Salve,
...eheh... Scusate il ritardo... Mese duro...
spero che il capitolo vi piaccia comunque ^.^
PS. La parte tra virgolette è un discorso/flashback fatto da Minako a Minato.
bacioni,
              Tetsu >.<

6 – Il ricordo

Minato sapeva perfettamente dove trovare la sua sorellina, ma prima doveva parlare con Shisui.
Lo trovò sulla Montagna degli Hokage, sopra la testa del Sandaime: Sarutobi Hiruzen, il shishō del shishō del Lampo Giallo.
<< Mi dispiace, Minato Taichō >> 
<< Ah, non ti preoccupare. Era inevitabile che accadesse... Minako-tan lo sapeva da tre anni, ormai >> disse sedendoglisi accanto.
<< Eh!? >>
<< Il giorno che passammo insieme non ci allenammo. Me lo ricordo, perché lei non è quasi mai triste e quel giorno lo era >>
<< Che intende dire? >>
<< Ascolta bene Shisui. Questa storia accadde durante la Terza Grande Guerra Ninja, quando Nako-tan aveva undici anni...
“La Kamikazekage aveva mandato me, Maka e Mamoru in una missione di Recupero Speciale: dovevamo recuperare il corpo di Uchiha Kagami, morto non si sa come, e portarlo intatto alla sezione Ricerche Illegali.
Shimura Danzo, capo della Radice, ci aveva detto dove trovarlo.
In realtà era una trappola: voleva ucciderci e odio non sapere ancora perché.
Una trappola per il semplice motivo che lì trovammo un centinaio di ninja nemici e del corpo di Kagami-dono non c’era traccia.
Fummo costretti a combattere: Mamoru era pieno di tagli, io e Maka sempre più a corto di chakra; così ne approfittarono e ci separarono.
Non so come e chi salvò loro due, perché tra noi c’è il tacito accordo di non parlare mai di quel brutto episodio.
Comunque, io venni salvata da un Anbu dagli occhi rossi come il sangue: lo vidi uccidere i ninja che non ero stata in grado di far fuori io con estrema abilità e velocità... Sembrava un fulmine...
Avevo la vista annebbiata e stavo per svenire, mi sentivo come trascinata nell’oscurità, quando lui...
Allungai le mie mani insanguinate per chiedere aiuto: ero troppo stanca per parlare.
Lui allungò la sua e la afferrai.
Gli chiesi di non lasciarmi – MAI – sola, di promettermelo e lui me lo promise.
Io lo so, lo sento dal profondo del mio cuore, che le nostre vite – le nostre anime – sono legate e che... Che quando ci rincontreremo, ci riconosceremo " >>
Shisui fissava il suo Taichō ad occhi spalancati, perché sapeva e ricordava.
Sapeva già quella “storia”.
Ricordava quella “storia”.
Si girò di scatto e guardò Minato con la sicurezza negli occhi e nella voce.
<< Come funzionano i rapporti d’amore nel suo clan? >>
Minato lo guardò dapprima confuso e poi con un sorriso.
<< Nulla di così complicato: se sei un esterno, per essere riconosciuto come membro del clan, devi scambiare la Promessa. La Promessa è fatta a voce – e qui giuri al Namikaze di non abbandonarlo mai, qualsiasi cosa accada – e tramite il Sigillo di Sangue – nulla di eclatante: il Namikaze deve imprimere, col suo sangue, il simbolo del nostro clan in una parte del tuo corpo. Tranquillo, poi sparirà col matrimonio. Io l’ho fatto con Kushina: non è doloroso >>
<< Lo so, >> disse Shisui togliendosi la benda all’avambraccio destro << io non ho sentito nulla >>
Fu allora che lo vide: sull’avambraccio interno c’era il simbolo del clan Namikaze, chiaramente impresso a sangue.
<< È stata lei? >>
<< È stata lei >>
<< Allora aveva ragione: voi due siete fidanzati. E tu sei definitivamente un membro del nostro clan >>
Shisui sorrise serenamente.
<< Sei felice, Shisui? >>
<< Sì, perché... >> 
Si posò l’avambraccio col simbolo sul cuore e si strinse il polso.
<< La ami? >>
<< Mi sono sempre chiesto dove fosse. L’ho cercata per tutta Konoha, in questi due anni. Sono veramente felice di averla ritrovata >>
<< Amore a prima vista, eh? >>
Shisui annuì.
Minato gli posò una mano sulla spalla e con uno sguardo di incoraggiamento parlò.
<< Non ti preoccupare, chiarirò io con mia madre... Tu va da lei: è sopra il tetto di casa mia – ama i tetti. Farò il tifo per voi. Ora vai, Shisui! >>
E Shisui seguì il suo consiglio, stupito che lei non fosse andata così lontano.