Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Sylvia Naberrie    30/04/2015    3 recensioni
Soraya Keto, ex Padawan del maestro Sifo-Dyas, è tornata al Tempio Jedi, stavolta da Cavaliere.
È venuta ad assistere alle Prove degli Iniziati e solo uno di loro sarà il suo futuro allievo.
Ma non tutto sarà rose e fiori. Il Consiglio manderà Soraya ad indagare nel sistema Hutt sulla scomparsa di una famiglia di mercanti, in una disperata caccia al tesoro in pianeti dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Riusciranno Soraya e la sua Padawan a portare a termine la missione?
Genere: Angst, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Dreams and Revenge'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 14
"VISITE"


Il mattino seguente, dopo che fu svegliato dalla guardia, Noal si vestì di fretta e furia e, ancor prima che i suoi compagni si mettessero in fila, andò dall'uomo e gli toccò un braccio per richiamare la sua attenzione.
"Cosa c'è?", chiese quello brusco.
"Mi scusi... posso andare a trovare la mia amica che si trova in infermeria?", domandò Noal.
L'uomo lo squadrò per qualche secondo.
"Mmmh, e va bene. Hai cinque minuti", e distolse lo sguardo.
Noal rimase fermo a torturarsi le mani e poco dopo picchiettò di nuovo il braccio della guardia e l'uomo infastidito gli afferrò con forza il braccio.
"Cosa vuoi ancora?", chiese la guardia a denti stretti.
Noal gemette ma non demorse.
"Non so dov'è", rispose cercando di non gridare dal dolore.
L'uomo strinse ancora di più la presa.
"Se vuoi ti ci mando in un altro modo!", e lo spinse nel corridoio. Il bambino cadde a terra tenendosi il braccio dolorante.
Come se non fossero bastate le frustate del giorno prima. La ferita ora gli pulsava dolorosamente.
"Terza stanza, percorri il corridoio e l'ultima porta a sinistra è l'infermiera. Sbrigati se non vuoi che ti ci mandi davvero io", disse quello agitando il bastone.
Noal si rimise velocemente in piedi e scappò.
Giunto al corridoio indicatogli dalla guardia, si ritrovò davanti ad una porta a scorrimento molto tecnologica per quel posto. Forse una delle poche porte con il codice per bloccare la serratura.
Vicino alla porta, un soldato vi faceva la guardia.
"Che ci fai tu qui? Non dovresti essere alla mensa a far colazione?", chiese.
"Sono venuto a far visita alla mia amica"
"Va bene, entra. E sbrigati!", disse l'uomo digitando il codice e facendo aprire la porta.
Noal si ritrovò in una stanza tutta bianca, con alcuni letti disposti l'uno accanto all'altro. Solo due letti erano occupati e in uno di questi c'era Nihall.
Il bambino le corse incontro e si sedette sulla sedia accanto al letto della ragazza.
Nihall era distesa a pancia in giù, la schiena semiscoperta con delle bende che la ricoprivano. Nell'aria aleggiava un odore pungente di disinfettante.
La ragazza dormiva perciò Noal fu costretto a sfiorarle il braccio per attirare la sua attenzione. La Padawan aprì gli occhi e non appena lo vide gli sorrise. Il piccolo sentì montare dentro di sè tutto il senso di colpa.
"Ciao, Noal", sussurrò la zabrak.
"Ciao, Nihall", rispose il bambino abbassando gli occhi.
Nihall lo guardò senza capire. "Cos'hai?", chiese preoccupata la ragazza.
"Niente, è solo che... oh, Nihall, mi dispiace! È tutta colpa mia!", pianse il bambino coprendosi il viso.
Nihall gli prese una mano e gliela strinse.
"Ma no, ma che dici? Non è colpa tua, non sentirti in colpa. Su, non piangere".
Noal alzò il viso e singhiozzò piano.
"Ma tu eri arrabbiata con me... mi hai detto di andarmene!"
"Non volevo mi aiutassi. Quell'uomo ti aveva frustato perché non stavi lavorando. Se ti avessero visto aiutare me anziché tornare a spaccare pietre, a quest'ora tu saresti in questa infermeria, ridotto peggio di me", spiegò Nihall.
Noal tirò su il naso un paio di volte prima di parlare, come a voler assimilare le parole della ragazza.
"Perciò... perciò tu l'hai fatto per proteggermi?"
"Mmh mmh", mugolò Nihall in segno di assenzo.
"E n-non sei arrabbiata con me?"
"Certo che no, piccolo! Dai, ora non piangere più, ok?", rispose sorridendo la Padawan.
Il bambino tirò il naso più volte ma sorridendo, finalmente rincuorato.
"Ti voglio bene, Nihall"
"Anche io, Noal. Ma... un attimo. Ma tu non dovresti essere a fare colazione? Che ci fai qui?", chiese Nihall sospettosa.
"Ah, giusto! Mi ha mandato qui la tua maestra. Durante la notte ho sentito una piccola vibrazione metallica - tranquilla, l'ho sentito solo io!", specificò il bambino vedendo lo sguardo preoccupato della ragazza.
"Ho risposto ed era la tua maestra. Ha detto che dovrai farle sapere quando starai bene, così inizierà a venirci a prendere. E ci porteranno via di qui", riferì.
Nihall guardò nel vuoto per un attimo, assimilando per bene ciò che le era stato riferito.
"Ok. Dove hai messo il mio comlink?"
"La tua maestra mi ha detto di rimetterlo al suo posto..."
"Va bene. Dovrai fare una cosa per me. Più tardi, qualche ora prima che vi mandino a dormire - appena finisci di cenare - prendi il comlink dal condotto e me lo porti. Ah! E nel condotto troverai la mia cintura da Jedi. Dovrai portarmi il contenuto della terza tasca, quella che si trova dietro. Intesi?"
"Va bene"
"Ti chiederei di portarmi anche la spada laser ma è troppo ingombrante, ti scoprirebbero subito", sospirò Nihall.
In quel momento la porta venne aperta e la guardia fece capolino.
"Forza, ragazzino, l'orario delle visite è finito!"
"Ciao Nihall", salutò il bambino facendole un maldestro occhiolino.
Nihall lo salutò agitando la mano e si riaddormentò.

Qualche ora dopo, nel tardo pomeriggio, la porta venne riaperta.
Nihall riaprì gli occhi, pensando fosse Noal che avesse eseguito il suo compito prima del tempo. Ma non fu Noal a entrare.
Un uomo sulla sessantina, con una divisa verde come quella dei militari ma più pulita e sistemata, si diresse nella sua direzione.
Aveva un viso duro, di chi aveva sostenuto molte battaglie. Pochi capelli grigi incoronavano la sua testa e il viso incorniciato di rughe e tagli. I suoi passi rimbombavano nel terreno, forse anche a causa dei pesanti stivaloni che indossava.
Si avvicinò al suo letto e tirò fuori un foglio piegato dalla tasca interna della divisa. Lo dispiegò e lesse.
"Sei tu Nihall Tah'Ja?"
"Sì", rispose la Padawan.
L'uomo la fissò un attimo, come se non fosse stato contento della risposta.
"Sì, signore", si corresse Nihall.
L'uomo ritornò a guardare il foglio. La ragazza notò che nell'indice destro portava un grosso e spesso anello d'oro, con tre segmenti, due piccoli e al centro uno più lungo, con inciso qualcosa che non riuscì ad identificare subito.
"Qui dice che sei di Nar Shaddaa", constatò l'uomo.
Nihall si riscosse.
"È così, signore", mentì la zabrak.
"E che sei arrivata con il carico di tre giorni fa"
"Sì, signore".
L'uomo la guardò e ripiegò il foglio, rimettendoselo in tasca. Poi prese un sedia e l'avvicinò al letto di Nihall, che piano piano sentiva la paura montare dentro di sé. Cosa voleva quell'uomo? E chi era?
Quello si sedette e appoggiandosi alle ginocchia, la guardò. Lo sguardo della Padawan cadde di nuovo su quello strano anello. Aveva qualcosa di sinistro.
E infatti, potendolo osservare un po' da vicino, notò che l'effige riportata sul segmento più lungo era quello di una serpe attorcigliata ad un pugnale.
La ragazza rabbrividì.
"Sai, Nihall? Io penso tu sia un gran bugiarda", disse l'uomo tranquillamente.
Il cuore di Nihall perse un colpo.
"Non capisco di cosa stia parlando, signore", rispose, cercando di stare tranquilla, ma in realtà la povera ragazza stava sudando freddo.
"Io invece penso tu capisca molto bene, signorina. Tre giorni fa non è arrivato nessun carico da Nar Shaddaa. Può darsi che tu ti sia confusa, ma io non credo. E nel carico che c'è stato tre giorni fa non c'era nessun zabrak. Ne sono assolutamente sicuro. Sai, teniamo registri molto accurati riguardo i nostri bambini. Sappiamo chi entra e chi esce. E stranamente non c'è niente su di te. Quindi mi chiedevo: chi sei realmente tu?"
Nihall stava perdendo il controllo, la paura di essere scoperta e uccisa la stava divorando viva. Si impose mentalmente di controllarsi, era una Jedi, doveva comportarsi da tale. Non avrebbe deluso nuovamente la sua maestra.
Alzò gli occhi, orgogliosa e temeraria, e lanciò all'uomo uno sguardo indifferente.
"I suoi registri saranno sbagliati. Io sono stata portata qui da non so dove. L'ultimo pianeta di cui ricordo aver memoria è Nar Shaddaa, perciò presumo sia stata prelevata lì. Di quel che è successo dopo non ho memoria. Perciò non capisco il motivo della sua visita. Ora, se non le dispiace, sarei piuttosto stanca. L'infermiere ha detto che ho bisogno di assoluto riposo", disse un po' sfacciatamente Nihall.
L'uomo si alzò dalla sedia, scuro in volto. Nihall ebbe un moto di paura, certa che l'uomo l'avrebbe picchiata per arrivare alla verità. Forse si era spinta un po' troppo oltre.
Ma l'uomo non la sfiorò. Al contrario, fece qualche passo indietro.
"Tornerò a farle visita nuovamente, signorina Tah'Ja. Sempre che questo sia il suo vero nome", disse avviandosi all'uscita e aprendo la porta.
Nihall tirò un sospiro di sollievo, almeno per quel momento l'aveva scampata. Ma l'uomo non se ne andò subito.
Indugiò sulla soglia un attimo, prima di rigirarsi e guardarla con un sorriso maligno.
"È proprio carina quella treccina che porta dietro l'orecchio destro. Posso chiederle se ha un significato particolare?", chiese mellifluo.
Nihall sussultò.
Una persona informata sul Tempio e l'Ordine Jedi poteva sapere che la treccia o una catenina di perline dietro l'orecchio destro era il simbolo dei Jedi, degli allievi Padawan. E dove c'era un Padawan c'era anche un Maestro.
"N-no. Nessun significato particolare. L'ho vista a delle persone, mi è piaciuta e me la sono fatta anch'io", rispose la ragazza impaurita.
L'uomo sorrise maligno.
"Interessante...", meditò quello facendo per andarsene.
"Ma lei chi è?", gridò frustrata Nihall.
"Il direttore di questo posto", disse l'uomo uscendo dalla porta.
Non aveva neanche finito la frase che la porta si era già richiusa.
Nihall dovette ripetersi più volte il Codice per calmarsi.
Doveva assolutamente parlare con la sua Maestra.














Note dell'autrice

Salve a tutti!!
Come state? Spero bene.
Come avete potuto vedere, non ho fatto tanto male a Nihall... Mi perdonate poco pochino?
Neanche Noal si è fatto tanto male :) e la nostra Padawan è già pronta all'azione ;)
Non dimenticatevi di quell'uomo, lo incontreremo presto ;)
Bien, non ho molte altre cose da dire se non che spero vi sia piaciuto il capitolo :)
Come sempre il mio profilo ask è questo.
Grazie sempre alla mia sorellina Dragasi , a famousdrago ed erik3090 per le loro recensioni! ^^ e a tutti voi che mi seguite e leggete :)
A presto!! E buon primo Maggio a tutti!!
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Sylvia Naberrie