Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    31/12/2008    6 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: Sì sì lo so, ci ho messo un bel po’ ad aggiornare. Purtroppo tra le feste, impegni vari e traduzioni da fare, il tempo, anche in vacanza, è veramente poco.

Comunque non crediate che abbia oziato. Anzi, mi sono documentata meglio sul personaggio. Ho trovato un bel libretto (1244 pagine) con tutti i racconti di Sherlock Holmes e sto ampliando la mia cultura per questa storia. Va bene, non esitiamo oltre, se non per, ovviamente:

 

L’ANGOLO DELLE RECENSIONI:

 

TENSI: sì, anch’io pensavo che la battuta fosse coerente, ma il lato femminista che è in me, mi ha impedito di postarla. Grazie 1000 per la recensione, ci tengo veramente tanto.

Spero, con questo capitolo, di meritarmene un’altra.

 

GIULYCHAN: Sì, ha una bella personalità. Del resto, per un testone come Basil credo che serva solo questo no?

Fammi sapere se sto procedendo bene.

 

Un ringraziamento anche a tutti coloro che hanno letto e a:

eilinn;

giulychan;

hikary.

Che hanno messo la mia storia tra i preferiti.

 

Bene, possiamo cominciare.

 

Capitolo 7

La sala era molto grande e già molto affollata. I colori prevalentemente usati per adornare la sala erano il rosso e l’oro: rosse erano le tende che circondavano le finestre, rosse erano le rose negli enormi vasi di pietra ai lati della stanza. D’oro erano i cordoni delle tende e le decorazioni sui vasi di rose. D’oro erano anche i vari drappi di seta che attraversavano il soffitto La stanza era illuminata da un enorme lampadario di vetro e da alcuni candelabri di bronzo, appesi alle pareti della stanza.

La gente portava le maschere più disparate: tutte rigorosamente molto eleganti, ma anche, in certi casi, inquietanti. Si potevano vedere sorrisi grotteschi, quasi demoniaci, profili arcigni, fatti di sopracciglia aggrottate e di nasi adunchi.

Non c’era alcuna maschera che copriva il volto per intero. La maggior parte copriva solo la parte superiore del volto, ma c’erano alcuni rari esemplari che coprivano solo una guancia e un occhio. Il tutto sarebbe stato veramente spaventoso, se non fosse stato per l’atmosfera di accoglienza, di benessere e di amicizia, che aleggiava nella sala.

I tre scesero l’ampia scalinata, provvista di tappeto rosso, Cornelia davanti e Basil e Topson che le stavano dietro.

La ragazza si muoveva con disinvoltura, del resto quello era il suo ambiente, mentre i due si sentivano un po’ spiazzati. Fortunatamente lei se ne accorse e, benché parte di lei godesse nel vedere il detective in difficoltà, il suo buonsenso la spinse a prendere la mano a lui e al dottore e a portarli verso il tavolo delle vivande che era, in un certo senso, un po’ meno popolato rispetto al centro della sala dove la gente chiacchierava amabilmente.

Una volta arrivati al tavolo, Basil e Topson tirarono un sospiro di sollievo. Cornelia li guardò divertita: neanche per lei era stato facile all’inizio trovarsi in quella calca di gente, ma dopo un paio di volte ci si era abituata.

 

“Oh santo cielo” stava appunto dicendo Topson con il fiato corto “ma come fanno a respirare, tutti pigiati lì nel mezzo?”

 

“E’ una cosa normale a queste feste” gli rispose prontamente la ragazza “la cosa che mi stupisce è che nessuno ancora balli: va bene che siamo appena all’inizio, ma non vedo nemmeno l’orchestra.”

 

 

“Oh ma l’orchestra c’è.” Disse ad un certo punto una voce alla destra del gruppetto “Stanno solo aspettando che arrivino i cantanti e suppongo che tu sia una di loro.”

 

 La ragazza si voltò, riconoscendo la voce, e si trovò davanti ad un tipo senza maschera, poco più grande di lei, con il pelo ramato e due profondi occhi ambrati.

 

“Rudyard! Che piacere rivederti” esclamò lei felice. L’affascinante individuo le prese la

mano e la baciò con dolcezza, gesto che fece innervosire non poco il detective.

 

“E’ passato tanto tempo da quando ci siamo visti l’ultima volta” proseguì lui con la sua bellissima voce.

 

“Beh, non esagerare, solo pochi mesi. Bene, passiamo alle presentazioni: amici miei, questo è Rudyard Patericke, ha interpretato insieme a me Dracula di Bram Stoker.”

 

“Già, la più attraente Miss Mina che io abbia mai incontrato” replicò lui, facendo sorridere la ragazza “Comunque molto piacere, signor…” disse porgendo la mano a Basil.

 

“Non penso che rivelare la mia identità faccia parte di una festa in maschera signor Patericke.” Rispose seccamente il detective, ignorando la mano tesa dell’altro che, dopo essere rimasto per un attimo interdetto, rispose:

 

“Ha pienamente ragione signore, mi scuso per la mia dimenticanza e…. si sente bene?”

Chiese poi vedendo la faccia di Basil contrarsi in una smorfia di dolore (Cornelia aveva infatti provveduto a pestargli accuratamente un piede con il tacco della scarpa, in modo da evitare un’altra rispostaccia da parte del detective)

 

“Sì, sì, non si preoccupi, tutto a posto.” Disse lui sforzandosi di sorridere.

 

“Oh, bene, sono contento. Allora Cornelia, volevo proporti di fare uno spettacolo

e…..”

 

“Qual luce sfolgora vicino a quel tavolo? Altri non può essere che la dolce Cornelia Blackwood.” Una voce da attore shakespeariano li raggiunse, seguita dal suo padrone. Un bellissimo giovanotto dal pelo scuro, anche lui senza maschera e con il fisico di un atleta, si avvicinò all’ormai quartetto.

 

“Owen, anche tu qui.” disse Cornelia, mentre il ragazzo si affrettava a farle anche lui il baciamano.

 

“Bene, lasciate che vi presenti anche Owen Blessington; come avrete già capito dalla sua entrata, con lui ho recitato in Romeo e Giulietta.”

 

“Eh sì, ricordo che su quel balcone di carta crespa eri una visione, mia cara.”

 

“Oh, il solito esagerato.”

 

La faccia di Basil, benché protetta in parte dalla maschera stava diventando sempre più rossa, o almeno questo vedeva Topson.

E proprio quando il dottore stava per trascinare via l’amico, onde evitare una pericolosa esplosione nervosa, un altro individuo, stavolta con la pelliccia bionda, si avvicinò al gruppetto:

 

“Cornelia, cherìe, sei in forma per il ballo di stasera? Perché sai che ti trascinerò in tutte le danze” disse il ragazzo facendo a sua volta il baciamano.

 

“E questo è Lionel Gresham, con lui ho avuto una parte nello Schiaccianoci di Tchaikovskij”

 

“Ti confesserò che non ho mai visto una Clara più leggiadra.”

 

Ora il detective non solo era rosso, ma cominciava anche a tremare, tanto che un po’ del vino, che il dottore si era premurato di versargli per cercare di calmarlo, cadde sul tappeto.

Topson se n’avvide e si affrettò a cercare un argomento di conversazione che non li facesse sentire esclusi:

 

“Ah, ti sei occupata anche di balletti, mia cara?”

 

La ragazza lo guardò un po’ interrogativa: ricordava perfettamente di aver raccontato al dottore tutta la sua carriera, la sera in cui aveva fatto la sua conoscenza, ma quando gli occhi di quest’ultimo le indicarono Basil, lei capì le sue intenzioni e si affrettò a rispondere:

 

“Oh, sì, certamente. Oltre che alla recitazione sono stata educata anche alla musica ed è una gioia infinita, quando riesco a fondere questi due ambiti artistici.”

 

“Allora non ti sarai certo dimenticata di me vero?”

 

Cornelia alzò brevemente gli occhi al cielo, conscia che forse quella era la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, poi si voltò per accogliere un topo con il pelo scuro e due penetranti occhi azzurri.

 

I feel you, Cornelia… Ti ricordi?” canticchiò lui, sorridendo.

 

“Anche se le parole non erano proprio quelle, come potrei scordarmi di te Jerome?”

Rispose lei offrendogli la mano per l’ennesimo baciamano. Poi, rivolgendosi al gruppo:

 

“Permettetemi di presentarvi Jerome Laughton, il più grande Sweeney Todd che le scene abbiano mai incontrato.”

 

“Troppo buona, mia cara, allora che dici, ci avviciniamo al palco?”

 

Lei lo guardo confusa:

 

“Prego?”

 

“Ma come, non lo sai? Tutti noi senza maschera ci esibiremo a turno, o meglio, noi uomini ci esibiremo a turno, mentre tu ti esibirai a turno con noi.”

 

“Nonostante il discorso fosse un po’ contorto, credo di aver capito.” Rispose lei ridacchiando. “Comunque sono dell’opinione che dovremmo aspettare che sia la regina a chiamarci.”

 

“Sì, hai proprio ragione” disse Lionel.

 

“Allora, che ci racconti di questo periodo?” chiese Owen.

 

“Già, sei ancora libera o hai finalmente trovato…” cominciò Rudyard.

 

“Perdonate l’intrusione.” Si inserì Basil che aveva perso la pazienza e che era trattenuto per un braccio da Topson. Non che il dottore avrebbe potuto fare qualcosa se il suo amico avesse scatenato la sua ira, ma serviva appunto per ricordare al detective di mantenere la calma.

 

 

“Cornelia, ti posso parlare un secondo?” proseguì poi, allontanando con un colpo secco la mano dell’amico.

 

“Va bene, ci vediamo dop…” La ragazza non riuscì neanche a terminare la frase, perché Basil l’aveva presa con forza a braccetto e la stava trasportando via.

I quattro artisti, più Topson, guardarono la coppia allontanarsi.

 

“Ma che gli è preso a quello?” chiese confuso Lionel, all’indirizzo del dottore, che scossa la testa, mentre un cattivo presentimento si insinuava in lui.

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“Lasciami Basil, so camminare da sola” gli intimò Cornelia seccamente, ma con voce moderata, perché erano ancora nella sala.

Il detective non dette però segno di averla sentita e continuò a trascinarla. La condusse attraverso una splendida porta a vetri, fin su di una terrazza che dava sui giardini del palazzo.

A quel punto Cornelia decise di ribellarsi:

 

“Lasciami, MI FAI MALE!” Stavolta gridò proprio, non riuscendo più a trattenersi e, con uno strattone, liberò il braccio.

 

“Chi di loro?” le chiese Basil a voce bassa.

Lei lo guardò confusa e anche un po’ spaventata. Il braccio le doleva veramente e lo sguardo dell’amico le faceva paura. Riuscì comunque a mantenere la calma.

 

“Cosa intendi?” gli chiese con lo stesso tono di voce usato da lui.

 

“Me lo vuoi dire, sì o no?”

 

“Non capisco a cosa tu ti stia riferendo.”

 

“Secondo me invece lo sai benissimo. A chi di quei quattro damerini incipriati sei promessa?”

Lei lo guardò, non sapendo se ridere o restare seria.

 

“Cosa stai dicendo? Cosa credi che io… loro.. ah ah ah, sei proprio un comico nato ah ah ah.”

 

“Guarda che non sto scherzando, l’ho ben visto come ti giravano intorno, tutti quei ‘mia cara’, ‘dolcezza’, ‘cherìe’… dai, non puoi pensare che io pensi che loro sono solo dei semplici colleghi.”

 

“Che fai, ti arrotoli come Jarvis ora?” gli chiese lei freddamente, capendo finalmente dove l’amico voleva andare a parare.

 

“E RISPONDIMI ACCIDENTI!!” Urlò lui facendola sobbalzare.

L’attimo di sconvolgimento fu però breve, perché lei rispose subito.

 

“Sono solo degli amici. E comunque, come fai a dire che il loro corteggiamento sia corrisposto?”

 

“Non mi pare che tu abbia fatto molto per fermarli o sbaglio?”

 

“E cosa dovevo fare scusa? Gli ho già detto che non mi interessano, ma loro si divertono a continuare. Non voglio trattarli male, mi hanno sostenuto in tutti questi anni di solitudine.”

 

“E vuoi anche che ti creda? Andiamo, ormai la so riconoscere una bugia, sono un detective.”

 

“Allora, detective, devi essere veramente molto stupido per non accorgerti che…..”

Uno squillo di trombe bloccò la conversazione e, dall’interno della sala, si sentì la voce squillante della regina:

 

“Cari amici, sono contenta che siate intervenuti a questa festicciola. Tanta era la mia gioia che mi sono sentita in dovere di farvi una sorpresa. Pregherei ora tutti coloro che non hanno la maschera di avvicinarsi al palco.”

 

“Bene” disse Cornelia “per ora la nostra conversazione finisce qui. Riflettici un po’ e giudica se hai torto o ragione.”

Così, in un brillio bianco, la ragazza si voltò e si diresse verso la sala, lasciando il detective sulla terrazza, sempre fermo nella sua convinzione.

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“Mhm, bene bene. Si sono appena rincontrati e già litigano. Bravo Basil, continua a facilitarmi le cose” disse una figura ammantata di nero, appollaiata su una delle guglie del palazzo, quasi come un gargoyle di pietra.

 

“Signore, noi siamo pronti, quando cominciamo?” chiese un topo alle sue spalle.

 

“Tra un po’. Lasciamo a Cornelia il suo momento di gloria e a Basil il tempo di rendersi conto del grossolano errore di valutazione che sta facendo”

Detto questo, riprese a guardare il detective che, con passo lento stava rientrando nella sala.

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“E ora” disse la regina, già tutta su di giri “lasciate che vi presenti una meravigliosa artista. Ha fatto il giro del mondo e, in dieci anni di carriera, ha già guadagnato i più prestigiosi riconoscimenti della critica. Signore e signori, Cornelia Blackwood.”

Ci fu uno scroscio di fischi e applausi, mentre la ragazza saliva sul palco, sicura come una veterana, ma eccitata come la prima volta.

O almeno, questo vedeva Topson. Notava però che, nel presunto sorriso felice della ragazza, c’era anche qualcosa di più. Rabbia? Tristezza? Forse Basil avrebbe potuto rispondere a quegli interrogativi.

 

“Bene, e ora con cosa ci diletterà la nostra artista?” stava chiedendo la regina

 

“Con quello che voi desidererete, Maestà.” Rispose prontamente Cornelia con una profonda riverenza.

 

“Perché non le chiedete un Can can?” Questa domanda era stata posta in un sussurro, ma abbastanza forte perché Topson lo sentisse. Voltandosi indignato, per vedere chi potesse avanzare una simile proposta, seppur sussurrata, si trovò davanti il suo migliore amico, imbronciato e tremendamente serio.

 

“Giusto te” fece il dottore “ti stavo per venire a cercare fuori. Cosa è successo tra te e Cornelia? Mi sembra molto turbata, che le hai detto?”

Prima che Basil potesse rispondere, un dolce pianoforte cominciò a diffondere le sue note, in una tonalità che Basil riconobbe come Sib maggiore.

 

“Ecco” pensò “ora mi dovrò ascoltare l’Ave Maria di Schubert da una come lei”

Invece la ragazza intonò una dolce melodia che parlava di tempi passati.

Atteggiandosi a vecchia signora, cominciò a narrare di un periodo in cui era bella, in cui ogni giorno per lei aveva un significato, mentre ora tutto era buio, tutto aveva perso il suo fulgore. (Per chi lo volesse sapere, mi sono ispirata a Memory da Cats ndme)

La sua voce era dolce, bellissima, tanto che non volava una mosca per la sala.

Alla fine del brano, la folla scoppiò in un’esclamazione fortissima. Cornelia si inchinò.

Topson applaudiva con entusiasmo, mentre Basil, o era rimasto incantato, o non voleva saperne di battere le mani.

 

“Creatura deliziosa eh?” disse ad un certo punto una voce alle loro spalle. I due si voltarono e si trovarono faccia a faccia con Rudyard, Lionel, Owen e Jerome.

 

“Dipende dai punti di vista” replicò Basil.

 

“Eh, ormai sono cinque anni che cerco di conquistarla, ma senza risultato.” Disse con un sospiro Lucas.

 

“CINQUE? Io addirittura da otto!” esclamò Rudyard.

 

“Allora non sono il solo.” Disse Jerome.

 

“Scusatemi, vorreste spiegarmi il motivo per cui quattro aitanti giovani come voi non riescono in una così semplice impresa?” chiese sferzante il detective.

 

“Ce lo siamo detto anche noi e, all’ennesimo rifiuto, l’abbiamo chiesto direttamente a lei. Sa cos’ha risposto, mio caro signore? Che le dispiaceva, ma che il suo cuore apparteneva a Londra e ad un londinese.” Rispose Owen.

 

“Mhm, beato lui, ad avere una così fedele amante, che non l’ha mai tradito in dieci anni.”

Lo sguardo di Topson volò a Basil, sul cui volto si era dipinta un’espressione orripilata.

Allora Cornelia non aveva mai avuto una relazione. E lui l’aveva trattata come… come… Oh, non riusciva nemmeno a pronunciare quella parola.

 

“Volete scusarmi un momento?” disse con una voce piccola piccola.

Si avviò dunque verso il palco, con la chiara intenzione di gettarsi ai piedi di lei ed implorarne il perdono.

Era già a metà strada e lei l’aveva scorto dal palco, quando la regina riprese a parlare.

 

“Oh, mia cara, sei proprio bravissima.”

 

“Grazie vostra Maestà.” Rispose Cornelia con un’altra riverenza.

 

“E ora, vediamo come la stella più brillante d’Inghilterra continuerà ad incantarci, che ne dite?”

In mezzo alle esclamazioni di gioia dell’intera sala, tre paia di occhi si sgranarono con orrore.

Basil guardò Cornelia che ricambiò il suo sguardo, disperata, mentre, nello stesso tremendo istante, che la stella, oggetto del desiderio di Rattigan, altri non era che…… Cornelia stessa.

 

FINE DEL CAPITOLO.

 

Allora, che ne dite? Ho cambiato i nomi degli attori che c’erano all’inizio, perché, tutto sommato, è più bello inventarseli i nomi che tirare in causa dei poveri innocenti che hanno avuto la sfortuna di finire tra i miei preferiti.

Fatemi sapere che ne pensate.

Buon 2009

Bebbe5

 

 

 

 

 

  
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