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Autore: halom    05/05/2015    1 recensioni
Il Dottore ed altri personaggi alle prese con un'ipotetica sfida della torre, in cui chi perde deve cadere giù. Cosa accadrà? Ma soprattutto, cosa ne pensano i nostri personaggi?
Cross-over Doctor Who/X-Files/Fringe
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 12, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: questo capitolo è stato scritto da Tawariell e Krishel, scrittrici di professione.
Non le ringrazierò mai abbastanza per la loro collaborazione ed amicizia.


 
Interludio - Viaggio con il Tardis in segreto
 

Il Dottore uscì dalla piscina gocciolante sotto lo sguardo divertito di River e Mulder, che ridevano a crepapelle.
“Che razza di donna che ho sposato. Forse era meglio la mia amata Bess…” borbottò il Dottore.
Non fece in tempo a finire la frase che River gli si piazzò davanti con occhi di fuoco: “Chi, sweetie?”
“Nessuno!” deglutì a vuoto l’alieno. River era una delle poche persone di cui aveva paura.
Andò di corsa a cambiarsi e poi andarono a recuperare anche Scully, ma una volta che l’agente dell’Fbi fu salita, il Dottore tergiversò.
“Mi è venuta un’idea.”
Mulder stava sorridendo e guardava Scully con aria ironica.
“Non ti dirò che avevi ragione. Quindi puoi anche smetterla di sorridere.” disse Dana.
Il Dottore, ignorando i due umani, fece partire il Tardis ad una velocità esagerata tanto che sia loro che la dottoressa Song si ritrovarono spiaccicati sul pavimento.
“Sweetie, che combini!” urlò furibonda l’archeologa.
Ancora una volta l’alieno non badò a nessuno e spalancò la porta, tornando verso Bishop Sr.
“Senta. Che ne dice di venire con me subito? Chiaramente portiamo anche Peter come le dicevo…” l’alieno aveva parlato con calma, fingendo di usare il tono di chi concede un favore. In realtà voleva che si portasse dietro il figlio. Era abbastanza certo di non riuscire a digerire da solo, un’altra volta, Walter.
Fox si avvicinò a River e le chiese in tono curioso: “Ma i viaggi che fa sono sempre così turbolenti?”
“Questo è niente. Oggi è di buon umore!” replicò lei serafica.
Walter, intanto, aveva ascoltato le parole del Dottore tutto eccitato. “Davvero posso venire con voi, ora? Ma è davvero una macchina del tempo, allora?”
Il Dottore assentì. “Sì e nessuno si accorgerà della vostra sparizione. Sarà come se non ve ne foste mai andati.”
Peter seguì il padre dentro quella cabina e si accorse di un particolare. “Bel trucco. Mi piacerebbe sapere come funziona. Walter? Di che diavolo stai parlando?”
“Giovane Bishop mi rendo conto che non hai visto molte…” iniziò il Dottore per poi fermarsi quasi subito. Nella sua testa era passata un’immagine alquanto inquietante. Da dove arrivava? Aveva visto male? E come era possibile? Era sicuro che le porte tra gli universi si fossero chiuse dopo la distruzione della sua razza. Impallidì. Ma la sua razza ora era viva.
Fissò per un lungo secondo Walter e questi divenne più bianco di lui. Ok. Aveva capito bene.
“Scusami, Peter. Sono sicuro che la tua immaginazione è più grande di quello che vuoi farci credere, anche a causa del fatto che troppo spesso è stata bloccata. Cerca di goderti il viaggio. Ti prometto che tornerai in tempo.”
Mulder e Scully erano stupiti da quella reazione ma non dissero nulla. Probabilmente si era trattata di un’impressione e non sapevano come stavano realmente le cose.
Anche Peter rimase colpito e stava per fare delle domande, ma decise che forse avrebbe potuto ricavare le sue risposte semplicemente osservando. Era quasi sicuro del fatto che se, avesse chiesto direttamente sia Walter, sia quell’uomo, gli avrebbero mentito.
Il Dottore fu tentato di dire la verità, ma primo non era il suo forte, secondo non erano affari suoi.
Lesse nella mente del giovane per un decimo di secondo. Non fu facile perché vi erano delle barriere, ma quello che vide gli fece capire una volta di più che, come lui stesso, Peter era un solitario suo malgrado. Sorrise notando altre somiglianze. Dopotutto i pazzi come loro erano quelli bravi nelle situazioni impossibili.
“Andiamo. Su fate una scelta. E visto che è il primo viaggio del mio primo fan, l’agente Mulder, dica lei per primo un nome di un pianeta o di un avvenimento storico a cui volete assistere!” disse, voltandosi e rivolgendosi a Fox.
L’uomo sgranò gli occhi. “Qualsiasi?”
“Qualsiasi!” esclamò il Dottore mentre River sorrideva intenerita. Era proprio un bambino il suo Dottore. Lo aveva riconosciuto subito nonostante il suo nuovo aspetto da attempato scozzese che, peraltro, gli donava molto.
Guardò ad uno ad uno i loro ospiti.
I due agenti.
La rossa giocava a fare la razionale ma si vedeva che si stava divertendo un mondo e non solo perché l’uomo che amava aveva realizzato il suo sogno. Anche lei non vedeva l’ora di viaggiare.
Mulder era davvero su di giri. E stava pensando a mille cose diverse.
I due Bishop anche loro erano in fremente attesa. Nei loro occhi azzurri, così simili, vi era una luce di entusiasmo. I loro rapporti sembravano tesi, a causa del passato e di segreti, che lei faticava a scorgere, però sentiva quanto si volessero bene. Lo sentiva con forza. E questo le fece pensare con nostalgia ai suoi genitori. Li aveva persi per sempre.
Fu tentata di chiedere di andarli a vedere, ma lasciò stare. Il passato era il passato.
“C’è un evento che vorrei vedere. A dir la verità è quello che mi ha ossessionato per tutta la vita. Quello che mi ha fatto diventare quello che sono.”
Scully sapeva a cosa si stava riferendo il collega e con un filo di voce disse: “Vuoi rivedere il rapimento di Samantha, non è così?”
L’uomo fece un lieve gesto d’assenso con la testa. “E’ possibile?”
“Sì, è possibile, ma non potrai cambiare niente, altrimenti causerai un paradosso.” replicò tristemente il Dottore. Gli ricordò Rose quando aveva cercato di salvare suo padre e non vi era riuscita.
Si avvicinò a Fox e gli mise le mani sulle spalle. “Agente Mulder, tu mi piaci, ma voglio essere onesto con te. Ti senti sufficientemente forte da assistere a quell’evento senza fare nulla? Bada che anche se mi dirai di no, non perderò un’oncia della stima che ho per te. Solo i grandi sanno ammettere i propri limiti.”
Mulder scambiò uno sguardo tra il Dottore e la sua partner. Doveva ammettere con se stesso che sicuramente avrebbe tentato di scambiarsi con Sammy. “No. Hai ragione. Non riuscirei a stare fermo. Probabilmente cercherei di sostituirla. No, non va bene. Per quanto io abbia voglia di capire cosa è successo... forse dovrò scoprirlo da solo. Quindi vediamo... qual è il pianeta più lontano dalla Terra? Mi piacerebbe vederlo con i miei occhi, vedere la popolazione e tutto il resto.”
Dana non si lasciò ingannare dal tono gioioso di Fox. Sapeva che dentro stava soffrendo ma era anche sicura che avesse preso la decisione più giusta. Si avvicinò a lui e disse: “Ci riuscirai. Troverai la soluzione a quel mistero.”
L’alieno assentì. “Si può fare questo. Conosco il pianeta. Si chiama Akhaten. Ci andai con una mia cara amica che ha vissuto molte vite.” nel pronunciare quelle parole non poté fare a meno di incrociare lo sguardo del giovane Bishop per una frazione di secondo.
Peter ricambiò lo sguardo incuriosito e mormorò “Non so perché mi suona familiare la cosa.”
Il Dottore non disse nulla, limitandosi a sorridere, poi tornò a girarsi verso Scully e Mulder. “Mi sto rendendo conto che non ho fatto le presentazioni. Loro sono Walter e Peter Bishop, collaborano con l’Fbi come consulenti civili per la Fringe Division. Sono scienziati.”
Muder e Scully annuirono. “Sì ogni tanto succede, soprattutto in casi particolari. Ci avvaliamo della consulenza di esterni. Fringe Division. Avete una reputazione pessima quanto la mia, il che vuol dire che state svolgendo al meglio il vostro lavoro.” replicò Fox.
Walter e Peter non poterono fare a meno di sorridere. Lo scienziato arrivò a dire: “Spero non sappiano che uso droghe psichedeliche fatte in casa.”
Peter gli rivolse un’occhiataccia. “Lo spero anche io.”
River si mostrò subito interessata. “Droghe? Che tipo di droghe dottor Bishop?”
Il Dottore la squadrò. “Bastano e avanzano le manette, River!”
Walter sorrise: “Fa uso di manette professoressa Song? Interessante. So che anche l’agente Dunham vorrebbe usarle con mio figlio…”
Peter alzò gli occhi al cielo. “Walter!”
Lo scienziato sghignazzò. “L’agente Dunham, Olivia Dunham, anche lei è dell’Fbi, ha una cotta per mio figlio, ma lui non se ne accorge.”
River si girò verso il Dottore. “Tutto ciò mi è molto familiare…”
L’alieno scosse la testa. “Su partiamo. Fine intermezzo comico.” brontolò seccato facendo l’occhiolino al giovane Bishop come a dire: “Ti capisco. Anche io sono circondato da pazzi.”
Peter fece un sospiro, scosse la testa e si accarezzò la nuca.
Mulder mormorò: “Speriamo sia un viaggio più tranquillo del precedente.”
Il Dottore non replicò. Temeva che River si offrisse di pilotare al suo posto con la scusa che lei sapeva levare il freno a mano.
Il Tardis viaggiò leggero e veloce verso Akhaten, ora libero dal suo dio vampiro.
Non appena aprì la porta e li osservò uscire tutti, non poté fare a meno di fermare quasi sulla soglia il giovane Bishop.  Attese che gli altri furono fuori del tutto e poi parlò.
“Ho commesso tanti errori nella mia vita. Ma… ecco so come ti senti. Non so spiegarti il motivo. Forse perché riesco a vederti. Non aver paura di essere uno scienziato. Non sarai come lui. Non accadrà. Tu sei più forte. Più di quanto credi.”
Peter lo osservò con un’espressione indecifrabile. “Spero sia come dici.”
“Anche io sono uno scienziato. In qualche modo. La mia è la razza dei signori del tempo. E’ una maledizione e una benedizione.”
Gli sorrise triste. “A volte ho pensato lo stesso della mia intelligenza.”
Il Dottore annuì. “Lo so. Ci si sente soli. Dannatamente soli. Lei… River… mia moglie… dice che sono il dio solitario. A volte… tante volte ho sognato di vivere una vita normale. Ci ho anche provato a scappare da ciò che sono e a vivere come un normale essere umano. Temo non sia per me. Non sia per noi.”
Il giovane Bishop fece un sospiro. “Sono stato piuttosto solitario anche io. Non stavo mai fermo.”
“Ora hai tuo padre e quell’agente Dunham.” aveva faticato ad usare la parola padre. In quel momento odiava mentire. “Come io ho River e i miei amici. Non sei più solo.”
Avrebbe voluto dirgli altro. Sapeva tante cose. Ma non era giusto. Era un problema che avrebbero dovuto risolvere i due Bishop. Lui non c’entrava niente. “Qualunque cosa farai io ti capirò.” concluse con un sorriso triste.
“Olivia e io siamo... solo colleghi in un certo senso. Sì, d’accordo passiamo un sacco di tempo insieme ma è solo per lavoro, niente altro. Non... non so di cosa parli.” stava per chiedergli qualcosa di più ma si fermò. Non sapeva bene perché.
“D’accordo, su andiamo. Credo ti farà bene vedere questo posto. Ci andai tanto tempo fa con mia nipote. Almeno dodici vite fa.” gli strizzò l’occhio e lo trascinò fuori. Inutile insistere. Non erano affari suoi. E poi, River aveva ragione: lui stesso non è che fosse meno testardo.
Peter rimase totalmente affascinato dal via vai di gente che popolava il pianeta. Lo incuriosivano e cercava di carpire ogni informazione possibile. Rimase ad ascoltare una donna che raccontava di come tanto tempo fa venivano scelte delle bambine per tenere buono un dio terribile. Ma che era arrivato un uomo buono e li aveva liberati da quella sfortuna.
“Non gli credere esagerano sempre…” non riuscì a finire la frase che la moglie lo interruppe: “Quando avete finito di parlottare tra di voi, vorremmo iniziare a fare un giro, sperando che, come al solito, lei, non ci abbia portato proprio qui perché c’è qualche guaio in vista!”
A tutti gli altri brillarono gli occhi e stavolta fu River ad alzare gli occhi al cielo. “Circondarti di gente normale, mai, vero?”
“La normalità è una parola sopravvalutata.” rispose sorridendo Mulder.
Dana scosse la testa divertita. In tutti quegli anni che lo conosceva, sicuramente non vi era mai stato nulla di ordinario.
   
 
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