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Autore: winnie343    10/05/2015    3 recensioni
Il ritorno alla NYADA segna per Rachel un nuovo inizio, l'ennesimo. Il ritorno a New York le porta l'incontro con l'amore: un nuovo vecchio amore. Impegnata a fronteggiare, nuovamente, la sua insegnante di danza Cassandra e il suo assistente Brody (nonché suo ex), Rachel dovrà vedersela con i suoi sentimenti per Jesse e con il ricordo ingombrante di Finn. Goodbye Finn, Hello Jesse.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brody Weston, Cassandra July, Jessie St. James, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V

La Prima



E allora scappa, corri più che puoi, prendi il primo treno e cambia la tua identità e solo allora forse - dico forse - sarai al sicuro da me.”


Dal film La Lunga Estate Calda



Nelle due settimane successive Rachel Berry visse tre versioni della sua vita.

Nella prima interpretava la studentessa universitaria, divisa tra lezioni, ripetizioni, corse, ritardi e fughe. Il suo ruolo prevedeva sentimenti come la paura, il panico, la sensazione di essere una nullità e la stanchezza cronica.

Nella seconda era la Rachel di Kurt, Blaine e degli amici del McKinley. Meno melodrammatica del solito, ma sempre piena di sogni, di drammi e di entusiasmo. In quel ruolo i sentimenti a cui doveva dare spazio erano sicurezza nei propri mezzi, convinzione, ottimismo e attenzione per tutto ciò che riguardava i suoi amici.

Infine c’era la Rachel di Jesse. La ragazza convinta del proprio talento, ma bisognosa di aiuto. Quello era il ruolo più semplice da interpretare, perché più in linea con il suo umore.

Ritornando a New York e alla NYADA aveva avuto la convinzione che la sua stella avrebbe ripreso a brillare, ma così non era stato. Aveva bisogno che qualcuno credesse in lei.

Nessuno più di Jesse ha creduto in me.

Il professor Shuester aveva sempre creduto in lei, ma lui era a Lima a vivere un’altra vita e lei non poteva aspettare. La sua correva e lei doveva raggiungerla.

Mi sono fermata già troppo tempo.

Jesse le aveva ritagliato uno spazio nella sua vita, fatto di incontri clandestini nel locale jazz, di lezioni di piano e di sorrisi e complicità. Era facile passare il tempo con lui.

Rende tutto così leggero.

Così facile che Rachel si lasciò andare e smise di recitare, riappropriandosi della serenità.

Un giorno, però, accadde qualcosa che la spaventò.

In un tramonto favoloso, in cui Jesse, dopo ore di piano, l’aveva spinta ad uscire dal jazz, dicendole semplicemente:


  • Mi piacerebbe vedere che effetto fa questo tramonto su Miss Liberty.


Si era ritrovata a passeggiare con lui e un gruppetto di scoiattoli a Battery Park. Osservando il sole rossastro dalla banchina, Jesse le aveva sussurrato:


  • Sono felice che tu sia qui con me.


Ed il cielo si era fatto buio. Il terrore che qualcuno fosse felice grazie a lei la terrorizzò.

Poi il giorno della prima arrivò e tutto divenne più complicato.

Rachel osservava la sua figura riflessa nello specchio. Indossava un abito semplice, un tubino nero, non troppo scollato, ma elegante. I capelli legati in uno chignon, le scarpe con il tacco ed un sorriso stampato sul viso. Mancava un’ora alla prima dello spettacolo a cui avrebbe potuto partecipare se solo avesse voluto.

Era la prima di Jesse e lei era emozionata come se fosse stata la sua.

Perché?

Continuava a guardarsi allo specchio e a sorridere, emozionata e felice.

Perché? Perché sono così felice?

Il sorriso le morì improvvisamente sul volto e una lacrima le solcò la guancia.

Come puoi pensare di essere così felice?

Si sedette sul bordo del letto e cominciò a fissare un punto lontano nel tempo. Un ricordo si aggrappò al suo collo e le lacrime si moltiplicarono. Le scacciò furiosamente. Troppo tardi per salvare il trucco.

Quando Kurt entrò nella stanza si trovò di fronte la brutta copia del Joker e un fiume di lacrime incontrollabili per la quali costruire una diga.


  • Rachel, cosa hai?

  • Niente. Ora passa.


Il ragazzo corse ad abbracciarla, cercando di non farsi sporcare la splendida camicia bianca di seta che faticosamente aveva salvato dalle grinfie di Blaine.


  • Perché piangi?

  • Non lo so.

  • Devi saperlo.

  • Perché?

  • E’ per la NYADA? Per la July? … per Brody? E’ per Jesse … per Finn … Hai paura?

  • Da morire …


Kurt tornò ad abbracciarla, questa volta fregandosene della camicia. La abbracciò forte per cercare di contenere tutta quella paura e per cercare di tirare via un po’ di quel dolore.

E’ così difficile tornare a vivere quando si era certi di aver perso tutto.


  • Forse è arrivato il momento di raccontare.

  • Ho rivisto Jesse a Lima, prima delle provinciali. Abbiamo cantato. Ci siamo baciati. Mi ha dato appuntamento a New York.

  • E vi siete incontrati nuovamente – Kurt sospirò – per questo ci ha invitato alla prima del suo spettacolo.

  • Era inevitabile, non pensi? Due talenti verso l’ascesa devono per forza prima o poi incontrarsi.

  • Immagino di sì. Cosa ti spaventa?

  • Vederlo … sul palco di Broadway.

  • Perché?

  • E’ troppo. Non ce la faccio, Kurt.

  • Ma perché?

  • Non posso venire.

  • Sai che ci rimarrà male, vero?

  • Lo so, ma rimarrebbe ancora più male se non mi vedesse sorridere.

  • Cosa devo dirgli.

  • Che ho la febbre.

  • Sai che non lo farò.

  • Allora sarai costretto a dirgli la verità.


Che non sono ancora pronta ad andare avanti.

Kurt sospirò. La baciò sulla guancia e poi la salutò. L’aspettava una serata difficile, ma non aveva altra scelta. A volte essere amici significava anche fare cose non gradite.

Rachel tornò a pensare a quel ricordo lontano.

Il bacio di Finn le era costato la vittoria alle Nazionali. Il mancato successo non l’aveva ferita come lo sguardo di Jesse.

Chi è la traditrice? Non io. Amavo Finn.




  • Non sono affari tuoi

  • Sapere se vuoi stare con Finn piuttosto che con me non sono affari miei? – il ragazzo alza un sopracciglio

  • No, non lo sono – la sicurezza con cui Jesse continua a parlare la urta – dopo tutto quello che mi hai fatto non lo sono.

  • Pensavo che quello che è successo l’anno scorso tra di noi fosse ormai acqua passata.

  • Acqua passata? Il fatto che non abbia smesso di parlarti e sia stata gentile con te non vuol dire che è tutto dimenticato.

  • E’ per questo che hai deciso di stare con Finn? – gli occhi di Jesse sono fermi.

  • Ti dai troppo credito – la sua arroganza la sta urtando – non sei al centro dei miei pensieri, non più

  • Lo sono mai stato? – Jesse sorride sarcasticamente.

  • Che cosa vuoi dire?

  • La tua ossessione per quell’idiota ci ha accompagnato in tutta la nostra storia.

  • Ossessione? Io non sono ossessionata da Finn.

  • Si che lo sei. Pensi che stare con il quarterback della squadra di football possa darti prestigio? Pensi che se stai con lui la gente ti noterà di più?

  • Sei ridicolo. A me piace Finn, veramente e non perché è il quarterback, ma perché è un ragazzo dolce, protettivo, è un leader e non mi ha mai ferito.

  • Veramente? – sul volto di Jesse il sorriso si allarga – quando ti ha lasciato per fare nuove esperienze con Santana e Brittany non ti ha ferito? E quando ti ha mollato perché non gradiva che ti fossi vendicata di lui non ti ha ferito? E quando è tornato con Quinn …

  • Ora basta! – Rachel risponde nervosamente – quello che lui ha fatto non è minimamente paragonabile a quello che hai fatto tu. Mi hai mentito per tutto il tempo in cui siamo stati insieme. Dicevi di volermi bene e invece stavi con me perché te lo aveva chiesto Shelby. Mi hai illuso e poi mi hai pugnalato alle spalle.

  • Ti ho chiesto più volte scusa per quello che ho fatto.

  • E pensi che sia sufficiente? Mi hai spezzato il cuore Jesse.

  • Sono stato – il ragazzo si passa una mano tra i capelli, nervosamente - … stupido, certo, ma le persone possono sbagliare … a volte capita. Ero confuso sui miei sentimenti ... per te. Ho commesso un errore Rachel, non mi perdonerai mai per questo?

  • Tutta la nostra storia era una menzogna. E’ questo che non ti perdonerò mai

  • Non tutto era una bugia – Jesse accorcia la distanza che li separa – i miei sentimenti per te non lo erano

  • Stavi recitando – Rachel lo guarda con astio.

  • No – Jesse l’afferra per le braccia – affatto. Quando ti stringevo a me, dicendoti che mi piacevi, non ti stavo mentendo.

  • Volevi solo divertirti un po’ con la stupida e ingenua Rachel. – la ragazza lo allontana.

  • D’accordo – Jesse scrolla le spalle – Se è Finn che vuoi, bene

  • E’ Finn che voglio – gli occhi della ragazza sono duri.





Un singhiozzo. E un altro, ancora un altro. Quando conobbe Jesse, quando lo sentì cantare, se ne innamorò. Ora lo sapeva.

Ci si può innamorare di due ragazzi. Lo so. Ora lo so.

Era stato il suo comportamento a farla disamorare. Certo. Anche lei si era impegnata a rovinare tutto, non con intenzione, ma con superficialità.

Eravamo tutti superficiali. Come tutti gli adolescenti.

Le sue scuse, il suo pentimento non erano stati sufficienti. Alla fine aveva scelto Finn ed era andata avanti. Non poteva tornare indietro, non più. Finn non avrebbe avuto un’altra possibilità per riconquistarla e lei non poteva tradirlo.

Non voglio essere io la traditrice.




***



Poteva sentire gli applausi dal suo camerino. Era quello che aveva sempre desiderato. Una prima serata sensazionale. Eppure la persona che avrebbe voluto vedere non si era presentata, lasciando il vuoto di una poltrona e dentro di sé.

Non si può più tornare indietro?

Jesse sospirò, guardandosi allo specchio. I suoi capelli ribelli se ne erano andati insieme alla sua arroganza e al suo egocentrismo.

Forse quello no.

Sorrise. A volte sentiva così tanta nostalgia per quel Jesse, così spensierato e sicuro delle proprie possibilità. Ora il mondo gli sembrava così complicato a volte da non riuscire ad affrontarlo.

E’ la maturità.

Era Rachel. Era tutta colpa di Rachel. La sua svolta era avvenuta non con il crescere ma con il conoscere quella moretta e così si era ritrovato, suo malgrado, a maturare.

Se ne era innamorato involontariamente. I suoi occhi neri, il suo sorriso, la sua voce da usignolo e le sue manie da diva: tutto di lei l’aveva rapito.

E così era passato dall’essere il bello e impossibile della situazione all’idiota di turno.

Se solo se ne fosse accorto prima, non l’avrebbe persa.

Un vero stupido. Non c’è che dire.



  • D’accordo – Jesse scuote le spalle – Se è Finn che vuoi, bene.

  • E’ Finn che voglio – gli occhi della ragazza sono fermi.

  • Ma devi dirmelo, guardandomi negli occhi – il ragazzo la afferra nuovamente, senza permetterle di fuggire – dimmi che ami Finn. Dimmi che lui è il ragazzo ideale per te. Che riuscirà a supportarti sempre, che crederà in te in ogni caso. Che saprà condividere con te i tuoi sogni e saprà rassicurarti quando avrai paura.

  • E’ Finn che amo. Te l’ho già detto!



Non era mai dipeso da lui. L’avrebbe persa comunque, perché Rachel apparteneva a Finn.

Bussarono e Jesse, controvoglia, andò a raccogliere gli applausi e le lodi. Sorrise con il suo miglior sorriso e ringraziò tutti per i complimenti, fingendosi modesto e sorpreso.

Quando si trovò di fronte Kurt e Blaine sorrise ancora di più.

  • Complimenti. Sei stato bravissimo. Questo è l’inizio di una carriera.

  • Grazie Blaine. E tu cosa ne pensi, Kurt?

  • Rachel non c’è.

  • Ho visto.

  • Ha detto che aveva la febbre.

  • So che non è vero.

  • Non era pronta. Ma so per certo che un giorno lo sarà.

Jesse annuì, non domandando altro. Era tutto quello di cui aveva bisogno. Che il miglior amico della ragazza che gli aveva cambiato la vita gli dicesse che un giorno qualcosa sarebbe accaduto.



  • Dimmi che nessuno all’infuori di lui, ti farà mai battere il cuore e dimmi che non provi nulla … per questo

Jesse si abbassa e catturandole le labbra la coinvolge in un bacio deciso e carico di sentimento.

Solitamente i loro baci erano sempre stati lenti e lunghi, gesti in cui entrambi avevano potuto assaporare il gusto di sentire l’altro. Questo è dirompente e disperato e Rachel sente i sentimenti di Jesse.

Se quello con Finn è stato il superman dei baci, questo è come il vento caldo che ti assale durante i pomeriggi estivi, facendoti sudare e boccheggiare privandoti dell’aria.

E’ un vento caldo che non da scampo e che non permette alcun refrigerio. Sa di maturità e dimostra quanto Jesse sia più adulto di Finn.

Una volta separati, le torna alla mente un film che avevano visto insieme una sera a casa sua: La Lunga Estate Calda. Osservando il ragazzo che ha di fronte pensa al caldo, agli incendi indomabili e alla bellezza dei due protagonisti di quella pellicola degli anni cinquanta.

Le vengono in mente Paul Newman e Joanne Woodward, belli, innamorati, famosi, sposati. E se per lei fosse scritto un destino simile con Jesse? Scrolla furiosamente la testa per cacciare quella stupida idea.

  • Io amo Finn – guarda il ragazzo in maniera decisa e senza il minimo tentennamento

  • Se è questo quello che vuoi – Jesse le sorride e avvicinandosi a lei le sussurra nell’orecchio – ripetilo tutti i giorni Berry … giusto per convincerti.



Rachel si addormentò guardando un vecchio film alla televisione. Paul Newman e Joanne Woodward, così belli, giovani e innamorati. Nulla di più piacevole con cui cullarsi.









  
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