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Autore: BloodMoon    05/05/2015    2 recensioni
Quando il destino prevede morte l'unica via è la League Of Legends. La storia di un serafino senza una meta, braccata dal suo mondo ed esiliata dai suoi simili per paura del suo potere. Una storia di amicizia, amore e una nuova vita in un nuovo mondo, con nuovi scopi e obbiettivi. Il personaggio principale è un OC il resto sono personaggi creati dalla Riot e appartengono ad essa.Prima Fanfic che scrivo, scritta sotto l'atmosfera creata dalle musiche dei Nightwish.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Diana, Jinx, Katarina, Leona, Sejuani
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nota dell’autore: Innanzitutto chiedo scusa a chi mi segue per l’enorme ritardo nella pubblicazione della fanfic, ho avuto molto da fare in questi mesi e ora che la scuola volge a termine probabilmente avrò più tempo da dedicare, almeno spero! Mi farò perdonare J
BloodMoon
Capitolo 4: Ghiaccio Nero
Nal uscì di casa presto, il sole che emetteva le prime luci dell’alba rendendo il cielo arancione, riflettendo la propria luce fra le vette delle montagne innevate. L’aria era frizzante e punzecchiava la pelle di Nal. La serafina inspirò a pieni polmoni l’aria fresca e prese un ‘arco dall’armeria esterna di Sejuani e alcune frecce, mettendo il tutto sulle proprie spalle e si diresse verso l’uscita del villaggio, con l’intenzione di andare a caccia. Erano passate due settimane da quando era arrivata al villaggio, e dava una mano come poteva. Per non destare attenzioni indesiderate decise di usare un’arma mortale come un arco per uccidere le proprie prede: se avesse usato i suoi poteri sarebbe stato pericoloso.
 I nemici di Sejuani ora erano anche i suoi nemici; se volevano farle del male, una buona mossa sarebbe stata fare del male a Nal.  Lissandra bramava questo infatti, osservando la serafina da una grotta sulla cima di una montagna, pensando ad una possibile imboscata. Era l’occasione adatta per attaccare e indebolire Sejuani indirettamente ; un sinistro sorriso si formò sul suo viso, mentre un’idea malvagia le appariva nella mente. La strega proruppe in una risata crudele e disse, fra se e se :
- Contaminerò Nal con la mia magia del Ghiaccio Nero, così che possa servirmi ciecamente. Con lei sotto il mio volere, potrò distruggere Sejuani, avvicinandomi sempre di più al trono del Freljord! Trundle!- chiamò la Strega dei ghiacci – Hai un nuovo compito!.  Il re dei troll si avvicinò a Lissandra, inchinandosi davanti a lei,:
- Cosa desidera, vostra Maestà?- Lissandra sorrise ancora più malevolmente e rispose, gelida:
-Portami la serafina, viva. Ho qualcosa in serbo per Sejuani-. Finì la frase ridacchiando e rivolgendo di nuovo lo sguardo verso la foresta dove, lontanamente, la serafina era sulle tracce di alcuni cervi. “Presto, sarai mia, giovane Nal” pensò cupamente la strega dei ghiacci, sparendo in una nuvola di aghi di ghiaccio scuro.
La serafina  si inoltrò nella foresta, i raggi del sole che penetravano nelle fitte fronde degli alberi smosse da una leggera brezza. Nel terreno morbido erano visibili tracce fresche di cervi e Nal decise di seguirle, facendo attenzione a non fare rumore per non far scappare la preda. Del sangue cremisi, fresco a giudicare dall’odore, bagnava le foglie di un arbusto basso dal legno scuro e rami contorti: prendendo una foglia pulita fra le mani, Nal ne odorò la fragranza e se ne mise qualcuna nella bisaccia. Giudicando la presenza del sangue, la serafina immaginò che un membro del branco era ferito, quindi più vulnerabile.  Muovendosi cauta fra i cespugli e con furtività, arrivò ad una zona senza cespugli vicino al fiume, dove l’erba verde cresceva, fonte di nutrimento per i cervi: il branco era composto da 5 cervi, un maschio, 2 femmine e tre piccoli; il cervo ferito era una delle femmine e presentava un lungo taglio su uno degli arti posteriori, il destro. Prendendo una freccia dalla faretra la incoccò e lasciò andare la corda dell’arco: con un sibilo la freccia penetrò lungo la cassa toracica della cerva, privandola del respiro e causandone la morte, lenta e dolorosa. Il resto del branco scappò nella boscaglia e, con un salto, Nal uscì fuori da suo nascondiglio e prese il suo pugnale: la cerva muoveva a scatti le zampe, le convulsioni causate dalla paura e il dolore della morte che lentamente la spegneva però la serafina, non volendola farla soffrire ancora, fece penetrare la lama del pugnale nel cuore della bestia, uccidendola all’istante. Prendendo di peso l’animale, se lo mise sulla spalla e cercò un luogo dove accamparsi e scuoiarla. Accese un fuoco e appese la cerva ad un albero, iniziando a scuoiarla, togliendo le interiora e le ossa, tagliando la pelle che poi sarebbe stata conciata e rifinendo la carne a piccole porzioni. Mise la carne in una delle bisacce e passò ad un'altra parte del copro della cerva e tolse la carne anche lì, ripetendo il tutto finché tutta la carne non era stata tolta. Stette a caccia tutto il giorno ma non ebbe più fortuna con la selvaggina: cacciò solo due fagiani e una lepre ma era soddisfatta ugualmente. Osservando  le fiamme del falò, quando ormai la notte era giunta, sentì un rumore alle sue spalle. Si alzò, sfoderando il pugnale, e si guardò attorno, gli occhi che scrutavano in cerca di ogni possibile movimento. Quando tutto fu tranquillo si risedette davanti al fuoco ma qualcosa la colpi fortemente alla testa, facendola perdere i sensi.
Quando si riprese, aveva la vista annebbiata. Non sapeva quanto tempo fosse passato, non ricordava nulla e non sapeva dove si trovasse. Tutto ciò che vedeva e sentiva era buio.. e freddo. Cercò di muoversi ma era intrappolata da catene e i suoi poteri erano stati sigillati con delle rune. Digrignò i denti dalla frustrazione e una risata maligna proruppe nel nulla e dei cristalli di ghiaccio apparirono dal nulla, formando Lissandra. Gli occhi di Nal si aprirono in vivo terrore, le lunghe pupille ad ellisse un sottile filo nero sul viola ametista e la voce le morì in gola, presa dal terrore: senza i suoi poteri era vulnerabile, come qualsiasi essere mortale. Non poteva nemmeno richiamare le ali, non poteva fare nulla: era completamente alla mercé di Lissandra.
-Bene bene cosa abbiamo qui?- fece la strega con voce malevola, alzando il mento di Nal, quest’ultima rabbrividendo al tocco gelido- Un piccolo uccellino sperduto-.  Nal digrignò i denti e la guardò con rabbia:
-Lasciami andare, strega!- disse la serafina con odio. Lissandra scoppiò a ridere e strinse la presa sul mento di Nal, cristalli di ghiacci formandosi sulla sua pelle. Facevano male e Liss lo sapeva, provando piacere nel dolore che provocava a Nal.
-Il piccolo uccellino dimostra di essere un draghetto che sfodera gli artigli, mh? Senza i tuoi poteri non puoi fare nulla, giovane Nal- Disse Lissandra, mentre prendeva con entrambe le mani il viso di Nal e si inchinava di fronte a lei – e farò di te il mio servitore più fedele e potente. Mi sarai molto utile, per distruggere i miei nemici-. Nal si irrigidì, presa dal gelo del tocco di Lissandra, ma debolmente rispose:
- Non ti servirò mai, strega. Io non servo nessuno. E perderai questa guerra, Sejuani te la farà pagare!-. Al sentire quel nome la voce e l’attitudine di lissandra cambiarono, facendosi sprezzante.
- Sarai proprio tu a distruggere Sejuani. Ora stai buona così che io possa occuparmi di te…- Nal sgranò gli occhi dal terrore e cercò di divincolarsi ma Lissandra la teneva stretta con legami di Ghiaccio nero mentre la contaminava. Le grida della serafina erano talmente forti che si propagarono per tutta la valle e la rabbia talmente profonda che ruppe le rune del sigillo, creando una colonna di luce viola e blu scuro che penetrò nella parete giungendo fino a cielo aperto. Le nuvole cominciarono e ruotare minacciosamente intorno alla colonna mentre il Ghiaccio nero contaminava il corpo di Nal e la sua volontà, con Lissandra che catalizzava la sua magia nel processo, con un sorriso malvagio e soddisfatto sul suo viso. La mente di Nal era lontana, i suoi pensieri a Sejuani e le lacrime uscirono dai suoi occhi, che cambiavano colore dall’ametista ad un blu scuro e profondo. Il suo viso era un ritratto di dolore e terrore, le sue urla tanto forti che giunsero alle orecchie di Sejuani.  La strega dei ghiacci ignorava che, nella steppe, la furia dell’Inverno giungeva e voleva vendetta.
N\A: capitolo un po’ corto ma è solo per tenervi sulle spine
Ps: si sono cattiva xD
   
 
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