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Autore: Lumik Lovefood    10/05/2015    0 recensioni
Dal capitolo IV:
Zacky sorrise, anche se non era tanto rassicurato. Più volte, aveva tentanto di auto-convincersi che verso Effie era una cotta passeggera, dettata più dalla novità che per altro, ma quando guardava le altre ragazze, si era ritrovato a paragonarle all'amica o, peggio ancora, a trovare i tratti caratteristici della ragazza nei volti e nei corpi delle altre, rimanendo sempre con un pugno di mosche o con la sgradevole sensazione che loro fossero una brutta copia dell'originale. Era in quei momenti che capiva che il sentimento era meno superficiale di una semplice “conoscenza” o “della ragazza che gli passava i compiti in classe”, ed addirittura più profondo di una semplice “amica”. Perché Effie, per lui, non era una semplice amica, e lo capiva sempre di più col passare dei giorni. Ed ora, ci si era anche messa di mezzo la sua idea di andare al college a Los Angeles, allontanandola definitivamente da lui. Non poteva seguirla, perché lui non era adatto per il college e voleva campare di musica, quindi era inevitabile la separazione.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimerchemenedimenticosempre: le persone citate in questa storia esistono realmente (ma dai!) ed i loro caratteri o modi di fare sono frutto della mia fantasia; questa storia non è stata scritta a scopo di lucro o per arrecare offesa a terzi.






Undisclosed Desire




Mother - Nachos - Freckles






Se avesse potuto spiegare le sensazioni che provava in quel momento, probabilmente ad Effie non sarebbe bastata un'intera enciclopedia di emozioni. Dapprima, le sembrava che Zacky le avesse tirato uno scherzo bello e buono, e si ritrovò delusa all'aspettativa che lui potesse confessarle chissà quali sentimenti. Poi, il corpo fu pervaso da una forte scarica elettrica, tutt'altro che piacevole, come se le avessero infilato il teaser nella carne del collo e lo avessero azionato al massimo, e l'avesse destata da quella sensazione di trance in cui era entrata ed a cui voleva tanto aggrapparsi, in cerca di salvezza. Non osava guardare Zacky negli occhi, e si limitava ad osservarlo di lato, cercando di captarne i movimenti nervosi delle mani, che si muovevano svelte tra i capelli neri, come se anche lui non sapesse gestire la situazione o come se si trovasse di troppo.
Se si sentiva tradita da lui? Certo, ma probabilmente anche lei avrebbe reagito così, se si fosse trattato di un suo amico e la sua madre biologica spuntasse all'improvviso come un fungo e con la voglia di recuperare diciassette anni di vita, a cui lei non ha contribuito affatto se non con la sua ombra.
Doveva assolutamente fare un discorso poi a Zacky...
Ora fissava la donna, che pareva essere la sua di madre biologica.
Non sapeva di preciso che faccia avesse sul viso Effie, ma le sembrava di guardarsi ad uno specchio che la invecchiava come minimo di dieci anni. Avevano lo stesso viso leggermente tondo e pallido, con una spruzzata generosa di lentiggini sul naso e sulle guance morbide, e gli occhi di quel particolare verde nocciola che raramente si trovava nelle persone. Anche un cieco avrebbe visto la notevole somiglianza che avevano le due, e forse questo aveva convinto Zacky ed aiutare la donna con sua figlia.
Diane si avvicinò di più ai due ragazzi, parandosi di fronte al moro, con gli occhi che tradivano tutte le emozioni contrastanti che aveva nella mente e nel cuore: il cervello di Diane le diceva di scappare, conscio del fatto che fosse la peggiore madre esistente sul pianeta e che la figlia sembrava tutto fuorché felice di conoscerla o almeno vederla; il cuore le diceva di sbatterci la testa, di provare, di tentare almeno di parlarle per poter sentire la sua voce almeno una volta, per vederla gesticolare o, perché no, vederla sorridere, anche se quel sorriso non fosse rivolto a lei.
La donna osservava il volto della figlia con brama, cercando di captarne ogni somiglianza o differenza, cercando di memorizzarne ogni dettaglio possibile. Nonostante la descrizione di Zacky era più che esauriente, non le rendeva giustizia, era cresciuta su davvero bene, ed un po' questo la rammaricò: non era di certo merito suo! Vide gli occhi della figlia che non accennavano a rilassarsi, e guizzavano da una parte all'altra del suo corpo, come se volesse verificare che lei fosse davvero reale. Vide le sue dita affusolate stringersi sul polso sinistro di Zacky, come per trovare sostegno, cosa che il ragazzo le diede subito, stringendole immediatamente la mano e rivolgendole uno sguardo carico di compassione. Fu il ragazzo ad interrompere quello scambio di occhi, parlando maggiormente in direzione di Effie, che non aveva alcuna intenzione di lasciare la sua mano, non che non gli dispiacesse ovvio, ma aveva le dita fredde e dure, al contrario di come le aveva solitamente.

Effie...” cercò di richiamarla, dolcemente “So che è uno shock e mi dispiace, ma Diane aveva voglia di conoscerti ed io...”
Non fa nulla.” la voce di Effie era dura e ferma, ma la sua mano tremava contro quella del ragazzo. Si voltò a guardarlo e Zacky rimase profondamente colpito dai suoi occhi. Gli gridavano aiuto.
Diane fece un respiro profondo, stringendosi entrambe le mani sul petto, il brillante che aveva sull'anulare luccicò “Elizabeth...” mormorò lieve, e continuò quando ebbe su di se lo sguardo della figlia “Io so che sono imperdonabile come madre e come donna... Ti prego solo di ascoltare la mia storia e poi di scegliere come meglio credi, io... Io non ti giudicherò, nonostante sia una delle ultime persone che può farlo...” si sciolse in un sorriso nervoso, guardando sottecchi la ragazza, che fece un lungo respiro affannoso.
Effie cercò con i suoi occhi quelli di Zacky, che le sorrise lievemente, stringendole di più le dita ed incoraggiandola.

Ci sono io con te.” le mormorò dolce ad uno orecchio e lei annuì, rilassando un po' gli occhi e le spalle. Zacky le lasciò la mano, circondandole le spalle con un braccio e passando affianco alla donna, invitandola a seguirlo con un gesto veloce della mano libera.


Valary camminava pensierosa per tutto il salotto di casa sua, osservata dalla gemella, intenta ad affondare un cucchiaio dentro un barattolo di gelato alla fragola. Era nervosa, molto. Sapeva che non poteva intromettersi più del dovuto, come sapeva che Zacky non era propriamente una persona col giusto tatto per annunciare quel genere di cose. Ovviamente, non esisteva un modo consono per poterlo dire, ma sperava che il fatto che a lui piacesse Effie, lo aiutasse ad indorarle la pillola.
Michelle infilzò il cucchiaio nel gelato, sbuffando in direzione della sorella, intenta a farsi la quattordicesima passeggiata nel salotto “Si può sapere che hai?”

Nulla, nulla!” rispose in fretta la bionda, tormentandosi l'unghia del pollice coi denti.
Non sarai preoccupata per Effie, spero... Zacky può essere di tutto, ma non le farebbe mai del male...”
“Non è per quello!” esclamò Valary, fermando la sua camminata nervosa e sedendosi pesantemente sul divano affianco alla gemella ed agguantando il barattolo del gelato “Zacky le doveva presentare la madre naturale.” spiattellò poi, con un sospiro.

Che cosa?!” - Michelle sobbalzò sul divano, fissando il profilo teso della gemella, che si ficcava in bocca un cucchiaio pieno di gelato “Ma io pensavo che...”
“No...”

Ma io credevo che lei...”
“No...” continuò Valary, triste.

Ma io sapevo che a Zacky...”
“Forse...”

Dobbiamo aiutarla!” sentenziò infine la castana, alzandosi dal divano ed andando verso la porta di casa, afferrando la giacca dall'appendi abiti, ed aprendola di scatto.
Si trovò di fronte la figura massiccia di Matt che aveva un pugno alzato, pronto per bussare a casa DiBenedetto, in compagnia di Brian, Jimmy e Johnny.

Quel che si dice la telepatia!” esclamò gioviale il chitarrista, scoccando un bacio sulle labbra della sua ragazza e raggiungendo Valary, fregandole il barattolo del gelato.
Cosa ci fate voi, qui?” chiese la bionda, poco prima che le sue labbra s'incontrarono con quelle di Matt.
Il tuo ragazzo è un chiacchierone!” le rispose Jimmy, sedendosi su una poltrona lì vicino “Ci ha detto tutto.”
Matt!”
Scusa Val!” disse il ragazzone “Ma Brian mi ha beccato mentre Zacky mi chiamava per dirmi che usciva con Effie per attuare quella cosa, ed ho resistito con lui... Ma poi sono arrivati Jimmy e Johnny e sai com'è Jimbo... Ed è riuscito a farmi cacciare via tutto!”
Jimmy!” gridò poi Val, in direzione del batterista, che per tutta risposta scoppiò in una crassa risata.
Quindi, l'unica che non sa nulla, sono io?” chiese Michelle, che aveva lasciato la sua giacca all'ingresso ed era andata in cucina a raccattare delle birre fresche per i ragazzi.
Matt e Valary le spiegarono brevemente la situazione che aveva coinvolto involontariamente Zacky pochi giorni prima, ed il loro piano per poterlo aiutare.

Ed io che pensavo che le avesse chiesto d'uscire per poterle finalmente confessare i suoi sentimenti, così da poter vivere felici e contenti per sempre e con una squadra di bambini con gli occhi verdi.” sbuffò triste Michelle, sedendosi sulle gambe di Brian, che sputò un po' di birra dal naso.
Che cosa?” chiese poi, stranito, guardando Jimmy e Johnny, che avevano assunto la sua stessa espressione sconvolta sulla faccia.
Matt sospirò, gettando un'occhiata a Valary “Vedi che non sono l'unico cieco, qui?”

Volete spiegarci che sta succedendo?” chiese Brian, cercando di riprendersi dal sorso di birra che gli era andato di traverso “Anche Matt sa qualcosa che noi non sappiamo?”
Sono stato coinvolto involontariamente!”
Jimmy scoppiò a ridere “Zitto, Matt! Ti ci vedo con una rivista mentre sei sotto il casco da parrucchiere a spettegolare come le zitelle inacidite!” - si beccò un dito medio dal cantante.
Michelle sgranò gli occhi “Da quant'è che conoscete Zacky? Anni ed anni? E non vi siete accorti che ha una cotta per Effie, da quando?” - gettò un'occhiata alla gemella, che alzò le spalle “Da quando la conosce?”
I tre si guardarono negli occhi, scuotendo poi il capo.
Johnny prese parola “E' impossibile che a Zacky piaccia Effie...”
“E perché?” rispose stizzita Valary, fissandolo negli occhi.
Il nano deglutì, la DiBenedetto era un tipo tosto e doveva valutare attentamente cosa risponderle “Perché... Perché Effie è troppo intelligente per lui!”
Valary gli scoccò un'occhiataccia “Ti sei salvato, Seward!”

Lasciamo perdere il nostro chitarrista rotondetto...” esclamò improvvisamente Brian, agitando la mano libera dalla birra “Ma siamo sicuri che sia veramente la madre di Effie quella donna? Insomma, voglio dire, anche io posso presentarmi ad una vecchietta piena di soldi e dirle che sono il suo figlio perduto...”
Sarebbe un lampo di genio! Facciamolo!” gridò Jimmy, beccandosi un pugno affettuoso da Michelle.
La gemella bionda sospirò “Zacky ne era molto sicuro, avrà fatto delle domande e poi, dice che sono praticamente uguali...”

Di dov'è questa donna?”
Los Angeles, Johnny...”
Calò un attimo di silenzio nel salotto di casa DiBenedetto, i ragazzi si fissarono i volti, consci dell'unico pensiero che gli legava le menti. Jimmy fu l'unico ad avere abbastanza coraggio per potergli dare del fiato.

Questo vuol dire che andrà al college...”
Brian si rianimò, carezzando la testolina castana di Michelle, che aveva l'aria abbattuta “Ragazzi, non è detto! Sarà anche sua madre, ma non è detto che Effie la seguirebbe in capo al mondo solo perché le potrebbe offrire un tetto a LA...”

Effie non è stupida!” lo aiutò Johnny, beccandosi un ghigno d'approvazione dal chitarrista.
Furono interrotti dal suono del telefono di Matt. Il ragazzo lo cacciò dalla tasca dei suoi pantaloni, strabuzzando gli occhi quando vide il mittente.

E' Zacky.”


Se Effie continuava a stringergli in quel modo la mano, probabilmente gliela avrebbe staccata e lui non se ne sarebbe nemmeno accorto, dato che il sangue aveva abbandonato quella porzione di corpo già da un po'. Zacky aveva deciso di portare le due al Golden, così da far sentire a proprio agio Diane e calmare un pochino Effie, anche se non era il suo genere di locale. L'apprezzava anche per questo: non era il tipo di ragazza che pretendeva o prediligeva i locali altolocati o di classe, al Johnny's lei si trovava a proprio agio. Per tutto il percorso non spiccicarono parola.
Si sedettero ad un tavolo, Diane di fronte ai due ragazzi mentre Effie cercava di non staccarsi da Zacky, come se lo considerasse la sua ancora di salvezza, stringendogli convulsamente la mano destra, e la donna ordinò tre caffè al cameriere appena arrivato per servirli.

Io non bevo caffè.” riuscì a dire la ragazza, guardando mestamente Zacky e lanciando un'occhiata irritata alla donna.
Ah, scusami... Non lo sapevo.” si scusò Diane, arrossendo un poco “Cosa vuoi, allora?”
“Una limonata andrà benissimo.” rispose per lei Zacky, sorridendo alla ragazza e rafforzando la stretta sulle sue dita. Effie tirò un sorriso, felice che almeno qualcuno la conoscesse in quel luogo a lei sconosciuto.
Diane sorrise mesta “Elizabeth...” sussurrò piano, come se avesse paura di pronunciare quel nome, e la ragazza alzò di colpo il capo per guardare la donna “So che è una cosa improvvisa la mia...”
“Come ha fatto a rintracciarmi?” - Effie le dava del “lei” e la sua voce sembrava aver perso colore.
La donna ingoiò amaro “All'orfanotrofio in cui ti ho portato, si poteva scegliere il tipo di adozione, ed io ho scelto quella semi-aperta, nel caso tu od io volessimo rintracciarci a vicenda...”

E perché si è decisa solo ora?”
Sto per sposarmi e Phil, il mio futuro marito, sa tutta la storia e mi ha convinto a fare almeno un tentativo...”
E qual'è questa storia?”
Zacky rafforzò un po' la stretta sulla mano di Effie, facendola voltare verso di se. Cercò di farle capire con gli occhi che doveva cercare di ascoltare la donna, senza aggredirla. Effie fece un sospiro, rilassando le spalle.
Diane lanciò un'occhiata riconoscente a Zacky “Avevo quindici anni quando rimasi incinta di te. I miei genitori sono persone molte severe e non mi permettevano di andare a feste e cose così, ma una sera volevo a tutti i costi andare ad un party che aveva organizzato la capo cheerleader ed a cui ero stata invitata. Aspettai che i miei andassero a dormire per poi uscire di casa di nascosto.” sorrise lieve a quel ricordo “Mi sono divertita moltissimo ma il tasso alcolico saliva ogni ora sempre di più...” - Zacky sentì Effie muoversi nervosamente affianco a lui: non era stupida, aveva già capito come sarebbe andata a finire - “C'era questo ragazzo, si chiamava Shane Ripley, ed era il ragazzo più carino ed intelligente della scuola... Cosa che hai ereditato tu, a quanto so.” e gettò un sorriso a Zacky.
Effie si voltò verso di lui, vedendo che le sue orecchie si coloravano di uno strano rosso acceso. Gli sorrise riconoscente, rafforzando la stretta sulla sua mano. Probabilmente, ce l'aveva sudata ed appiccicaticcia, ma a lei non importava, sapeva benissimo che se non ci fosse stato Zacky con lei, avrebbe dato di matto o sarebbe scappata, prima ancora di farla parlare. Non perché fosse codarda o perché non voleva conoscerla, anzi a volte si era ritrovata a fantasticare sull'aspetto di sua madre, cercando di immaginarla simile a lei, con gli stessi occhi e le lentiggini sul naso, ma non voleva dare dispiacere a suo padre. Effie amava dal profondo Edward e difficilmente quella donna sarebbe riuscita a sostituirsi all'uomo.
Diane continuò il suo racconto “Mi sono svegliata sul tappeto del salone di quella casa il mattino successivo, affianco a Shane, entrambi più nudi che vestiti. Tornata a casa, mio padre mi aspettava sveglio e mi picchiò, insultandomi e rinchiudendomi per tutto il week-end in camera. Successivamente, iniziai ad avere i primi sintomi di una gravidanza. Mia madre mi portò dal dottore perché pensava che fosse un virus, ma appena scoperta la verità, voleva a tutti i costi che io abortissi, sostenuta dall'appoggio di mio padre, che mi considerava una vergogna per la famiglia. Decisi di scappare da mia nonna, la madre di mia madre.” - ingoiò un po', torturando il tovagliolo con le dita nervose - “Volevo tenerti ad ogni costo, davvero Elizabeth, ti amavo sopra ogni cosa, ma non potevo. Non avevo i mezzi ed ero poco più che una bambina... Tuo padre è sparito ed io non sapevo come fare... Così, insieme a mia nonna, decisi di farti nascere e darti in adozione, affinché tu potessi avere una vita migliore.”
Zacky fissò il profilo di Effie, che cercava in tutti i modi di trattenere le lacrime, anche se i suoi occhi lucidi tradivano tutt'altro.

Quindi, sono un errore?”
La donna scosse violentemente il capo “No... No, Elizabeth...”
“Ma, da come ha raccontato, sembra di sì... Insomma, a parte i nove mesi di gravidanza, lei è potuta tornare alla sua vecchia vita, no?”

Effie...” la richiamò Zacky, ma la ragazza scosse il capo, nervosamente.
Non è stato così semplice... I miei genitori solo una decina di anni fa mi hanno perdonato e mia nonna ha badato a me fino a quando è venuta a mancare, circa cinque anni fa... Lavoravo ed andavo al college, ma tu sei sempre stata il mio pensiero.” - trafficò un po' con la sua borsa, cacciandone un quadratino scuro, leggermente spiegazzato agli angoli “Questa è l'ultima ecografia che ho fatto prima del parto. Sei tu.” la porse ad Effie, che la prese con la mano, leggermente incerta. La portò in mezzo a lei e Zacky, sicuramente curioso ma troppo gentile per darlo a vedere per non metterla ancor di più in agitazione. L'ecografia era molto scura, ma i tratti caratteristici di un infante di profilo guizzavano chiari in contrasto con lo sfondo. La foto era datata il sette ottobre 1981.
Non ha foto di quando è nata?” chiese Zacky, prendendo dalla mano di Effie l'ecografia, per poterla guardare meglio.
La donna scosse il capo “Mia nonna mi ha consigliato di non farle. Sarebbe stato peggiore il distacco... Ma ho conservato questa.” disse, indicando la foto che aveva tra le dita il ragazzo.

Ha detto che sta per sposarsi...”
Sì, Elizabeth. Phil è un uomo meraviglioso, dico davvero, è stata la mia roccia in quest'ultimi anni ed è grazie a lui che sono qui, oggi. Mi ha spronato lui a venirti a cercare. E sono felice di averlo ascoltato...” sorrise dolce, verso il viso di Effie, che stava addolcendo un poco i lineamenti. Diane trafficò nuovamente nella sua borsa e tirò fuori due buste bianche perlate e le posizionò di fronte alla figlia e Zacky, che le restituì la foto.
Cosa sono?” chiese Effie, lasciando un poco la stretta sulla mano del ragazzo per rigirarsi la busta di mano. Zacky strinse più volte la mano martoriata, afferrando anch'esso la sua busta, aprendola.
Scusa...” gli mormorò la ragazza, mordendosi il labbro.
Il ragazzo scosse il capo, sorridendole e dandogli un buffetto sul mento, per poi voltarsi a guardare il contenuto della busta, sotto il vigile sguardo di Diane, che si era intenerita di fronte quella scena. C'era un foglio rigido bianco perlato, che presentava diverse parole, stampate in bella grafia.


Philip Douglas Jones e Diane Anne Murray
Annunciano con gioia che il ventisette febbraio 2000
si uniranno in matrimonio alle ore 12.00 pm
nella Crystal Cathedral di Los Angeles


Ma...” Zacky si voltò verso la donna, stupito “Io cosa c'entro?”
Diane fece un risolino divertito “E' grazie a te se ora sono seduta allo stesso tavolo con mia figlia. Ovviamente, non siete obbligati a partecipare, ma io sarai davvero felice se veniste... Anche Phil vorrebbe conoscervi.”
Vorrebbe?” continuò il ragazzo, guardando Effie negli occhi sgranati.

Sì, gli ho parlato anche di te.” poi si animò, entusiasta “Potreste passare il week-end da noi... Potremmo portarvi in giro per LA e passare del tempo insieme. Vi piacerà senz'altro e...”
“Devo prima parlarne con mio padre!” la interruppe brusca Effie, guardandola negli occhi “Noi abbiamo scuola...” continuò, lanciando uno sguardo a Zacky in cerca di sostegno. In realtà, a Zacky non importava nulla se saltava la scuola, anzi avrebbe trovato una buona scusa con sua madre, ma la sua amica non sembrava molto convinta.

Dovrò chiedere anche io ai miei genitori...” poi vedendo lo sguardo deluso della donna, aggiunse “In ogni caso, le faremo sapere.” e questo parve rallegrarla un po'.
Io domani parto. Torno a Los Angeles.”
“Abita a LA?” chiese Effie, sgranando gli occhi. E Zacky capì all'istante cosa stava pensando e si rattristì non poco: la sua possibilità di andare al college era servita su un piatto portato da sua madre.

Sì.” rispose la donna, sorridendole “Il mio numero di cellulare lo ha Zacky. Mi farebbe davvero piacere sentire la tua voce ogni tanto...” - la donna si alzò dal suo posto, lasciando una banconota da dieci sul tavolo e mettendosi in soprabito.
Va già via?” le chiese Zacky, alzandosi a sua volta dalla sedia, seguito più lentamente da Effie, che sembrava sovrappensiero.
Diane annuì “Domani mattina ho il treno presto e devo finire di fare la valigia e... Credo che per oggi sia abbastanza per Elizabeth...” le rivolse un'occhiata dolce.
La ragazza abbozzò un sorriso “Effie... Mi chiamano tutti così.”
Zacky si rilassò, vedendo che finalmente collaborava un po' “Grazie dell'invito e del caffè.” disse alla donna, porgendole la mano.
Essa la rifiutò, abbracciandolo goffamente “Grazie a te, Zacky.” poi si voltò a guardare la figlia, sorridendole dolce e con gli occhi lucidi. Le porse la mano ed Effie la strinse lievemente, non osando guardarla negli occhi.

Ciao Effie.”
“Ciao.” le rispose la ragazza, lasciando la mano della donna per tornare a stringere forte quella di Zacky. I due ragazzi osservarono la donna sparire alla loro vista, mentre si stringeva addosso il cappotto lungo e nero.


Effie fece un grosso sospiro mentre raggiungevano la bici legata ancora all'albero, mentre lei e Zacky si tenevano ancora mano per mano. Quando arrivarono a destinazione, la ragazza lasciò la mano dell'amico, puntandogli addosso i suoi occhioni nocciola.
Zacky sbuffò “So cosa stai per dirmi, ma almeno lasciami parlare.”
Incrociò la braccia al petto “Sentiamo.”
“Ognuno merita una seconda possibilità e mi dispiaceva per quella donna. So che ti ho messo in una posizione difficile, visto che c'è di mezzo tuo padre, ma vorrei che le dessi almeno l'opportunità di conoscerti un poco ed il suo matrimonio sembra l'occasione ideale, anche se non ne sapevo nulla...” - si grattò un po' la testa - “Poi, se non funziona, tu per una strada e lei per un'altra. Non c'è mai stata e non credo che adesso faccia differenza...”
Effie parve rifletterci su, mordendosi il labbro inferiore “Zacky... Abita a Los Angeles.”
Il ragazzo lasciò perdere la catena attorno la bici e la guardò negli occhi.
Cosa doveva dirle, ora? Che odiava da matti la somma “Effie più Los Angeles uguale distanza”? Che odiava oltre ogni modo che quella donna abitasse nella città dove c'era il college da sogno di Effie e che avrebbe preferito che non la incontrasse affatto o che abitasse nel Burundi, dove sicuramente non c'erano college da sogno?
Si slanciò verso di lei e la strinse in un forte abbraccio, affondando il viso nei suoi capelli castani, che profumavano di miele e vaniglia “Lo so, Effie. Lo so.”

Mi viene una rabbia...” grugnì Effie, affondando di più il viso nel suo petto ed aggrappandosi alla sua camicia a quadri con le mani.
Zacky sapeva benissimo che si sarebbe pentito di quelle parole, ma non poteva far finta di nulla di fronte al desiderio che aveva la ragazza che gli piaceva “Un motivo in più per provarci...”
Effie si staccò da lui e lo fissò negli occhi, distogliendo immediatamente lo sguardo triste. Zacky l'accompagnò a casa, dopo aver fatto la strada in completo silenzio. Si salutarono con uno striminzito “ciao” e, quando sentì la porta di casa Meadows chiudersi, prese il cellulare e chiamò Matt.


Pronto?”
Matt, sei con Valary?”
Il ragazzo passò il suo cellulare alla bionda, che vi si aggrappò con entrambe le mani “Zacky?”

Val, ho appena riportato a casa Effie... Non so, vuoi provare a chiamarla? Magari le dici che te l'ho detto io...”
Certo!” e stava per ripassare il cellulare a Matt, ma all'ultimo momento se lo ritirò sull'orecchio “Come ti sembrava?”
Zacky sospirò “Credo che sia abbastanza confusa...”

D'accordo...” ripassò il telefono al ragazzo e lanciò un'occhiata complice alla sorella, che si alzò dalla gambe di Brian, non prima di avergli dato un bacio, e si allontanò al piano di sopra con Val.
Come stai?” - prese parola Matt, osservando gli occhi degli altri, che lo fissavano seduti dai divani.
Il ragazzo fece un lungo silenzio, per poi mormorare “Ho bisogno di suonare. Ci vediamo al tuo garage?”
Matt annuì “Tra un quarto d'ora lì.”
Michelle DiBenedetto guidava come una matta, cercando di raggiungere più in fretta possibile casa Meadows.

Puoi fare un po' più piano?”
Sto facendo piano, Val! Ti prego, non fare come la mamma!”
Valary sbuffò, affondando di più nel sedile “Vorrei arrivare viva a casa di Effie...”

Ci arriveremo, ci arriveremo e le saremo di aiuto noi, per una buona volta!” ribatté seria Mich, guardando fissa la strada.
La bionda si mise a guardare il profilo della sorella “E' questo, dunque, il motivo di tanta fretta?”
Michelle la guardò negli occhi “Sì. Lei ci è sempre stata per noi, è giusto che noi ora ci stiamo per lei... E non parlo solo di compiti in classe!”
Sorrise “Per una volta, ci troviamo d'accordo.” - Val si aggiustò meglio sul sedile, pettinandosi i capelli con la mani - “Io direi di andarle a comprare un cupcake vaniglia e cioccolato.”


Quando Effie andò ad aprire la porta di casa, con la voglia che ha un bradipo di fare gli addominali, non si aspettava di certo di trovare le gemelle DiBenedetto sulla soglia con entrambe in mano un sacchettino di carta bianco ed un sorriso smagliante.
Ma cosa...?” iniziò Effie, ma fu bloccata da un bacio sulla guancia da parte di Michelle ed un abbraccio mozzafiato di Valary.
Siamo venute a trovarti, no?” esclamò sibillina la gemella castana “Io ti ho portato un cupcake cioccolato e vaniglia!” continuò poi, agitando il sacchetto di carta.
Valary s'intromise, affiancandosi alla sorella ed imitandola col suo di sacchetto “Ed io, un cupcake vaniglia e cioccolato.”
Effie le guardò per un lungo istante, per poi scoppiare a ridere ed abbracciarle entrambe, circondandole con le braccia le spalle “Voi siete pazze.” esclamò poi, quando si staccò da loro.
Michelle si ravvivò le onde con le dita, dirigendosi verso la cucina “Oh, beh, un uccellino ci ha detto cosa è successo oggi...”

... Ed abbiamo pensato di venire a vedere come stavi...” continuò Val, sedendosi attorno al tavolo da pranzo. Mich imitò la sorella, mentre Effie metteva su un bollitore con dell'acqua per preparare un thé. La ragazza, dopo aver acceso il fornello, si voltò verso le amiche, incrociando la braccia al petto e sospirando, esausta. Guardò l'ora sull'orologio appeso sulla parete. Segnava le sei e mezzo. Da lì a poco, suo padre si sarebbe svegliato per cenare ed andare a lavoro.
Effie si sedette anche lei intorno al tavolo, martoriando con un'unghia una pellicina che le spuntava dal pollice “E' stato strano.” ammise poi, con un sospiro “Insomma, non nego di non aver mai pensato ai miei genitori naturali, però... E' stata una cosa così improvvisa...”
“Immagino...” le disse Michelle, carezzandole una mano.

Lei com'è?” le chiese Valary, girandosi verso il fornello. Il bollitore dell'acqua fischiava.
Effie si alzò in piedi, prese tre tazze e tre filtri di thé dalla credenza, posandole poi sul tavolo e mettendovi al suo interno le bustine. Si girò verso i fornelli, chiudendo quello del bollitore e versando l'acqua calda nelle tazze, mettendolo poi nel lavabo. Prese il barattolo dello zucchero e tre cucchiai, posandoli sul tavolo e sedendosi nuovamente.

Mi è sembrato di vedermi in uno specchio che invecchiava.” mormorò, agitando un po' la bustina nell'acqua calda e vedendo le spirali di thé che iniziavano a colorarla “Gli stessi capelli, gli stessi occhi... Le stesse lentiggini addirittura!”
Michelle abbozzò un sorriso “E' tua madre, Effie.”
Alzò gli occhi verso di lei “Abita a Los Angeles... Sapete cosa vuol dire?”
Valary prese parola “Sì.” poi sospirò “E' il tuo sogno, e credo che tu non debba fartelo scappare!”

Non è così semplice...”
“Effie, sarà anche un'estranea, ma è tua madre! Credo che ora sia una persona più responsabile di quello che è stata in passato... Non vedo cosa ci sia di male, a farsi aiutare un po' da lei...”

Sì!” esclamò adirata l'altra DiBenedetto “E' giusto che faccia anche lei la sua parte, non solo tuo padre!”
Si morse un labbro “Ci ha anche invitato al suo matrimonio...” ammise Effie, sorseggiando il suo thé. Ora che ci pensava, a lei sarebbe stata migliore una camomilla.

Ci?”
Sì, Mich... Ci.”
Tu e Zacky?” - Effie annuì in direzione di Val, sentendo improvvisamente caldo sul viso.
Ma è magnifico!” esclamò Michelle, entusiasta “Vi potrete vestire finalmente come si deve ed abbinati! Oh, posso accompagnarvi quando andrete a scegliere i vestiti? Ti prego! Non permetterò a Vengeance di farti sfigurare!”
Valary scoppiò a ridere ed anche Effie si ritrovò a tirare un sorriso, ma tornò immediatamente seria “Non è ancora detto che ci andiamo...”
Michelle ridimensionò un po' il suo entusiasmo e gettò un'occhiata alla gemella, che prese la palla al balzo per chiedergli un'ultima cosa, importantissima.

E Zacky? E' stato d'aiuto?”
Effie sorrise, rilassandosi un poco. Zacky le faceva sempre quell'effetto, anche se era stato solo nominato “Sì, mi è stato vicino.”

Solo?” - mormorarono indagatrici entrambe le gemelle.
Sbuffò “Ok, molto vicino.” - poi, Effie avvampò - “Mi ha permesso di stringergli la mano...”

Perché non glielo dici?”
Dirgli cosa, Mich?” chiese la castana, mentre vedeva che l'amica veniva presa a gomitate dalla gemella.
Michelle scacciò la mano della sorella, battendo entrambe le mani sul tavolo e facendo oscillare pericolosamente la sua tazza di thé “Oh, andiamo... Effie! Si vede lontano un miglio che vi piacete! Cosa diavolo aspettate a dirvelo ed a vivere per sempre felici e contenti?”
Effie, se avesse potuto, sarebbe diventata più rossa della felpa che aveva addosso. Nascose il viso dietro la tazza, cercando di evitare a tutti i costi lo sguardo di Michelle, che sembrava non demordere con la sua teoria, mentre Valary la guardava compassionevole, ma sicuramente d'accordo con la gemella.
Se le piaceva Zacky? Ovvio che sì!
Se aveva pensato di dirglielo? Ovvio che no!
Ed il motivo era semplice, anzi, erano semplici, dato che erano più di uno...
In primo luogo, non sapeva se Zacky ricambiasse i suoi sentimenti, e voleva evitare a tutti i costi una figura imbarazzante per entrambi.
Secondo, non voleva rovinare la loro amicizia. Adorava Zacky, adorava il modo con cui riusciva a calmarla con un semplice sguardo o con un sorriso, la faceva ridere ed era sempre gentile e disponibile con lei... Non voleva rovinare tutto ciò con una sua stupida cottarella di quindicenne... Ok, forse non era una semplice cotta, ma lei non voleva ammetterlo troppo...
Il terzo motivo era che, lei desiderava andare a Los Angeles per frequentare il college mentre Zacky sarebbe stato impegnato col vario tour per i Festival di musica in giro per la California e non, con gli altri. Non si sarebbero visti per molto tempo, settimane, se non addirittura mesi, e non si poteva costruire o mantenere una relazione a base di telefonate ed e.mail, per quanto essa possa essere forte e vera... E poi, Zacky non le sembrava un tipo da amore platonico: aveva bisogno di una ragazza fisica, no sotto forma di scatoletta di plastica coi numeri. Ed anche lei era così.
Il quarto... Non lo sapeva nemmeno!
Decise di provare con il secondo motivo.

Non voglio rovinare la nostra amicizia...” esclamò Effie, cercando di essere più convincente possibile.
Sparane una buona!” ribatté Michelle, prendendo elegantemente la sua tazza e portandosela alle labbra, sollevando addirittura il mignolo. Valary scoppiò a ridere.
Motivo due, sei stato inutile! Tocca al primo...

Non so nemmeno se ricambia i miei sentimenti!” disse, sorridendo “E vorrei evitare una figuraccia per ciò e magari rovinare veramente la nostra amicizia...”
Valary alzò un sopracciglio “Ma se si vede lontano un miglio che è cotto di te!” si mise comoda sulla sedia ed iniziò a contare con le dita “Ti riaccompagna a casa; si ricorda addirittura i tuoi gusti in fatto di cibo, e dire che per farlo ricordare a Matt, io ci ho messo un anno;” - “Ed io ancora ci riesco con Brian!” esclamò Michelle, interrompendo la sorella - “E' sempre gentile e disponibile con te, non ti fa mai mancare nulla e ti fa ridere non poco; si è preoccupato per la faccenda di tua madre, tanto da chiamare noi due; ed odia da impazzire l'idea che tu vada a Los Angeles, si è visto che non ha praticamente esultato quando gli altri si sono offerti di pagarti la retta...”
Effie sbuffò, anche se era molto colpita dalle parole di Valary, che forse non aveva tutti i torti “E' questo il punto: abbiamo prospettive di vita diverse e che non sono combinabili tra loro. Insomma, se quello che dici tu è vero, cosa dovremmo fare? Viverci appieno questi otto-nove mesi di vita assieme e poi? Lui per una strada ed io per un'altra?”
Michelle le sorrise dolce, afferrandole una mano “E tu, ci sputeresti sopra?”
Stava per ribattere, ma venne interrotta dall'improvvisa comparsa di suo padre sulla soglia della cucina. Aveva addosso la divisa blu da vigilante, con la pistola appuntata alla vita a con la sicura messa, ed anche se era sveglio ed in piedi, aveva ancora gli occhi impastati di sonno. Ci mise un po' a mettere a fuoco i visi delle tre ragazze, e quando si accorse che due di loro erano le gemelle DiBenedetto, sgranò gli occhi di colpo, come se fosse stato punto sul sedere.
Michelle sorrise, comprensiva “Ben Svegliato, Signor Meadows.”

Abbiamo fatto troppo casino?” chiese Valary, posando sul tavolo la sua tazza di thé.
“Ciao ragazze.” sorrise l'uomo alle due, affiancando alla figlia. Aveva un debole per quelle gemelle, come Effie d'altronde “Non sapevo che sareste venute. Vi fermate a cena?”
La castana scosse il capo “No, grazie. Nostra madre ha il turno di notte e tocca a noi cucinare per nostro padre.”
Edward sorrise “Peccato. Avevo intenzione di ordinare la pizza...” poi si volse verso la figlia, con un ghigno “Vorrà dire che ci abbufferemo noi due, alla faccia loro.”
Effie si mise a ridere, seguita dalle due DiBenedetto “Mi sembra un'ottima idea, papà!”
Val mese un finto broncio “Cattivi!” poi diede un gomitata alla sorella, indicando con gli occhi l'orologio appeso sulla parete “Mi sa che dobbiamo proprio andare, Mich...”
Erano le sette di sera passate.
Le due gemelle si congedarono, lasciando da soli i Meadows. Effie doveva parlare con suo padre di quello che le era successo oggi.
Prese le tazze dal tavolo per poterle lavare nel lavabo, mentre il padre ordinava le pizze al telefono.
“Doppia mozzarella con funghi e cotto, vero?” le gridò Ed dal salotto.
Effie annuì con la testa fra le nuvole, mentre insaponava per bene le tazze ed il bollitore. Fu raggiunta poco dopo dal padre, che le disse qualcosa che lei però non sentì.

Cosa?”
L'uomo alzò un sopracciglio, vedendola poi asciugarsi le mani con un canovaccio “Stai bene? Ti vedo distratta...”
“Sì!” rispose meccanicamente la ragazza, osservando il padre sottecchi. Prese un grosso respiro e lo fissò negli occhi verdi, deglutendo rumorosamente “Papà, possiamo parlare un attimo?”
L'uomo annuì “Tanto le pizze arrivano per le otto.” si mise seduto di fronte alla figlia, congiungendo le mani sul tavolo, mentre osservava quelle di lei torturarsi in una morsa nervosa.
Alzò un sopracciglio “Non sarai incinta, per caso?”

No!” - Effie per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, avvampando un poco “No, tranquillo... Ecco, vedi, oggi ho incontrato una persona...”
Chi?”
Prese un lungo respiro “Un paio di giorni fa, dopo che Zacky mi ha accompagnata a casa, è venuta a cercarmi la mia madre biologica.”
Edward Meadows sbiancò e perse quel poco di colore che aveva sul volto. Effie sapeva che suo padre era una persona molto calma e razionale che, prima di perdere le staffe, rifletteva a lungo su una situazione, vedendo sia i lati negativi che quelli positivi. Ovviamente, anche lui era rimasto stupito, se non sconvolto, da quella cosa.
Lo vide passarsi una mano tra i capelli biondi e sospirare, esausto “E cosa voleva da te?” - la voce era piatta e ferma, come se stesse ancora riflettendo.
Effie scrollò le spalle “Penso che volesse solo conoscermi... Sta per sposarsi.” aggiunse poi.

E Zacky, che deduco sia un tuo amico...” - alla ragazza non piacque molto il tono con cui lo disse. Ovviamente, non lo diceva in tono dispregiativo, me sembrava come se, poi, gli dovesse anche parlare di lui - “Come ha fatto a conoscerla?”
“Lei si trovava di fronte casa nostra e, dopo che ha visto che mi accompagnava, lo ha fermato per chiedergli una mano con me... Ha avuto informazioni di noi all'orfanotrofio.”

Ha fatto una cosa saggia...” commentò Edward, con un piccolo sorriso, per poi spiegarsi meglio di fronte allo sguardo confuso della figlia “Anche io avrei fatto la stessa cosa: tutti meritano una seconda possibilità...” ma sembrava triste mentre lo diceva.
Papà...” iniziò Effie, ma fu interrotta da un gesto calmo della mano del padre.
Elizabeth...” - quando la chiamava col suo nome, non sembrava mai una cosa buona - “Sarò sincero con te, come tu lo sei stata con me... Ho paura! Per la prima volta, in vita mia, ho paura. Ho paura di perderti, che ti porti via da me e...” non finì la frase, scuotendo il capo a forza.
Effie si alzò dalla sua sedia con gli occhi lucidi e lo raggiunse, stringendo il padre in un forte abbraccio “Non voglio andare con lei, papà.” gli mormorò sul collo, mentre delle lacrime le solcavano il viso “Voglio stare con te!”
Edward la staccò delicatamente da se, togliendole le lacrime con i pollici “Anche io voglio stare con te... Ma non riesco nemmeno a darti il college che tanto desideri con i miei stipendi!”

Papà, risolveremo!” sorrise la ragazza. Era giunto il momento per lei di essere risoluta, sia per se stessa che per suo padre. Non voleva lasciarlo e non aveva la benché minima intenzione di andare con la madre, anche se lei poteva essere l'unica salvezza per il suo futuro accademico...
Farò il colloquio per la borsa di studio e mi metterò a lavorare quest'estate, dopo il diploma... Se non dovessi riuscire ad avere quei maledetti soldi...” - si beccò un'occhiataccia dal padre: odiava quando usava questi termini - “Continuerò a lavorare, finché non avrò accumulato la cifra necessaria!”
Il padre puntò i suoi occhi lucidi su quelli di lei, che gli sorrise incoraggiante “A volte, sembri tu il genitore...”
Effie scoppiò a ridere, abbracciandolo nuovamente e scoccandogli un bacio sulla guancia “Tanto la paghi tu la pizza, pa'!” esclamò, staccandosi da lui.
Edward la guardò serio, alzandosi dalla sua sedia “Effie, solo una cosa ti chiedo: sii sincera! Qualsiasi cosa ti dica quella... “ - rifletté un attimo per trovare la parola giusta e non offensiva - “Quella signora, qualsiasi cosa che non ti convince, parlamene, ok?”
Annuì “Senz'altro, papà.”
L'uomo fece un sorriso, passandole un braccio intorno alle spalle “Chi è Zacky?”.

Papà!”


Dopo cena, suo padre era andato a lavoro e lei si era chiusa in casa, come al solito. Durante la cena, parlarono del più e del meno, come sempre quando erano a tavola insieme, ma il discorso con sua madre non uscì. Forse era meglio così, era stata una giornata strana per entrambi, e forse era meglio parlarne meglio a mente fredda. Era stata felice di essere sincera con suo padre e che lui lo fosse stato con lei. Era la prima volta che lo vedeva ferito in quel modo così evidente e che le parlasse delle sue paure... Dopotutto, il padre è il primo amore di ogni bambina ed esso doveva sempre dimostrarsi forte e privo di paure e quant'altro... Ma lui, sapeva che oggi poteva permettersi quel piccolo sfogo, ed Effie lo amò ancor di più per questo, dando nuova conferma alla sua idea: non avrebbe mai abbandonato suo padre!
Lui c'era sempre stato per lei, e ci sarebbe stato in futuro, non poteva certo seguire le parola di una donna che professava di essere sua madre e la invitava al suo matrimonio, magari proponendole pure di fare la damigella, cosa che avrebbe rifiutato a priori, a meno che tu non sia Michelle DiBenedetto e non dovevi subire la sua furia.
Aveva deciso di farsi una doccia veloce, giusto per togliere quel poco di stanchezza che aveva sulla pelle e di mettersi i pantaloni del pigiama e piazzarsi davanti alla televisione con un bel film thriller. Si buttò sul divano, afferrando la coperta di pile che suo padre usava nei rari momenti in cui poteva dedicarsi a se stesso, e si coprì le gambe incrociate, afferrando il telecomando e facendo zapping fino a trovare una replica di Shining. Afferrò il suo cellulare, rispondendo a due messaggi delle gemelle, che le chiedevano come era andata con suo padre, ributtandolo poi sotto la coperta.
Osservò un po' la televisione, non dandole però troppa attenzione. Rifletté sulle parole delle gemelle, che la invitavano a farsi avanti con Zacky e la sua mente, balorda, le disegnò il volto del ragazzo, mentre le sorrideva ad un tavolo di un bar di dubbio gusto e le stringeva forte la mano per darle sostegno. Per quando era sconvolta, non era nemmeno riuscita a ringraziarlo come si deve... Suo padre aveva ragione, aveva fatto una cosa molto saggia, ed anche coraggiosa ora che ci pensava, e forse lei si sarebbe comportata alla sua stessa maniera. Afferrò il suo cellulare, ed andò in fondo alla rubrica, tentennando un po' sul nome del ragazzo evidenziato. Non aveva il coraggio di chiamarlo, anche perché erano le dieci passate e probabilmente stava dormendo, perciò optò per un messaggio.


To Zacky:
Ciao Zee. Scusami per oggi! Ero talmente sorpresa e confusa, che non ti ho nemmeno ringraziato come si deve per essermi stato vicino... Sono tremenda!


Fece un respiro e premette il tasto d'invio, buttando nuovamente il telefono sotto la coperta, come se scottasse. Rintanò la testa nel pile, chiudendo leggermente gli occhi, quando il trillo di un messaggio in entrata non la fece sobbalzare, spaventata. Aprì il messaggio, con le mani che tremavano.


Zacky
Ehi Ef! Figurati... Posso solo immaginare come tu ti sia sentita... Come stai, ora?


Effie arrossì, e sorrise come un ebete, iniziando immediatamente a digitare la risposta.


To Zacky:
Meglio, ne ho anche parlato con mio padre... Sembra che l'abbia presa benino, ma aspetto domani per esserne sicura...


Zacky
Andrà tutto bene, fidati. Ma non dovresti dormire e riposare il tuo cervello da secchiona? ;)


Scoppiò a ridere, ripensando al sopranome che ogni tanto le affibbiava il ragazzo, ovviamente in modo tutt'altro che negativo.


To Zacky:
Spiritoso! :) L'ho sempre detto che la vostra è tutta invidia! Specialmente da parte di Haner :)


Zacky
Ehi! Io sono intelligentissimo! E' Gates che è stupido! :) Cosa fai?


To Zacky:
Teoricamente, stavo vedendo Shining, e tu? :)


Zacky
Stanno dando Shining? Perché non lo sapevo? :o


To Zacky:
Perché sei distratto! ;) In realtà, non lo sapevo nemmeno io... L'ho beccato per caso mentre facevo zapping...


Zacky
Non ti fare la figa, allora! ;) A che canale?


Si erano scambiati diversi messaggi ed ora, Effie si trovava ad un bivio: ascoltava le parole delle gemelle e seguiva il suo cuore, oppure seguiva il suo cervello?


To Zacky:
Al trentasette... Posso chiederti una cosa?


Zacky
Dimmi tutto, Pulce :)


To Zacky:
Avresti voglia di venire a casa mia e guardarlo insieme?


Col cuore in gola, Effie premette il tasto d'invio ed attese. Sembrava che i secondi avessero deciso di scorrere più lentamente del solito e Zacky faceva attendere la sua risposta. E se era stata troppo diretta? Se lui avesse avuto da fare oppure non volesse la sua compagnia? Era stata una mossa patetica?
Con tutti questi pensieri, si spaventò non poco quando sentì il cellulare squillare. Lo afferrò con le dita tremanti e lo sboccò, guardandolo sottecchi. Aprì il messaggio e sorrise come non mai.


Zacky
Io porto i pop corn, tu prepara la birra... Cinque minuti e sono da te :)


Zacky si vestì in fretta e furia, scendendo dal piano superiore di casa sua come un elefante, mentre cercava di infilarsi la giacca di pelle ad entrambe le braccia e contemporaneamente di non farsi le scale di faccia. Passò alla svelta davanti ai suoi genitori, che guardavano un quiz televisivo in compagnia di Matt, suo fratello più piccolo, per dirigersi velocemente in cucina, cercando nella dispensa il solito pacco di pop corn che sua madre comprava sempre quando andava a fare la spesa. Mise a soqquadro l'intera credenza, non trovandolo.
Ma'!” gridò Zacky, nervoso “I pop corn!”
Sua madre si affacciò alla porta, appoggiandosi alla stipite con una mano “Sono finiti. Tua sorella li ha mangiati insieme al suo ragazzo, oggi.”
Zee grugnì, frustrato “E che cazzo porto ora?”
Maria Baker assunse un'espressione contrita sul volto “Zachary!” lo richiamò, odiava le parolacce, poi addolcì un po' il viso tondo “Dove vai?”

Da un'amica.” rispose vago, afferrando un pacco di nachos alla paprika ed uscendo dalla cucina, seguito dallo sguardo curioso della madre.
A quest'ora, vai da un'amica?”
Zacky alzò gli occhi, mentre con grandi falcate percorreva il salotto “Mamma...” - sua madre sapeva essere molto chiacchierona, ed era capace di fargli vuotare il sacco senza nemmeno che se ne accorgesse.
Anche suo padre, però, aveva captato la conversazione tra i due, e s'intromise “Sicuro che sia solo un'amica?”

Non iniziare anche tu, pa'!”
Zacky ha la ragazza?” chiese stralunato suo fratello Matt, osservandolo con gli occhi sgranati.
Il chitarrista sbuffò, mandando a puttane il suo tentativo di essere più discreto possibile ed evitare domande imbarazzanti “Sì, a quest'ora vado da un'amica che, sì, sono sicuro che sia solo un'amica e che no, non è la mia ragazza. Posso andare ora o volete chiedermi altro su di lei?” disse tutte queste parole alla velocità della luce, fissando uno ad uno i volti dei suoi famigliari. Suo padre e suo fratello si erano ammutoliti, ed avevano deciso di tornare a guardare il quiz, ma sua madre lo osservava con uno strano sorrisino sul volto. Zacky decise che era meglio non approfondire e si voltò di scatto, per uscire velocemente di casa, chiudendosi la porta alle spalle ed afferrando la sua bicicletta, uscendo dal vialetto di casa con essa in mano. Maria uscì anch'essa da casa e si mise a guardare le spalle del figlio, sempre con quel sorriso sulle labbra.

Invitala a mangiare da noi, uno di questi giorni.” gli gridò.
Zacky grugnì, per poi scuotere il capo, sorridendo rassegnato.
Come faceva sua madre a capire sempre tutto?


Pedalò come un matto, col sacchetto di nachos che oscillava dalla sua mano, per cercare di recuperare i minuti persi con gli sproloqui dei suoi ed arrivò a casa Meadows affannato e con del leggero sudore ad imperlargli la fronte. Scese dalla bici e la legò al passamano delle scalette che portavano alla porta di casa e vi si fermò un attimo davanti per odorarsi le ascelle. Per fortuna, non puzzavano.
Fece un grosso respiro, cercando di recuperare il fiato perso e fissò la porta. Era la prima volta che entrava a casa di Effie, ed era abituato a vederla solo dall'esterno, quando la accompagnava a casa. Se non ricordava male, suo padre non doveva esserci, impegnato nel suo giro di vigilanza, quindi doveva essere da sola. Non era un male lasciare da sola una ragazza, la notte?
Scrollò le spalle e bussò con una mano sul legno, aspettando che Effie gli aprisse. Sentì una catena slegarsi e poi una testolina castana fare capolino dalla porta, in un piccolo spiraglio quanto bastava per vedere chi ci fosse dall'altro lato. Quando riconobbe la sua figura, Effie aprì completamente la porta, sorridendogli.

Ciao!” e si scansò per farlo passare.
Zacky si ricordò di tutte le volte che la madre lo richiamava quando entrava in casa di qualcuno, perciò disse “Permesso...” affondando la testa nelle spalle e guardandosi in giro.
La ragazza sorrise “Non c'è nessuno. Vieni.”
La casa non era enorme ma aveva due piani, sicuramente divisi in zona giorno e zona notte. Appena varcò la soglia, si ritrovò in un piccolo corridoio, con un semplice specchio ed un attaccapanni, e di fronte alla rampa di scale per il piano di sopra. Seguì Effie, che lo condusse in un salotto con un divano blu a tre posti, un televisione abbastanza grande ed un tavolino basso che aveva dei libri di scuola sparsi un po' ovunque. Si fermò a guardare la ragazza, mentre lei trafficava per togliere quei libri tanto fastidiosi. Addosso aveva ancora la felpa rossa con cui erano usciti quel pomeriggio, ma i jeans erano stato sostituiti a dei pantaloni larghi con delle molle sul fondo bianchi e leopardati di nero.
Soffocò una risata, indicandole le gambe “E quelli?”
Sbuffò “E' un regalo di Michelle...” gli indicò il divano “Siediti. Io ti vado a prendere la birra...”
Zacky, prima di sedersi, le agitò davanti gli occhi il sacchetto di nachos “Niente pop corn!”
Effie rise, prendendoglieli di mano “Dovrei avere della salsa piccante...”
“Ottimo!” si mise seduto sul divano e guardò distrattamente la televisione, guardandosi ogni tanto in giro. C'era una mensola su cui erano affilate diverse fotografie. Si alzò in piedi e si avvicinò ad esse, guardandole attentamente. Ad una, c'era colui che doveva essere per forza il padre di Effie con la stessa in braccio, che sembrava avere poco più di un paio d'anni. L'uomo aveva i capelli biondi, leggermente lunghi, e due occhi di un verde chiaro stupefacente, privi da rughe e quant'altro, avrà avuto si e no trent'anni a quella foto. Stringeva Effie in modo protettivo e amorevole, facendo aderire la sua guancia a quella della bambina, che sorrideva con dei piccoli accenni di dentini davanti. L'uomo aveva messo a sua figlia dei pantaloni a quadri rossi ed una piccola camicetta bianca con dei piccoli volant sul colletto; i capelli erano abbastanza lunghi e mossi, gli occhi nocciola erano grandi e luminosi, come sempre.
In un'altra foto, c'erano sempre loro due, questa volta seduti ad un tavolo, il padre teneva una mano sulla vita di Effie, mentre essa si sporgeva dallo stesso per soffiare su una candela a forma di nove sopra una torta vaniglia e cioccolato, i suoi due gusti preferiti. L'uomo subiva già un po' il passare degli anni, con degli accenni di calvizia sulla fronte e delle spesse rughe intorno agli occhi, come di chi ride troppo spesso. Effie era bellissima, invece, anche se non le si potevano vedere gli occhi a causa dell'inquadratura. Aveva già preso un po' il suo stile, indossando dei jeans ed una felpa blu scuro, a cui aveva alzato le maniche, ma i capelli erano sciolti e le ricadevano in morbide ciocche sia sulle spalle e fino alla vita, con dei strani riflessi dorati enfatizzati dal flash.

Ecco la birra!” esclamò Effie, raggiungendolo nel salotto e posando un paio di bottiglie sul tavolino basso, insieme ad una ciotola con i nachos e salsa piccante.
Zacky si ripercosse e le sorrise, indicandole le foto “E' tuo padre?”
Le si illuminarono gli occhi “Sì. Ora è a lavoro.”
“Ti vuole bene...”
Annuì, sedendosi pesantemente sul divano e stringendosi le gambe al petto. Il ragazzo la raggiunse, sedendocisi affianco e circondandole le spalle con un braccio. A volte, stupiva se stesso per alcuni atteggiamenti che aveva nei suoi confronti, con le altre ragazze non gli capitava... Insomma, a meno che tu non fossi una delle gemelle DiBenedetto ed eri abbastanza bella, potevi ambire a passare una notte di fuoco con Zacky Vengeance!
Però, da quando aveva conosciuto Effie, non si era concesso nessuna toccata e fuga con nessuna minigonna svolazzante che gli era passata sotto naso, causando le battute idiote dei suoi quattro amici, a cui lui rispondeva con un semplice dito medio o con un “vaffanculo” grugnito.
Quando guardava Effie, sapeva di non aver bisogno di nulla se non del coraggio per confessargli tutte le emozioni che provava in sua compagnia od al solo immaginarla. Si sentiva come un ragazzino alla sua prima cotta, quelle dell'asilo, dove offrivi metà merendina alla bambina che ti piaceva o le permettevi di giocare coi giochi più belli, solo per vederla sorridere.
La guardò di profilo, mentre Effie sospirava e si rintanava maggiormente nel suo braccio, appoggiando la testa contro la sua spalla.

Sicuro che stai bene?”
Annuì nuovamente, voltandosi per guardarlo “Sì, sono solo... Scombussolata?” accennò un sorriso, che svanì in fretta dal suo volto, sospirando ancora.
Zacky non disse nulla, la continuò a stringere ed ad accarezzarle lievemente il braccio con la mano destra, aspettando che sia lei a sfogarsi od a volerne parlare.

Mio padre ha paura che possa rivolermi con lei...”
“E tu?” gli chiese in fretta il ragazzo, sussultando un pochino. Iniziava a stimare il Sig. Meadows, dato che aveva i suoi stessi timori.

Ci provasse!” grugnì, irritata “Mi ha lasciato già, non può tornare indietro come se nulla fosse!”
Zacky tirò un sorriso, stringendola di più col braccio.

Però...” aveva iniziato Effie e lui capì dove voleva andare a parare.
Lo so... Può essere la tua opportunità per andare al college...” dirlo ad alta voce gli era costato come minimo dieci anni di vita, ma non poteva negarli nulla e non solo perché non aveva voce in capitolo nella sua vita!
Effie lo guardò negli occhi “Non voglio avere debiti con lei e poi...” ma la voce le morì in gola, facendole distogliere lo sguardo.
“Poi?” la incalzò.
Prese un lungo respiro, stringendosi di più le gambe al petto “Non sono così sicura di partire... Vorrei che qualcuno mi dicesse “Non partire”, ma so che le persone che mi vogliono bene, non lo farebbero mai perché ci tengono al mio futuro...”
Zacky sgranò gli occhi, fissandola intensamente. Lei alzò gli occhi verso di lui, con una tristezza che vi aleggiava al loro interno.

Davvero?” - essa annuì, distogliendo gli occhi da lui.
Lui le prese il mento con la mano libera, facendola voltare verso di se. Prese un grosso respiro e la fissò negli occhi. La sua pelle era calda e morbida ed aveva un leggero profumo di vaniglia, che gli entrava prepotentemente nelle narici e lo rilassava un po', anche se era un fascio di nervi. Era arrivato alla resa dei conti.

Non partire. Resta.” - le disse quelle tre parole come un sussurro e lentamente, per vedere i suoi occhioni nocciola sgranarsi a mano a mano per lo stupore e l'incredulità della cosa.
Zacky abbozzò un sorriso anche se i suoi occhi erano tristi. Sapeva di essere un'egoista, sapeva che era il suo sogno e che era sprecata per fare la commessa a qualche supermercato o la cameriera a qualche bar. Sapeva benissimo che era troppo intelligente anche per poterli seguire nel tour dei vari Festival musicali e che si sarebbe trovata fuori posto in undici occasioni su dieci, ma valeva la pena tentare... Valeva la pena farle capire che c'era qualcuno che se ne infischiava del suo cervello sovra-sviluppato e che le interessava solo lei come persona, come carattere e, perché no, come fisico.
Sentì il coraggio e l'adrenalina del momento defluire dai suoi vasi sanguigni ed il senso di terrore pervadergli il corpo.
Bene, glielo aveva detto... Ed ora?
Effie sentì il suo corpo accaldarsi, a partire dal cuore e man mano fino alla punta delle dita, che iniziavano a formicolare. Era felice. Non sapeva bene se Zacky avesse pronunciato quelle parole per circostanza, ma sentirsele dire proprio da lui, era stato bellissimo. Qualche volta, aveva immaginato che lui le disse quelle paroline in una situazione romantica, tipo al chiaro di luna e davanti casa sua, con magari suo padre che sbirciava dalla finestra, come nei più squallidi film romantici di serie B, se non C. Ovviamente, poi scuoteva il capo, incredula delle sue fantasie da tredicenne in calore e dalla possibilità che il chitarrista degli Avenged Sevenfold fosse una persona romantica o con un minimo di tatto non scimmiesco. Ora si doveva ricredere e, forse, le parole delle gemelle DiBenedetto trovavano un fondo di verità. Sentì di nuovo il tiro alla fune tra il suo cervello ed il suo cuore, la ragione contro le emozioni. Si sentì una stupida ad avere paura di Zacky e di quello che provava per lui. I suoi occhi color dell'acqua erano tristi, anche se si sforzavano di essere forti e non far trapelare che soffriva. Lui aveva preso coraggio, ora toccava a lei.
Effie si morse il labbro “Ora o mai più!” pensò.
Si girò verso di lui e gli prese il viso tra le mani, avvicinandosi alle sue labbra con i suoi due piercing, poggiando le sue sopra e premendole delicatamente. Socchiuse gli occhi, aspettando che lui la scansasse, sia delicatamente che in malo modo, ma ciò non avvenne. Lo sentì dapprima irrigidirsi come un tronco di legno, poi rilassarsi un poco e ricambiare la pressione sulle sue labbra. Le sue mani le percorsero la schiena, stringendola un po' di più verso il suo petto, cercando comunque di non farle male. Le labbra di Zacky erano morbide e calde, in contrasto col freddo metallo dei suoi due snake, e sapevano del tabacco delle sue sigarette preferite, le Marlboro rosse, e di lui. Effie si lasciò abbandonare dalle sue emozioni, chiudendo completamente gli occhi quando sentì la lingua di lui chiederle il permesso di entrare nella sua bocca alla ricerca della sua lingua, leccandole leggermente le labbra. Acconsentì.
La testa di Zacky era in tilt.
Ormai, rispondeva solo ai suoi desideri più nascosti e non gli dispiaceva affatto!
Dapprima, non si aspettava una reazione del genere da parte di Effie. Si sarebbe aspettato di più che gli dicesse “grazie” o che annuisse, magari pensando che le avesse chiesto di restare per pietà nei suoi confronti. Non si sarebbe mai aspettato che lo baciasse. Si sentì un'idiota! Di solito, era lui che si buttava a capofitto sulle labbra della prima biondina da strapazzo che gli capitava sott'occhio e lo spiazzò non poco: Effie non era mai stata avventata, ponderava sempre le sue scelte!
Quando le sue labbra si posarono sulle sue, sentì una scossa pervadergli tutta la schiena ed irrigidirlo come uno stoccafisso, sgranando gli occhi così tanto da temere che gli cadessero. Guardò per un attimo il viso di Effie, vedendolo rilassato e con gli occhi socchiusi. Mandò a fanculo tutto e la strinse a se, rilassando le spalle e gli occhi. Le sue labbra sapevano di menta, forse dovuto al fatto che si era lavata i denti dopo la doccia, ed erano morbidissime. Le leccò leggermente, per chiederle il permesso di approfondire il bacio e lei acconsentì, schiudendole e facendo scontrare la lingua con la sua. Iniziò a giocarci, mentre la stringeva ancor di più contro di se e le mani di Effie si allacciavano al suo collo, gravandogli un po' sopra. A Zacky non dava fastidio averla così vicina, gli dava sicurezza ed gli riempiva il cuore di calore. Fece scivolare la mani lungo la sua schiena, non staccandosi dal bacio, nemmeno per riprendere fiato, ed arrivò all'orlo della sua felpa rossa. Lo alzò lievemente, facendo scontrare le sue dita fredde con la pelle calda della sua schiena. La sentì fremere sotto il suo tocco, mentre la carezzava leggermente, e sentì la pelle di lei farsi d'oca.
Dopo un po', decisero di staccarsi l'uno dalle labbra dell'altra e fissarsi per un lungo istante negli occhi. Zacky abbozzò un ghigno, poggiando la fronte contro quella di Effie, che sorrise lieve.

Sei tremenda...” soffiò il ragazzo, baciandole nuovamente le labbra.
Arricciò il naso “Perché?”

Perché mi farai uscire pazzo se continui a baciarmi...”
Effie rise, iniziando poi a baciargli ripetutamente le labbra, con un sorriso furbo “Come? Così?”
Zacky si fiondò su quelle di lei, approfondendo il bacio. Quando si staccarono, fissò intensamente il viso sorridente e rilassato della ragazza per almeno un minuto. Essa lo tirò leggermente indietro, imbarazzata, e lo guardò con un'espressione interrogativa.
“Cosa c'è?” chiese, confusa.
Il ragazzo allargò il sorriso, stringendola di più “Hai quarantaquattro lentiggini!”








- Baggianate di un'autrice balbettante bambocciona babbuina e disgraziata -

LO SO, è tardi. Cioè, sono davvero in ritardo, ma ultimamente sono stata un po' impegnata e con la mia pigrizia cronica è uscito fuori questo mix assurdo e ritardatario.
In compenso, ho pubblicato un capitolo bello lunghetto e corposo, dove accadono un'infinità di cose, sono dette un'infinità di cose, ed altre infinità che ora non mi vengono in mente (ergo: non accade nulla!)
Vado leggermente di fretta, perché io vivo nel costante ritardo cronico e nel costante susseguirsi di messaggi minatori da parte degli amici con scritto "Dove sei?", "Stai arrivando?" oppure "Noi ce ne siamo andando, tu dove sei?"... Insomma, normale amministrazione quotidiana.
Come sempre, ringrazio le anime pie che hanno letto il capitolo precendente, in particolare Sassander che lo ha anche recensito. Su tizi e tizie, non siate timidi e lasciate un commentino, anche solo per dirmi che faccio schifo!

Ora vi lascio per davvero e spero di non fare più questo ritardo abominevole!
Vostra, Lu.

   
 
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