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Autore: WibblyVale    09/05/2015    2 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Alle prime ore della mattina il Team 7 si era ritrovato al campo di addestramento. I tre giovani allievi credevano di dover sopportare una giornata di allenamento come tante altre, ma il loro nuovo sensei aveva deciso di portarli a fare un'escursione. L'entusiasmo iniziale scemò dopo aver passato metà della giornata a seguire il ninja dai capelli argentati attraverso pendii scoscesi e boschetti privi di sentieri.
L'Hatake, da parte sua, sembrava tranquillo, ma se i tre genin l'avessero conosciuto meglio, avrebbero notato il ghigno divertito che campeggiava sul suo volto.
La sera prima il jonin istruttore aveva esposto il suo programma all'Hokage, che immediatamente aveva opposto una certa resistenza. Aveva affermato che i ragazzi sarebbero dovuti essere più preparati, prima di affrontare quella prova. Kakashi però non si lasciò scappare l'occasione ed utilizzò tutte le sue migliori tecniche di persuasione. Alla fine il Terzo cedette, dando la sua approvazione a quel sadico campeggio.
"Sensei manca ancora molto?" domandò Naruto, quasi senza fiato.
"Non dirmi che sei già stanco?"
"N... No! Per me possiamo andare avanti anche tutto il giorno!" gridò esagerando come al solito.
Sasuke proseguiva silenzioso, qualche passo avanti agli altri due compagni. "Sensei, a cosa serve questa prova?"
Il copia-ninja si fermò, voltandosi a guardare i suoi allievi.
"Non è una prova. E' un piccolo premio per aver superato il mio esame." Lo sguardo dell'uomo era confortante, ma c'era qualcosa nel suo tono di voce che non convinceva i tre ragazzi.
Per l'ora di pranzo raggiunsero la cima della montagna e, finalmente, si misero a mangiare.
"Sensei, posso farle una domanda?" L'uomo alzò lo sguardo verso la sua allieva, che lo guardava con un'espressione seria. Lui fece un impercettibile segno di assenso. "M... Mi chiedevo... Si, insomma... Lei, ieri, ci ha parlato del suo compagno. Co... Come è successo?"
I tre ragazzi ne avevano discusso il giorno precedente. O meglio, Naruto e Sakura l'avevano fatto, mentre Sasuke se ne stava ad ascoltare indifferente. Fu questo alla fine che suggerì di chiederlo al sensei, se ci tenevano tanto. Nello stesso momento decisero che fosse la ragazza a porre la domanda, preoccupati dalla possibile mancanza di tatto del biondo.
Kakashi osservò i suoi allievi con uno sguardo impenetrabile. Ciò che era successo quel giorno poteva essere di lezione per loro, ma allo stesso tempo era duro da raccontare. Dopo aver passato qualche minuto in silenzio, facendo pensare ai genin che non avrebbe più risposto, si decise a parlare.
"Eravamo in missione, il nostro sensei si stava occupando dei nemici da un'altra posizione. Io, essendo l'unico jonin, ero a capo della squadra. Una mia compagna è stata cattuata. Io e Obito siamo andati a salvarla. Lo scontro con i nemici è stato duro. Il mio amico si è sacrificato per permettere a me e alla nostra compagna di salvarci."
Aveva raccontato il tutto con tono distaccato, ma le sue mani stringevano inconsciamente la forchetta che stava usando per mangiare.
I tre genin non sapevano cosa dire, se non che erano dispiaciuti per il loro sensei, ma avevano come l'impressione che non sarebbe servito a niente farglielo sapere.
"Obito mi ha insegnato molto. Soprattutto quel giorno. Cercherò di trasmettere ciò che ho imparato a voi." concluse.
Dopo un lungo silenzio, Naruto prese parola. "E' vero che il suo sensei era il Quarto Hokage?" chiese con entusiasmo.
L'Hatake lanciò uno sguardo strano al biondo. "Non pensavo che sapessi certe cose." rispose scherzoso.
"Me l'ha detto Sakura-chan." ammise candidamente.
"Si, era il mio sensei. Anche se all'inizio non era ancora Hokage."
"Doveva essere fortissimo!"
"Si, lo era." Parlare di Minato davanti a Naruto lo metteva a disagio. Odiava mentirgli sulla sua vera identità, per quanto forse quella fosse ancora la scelta più giusta. "Che ne dite di allenarci un po'?"
Si alzò sotto lo sguardo dei suoi allievi, leggermente imbronciati per la fine di quella che si stava rivelando una chiacchierata interessante.

La sera si avvicinò e con essa la necessità di accendere un fuoco.
"Naruto! Sakura! A raccogliere la legna!"
L'Uzumaki esultò, mentre la sua compagna mise su uno sguardo deluso.
"Non posso andarci con Sasuke!" si lamentò. "Naruto è un imbranato."
Il biondo si rabbuiò alle parole della compagna.
"Mi sembra di aver dato un ordine o sbaglio!"
"Ma gli ordini non vanno sempre rispettati, giusto?" fece il Jinchuriki con aria da saputello.
"Naruto ti ricordi di questo?" Fece con le mani il segno della Tigre, ricordando al ragazzo il "Colpo segreto della Foglia" che aveva dovuto subire durante la prova di ammissione. I
l biondo impallidì, prendendo la sua compagna per un braccio e strattonandola dietro di sè. "Su su, Sakura-chan. Non facciamo arrabbiare il sensei!"
"Va bene, va bene! Però mollami o ti do un pugno!"
Rimasti soli, Kakashi e Sasuke si apprestarono a preparare il campo. Non si dicevano una parola. Se non fosse stato per le direttive che Kakashi dava al ragazzo su come mettere in sicurezza il perimetro, non avrebbero fatto alcun rumore.
Mentre lavorava concentrato su una trappola sul lato nord del campo, all'Uchiha venne in mente di fare una domanda al Copia-ninja.
"Sensei, è evidente che questo campeggio abbia uno scopo. Potrebbe dirmi quale?"
Il maestro non rispondeva. In effetti, era un po' di tempo che il moro non sentiva più la sua presenza dietro di sè. Si voltò in cerca dell'uomo, ma non lo trovò.
"Sensei? Sensei?" chiamò un paio di volte, ma nessuno rispose.
Ad un tratto la voce di Naruto risuonò dall'interno del bosco. "Kakashi-sensei! Kakashi-sensei! Sas'ke! Sakura è sparita." gridò entrando nel campo.
Sasuke lo guardò leggermente preoccupato. Che cosa stava succedendo?

Sakura manteneva un'aria scocciata mentre raccoglieva i pezzi di legna insieme al suo compagno chiassoso. Non aveva voglia di lasciare il campo e allontanarsi da Sasuke.
"Mi dispiace, Sakura." si scusò il biondo, mentre si piegava per raccogliere un rametto che gli era sfuggito di mano.
"Per cosa?" domandò confusa.
"So che preferivi fare coppia con Sa'ske..." I suoi occhioni blu si fissarono su di lei. Erano tristi.
Forse si era comportata troppo severamente con lui. Qualche giorno prima il moro le aveva detto che di Naruto non aveva capito nulla. Non aveva tutti i torti.
"M... Ma che di..."
"Non ti preoccupare ci sono abituato."
La rosa fece qualche passo avanti, ritrovandosi faccia a faccia con il Jinchuriki. "E' vero che mi piace passare il tempo con Sasuke, ma anche tu sei un mio compagno di squadra e voglio che diventiamo amici!" esclamò con entusiasmo, facendo arrossire l'Uzumaki.
Riprese poi a camminare, lasciandolo indietro a fissare il vuoto.
"Forza sbrigati! Il sensei ci..."
La frase rimasta interrotta, obbligò Naruto a voltarsi.
"Sakura? Dove sei?" chiamò, non vedendola più. "Sakura?"
Aveva un brutto presentimento su quella storia.
Avrebbe dovuto seguire le tracce della ragazza, ma non ne vedeva attorno a sè. Decise quindi di correre a perdifiato fino all'accampamento. Lì trovò solo il suo compagno, ma non vi era traccia di Kakashi.
"Credi che anche lui sia scomparso?" domandò sull'orlo della disperazione.
"Razza di idiota!" si limitò a rispondere il moro.
"Come mi hai chiamato?" ringhiò il biondo.
"Il sensei non è sparito. Questa è una prova!"
Naruto sbarrò gli occhi preso alla sprovvista da quella rivelazione.
"Dobbiamo trovare Sakura e, per farlo, immagino che dovremmo agire come una squadra." spiegò sconsolato. Lavorare con quella testa calda sarebbe stato complicato.
"Ma se è stato il sensei a rapirla, avrà sicuramente coperto tutte le sue tracce." si lamentò l'altro.
"Per questo dobbiamo dividerci per coprire la maggior area possibile."
"La maggior area possibile...." ripetè Naruto, sfregandosi due dita sulle tempie, mentre teneva l'altra mano appoggiata su un fianco. Poi, il suo viso si illuminò. "Kage Bushin No Jutsu!"
Un esercito di copie del ninja biondo riempì il campo del Team 7.
"Loro cercheranno Sakura su un'area più grande, così noi due potremo cercarla insieme." Il moro lo guardava impressionato dalla sua sagacia. "Che c'è? Hai detto che lo scopo è che io e te facciamo squadra, giusto?"
L'Uchiha annuì e i due si apprestarono a cercare la loro compagna dispersa, seguiti dall'esercito di copie della Forza Portante.

Sakura Haruno si agitava fra le sue braccia, arrivando persino a mordere il palmo della mano che le teneva premuta sulla bocca. Quando, finalmente, raggiunsero la piccola grotta, la lasciò libera. La giovane kunoichi si voltò verso di lui pronta a sferrare un colpo.
"Sensei!" esclamò sollevata, poi la rabbia l'avvolse di nuovo. "Perché mi ha rapita?"
"E' una prova." disse lui, intimandole con un gesto della mano di sedersi.
"Una prova?" Eseguì, ancora confusa, ciò che le era stato ordinato. Iniziò ad agitarsi quando vide l'uomo avvicinarsi a lei con una corda. "Che fa?"
"Lo scopo della prova è che i tuoi compagni riescano a liberarti, collaborando e senza cadere nelle mie trappole." Uno scoppio lontano li fece voltare, di scatto. "Tipo quella. Sono ancora molto lontani da noi, ma dobbiamo fare in fretta."
"E’ fuori di testa? Potrebbero farsi del male!"
Lui ridacchiò. "No, sono al sicuro."
Aveva messo Gai a supervisionare la prova all'esterno, di modo che lui potesse occuparsi tranquillamente della sfida che sarebbe spettata ai ragazzi all'interno della grotta. Legò la ragazza con cura, poi mise un paio di carte bomba sulla corda.
"Aiuto! E' pazzo! Pazzo!"
"Calmati, Sakura. Sarò sempre qui accanto a te. Non ti accadrà nulla." Cominciò a girovagare per la grotta, posizionando trappole un po' ovunque.
La ragazza seguiva ogni sua operazione con grande attenzione. Il sensei si era dimenticato di imbavagliarla. Al momento giusto avrebbe avvertito i suoi compagni. Già immaginava Sasuke entrare nella grotta, il volto rosso per la fatica e contratto dalla proccupazione per lei. Oh non vedeva l'ora che la salvasse.
Il Copia-ninja sorrise soddisfatto del suo lavoro ed andò a nascondersi in un angolino buio della grotta. Era sicuro che la sua allieva aveva già deciso di avvantaggiarsi della sua "svista".

Una delle copie di Naruto aveva trovato delle tracce su un sentiero, nel versante opposto della montagna, così lui e Sasuke corsero verso quella direzione. Si fermarono, rimanendo nascosti dalla fitta vegetazione del bosco, osservando l'entrata della grotta. La luna era ormai spuntata all'orizzonte e la visibilità era diminuita.
L'Uchiha indicò con la mano lo spiazzo davanti all'entrata della grotta. Cercò di aggiungere al compagno di fare con calma, ma l'idiota si era già fiondato verso l'apertura.
All'improvviso fu scagliato a terra dal calcio di un uomo ricoperto da capo a piedi da un mantello grigio. Il biondo rotolò per qualche metro, poi si rialzò a fatica. Si scagliò di nuovo contro l'uomo, il pugno pronto a colpire, ma questo lo schivò così velocemente che nessuno dei due genin si accorse del movimento.
Sasuke si voltò giusto in tempo per vedere il pugno dell'avversario colpirlo sotto il mento e scagliarlo accanto al suo compagno. Il moro si passò un mano sulle labbra per ripulirsi dal sangue.
"Ora ti faccio vedere io!" urlò Naruto, pronto a gettarsi di nuovo sul nemico.
"Fermo! Ci penso io a lui!"
"Credi di cavartela meglio di me?"
"Si."
Il biondo ringhiò. "Come ti permetti! Io..."
L'Uchiha prese il compagno per le spalle. "Corri a salvare Sakura."
Non voleva essere intralciato.
L'uomo con il mantello grigio piegò leggermente la testa di lato. "Non posso lasciarvi entrare." commentò con voce profonda.
Gai vide i due confabulare per qualche minuto, poi notò che si scambiavano uno sguardo di intesa. Sasuke si preparò ad attaccarlo con la Palla di Fuoco Suprema, mentre Naruto corse verso l'entrata della grotta. Lui schivò l'attacco del primo senza problemi, bloccando di nuovo il tentativo del secondo che, però, questa volta, fu preparato a parare il suo colpo.
Nonostante il fallimento del piano entrambi stavano sorridendo, il ninja verde si diede un'occhiata in giro e capì. Quello psicopatico del suo amico dopotutto stava raggiungendo il suo scopo.

Sakura sentì un rumore di passi farsi sempre più vicino. Sasuke stava arrivando a salvarla, lo sapeva!
"Aiuto! Aiuto!" gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Con sua grande delusione davanti a lei apparve il ragazzo con la tuta arancione, che quando la vide sorrise felice e corse verso di lei, toccando incurante un filo che fece scattare una trappola.
"Attento!"
Il Jinchuriki si abbassò in tempo per evitare i due kunai che, da lati opposti, si dirigevano verso di lui. Le armi si colpirono l'uno con l'altra, producendo un rumore metallico, e ricaddero a terra.
"Dov'è Sasuke?"
"Sta bene. Sta affrontando il nemico."
"Kakashi-sensei ha organizzato tutto. Qui è pieno di trappole letali!" lo avvertì la rosa.
Naruto impallidì. Come avrebbe fatto ad evitarle tutte?
"Ti guido io!" lo rassicurò Sakura cercando di calmarlo.
Così sotto le direttive della sua compagna, il giovane genin riuscì a raggiungerla senza troppi problemi. Un paio di trappole si attivarono comunque e rischiò di venire messo fuori gioco da un masso che stava per cadergli in testa, ma poteva decisamente andargli peggio.
Appena si ritrovò di fronte alla compagna, si apprestò a slegarla.
"Fermo! Ci sono delle carte bomba. Se mi sleghi senza disattivarle, salteremo in aria!"
Naruto si bloccò fissando i suoi occhi in quelli della compagna. "E ora che facciamo?" chiese disperato.
"E che ne so! Non le sai disattivare?"
Lui osservò attentamente i sigilli sulle carte bomba. "Mmmmm... Forse se io..." Allungò una mano verso la corda. "No no no! Salterebbe in aria!"
"Sai che ti dico, Naruto? E' solo una prova, lasciami qui!" urlò preoccupata per la sua incolumità.
"Nemmeno per sogno ho promesso che ce l'avrei fatta!" Rimase pensieroso per qualche minuto, quando qualcosa gli venne in mente. "Quando ti dico di correre, corri. Evita tutte le trappole e non guardarti indietro."
Lei lo guardò con espressione interrogativa. "Cosa intendi fare?"
"Fidati di me!" affermò serio.
La ragazza non poté fare altro che fidarsi.
"Allora al tre comincia a correre." ordinò. "Uno... Due..." Il genin giunse le mani. ".... TRE!"
Sakura prese a correre. Solo quando fu quasi all'entrata dello stretto corridoio che portava all'uscita si accorse di non avere più le corde attorno a sé. Si voltò indietro e vide che Naruto era rimasto indietro, costretto dalle corde che prima immobilizzavano lei. Fece un passo verso di lui per poterlo aiutare.
"No, ti ho detto di andare!"
"Il sensei ha detto che..."
"Vai!" ordinò con un tono di voce che non ammetteva repliche.
Così la ragazza riprese a correre, sempre più verso l'esterno. Ad un tratto uno scoppio provenne da dietro di lei.
"Naruto!" urlò, ma continuò a correre, calde lacrime scendevano lungo il suo viso. Kakashi aveva promesso che non sarebbe successo loro niente.
Quando arrivò fuori dovette sfregarsi gli occhi, ancora offuscati dalle goccioline salate, per capire ciò che vedeva. Sasuke e, con sua grande sorpresa, Naruto stavano affrontando un uomo con un mantello grigio.
Nel frattempo una mano le si posò sulle spalle, facendola trasalire. Si voltò per vedere il suo maestro che con aria soddisfatta guardava i suoi allievi all'opera.
Erano in evidente difficoltà contro lo shinobi, ma in ogni caso sembravano aver messo da parte le loro divergenze per permettere alla copia di Naruto di salvare la loro compagna.
"Bene, direi che la prova è superata."
Gai si distanziò dai suoi avversari, che tirarono un sospiro di sollievo. Fece un leggero cenno del capo al suo amico e sparì in una nuvola di fumo.
"Sakura!" esclamò Naruto, vedendola sana e salva. "La mia copia è riuscita a salvarti!"
La ragazza gli piantò un pugno sulla testa, facendo mugolare di dolore il povero Jinchuriki, che si massaggiava il punto dolorante piagnucolando.
"Non sapevo fosse una copia! Credevo ti fosse successo qualcosa di terribile!"
"Scusa." mormorò dispiaciuto.
"Tutto è bene quel che finisce bene." commentò Kakashi ridacchiando. "Vi siete comportati in maniera encomiabile. E, Naruto, l'idea della copia non era affatto male. Ora ci meritiamo tutti una buona cena e una bella dormita."

Dopo essere tornati all'accampamento, Kakashi cucinò per tutti e i genin mangiarono con gusto. Naruto e Sasuke, in particolare, erano piuttosto affamati. Gai li aveva stremati. Sapeva che il sopracciglione sarebbe stato l'uomo adatto per quella sfida. Inoltre, in quel modo lui aveva potuto visionare il tutto da un angolino senza nemmeno sforzarsi troppo.
I due giovani genin avevano imparato che bisognava mettere da parte le proprie divergenze in certi momenti, mentre la loro compagna aveva capito che doveva tenere in maggiore considerazione anche il biondo. In fondo, non era male come maestro, pensò fiero di sé. Sbadigliò rumorosamente ed ordinò ai ragazzi di andare a letto.
Ad un tratto, una risata che non aveva mai sentito giunse alle sue orecchie. Si voltò e vide Sasuke additare un Naruto con il volto rosso come un pomodoro, che tra le mani teneva... Non poteva crederci!
"Che succede?" chiese fingendo indifferenza e avvicinandosi di più ai ragazzi.
"Non c'è niente da ridere!" urlò imbarazzato verso il compagno e stringendo più forte a sé il logoro peluche.
Anche Sakura si era avvicinata a loro e guardava curiosa sporgendosi da dietro la schiena del suo maestro. "Ma Naruto, è un coniglietto di peluche?" domandò facendo arrossire ulteriormente il biondo e, cosa strana, ridere ancora di più il moro.
"S... Si."
"Si può sapere quale razza di ninja serio dorme con un animaletto di peluche?" lo prese in giro l'Uchiha.
"Smettila, idiota! Tu non sai niente!" gli gridò contro. "Non è che io ci dormo. E' il mio portafortuna. Me l'ha regalato una persona a cui tenevo tanto." spiegò un po' più calmo. "Quand'ero piccolo non avevo molti amici e lui... Mi veniva a trovare. Era un Anbu e mi raccontava spesso le sue missioni. Era gentile. E' davvero così stupido?" pose l’ultima domanda al suo sensei.
Sasuke aveva smesso di ridere, mentre Sakura guardava il compagno con occhi nuovi.
"No, non lo è." rispose Kakashi, ripresosi dallo shock iniziale. Quello era il suo coniglio! "Quando te l'ha regalato?" chiese incerto.
Voleva capire come il ragazzo facesse a sapere che era stato lui a fargli il regalo.
"Una mattina mi sono risvegliato e l'avevo accanto. Da allora non ho più visto il mio amico."
"Come fai ad essere sicuro che è stato lui?" insistette il Copia-ninja.
"Era l'unica persona che ci teneva a me." rispose lui semplicemente, poi preso da un improvviso entusiasmo si avvicinò al suo sensei e gli prese le mani. "Magari lei lo conosce. Si chiamava Ro!"
Kakashi fece uno sguardo triste. "Quello era il suo nome in codice Anbu, in molti possono averlo utilizzato. Non so chi sia."
Il ragazzo ebbe un leggero moto di rassegnazione, poi però tornò a sorridere. "Sicuramente, sarà da qualche parte a salvare il mondo! Era fortissimo, quindi non può essergli successo nulla di male."
Detto ciò rimise il peluche nello zaino e si infilò nel suo sacco a pelo, seguito da tutti gli altri.
Il ninja dai capelli argentati era colpito da ciò che era appena accaduto. Naruto ancora teneva quello stupido pupazzo, si ricordava ancora di lui. Forse aveva sbagliato ad allontanarsi, ma all'epoca aveva creduto di fare la cosa giusta. Le persone attorno a lui morivano.
Si accorse che, a differenza dei compagni, l'Uzumaki era ancora sveglio.
"Naruto?"
"Si, sensei?"
"Come fai a ricordarti di questo Ro, dovevi essere solo un bambino?"
"Era gentile con me. Io ricordo tutti quelli che sono stati gentili con me." Si limitò a rispondere per poi cadere nel mondo dei sogni e lasciando al Copia-ninja qualcosa su cui rimuginare durante la notte.

Ripartirono per il Villaggio all'alba. Il viaggio di ritorno fu molto più veloce, essendo tutto in discesa. Furono così di ritorno solo un paio d'ore dopo il risveglio degli abitanti di Konoha.
Kakashi congedò i suoi allievi e si diresse verso casa. Dopo aver riordinato le sue cose con fare metodico, si lasciò andare ad una bella doccia rinvigorente.
Mentre l'acqua scivolava calda sui suoi muscoli tesi, ripensò agli eventi della giornata precedente. Quei tre fastidiosi ragazzini potevano davvero diventare un'ottima squadra. Erano così diversi tra loro, ma dopotutto, se non fosse stato così non ci sarebbe stato da divertirsi.
Naruto, poi, la sera precedente, gli aveva ricordato quel frugoletto, con gli occhioni blu pieni di meraviglia, che ogni tanto andava a prendere per portarlo al parco. Era stato pessimo con lui, avrebbe dovuto stargli accanto. Non poteva tornare indietro, l'unica cosa che poteva fare era esserci per lui ora.
Uscì dalla doccia legandosi un asciugamano alla vita e andando verso la sua stanza, quando sentì uno strano rumore proveniente dalla sua cucina. Si mosse silenzioso come un predatore in quella direzione. Tenzo frugava nella sua dispensa con sguardo assente.
"Bussare è passato di moda?"
"Scusa. Ho sentito che eri sotto la doccia e ho pensato di accomodarmi."
Il Copia-ninja notò che l'amico aveva qualcosa di strano. "Che succede?"
"Ha deciso di distruggere l'Organizzazione. Mi è arrivato il messaggio sta mattina. E' meglio partire. Però ho bisogno di una squadra che sia a conoscenza dei fatti. Non posso portare con me il mio team."
Non c'era bisogno che il ninja dell'Arte del Legno aggiungesse altro. La situazione era più che chiara all'Hatake.
"Hai già avvertito la Formazione?"
Il castano annuì.
"Mi preparo ci troviamo all'uscita tra mezz'ora."
Il Copia-ninja si sentì pieno di speranza. Presto avrebbe rivisto Shiori, sarebbero tornati a casa tutti insieme. Sembrava che la sua vita stesse per riprendere la direzione giusta. E allora perché continuava ad avere quella strana sensazione?







Angolo dell'autrice.
Ciao!!!
Shiori? No, non me la sono scordata. Vi sto solo tenendo leggermente sulle spine. Nel prossimo capitolo riprenderò da dove ho lasciato.
I ragazzi arriveranno in tempo per dare una mano? 
Spero che in questo capitolo non ci siano troppi errori. Ho la febbre quindi non so se sono riuscita a correggere tutto per bene.
Come sempre un grazie a tutti voi che leggete, seguite e recensite!
A presto!
  
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