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Autore: _Blanca_    09/05/2015    3 recensioni
| Assassin's Creed III | ● | Connor Kenway × Nuovo Personaggio | ● | storia in stand by |
1769. Colonia di Massachusetts Bay. Cecilia ha quattordici anni quando viene derubata di un'esistenza semplice e benestante. Rimasta sola in un mondo che si prepara alla rivoluzione e alla guerra, la ragazzina diventerà donna. E la donna scoprirà le difficoltà della vita e dell'amore.
"A Davenport Manor non si ricevevano mai visite. Così, quel tardo pomeriggio d'autunno, Cecilia, china sul focolare, quasi trasalì udendo un irruente bussare all'ingresso. Lasciò gli avanzi del pranzo a riscaldare nel caldaio, appeso sul fuoco, e attraversò di corsa la cucina: era l'ora del tramonto e rettangoli di luce si stiracchiavano pigramente sopra i porosi mattoni color tabacco del pavimento. [...] Nel buio salone da pranzo, [Cecilia] scostò qualche centimetro dei pesanti tendaggi verdi, odorosi di polvere e legna bruciata, e spiò oltre i pannelli di vetro della finestra. Era stata una giornata fresca e serena, ma nel fremere degli aceri gialli c'era un sentore di pioggia in arrivo. L'indesiderato visitatore era ancora davanti alla porta. [...] Era un nativo."
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor Kenway, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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THE CORNFLOWER CAP 15


















XV

Il cuore ha le sue ragioni










Fattoria degli Adams. 27 agosto 1774

«Sta attenta... per favore, sta attenta!»
«Sally, per l'amor di Dio, sto raccogliendo mele. Non sto fronteggiando un drago!»
«Ma sei sull'albero!»
«E che follia! Salire sopra un albero di mele per raccogliere le mele.»
L'albero era vecchio, e grosso. Il primo livello di rami creava un nodo sul quale era possibile reggersi in piedi, ma per raggiungere le ultime mele, e salvarle dai morsi del sole, Cecilia si era dovuta distendere su un ramo più alto. E più sottile. Con un braccio si teneva stretta al ramo, con la mano libera lasciava cadere le mele verso Sally. Uno dopo l'altro, lanciò i frutti nel grembiule che Sally teneva sollevato a mo' di cesta.
Tutto intorno a loro non si udiva che il frinire delle cicale. La calura pomeridiana sembrava aver azzittito persino gli uccelli e il caldo era tale che entrambe le ragazze indossavano solo i corsetti sopra le camicie bianche.
Sally rovesciò le mele nel secchio di legno, si sventolò con il grembiule il viso arrossato e cadde in ginocchio tra l'erba. «Credo che perderò i sensi» annunciò.
«E io credevo ti piacesse l'estate» se la rise Cecilia.
«Non così!» sospirò Sally.
Cecilia,
attenta a non trasformare la gonna in una trappola, e con un pensiero di rimpianto per le braghe e gli stivali, scivolò verso il basso, fino al centro dell'albero. Da lì, appoggiò i piedi sui pioli della scaletta. Fu a terra in un attimo. Sally si era distesa su un fianco, piegando il braccio tra la testa e l'erba, e Cecilia sedette vicino a lei. 
«Con questo clima, non riesco a immaginare dove qualcuno possa tirare fuori la forza di andare in giro a rapinare e a tendere agguati» commentò Sally.
Cecilia appoggiò la schiena al melo e accavallò le caviglie. «Infatti non si sente più parlare di quei briganti da almeno dieci giorni. Il caldo li avrà fatti desistere.»
Boccheggiavano da settimane, come pesci sulla spiaggia. Si faticava a lavorare di giorno e a dormire di notte. Le piante stavano seccando, il prato iniziava ad ingiallire, la strada era diventata più arida e polverosa di un fiume prosciugato.
«Deve essere terribile anche mettersi in viaggio» riprese Sally. «Viaggiare in carrozza sarà come viaggiare chiusi un forno. — Credi che il signor Adams sia già arrivato a Philadelphia?» [1]
«Lo sapremo solo quando ci scriverà.»
«Da quando è partito, la signora sembra sempre molto preoccupata, non hai notato anche tu?»
«Lo sarei anche io, se fossi in lei. Da qui a Philadelphia sono quattrocento miglia. Le strade non sono sicure e il signor Adams non ha ancora risposto a nessuna delle sue lettere.»
Dopo quella osservazione, calò un lungo attimo di sonnacchioso silenzio. Le cicale frinivano. Il sole scottava le spalle e la nuca. Le ombre delle ragazze, e del vecchio melo, ritagliavano macchie scure tra l'erba paglierina.
«Tu l'hai fatto?» domandò all'improvviso Sally, in uno sbadiglio.
«Che cosa?»
«Rispondere alla lettera.»
La lettera di cui parlava Sally era arrivata alla fattoria tre giorni prima, all'ora di colazione. Cecilia aveva sperato in un messaggio del signor Auchmuty. Sperava fosse riuscito a rintracciare i Bardsley. Invece, la lettera giungeva da Davenport Manor. Portava la firma di Achille e la notizia della morte di William Johnson. Connor l'aveva assassinato a John's Town, mentre il Templare cercava di contrattare la vendita delle terre. Stando a quanto raccontava Achille, davanti all'ennesimo rifiuto dei sachem, Johnson aveva spianato i moschetti. Soltanto allora Connor era intervenuto.
«Sto... pensando a una risposta.»
«È del padrone della tenuta, vero? Quella dove vivevi prima di venire qui.»
Cecilia annuì.
«Come hai detto che si chiama? Ha un nome strano. Come quel personaggio, nella guerra di Troia — Ettore?»
«Achille.» 
Sally spinse sul gomito per sollevare il busto. «Parli così poco di quel posto» osservò. «Dimmi qualcosa della tenuta. O del padrone. È una brava persona? È un bell'uomo?»
«È buono, sì. Bello... forse ai suoi tempi lo sarà stato» rispose Cecilia.
«Oh. È un vecchio.»
C'era talmente tanta delusione, condensata in tre parole, che Cecilia non riuscì a trattenersi dal sorridere. 
Vi fu di nuovo silenzio. Cecilia iniziò a spianare senza alcun risultatole pieghe della gonna — e a riflettere: sarebbe stato poi tanto terribile dirlo a Sally? Infondo, Sally era sempre sincera, sempre premurosa, sempre discreta e delicata quando si parlava di sentimenti. Non le era mai parsa incline al pettegolezzo o ai giudizi troppo duri.
Decise di rischiare.
«C'era anche... un ragazzo.»
Sally, che si era messa a fissare la casa, voltò di scatto il capo verso di lei. «Alla tenuta?»
«Lavorava per il vecchio» inventò Cecilia.
«E... questo... ragazzo» Sally centellinava le parole, nel palese sforzo di annacquare la curiosità con la buona creanza, «ha attirato la tua attenzione?»
«Sì.»
«E tu hai attirato la sua?»
«No.» Cecilia sbatté ripetutamente le palpebre. «Aveva questioni più importanti per la testa. E poi, la mia era solo un'infatuazione. È passata.» Lo disse a voce alta e realizzò di aver mentito. Tutto quel tempo, tutta quella distanza, e ancora si sentiva come il giorno in cui era salita sulla carrozza per lasciare la tenuta.
«Come si chiama?» domandò Sally.
Connor. Cecilia aveva il nome sulla punta della lingua, perciò si sorprese quando si ritrovò a scandire con dolcezza: «Ratonhnhaké:ton.» Indovinò l'espressione confusa sul volto di Sally. «È un nome Mohawk. Irochese.» E quando azzardò un'occhiata verso la ragazza, la vide innalzare con estrema lentezza le sopracciglia sulla fronte bianca e lucida.
«Un indigeno...» esclamò Sally, in un sussuro sfiatato.
«Be'— per sangue... è metà inglese. Ma è stato cresciuto dagli indigeni.»
«Un meticcio!»
«Devi... devi proprio fissarmi come se ti avessi appena detto di essere uscita da un bordello?»
«Oh—» Sally sembrò ritornare in sé, mentre il viso ritrovava l'espressione dolce. «Sono sorpresa, ecco. Non ho mai sentito parlare di... di una cosa del genere.»
«Davvero? Non è così raro che dei coloni si prendano mogli indigene.»
«Sì, ma quello è diverso. Sono uomini. Non ho mai sentito di donne che abbiano sposato un indigeno. A parte... a parte quelle sventurate anime che vengono rapite. Non sono neppure sicura che sia legale.»
«Non è un problema che ci riguarda» tagliò corto Cecilia.
Sally allungò una mano per sfiorarle l'avambraccio nudo e Cecilia fissò l'anello al dito di Sally: non era un vero prezioso, era stato ricavato da un ditale fuso, ma per Sally era la testimonianza dalla promessa del signor Wheeler. Tempo addietro, quando Cecilia le aveva chiesto se non le dispiacesse che l'estate fosse passata e il matrimonio non fosse stato celebrato, lei aveva sorriso, mite ma ottimista. «Ci saranno altre estati» aveva detto.
«Ti ho offesa, Sissi? Non ti sto giudicando male. Non ti sto giudicando affatto.»
«Non sono offesa» sospirò Cecilia. Diceva la verità. Non era offesa. Era solo delusa. E pentita di aver parlato.
«Allora... posso chiederti perché?»
«Perché cosa?»
«Perché questo ind—questo giovane uomo ha avuto la tua attenzione?»
La domanda lasciò Cecilia spaesata. «Non... non lo so. Forse... perché quando l'ho conosciuto avevo solo quattordici anni e prima di allora non avevo mai avuto modo... o motivo... di interessarmi ai giovanotti.»
Sally sorrise, increspando la fronte. «Ma non può essere stato questo l'unico motivo.»
«Lui è sempre stato gentile. Con tutti. Certo, non aveva le maniere del gentiluomo. E, all'inizio, c'erano tante cose, dei nostri modi di vivere, che non capiva. Ma si preoccupava sempre degli altri e non avrebbe mai negato il suo aiuto a nessuno. E poi...»
«E poi?»
«E poi con me... non si è mai comportato come se pensasse che la mia intelligenza non fosse pari alla sua. Né mi ha mai trattata come una specie di... di statuina di cristallo, fragile e incapace.»
Sally la fissò. Schiuse le labbra, sembrava in cerca di un commento.
Cecilia la trasse di impiccio. «Ma come mi ha detto una volta una persona, anche se fossi stata ricambiata... un'unione simile, alla fine, avrebbe portato solo infelicità. Per tutti e due.» E si affrettò ad alzarsi in piedi, perché Sally stava per contraddirla. Cecilia lo capì dallo sguardo. Le avrebbe detto qualcosa sull'importanza dei sentimenti, qualcosa di molto poetico e poco realistico, qualcosa che non avrebbe avuto la forza di sopportare. Rassegnarsi costava dolore e fatica, ma era meno umiliante e meno penoso del continuare a sperare in una fantasia. Cambiò argomento, vivacemente, come nulla fosse. «Se non rientriamo in casa, finisce che le mele diventano una marmellata.»









NOTE STORICHE
[1] Dal 5 settembre al 26 ottobre 1774 a Philadelphia, in Pennsylvenia, i rappresentanti di dodici delle tredici colonie si riunirono nel Primo Congresso Continentale. Quattro furono i delegati inviati dal Massachusetts, tra questi Samuel Adams e John Adams. Scopo del Congresso fu di decidere la reazione alle leggi messe in atto dalla Gran Bretagna come punizione per il Boston Tea Party. Venne discussa la possibilità di boicottare tutte le merci inglesi e redatta una petizione indirizzata al re.
TRIVIA: L'estate del 1774 fu davvero calda e afosa. Lo racconta Abigail Adams nelle sue lettere a John Adams: "Your Journey I immagine must have been very tedious from the extreem heat of the weather and the dustiness of the road's. We are burnt up with the drouth, having had no rain since you left us, nor is there the least apperance of any" 15 August 1774. ©Massachusetts Historical Society Archive.










   
 
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