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Autore: WibblyVale    02/05/2015    2 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La mattina successiva Shiori si ritrovò seduta ancora sulla poltrona nella stanza della piccola Amaya. Era rimasta lì tutta la notte. Decise quindi di mettersi al lavoro e si diresse nell'ufficio di Tanoshiji per sistemare alcuni documenti prima che lui si svegliasse. L'uomo però non tardò molto a raggiungerla e si sedette dietro la sua scrivania, osservandola muoversi tranquilla per l'ufficio, aspettando il momento giusto per parlare.
"Allora, mi stai ancora punendo?" chiese con un tono quasi divertito nella voce.
"No, sono solo concentrata nel mio lavoro. Dovresti farlo anche tu." rispose pacata lei.
"Quindi la tua assenza dal nostro letto proprio 'sta notte è stata una pura casualità."
"Amaya voleva la mia compagnia. E visto che hai deciso di cambiare la sua vita senza alcun preavviso da domani, ho pensato di poterle concedere un po' di conforto."
Il biondo fece uno scatto improvviso dalla sedia, bloccandola tra il suo corpo e lo schedario. Le sue mani stringevano i polsi della compagna, trattenendoli sopra la testa.
"Odio quando mi parli in questo modo sfacciato." soffiò rabbioso.
Lei non si scompose più di tanto. Era abituata ai suoi scatti d'ira. L'aveva visto fare cose orribili, ma a lei non era mai arrivato a fare davvero del male. Questo perché in un modo tutto contorto lui l'amava.
"Stavo solo constatando..."
"Il preavviso c'è stato! Da quando è arrivata al campo sapevi che sarebbe successo!"
"Pensavo che me lo avresti detto. Invece, se non l'avessi scoperto da sola, tu mi avresti informata domani, solo perché sono io quella che deve fare il sigillo!"
"Hisao e mia madre hanno pensato fosse meglio così. E onestamente io ero d'accordo ti sei affezionata molto a quella bambina."
"Ma non ho mai abbandanoto la tua causa. Credi davvero che avrei cambiato idea solo per l'affetto che provo per lei?"
Lui allentò appena la presa. "Hai ragione ti devo maggior fiducia." La baciò. "Ma non ti azzardare mai più a parlarmi con quel tono, non mi piace affatto!"
Lasciò i suoi polsi prendendo poi a baciarla con sempre più passione. La kunoichi rispose meccanicamente al bacio, estraniandosi leggermente da ciò che la circondava. Sapeva che le mani di lui percorrevano la linea dei suoi fianchi, mentre le proprie si andavano ad intrecciare nei suoi capelli, ma preferiva concentrare le sue attenzioni su altro.
Ripensava a come il pomeriggio precedente fosse venuta a sapere da uno dei suoi collaboratori che il capo aveva in mente di rinchiudere il Tricoda in Amaya nel giro di due giorni.
Le mani del biondo alzarono i lembi della gonna, lei si aggrappò alla sua schiena stringendolo di più a sè. Erano anni che organizzava un piano per salvare la bambina, ma temeva che in così pochi giorni non sarebbe riuscita ad attuarlo.
Aveva avvertito il Biju che si era infuriato con lei, urlandole dentro il cervello: "Avevi promesso!" La kunoichi sapeva di averlo fatto e avrebbe fatto di tutto per mantenere la promessa.
Le sue mani si muovevano automaticamente sui bottoni della camicia, quando qualcuno bussò alla porta. Tanoshiji si staccò, permettendo ad entrambi di risistemarsi, poi ordinò al suo sottoposto di entrare.
"Tanoshiji-sama, la squadra Delta è pronta a partire per la missione. Abbiamo bisogno solo della sua conferma."
La Nara notò che il ragazzo aveva qualcosa di strano. Stava compiendo il suo dovere, ma dentro di sè pareva vuoto, le sue emozioni erano accantonate in un angolo remoto del suo essere. Lei sospirò internamente di sollievo e sorrise al giovane.
"Fa pure partire la squadra." Con un gesto della mano lo congedò e corrispondendo il suo sorriso il ragazzo uscì.
Tanoshiji fu immediatamente sulle sue labbra.
"Devo... Lavorare..." protestò lei.
"Sono io il capo qui."
La ragazza posò le mani sul suo petto, scostandolo.
"Ti prometto che sta sera sarò tutta tua. Ma ora devo occuparmi del Biju, se vuoi che sia pronto per domani."
"D'accordo. Ma stasera non mi puoi sfuggire."
"Non ho intenzione di farlo." rispose lei con voce sensuale, posandogli un bacio sulle labbra.

Amaya arrancava su per la collina per tenere il passo di Shiori, che pareva accorgersi a malapena della sua presenza concentrata com'era nell'arrivare a destinazione.
"Kasumi! Kasumi! Sono stanca!" si lamentò.
La donna si fermò e si inginocchiò accanto a lei.
"Scusami, Fiorellino, è che avevo un po' di fretta."
La prese in braccio e corse fino al lago all'interno del quale vi era il Biju.
"Isobu-sama!!!" lo salutò la bambina con entusiasmo.
Il demone fece schioccare le sue tre code nell'aria in segno di saluto. Quella piccola creatura gli piaceva molto. Era sempre così solare e gentile. Lanciò uno sguardo di rimprovero alla Nara, che però capì che la stava perdonando per la sua svista. L'antica cratura si avvicinò di più alla riva e abbassò la testa per permettere alla bambina di salirgli in groppa.
"Vieni Amaya-chan, facciamoci un giro." Poi, rivolgendosi solamente alla kunoichi, aggiunse: "E' dietro quella pianta."
Shiori lasciò che demone e bambina si facessero compagnia l'un l'altra, mentre lei raggiungeva il suo ospite.
"Non gli piaccio per niente." commentò il ragazzo con i capelli scuri.
"Tu e la tua Organizzazione state cercando di catturare lui e i suoi fratelli." lo difese lei, ma era davvero felice di rivedere l'amico.
Infatti, in quegli anni, Itachi Uchiha era diventato proprio quello, anche se nessuno dei due l'avrebbe mai ammesso ad alta voce. Un legame del genere per persone come loro era deleterio, ma proprio a causa di ciò entrambi erano si erano legati l'uno all'altra.
"Non hai spappolato il cervello a quel povero ragazzo, vero?"
"L'ho solo assoggettato al mio volere per qualche ora, poi tornerà tutto normale."
"Ti ringrazio per essere venuto e con così poco preavviso."
"Ti avevo promesso che quando sarebbe arrivato il momento ti avrei aiutato." si limitò a rispondere. "Allora come pensi di agire?"
Shiori spiegò il suo piano all'Uchiha, che ascoltò con attenzione ogni minima sfaccettatura.
"Avvertirai Konoha?" chiese infine Itachi.
"Tenzo avrà il mio messaggio giusto in tempo per arrivare a battaglia conclusa."
"Quindi io e te faremo tutto il lavoraccio?"
"Vuoi avere a che fare con gli shinobi di Konoha?"
"Non essere sciocca. E' che nessuno crederà mai che hai fatto tutto questo da sola."
"Io ho ridotto da sola questa Organizzazione ai minimi termini negli ultimi tre anni, perché non dovrebbero crederlo?"
"Scusa, ti ho colpita nell'orgoglio?" la canzonò leggermente il moro.
"Sai, ti preferisco musone." disse lei mettendo il broncio. "Cos'è che ti mette così di buon umore?"
"Hai sentito che Sasuke è diventato genin?"
Lei annuì in risposta.
"E' Kakashi ad allenarlo." disse pieno d'orgoglio.
"Si, lo so. Diventerà molto forte. Ne sarai felice." gli ringhiò contro.
"Shiori..."
"No, lascia perdere. Tutte le volte che finiamo su questo discorso io finisco per arrabbiarmi e tu per chiuderti a riccio. Non è quello che ci serve ora."
Avevano spesso comunicato in quegli anni, anche quando non potevano vedersi. Si spedivano i corvi di Itachi, imprimendo in essi i loro pensieri. Era un modo per entrambi per stare con i piedi per terra, per ricordarsi chi erano. Spesso il discorso della vendetta che Sasuke avrebbe preso sul fratello era saltato fuori. La donna cercava di convicere l'amico della stupidità della cosa, mentre l'altro si intestardiva sul fatto che le cose dovevano andare così punto e basta.
Shiori si appoggiò al tronco dell'albero, osservando Amaya e Isobu che vagavano per il lago. La bambina lanciava gridolini di gioia, mentre il demone le spruzzava un po' d'acqua addosso.
"E' cresciuta tantissimo. E' davvero molto bella." commentò il ragazzo.
La Nara sorrise e si strinse nelle braccia.
"E' il mio Fiorellino coraggioso. L'altro giorno mi ha chiamato mamma." Si morse un labbro. "E' stato così bello e, allo stesso tempo, mi ha fatto sentire così in colpa. Sua madre è morta, io sono una misera e incapace sostituta. Ho cercato di farle capire che ero felice del suo gesto, le ho parlato dei suoi veri genitori. Però le ho dovuto far promettere di non chiamarmi mai più in quel modo. Se Tanoshiji, o i consiglieri la sentissero... Loro... Me la porterebbero via." Un rivolo di sangue cominciò a scenderle dal labbro inferiore.
Il moro si avvicinò a lei e, leggermente incerto, la strinse in un abbraccio consolatorio.
"Ti prego dimmi che sarà al sicuro!" lo implorò in lacrime.
"Potreste tornare entrambe a Konoha." ripetè lui per l'ennesima volta.
"La mia missione non è finita." si impuntò lei tra i singhiozzi. "Voglio solo che tu mi confermi che sarà al sicuro."
Itachi le diede dei leggeri colpetti sulla schiena. "Prometto che lo sarà."
La Ninja solitaria si separò da lui, un po' in imbarazzo per quello sfogo, e si asciugò le lacrime dagli occhi. "Grazie, Itachi."

Il moro se ne andò poco dopo, lasciandola da sola ad osservare l'orizzonte. Dopo aver giocato per l'intera mattinata con il Biju, Amaya si riempì lo stomaco e si addormentò accoccolandosi tra il ventre caldo del demone e il fianco di Shiori.
 "Andrà tutto bene, Shiori." cercò di consolarla il Tricoda.
"A volte temo che le cose possano andare storte in qualsiasi momento. Però ti ho fatto una promessa, Isobu-sama. Io e Itachi faremo di tutto perché tu possa vivere libero."
"Sai che sto mettendo la mia vita nelle mani di quell'Essere solo perché tu ti fidi di lui?"
La donna ridacchiò. "Cerca di fidarti! E' un bravo ragazzo. Anche se fa parte dell'Akatsuki, non vuole far altro che proteggere il suo Villaggio."
Il demone sbuffò.
Accanto a loro la bambina si mosse nel sonno, sospirando appena.
"Mi mancherà questo moscerino." disse Isobu dolcemente, guardando in direzione della bambina. 
"Anche a me, ma non posso tenerla con me. Sarebbe sempre in fuga. Itachi ha un posto dove tenerla al sicuro. Sarà meglio così." gli spiegò, cercando di convincere più sè stessa che il suo interlocutore.
"Quando avrai finito qui terminerai la tua ricerca alle Miniere?" chiese il Biju.
"Si, spero di trovare qualcosa di utile inserendo le chiavi." sospirò.
In quegli anni era riuscita a collezionare anche le due chiavi mancanti, l'ultima l'aveva presa solo qualche mese prima. Non era stato facile, erano nascoste in luoghi lontani e sconosciuti, ma lei ce l'aveva fatta.
"Spero che le mie informazioni ti siano utili."
"Certo. Grazie a te ho fatto molti passi in avanti."
"Posso darti un consiglio, ragazzina?"
"Certo!"
"Quando troverai quello che cerchi, brucia tutto. Non portarlo a Konoha, nè da nessun altra parte. Nessuno deve sapere della loro esistenza. Sono troppo pericolosi. Io e i miei fratelli non siamo nulla a confronto. Quel potere distrugge l'anima di chiunque lo possieda. Agoromo-sama ha dovuto fare una scelta difficile e... In parte quello l'ha distrutto."
"Farò come dici. Non lascerò che qualcuno si faccia del male." gli assicurò la kunoichi senza alcuna esitazione.

Nel tardo pomeriggio, Amaya e Shiori dissero addio al Biju. La bambina pensava che l'avrebbe rivisto il giorno dopo, ma la ninja sapeva che non sarebbe stato così.
Gli accarezzò dolcemente il ventre, mentre lui abbassava la testa per appoggiare la sua fronte corazzata contro la sua. Il loro addio fu silenzioso, ma carico di significato. Infatti, i due si scambiavono le loro emozioni grazie ai poteri della ragazza.
"E' stato un onore conoscerti, Isobu-sama!" pensò lei alla fine.
"E' stato illuminante conoscere te, Shiori-chan." la salutò lui.
Mentre ripercorreva lentamente il crinale, tenendo stretta la manina della piccola Amaya, una solitaria lacrima le scese lungo la guancia.
"Perché piangi, Kasumi?" chiese la bambina, con gli occhietti rivolti verso la donna che le faceva da madre.
"Perché sono fortunata ad avere te e Isobu-sama accanto a me." le rispose.
"E Tanoshiji-sama?" domandò lei innocentemente.
La piccolina aveva paura del biondo e a ragione. Soprattutto non le piaceva il fatto che la sua Kasumi dovesse passare così tanto tempo con lui. Il capo della Kumori provava la stessa gelosia nei confronti della bambina e spesso costringeva Shiori a lasciarla ad Hisao o Zenko per non averla fra i piedi. Lei la maggior parte delle volte riusciva ad impedirglielo, ma non poteva sempre dirgli di no.
In ogni caso, i due consiglieri erano pur sempre una compagnia migliore di Tanoshiji. La bambina aveva colpito anche loro sin dal primo momento e si erano immediatamente affezionati a lei.
"Lui non è speciale come voi. Ma non devi dirglielo, d'accordo?" Le fece l'occhiolino.
Lei alzò un pollice in alto per dimostrare di aver capito. Un gesto che per un secondo la riportò nel passato, ricordandole uno strambo ragazzo con la tutina verde e le sopracciglia folte.
Quando arrivarono al campo Hisao le aspettava seduto su un gradino davanti alla loro casa.
"Sta sera Amaya vieni con me. Zenko sarà con noi e giocheremo insieme." la informò gioviale.
La bambina si strinse di più a Shiori, non le piaceva dormire lontano da lei. La kunoichi si inginocchiò, maledicendo Tanoshiji per aver dato quell'ordine. "Fiorellino, ti divertirai. Io dovrò lavorare tutta la sera e non potrò farti compagnia. Ci rivedremo molto prima di quanto tu creda, d'accordo."
La bambina l'abbracciò e, dopo che l'anziano raccolse lo zainetto con il cambio della piccola, lo seguì senza lamentarsi.
Shiori si strinse nelle spalle, pensando quasi con sollievo che, quando l'avrebbe rivista, Amaya sarebbe stata libera dalla Kumori. Entrambe lo sarebbero state.

Tanoshiji dormiva accanto a lei, tenendola stretta tra le braccia. Shiori con la testa appoggiata sul suo petto, contava i minuti che passavano scanditi dal battito del proprio cuore.
Qualche ora prima lui aveva cercato di consolarla, di scusarsi persino per averle tenuta nascosta la verità. La Ninja solitaria gli accarezzò il volto, provocando un involontario sospiro nell'uomo.
L'instabilità del biondo le faceva paura e lei disprezzava tutto ciò in cui lui credeva, però doveva ammettere che il sentirsi voluta bene, amata in quel modo, l'aveva aiutata ad andare avanti.
Per un certo periodo aveva provato a ricambiare quel sentimento, pensando che, se ci fosse riuscita, avrebbe potuto redimerlo. Sarebbe persino fuggita tutta la vita con lui, se questo l'avesse reso una persona migliore. Non ne era stata capace.
Il piacere che lui provava nel far del male alle persone, la sadicità di alcuni suoi comportamenti, le entravano dentro combattendo con la sua anima. Anche se avesse voluto non avrebbe mai potuto amarlo. Forse era una vigliacca e, probabilmente, per questa sua debolezza aveva perso l'occasione di aiutare quell'uomo a diventare più buono.
Si strinse di più contro il suo petto, cercando di addormentarsi. Doveva essere riposata, ma era troppo preoccupata per poter lasciarsi andare. Un paio di occhi verdi ancora velati dal sonno si puntarono su di lei.
"Hey, non dormi?" chiese con voce impastata dal sonno.
"Pensavo." si limitò a rispondere lei.
Lui si puntellò sui gomiti e le appoggiò una mano sulla fronte. "Tu pensi troppo." commentò scherzoso.
"Se non lo facessi, non ti servirei a nulla." Gli posò un leggero bacio sulle labbra. "Anche se tua madre pensa che sia la mia maledizione."
"Non farci caso. Io lo trovo sexy."
"Ah, davvero?" domandò lei con un sorrisetto furbo.
"Mmmm..." Le accarezzò delicatamente la guancia. "Però ora devi dormire domani devi essere riposata."
"Hai ragione."
Si riappoggiò sul suo petto e lui le avvolse un braccio attorno alla vita.
"Ti amo." le sussurrò lui.
"Anche io."
A quel punto finse di lasciarsi cadere nell'oblio. Il biondo la seguì in fretta. Quindi la kunoichi riaprì gli occhi, attendendo il momento in cui il suo compagno le avrebbe lanciato il segnale.

Il segnale arrivò sotto forma di una dei corvi di Itachi, qualche ora prima dell'alba. L'uccello nero le si posò sulla spalla, inondando la sua mente di immagini.
L'Uchiha aveva spostato il Tricoda e stava per entrare nel campo. Presto uno degli uomini di Tanoshiji sarebbe venuto ad avvertirli. Era arrivato il momento che anche la ninja solitaria facesse la sua mossa.
Lasciò scivolare le lezuola bianche dal suo corpo, per poi alzarsi silenziosamente e ripescare i suoi vestiti dal pavimento della stanza. Quando li ebbe indossatti, tirò fuori da un angolo dell'armadio alcune corde che aveva posto lì per l'occasione. Si accinse con delicatezza a legare alla testiera del letto i polsi del suo amante, che emise un leggero lamento e sbarrò gli occhi per la sorpresa.
"Kasumi che stai facendo?" chiese preso leggermente dal panico.
La ragazza non rispose stringendo più forte il nodo della corda. Il biondo iniziò a divincolarsi cercando di colpirla, muovendo le gambe ancora libere. Shori si insinuò in lui risvegliando delle sensazioni di paura che lo fecero rabbrividire talmente tanto da fargli smettere di preoccuparsi della ragazza con i capelli blu.
"E' meglio se non ti muovi o proverai di peggio." lo minacciò passando a legargli con cura i piedi.
Sentì la confusione crescere dentro di lui. Passò dal credere che fosse uno strano scherzo, al temere per la sua vita più di una volta in pochi secondi. Si sentiva tradito da lei.
"Perché?" chiese, infine, scosso.
"Perché è il mio lavoro." Terminata l'operazione gli rimise il lenzuolo che gli era scivolato via di dosso, comprendo il suo corpo. "Ora sei in arresto."
"Chi sei?"
La ninja mise la mano sul pomello della porta e l'aprì, senza rivolgergli nemmeno uno sguardo.
"Sono solo uno spettro."
Richiuse la porta dietro di sè e si apprestò ad uscire, pronta a catturare il resto dell'organizzazione.

 
  
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