Our happy St. Valentine!
 
Bene. Perfetto orario.
Abito impeccabile. Prenotazione nel miglior ristorante della città. Auto luccicante.
Una discreta rosa rossa, una confezione con tre cioccolatini (mai esagerare) a forma di cuore e, silenziosamente appoggiato al cuscino del letto, il regalo vero e proprio, un braccialetto di Morellato.
Farsi consigliare da Sanji era stata un’idea geniale.
“Sono pronta!”
Zoro trasalì. Sapeva quanto era bella la sua ragazza ma ogni volta era un colpo al cuore. Nami indossava un tubino nero, che risaltava le sue morbide forme, e aveva acconciato i capelli in una crocchia elegantissima. Un ciuffo ribelle le scappava sulla fronte, costringendola a sbattere gli occhi color caramello. Il ragazzo si perse a contemplarla.
“Tesoro? Andiamo?” lo risvegliò dalla trance.
“Uh? Sì, certo…”

-.-.-.-

Nami era rimasta piacevolmente sorpresa dalla perfetta organizzazione della serata. Sospettava lo zampino di Sanji, ma il solo fatto che il suo buzzurro di fidanzato avesse chiesto aiuto pur di farle passare un San Valentino indimenticabile la rendeva piena di gioia. Seduta al tavolo, nascosta dietro al menù, guardava di sottecchi il suo ragazzo. Per lei aveva addirittura messo una camicia… Era stupita e soddisfatta, nonostante lo adorasse anche in t-shirt, con i muscoli perfettamente modellati in risalto. Sorrise, sbattendo le lunghe ciglia.
“Ordiniamo?”
“Certo, ora chiamo il cameriere…”

Appena Zoro si sporse un poco arrivò una cameriera in abito succinto, con le calze a rete e la minigonna inguinale. Il ragazzo notò il papillon, che indossavano tutti i camerieri del locale, a forma di cuore rosso e ridacchiò dentro di sé per il pessimo gusto. Nami lo osservò nervosa.
“Califa, molto piacere. Cosa le porto?”. La ragazza in calze a rete si rivolse direttamente a Zoro, sbattendo le palpebre, civettuola. Nami cominciò a vedere rosso.
“Non saprei… Hai idee, caro?” si inserì prontamente nella conversazione. Zoro aveva un programma, delineato da Sanji, che prevedeva per prima cosa un brindisi.
“Ehm… un aperitivo?” non gli erano sfuggiti gli occhi di Nami. Sprizzavano lampi inquietanti. Si chiese cosa stesse sbagliando.
“Ma certo, arriva subito” Califa rispose al ragazzo, ignorando Nami. La rossa prese quasi fuoco.
La affascinante cameriera si allontanò, e per Zoro cominciarono i guai.

“Bella ragazza, no?” chiese Nami, apparentemente calma. Zoro alzò gli occhi dal menù.
“Chi?” le domandò, guardandosi intorno. Le guance di Nami si arrossarono, faceva pure il finto tonto?
“La cameriera… Ha un bel seno, non trovi?” continuò la rossa, non aveva intenzione di mollare.
“Boh, se lo dici tu…” Zoro ricominciò a controllare il programma, attento a non dimenticare nulla. Pessima idea.
“Ho visto benissimo come l’hai guardata, sai? Soprattutto il davanzale, messo in ottima vista” si alterò Nami, tremante di rabbia.
“Cosa? Ma io non…” Zoro la osservò bene, notando subito l’incazzatura. La conosceva bene, Nami, quello sguardo non prometteva niente di buono. Cercò di giustificarsi.
“Veramente, ho guardato il papillon… Mi faceva ridere” confessò il ragazzo. Ma lei non sembrava convinta.
“Certo, come no… e non ti divertiva il vestito? E le calze? Davvero eleganti, non trovi?”
“Veramente…”
“E questo sarebbe un ristorante di lusso? Ha proprio delle gran cadute di stile, se permette queste mis ai camerieri…”
Zoro si sentì sotto accusa. Tentò di difendersi.
“Questo è un ristorante di classe. Guarda il menù…”
“Stai insinuando che pretendo troppo?”. Ahi ahi, brutta situazione.
“Non ho detto niente del genere, Nami…”
“Mi hai portato qui perché c’è cucina francese? Pensi che dovrei mangiare meno?”. Zoro non sapeva più cosa dire.
“Ma no, che stai dicendo?”
“Ho capito, pensi che io sia grassa!”. Eccoci giunti al punto di non ritorno, pensò Zoro. Nami cominciò a singhiozzare.
“Ma amore… non ho mai pensato a una cosa simile!” Zoro cercò di mettere una pezza alla situazione. Un padre di famiglia, seduto al tavolo accanto, lo fulminò con lo sguardo.
“Guardi che veramente non lo penso…” Zoro rispose allo sguardo, accigliato. Adesso sembrava pure colpa sua…
“Ma certo, per piacerti dovrei avere dieci chili di meno… e due taglie di seno in più!”. Zoro pensò che già con cinque chili in meno sarebbe scomparsa. Sospirò.
“Nami… non immaginare cose che non ho mai detto. Io non…”
“Dette no, ma pensate di sicuro! Basta vedere come fissi le altre!” Zoro la guardò sbigottito.
“Le altre chi?” cominciava ad essere confuso e anche un po’ irritato. Nel frattempo, ritornò Califa con gli aperitivi. Nami la fulminò con lo sguardo.
“Ecco, rimani pure qui con la tua nuova fiamma!” gli sbraitò addosso.
“Nami, non fare la mocciosa e non inventarti storie! Ascoltami…”. Non si era reso conto di averlo detto, e fu l’ultima goccia. ‘Mocciosa’… Nami prese il drink direttamente dal vassoio e glielo gettò in faccia. Poi gli diede le spalle e uscì dal locale.

Sotto lo sguardo sbalordito dei presenti Zoro si asciugò il viso, maledicendo lui e la sua idea di un San Valentino ideale. Sentì il cellulare vibrare. Lesse il display, un sms da Sanji.
Zoro alzò lo sguardo in tempo per vedere Bibi lasciare il locale a passo di marcia e il biondo cercare di togliere i residui di panna dalla camicia. Ok, mal comune…
Aprì il messaggio:
‘Per questo S. Valentino, facciamoci un regalo…. Diventiamo gay’
Zoro fu colto da una crisi di risate.
In contemporanea, i due ragazzi si alzarono dai rispettivi tavoli per correre dietro alle loro fidanzate.
 
In fondo, la loro gelosia era la miglior dichiarazione d’amore che potessero desiderare.


Angolo dell'autore:

Ciao a tutti! Questa è la mia prima ZoroxNami, spero vi sia piaciuta! So che non è San Valentino, ma è sempre un buon momento per una storia di questa coppia... scoppiettante!
Come sempre ogni commento, consiglio o suggerimento è graditissimo!

Grazie!