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Autore: SamKo    06/05/2015    1 recensioni
Hoennchampionshipping | Rocco x Vera | OR/ASverse | multichapter | storia tradotta da Lacie con il consenso dell'autrice
Rocco aveva lasciato molto più di una pokéball e una lettera.
Dal secondo capitolo:
Adriano?! Adesso le telefonava anche? Che cosa si era perso esattamente Rocco mentre era in giro ad esplorare?
[...]
"Adriano?" Cominciò Rocco, "Sono Rocco. Ti ricordi quelle isole misteriose di cui ti parlavo? Al momento ci troviamo su un'isola a sud di Orocea, la stessa in cui ho scoperto tutti quei fossili."
"Oh ma certo, esotico direi. Ti ci vedo proprio, a portare Vera su qualche isola inesplorata per fare delle
ricerche-"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adriano, Altri, Rocco Petri, Vera
Note: Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Of Hoops and Holists

Of Hoops and Holists
Rocco aveva lasciato molto più di una pokéball e una lettera.

di SamKo
traduzione di Lacie



Io non so davvero perché continuo a tradurre Hoennchampionshipping quando nessuno in questa sezione calcola altri che Ash. Ma l'avete visto Rocco? Ma qual è la vostra definizione di bell'uomo? Comunque sia, questa storia è davvero bella, e continuerà a lasciarvi a bocca aperta. Tutt'altro che scontata e banale, ha sentimenti, mistero, suspance, è davvero ben scritta, e spero di aver reso giustizia allo stile dell'autrice in questa mia traduzione. Be', buona lettura ♥


Una lettera, e una pokéball?!
Ma seriamente?!
Vera tornò verso la porta di ingresso e la chiuse a chiave, le volse la schiena, e si lasciò scivolare. Gli doveva almeno questo, supponeva, e non era il caso che qualcuno la vedesse in casa sua, in questo stato triste e deprimente. Con la pokéball stretta tra le mani e le gambe piegate verso petto, premette la sfera poké sulla fronte, e versò una lacrima. Era quasi certa di non aver motivo di sentirsi triste, ma si sentiva tradita. Rocco aveva detto che si sarebbero incontrati a casa sua a un certo punto perché aveva qualcosa da darle. Perciò, lei si aspettava di incontrarlo davvero, non di trovare una pokéball e una lettera, piuttosto ambigua, a quel punto. Immaginava di dover controllare quale Pokémon la attendesse, ma al momento doveva decifrare troppi sentimenti prima di mettersi a fare qualsiasi altra cosa. Dove diavolo era andato? Perché era partito? Perché non l'aveva salutata a dovere? Perché le aveva lasciato una lettera che suonava deliberatamente sospetta come se non volesse essere cercato? Se Vera non fosse stata certa del contrario, avrebbe detto che si trattava essenzialmente di una lettera alla Dear John. O almeno, così sembrava, mentre se ne stava lì seduta sul pavimento con la lettera tra le mani.
Posò la pokéball per terra al suo fianco e sollevò il capo, guardandosi attorno nell'ingresso. Tanto per cominciare, Rocco aveva a malapena vissuto qui. Fatta eccezione per la sua sorprendente collezione di pietre, viveva in modo piuttosto semplice. Pur vivendo tante avventure ed essendo appassionato di esplorazioni, gli unici souvenir che conservava erano rocce. Nessun quadro, o ricordi di alcun genere, solo pietre. Forse era tipico di lui, dunque, saper volar facilmente via (con tutta probabilità in senso letterale su Latios o Skarmory) e vivere dei frutti della terra dovunque gli andasse a genio. Non era una vera e propria casa, questa. Era un indirizzo, un luogo di residenza, un punto fermo sulla mappa per il pubblico quando in realtà, stava facendo esattamente l'opposto. I soldi non erano mai un problema, dopotutto, se tuo padre è il capo dell'azienda di prodotti tecnologici più affermata di Hoenn. Poteva andare e tornare ovunque e in qualunque momento desiderasse.
Eppure l'ultima volta che avevano parlato, Rocco pareva aver affermato chiaramente che non aveva intenzione di volar via subito. Cos'era che aveva detto esattamente? Aveva blaterato un po' di voler vedere il mondo, percorrerlo sulle sue stesse gambe. Vera immaginava più o meno che parlasse puramente di ipotesi e aspirazioni, non veri e propri progetti che avrebbe messo in atto. E ancora, Vera aveva l'impressione che gli importasse, che dovessero parlare di qualcosa, che Rocco avesse qualcosa di importante di cui metterla a parte.
Be', ovviamente non così importante da doverglielo dire per forza di persona. No, certo che no. Possedeva la chiave di casa sua, "in caso di emergenza", e dopo tutti i regali che le aveva fatto alla fine di quasi tutti i loro incontri, e dopo tutto ciò che avevano passato insieme quando gli eco-terroristi minacciavano Hoenn, e dopo gli episodi di Rayquaza e Deoxys, era naturale che pensasse che la loro relazione fosse su un livello ben più alto della semplice "conoscenza".
Piegando la testa da un lato con un sorriso amaro e con le lacrime salate ancora incollate agli occhi, Vera fissò la pokéball che aveva tra le mani. "Bene, suppongo sia il caso di conoscerci, eh?" sussurrò rauca alla sfera, e la aprì a distanza da sé. Dal bagliore scarlatto apparve un piccolo cucciolo di Beldum, chiaramente molto giovane a giudicare dalla taglia. Roteò un paio di volte su sé stesso, osservando l'ambiente, prima di voltarsi a fronteggiare Vera, sgranando il suo occhio rosso alla vista della sua nuova allenatrice. Il sorriso di Vera si allargò questa volta e non riuscì a trattenere una piccola risatina, tuttavia amara, nel constatare che Rocco le aveva dato in effetti un Pokémon appartenente alla sua linea evolutiva prediletta.
Il Beldum volò sul suo grembo e vi si abbassò, e Vera vi sentì cadere qualcosa di freddo. Beldum si sollevò in aria e si allontanò da Vera, questa volta roteando e oscillando da ambo i lati con l'occhio felicemente chiuso.
Vera aggrottò le sopracciglia, e abbassò lo sguardo sul suo grembo. C'era un pezzo di metallo rettangolare, Vera non sapeva dire di che tipo fosse, non più grande di un normale quaderno. La sollevò con entrambe le mani e cominciò a esaminarla. Sapeva che alcuni Pokémon sono in grado di estrarre abilità o poteri speciali tramite certi artefatti, persino da certi oggetti strani che lei avrebbe altrimenti scambiato per spazzatura se non fosse stato per la strana attrazione dei suoi Pokémon verso di essi. Ancora non capiva perché il suo Swapert si ostinasse a raccogliere la sabbia di una certa zona della spiaggia vicina a Porto Selcepoli, ma qualunque fosse la ragione, i suoi Terremoti diventavano così tanto più forti che aveva smesso di chiederselo.
Dopo aver capovolto il foglio metallico, notò alcune piccole incisioni. Tirando su col naso ancora un'altra, lunga volta, si asciugò gli occhi col braccio e li socchiuse cercando di leggere la scritta sbiadita.
"Quando venne creato l'universo, le sue schegge formarono questa Lastra."
Dunque quell'oggetto era una lastra.
L'universo?
Vera fissò l'artefatto, incerta su cosa farne. Il suo nuovo Beldum stava ora fluttuando per la stanza, ispezionando l'ambiente. Beldum aveva di sicuro lasciato cadere la lastra sul suo grembo, e non si trattava certamente di una coincidenza o un incidente. Il Pokémon pareva averlo fatto intenzionalmente. Come doveva interpretare questa lastra? Era stata creata dai frammenti dell'universo? Pareva assurdo.
Vera sorrise di punto in bianco. Non piangeva più. Affatto. Questa lastra aveva il sapore dell'avventura. Rocco le aveva appena fornito un pezzo del puzzle, ma si era concesso il vantaggio della partenza anticipata! Quindi Vera vince il titolo di Campione e Rocco improvvisamente si merita un handicap nel loro prossimo viaggio? Tirando ancora un po' su col naso, e soddisfatta della sua personale spiegazione a questa trovata, Vera rise piano tra sé e sé e finalmente si tirò su dal pavimento.
Dunque da dove cominciare? Possibile che Rocco avesse suggerito a qualcun altro dov'era diretto come prima cosa? Forse era andato da suo padre, o da Adriano? O forse era il caso che lei andasse da qualche parte o trovasse qualcuno che sapesse interpretare questa sua nuova lastra, così che avesse una sorta di pista da dove cominciare a esplorare. Poteva sempre iniziare dal Centro Spaziale dal momento che si trovava a Verdeazzupoli. Non sembrava essere necessariamente legata allo spazio, non ne aveva la più pallida idea, e di certo lì c'erano molte persone istruite che forse conoscevano l'ipotetica tradizione riguardante la criptica lastra.
Il suo Pokénav era appena stato aggiornato in modo che potesse effettuare chiamate, quindi decise di provare a fare un giro di telefonate prima di spostarsi da qualsiasi parte. Vera tirò fuori il Pokénav dalla sua borsa, e decise che come prima cosa avrebbe chiamato Adriano. Rocco era probabilmente irraggiungibile tramite Pokénav, dovunque si trovasse, ma sapeva che Adriano era ancora ad Hoenn, alla palestra di Ceneride. Adriano sembrava un buon inizio. Erano migliori amici, dopotutto, no? Magari Rocco era andato da lui ad un certo punto prima di partire, e Vera sapeva di potergli strappare tale informazione, in caso di bisogno.
Occorse appena uno squillo per ottenere risposta. "Pronto, Vera?"
"Ehi, Adriano!"
"Wow, Vera, che piacere sentirti! Da quanto tempo! A cosa devo l'onore?"
Vera fece una pausa. Cos'è che voleva chiedere? Come poteva esprimersi? "Mi chiedevo... Se avessi sentito Rocco di recente?"
Si udì una lieve risata, e Vera non seppe cosa pensare. Cosa c'era di così divertente? "Ah sì, a dire il vero è una straordinaria coincidenza che tu l'abbia nominato. Dove sei adesso? Lui è andato a cercarti al Resort Lotta. Credo che abbia un altro regalo per te. Giuro, sembra che abbia qualcosa di nuovo per te ogni settimana, non ti senti oppressa?"
Era davvero necessario usare proprio quella parola? Oppressa?
Aspetta.
Rocco era ancora ad Hoenn?
Rocco la stava cercando?
Vera si lambiccò il cervello. Sapeva di non avere un gran tempismo, ma aveva davvero perso il filo delle cose? Era piuttosto certa che Rocco avesse detto di andarlo a trovare quando voleva, quindi non si aspettava che si volatilizzasse, ma... Merda. Aveva forse avuto una reazione immensamente esagerata? Era tutta colpa sua, presa com'era dai propri progetti tanto da non essersi accorta del tempo di Rocco? Si dimenticava spesso che nonostante lui fosse stato un suo superiore, per un certo periodo, durante il suo viaggio, ciò non lo rendeva meno allenatore di Pokémon o amante dei viaggi. Erano fin troppo simili sotto quell'aspetto, entrambi desiderosi di viaggiare attraverso Hoenn, doveva davvero essere una coincidenza che i rispettivi cammini si fossero incrociati così tanto spesso.
"Vera?"
Ops. "Sì, scusa. Il Resort Lotta?"
Vera sentì un'altra lieve risatina. "Sì, cara. Hai bisogno d'altro?"
"A dire il vero," continuò Vera, accorgendosi che c'era dell'altro che poteva chiedergli. "Rocco ha lasciato un oggetto per me, qui a casa sua. È un foglio di metallo, e ha un messaggio inciso sopra, "Quando venne creato l'universo, le sue schegge formarono questa Lastra." Ne sai qualcosa?
"Ooh," tubò Adriano, quasi subito dopo che Vera ebbe finito, "Dunque, Rocco è riuscito a procurarsi la Lastraferro? E l'ha data a te? Ancora regali su regali."
Vera si schiarì la gola, seccata, "Lastraferro?"
"Sì. Una volta ne possedevo una abbastanza simile chiamata Lastraidro, ma l'ho persa un anno fa contro un mio amico a Kalos..."
Ok, molto bene, Adriano sembrava saperne più di quanto lei pensasse. "Lastraidro?"
"Ah, sì. I miei Pokémon parevano esserne proprio attratti. C'era senza dubbio una sorta di attrazione, persino desiderio, di avere la Lastraferro. Il mio Ludicolo si azzuffò con il capitano di una crociera in cui mi avventurai tanto tempo fa. Dopodiché negoziammo in modo appropriato, naturalmente, eppure, nonostante t-tto, il mio Lu-co-o -reva d-ro a-"
"Adriano?"
"V-a? -i sen-?"
La voce di Adriano andò a intermittenza finché non si perse completamente nell'interferenza. Vera allontanò dalla testa il Pokénav per osservarlo, solo per scoprire che lo schermo era coperto di una cosa strana in bianco e nero. Era strano. Il suo Pokénav faceva le bizze solo di rado, e Vera non sapeva ricordare le poche volte in cui aveva funzionato male. Infatti, stava reagendo allo stesso modo in cui aveva reagito quando si trovava nella Grotta dei Tempi tanti mesi prima.
Vera fece spallucce e mise in tasca il Pokénav. Probabilmente era solo difettoso perché era la prima volta che provava ad usare la funzione di chiamata installata di recente nella sua versione del sistema. Avrebbe sempre potuto volare fino a Ferrugipoli e farlo controllare dalla Devon S.p.a. quando voleva. Inoltre voleva andare da Adriano e parlare ancora delle Lastre. Sembrava che lui avesse altro di cui metterla a parte riguardo a quando sapeva.
Ma prima, doveva mettersi in contatto con Rocco. Doveva ringraziarlo per il Beldum, scoprire dove aveva trovato la Lastraferro, perché l'aveva data a lei, e soprattutto, scusarsi.
Il suo nuovo piccolo Beldum stava ancora svolazzando allegramente attorno alla casa. Sembrava davvero vivace e felice di vivere. Vera sorrise soddisfatta e seppe che questo Pokémon sarebbe stata un'aggiunta eccellente alla sua squadra, si vedeva di già.
"D'accordo, Bellamy, è ora di mettersi in viaggio!" Esclamò Vera, richiamando il cucciolo di Beldum nella sua pokéball.
O perlomeno, Vera credeva che si sarebbero messi in viaggio.
Non appena ebbe messo piede fuori da casa di Rocco, le fu impossibile non notare lo scenario attuale. L'isola era nel caos. Sembrava che tutti fossero fuori dalle loro case, e si avvicinavano freneticamente gli uni agli altri facendo domande su domande, ma senza rispondere.
"Hai visto il cielo scomparire?"
"È stato un Pokémon a farlo?"
"Me lo sono perso, cos'è successo?"
"Per alcuni istanti sembrava fosse notte!"
"Tranne che non c'erano stelle! L'intera isola era coperta di viola!"
"Dov'è finita la Grotta Ondosa?"
Vera cominciò a camminare nei dintorni. Verdeazzupoli coperta di viola? La Grotta Ondosa non si vedeva da nessuna parte? Mentre continuava a camminare per l'isola, provò ad origliare qualche altra conversazione sperando di cogliere altri frammenti del caos senza tuttavia inserirvisi di persona. Almeno, finché non udì in lontananza una voce più che familiare, seppur febbrile, e si fermò sui suoi passi.
"Vera?"
Vera si voltò di scatto, come una molla, e vide Rocco correre verso di lei dal Centro Pokémon. Il suo aspetto era calmo ed elegante come sempre, benché i suoi attuali averi indicassero che si trovava in viaggio, con il suo enorme zaino sulle spalle. Il suo abbigliamento era come sempre impeccabile, ma lo zaino sembrava messo un po' peggio per via dell'usura.
"Rocco?" rispose Vera con voce strozzata. Incontrarlo subito non era assolutamente nei suoi piani. Aveva intenzione di pianificare un discorso di scuse mentre volava verso il Resort Lotta, discorso che avrebbe pronunciato qualora l'avesse incontrato su una qualche spiaggia. Avrebbero discusso delle reciproche incomprensioni e avrebbero risolto infine con una lotta, e magari ingaggiato insieme una sfida di Lotta Multipla dopo che avessero chiarito tutto...
"Mi dispiace." Sbottarono entrambi, banalmente nello stesso momento. I due assunsero allora un'aria sconvolta e Vera fu la prima a parlare.
"No, a questo possiamo pensarci dopo," disse, capendo che stava accadendo qualcosa più grande di loro proprio in quel momento, "Credo che ci sia qualcos'altro su cui dobbiamo concentrarci adesso." A queste parole, l'espressione di Rocco mutò immediatamente in una di comprensione e intesa.
"Come al solito, hai il controllo e la consapevolezza del problema immediato. Hai ragione. Torniamo a casa mia," disse Rocco, cominciando a far strada, ma poi aggiunse velocemente, "Prometto che parleremo, di ogni cosa, ma devi lasciarmi spiegare la situazione presente."
Parlare di ogni cosa? Se Verdeazzupoli non fosse stata nel bel mezzo di una situazione di palese emergenza, questa affermazione avrebbe le avrebbe fatto saltare un battito, specialmente per via del modo in cui l'aveva pronunciata. Dire una cosa simile in aggiunta a quanto stava accadendo in quel momento, implicava che Rocco desiderava discutere di altre cose. Ma allora Vera ricordò che Adriano aveva detto che lui l'aveva cercata al Resort Lotta. E c'era anche la Lastraferro. Avevano un bel po' di cose di cui discutere, realizzò Vera.
Proprio quando Vera e Rocco misero piede in casa di lui, udirono debolmente, "Aspettate, ci sono la Campionessa Vera e Rocco!"
Rocco infilò la testa fuori dalla porta, tenendola quasi chiusa, e esclamò, "Stiamo tenendo una conferenza di emergenza. Prometto che torneremo qua fuori e faremo un annuncio non appena avremo raggiunto un piano d'azione." E con ciò, chiuse rapidamente la porta e la sbarrò. Vera gliene fu grata. Non era mai stata brava a smuovere le folle e i fan, mentre Rocco sembrava avere un talento naturale.
"Be', suppongo fosse solo questione di tempo prima che qualcuno ci trovasse," brontolò Rocco, "ed è solo questione di tempo prima che siamo costretti a uscire di nuovo."
Passarono alcuni secondi, e Rocco cominciò a poggiare il suo zaino sul tavolo principale del suo salotto. E poi, Vera si trovò con il cuore in gola. Rocco stava osservando la sua lettera che stava ancora posata sul tavolo, e che ora era un foglio dall'aspetto orribile, completamente rovinato dopo esser stato accartocciato, e con le parole macchiate di lacrime.
Rocco si girò per metà verso Vera, la lettera in una mano e l'altra subito dietro il collo. "Deduco che tu abbia ricevuto il Beldum che ti ho lasciato..." disse, in tono molto monocorde, il capo rivolto verso il basso, con grande sgomento di Vera. Certo, l'isola era nel caos, ma le sembrava di dover esprimere certi sentimenti adesso e in tutta sincerità.
"Io... ero presa da me stessa," cominciò Vera. Che razza di inizio era quello? "La tua lettera... era molto ambigua, sembrava che te ne fossi andato per sempre."
Rocco strinse visibilmente le labbra, e andò verso il cucinotto. "Avevo senz'altro intenzione di star via per un po', ma di sicuro non per sempre. Hoenn è casa mia." Tirò fuori due bicchieri, li poggiò sul banco, e si allungò verso il freezer. "Ti posso portare qualcosa da bere? Non ne ho alcuna certezza, ma ho idea che la tua giornata non sia stata troppo diversa dalla mia.
Vera sospirò, e andò verso il tavolo a prender posto. C'era chiaramente qualcosa che Rocco non le stava dicendo, e ciò la rendeva senza dubbio ansiosa. Tuttavia, eccola qui, invitata a casa sua, seduta al suo tavolo. Certo, ciò si poteva addurre al presente stato delle cose a Verdeazzupoli e al ruolo indubbiamente importante che loro due stavano per giocare sul potenziale esito, ma non riusciva a collegarlo al fatto che lui le stesse offrendo da bere. Detto ciò, il tono della voce di lui le suggeriva che avrebbero dovuto rimandare le confessioni sincere dei rispettivi sentimenti.
Prima che potesse accettare la sua offerta, Vera vide che Rocco aveva già cominciato a versare del whisky in entrambi i bicchieri. Tuttavia, ciò che Vera non aveva notato, era quello che Rocco aveva tirato fuori dal freezer. Vera strizzò gli occhi verso i bicchieri sul banco, e quando Rocco si fu voltato per portarli entrambi in tavola, Vera fu in grado di vedere più chiaramente ciò che stava sul fondo delle bevande.
"Non è possibile... Rocco, quelle nel whisky sono pietre? Hai tirato fuori delle pietre dal tuo freezer e le hai messe nel whisky?" Nonostante il loro scambio di prima tutt'altro che estremamente piacevole, Vera si trovò suo malgrado a soffocare una risatina.
Era evidente che Rocco fosse seccato, ma provò ad avere pazienza, poiché che era ciò che si trovava a dover fare spesso quando gli altri non comprendevano il suo hobby nonché professione. Alzò lo sguardo al soffitto e sospirò, poi disse, "Sono orneblenda biotite e graniti, dal Tunnelroccioso nella regione di Kanto. E, come puoi vedere, sono state lucidate a dovere. Inoltre, sono un ottimo modo per mantenere freddi i drink senza annacquarli." Rocco sospirò di nuovo, ricomponendosi dopo aver realizzato di star per divagare, e si sedette nell'angolo accanto a Vera. "Ma basta parlare delle mie pietre," disse, senza che Vera riuscisse a capire quali sentimenti erano sottintesi nell'enfasi che mise sulla parola pietre, "dobbiamo metterci al lavoro. Hai preso parte a quanto accaduto là fuori?"
"No..." mormorò Vera, lanciando un'altra occhiata alla lettera sul tavolo, e portando volontariamente una mano alla nuova pokéball sulla sua cintura, "ma c'era qualcosa di strano, ora che ci penso." Vera adesso ricordava. "Prima che lasciassi casa tua e sentissi il trambusto di fuori, ero al telefono con Adriano. La sua voce ha cominciato ad andare a intermittenza, e prima che me ne accorgessi, è caduta totalmente la linea. Quando ho controllato il mio Pokénav, aveva lo stesso aspetto di quando ero nella Grotta dei Tempi e tutto funzionava male."
Dopo aver preso un sorso, Rocco disse mormorando lievemente, "Quindi pensi che la caduta improvvisa della linea sia collegata a quanto accaduto qui..." Rocco rimuginò ad alta voce. "È più che probabile. Il Pokénav perde
raramente il segnale. E anche se non è raggiungibile, alcune reti mantengono comunque i livelli base di funzionalità. Quando eri nella Grotta dei Tempi, probabilmente ha smesso di funzionare a causa della grande quantità di energia che si stava sprigionando in quel momento. Oggi può esser successa la stessa cosa."
"Ti trovavi all'aperto?" chiese allora Vera.
"Sì," rispose Rocco, dopo aver bevuto un altro sorso. "O almeno, l'ho visto di sfuggita. Mi trovavo nel Centro Pokémon, ma sono corso fuori quando la gente ha iniziato a dire che il cielo stava sparendo e Verdeazzupoli veniva inghiottita dal viola. Quando ho messo piede fuori, è stato come svegliarsi di colpo dopo un sogno assurdo, a causa del passaggio da buio a luce."
"Tutto questo sembra così assurdo..." mormorò Vera, che si limitava a fissare il suo drink, senza averlo nemmeno assaggiato. Non era solita bere il whisky, né beveva particolarmente spesso, ma stava cominciando a credere di potersi concedere giusto un goccio per scrollarsi la sensazione che le dava questa strana realtà che si stava dispiegando innanzi a loro. "Pensi che sia stato un Pokémon a farlo? Cos'altro potrebbe mai essere?"
Rocco sospirò ancora e si appoggiò allo schienale della sua sedia. Stava sospirando decisamente troppo quel pomeriggio, ma Vera immaginava che non potesse farne a meno. "Ho i miei sospetti. E ho sentito solo delle voci, ma..."
Nella pausa logica che servì a Rocco per processare quanto si accingeva a dire, si sentì un deciso colpo al portone. Rocco sospirò un'altra volta, e si alzò dalla sedia per rispondere al bussare. Mentre apriva la porta e si apprestava a spalancarla, aveva già cominciato a parlare, dicendo, "Mi dispiace, ma io e Vera siamo ancora in riunione, quindi se poteste..."
Ma prima che potesse finire, la porta venne aperta completamente dall'esterno sfuggendo alla presa di Rocco. Quando egli ebbe smesso di sembrare sconvolto e offeso, realizzò chi aveva davanti. Rocco sapeva esattamente chi fosse quell'uomo, vestito
elegantemente di pantaloni mimetici, una camicia rossa, un maglione smanicato bianco, fedora bianca e sostenuto da un bastone.
"Blaine?"
"Sono sconcertato che ti ricordi di me, Rocco," disse l'uomo, mostrando un sorrisetto perfido. "Non ci vediamo da quando eri un mocciosetto, trascinato all'Isola Cannella dal padre per una delle sue riunioni d'affari."
Fu il turno di Rocco di sorridere timidamente, mentre rispondeva, "È difficile dimenticare qualcuno che si considera una grande fonte di ispirazione." Rocco allora fece un passo all'interno e poi di lato, tenendo la porta aperta. "Ti prego, entra. Questa è Vera Maple, l'ultimissima Campionessa di Hoenn."
"Ah sì," disse Blaine, camminando spedito verso il tavolo a dispetto del bastone e prendendo posto, "Ho sentito molto parlare del nuovo Campione. È un piacere conoscerti."
Vera si limitò a sorridere e annuire, arrossendo lievemente in viso. Si sentiva imbarazzata e un po' confusa. Stavano accadendo troppe cose all'improvviso. Ora quest'uomo a lei sconosciuto veniva invitato dentro casa di Rocco, e lui l'aveva definito una sua fonte di ispirazione. Ma chi era?
E come se le avesse letto nel pensiero, quando si fu seduto nuovamente, Rocco disse, "Questo è Blaine, il Capopalestra dell'Isola Cannella a Kanto. È anche uno scienziato molto acclamato nel campo della genetica e del risveglio dei Pokémon attraverso fossili ben conservati. Lui e mio padre hanno lavorato molto assieme."
Blaine sbuffò pesantemente, e ritorse, "Mi lusinghi troppo. Figliolo, dovresti cominciare a pubblicare le tue stesse scoperte, sai, con tutto quel lavoro sul campo che hai fatto ultimamente."
Rocco arrossì leggermente, e sulle labbra gli si formò un piccolo sorriso. "Sì, sì, ci sono quasi. Ma ultimamente sono stato coinvolto in un sacco di imprevisti. Il che ci porta al prossimo punto. Che cosa ti porta qui a Hoenn, Blaine? Non è esattamente a un tiro di schioppo."
Blaine prese un respiro profondo, incrociò le braccia, e si reclinò sulla sedia. "Rocco, a dire il vero io sono venuto qui per chiederti cosa ti porta a Kanto."
Ci fu un silenzio carico di significato, e sia Vera che Rocco sgranarono gli occhi allarmati alle parole di Blaine. Vera si chiese immediatamente quanti anni avesse esattamente Blaine, per dire qualcosa di così bizzarro. Erano rimasti seduti in casa di Rocco per tutto il tempo. Si trovavano senza dubbio a Verdeazzupoli, a Hoenn.
"Blaine..." Disse Rocco cautamente, "Temo che tu abbia bisogno di elaborare."
Blaine sbuffò di nuovo, cambiò posizione sulla sedia, e disse, "La vostra isola di Verdeazzupoli: si trova tra l'Isola Cannella e le Isole Spumarine."




NdT (translator's notes):
- Dear John è un libro di Nicholas Sparks da poco trasposto in film.
- Maple è un cognome di invenzione dell'autrice
Spero che conosciate le Lastre e Blaine dell'Isola Cannella, in caso contrario c'è Pokémon Central. Al prossimo capitolo!
   
 
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