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Autore: MargaretMadison    03/05/2015    0 recensioni
A cinque anni pensò che avesse il sorriso più bello del mondo.
A dodici anni le disse che era la compagna di classe più tenera che potesse avere.
A quindici anni era geloso di Luke, il ragazzo per cui aveva una cotta.
A diciassette anni quando lui perse la verginità desiderò che la sua ragazza fosse tanto bella quanto lei.
A diciotto anni capì che l'avrebbe persa per sempre.
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" Dieci cose da fare prima di morire" lesse e alzò lo sguardo sulla castana cercando spiegazioni.
«Quando il dottore mi ha detto che mi restano solo tre mesi di vita ho deciso di annotare dieci cose che vorrei fare prima di morire e volevo farle con te, nonostante avevamo litigato tu eri il mio chiodo fisso e ti pensavo sempre, vorrei che tornassimo quelli di prima, Mikey. Rivoglio i Frankey di un tempo».
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Ho preso spunto dalla mia Fan Fiction sui One Direction (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1242284&i=1) solo in versione più drammatica.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4: week Two










«Hai sentito Fran?» chiese Luke quando vide Michael raggiungere il cancello della scuola.
Era una bella giornata quella e l'idea di passarla dentro quelle quattro mura ad ascoltare dei professori blaterare dei loro stupidi argomenti lo rendeva molto più depresso di quanto già non fosse.
«Si, mi ha detto che oggi non sarebbe venuta a scuola perché alcuni parenti da Melbourne venivano a farle visita»
Luke annuì distratto tirando fuori dalla tasca esterna dello zaino tabacco, filtro e cartine sotto lo sguardo attento di Michael.
«Vuoi una paglia? » chiese il biondo posizionando il tabacco nella cartina.
Michael scosse la testa «A Fran non piace il fatto che fumo, voglio smettere per lei»
Luke ghignò leccando la cartina per completare il drum «Spiegami meglio la cosa della lista»
Michael sospirò, non gli piaceva tanto che Fran gli avesse detto della lista, insomma: era una cosa loro. Puntualmente Luke passava uno o due pomeriggi a settimana da Fran e questo rendeva Michael inquieto e geloso.
 «In pratica quando il medico le ha detto del suo brutto male lei ha scritto dieci cose che avrebbe voluto fare assolutamente prima di morire e ha detto che vuole che sia io ad aiutarla» enfatizzò il "io" come per ricordare al biondo che era lui il migliore amico di Fran.
«Wow, é una cosa bellissima Mikey. Hai già realizzato qualcosa?»
Una folata di vento scompigliò i suoi capelli ormai troppo lunghi e si strinse maggiormente nella sua maglietta, poi annuì.
«Ieri l'ho portata in spiaggia a fare il bagno a mezzanotte »
Luke buttò fuori una nuvola di fumo dalla sua bocca per poi annuire «Da come ne parli non dev'essere andata molto bene» notò dal tono di voce di Michael.
Michael rimase un attimo in silenzio indeciso se parlare o meno. Aveva bisogno di sfogarsi e chiedere a qualcuno consigli soprattutto sul fatto che Fran per lui forse non era più solo un'amica e iniziava a provare qualcosa per lei ma non era ancora così tanto intimo con Luke. Di solito si sfogava sempre con Fran o Ashton, forse quella volta era meglio non toccare quell'argomento con loro.
«Ultimamente mi sento strano quando sono vicino a Fran»
Luke sorrise, aveva grossomodo capito tutto «Come ti senti?»
«Non lo so, é difficile da spiegare»
In quel momento la Campanella suonò e l'entrata iniziò lentamente a svuotarsi finché non rimasero solamente Luke e Michael fuori.
«E se andassimo al Burger King e mi racconti bene la storia? Tanto Fran non c'é che senso ha restare a scuola oggi?»










«Allora» disse Luke una volta seduto difronte a Michael «Da quanto va avanti questa storia?»
 Stranamente quella mattina il Burger King era quasi vuoto mentre di solito c’era la metà di molti studenti della loro scuola dal momento che i due edifici distavano cinque minuti a piedi. Invece quella mattina c'erano solo poche persone, principalmente famiglie o lavoratori che approfittavano della pausa.
«Penso da quando ho perso la verginità con Chantal. Non lo so il motivo ma mi sono chiesto come sarebbe stato farlo con Fran, farla stare bene sotto di me e... Non lo so poi sono andato a letto anche con altre due ragazze e ho fatto lo stesso pensiero ma credevo fosse una fantasia invece ieri quando mi é saltata in braccio io non ho capito più niente mi sentivo così bene ad averla tra le mie braccia che quando si é staccata l'avrei ripresa e stretta a me per sempre»
«É un classico» commentò sorseggiando la coca cola guadagnandosi un'occhiataccia da Michael.
«Poi ieri ci stavamo per baciare due volte: la prima é entrato Ashton in casa e ci ha interrotto e la seconda volta invece era tutta una scusa per buttarmi in acqua e a me sarebbe davvero piaciuto sapere se voleva davvero baciarmi o no insomma é una settimana che mi sto scervellando e non riesco a venirne a capo. Continuo a dire che é una cosa passeggera, una stupida fantasia ma intanto lei rimane nella mia testa. Sempre.»
Luke mise sul tavolo la sua bibita ormai finita «Michael, devi smetterla di pensare queste cose, é un gesto egoistico, lo so ma devi sapere che prima o poi Fran se ne andrà e tu rimarrai solo e cosa farai poi? Farai stare male te e lei non puoi mandare avanti questa storia. Ti presento Mary, la biondina del penultimo anno che ti viene dietro da sempre, esci con lei e ti distrai un po' da Fran»
Michael ci rifletté su un po' ed effettivamente Luke non aveva tutti i torti. Non si era mai posto la domanda "che cosa farai poi?". Come sarebbe stata effettivamente la sua vita una volta persa Fran?
«Non lo so Luke, forse dovrei ma... Non sono convinto»
«Va beh, io ti lascio il suo numero, poi scegli te cosa fare»
Detto ciò Luke scrisse su un tovaglioli il numero di questa "famosa" Mary e poi si misero a parlare della squadra di calcio della scuola, del futuro e poi Luke tornò sull'argomento "lista dei desideri di Fran".
«Fammi capire bene» disse Luke quando finì il suo mega panino stracolmo di cibo «devi andare sotto il suo balcone e cantare una canzone?»
Michael, che aveva preso un semplicissimo muffin dal momento che erano le nove di mattina, annuì finendo il cappuccino che aveva preso.
«E che canzone vorresti suonare?» continuò il biondo.
Senza parlare, stava ancora finendo di bere, estrasse dalla tasca dei pantaloni scuri un pezzo i carta piegato più volte e lo lanciò sul tavolo in direzione dell'amico.
«L'hai scritta te?» chiese alzando gli occhi azzurri dal pezzo di carta scarabocchiato
Annuì «Ti piace?»
Luke continuò a leggere parola per parola e annuiva di tanto in tanto.
«Hai già scelto gli accordi e il resto? Comunque é bella però dovresti cambiare alcune cose tipo nelle frasi però la canzone é tua, spetta a te decidere poi»
Michael passò lo sguardo dal pezzo di carta tutto mal scritto e pieno di accordi sparsi per la pagina e poi guardò Luke, quella canzone aveva bisogno di una sistemata, decisamente.
«Ok ma il ritornello non si tocca»










Dopo il Burger King, Michael aveva in mano la canzone più bella che avesse scritto ed era anche in parte merito di Luke se era riuscito a finirla.
Gli mancava Fran, gli mancava da morire.
Era andato altre due volte a dormire da lei e quelle sere non aveva dormito per niente troppo occupato ad esaminare ogni centimetro del suo viso perfetto. Stava diventando quasi una cosa maniacale a pensarci. Sapeva di avere una terribile memoria e aveva paura di poter dimenticare qualcosa di lei, le striature nere che aveva negli occhi, il suo profumo dolce, la morbidezza dei suoi capelli e la sua dolce risata.
Era in camera sua disteso sul letto a suonare la sua canzone nuova quando sentì qualcuno bussare alla porta.
«Mamma» Michael appoggiò la chitarra di lato e si alzò in piedi «che succede?»
Sua madre aveva uno sguardo severo e le braccia incrociate sotto al seno «Dobbiamo parlare del tuo rendimento scolastico, Gordon»
Michael sbuffò più per come l'aveva chiamato la madre che per il rimprovero, sapeva benissimo che nell'ultimo mese il suo mediocre rendimento era calato ulteriormente.
«Stai per rischiare l'anno, so che la cosa di Fran ti ha scombussolato ma non puoi smettere di studiare, manca poco alla fine della scuola e non puoi essere bocciato, lo sai vero?»
Michael voleva urlarle che la scuola era l'ultimo dei suoi problemi che voleva dedicare ogni attimo possibile a Fran perché stava per morire e lui poteva solo osservarla diventare sempre più piccola e fragile senza avere la possibilità d'intervenire.
Non si presentò a cena, aspettò che il cielo di fine aprile/inizio maggio si oscurò un pochino per uscire di casa senza nemmeno salutare.
I suoi avevano ragione, stava per rischiare l'anno ma sinceramente poco importava, pensava anzi di lasciare la scuola perché quell'edificio era stato testimone di troppi ricordi suoi e di Fran e l'idea di passeggiare per i corridoi senza di lei lo faceva stare male.
In mano reggeva il foglio della sua canzone -doveva ancora memorizzare le ultime cose che aveva cambiato con Luke - e sulle spalle pesava la sua chitarra, non valeva la pena usare la moto per fare così poco passi.
Per strada tutto taceva come sempre e Michael a un tratto si buttò a terra sulle ginocchia a piangere. Voleva urlare, buttare giù tutto ciò che gli stava davanti. Quella canzone rappresentava alla perfezione i suoi sentimenti e sapeva che avrebbe reso Fran davvero felice.
Si asciugò col gomito le lacrime e si alzò in piedi, doveva combattere e far vedere a Fran che stava bene, o almeno doveva provarci.
Pochi attimi dopo fu sotto la finestra di Fran. Sospirò a fondo più e più volte e poi prese un sassolino che giaceva poco distante da lui e lo lanciò, fece la stessa cosa anche una seconda volta.
Aspettò un attimo titubante prima di lanciare il terzo e finalmente la inesatta si aprì. Fran aveva i capelli mossi scompigliati sulle spalle e addosso aveva un pigiama con gli orsacchiotti che la faceva più piccola di quanto sembrasse.
«Mikey!» sorrise salutandolo con la mano.
Michael sorrise a sua volta ed estrasse dalla custodia la sua chitarra sotto lo sguardo attento di Fran.  Sospirò un paio di volte e poi iniziò ad accarezzare le corde della chitarra.
«Within a minute I was all packed up
I’ve got a ticket to another world
I don’t wanna go
I don’t wanna go
Suddenly words are hard to speak
When your thoughts are all I see
“Don’t ever leave,” she said to me
When we both fall asleep, underneath the same sky
To the beats of our hearts at the same time
So close but so far away
(Can you hear me?)
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was
Beside you
Another day, and I’m somewhere new
I made a promise that I’ll come home soon
Bring me back, bring me back to you
When we both wake up underneath the same sun
Time stops, I wish that I could rewind
So close
but so far away
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was
Beside you
The pieces of us both
Under every city light
And the shining as we fade into the night
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Beside you
I wish I was, I wish I was
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was»

 
Michael cantò tenendo lo sguardo fermo su Fran che l’osservava attentamente come a volere imprimere ogni sfaccettatura del ragazzo nella sua mente: dai capelli biondi, al sorriso accattivante, alla maglia dei Ramones fino ai jeans neri strappati sulle ginocchia. Era rimasta visibilmente colpita dalla canzone, non si sarebbe mai immaginata che Michael sapesse comporre così bene.
Una volta finita la canzone, gli fece segno di attendere, chiuse la finestra e sparì. Michael si mise una mano tra i capelli e sospirò lasciandosi sfuggire un sorriso. Era soddisfatto della sua canzone e di come aveva sorpreso ancora una volta Fran.
Mise via la sua chitarra e si appoggiò sulla sua moto con le braccia incrociate al petto quando la porta di casa si aprì e uscì Fran con addosso un paio di jeans stretti che le fasciavano alla perfezione il corpicino una canottiera corta che le scopriva la pancia e dei calzini neri. Si buttò a capofitto tra le sue braccia e lo strinse forte a sé.
«Mikey, ma è… è stupenda, grazie mille. Sei un angelo, giuro» sussurrò con le lacrime agli occhi dalla commozione, era molto meglio di quello che si sarebbe mai aspettata.
«Mi fa piacere che ti sia piaciuta, piccola. Te lo meriti» le accarezzò la testa e le lasciò un tenero bacio.
Fran si scansò leggermente in modo da poter guardare Michael negli occhi e affogare nel verde delle sue iridi. Non lo guardava come era solita fare un tempo, era uno sguardo più profondo quello che gli stava rivolgendo e non riusciva a leggere quello che i suoi occhi gli stavano dicendo.
«Mikey» lo richiamò «tu… tu lo sai che sei davvero importante per me, vero? Sai che tu per me significhi tutto?»
Michael sorrise intenerito, era impossibile non sorridere in presenza di Fran. Con i pollici scacciò via le lacrime «Certo piccola che lo so e anche per me è lo stesso»
Lei annuì sorridendo a sua volta debolmente «Ti va di restare a dormire da me stasera?»
«Certamente» prese la chitarra sulle spalle e poi intrecciò la sua mano a quella di Fran diretti a casa Irwin.
Tutto taceva e nel buio riusciva a malapena a distinguere i mobili e la figura di Fran che abilmente raggiunse la camera da letto.
«Ehm, dovrei cambiarmi» disse imbarazzata una volta vicina al letto.
Michael rise e si buttò al suo fianco nascondendo la testa tra i cuscini cercando di resistere alla voglia di sbirciare quel corpicino che da tempo sognava segretamente.
Dopo poco sentì Fran distendersi al suo fianco e le sue braccia avvolgergli i fianchi, Michael si girò osservandola negli occhi, erano molto vicini, forse anche troppo.
«Hey» sussurrò lei
«È tardi piccola, è meglio se ti riposi» rispose accarezzandole la guancia.
Fran annuì, spense le luci dall’interruttore affianco al letto e poi si avvolse nelle candide coperte che sapevano di lei e del suo shampoo.
Nessuno dei due parlò più, Michael appoggiò la sua mano sui fianchi di Fran e lei rimase con la testa sul suo petto ad ascoltare i battiti del cuore del ragazzo.
L’orologio segnava l’una del mattino quando Michael, che era rimasto sveglio tutta notte a osservarla, sentì Fran alzarsi dal suo petto. Voleva chiederle se stava bene ma le parole gli morirono in gola quando il respiro caldo di Fran si faceva sempre piò vicino al suo viso e poi successe una cosa che lo scombussolò: le labbra perfette della castana andarono a toccare le sue in un semplice bacio. Fu un semplice strofinamento di labbra eppure Michael si sentì lo stomaco in subbuglio e uno strano calore nel petto.
Fatto ciò Fran appoggiò nuovamente la sua testa sul petto di Michael e poi si addormentò.
Quella sera Michael non dormì affatto troppo preso a rivivere nella sa testa il suo primo “bacio” on Fran Irwin.










MY LITTLE TALK
Ok, molto probabilmente questa storia non piace a nessuno quindi non so perché sto ancora a pubblicare capitoli.
Insomma, nel prologo ho rivecuto molte letture e 4 recensioni, da lì in poi deserto dei tartari (?) Ero arrivata a metà della storia quindi ora valuterò se finirla o meno anche se mi scoccia mollarla lì.
Questa è la seconda sttimana, e uao. Michael confessa il suo amore per Fran a Luke e Fran lo bacia pensando che MIkey stesse dormendo.
Pensarete "é così palese che quei due si piacciono" invece do *musica di sotto fondo* le sorprese non sono finite. Anzi. The best is yet to come.
Vi propongo due mie nuove storie sperando che vi piacciano di pi§:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105761&i=1

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1

Adesso scappo, bacissimi
Megghy <3
  
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