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Autore: V@le    30/12/2008    2 recensioni
“Ciao, Asuma.”
Dovette respirare molto a fondo per impedire alla propria voce d’incrinarsi.
Invano.
“Buon compleanno…”
Non ce la fece a trattenersi: abbandonò il petto in avanti, nascondendo il viso contro le sue braccia.

Partecipante al Metal Naruto contest indetto da Hipatya e LalyBlackangel con la canzone 'Dance of death' degli Iron Maiden
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuma Sarutobi, Kurenai Yuhi, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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§ "LETTERA" D'AMORE §




L'estate era ormai finita.
Il vento portava via gli ultimi tepori, mentre le foglie degli alberi accennavano alla perdita di quel verde che tanto rallegra, alla luce del sole.
Una sagoma di sconforto si avvicinava lentamente ad una lastra bianca, con in mano un mazzo di fiori.

Il maestrale parve emettere un flebile lamento quando due ginocchia nivee piombarono sull’erba, come senza forze.
Due occhi di un rosso spento percorsero le linee perfette che andavano a formare, sulla lastra, un nome.
Un nome troppo caro.
I fiori vennero posati delicatamente sul rado prato, benché la mano che stava compiendo tale gesto stesse tremando.
Un’ombra di singhiozzo e pupille lucide.
Kurenai permise alle proprie labbra di piegarsi in un piccolo, disperato sorriso di tenerezza.
Ciao, Asuma.”
Dovette respirare molto a fondo per impedire alla propria voce d’incrinarsi.
Invano.
Buon compleanno…”
Non ce la fece a trattenersi: abbandonò il petto in avanti, nascondendo il viso contro le sue braccia.
Fin da quando l’amore della sua vita aveva lasciato quel mondo, ogni giorno, con le sue lacrime, nutriva quel terreno che custodiva la reliquia di un uomo, per lei e non solo, straordinario.

Un rumore secco risvegliò la donna dai suoi tristi pensieri: qualcuno stava bussando.
Andò ad aprire, ritrovandosi davanti un ragazzo a capo chino, che conosceva quasi il suo stesso dolore.
Salve, Kurenai” salutò educatamente quello.
Ciao, Shikamaru” rispose lei, cercando di trovare un’espressione che potesse mascherare il suo stato d’animo, assolutamente devastato “prego, entra pure.”
Grazie dell’invito, ma no” Nara non accennava ad alzare lo sguardo “sono solo venuto a portarti alcune cose. Hanno sgomberato l’appartamento del maestro Asuma…”
Fu come se un pesante macigno completamente composto da grave silenzio fosse piombato in mezzo a loro.
Solo il nominarlo aveva reso l’atmosfera quasi irrespirabile.
Shikamaru trovò il coraggio di continuare.
Ho pensato di portarti qualcosa. Lui vorrebbe che le avessi tu” fece porgendole uno scatolone.
Kurenai sentì gli occhi inumidirsi, appannandole la vista.
Grazie” riuscì ad afferrare quello scatolone, che sembrava pesare molto più del dovuto “sei stato molto gentile.”
Non c’è di che.”
Salutò con un gesto, per poi andarsene.
Non sentì il sofferto sospiro uscire dalle labbra violacee per i morsi di addolorata rabbia.

Il dorso della mano andò ad asciugare le guance rigate di lacrime.
Kurenai entrò in casa e gettò una rapida occhiata allo scatolone ancora intatto, come faceva ogni giorno da oltre una settimana.
Riempì un bicchiere d’acqua e bevve, mentre gli occhi ricadevano su quegli oggetti nostalgici e dolorosi.
Forse avrebbe dovuto svuotarlo.
Forse avrebbe dovuto, una volta per tutte, guardare in faccia alla realtà; prendere quelle cose una ad una in mano e scrutarle, finché non le fosse risultato evidente che Asuma –il suo compagno, il suo uomo, il suo tutto- se n’era andato, e che non sarebbe ritornato.
Respirò a fondo, per poi dirigersi decisa –una decisione che si opponeva troppo al suo pallore- al suo letto, dove aveva appoggiato quel pozzo di ricordi.
Una mano, coraggiosa, si avventurò in quel baratro, afferrando la prima cosa che capitò.
La tirò fuori lentamente, con timore. Ci mise altrettanto a vedere cosa fosse.
Una scatoletta vuota.
L’aprì: di quelle in cui ci si mettono gli orecchini.
Il team 10…” sussurrò tra sé e sé, ricordando il volto entusiasta dell’uomo quando le aveva mostrato il regalo di promozione a chuunin per i suoi allievi.
Il solo ricordo le provocò una fitta al cuore, per cui lasciò cadere l’oggetto sul letto.
Straordinariamente, però, quella fitta non ostacolò l’aumentare della curiosità. Così trovò il coraggio di continuare ad esplorare quel baratro.
Un vecchio accendino, fogli di carta, un kunai…
Gli occhi si spalancarono, stupiti.
Un nastro. Su cui vi era scritto il destinatario.
A Kurenai’
La paura la travolse nuovamente.
Di che si trattava? Perché le era arrivato solo adesso che Asuma le era stato portato via?
Non seppe come, ma poco dopo si ritrovò davanti un mangianastri, in cui la cassetta era già inserita.
Aveva il dito puntato sul tasto ‘play’.
Tremava. E non per il freddo o il maestrale.
Era terrorizzata.
Poi di colpo fece un balzo: il verso di un uccello l’aveva presa alla sprovvista.

Ciao, Kurenai.”

La donna sentì un brivido percorrerle la schiena.
Si voltò lentamente verso il mangianastri, incredula di aver sentito una voce che conosceva fin troppo bene.

Lo so, ti starai chiedendo che cosa vuol dire tutto questo.
E’ una storia divertente… beh, non è poi così divertente…”

La donna riuscì a malapena a sedersi sul letto, con la bocca ancora aperta dallo stupore.

“…lo sai che non sono molto bravo in smancerie e questo genere di cose.
Ero partito con l’idea di scriverti una lettera d’amore, ma mi sono subito accorto di non esserne in grado…
Probabilmente mi starai dando della frana.”

Seguì una risata, che ebbe l’incredibile potere di far sorridere Kurenai.

Perciò, ho pensato di fare quello in cui me la cavo meglio: parlare.

Adesso mi rendo conto che non ho idea di cosa dirti.
Beh, se è così, allora ti racconto qualcosa che ti piacerà: una storia dell’orrore.”

Le storie horror: lei le adorava.
Lasciava che Asuma la spaventasse solo perché potesse avere una scusa per farsi stringere il più forte possibile, sentendolo vicino e come suo scudo alle insidie del mondo.
Quanto si sentiva egoista.

§Let me tell you a story to chill the bones
About a thing that I saw §

Questa fa davvero venire i brividi… sei pronta?”

Le sembrò di percepire qualcosa in sottofondo, come un frastuono.
Non riusciva a capire cosa fosse.
E non le interessava.

§One night wandering in the everglades
I'd one drink but no more
I was rambling, enjoying the bright moonlight
Gazing up at the stars §

Una notte stavo girovagando fuori dal villaggio, come faccio di solito.
Ti assicuro, avevo giusto bevuto un bicchiere di saké con Kakashi, poco prima.
Mi incantavo a guardare le stelle e la luna.
Mi facevano pensare a te.”

§Not aware of a presence so near to me
Watching my every move
As something rushed me from the trees
Took me to an unholy place §

Ma non mi ero accorto che qualcuno mi stava seguendo.
Me ne accorsi quando mi sentii afferrare e trascinare via, fra gli alberi, fino ad un luogo strano.
Sapeva di sconsacrato.
E poi…”

§Then they summoned me over to join in with them
To the dance of the dead §

Mi proposero di unirmi a loro, alla danza della morte.”

Kurenai sussultò, proprio come faceva tanto tempo prima, ascoltando quei racconti dell’orrore.

§As if time had stopped still I was numb with fear
But still I wanted to go §

Ero stordito. Lo ammetto, forse avevo anche paura.
Sembrava che il tempo si fosse fermato.
Nonostante tutto, non mi fermai.”

§And I felt I was in a trance
And my spirit was lifted from me§

Ero in uno stato di trance.
Sono convinto che il mio spirito sia partito, lasciandomi.”

§And I danced and I pranced and I sang with them
All had death in their eyes
Lifeless figures they were undead all of them
They had ascended from hell§

Fu agghiacciante: danzai, cantai e mi rallegrai con loro.
Nei loro occhi non c’era vita.
Neanche una traccia della luce che hai tu nel tuo sguardo.
Erano semplicemente morti… e avevano l’odore dell’inferno.”

§As I danced with the dead
My free spirit was laughing and howling down at me
Below my undead body
Just danced the circle of dead §

In quella danza folle il mio spirito si sfogava completamente.
Forse ha anche gridato il tuo nome.
Il corpo, invece, ballava con gli altri morti.
Benché non fosse morto.”

§Until the time came to reunite us both
My spirit came back down to me
I didn't know if I was alive or dead
As the others all joined in with me§

Poi spirito e corpo si riunirono.
E sinceramente non sapevo se avessi ancora i battiti o meno, quando gli altri si unirono a me.”

§By luck then a skirmish started
And took the attention away from me
When they took their gaze from me
Was the moment that I fled §

Poi qualcosa portò via da me i loro sguardi.
Quando ritornarono a guardarmi, capii che dovevo scappare.”

§I ran like hell faster than the wind
But behind I did not glance
One thing that I did not dare
Was to look just straight ahead§

Corsi come l’inferno.
Più veloce del vento, come dici sempre tu.
E non osai voltarmi.”

§When you know that your time has come around
You know you'll be prepared for it
Say your last goodbyes to everyone
Drink and say a prayer for it§

Ora so che, quando arriverà il mio momento, dovrò essere preparato.
So cosa fare in quel caso: dire i miei addii, bere e… ma sì, anche pregare.”

§When you're lying in your sleep, when you're lying in your bed
And you wake from your dreams to go dancing with the dead§

Quando sto nel mio letto, quando cerco di dormire, sento ancora il richiamo di quei morti.
Mi chiedono di tornare a ballare con loro.”

§To this day I guess I'll never know
Just why they let me go
But I'll never go dancing no more
'Til I dance with the dead§

Non so perché mi abbiano lasciato andare.
Ma so che il mio prossimo ballo –mi dispiace per te- sarà con i morti.”

Le pallide guance erano nuovamente rigate. Non poteva credere a quello che aveva sentito.
Era come se Asuma sapesse cosa lo aspettasse.
Come se si fosse rassegnato al fatto di dover partire.

La storia finisce qui. Piaciuta?
Credo di sì, tu adori queste cose.”

La donna tremava. Tutt’altro le era parsa, fuorché una storia.
Perché?
Perché doveva sentire da quella voce una predizione del genere?
Perché non sentiva rassicurazione in quel nastro…?

Ma io ti adoro ancora di più.”

Il capo scattò.

E, oltre alla mia ammirazione e adorazione, hai tutto il mio amore.
Ti amo più di qualsiasi altra cosa a questo mondo, Kurenai.
E continuerò a farlo, anche se i morti veranno veramente per portarmi a ballare con loro.”

Ancora e sempre incredulità.
Il cuore che batteva come quando aveva Asuma al suo fianco.
Perché forse lui era al suo fianco.

Ecco, ho finito.
Spero la sorpresa ti sia piaciuta… anche se non ho idea di come darti questo nastro.
Qualcosa m’inventerò.
Addio, amore.”

Un dito premette ‘stop’, mentre un sospiro riempiva l’aria.
Le lacrime non accennavano a fermarsi, però parevano portarsi via gran parte del peso del dolore.
Ma quello, purtroppo, restava.

Ancora davanti a quella tomba.
Ancora in ginocchio.
Ancora lacrime.
Ma con un sorriso molto più largo e molto più sincero dei precedenti.
Anche quella volta Kurenai si prostrò davanti alla lastra bianca, ma non senza continuare a sorridere.
Anche quel giorno si chiese come avrebbe fatto a vivere senza di lui.
Il vento la accarezzò.
In quel momento, ne era convintissima, qualcosa –o, per meglio dire, qualcuno- era vicino a lei.

Qualcosa c’inventeremo.”


FINE
(Dedicata a Simone, fan sfegatato degli Iron Maiden.
Grazie, Simo, per avermi regalato il sorriso quando avrei voluto piangere.)


  
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