Parte 3: Kissing the Devil
Si era presentato davanti la stanza di Crudelia in perfetto orario con un mazzo di rose bianche.
Prima che potesse salire al piano superiore, l'anziana signora che gestiva la
locanda gli aveva fornito una sorta di brusco e schietto avvertimento in merito
al non frequentare "la psicopatica dai capelli osceni", ma Isaac ne
aveva semplicemente riso; recuperando forse quella dimensione di ingenua
speranza, l'unica emozione che avvertiva era una pericolosamente vicina alla
gioia. E quando la porta - dall'emblematico e non casuale numero 666 - fu aperta e vide la donna, quel
sentimento fu confermato. In un vestitino nero, vertiginosi tacchi rossi e
l'immancabile pelliccia, era impossibile fare il confronto con la bellezza
innocente di tanti e tanti anni prima; ma adesso appariva ai suoi occhi
ugualmente bellissima, anche se di una bellezza diabolica.
"Oh questi sono per me, darling?" lo apostrofò alzando un marcato sopracciglio.
Poi si appropriò del mazzo con un gesto poco elegante e li annusò per un
istante. "Eppure, mi aspettavo che ricordassi che i miei fiori preferiti
sono le campanule..."
"Oh lo ricordo benissimo, ma il signor French aveva finito quelle avvelenate" rispose lui prontamente, non riuscendo a
trattenere la frecciatina. "E tra l'altro le rose bianche simboleggiano la
purezza. Con il tempo ho imparato ad apprezzare il black
humor."
Crudelia alzò nuovamente il
sopracciglio, ma stavolta il disappunto si era tramutato immediatamente in una
sorta di compiaciuto orgoglio. Anche l'uomo evidentemente era cambiato, lei non
era stata l'unica a perdere l'innocenza dopo tutto; ma, nell'opinione della
donna, quel cambiamento era stato totalmente positivo. Lasciò vagare il suo
sguardo su di lui per qualche istante, poi si concesse una breve risatina.
"L'ho già detto che mi piace molto
questo tuo lato virile" commentò
alla fine calcando in modo malizioso sull'aggettivo.
Poi la donna sistemò i fiori in un vaso con
inaspettata cura e si lanciò un ultimo sguardo allo specchio. Solo allora,
prese sotto braccio Isaac e chiuse la porta alle sue spalle.
"Naturalmente stavolta guiderò io, dato
che la macchina è mia adesso."
"Ho visto come l'hai ridotta. Non ci
terrei a riaverla indietro comunque."
Un ultimo sguardo eloquente e poi scesero le
scale, pronti per il loro secondo
primo appuntamento che sembrava essere iniziato con il piede sbagliato. O forse
era iniziato al contrario proprio con lo spirito giusto.
**
Il Rabbit Hole era molto diverso dal Murray's
e dell'atmosfera magica ed elegante della Londra anni 20 non era rimasto niente
nello squallore di quel pub. Eppure la magia Isaac riusciva ad avvertirla
ancora e Crudelia l'avvertiva davvero per la prima
volta.
"Dovresti andarci piano con quel
gin" le disse in un tono vagamente divertito dopo solo venti minuti che
avevano trascorso in quel posto.
Credeva che il gin fosse l'unica costante nel
tempo e invece anche quel particolare tradiva l'antica memoria, data la
velocità con cui la donna aveva scolato già due bicchierini.
Ella ridacchiò semplicemente.
"Tranquillo, darling. Alla fine avevi ragione,
mi sono abituata"
Come si
era abituata all'inchiostro magico sui capelli, a controllare gli animali e a
guidare la macchina.
"A dire il vero, è alla tua costante
presenza in me che mi sono dovuta abituare" aggiunse dopo un altro sorso
di gin, seguendo il filo dei suoi pensieri. "Ti rendi conto di quanto una
singola notte abbia cambiato la mia vita?"
La sua,
certo;
all'uomo sfuggì un sorriso ironico. A dire il vero non l'aveva mai vista in
questo modo, forse perché si era naturalmente concentrato sull'effetto che il
loro incontro-scontro aveva avuto su se stesso. E non c'era paragone: se quella
notte aveva cambiato la vita di Crudelia, per Isaac
quella notte era stata invece tutta
la vita.
"Eppure volevi uccidermi..."
"Non userei il passato se fossi in te, darling"
Quella freddura spense completamente il
sorriso sul volto dell'autore. Lo sguardo tagliente che gli rivolse fece
immediatamente crollare la magia del momento; ingenuamente aveva forse
dimenticato di nuovo la vera essenza della donna, commettendo lo stesso errore.
Crudelia era il diavolo, quella consapevolezza era
caduta di nuovo sopra di lui adesso; era il diavolo e lui aveva promesso di
amarla anche per questo.
Quindi tornò a sorridere, stavolta
addirittura più sinceramente, e si alzò istintivamente in piedi, azzardando il
gesto di afferrarle una mano.
"Balliamo" propose semplicemente e
negli occhi brillava la stessa luce di tanti anni prima, forse solamente più
consapevole.
Ma se allora Isaac aveva opposto un'iniziale
resistenza, adesso Crudelia aveva semplicemente
alzato un sopracciglio e poi si era alzata lentamente in piedi a sua volta,
assecondando tacitamente quella richiesta.
Era
riuscito a meravigliarla di nuovo e lei appariva ancora una volta meravigliosa.
Ballarono insieme a lungo, anche se la musica
del ventunesimo secolo era pessima; ballarono senza sorridere, ma fissandosi
negli occhi con una nuova intensità, colorata di una malizia che nella
fanciullezza non c'era stata; ballarono per tutta la notte finché rimasero solo
loro in pista oltre qualche ubriaco mezzo svenuto sul bancone. Fu allora che
scoprirono la segreta passione del barista per la musica malinconica e così si
ritrovarono a fare il loro ultimo ballo ad una nuova vicinanza, mani nelle
mani, busto contro busto e visi che quasi si sfioravano.
"A questo punto, la vecchia Crudelia mi avrebbe dato un bacio sulla guancia" la
provocò Isaac improvvisamente, rompendo il piacevole silenzio e lanciandole
un'occhiata eloquente.
Pensava al passato, a quel bacio casto e
dolce che l'aveva fatto innamorare, ma Crudelia
pensava al futuro e il suo successivo gesto lo confermò. In un attimo, senza preavviso,
afferrò infatti il viso dell'uomo tra le sue mani e lo baciò proprio come
implicitamente richiesto. Ma sulle labbra e in un modo impetuoso, aggressivo.
"È così che bacia il diavolo, darling" sussurrò poi, interrompendo bruscamente il
contatto. "Viviamo, stanotte" aggiunse in tono fortemente allusivo,
sporcando l'innocente eco della stessa frase pronunciata nel passato.
Gli teneva stretto una mano, invitando
tacitamente a seguirlo e Isaac non indugiò troppo prima di cedere. Voleva la
passione, l'aggressività, la sensualità, la dolcezza, l'amore e anche la
crudele sofferenza; voleva vivere e stavolta non si sarebbe accontentato di un
assaggio. Stretto a lei, inalando il suo forte profumo e scontrandosi con le
sue labbra rosse come il peccato, aveva una fame di vita, ma non voleva una
vita qualsiasi. Per quanto letale e potenzialmente distruttiva, voleva la vita
che solo quello splendido diavolo poteva offrirgli.
Così, scelse di vivere, anche se l’invito di Crudelia suonava più come una promessa di morte.
NDA
Buona domenica e buon OUAT day! Spero che questo “secondo primo appuntamento” vi sia piaciuto… Vi anticipo già che nel prossimo capitolo, come
ho lasciato intendere nelle ultime righe, il raiting
si alzerà leggermente xD
Alla prossima:)