Si comincia...
Una mattina ti svegli e … con gran gioia t’accorgi che l’estate è arrivata. Stop alla scuola, allo studio feroce che accelera la vecchiaia, se non la crescita dei capelli bianchi; ai corsi di ginnastica che ogni volta ti distruggevano, stop allo stress.
Finalmente schiaccio il pulsante play per un’estate da godersi con la mia migliore amica, e i pomeriggi che solo due pazze come noi possono vivere.
Sono Alex Clarck, una diciassettenne che ha incessanti sbalzi d’umore. Ogni volta che mi lagno continuano a ripetermi che è l’adolescenza, ma in effetti sono una vera e propria depressa e, sicuramente, da adulta sarò anche peggio. Sento di essere un corpo frustato senza anima che ogni giorno affronta la sua insignificante vita, aspettando una svolta che puntualmente non arriva.
Vivo a nord di Manhattan, meglio conosciuto come Bronx: quartiere famoso per il suo rap, ma anche per la sua criminalità.
Sono costretta a starci, con lo stipendio di mia madre possiamo permetterci solo questa adorabile topaia che, nonostante tutto, con la nostra creatività abbiamo reso variopinta e accogliente. Per non farle pesare il duro lavoro di cameriera, per quest'estate mi cercherò un impiego, è una decisione che ho preso così, su due piedi. Sarà difficile spiegarle perché voglio iniziare a lavorare: voglio solo alleggerirle i massi che da troppo tempo porta sulla schiena. Deve farsene una ragione: sua figlia vuole rendersi utile.
Per iniziare mi andrebbe bene qualsiasi lavoro, persino un pony express, anche se il mio orientamento faccia cilecca tre volte su quattro. Mi garberà tutto fuorché lavare bagni pubblici: mi darebbe gran disgusto; difatti ammiro molto chi lo fa… Ne ha di coraggio!
Nel tempo libero, se ne avrò, uscirò con la mia migliore amica Katy: non è tanto alta; il suo fisico esile, la sua pelle pallida e i suoi capelli color ocra fanno intendere ad una principessa Disney. Le sue guance sono ravvivate da tante lentiggini color pesca, e i suoi piccoli occhi verde acqua non sanno mentire.
Non ci sentiamo fighe, belle e desiderate, ma almeno andiamo d’accordo; al giorno d'oggi è così difficile trovare una vera amicizia e soprattutto senza interesse.
Di Katy so solo ciò che di importante c’è da sapere: se hai bisogno di aiuto c’è, se deve darti una mano non esita e, anzi, te ne porge due e se cadi... prima ride e poi aiuta ad alzarti!
Adesso che sapete di mia madre e vi ho accennato della mia migliore amica, potete ben capire il funzionamento della mia vita, poiché la mia esistenza gira solo intorno a loro. Inevitabilmente vi starete chiedendo di mio padre, beh… Non ce l’ho. Non perché sia morto, è solo sparito dalla mia vita quando ero solo una poppante. Non c’è mai stato ai miei compleanni, né si è sprecato di telefonarmi, non è mai venuto alle mie recite. Ciò lo ha reso ai miei occhi un perfetto sconosciuto, non conosco il suo volto, la sua voce, la sua risata, il suo lavoro… Mia madre con le sue parole crude, ma reali , mi ha portata ad odiarlo, e ogni volta che i discorsi vanno a cadere su lui, lei cambia radicalmente argomento. Non so neanche il suo nome. Ho pianto molte volte cercando di capire cosa ci fosse di sbagliato in me, chiedendomi perché la mia non fosse una famiglia normale, provando anche un po’ invidia verso le mie coetanee: il sabato con i loro genitori vanno al cinema, al parco, a mangiare un gelato, e le vacanze estive sono d’obbligo; l’unica scelta ardua è: mare o montagna?
Anche a scuola mi spogliavo della corazza che mi ostinavo ad indossare tutte le mattine, tra un’ora di lezione e l’altra mi recavo in bagno e scoppiavo in un pianto irreparabile. Mia madre ha sempre cercato di andare avanti e insieme siamo riuscite a superare i più grandi ostacoli, ad esempio: quando s’allagò la casa e non avevamo abbastanza soldi per pagare l'idraulico; quello sì che fu un periodo orribile, ma ne siamo uscite insieme, in piedi, più forti di prima.
Sono cresciuta con onestà e umiltà, valori in grado di fondare basi ben salde per affrontare sfrontatamente situazioni future, ne sono felice: le mie coetanee oggi sono viziate, presuntuose e non riusciranno a cavarsela in questa vita che più che darci, ci toglie. Ora che sono cresciuta, con i miei diciassette anni so che posso farcela.
Ovviamente non credo nel principe azzurro, nella principessa che dopo tante peripezie si salva; credo nella guerriera, quella che da sola, armata soltanto di coraggio, uccide il mostro. Ora che sono “grande” so che quella persona che mi ha fatto del male abbandonandomi, non merita di essere ricordato.