarla;ogni volta che Esme lo sfiorava,ogni volta che lo guardava,sentiva un calore piacevolmente doloroso attraversarlo e si ritrovava a desiderare di andare oltre quei baci e quelle carezze,oltre tutto quello che già aveva; poi però la ragione dominava sugli istinti e si limitava a tenerla stretta tra le braccia,ringraziando che Edward fosse momentaneamente assente.

Il pensiero di Edward lo riportò alla realtà. Esme lasciò scivolare la mano dal suo volto fino a poggiarla sul suo cuore. Sapeva dove i pensieri del vampiro si fossero soffermati, era preoccupato,Edward si era rifiutato di parlare persino con lui e questo gli aveva spezzato il cuore.

“Starà bene?” la voce di Carlisle era pregna di preoccupazione e di una lieve ma percettibile traccia di dolore.

Esme lo accarezzò con lo sguardo.

“Spero di si. Edward è in grado di badare a se stesso,vedrai che non gli succederà nulla di male. Deve smaltire la rabbia per quello che è successo e preferisce non farlo davanti agli altri. Era molto importante quel pianoforte per lui.Chi glielo ha regalato?”

“Sua madre. Pochi mesi prima che la Spagnola si abbattesse sulle loro vite,credo sia stato il suo ultimo regalo di compleanno.Era l’unica cosa che gli rammentasse sua madre.Le era molto affezionato.”

“Come ogni figlio alla sua mamma.Anche a me manca molto. M è morta da molto tempo e sembra che il suo volto stia sbiadendo tra i miei ricordi.Succede spesso a quelli della nostra specie?”

“A volte può capitare che un ricordo,sbiadisca,però forse è solo questione di tempo. Purtroppo con il passare degli anni,molte cose la nostra mente le dimentica”

“Ma io non voglio perdere il ricordo del suo viso!” ed Esme si rese conto di sembrare una bambina.

“Se anche lo perdessi ti resterebbe qualcosa che te la riporterebbe sempre alla mente.Una carezza,un bacio,un colore,una forma.Chi ci ama non ci lascia mai,il suo ricordo rimane per sempre e anche se sbiadisce quello,il cuore non dimentica.”

“Ma il mio ora è fermo,cambia qualcosa?”, Carlisle rise e Esme ascoltò meravigliata ancora una volta il suono della sua voce quasi fosse quello di un angelo.

“Anche il mio era fermo quando ti ho conosciuta,eppure non mi sono mai dimenticato di te”

“Però dal nostro primo incontro a oggi sono passati 10 anni i forse qualcosa in più,scommetto che un po’ ti eri dimenticato di me!”

“Hai ragione-e Esme ammutolì,non sopportando l’idea che il suo ricordo scomparisse dalla mente di Carlisle - avevo dimenticato quanto fossi bella,ma Esme credimi se ti dico,che se anche fossero passati un migliaio di anni,io non ti avrei mai dimenticata.Il tuo volto,il tuo sorriso,ogni singolo tratto della tua persona è eternamente inciso nel mio cuore.” E le posò un bacio lieve e dolce sulle labbra rosse per poi appoggiare teneramente la fronte sulla sua.

 Esme sorrise,e riappoggiò il capo sul suo petto.

“Domani andiamo a trovare Edward? Cerchiamo di convincerlo a tornare!Per favore!” e Carlisle annuì,perché non avrebbe mai potuto negarle nulla.

17 Dicembre- Foresta nelle vicinanze di casa Cullen

L’enorme orso bruno,che avrebbe dovuto essere in letargo ma per chissà quale strano caso aveva deciso di ritardare il suo sonno,era accucciato sulla riva del ruscello,bevendo avidamente l’acqua che in alcuni punti si presentava ghiacciata. Il predatore poteva sentire distintamente il suono della lingua che lappava,il battito del suo  cuore,che pompava il sangue denso e caldo sotto l’ammasso di muscoli e pelliccia soffice e scura. Gli alberi erano una protezione ideale ed era dai rami più alti di uno di questi che il predatore osservava l’animale. L’odore della sua pelliccia,mischiato a quello della terra dormiente,delle foglie secche,della resina degli alberi,della neve che ricopriva tutto il terreno,nulla sfuggiva al suo olfatto perfetto.Si acquattò quando vide l’animale alzare il muso,come s avesse percepito la sua presenza. L’orso bruno alzò il muso al cielo e inspirò una curiosa fragranza,qualcosa di dolce e letale,come di miele e qualcos’altro. L’animale avvertì il pericolo e irrequieto si mosse,allontanandosi a balzi dal ruscello per cercare al via della sua tana. La caccia era stata infruttuosa,cacciare quei minuscoli tesserini non gli aveva dato il minimo piacere,e ora era costretto a tornare alla sua tana con lo stomaco vuoto.

Improvvisamente,il misterioso odore che l’aveva tanto preoccupato e infastidito si fece più vicino;l’animale ringhiò e si mise in posizione d’attacco,mentre un secondo ringhio più acuto e vagamente umano lo raggiunse dalle spalle. L ‘orso si girò e si ritrovò faccia a faccia con uno di quegli strani esseri a due gambe,che parlavano e che come aveva scoperto in passato erano deliziosi. Sentì la fame aumentare,ringhiò ancora più forte mentre fili di bava scivolavano sul terreno sotto di lui. Al contrario delle altre creature a due zampe,questa stava immobile e silenziosa,le fauci atteggiate in uno strano sorriso,le gambe e le braccia sembravano imitare una posizione d’attacco.La bestia indietreggiò di un passo,badando bene a non perdere il contatto visivo con la strana creatura...fu un lampo e l’orso se la ritrovò sul dorso;cercò di scrollarsela di dosso,ma quella affondò i denti nella gola,tagliando pelliccia,muscoli,tendini,l’orso emise un lungo gemito di dolore,mentre sentiva le energie abbandonarlo e la vista gli si annebbiava. Cadde al suolo tentando di girare l’enorme capo e l’ultima cosa che vide furono gli intensi occhi color oro della creatura,del predatore e i suoi capelli di uno strano color bronzeo.

 

Edward si ripulì il viso sporco di sangue nel ruscello dove la belva aveva bevuto poco prima e fissò con sguardo assorto l’acqua che portava via i rimasugli di sangue. Erano ormai tre giorni che era andato via di casa e non credeva che sarebbe tornato tanto presto:l’irritazione e anche la rabbia per quello che era successo al pianoforte di sua madre era ancora tanta,chissà forse ci sarebbero voluti tre o quattro secoli prima che decidesse di ritornare,o forse anche di più,o magari avrebbe aspettato che Irina e il clan andassero via,così la casa sarebbe rimasta vuota,con solo Carlisle ed Esme. Al pensiero di suo padre e di quella che ormai considerava sua madre,aggrottò le sopracciglia e distolse lo sguardo dall’acqua che portando via le tracce di sangue da rossa era ritornata limpida,pura e fredda. Si alzò dalla posizione accovacciata in cui era rimasto e decise che una bella corsa gli avrebbe sicuramente schiarito le idee. Si piegò sulle ginocchia,spiccò un lungo salto e atterrò con grazia nel folto della foresta,appoggiò appena il piede sulla morbida terra e via veloce,attraverso la foresta,mentre gli alberi leggeri come piume gli accarezzavano il volto e la camicia sbrindellata. Era sempre stato il più veloce e se all’inizio Carlisle aveva creduto che fosse unicamente perché era un neonato,quando dopo un anno si era ridotta al sua forza,ma non la sua velocità,il dottore si era reso conto che quello doveva essere uno dei doni di su o figlio,uno dei tanti come diceva sempre Carlisle. Perché ogni padre era convinto che suo figlio dovesse essere speciale e in virtù di ciò,Carlisle lo considerava migliore di lui e di ogni creatura che egli avesse mai conosciuto nella sua lunga vita e quando lui ribatteva che non era così,Carlisle ribatteva che allora lo sarebbe diventato,che aveva visto il grande uomo che sarebbe diventato e che era dentro di lui. Eppure Edward sapeva che suo padre si sbagliava,non era buono,non era migliore di nessuno,soprattutto non di Carlisle. Suo padre credeva che anche se erano vampiri,avevano ancora un’anima e che Dio non si era dimenticato di loro,però Edward non era d’accordo,possibile che non ci fosse nessuna delle leggende che gli umani avevano creato sulla loro specie che fosse vera? Non dormivano nelle bare,non erano respinti dall’aglio o dall’acqua santa o dalla croce,non si scioglievano al sole,sembravano essere invincibili…possibile che fosse falsa anche la leggenda sulla perdita della loro anima? Non sapeva come fosse non avere un’anima:nei suoi diciassette anni di vita umana,non vi aveva mai fatto molto caso…poi quando Carlisle gli aveva rivelato cosa era diventato dopo la trasformazione,si era sentito defraudato di una parte di se stesso,una parte importante,qualcosa di inestimabile valore. Credeva che la sua natura fosse quella di un demonio, ma Carlisle gli aveva mostrato un altro modo di vivere…la possibilità di non sentirsi un mostro,di non odiare se stesso e gli altri. Edward aveva afferrato questa possibilità come se fosse al sola ancora di salvezza ed ora,dopo tre anni,riusciva a resistere all’odore del sangue umano…anche se non poteva negare che questa decisione spesso gli stese stretta…nel profondo del suo cuore c’era un qualcosa,qualcosa di oscuro che premeva e gli chiedeva di soddisfare quella sete quella brama di sangue umano..un demone,come quello di Esme,lo stesso che Carlisle riusciva a tenere sotto controllo. Non poteva negare che alle volte gli sarebbe piaciuto uccidere e assaggiare qualche umano,qualcuno che avesse un’anima più nera e perversa della sua,qualcuno di cui il mondo non avrebbe sentito la mancanza…provava disgusto e vergogna per i suoi pensieri,Carlisle l’avrebbe ripudiato se avesse saputo che il suo adorato figlio non era così buono e perfetto…l’avrebbe odiato e anche Esme,perché anche senza bisogno del suo potere,sapeva che il loro rifiuto di bere sangue umano,era dettato dalla nobiltà di spirito che li distingueva,non solo tra i vampiri ma anche tra gli esseri umani.

Spiccò l’ennesimo salto e si ritrovò sul sentiero che portava alla grotta che si era scelto come rifugio;rallentò e mentre stava per superare con un agile balzo un masso e un tronco d’albero caduto,avvertì i pensieri di Esme. Era venuta a trovarlo…si sentì felice e affrettò il passo.

Esme era comodamente seduta su una sporgenza della grotta,un masso ricoperto di neve e dondolava i piedi tranquilla.

Quando lo vide,sorrise dolcemente e scivolo con grazia giù dal masso,posando i piedi nudi per terra e allargando le braccia. Edward sentì un fremito di gioia e ridendo si gettò tra le braccia di Esme. La donna lo strinse e gli accarezzò i capelli,inspirando il suo buon profumo di miele,lillà e sole,un profumo diverso da quello di Carlisle ma altrettanto buono e caro.

“Complimenti per la tua casa…è adorabile,puro stile “vampiro” –e mimò la parola con le dita- ovviamente niente a che vedere con casa Cullen, ma è già qualcosa…io credevo che stessi all’addiaccio,mi ha tolto un peso dal cuore” e gli diede un dolce bacio sulla guancia sinistra.

Edward rise,la sua visita l’aveva messo di buon umore,i pensieri di poco prima solo un lontano ricordo.

“Come mai qui?” le chiese e lo fece accomodare nuovamente sulla pietra;Esme si sedette usando il soprabito beige che aveva porto per non sporcare la preziosa gonna che aveva indossato,e dondolò i piedini nudi come una bimba.

“Mi mancavi,bhe veramente manchi a tutti…comunque volevo vederti e speravo di convincerti a tornare,ma credo che ti serva tempo…Carlisle mi ha spiegato,mi ha detto quanto fosse importante per te quel pianoforte,ma Tanya e Eleazar non l’hanno fatto di proposito…Irina li ha già rimproverati e Tanya…immagina quanto deve stare male…tiene molto a te,lo sai…si nota…e Carlisle vorrebbe riaverti a casa e anche io…Ti prego Edward…ci manchi tanto…però capisco che ci voglia tempo…te ne daremo ,però non troppo perché ci manchi!”. Edward rise a quelle parole e poggiò il capo sulla spalla di Esme,non sapeva che dire…voleva avere ancora qualche giorno…sarebbe tornato,questo era certo…però tra un po’.

“Come va tra te e Carlisle?” e subito avvertì i pensieri di Esme,la sua felicità e immagini che avrebbe preferito non vedere.

“Accidenti…” commentò e sulle labbra comparve il suo solito sorriso sghembo. Esme in risposta gli diede uno schiaffo sul braccio.

“Non fare il ragazzaccio Edward,o credimi scoprirai quanto so essere vampira!” e subito si morse le labbra,perché il suo lato vampiresco sembrava prendere il sopravvento soprattutto quando c’erano umani nei paraggi.

“Non fai progressi?Spesso ci vuole del tempo…so come ci si sente…anche a me capita”

“Si però devo essere pronta per la festa della vigilia…o non potrò parteciparvi,è come se qualcun altro prendesse il mio posto…come se fossi presente però non avessi abbastanza energia per controllare il mio corpo, le mia azioni…potrei uccidere qualcuno e non me ne renderei conto”

“So come ci si sente…lo so fin troppo bene” e per qualche minuto rimasero entrambi in silenzio.

“Mi dispiace per come mi sono comportato con Carlisle…sono stato scortese e crudele…ho visto come il mio atteggiamento l’abbia ferito…mi dispiace.”

“Lui ha capito…Carlisle è più comprensivo di quanto dovrebbe essere con noi due…”

“Tu sei la donna che ama…”

“E tu suo figlio…siamo entrambi importanti per lui…ora scusa Edward ma ho promesso a Irina che sarei andata da lei,devo provare l’abito per la festa”

“Allora ci vediamo presto…Esme di a papà che mi dispiace e che mi manca”. Esme e annuì e con un abbracciò si congedò da Edward,prendendo la strada verso casa.

18-19-20-21 Dicembre

Nessun avvenimento di particolare rilievo

22 Dicembre- dal diario di Irina,narrato in prima persona

Come faremo ad andare al ballo…1 non ho un vestito decente,e badate bene parlo di me,gli altri potranno anche mettersi degli stracci,l’importante è che IO faccia bella figura, 2 Esme,povera vampirella ,non ha ancora imparato a controllare la sua sete…non le do torto,è difficile,per secoli anche io ho bevuto il delizioso nettare degli uomini,dopo averli indubbiamente sedotti con il mio fascino,e so quanto può essere difficile smettere…temo che se non si controllerà,non potrà venire e se lei non verrà…gli abitanti di Aslhand  non vedranno neanche il loro stimato dottor Cullen,sarà una vera delusione…3 credo che ucciderò Tanya e se la uccido è ovvio che non potremmo andare da nessuna parte,partecipare ad una festa dopo che la propria sorella è stata uccisa(ovviamente il colpevole non si troverà mai) sarebbe davvero orribile,mi sta facendo impazzire “Edward…Edward…Edward…” un vero tormento..però forse non credo che lo farò…sarebbe come perdere un’altra parte di me stessa,Loro mi hanno già portato via mia madre,perdere anche Tanya sarebbe troppo * .

23 Dicembre- Il Ritorno dell’angelo

Quando il sole sorse quella mattina,Esme che aveva osservato la luna e le stelle fino alla loro scomparsa,il tutto tra le braccia di Carlisle,avvertì nell’aria un cambiamento,come un qualcosa che sarebbe dovuto accadere. Erano passati quasi dieci giorni da quando Edward se ne era andato e sembrava che non avesse ancora deciso di tornare. La mattinata passò tranquilla ma nel pomeriggio,quando Eleazar e Carlisle tornarono dalla loro gita quotidiana alla grotta di Edward,questi portarono la notizia che la grotta era vuota e che le tracce di Edward che avevano seguito,avevano attraversato i confini nazionali. L’indomani avrebbero continuato le ricerche,anche perché le tracce erano fresche e non c’era ragione di preoccuparsi. La notizia gettò Tanya nella crisi depressiva più forte che si fosse mai avuta nella storia dei mortali e non,Esme si chiuse in un mutismo assoluto e Carlisle andò nel suo studio e vi rimase fino alla caccia serale e alla seduta d’addestramento che Esme avrebbe fatto. I progressi ottenuti in quei giorni, non erano stati molti,ma significativi. Esme,dopo la chiacchierata con Edward, aveva resistito con successo all’odore umano ed eccezion fatta per la posizione che era ancora molto rigida, l’addestramento aveva avuto successo. Riusciva persino a parlare nonostante il fiato corto e anche a sorridere. Carlisle l’aveva aiutata e anche il ricordo di Edward sembrava incoraggiarla.

Ora sembrava che la notizia avesse mandato all’aria tutti i progressi fatti. Esme aveva addirittura rincorso i bracconieri della foresta,fino a quando Carlisle ed Eleazar non l’avevano fermata. Non aveva opposto resistenza,anzi si era fermata da sola e era ritornata indietro, sotto lo sguardo stupito di tutti,eccetto Irina che sembrava aver capito cosa le passasse per la testa. Le aveva proposto una corsa  e la donna aveva accettato. Sembrava essere l’unico modo per svagarsi un po’. Dopo qualche ora erano ritornati,mentre il cielo si tingeva di blu e le prime stelle comparivano in cielo. Sulla via del ritorno l’odore di Edward li aveva colpiti e tutti avevano affrettato il passo;si erano trovati davanti alla porta di casa,l’avevano spalancata(anche se erano state Esme e Tanya a farlo) e avevano trovato Edward seduto comodamente in poltrona,con un libro fra le mani e gli abiti lindi e puliti. La catena di abbracci,baci,pianti(ovviamente senza lacrime e singhiozzi) aveva convito Edward a non andarsene più,perlomeno non andandosene non sarebbe stato costretto a baciare Tanya e ad abbracciarla,consolandola e rassicurandola su quanto era successo.

Carlisle ed Eleazar si erano limitati ad una stretta di mano,mentre Irina gli aveva fatto un cenno di saluto con la testa.Quando poi Tanya aveva detto che in tutti quei giorni per sentirlo vicino aveva preso una delle sue camice  l’aveva sempre tenuta sul cuscino e annusata almeno una volta al giorno,Edward aveva ripreso in considerazione l’idea di andarsene nuovamente.

 24 Dicembre – Grazie al cielo è arrivata finalmente la festa- 19.30 p.m.

Esme si guardò per l’ennesima volta allo specchio decidendo che poteva andare,era accettabile.

Diede le spalle allo specchio e osservò,poggiando il mento sulla spalla,la profonda scollatura dell’abito in seta,decorato con minuscoli diamanti( “Diamanti veri…non comprerei mai un abito con falsi gioielli!” aveva detto Irina quando lei aveva espresso la sua perplessità) che le lasciava scoperta tutta la schiena. Era di uno splendido blu notte,le maniche velate,le lasciavano scoperte le spalle e avevano il colore del cielo notturno e delle stelle,con polvere d’argento sparsa per tutta la lunghezza. I diamanti erano posti lungo il corpetto che faceva tutt’uno con l’abito e che stretto in vita,scivolava morbido sulla sua graziosa figura,aprendosi in una lunga gonna,con un piccolo strascico,che Esme si divertiva a far frusciare. I suoi lunghi capelli erano raccolti in un grazioso chignon dal quale scivolavano,ad incorniciarle il viso,riccioli color caramello. Non era truccata,solo un po’ di rossetto sulle labbra e una spruzzata di polvere argentate sulle gote.

Esme sospirò e prese la pelliccia bianca,che Irina le aveva comprato e la pochette dello stesso tessuto,modello e colore dell’abito. Stava per indossare al pelliccia quando la porta si aprì e Carlisle varcò la soglia,perfetto nel suo smoking nero e i capelli color oro leggermente scompigliati. Le si seccò la gola:non poteva essere così bello e così reale,ma la cosa più sconvolgente era che quell’angelo biondo era suo e non per una sola serata,passata a danzare con lui,no per tutta l’eternità:splendidamente e magnificamente suo.

Carlisle la scrutò attentamente e lei si sentì le gambe molli;il suo sguardo la accarezzava,a volte con dolcezza,altre volte con desiderio e passione. Appoggiò la mano allo specchio e chiuse per un attimo gli occhi e espirò. Lo sentì avvicinarsi e poi lui poggiò una mano sorprendentemente calda alla basa della schiena nuda e Esme sospirò.

“Sei bellissima” la sua voce poco più di un sospiro era sorprendentemente dolce e questo nonostante la vergogna e l’imbarazzo la portò ad aprire gli occhi per incrociarli con i suoi,caldi e avvolgenti. Un sorriso tremulo le apparve sul volto e stava per girarsi e baciarlo,ma lui la trattenne.

“Vorrei provare una cosa…ti prego se non vuoi fermami,ma ti giuro che non  ti farò del male” la sua voce,roca e profonda le diede i brividi. Annuì,incapace di parlare,completamente abbandonata a lui. Carlisle sorrise e con delicatezza le baciò i capelli,indugiando sulle ciocche che scivolavano via dallo chignon e sfiorando così lembi di pelle candida e profumata. Scivolò poi sull’orecchio destro e le succhiò dolcemente il lobo. Sentì Esme stringere i bordi dello specchio e uno strano calore lo invase. Esme respirò affannosamente e sentì le sue labbra scivolare sulla nuca. Se questo è un sogno vi prego non svegliatemi…Carlisle trasceso e le sue labbra toccavano la parte centrale della schiena,mentre entrambe le mani le accarezzavano la vita,indugiando sulla pelle scoperta.

“Fa male qui?” e lui posò le labbra sulla spina dorsale,nel centro esatto.,Esme si inarcò e sospirò un “No” insicuro e malfermo.Strinse più forte le mani sullo specchi o e sentì il legno incrinarsi. Carlisle scivolò ancora di più: “Qui fa male?” chiese la voce diventata quasi rauca,mentre le mani si erano infilate sotto il vestito e accarezzavano la pelle ricoperta da biancheria di seta. Esme negò con il capo incapace di parlare,mentre uno strano dolore le si diffondeva dal suo bassoventre e la portava a sospirare. Carlisle continuò la sua tortura arrivando alla base della schiena.Le sua mani avevano lentamente sollevato la gonna dell’abito e ora indugiavano sulle cosce ricoperte dalla giarrettiera bianca. Poi con un movimento fluido si alzò e girandola verso di se la baciò,premendola contro lo specchio,mentre una potente scossa li faceva inarcare entrambi e li portava sospirare. Le labbra di Esme erano fuoco sulle sue,eppure non avrebbe smesso mai di baciarla, accarezzò la pelle accaldata della spalle e della schiena,movendo le mani in lente carezze,che portarono Esme e stringersi a lui. L’improvviso bussare alla porta li portò a staccarsi ma non a sciogliere l’abbraccio

“Piccioncini sbrigatevi…non siamo venuti fin da Denali per sentirvi tubare” Irina era stata gentile come suo solito.

Carlisle sorrise ad Esme e la baciò dolcemente sulle labbra gonfie. Lei gli accarezzò i capelli  tenendosi per mano uscirono dalla stanza.

 

Autrice pazza chiede umilmente scusa per il mostruoso ritardo nell’aggiornare:2 mesi e 19 giorni!!!

Ragazzi sono davvero mortificata,ma la scuola mi prende molto,in più ho avuto una specie di Blocco dello scrittore,per non parlare del tempo che ci ho messo per Breaking Dawn e Twilight the film(neanche avessi fatto io la premiere!!XDXDXD).

Buon Natale anche se in ritardo mostruoso e un grazie e un abbraccio a tutte le 28(*_*) persone che hanno aggiunto questa fanfic tra i preferiti! E grazie ovviamente per le recensioni!!. Il prossimo aggiornamento tra domani e dopodomani!Baci e grazie ancoraaaaaaaaaa!!!

1 - Alasse
2 - AlessandraMalfoy
3 - alice brendon cullen
4 - amimy
5 - Bella4
6 - bella5
7 - clod88
8 - Cocon90
9 - Djibril88
10 - eilinn
11 - Francy16
12 - giagiotta
13 - Honey Evans
14 - IceVampire
15 - Jacky_chan
16 - Jinevra
17 - kirara88
18 - Mies
19 - My angel
20 - ninfea_82
21 - NocturneViolin
22 - Rave
23 - Red Robin
24 - ROBERTMIO
25 - Sabry_Cullen
26 - summer718
27 - Wind
28 - yuyutiamo

  
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