Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Fula_xoxo    03/05/2015    1 recensioni
« Caro diario,
Mi ero fatta una buona idea su quel Potter, James. Insomma, si sa che fa un baffo a Narciso, e proprio non so come faccia, io, a sopportarlo. Dopo questa bravata, avvenuta stamani, credo di odiarlo. »
-
« Caro diario,
L'Amore è proprio bastardo. E' lui il fautore del mio innamoramento per quel Potter, James. »
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Remus/Ninfadora, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hogwarts,
Due Maggio 1974.
Caro diario,
Mi ero fatta una buona idea su quel Potter, James. Insomma, si sa che fa un baffo a Narciso, e proprio non so come faccia, io, a sopportarlo. Dopo questa bravata, avvenuta stamani, credo di odiarlo.
Ovviamente, ti starai chiedendo cosa mai sarà successo affinchè si meritasse il mio astio. Ebbene, tutto è cominciato a colazione, prima delle lezioni. Stavo tranquillamente parlando con Severus sull’ ultima lezione di Pozioni svolta, in cui solo io ero riuscita ad ottenere l’Amortentia. Per precisare, mi ha fatto molti complimenti al riguardo, ha aggiunto anche che dovrei vantarmi, talvolta. Ma lo sa che darsi arie non fa assolutamente per me!
Tornando a stamattina, tornando a quando parlavo amabilmente con Severus (ultimamente passiamo molto tempo insieme e ciò mi rallegra), stavo per salutarlo e quindi per andare verso il mio tavolo, quando ad un tratto indovina chi è entrato in scena? Che domande, il “magnificente” James Potter e quei tre che gli andavano appresso come cagnolini da riporto. Ha il potere di manipolare le persone e le loro menti. Sono più che sicura che, se Remus non avesse stretto rapporti con lui, sarebbe stato totalmente una persona di un altro stampo, ancora più intelligente, dolce e carino di quanto non lo sia ora. E tralasciamo Sirius e Peter, sarebbero stati comunque senza speranza. Credo di essere l’unica, sottolineo la parola unica, in questa scuola a non essere influenzata dal caratteraccio di James Potter. Ed è questo di cui dovrei davvero vantarmi, altro che voti alti e pozioni ben fatte. Insomma, ha quel sorriso sbilenco, la voce talvolta così acuta che mi fa venir voglia di tirargli un pugno in piena faccia. Credo che lo farò, prima o poi, anche se sono consapevole che non apporterebbe conseguenze. Rimarrebbe il solito austrolopiteco di sempre.
Oh, perché mi dilungo così tanto quando si tratta di lui? Forse è il mio odio che mi porta ad occupare tanto spazio di te per lui, su quanto possa essere stupido, idiota, sciocco, infantile e altri attributi che non finirei mai di elencare.
Non mi piacciono le persone che non imparano dai propri errori. Non mi piacciono le persone che non conoscono la responsabilità, l’onestà e il rispetto. E lui è una di quelle persone.

Lo odio, lo odio e basta.



Quella mattina, Lily si era svegliata di buon umore. Il sole primaverile le accarezzava i dolci lineamenti che caratterizzavano gli Evans, morbidi. Capelli rossicci, occhi chiari e troppa gentilezza aleggiavano intorno alla quattordicenne. Tutti coloro che conoscevano la signora Evans, spesso le ripetevano quanto potesse lei, la giovane Lily, assomigliarle, e di conseguenza quest’ ultima non poteva che esserne fiera. Era, per lei, un onore, aver ripreso i docili tratti di Rosemarie Evans, al contrario di sua sorella, Petunia, i quali lineamenti erano più duri. Per non parlare del carattere delle due. Lily, armoniosa e solare come un uccellino in primavera, Petunia, cupa e introversa, come una tempesta in procinto di scatenarsi. E forse era questa diversità tra loro a renderle speciali, a renderle unite, anche se ad occhio sconosciuto non era così, dato che Petunia rifiutava ogni atto di affetto in pubblico. Lily si era semplicemente arresa, ci aveva rinunciato a dimostrare a sua sorella il suo affetto. Ma la piccola di casa Evans sapeva che infondo, dietro tutti quegli insulti, dietro tutte quelle smorfie, sua sorella avrebbe dato la vita pur di non vedere Lily soffrire, allontanarsi da lei.
La giovane Grifondoro, dopo essersi crogiolata per una mezz’ oretta nel caldo accogliente del letto, era sgattaiolata da fuori di esso, indossato la divisa che cominciava ad essere decisamente troppo pesante e si era diretta in totale solitudine verso la Sala Grande, per consumare con lentezza una sostanziosa colazione. All’ ingresso della Sala, però, vi aveva incontrato il giovane Piton. Come quei due potessero aver stretto dei legami? Solo Dio lo sa. Due persone differenti, uno l’opposto dell’ altra. Se Lily diceva Sì, allora per Severus, era questo il nome che gli era stato attribuito alla nascita, nome che rispecchiava in tutto e per tutto il suo carattere, era un No. Lily amava il sole, lui amava la pioggia. Lily era il Bianco, lui era il Nero. Eppure si volevano bene. Eppure erano amici. Eppure condividevano segreti, risate e amarezze. Col tempo si erano creati un piccolo mondo, dove lei era la regina e lui il re. E a Lily piaceva, questo mondo.
« Voci anonime mi hanno riferito che tu sei stata l’unica del corso di Pozioni a preparare un’ Amortentia decente. » Esordì il giovane Serpeverde, senza prendersi nemmeno la briga di salutarla. Sarebbe bastato solo un ciao, pensò la rossa. Ma sorvolò questo argomento, dedicando all’ amico un dolce sorriso. « Sì, ma non credo che questo possa interessare a qualcuno. » Replicò, con lo sguardo abbassato e le ciocche dei capelli rosso fuoco che le ricadevano fastidiosamente in volto. « Beh, ti sbagli. Perché a qualcuno interessa, e quel qualcuno sono io. » A quel punto, la fanciulla alzò lo sguardo, in direzione del volto olivastro di Severus. E gli sorrise un’ altra volta, come per dimostrargli la sua gratitudine.
Peccato che Severus non ebbe il tempo di reagire, dato che il belloccio della scuola, James Potter, lo spinse da tutt’ altra parte, mettendosi a braccetto con la povera Lily, la quale sbuffò, alzando gli occhi al cielo. « Evans! Quale piacere rivederti! » « Potter. Quale dispiacere rivederti. » James ignorò totalmente la frase gelida della ragazza, ridacchiando. « Oggi ho gli allenamenti di Quidditch. » Aggiunse poi, con un tono più pacato. « Bene, questo lo aggiungerò alla lista di cose che non mi interessano riguardo James Potter. » James ebbe un attimo di ripensamento, per poi tornare subito all’ attacco. « Non ho tempo per fare i compiti. »

Lily arrivò al perché di quella sua visita: le stava mandando messaggi subliminali affinchè capisse che doveva svolgere anche i compiti di James. Situazioni come questa le erano già capitate, e lei, da generosa ragazzina che era, aveva sempre accettato. Lily scosse la testa rossa con veemenza, rifiutandosi nettamente di dare una mano al giovane Potter. « Ma – Lily! Non fare così! E se arrivassimo ad un compromesso? » Questo fece alterare la fanciulla ancor di più. Con uno strattone si liberò dalla presa di James, allontanandosi di qualche passo. « Non mi piacciono i compromessi. Non muori, se salti un allenamento. » Insomma, chiedere a James di saltare un allenamento era come chiedere a Lily di non studiare più. Equivaleva a non dire agli uccelli di non volare, ai gatti di non miagolare. Chiedere al mondo di non essere più il mondo. James aveva il Quidditch nel sangue, era fatto di Quidditch, e forse frequentava quella scuola solo per giocare nella squadra dei Grifondoro. Questa volta, James rimase davvero di stucco, guardando il vuoto, mentre Lily, dopo averlo squadrato distrattamente, se n’era andata, lasciandolo lì tutto solo, nel mezzo della sala.
Ma James era James, e Lily non sapeva contro chi si stava mettendo.
Ebbene, nel pomeriggio, mentre la lezione di Storia della Magia volgeva al termine, ella ricevette un bigliettino firmato Dorcas, una delle sue più care amiche. E, da cara amica che era, sicuramente Dorcas sapeva che Lily non voleva assolutamente essere disturbata mentre prendeva appunti. Doveva essere qualcosa di una certa urgenza. Ma, a dir la verità, rimase totalmente delusa, quando vide che su quel pezzettino di carta vi era scritto un semplice: Congratulazioni! Sul retro del biglietto, con una calligrafia che non si addiceva a quella sua, ordinata e piccola, scrisse: Non so di cosa tu stia parlando. Era sicuramente qualcosa di frivolo, proprio come la giovane Meadowes, ma aspettò con una certa frenesia la risposta, che non tardò ad arrivare. “Di te e Sevvy, oramai lo sanno i tre quarti della scuola!”

Lei e Severus?

Lily si voltò verso Dorcas, con sguardo interrogativo. Cosa c’era che la scuola sapeva e lei no? La bionda rispose a sua volta con uno sguardo altrettanto interrogativo. Giusto, chi non poteva saperlo se non Lily? Dorcas strappò immediatamente un altro pezzo di foglio, scrivendo qualcosa su di esso.
Mi hanno riferito del tuo fidanzamento con Severus.
P.S: Sei brava, a fare la finta tonta, dico.”
Lily giurò di aver perso un battito leggendo quelle parole. Non molto per il P.S., in cui Dorcas dimostrava la sua rabbia in quanto Lily non le aveva detto niente, ma. . . quella frase. Il fidanzamento con Severus. Era la cosa più falsa del mondo! Non aveva mai pensato di essere la fidanzata del suo migliore amico, per ovvie ragioni. La prima era che Severus non era il tipo giusto per lei. La seconda? Lei non voleva un fidanzato, a quell’ età. Terza e ultima, ma non meno importante, era quella di non voler distruggere i legami speciali che intercorrevano tra loro. Lo sguardo chiaro della rossa passava da una Dorcas arrabbiata e confusa, al bigliettino che le aveva annunciato una settimana di: “ C’è Sevvy che ti aspetta, Evans!” oppure “Ehy Evans, perché non vai a pulire il moccio del tuo fidanzato, piuttosto che studiare?”. E, poteva giurarlo sul suo gatto, sentire cose come queste non era una bella sensazione.

Ma da qualcuno doveva essere partita questa sciocchezza. E non di certo da Severus, perché era già un passo verso l’ umanità se scambiava qualche parola con lei e i professori. Lily intinse la piuma nell’ inchiostro, per poi farla stridere sul foglio. “Chi ti ha riferito questa stupidaggine enorme?!” I minuti che passarono ad aspettare una risposta furono infernali. Nuove teorie, immagini e supposizioni di quello che sarebbe successo nei giorni a seguire. E poi, la risposta – a dirla tutta inutile – di Dorcas: “Si dice il peccato, ma non il peccatore!”
« E se la signorina Evans ci ascoltasse per un momento, io chiuderei qui la mia spiegazione. » Automaticamente, la giovane Grifondoro voltò il viso, in fiamme, verso la cattedra, per far tacere quello stupido fantasma, come era definito da tutti gli studenti di Hogwarts. « La ringrazio. Dicevo. . . »

[ . . . ]

« Non capisci che questo è tutto uno scherzo stupidissimo?! Io non sto con Severus! »
« Ah – Ah. » Rispose distrattamente Dorcas, ficcando i libri nella tracolla.
« Dorcas. . . » « Sì? » « Saresti stata la prima a saperlo, da me. Ma perché dovrei mentire? A me non piace Severus, e tu lo sai benissimo! » Dorcas le lanciò una breve occhiata, prima di avvicinarsi al suo orecchio. « James. »
La giovane Evans sentì la rabbia ribollire dalla punta dei piedi al capo. Sarebbe dovuto aspettarselo, da quello scarafaggio schifoso. Si fece strada tra la folla di studenti creatasi davanti all’ uscita, che parlottavano tra di loro. E chissà di cosa parlottavano.
James Potter era lì, accerchiato dai suoi cagnolini da riporto, che rideva a crepapelle. I passi di Lily si fecero più pesanti e veloci, fino a raggiungere il gruppetto di ragazzi.

« Sei ridicolo. » Esordì, cercando di mantenere un tono calmo. James si voltò, e il sorriso scomparve quasi del tutto. « Te lo avevo detto di scendere ad un compromesso. » « Sei – ridicolo. » « Hai imparato la lezione, ora? E non atteggiarti da vittima, è colpa tua, infondo. » « Come?! Come – può essere colpa mia?! Non sei in grado di scrivere uno stupido tema di una pergamena? Sei proprio stupido, James! Ridicolo, imbecille e – mi stai rendendo la vita un incubo! » A quel punto la rossa gli sbraitò in faccia, incurante degli sguardi curiosi che gli studenti passanti lasciavano loro. « Perché? » « Cosa? » « Perché l’hai fatto? » Il silenzio si insinuò tra loro, sguardi pieni di rabbia e tensione caratterizzavano le iridi verde smeraldo di Lily e quelle color nocciola di James. « Per – vari motivi. » Borbottò James.
E detto quello, Lily si ritrovò a correre a perdifiato in direzione del Lago Nero, con lo sguardo basso e i capelli che le ricadevano fastidiosamente in volto.


 
La mamma dice che sono troppo buona con le persone che non se lo meritano. Forse dovrei cambiare il mio atteggiamento. Forse dovrei smetterla di essere l’attrazione principale di James Potter.
Con affetto,
la tua Lily.

 










 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Fula_xoxo