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Autore: Chipped Cup    30/04/2015    6 recensioni
[ Captain Swan | S4 Finale Alternativo ]
Prima di essere sconfitto, Gold colpisce Killian con un incantesimo spedendolo lontano da Storybrooke, a Londra. Questa volta toccherà ad Emma ritrovarlo e riportarlo a casa, ma l'impresa si rivelerà meno semplice del previsto.
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Dalla storia:
Nella mia vita ho avuto paura di perdere una persona cara così tante volte da perderne il conto. Ricordo il terrore provato vedendo Henry cadere a terra dopo aver mangiato la torta di mele di Regina. Il panico di vedere mia madre morire, uccisa dalla sua matrigna, e non poter far niente per evitarlo. In entrambi i casi ho cercato di non perdere la speranza: Henry poteva essere salvato, mia madre poteva non essere morta davvero. Ma questa volta è diverso, questa volta sto perdendo Killian Jones. Lo sto perdendo per sempre.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Where are you, Jones?





Fu la settimana più lunga della mia vita.
Non avere la minima notizia su Killian, non sapere se stesse bene, se fosse ferito, se fosse stato mandato in qualche mondo magico mi rendeva nervosa e irrequieta. Era proprio il fatto del non sapere che mi faceva stare tanto male. Avevo bisogno di sentire la sua voce, anche solo per qualche secondo. Volevo che mi rassicurasse, che mi dicesse che presto l'avrei trovato e saremmo stati di nuovo insieme.
Invece le ricerche non stavano portando da nessuna parte.
La prima cosa che avevo fatto, dopo aver trovato l'anello, era stata catapultarmi in fretta e furia nel negozio di Gold, consapevole della grande scorta di pozioni dell'uomo. Avevo versato sull'anello un po' di pozione di localizzazione e avevo aspettato qualche secondo che facesse effetto. Inutilmente. L'oggetto non mostrava neanche il minimo accenno di uno scintillio.
Sprecai altre tre boccette, in preda al panico totale, prima che Regina mi raggiungesse e mi sgridasse senza farsi troppi problemi.
« Non è a Storybrooke, Swan » mi aveva detto in tono brusco, alla fine « in qualche modo lo troveremo, ma tu devi mantenere i nervi saldi. »
Ma non poteva comprendermi fino in fondo. Ci provava, e io di certo non gliene facevo una colpa, ma non poteva neanche solo immaginare cosa mi passasse per la testa durante quelle giornate.
« Hai trovato niente, mamma? » Henry mi ridestò da quei pensieri, facendomi alzare la testa dall'ennesimo libro che consultavo, senza sapere bene cosa stessi cercando. Sospirai, mentre lo chiudevo con delusione.
« No ragazzino, nessun progresso. » Affermai poggiando i gomiti sul tavolo e la fronte sui pugni chiusi.
Ero esausta. Non dormivo per più di due ore da giorni, ma non potevo permettermi di rilassarmi tanto per nessun motivo al mondo.
Henry si sedette al mio fianco e mi guardò silenziosamente. Mi strinse forte la mano sinistra e io ricambiai la sua stretta, girandomi a guardarlo e mostrandogli un debole sorriso.
« So che sei preoccupata, ma vedrai che... »
« Starà bene, sì, lo so. » Lo interruppi, ripetendo meccanicamente le due piccole parole che sentivo da giorni senza sosta. « Ormai sembra che me lo ripetiate tutti al solo scopo di farmi contenta. » Commentai poco dopo, visibilmente scocciata.
« Io non lo dicevo solo per farti contenta » ribatté Henry « ci credo davvero. »
« Lo so » ripetei sospirando, cercando di essere meno dura, almeno con lui. « E' solo che, da quel che vedo, vi preoccupate tutti quanti per me, quando io sono qui, al sicuro sana e salva. Invece Killian è lì fuori, chissà dove. Mi state aiutando nelle ricerche senza fermarvi un attimo, e ve ne sono grata, davvero, ma lo fate tutti per me, nessuno lo fa per lui. Mi sto rendendo conto che a nessuno importa qualcosa di Killian. » Buttai fuori il pensiero che mi attanagliava da giorni, quello che più mi infastidiva tra tutti. Eravamo tutti indaffarati in questa storia, ognuno indagava su un fronte diverso, ma l'unica che ci tenesse davvero a trovarlo ero io. Forse anche mio padre era dispiaciuto della sua scomparsa, ma al resto non avrebbe fatto né caldo né freddo, se lui non fosse stato così importante per me.
« Ehi! » Esclamò Henry, quasi offeso. « A me importa di lui. »
Mi girai a guardarlo sorpresa, non sapendo bene che cosa dire. Non me lo aspettavo, non lo avrei neanche mai immaginato. Henry si dava, sì, un bel da fare, molti dei libri della biblioteca li aveva consultati lui, ma avevo sempre pensato lo facesse per aiutare me. Non avevo mai parlato con mio figlio di Killian, non gli avevo mai chiesto cosa pensasse di lui. Forse perché una parte di me temeva la sua risposta.
Ripensai a come Henry avesse fermato Gold, pochi giorni prima, impedendogli di uccidere il pirata. Ero stata troppo impegnata a pensare a quanto fosse stato imprudente, e ad avercela con mia madre per non aver saputo controllarlo meglio, per rendermi conto che gli aveva salvato la vita sotto i miei occhi.
« Non credo di averti ringraziato per aver impedito che lo uccidesse. » Mormorai, guardandolo fiera. Lui mise su un timido sorriso e scosse la testa.
« Non ho fatto niente, ho solo agito d'istinto. »
« Non hai esitato un solo istante » continuai « ti sei comportato da vero eroe. » “Quello che non sono stata io” pensai, pur essendo orgogliosa di mio figlio.
« Beh, non potevo lasciarlo lì e restarmene a guardare in silenzio. E poi ero certo che il nonno non mi avrebbe mai fatto del male. »
Restarmene a guardare in silenzio.
Quelle parole, dette senza un briciolo di cattiveria, mi colpirono allo stomaco come se si trattasse di un pugno. Non erano riferite neanche lontanamente a me, ma non riuscivo a non sentirmi ugualmente colpevole. Dovevo essere io a correre in soccorso di Killian, magari le cose sarebbero andate diversamente. O magari sarebbero andate in peggio, visto che Gold non sarebbe stato sconfitto. Ma ero comunque rimasta lì, a guardarlo soffrire e probabilmente non me lo sarei mai perdonato.
« Ti sei affezionato a lui? » Domandai poi, di punto in bianco. Il ragazzo si dimostrò sorpreso quanto me da quello che avevo appena chiesto.
« Ma certo » rispose come se si trattasse di una cosa più che ovvia « Killian è forte, insomma... è Capitan Uncino. » Sorrisi divertita da quella affermazione, spesso dimenticavo che l'uomo facesse parte del mondo delle favole che avevo letto io stessa quando ero bambina. Anzi, spesso dimenticavo che io stessa facevo parte di quelle favole.
Cinsi le spalle di Henry, avvicinandolo a me, per poi stringerlo forte. Improvvisamente, cominciai a sentirmi meglio, quel ragazzino era veramente capace di infondermi una sicurezza che mi sorprendevo io stessa di avere.
Ad interromperci fu la suoneria del mio cellulare. Sciolsi subito l'abbraccio e mi sbrigai a prenderlo, speranzosa di ascoltare qualche novità sulle ricerche. Lessi il nome di mio padre e risposi all'istante.
« Pronto? »
« Emma, mi scoccia disturbati, ma hanno appena chiamato alla centrale: c'è un problema da Granny's e dovresti recarti lì. Ci andrei io stesso stesso, ma tua madre mi ha lasciato Neal, quindi...  »
« Va bene, va bene, tranquillo. Vado subito. »
Riagganciai la chiamata e mi alzai in piedi. Mi stiracchiai appena, ero seduta su quella sedia da ore e non avevo concluso niente lo stesso. Feci una smorfia e indossai la mia giacca di pelle rossa, tirandovi poi fuori i capelli. Mi avrebbe fatto bene distogliere la mente per qualche minuto, anche se dubitavo che si trattasse di una vera emergenza, probabilmente sarebbe stato solamente una perdita di tempo.
« Ci vediamo dopo, ragazzino. » Lo salutai, baciandolo sulla testa, prima di uscire dalla biblioteca.
La situazione da Granny's, come avevo immaginato, non sembrava fuori controllo, almeno dall'esterno. Maledissi mio padre per avermi mandato lì inutilmente, prima di decidermi ad entrare.
Subito, degli schiamazzi giunsero alle mie orecchie. La vecchia gridava, inveendo contro il ragazzo che, barcollando, si allontanava da Ruby: Will Scarlett.
« Cosa succede qui? » Domandai di rimando, posando le mani sui fianchi e lanciando una rapida occhiata a tutti e tre.
« Ma guardate gente, è arrivata la salvatrice! » Esclamò allora Will, alzando le braccia verso l'alto, in un gesto di esultanza. « Mi sbatterà di nuovo dentro, sceriffo? O chiamerà il suo fidanzatino per farmi pestare? Ah no, non può chiamarlo, perché PUFF! E' sparito nel nulla. »
Serrai i pugni, strinsi i denti e ridussi gli occhi a due fessure. Del fante di cuori sarebbe rimasto solamente un mucchietto di cenere, se il mio sguardo avesse potuto colpirlo in pieno. Dovetti fare appello a tutta la mia forza per non mettergli le mani addosso. Mi sembrava quasi di sentire Killian: “Resisti all'oscurità, Swan”.
« Sono stanca di vederti alzare il gomito, e creare problemi, ogni volta che ti si spezza il cuore, Scarlett. » Affermai dura, mettendogli subito un paio di manette, ignorando l'occhiata stupita e sconvolta che mi rivolgeva. « Intanto ti fai una bella dormitina dietro le sbarre, poi deciderò quando farti uscire. Ti stava dando fastidio? » Feci poi, voltandomi di colpo vero Ruby, che già scuoteva la testa.
« Mia nipote sa difendersi da sola, sceriffo. Il ladruncolo stava infastidendo la sirenetta, lei lo ha spintonato via ed è caduto. Ha anche cercato di aiutarlo, ma la poveretta è stata ripagata con un pugno sul naso. » S'intromise Granny, guardando torva Will.
« E' stato un incidente, nonna! » Esclamò allora Ruby, spazientita. « Non darle retta, Emma. Continuava a sbracciarsi e l'ha colpita per sbaglio. » Cercava di spiegare. Ma, in realtà, avevo smesso di seguire già dalla parola “sirenetta”.
« Sirenetta? » Ripetei « Ariel? E' tornata Ariel? »
Una volta avuta l'assoluta certezza che Killian si trovasse fuori Storybrooke, ci serviva un modo per poterlo cercare tra i vari mondi magici e le uniche creature che potevano affrontare viaggi del genere in poco tempo erano proprio le sirene. Per questo avevo chiesto aiuto ad Ariel, che aveva accettato subito, determinata a dare una mano. Non avevo notizie dalla ragazza da quando era partita, ma per fortuna sembrava essere appena tornata.
« Oh, sì! Anzi, ti cercava! » Esclamò allora Ruby, ricordandosi di colpo « E' in cucina. »
Ordinai loro di stare attente a Will e corsi subito in cucina: vi trovai Ariel, intenta a mettersi del ghiaccio sulla botta ricevuta.
« Emma! » Mi salutò sorpresa, vedendomi arrivare.
« Ariel, ciao » l'abbracciai, un po' allibita dalla piega che aveva preso quella giornata « ti fa male? »
« No, davvero, non è niente. » Sorrise, per poi guardarmi seria e, quasi, dispiaciuta. « Emma, non porto buone notizie. Non c'è traccia di Hook in nessun regno. »


*****


Stringevo forte il cuscino e continuavo a rigirarmi sul letto scomodo di quella cabina. Non avevo neanche fatto finire di parlare Ariel, che ero corsa via, scappata sulla Jolly Roger. Avevo preso l'abitudine di rifugiarmi su quella nave, ormai, ogni volta che volevo starmene da sola. E quello era uno di quei momenti. Pensavo a Killian, che lì ci aveva passato una vita intera, circondato dalla sua ciurma, ma ugualmente solo. Così come io ero sola, senza di lui. Mi sentivo vuota ed ora mi era stata strappata via anche l'ultima speranza di rivederlo.
Soffocai un singhiozzo, non volevo piangere, avevo già pianto abbastanza.
« Eccoti, finalmente. » Scattai a sedere spaventata, nell'udire la voce di mio padre. Non l'avevo sentito arrivare nonostante il silenzio che regnava su quella nave, troppo presa dai miei pensieri.
« Cosa... che ci fai qui? »
« Cercavo te, mi pare ovvio. » Rispose, sedendosi al mio fianco e guardandomi con occhi preoccupati, malgrado cercasse in tutti i modi di apparire tranquillo e rilassato.
« Sì ma... come hai fatto a trovarmi?! » Domandai ancora, senza riuscire a capacitarmi del fatto che mi avesse raggiunta lì.
« Sono tuo padre, ti conosco ormai. » Lo guardai male ed alzai un sopracciglio, cosa che fece sospirare l'uomo. « Okay, va bene. Ti ho vista tre sere fa, mentre uscivi di casa di soppiatto, così ti ho seguita e ho visto che entravi qui dentro. »
« Capisco. » Mormorai solamente, abbassando la testa e rigirandomi l'anello di Killian fra le mani.
« Ariel mi ha detto di non essere riuscita a trovarlo. »
Mi limitai ad annuire con il capo, uno dei motivi per cui ero scappata a bordo della Jolly Roger era proprio il non dover affrontare quell'argomento.
« Mi dispiace. »Affermò.
Mossi appena la testa, ancora una volta silenziosa.
« Ovviamente sai che significa questo, vero? » Alzai la testa di scatto e lo guardai dura.
« Non è morto, papà. Solo perché Ariel non ha trovato nessuna notizia su di lui, in nessun mondo magico, non significa che è- »
« Non intendevo assolutamente dire questo! » Esclamò lui, fermandomi. Lo guardai comunque torva.
« E allora cosa? Cosa intendevi? »
« Che si trova in questo mondo, solo fuori Storybrooke. »
Lo guardai attentamente per qualche secondo. Il ragionamento quadrava, non capivo come avevo fatto a non arrivarci prima. Mi ero lasciata vincere dallo sconforto e non avevo neanche preso in considerazione quell'opzione. Magari era più vicino di quanto pensassi, o forse no. Conoscendolo, Gold mi avrebbe reso le cose più difficili che mai.
« Bene, abbiamo solamente cinque continenti da perlustrare e una vita sola. » Mormorai con una smorfia. « Senza dimenticarci dei due poli. » Aggiunsi poi, cercando di togliermi dalla mente l'immagine di Killian sperduto tra i ghiacci.
« Andiamo, Emma, almeno sappiamo che è in questo mondo. Troveremo un incantesimo che- »
« Un incantesimo? Davvero? Perché, cosa credi che abbia cercato questa settimana in biblioteca? » Scattai in piedi e cominciai a camminare per la cabina, sotto al suo sguardo. « Ho consultato centinaia di libri, non c'è niente. Niente di niente. So come creare una città dal nulla, ma non so come trovare il mio uomo. » Diedi un calcio al muro, arrabbiata con me stessa.
« Emma... » Lo ignorai, non sarebbe riuscito a calmarmi.
« Pensi che sia semplice? Pensa a Gold, ha passato tutta una vita a cercare suo figlio, e lui è sempre stato l'uomo più potente di tutti i tempi. Non può essere questione solo di un incantesimo. Altrimenti non avrebbe trovato Neal così tardi. »
Mi zittii ed incrociai le braccia al petto, pensierosa. Continuavo a camminare avanti e indietro, quando ad un tratto mi voltai. Guardai mio padre sgranando gli occhi, lui fece altrettanto, non capendo.
« Cosa? » Domandò spazientito.
« Neal. » Risposi a mezza voce, aprendomi in un sorriso speranzoso. « Gold ha scoperto che Neal si trovava a New York grazie a una sottospecie di mappamondo magico. Voleva usarlo anche per trovare Henry quando era stato portato a Neverland. E' stato sotto il nostro naso per tutto questo tempo. » Spiegai tutto d'un fiato « Forza, non possiamo perdere altro tempo! »
Raggiungemmo il negozio di Gold in una manciata di minuti. Notai subito il globo magico, posizionato su uno scaffale in bella vista. Lo presi con mani tremanti e lo posizionai sul bancone. Lo guardai per qualche secondo, terrorizzata. Quella era davvero la nostra ultima possibilità, e non ero neanche sicura che potesse funzionare.
« Credo che funzioni solo con i legami di sangue. » Affermai a un tratto, scoraggiata. Mi morsi un labbro, avevamo la soluzione a portata di mano e probabilmente non potevamo fare niente per usarla.
« Il vero amore è un legame tanto forte come quello di sangue. Credo possa funzionare lo stesso. » Disse mio padre sicuro, osservandomi e aspettando che mi decidessi a pungermi il dito.
« Il... vero amore? » Lo guardai. Killian Jones era il mio vero amore? Me lo ero chiesta davvero tantissime volte, ora potevo trovare risposta anche a quella domanda.
Respirai profondamente, chiudendo gli occhi. Quando li riaprii mi punsi l'indice sinistro decisa, e lasciai scivolare la goccia di sangue sul globo di cristallo. Mi concentrai su Killian, mentre il sangue si radunava e andava a mostrare un'isoletta lontana da Storybrooke, lontana dall'America.
« Londra. Killian si trova a Londra. » Esclamai sconvolta, ma felice. « Non posso aspettare un minuto di più, parto all'istante. »






L'anello brillava tra le mie mani, tanto che dovevo stare bene attenta a non mostrarlo alla gente che mi circondava. Avevo preso il primo volo per Londra e non avevo lasciato che nessuno mi accompagnasse. Era una cosa che dovevo fare da sola, così come aveva fatto in precedenza Killian, trovandomi a New York per poi riportarmi a casa.
Ogni passo mi faceva sentire più vicina a lui, finalmente lo stavo raggiungendo e presto saremmo stati insieme.
L'anello mi portò in una stradina di campagna, dove spiccava una casetta circondata da un giardino ben curato. Il cancello era aperto, così lo aprii seppur con titubanza e seguii la stradina fatta di mattoncini grigi che portavano fino ad una veranda costruita in legno.
Non smisi un attimo di fissare quella porta, nervosa. Alla fine mi decisi e bussai due volte e un attimo dopo mi trovai davanti una ragazza dai lunghi capelli rossi e dagli occhi da cerbiatto che mi scrutavano incerti.
« Desidera? » Mi domandò, guardandomi con fare curioso.
« Oh... io... » mugugnai delusa: ero davvero convinta di trovare Killian, lì dentro. « Mi dispiace, devo aver sbagliato casa. » Feci imbarazzata, girando i tacchi e allontanandomi velocemente.
Richiusi il cancello alle mie spalle e cominciai ad andarmene. Guardai l'anello, che adesso tenevo sul pollice destro, visto che le altre dita erano troppo piccole per indossarlo. Mi aveva portato lì, quindi Killian non doveva essere troppo lontano, ero sulla strada giusta, non dovevo perdere la speranza.
« Ci vediamo domani, Hook. »
« A domani, e grazie ancora del passaggio. »
Mi bloccai nell'udire quelle voci, soprattutto l'ultima che avrei riconosciuto fra altre mille. Mi girai in tempo per vedere una macchina nera mettere in moto e andare via, e poi eccolo lì: Killian Jones, capitan Hook.
I suoi occhi blu si posarono su di me nello stesso istante in cui gridai il suo nome.
« Killian! »
Sorrisi entusiasta, finalmente l'avevo trovato, non potevo credere ai miei occhi. Gli corsi incontro, buttandogli le braccia al collo. Mi era mancato abbracciarlo, chiudere gli occhi e perdermi nel suo profumo.
Ma c'era comunque qualcosa che non andava in quella situazione, come un orribile presentimento.





Note dell'autrice:
 Eccomi di nuovo qui ^^ avrei voluto postare prima, ma i professori devono sempre ricordarci che non siamo degni di avere una vita all'infuori della scuola  :') Ma torniamo alla storia! Sono sincera, il capitolo non mi fa impazzire eccessivamente. A dirla tutta volevo finirlo con Ariel che diceva di non aver trovato nulla che riconducesse a Killian, ma poi sarebbe stato cortissimo, e quiiindi eccoci a Londra :D Sono piuttosto eccitata perché questo segna l'inizio della storia vera e propria, dal prossimo capitolo comincerete ad avere le idee più chiare :)
Per ora è tutto, rigrazio tutti quelli che hanno recensito e aggiunto la storia tra le preferite/seguite. Non immaginavo foste così in tanti, davvero. Grazie di cuore, spero di non avervi deluso in alcun modo. Un bacio a tutti ♥
  
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