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Autore: eugeal    06/05/2015    1 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Guy si guardò alle spalle: era riuscito a staccare Barret ancora di qualche metro, ma non era sufficiente, non avrebbe fatto in tempo a trovare il modo di entrare al castello prima di essere raggiunto e ucciso da lui.
Doveva a tutti i costi riuscire a guadagnare terreno. Guardò la strada che in quel punto correva parallela al fiume: per raggiungere Nottingham bisognava attraversare il ponte, parecchie centinaia di metri più avanti e poi tornare indietro per un lungo tratto fino a raggiungere il bivio e prendere la strada che portava in città.
Se solo fosse riuscito ad attraversare il fiume prima del ponte, Guy avrebbe potuto risparmiare un bel pezzo di strada e arrivare a Nottingham con un buon anticipo su Barret. Gli venne in mente che poco più avanti c'era un punto dove il fiume era più stretto e forse un buon cavallo avrebbe potuto saltarlo. Forse.
Guy sapeva che la sua era un'idea assolutamente folle e che aveva ottime probabilità di finire sul fondo del fiume dopo aver ucciso se stesso e il suo cavallo cadendo sulle rocce, ma sapeva anche che sarebbe morto lo stesso se non fosse riuscito a distanziare Barret.
Incitò il suo cavallo, aumentando ancora la velocità e lo diresse verso il ciglio della strada, sperando che l'animale non esitasse a obbedire ai suoi comandi: se si fosse impuntato, sarebbero morti entrambi.
Il cavallo saltò e Guy chiuse gli occhi. Se erano destinati a cadere nel fiume, non voleva vederlo.
Il salto durò un lunghissimo istante, poi gli zoccoli del cavallo toccarono terra e l'animale continuò a correre. Solo allora Guy osò guardare, incredulo di essere ancora vivo: era davvero riuscito ad attraversare il fiume, mentre Barret era rimasto sull'altra riva e aveva continuato a galoppare verso il ponte.
Guy scoppiò a ridere pensando alla rabbia che doveva provare il suo nemico, ma non permise al cavallo di rallentare troppo, ogni attimo poteva essere prezioso.

Il ragazzo appoggiò a terra il pesante cesto pieno di panni sporchi e la donna che aveva accompagnato fino al lavatoio lo ringraziò con un sorriso e gli porse un involto.
- Grazie Cedric, da sola non sarei riuscita a portare tutti i panni in un unico viaggio. Mi dispiace di non poterti ricompensare con qualcosa di meglio, ma quello che guadagno basta appena a sfamare i miei figli...
Il ragazzo aprì il pacchetto e sorrise vedendo un grosso pezzo di pane appena raffermo e una fetta di formaggio.
- Questo va benissimo, anzi sono io a doverti ringraziare. Questa sera ti aiuterò a riportare il bucato a casa.
Salutò la lavandaia con un cenno della mano e andò a cercare un angolo tranquillo per mangiare in pace.
Si inoltrò tra le file di panni stesi e sedette a terra, parzialmente nascosto dai lenzuoli stesi.
Preferiva stare da solo, lontano dagli altri e quando era costretto a stare in compagnia di altri uomini aveva sempre il terrore che qualcuno di loro potesse essere il bandito mascherato che lo aveva costretto ad assistere a un massacro orribile e che gli aveva mozzato un dito per pura cattiveria.
Da allora non era stato più in grado di combattere e si era trovato a vivere giorno per giorno. La mano non era ancora guarita del tutto, perciò guadagnava qualcosa da mangiare aiutando come poteva le donne al mercato o le lavandaie.
Di notte spesso restava a occhi aperti nel buio per il terrore di rivedere ancora in sogno quello che avevano fatto ai suoi compagni e a Sir Guy. Quando succedeva si svegliava gridando e poi non riusciva più a riprendere sonno finché non sorgeva il sole.
Cedric finì di mangiare il suo pasto e sospirò soddisfatto: il pane non era fresco, ma era abbondante e almeno quel giorno non sarebbe andato a letto affamato.
Si appoggiò a uno dei pali usati per le corde dei panni e sbadigliò: forse avrebbe potuto concedersi un sonnellino tranquillo in quel posto sicuro e isolato.
Chiuse gli occhi e li riaprì poco dopo sentendo il rumore degli zoccoli di un cavallo lanciato al galoppo. Cedric si rialzò da terra, cautamente per controllare chi stesse arrivando e quello che vide gli fece passare completamente il sonno.
Il cavallo nero si era fermato poco distante da lui, poi un cavaliere vestito di nero ne era sceso di corsa e aveva fatto allontanare il cavallo dandogli una pacca sul fianco, poi l'uomo aveva staccato una coperta logora da uno dei fili dei panni e l'aveva usata come mantello per coprirsi, prima di inoltrarsi nei vicoli di Nottingham.
Cedric era rimasto a fissarlo, sconvolto, convinto di aver sognato: gli era sembrato di riconoscere Sir Guy di Gisborne, ma non era possibile, lo aveva visto morire davanti ai suoi occhi!

Guy si affacciò dalla porta di una stalla per osservare il cancello del castello e sospirò: anche quell'entrata era sorvegliata da guardie della compagnia di Barret, entrare da lì sarebbe stato impossibile.
Iniziava a preoccuparsi: se non fosse riuscito a raggiungere lo sceriffo per avvisarlo, sarebbe stato tutto inutile e ormai non aveva più molto tempo.
Sentì una mano che gli toccava un braccio e si girò di scatto, sguainando la spada. Si trovò a fissare negli occhi un ragazzo poco più che adolescente che lo guardava terrorizzato.
Guy abbassò la spada e si rivolse al giovane in tono duro. Non lo aveva sentito mentre gli si avvicinava alle spalle e quel contatto improvviso lo aveva spaventato a morte.
- Non fare mai più una cosa del genere se vuoi vivere a lungo, ragazzino. Avrei potuto ucciderti. Ora vai via. - Lo rimproverò, aspettandosi di vederlo scappare, ma il ragazzo non si mosse e continuò a fissarlo, pallido come un fantasma.
- Sir Guy, siete proprio voi! - Esclamò il giovane e Guy vide il suo sguardo riempirsi di orrore. - Ma come è possibile? Io vi ho visto morire!
- Mi hai visto... Eri nella radura?! - Guy lo osservò meglio e riconobbe il soldato giovane che era stato costretto a guardare mentre lo torturavano.
Cedric annuì.
- Quell'uomo vi ha piantato un coltello nel cuore, l'ho visto con i miei occhi, com'è possibile?
Guy notò che al ragazzino mancava un dito mignolo e che la ferita alla mano era ancora in via di guarigione e intuì che anche quella doveva essere opera di Barret. Ricordò che Allan gli aveva detto che il soldato era stato lasciato andare vivo, ma non illeso e ora capiva cosa avesse inteso.
- Barret ha sbagliato mira, la sua lama è stata deviata e non mi ha ucciso.
Il giovane sgranò gli occhi.
- Barret? Roger di Barret?
- Già, è lui l'assassino e ora vuole uccidere anche lo sceriffo. Devo trovare il modo di entrare al castello per avvisarlo, ma ci sono guardie fedeli a Barret a ogni entrata.
Cedric lo guardò e poi fece un timido sorriso.
- Sir Guy, io conosco un modo per entrare senza essere visti.
- Davvero?!
- C'è un passaggio vicino alle cucine. Dovrebbe essere chiuso a chiave, ma per gli sguatteri è comodo passare da lì per svuotare i secchi e le pentole senza fare tutto il giro e allora lo lasciano sempre aperto. A volte passo da lì quando so che una mia parente è di turno in cucina, ogni tanto mi lascia portare via un pezzo di pane o qualche avanzo.
- E poi mi stupivo che Hood riuscisse ad andare e venire come voleva... - Disse Guy tra sé, poi si rivolse al ragazzo. - Andiamo, fammi vedere dov'è.
Cedric annuì.
- Venite con me, ve lo mostrerò.
Lo guidò lungo i vicoli di Nottingham e gli indicò una porticina socchiusa.
- Da lì arriveremo direttamente nelle cucine. - Disse, poi guardò Gisborne, serio. - Sir Guy? Cosa farete una volta all'interno del castello?
- Devo avvisare lo sceriffo del pericolo e se sarà necessario lo proteggerò. Se dovessi fallire, fai in modo di essere lontano da Nottingham quando arriverà l'esercito del principe Giovanni, ragazzo.
- Sir Guy, il mio nome è Cedric. Lasciate che vi aiuti, non voglio che Roger di Barret distrugga anche la mia città, ha già fatto troppo.
Guy lo guardò, colpito dal tono vibrante della voce del giovane. Quel ragazzo era poco più di un bambino, ma Barret aveva ferito profondamente anche lui e Guy conosceva fin troppo bene l'orrore che leggeva nei suoi occhi.
- Ho un compito per te, Cedric. - Gli mise in mano uno dei pugnali che aveva portato con sé e lo guardò. - Una volta che saremo entrati, io andrò a cercare lo sceriffo, tu invece fai in modo di aprire i cancelli quando vedrai arrivare Robin Hood e la sua banda. Lasciali entrare, è importante.
- Robin Hood, signore? - Chiese il ragazzo, perplesso. Quando erano caduti nell'imboscata stavano dando la caccia ai fuorilegge e ora doveva lasciarli entrare?
Gisborne annuì.
- Sono cambiate molte cose, Cedric. - Disse, in un tono quasi malinconico. - Loro ci aiuteranno. Tu apri i cancelli, ma fai attenzione, non correre rischi inutili.
- Sì, signore. - Rispose Cedric, emozionato.
Dal giorno dell'imboscata non aveva più vissuto, bloccato dal terrore e dai ricordi e ora, per la prima volta, aveva l'occasione di poter agire, di fare qualcosa per rivalersi su chi lo aveva ferito.
Sir Guy era vivo e pronto a lottare nonostante le torture terribili che gli avevano inflitto... Se era sopravvissuto lui, anche Cedric avrebbe potuto farcela a riprendersi la sua vita.
Non lo avrebbe deluso, decise. Guy di Gisborne aveva deciso di dargli fiducia e Cedric avrebbe aperto i cancelli del castello per lui.
   
 
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