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Autore: TimeStrangerRey    11/05/2015    4 recensioni
E se gli inazumiani incontrassero i personaggi di Code Lyoko e di Dragon Ball? E se conoscessero un signore del tempo?
Celeste (la mia OC) è la chiave che collega tutti loro.
Un incubo scoinvolgerà la loro vita, portando caos e disperazione. La Terra sarà invasa dai nemici di questi personaggi, riportando alla luce gli scheletri nell'armadio di ognuno di loro. Come finirà? Bho... Lo scoprirete leggendo!
Spero che l'introduzione vi abbia incuriosito ;)
***
Tratto dal sesto capitolo:
La miele impallidì. Il cuore aveva iniziato ad accelerare i suoi battiti, era terrorizzata e non sapeva il perché.
'Celeste, tutto bene?' chiese Suzuno, entrando in cucina.
La miele fece a tempo di ricomporsi e di rispondergli 'Si si. Tranquillo'
"No. Per niente!" si corresse la ragazza tra sè e sè.

***
Ci si vede dentro!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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PICCOLA PREMESSA: Wow, non ho mai postato un mio angoletto qui... che effetto strano... In ogni caso: credo che questo capitolo verrà un po' lunghetto, perché vi spiegherà gli avvenimenti successi qualche giorno prima e l'affermazione fatta dal presidente della Capsule Corporation ;)

Ci sarà sia da divertirsi che da sbalordirsi, perciò vi lascio alla storia!

 

I codici Dalekani

 

«Dottore! Il TARDIS è fuori controllo!»
Prima avevano incontrato solo una piccola turbolenza temporale, ora, invece, i due viaggiatori stavano affrontando un vero inferno! Non ne conoscevano la causa, ma l'unica cosa la quale poteva consolarli era che sapevano benissimo che qualunque cosa fosse stava cercando loro. Il Dottore se ne accorse da un bel po', ma non volle rivelarlo a Celeste, perché sapeva. Lui sapeva cosa, o meglio, chi stavano cercando e la risposta non lo garbava affatto.

«Celeste, sta' tranquilla!» la rassicurò con tono dolce il signore del tempo. Ma cosa poteva dirle? Poco a poco, si stava pentendo di non averla liberata prima. Chissà che cosa le avevano fatto i Dalek. Però era stato sollevato nell'averla trovata sana e salva, sebbene i Dalek fossero molto noti alla creatura di Gallifrey come macchine assassine.
«Dottore.. Non sono i Dalek, vero?» Celeste era letteralmente terrorizzata. L'uomo non l'aveva mai vista così. Da quando era salita sul TARDIS, non aveva mai smesso di tremare, eppure era sempre tutta frizzante anche dopo essersi imbattuta in quei mostri. L'uomo, pur essendovi enormi sbalzi causati dall'anomalia esterna, si avvicinò a Celeste e l'abbracciò. Strano sia per lui che per lei: per il signore del tempo, quell'abbraccio significava approfittarsi della vulnerabilità della miele e magari avrebbe finito col dichiararsi, riuscendo a rovinare quel legame che li univa oppure sarebbe stato corrisposto solamente perché ad accettare quei sentimenti era stata la paura. Invece per la ragazza, quell'abbraccio significava "famiglia", della quale non aveva alcun ricordo. Il Dottore, infatti, era la sua famiglia: un padre amorevole, un amico fuori di testa e una persona da amare.
"S.."
La ragazza, al sussurro di tale sillaba nei suoi pensieri, si gelò sul posto e di questo, il Dottore se ne accorse.
«Celeste, cosa ti prende?»
Il signore del tempo proprio non capiva che cosa le stava succedendo. E poi accadde l'impensabile: nel momento in cui il TARDIS precipitò in un tempo e in un luogo a loro sconosciuti, prima di svenire, Celeste sussurrò parole a dir poco incomprensibili: «Amlac al atsepmet alled amirp.». Il Dottore rimase ammutolito, finché non sentì un rumore sordo simultaneo alla botta che aveva preso sbattendo la fronte contro la piattaforma dove si trovavano i comandi del TARDIS. Era la sua inseparabile cabina blu notte che si era schiantata contro qualcosa.
Poi, nella mente dell'uomo, c'era solamente il vuoto.
 

***

 

«Gohan! Mettici più forza!»
Il proprietario di questa voce, anche se sembrerebbe appartenere ad un ragazzino, era di un uomo di circa cinquant'anni. Occhi neri, ma vivaci come quelli di un bimbo, capelli arruffati dello stesso colore degli occhi e sul suo viso dominava un sorriso raggiante che trasmetteva sicurezza. Il suo nome era Goku, l'eroe che aveva salvato più volte la Terra, al momento impegnato ad allenare il figlio.
«D'accordo papà!»
Questa volta a parlare fu un uomo sulla trentina d'anni, cappelli dello stesso colore del padre e arruffati nella medesima maniera. Gli occhi, anch'essi neri, erano socchiusi affinché l'uomo si concentrasse meglio in quello che stava facendo. La sua corporatura era non molto muscolosa, però poteva vantare di avere innumerevoli occhiate puntate su di lui.
Tutto d'un tratto, sentirono un rumore sordo non lontano dal luogo in cui si stavano allenando. Titubanti del fatto che poteva essere un nuovo nemico, andarono a controllare.
«Ma cos-?» Goku si avvicinò con estrema cautela alla cabina della polizia.
«Papà, ma che ci fa in alta montagna una cabina del telefono?» gli chiese Gohan, continuando ad essere sull'idea che non fosse sicuro avvicinarsi.
«Non lo so figliolo. Ma spero che non sia un nuovo nemico...» Goku aprì piano la porta della cabina che ormai stava emanando i fumi dei vari cortocircuiti.
«Ma che razza di diavoleria è mai questa?!» fece Gohan.
«All'interno è più grande!» aggiunse Goku, meravigliato.
I due continuarono ad essere perplessi finché non videro due corpi privi di sensi.
«Forza Gohan! Tiriamoli fuori!»
Con un groppo al cuore, Goku si affrettò a curarsi che le due persone stessero bene. Aveva sempre avuto un'indole buona e altruista, l'uomo. «Portiamoli alla Capsule Corporation! Presto!»
«E se fossero dei nuovi nemici?» chiese serio l'uomo più giovane.
«Figliolo, davvero ti sembrano dei nuovi nemici?»
Gohan li guardò per un po'. Scosse la testa, così si caricò in spalle la ragazza mentre l'uomo venne trasportato da Goku.
Spiccarono il volo verso la Capsule Corporation e l'unico pensiero che li accompagnò per tutto il tragitto era stato uno solo: "Chi sono questi due?".
Non appena giunsero a destinazione, corsero a chiamare le rispettive mogli.

«Videl!» fece Gohan. La donna presa in causa era molto bassa rispetto al marito, ma di altezza giusta per la sua età. Aveva dei bellissimi capelli corvini legati in una treccia che lasciava liberi alcuni ciuffi corti e ribelli e aveva degli splendidi occhi azzurri.
«Gohan!» lo salutò felice la moglie e poi notò una ragazza tra le sue braccia. «E questa ragazza chi è?»
«Non lo so... l'abbiamo trovata dentro una strana cabina della polizia.»
«... in alta montagna?» A parlare però, fu un altro uomo sbucato dal nulla. Corporatura decisamente ben allenata, capelli a spazzola neri, del medesimo colore erano gli occhi e il suo tono era tutt'altro che preoccupato.
«Vegeta!»
L'uomo in questione scrutò attentamente i due feriti e non poté che rimanere scioccato nel constatare che nessuno dei due era umano.
«Goku, ma chi sono questi due giovani?» gridò un'altra donna.
«Chichi!» disse sorpreso l'uomo. «Ti prego cara, prenditi cura di loro. Io, Gohan e Vegeta andiamo a recuperare quella cabina.»
«Kaharot chi ti ha detto che verrò con te?» fece stizzito Vegeta.
«Insomma Vegeta! Ti posso assicurare che non ti pentirai di essere venuto con noi. Quella cabina è riuscita a proteggere queste due persone!» fece Goku con un misto tra entusiasmo e stupore. Vegeta era indeciso se credergli o meno. Non aveva la benché minima intenzione di accettare ordini da altri, ma alla fine accettò di dare una mano al suo "amico".
«Allora noi andiamo!» detto ciò, i tre uomini se ne andarono lasciando che le due donne si prendessero cura dei due corpi gravemente feriti. Queste li osservarono per un po', indecise sul da farsi, poi decisero di farli sdraiare in due letti nella stanza degli ospiti della casa di Vegeta e lì iniziarono a medicarli.
«Chichi? Ma chi sono questi due?» domandò una voce di donna che fece sobbalzare le altre due.
«Bulma!»
La donna in questione era ben vestita, capelli azzurri a caschetto e occhi color oceano. Portava degli splendidi orecchini dorati e le labbra erano colorate di un bel rosso passione.
«Sappiamo solo che li hanno trovati Goku e Gohan in alta montagna dentro una strana cabina e che la stanno portando qui.» fece Videl, mentre tamponava con un po' di cotone, imbevuto di disinfettante, la ferita sulla fronte dell'uomo.
Bulma si avvicinò alle due donne e osservò le due 'addormentate nel bosco'. Erano pieni di lividi e ferite, superato il fatto che avevano i vestiti tutti strappati, sporchi e rovinati.
«Sono presi abbastanza male» constatò la donna. La scienziata s'incantò nel guardare la ragazza dai capelli color miele. Aveva un volto angelico, ma esprimeva dolore e terrore. Bulma presumette che la giovane avesse più o meno diciassette - diciott'anni. La guardò così a lungo che notò una stranezza nei pressi del cervelletto.
«Chichi affidami questa ragazza. Voglio controllare che non abbia danni all'interno.»
A tali parole, la donna rimase spiazzata. Non sapeva che cosa significassero quelle parole, ma quando vide che l'amica stava aspettando una sua risposta, si destò. «Oh si, certamente!» disse, no riuscendo a nascondere il tono decisamente preoccupato.
Bulma prese in braccio la ragazza e la trasportò nell'infermeria. L'appoggiò nel lettino, iniziò a scannerizzarla e a prendersi cura della ragazza. Passarono diverse ore quando ricevette i dati che stava aspettando e non appena li lesse, rimase del tutto sconvolta.
«Non è possibile..!»
Intanto l'uomo sdraiato su quel letto comodo iniziò a riprendersi lentamente.
«Si sta svegliando.» era tutto ciò che riuscì a sentire. Sgranò gli occhi, per mettere a fuoco il luogo in cui si trovava e cercò di ricordarsi che cosa gli era successo. Anomalia, la cabina che li faceva sbattere a destra e a sinistra, cristalli terrorizzati...
«Celeste!» gridò l'uomo, destandosi completamente.
«Si calmi! Va tutto bene. La ragazza è qui.»
Il Dottore fissò negli occhi la donna a cui apparteneva quel tono caldo e gentile. Non era tanto giovane, a dimostrarlo erano infatti le rughe dell'età, i capelli neri e corti erano lisci e dello stesso colore erano i suoi occhi. Si guardò attorno: temeva che avessero fatto del male alla sua Celeste anche loro, ma di fianco a lui, c'era la ragazza che tanto cercava e nel vederla in quelle condizioni, l'uomo perse un battito.
«Che le avete fatto?» chiese furioso il Dottore.
Le persone che lo circondavano, immaginarono cosa stesse provando l'uomo in quell'istante.
«Vi abbiamo trovato dentro una cabina del telefono alquanto... strana...»
L'uomo cercò di connettere il cervello. «Chi siete? Dove mi trovo? Che pianeta è questo?»
«Io sono Chichi. Tu e la tua amica siete a casa del presidente della Capsule Corporation e, se non mi sbaglio, questo è il pianeta Terra.» disse la donna ironizzando l'ultima parte, cercando di strappare un sorriso all'uomo. «Tu invece chi sei?»
Il Dottore, non appena si svegliò completamente, sentendo, così, dolore in tutto il corpo, iniziò a studiare la gente che si era riunita intorno al suo 'capezzale'. Non si fidava. Non dopo quello che aveva dovuto passare Celeste. Averla vista così terrorizzata, gli procurò un senso di disgusto e per la prima volta, di impotenza. Estrasse dalla tasca dei pantaloni il suo fidato cacciavite e, puntandolo contro di loro, li scannerizzò.
«Che stai facendo?» chiese Videl perplessa e un tantino spaventata.
«Okay. Siete davvero degli umani, eccetto voi.» fece il signore del tempo indicando tutti, escluse Bulma, Chichi e Videl. ( NdA: Nella stanza c'erano Trunks, Gotten, Delia ( l'OC di mia sorella), Goku, Gohan e Vegeta, oltre alle mogli di questi ultimi.)
«Ed in particolare tu.» fece il signore del tempo indicando Delia «Tu possiedi gli stessi occhi degli Ood.»
Nessuno osò controbattere le parole dell'uomo.
«Dottore!» fece la donna avvicinandosi «Non sei cambiato per niente! Intanto ti presento i miei amici!»
Una volta averli presentati tutti, l'uomo passò in rassegna la sua memoria e cercò di ricordarsi dove poteva aver incontrato quella ragazza. La donna aveva dei lunghi capelli bruni, raccolti in un'alta coda, gli occhi rossi, ma con delle incantevoli sfumature rosa nei pressi della pupilla e la sua pelle era candida. Il suo fisico era poco robusto, forse perché la donna praticava qualche tipo di arte marziale, ma la sua andatura era molto aggraziata: questo lo constatò quando essa gli venne incontro. Ora se lo ricordava! Con Rose Tyler, nell'abisso di Satana! Ecco dove l'aveva incontrata! Lei era l'amica del cuore della sua ex-partner.
«Mia moglie ha risposto a tutti i nostri dubbi, eccetto ad uno...» disse Trunks.
Questo, era un uomo giovane sulla ventina, capelli lilla e occhi dello stesso colore del cielo limpido primaverile. «... che cos'è successo alla ragazza?»
L'uomo non riusciva a capire. Per la prima volta nella sua lunghissima vita, non riusciva a dare una risposta. Celeste? Aveva fatto qualcosa alla sua Celeste!?
«Dottore...» fece poi l'uomo «è così che mi chiamo.»
In quella stanza, non poté che regnare la preoccupazione. Tutti gli occhi erano puntati sul corpo di Celeste, che non accennava a svegliarsi.
«Dottore.» iniziò Bulma «A questa ragazza hanno fatto qualcosa...»
Non seppe più continuare. La donna era letteralmente traumatizzata.
"Come ha fatto a sopravvivere? Di sicuro deve aver passato le pene dell'inferno quella ragazzina.". Vegeta, invece, si stava ponendo domande su domande e mai avrebbe preso parte a quella sciocca conversazione. Del resto, lui era il principe dei Sayan, non doveva preoccuparsi della salute di un'effimera ragazzina della quale era incerta se essere umana o meno. Ma più la guardava, più si domandava com'era riuscita a sopportare tutto quel dolore.
«Cosa vorresti dire Bulma?»
Il Dottore era nero. Non ci vedeva più dalla rabbia, ma non nei loro confronti, bensì nei suoi. "Dovevo starti vicino! Celeste, perdonami.".
«Dottore:» ora, a prendere in mano le redini della discussione, fu Delia «calmati. Non ne abbiamo la certezza, ma...»

 

Celeste POV.

Sentivo tante grida. Il dolore, la rabbia e il sangue. L'aria intorno a me ne era ricca. Dottore ma dove sei? Qui è tutto buio. Qui fa tanto freddo. Qui sono sola. Davanti a me vedevo tanti numeri, tante parole e... i Dalek.
Stavo scappando a più non posso, neanche mi voltai a controllare se mi erano ancora dietro e poi, quando mi fermai per riprendere fiato, finii in una strana ed antica biblioteca.
Mi guardai attorno: dei Dalek neanche l'ombra. Con il cuore a mille percorsi quei vasti corridoi pieni zeppi di libri. Mi sentivo a casa. Amavo leggere e mentre camminavo, vidi un libricino per terra, così lo raccolsi e un po' titubante (e curiosa) aprii la prima pagina.

«The fire boy is a child.»

«Tutto qui? Un'insulsa frasetta in inglese e per di più, senza senso?!» Strappai il foglio, lo piegai e me lo misi nella tasca dei jeans senza un valido motivo. Riposi il libro nello scaffale e ripresi a camminare senza meta per quella desolata biblioteca.

«Sei la ragazza che continua a correre?»

Ad un tratto, una voce ruppe il monotono silenzio di questa sala.
«Chi sei?» feci un tantino spaventata.

«Sei la ragazza che continua a correre?»

Una voce pacata continuava a farmi questa domanda.
«Io... non lo so...» risposi alla fine. Costui non aveva la minima intenzione di rivelarmi il suo aspetto.

«Se hai strappato il foglio, vuol dire che sei legata all'indovinello stregato.»

D'accordo. Chiunque stesse parlando era uscito di senno.
«Ma che diavolo stai blaterando?»

«Ragazza non cercare l'impossibile,
rispondi finché è possibile.»

Costei, invece, non sapeva proprio parlare.
«Ma chi siete? Posso avere la grazia di saperlo!?» chiesi trattenendo il mio istinto omicida.

«Qui no. È troppo pericoloso.
Questo è un luogo dove le parole proferir non oso.» rimò la voce maschile.

«Come vi chiamate?»

«Trunks e Delia.»

«Okay... e perché parlate in rima?» chiesi accigliata.

«Phatal è il nome della pozione che abbiamo bevuto,
'così sarebbe stata salva' abbiamo creduto...»

La voce di Delia era davvero bella. Soave e melodiosa.
«E io devo capirvi, presuppongo.»

«In un luogo sicuro parleremo.
Noi ti proteggeremo.

Abbiamo avuto questo onore
e sta' tranquilla: sei al sicuro amore.»

Le parole pronunciate da Trunks, avevano il potere di calmarmi. Si presentarono come persone per bene, infatti il mio cuore mi diceva che potevo fidarmi e così feci. Poco alla volta, il buio che mi circondava scomparve, lasciando che la luce mi avvolgesse.
«Che succede?» chiesi ai due 'spiriti' che credevo mi fossero accanto.

«Di-venterai come noi.»


 

***angolodellautricetotalmentefuoriditesta***

Ciaooo gente <3
Come va? Io per niente bene, dal momento che devo sapere a memoria 350 verbi di greco (>.<) * depressa *

Suzuno: Allora và a studiare!
Bebe: * gli fa la linguaccia * Comunque... Prima di tutto lo so che vi starete chiedendo "Ma come fanno Trunks e Delia essere con Celeste??!" A questo io rispondo "Non vi spoilero niente!" ¬ͺ¬
Ma tranquilli, dedicherò un paio di capitoli più avanti, così capirete ^^

Parlando di Delia... anche se mia sorella non è iscritta su EFP mi ha chiesto di inserirla su questo crossover e io le ho detto di si, solo dopo avermi fatto innumerevoli complimenti ed essersi inginocchiata ¬ͺ¬ ( il mio è tutto amore!) No dai, si scherza xD
Chissà che cosa si sono detti il Dottore e l'altra (?) Delia... mha...

Grazie Phoenix e ad Alis che recensite e a te MonaLuna che l'hai messa tra i preferiti ;)
Ora vi lascio, spero di aggiornare il più presto possibile <3

# Hakuna Matata
Baci, Bebe <3

  
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