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Autore: Halfblood_princess    04/05/2015    2 recensioni
Nella terra di Mordor l'ombra si sta risvegliando.
L'oscuro signore Sauron sa che è giunto il momento che il suo anello torni a se. Decide allora di scatenare un arma inaspettata, l'ultimo suo asso nella manica.
Nel frattempo, a nord, Narya è stata ritrovata dagli elfi di Granburrone proprio il giorno prima della partenza della compagnia. Dopo avere parlato con lei, Gandalf decide di portarla con se, perché sente che non tutto quello che ha raccontato la ragazza corrisponde alla verità.
Inizia così il viaggio della compagnia dell'anello.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boromir, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quarto: Snow

 

Narya non aveva mai avuto tanto freddo in vita sua. Nella notte la neve era ricominciata a cadere abbondante ed ora le arrivava al di sopra delle ginocchia.

Legolas era in testa alla colonna e grazie al suo corpo agile da elfo riusciva a camminare sulla neve senza sprofondare, cosa che ovviamente dava sui nervi a tutti. Dopo di lui seguivano Boromir ed Aragorn, che con i loro corpi cercavano di aprire un varco nella neve per tutti coloro che venivano dopo di loro.

Mano a mano che salivano in quota la neve cominciava a diventare sempre più alta e, ad aggravare la situazione, poco prima di mezzogiorno iniziò la tempesta. Il vento aveva cominciato ad infuriare, trasportando con se fiocchi di neve grandi quanto il palmo della mano degli hobbit che ricoprivano i dieci viaggiatori facendoli sembrare pupazzi di neve ambulanti. Stretti nei loro mantelli, cercando di scaldarsi il più possibile, i membri della compagnia erano sempre più stanchi e sfiduciati, e l'unica cosa che conferiva loro forza per andare avanti erano le parole di Legolas, che li aveva informati che sull'altro versante della montagna la neve tornava ad essere bassa ed il cielo limpido.

Questo clima così imprevedibile, però, sembrava molto improbabile agli occhi dello stregone, che aveva iniziato a guardarsi in giro attentamente pregando tutti di fare silenzio.

“C'è un empia voce nell'aria.” annunciò l'elfo ad un certo punto.

“E' Saruman!” urlò Gandalf per farsi sentire da tutti, ma presto un suono più torbo riempì l'aria ed una parte della parete di neve che sovrastava i viaggiatori si staccò ricoprendoli di detriti e neve.

Narya non sentiva o vedeva più nulla se non il bianco accecante della neve. La ragazza esitò un attimo per decidere quale parte fosse il sopra e quale il sotto, poi iniziò a scavare selvaggiamente: l'aria iniziava a mancarle e cominciava a non sentire più le gambe per il freddo, mentre il desiderio di riposare si faceva sempre più forte.

Fortunatamente, mentre cercava di uscire da quella prigione bianca, iniziò a vedere un movimento sopra di lei e, con un po' di aiuto dall'esterno, riuscì ad uscire.

“Stai bene?” le domandò Aragorn pallido.

“Si.... si grazie” rispose Narya tremando come una foglia.

Quello che successe dopo la ragazza ed i piccoli quattro hobbit, mai abituati a quel gelo pungente, non lo ricordarono molto. Ci fu una discussione, riguardante il fatto se proseguire su quella strada o meno, ma viste le condizioni generali della compagnia, ed il fatto che avevano appena rischiato di morire per una valanga, si optò per scendere dalla montagna e, in meno di due ore, riuscirono a tornare al bivacco della sera precedente dove decisero di restare per un'altra notte.

La prima cosa che fecero fu accendere un fuoco davanti a cui tutti si sedettero formando un grande cerchio. Narya e Sam, come al solito, prepararono e distribuirono il cibo, che consisteva in un pezzo di pane e formaggio accompagnati da una fetta di carne salata, per poi sedersi e mangiare anche loro.

“Nelle miniere di mio cugino Balin non patirete questo freddo! Ci saranno fuochi, carne e birra a fiumi. Vedrete, ci daranno un benvenuto regale!” esclamò Gimli, suscitando l'interesse dei piccoli hobbit che iniziarono a domandargli particolari su Moria, ma soprattutto sul cibo che avrebbero mangiato.

La ragazza, seduta tra Sam e Merry, si rabbuiò. Saruman le stava causando un mucchio di problemi obbligandoli a passare prima per Karadrash e poi per Moria. Là non ci sarebbero state feste o gloria, ma soltanto morte e desolazione ed anche lei non sarebbe stata al sicuro. I goblin di quelle terre non la conoscevano e lei non avrebbe potuto difendersi con tutte le sue forze o sarebbe saltata la sua copertura, ma non erano loro la parte più preoccupante di quel cammino.

Finito il misero pasto, sotto consiglio di Gandalf, andarono tutti a dormire. Narya si addormentò quasi subito, non prima, però, di aver notato lo sguardo penetrante dell'anziano stregone.

 

La mattina dopo il sole sorgeva alto in un cielo di nuovo limpido. I dieci, incoraggiati dal bel tempo, svolsero velocemente i loro rituali mattutini e dopo una frugale colazione ripresero il loro viaggio nella speranza di mettere più miglia possibili fra loro e quell'inferno di ghiaccio.

“Come stai?” domandò all'improvviso una voce alle spalle della ragazza. Ella si girò di scatto posando subito la mano sull'elsa della spada, ma la pendenza del percorso e la neve che iniziava a sciogliersi le fecero perdere l'equilibrio e non cadde soltanto grazie ai riflessi del gondoriano. L'uomo scoppiò subito a ridere.

“Scusami, non volevo spaventarti” disse fra le risate.

Narya lo fulminò con lo sguardo e nel contempo tolse la mano dall'elsa prima che qualcuno potesse notarlo. Come osava trattarla in quel modo?

“Non mi hai spaventata, solo non me l'aspettavo.” ribadì la nera girandosi e continuando il suo percorso. Boromir fu subito al suo fianco.

“A me non sembrava.”

“Allora evidentemente ti sembrava male.” continuò imperterrita la donna.

“Chiedo perdono mia lady.” la prese ancora in giro accennando ad una riverenza.

Narya si girò nuovamente a guardarlo male, ma il suo buffo inchino ed il suo sorriso irriverente le fecero scappare un sorriso che nascose subito scappando dalle grinfie dell'uomo, per posizionarsi vicino al portatore dell'anello col quale cercò di intavolare una discussione. Stare con Frodo era difficile, mostruosamente difficile, per diversi motivi: per prima cosa l'influenza dell'anello si faceva sentire più forte che mai e la ragazza faceva fatica a contrastarla alle volte. La voce di suo padre che recitava l'incisione dell'anello nell'oscura lingua le risuonava in testa, spingendola ogni volta ad uccidere il piccolo hobbit e a prendere l'anello per se. Il secondo motivo era il fatto che Gandalf non lo perdeva mai d'occhio e controllava tutti quelli che gli stavano vicino o che provavano a parlargli, eccetto Sam. Ultimo, e più importante motivo, era il fatto che l'hobbit sembrava muto, non parlava con nessuno, quasi impegnato con una conversazione nella sua testa con se stesso. Dall'inizio del viaggio il piccolo Baggins era cambiato molto ed anche Narya, che lo conosceva da pochissimo se n'era accorta.

Anche quella volta, non diversa dalla precedente, il tentativo fu vano. Frodo non si accorse quasi della sua presenza, rispondendo alle domande della ragazza a monosillabi. A che cosa serviva, pensò Narya, partire con questa spedizione, se la persona che doveva convincere a seguirla non si fidava di lei?

La ragazza iniziava a credere che l'unico modo per riuscirci fosse utilizzare la forza, ma per farlo avrebbe dovuto aspettare di essere più vicina al regno di suo padre ed avere un qualche diversivo per fuggire dalle grinfie del resto della compagnia. Di certo non sarebbe mai stata in grado di combattere contro Gandalf e tutti gli altri nello stesso momento.

“Fermiamoci - annunciò Gandalf – pranzeremo qui.”

Un sospiro di sollievo si alzò dal gruppo, la discesa era molto meno faticosa rispetto alla salita, ma ugualmente impegnativa.

Narya posò subito il suo zaino per poi dirigersi assieme a Sam verso il povero pony Bill per prendere il necessario per il pranzo, ma la ragazza fu presto bloccata da una mano sulla spalla.

“Sam, per oggi ti rubo Narya, deve imparare a tirare di spada o in caso di un attacco sarebbe la più vulnerabile.” disse Boromir al piccolo hobbit, che non fece nemmeno in tempo ad annuire.

Boromir trascinò la ragazza poco distante dal gruppo.

“Ehi! E se io non fossi voluta venire?” si lamentò la ragazza.

“Ti avrei trascinata di forza Devi imparare a difenderti o rischierai grosso in caso di un attacco.” spiegò l'uomo.

“Boromir ha ragione, Narya.” continuò Aragorn sedendosi su una roccia vicino a loro.

“E va bene.” disse accondiscendente la giovane.

Boromir annuì soddisfatto.

“Per prima cosa impugna la tua spada così. – spiegò il biondo facendole vedere come impugnava lui la sua – Brava! - continuò guardando l'operato della ragazza – Per difenderti devi sempre usare il piatto della lama, in questo modo, altrimenti la spada si rovina, mentre se vuoi attaccare la tieni nel modo opposto. Fondamentale in un duello è non tenere le gambe troppo rigide e muoversi spesso. Capito?”

Narya annuì.

“Adesso prova ad attaccarmi, vediamo cosa sai fare.”

Narya decise di iniziare con le mosse che aveva visto insegnare l'uomo a Merry e Pipino qualche giorno prima in modo da non sembrare sospetta.

Partì con un fendente, ma l'uomo lo parò con facilità stando quasi immobile.

“Tutto qui?” ironizzo.

La ragazza socchiuse gli occhi e ricominciò l'attacco. Inizio con una serie ripetitiva di fendenti a destra e a sinistra, per poi sorprenderlo con una finta e fare un affondo che l'uomo, però, parò nuovamente con facilità.

Narya si posizionò di nuovo nel punto di partenza, scocciata dal fatto di non poter usare le sua abilità, ma questa volta fu Boromir ad attaccare. La ragazza parò tutti i fendenti, ma non resistette alla volontà di contrattaccare. Le due spade erano incrociate, Boromir era in evidente vantaggio e Narya si stupì della forza dell'uomo, sapeva che non poteva resistere a lungo. Decise allora di ritrarre improvvisamente la spada, girare su se stessa e posizionare il filo della sua lama sul collo dell'uomo che, stupito dall'agilità della ragazza, era rimasto immobile.

“Tutto qui?” ironizzò la donna alzando un sopracciglio.

“Brava Narya, hai imparato la lezione più importante: cogliere di sprovvista l'avversario.” disse Aragorn ridendo e attirando l'attenzione di tutti.

La ragazza abbassò la spada sorridendo, le era andata bene questa volta.

“Si, si, è stata brava, ma in un combattimento vero non sarebbe durata molto.” replicò Boromir imbarazzato, rinfoderando la spada mentre tutti dietro di lui se la ridevano sotto i baffi.

Narya guardò la faccia dell'uomo e scoppiò. La compagnia ammutolì, sebbene la ragazza facesse parte del gruppo non si era mai integrata completamente, rimanendo sempre ombrosa e sulle sue e questa era la prima volta che la sentivano ridere di cuore. L'uomo, dapprima stupito per la reazione di lei, iniziò a ridere anche lui seguito poi a ruota dagli altri.

“Ragazzi è pronto!” li avvisò Sam.

La compagnia si acquietò e tutti si incamminarono vicino al piccolo fuoco che avevano allestito per sedersi e mangiare la cacciagione che i due uomini avevano procurato durante la marcia.

Nemmeno un'ora dopo i dieci erano di nuovo in marcia. Come era successo giorni prima, però, Gandalf lasciò nuovamente le redini del gruppo ad Aragorn per avvicinarsi alla ragazza che, in fondo al gruppo, teneva le redini del pony.

“Io non so cosa tu stia nascondendo, - cominciò l'anziano - ne il perché, ma so che non è vero che non ricordi niente. In più so anche che non si impara a tirar di spada in quel modo in dieci minuti. Vedo del buono in te, infatti non dirò nulla alla compagnia, ma sappi che ti tengo d'occhio.” continuò l'istari fulminandola con gli occhi per poi andare da Frodo poco più avanti di lei.

Boromir attese che Gandalf si fosse allontanato e poi si diresse subito dalla ragazza che aveva uno sguardo assente.

“Cosa è successo?” domandò serio.

“Non è niente.” rispose la ragazza lasciando le redini di Bill all'uomo ed allontanandosi da lui.

Gandalf, pensò la ragazza, credevo che sarebbe bastato poco ad ingannarlo ed invece non era affatto così. Doveva fare molta attenzione e assolutamente non doveva più provare a tenere una conversazione solitaria con Frodo, o si sarebbe insospettito. Avrebbe dovuto comportarsi il più normalmente possibile. Già, ma cos'era la normalità? Se si fosse comportata normalmente avrebbe tagliato la testa a tutti, anche se a quel punto le sarebbe dispiaciuto. Narya si riscosse dal suo ragionamento, il solo fatto che era stata la prima vera volta che rideva di cuore non significava che adesso lei era amica di tutti. La ragazza volse il suo sguardo d'ebano verso sud. Mai come in quel momento avrebbe voluto essere a casa, almeno lì non aveva mai avuto dubbi su che strada dovesse seguire.



Angolino autrice

Buonasera a tutti! Intanto grazie per aver letto anche questo capitolo :) . Volevo cogliere l'occasione per ringraziare chi ha letto, inserito fra i preferiti/seguiti e soprattutto chi ha recensito questa fic: grazie mille a tutti!! :)
Purtroppo questa sera sono di fretta, quindi risponderò alle recensioni non appena possibile D:
Detto ciò vi ri-auguro una buona serata. A presto!

Halfblood_princess
 

   
 
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