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Autore: Youki    19/02/2005    2 recensioni
Come arrivò Inuyasha nel villaggio di Kikyo 50 anni fa? E cosa faceva Sesshomaru nel frattempo? E come viveva Kikyo? E chi è Sayouki? Scopritelo leggendo la mia fic, già completa, che posterò regolarmente ogni settimana! COMMENTATE COMMENTATE!!! Baci Youki
Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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UNA STORIA DEL PASSATO
di Youki

Cap 11
Epilogo

Neve.
Fredda, soffice e abbondante rischiarava la notte.
Cadeva la prima neve di un nuovo, gelido, inverno, mentre Sayouki nel suo girovagare senza meta ancora non trovava pace.
Era passato un anno dal suo primo incontro con Inuyasha e da allora erano cambiate tante cose, forse troppe...Aveva ritrovato la propria identità, aveva imparato a combattere, aveva trovato un amico, aveva conosciuto l’amore e sperimentato il potere.
Poi aveva perso tutto, se stessa, l’amico, l’amore, il potere...e la sola cosa che le rimanesse era la rabbia.
Rabbia per essersi dimostrata incapace di gestire il proprio potere, di essersene lasciata dominare, travolgere, sopraffare. Non era stata in grado di salvare l’unico amico che avesse mai avuto e non era stata capace di controllare i propri sentimenti nei confronti di Sesshomaru. Ancora adesso, nonostante fosse pienamente conscia della loro diversità, non riusciva a dimenticarlo, anche sapendo che la prossima volta che si fossero incontrati, molto probabilmente si sarebbero trovati a combattere quali avversari.
I fiocchi di neve si fecero più pesanti e un pensiero marginale le disse che forse sarebbe stato il caso di fermarsi e aspettare il giorno. Non che soffrisse il freddo, ma non aveva fretta di arrivare da nessuna parte e un po’ di riposo non le avrebbe fatto male, pensava. Tuttavia non si mosse e levò il viso al cielo, lasciando che la neve le si posasse sulle guance, senza riuscire a sciogliersi del tutto.
Adesso sapeva perchè non soffriva il freddo.
Frugando tra i ricordi acquisiti, aveva scoperto che suo nonno materno era uno youkai dei ghiacci, il freddo, bellissimo e spietato Kikara, dai capelli argentei e dagli occhi color del ghiaccio.
‘Quanto somigliava a Sesshomaru! Per questo ne sono così attratta?’ si era chiesta, rimuginando che non riusciva più a distinguere se un pensiero fosse suo o se le venisse dal passato, nel caso particolare, dal passato della nonna Hirimi.

****

Un grido improvviso la riscosse dai suoi pensieri e d’istinto ella corse nella direzione da cui era giunto.
C’era un piccolo villaggio a ridosso della montagna, l’aveva visto poco prima, passandoci accanto, ed era da lì che proveniva la voce.
Salmodiava e parlava, gridava e inveiva, roca e gracchiante.
Stesi a terra nella neve vi erano alcuni corpi sotto ciascuno dei quali si allargava una chiazza di sangue e tra loro torreggiava un uomo alto e scarno, che minacciava a gran voce gli abitanti che si erano barrati in casa, terrorizzati.
-Lo so che è qui! Non mi fermerò finchè non me l’avrete consegnata!- stava gridando, mentre agitava un lungo coltello dalla lama arrossata dal sangue.
Sayouki scrutò attentamente l’uomo da dietro un albero e, con quei suoi occhi che vedevano così bene al buio, si stupì, riconoscendo in quel volto scavato le fattezze di Hirofumi, il monaco guerriero.
Era completamente impazzito, fuori controllo.
La giovane uscì allora dal suo nascondiglio e si fece avanti.
-Aha! Tu! Tu maledetta!- gracchiò Hirofumi girandosi di scatto verso di lei e puntandole contro l’arma e poi farfugliò: -Naraku mi aveva detto che eri nascosta qua!-
Sayouki non fece molto caso ai vaneggiamenti dell’uomo e ribattè:
-Io non mi nascondo. Ero nel bosco e ho sentito le grida. Se è me che stai cercando, non torturare questa gente. Loro non c’entrano niente!-
-Taci dannata! Smettila di farti falsi scrupoli, so bene quello che sei! Sento le grida delle tue vittime! Vedo il loro sangue macchiare le tue mani!-
Senza preavviso si lanciò contro di lei, che non riuscì a spostarsi in tempo e fu colpita al fianco: il sangue cominciò a sgorgare dalla ferita, allargandosi a macchia sulla stoffa blu del kimono. Sayouki si accasciò dolorante, senza capire come mai non fosse riuscita a muoversi per evitare il colpo.
Anche adesso che Hirofumi levava in alto la lama per darle il colpo di grazia, non poteva fare altro che guardare la scena, come se non la riguardasse.
Era il potere del Nemureikon, ma moltiplicato cento volte e senza recitare alcun tantra...
Cos’era diventato quel monaco?
La lama calò velocemente diretta al cuore di Sayouki.
Ma non arrivò neppure a sfiorarla.
Nella mente di Sayouki qualcosa di terribile e oscuro si risvegliò e spezzò i vincoli che la tenevano legata: con un gesto fulmineo allungò il braccio e bloccò la mano che teneva il coltello, spezzandone le ossa nella sua morsa.
Il grido inarticolato di Hirofumi non la toccò minimamente, mentre continuava a stringere il polso dell’uomo, riducendolo ad una parodia di arto, molle e insanguinato. Nei suoi occhi non c’era nessuna emozione, solo fredda determinazione e morte.
Con l’altra mano, sguainati gli artigli, la yasha colpì e recise di netto la testa dell’avversario.

****

Fuggita lontano dal villaggio, Sayouki si inginocchiò per terra nella neve, lasciandovi impronte rosse di sangue. Boccheggiava sconvolta e il dolore al fianco la rendeva folle. Aveva ucciso di nuovo senza controllo, per puro riflesso...e aveva provato piacere nel sentirsi così potente!
L’equilibrio dei quattro spiriti che governavano le sue azioni era di nuovo compromesso.
La sua anima era in pericolo e lei non riusciva a controllarsi...l’odore del sangue la inebriava...

-Davvero letale, complimenti.- commentò una voce suadente alle sue spalle.
Allarmata, Sayouki, si voltò con negli occhi ancora un riflesso della furia omicida di poco prima e chiese:
-Chi è?-
Si guardò attorno, ma non c’era nessuno e la voce che le rispose sembrava venire fuori dal nulla.
-Considerami pure un fedele ammiratore, Dama dei sogni...il mio nome è Naraku...-
Naraku! Lo stesso nome che aveva sentito dalle labbra di Hirofumi!
‘Chi è costui?’ si chiese.
-Cosa vuoi da me?-
-Nulla, per ora. Ti osservo e mi compiaccio che al mondo ci sia ancora qualcuno come te...Se solo ti avessi incontrata prima di Kikyo, forse avrei rivisto i miei piani...- Sospirò, come dispiaciuto.
-Kikyo!? Cosa ne sai tu di Kikyo!?- volle sapere la giovane, tremando sensibilmente per controllare la furia che sentiva salirle dentro.
-Abbastanza per essere deluso del suo sciocco comportamento...Lasciarsi distruggere così da un puerile desiderio d’amore...per quel mezzo demone, poi!-
Naraku sbuffò, pieno di disprezzo, come infastidito al solo ricordo.
-Maledetto...eri tu nella foresta!- realizzò improvvisamente Sayouki. Ora percepiva chiaramente la stessa aura maligna che aveva sentito quando era tornata al villaggio e si era scontrata con l’orda di demoni al pozzo mangiaossa!
-Cos’hai fatto a Kikyo e Inuyasha!?- gridò, ma nessuno le rispose.
Un grido di rabbia e impotenza le scaturì dalla gola e si librò nell’aria gelida dell’inverno, agghiacciante e terribile.
Era di nuovo sola, o almeno così credette.
Non vide la figura coperta dalla pelle di babbuino che la osservava dall’alto di un albero, sorridendo compiaciuta e pensando:
‘Vale la pena metterla ancora alla prova...’

****

Sayouki era decisa a scoprire chi e cosa fosse quel Naraku e quale parte avesse avuto nella tragica vicenda di Kikyo e Inuyasha, quando uscì dal rifugio che per sette giorni l’aveva vista languire e meditare, mentre la ferita guariva lentamente.
Si incamminò zoppicando sempre pensando a quel nuovo nemico, così abile nel manipolare le menti.
Pensò a Hirofumi.
Era ormai certa che fosse stato Naraku a condurre il bonzo alla completa follia dopo che lei aveva tentato di farlo rinsavire. Certo, le maniere che lei aveva usato non erano state le più gentili, ma grazie al potere della Memoria del drago, utilizzando il Kiokùryu, era certa di aver ridestato la sua coscienza.
Ripensò allo scontro che aveva sostenuto con lui presso il pozzo mangiaossa...Quando Sesshomaru l’aveva liberata, aveva con sè il bastone e, vedendolo, a Sayouki era venuta in mente un’idea...Se quell’oggetto aveva il potere di rievocare le memorie sepolte, forse avrebbe potuto riesumare ciò che Hirofumi era stato un tempo, prima che il suo stesso potere lo divorasse...
E infatti, imprigionata dietro il velo di follia, l’anima dell’uomo si era ribellata alle visioni spettrali da lei rievocate dalla memoria stessa del bonzo con l’aiuto del Bastone del drago. Hirofumi aveva dunque riconosciuto la crudeltà con cui aveva mietuto le sue vittime, aveva rivisto i loro volti e udito le loro voci, e aveva capito che non importava che fossero demoni e assassini. Si era reso conto di avere sbagliato.
Sayouki era certa che quando aveva lasciato libero l’uomo, lui le avesse mentalmente detto ‘Grazie’. Era sicura che fosse rinsavito...
Ma poi evidentemente era stato plagiato da Naraku, entrando a far parte delle sue trame...
Un pensiero inquietante folgorò la giovane: e se anche lei senza rendersene conto fosse già caduta nella tela vischiosa del nemico? In fondo gli era bastato ben poco per farle perdere il controllo!
Cosa voleva Naraku da lei?
Un brivido le corse giù per la schiena.
Se non avesse fatto qualcosa per impedirlo, Naraku sarebbe riuscito a fare impazzire anche lei.
Capiva infatti che non sarebbe finita lì. L’avrebbe di certo incontrato ancora sulla propria strada...e qualcosa le diceva che un giorno sarebbero arrivati alla resa dei conti.
In quel momento potè vedere la scena e seppe qual’era il volto che avrebbe dovuto cercare, il volto di Naraku.
Nella visione, accanto a lei a fronteggiare quell’essere, c’era Inuyasha.

‘Le mie visioni non hanno mai sbagliato...eccetto, forse, una volta.’ pensò.

Sorrise, senza voler interrogare oltre il futuro.

Forse Inuyasha un giorno si sarebbe risvegliato dal suo sonno senza fine.
Forse avrebbe di nuovo avuto un amico.
Forse avrebbero di nuovo combattuto insieme.

E questa volta non sarebbe arrivata in ritardo.

Il buio della notte inghiottì l’esile figura della Dama dei sogni e una candida coltre di neve coprì le sue piccole orme cancellando ogni traccia del suo passaggio.


The end



EUREKA!! E’ FINITA!!! GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO AVUTO LA PAZIENZA DI ARRIVARE FIN QUI!! GRAZIE PER AVERMI SOPPORTATA E PER AVER COMMENTATO, SPRONANDOMI A SCRIVERE...E, PER GLI AFFEIZIONATI, SAPPIATE CHE STO LAVORANDO AD UNA NUOVA STORIA CHE SI PUO’ DEFINIRE UN SEQUEL DI QUESTA...SPERO VORRETE LEGGERLA...
CIAO A TUTTI

YOUKI

P.S.: Fate un salto nel mio blog se volete contattarmi ^^ www.youki-laportadellalba.splinder.com)
  
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