Rieccoci
qui.x3 Macciao a tutte! Passate bene le feste?x3 Anno nuovo, capitolo nuovo...
Anche se per i nostri eroi il capodanno arriverà solo nel prossimo capitolo...
Questo è un po' di transizione, ma contiene due e dico due discorsi
molto importanti ai fini della storia...
Ma non
vi anticipo altro e passo subito ai ringraziamenti ad personam che, ancora una
volta, sono tanti e la cosa non può che farmi un immenso piacere:
Ladonnazabaionata: ok, tu questo
capitolo lo leggerai forse in ritardo, ma va bene lo stesso.x3 Chissà perchè
prevedo che tutto questo porterà il tuo campanilismo pro-Kevin a dei livelli
mai visti... Comunque sappi che ho ancora parecchi assi nella manica, quindi
nulla è sicuro. Per ora...x3
LaSocia: ma guarda che cosa
insolita, tu hai già letto il capitolo.x3 Ciò non toglie che io voglia un
esaurientissimo commento da parte tua. Anyway... Che tra Coco e Kev c'è
*tensione* di un certo tipo, beh, è palese. Il problema è vedere dove questa
tensione li porterà. Se si spegnerà a poco a poco o arriverà ad un punto di non
ritorno, esplodendo definitivamente. Per entrambe le opzioni, c'è comunque
ancora tempo... Per ora la situazione non si sblocca. Forse solo un
pochinoino...
Agatha: gongola, gongola finchè
puoi!x3 In quello che hai scritto, come al solito, c'è molto di vero (me ama i
tuoi commenti sempre più!x3), però non è proprio tutto così semplice. Lo
sarebbe, se Coco non fosse veramente innamorata di Joe. Eheh... *risatina malvagia*.
Per quanto riguarda il Natale, beh, io lo amo alla follia quindi mi è venuto
naturale infondere un po' di questo amore nella storia. E ho dovuto far tornare
i Jonas a casa... Come hai detto tu non sarebbe stato realistico farli
restare!x3 Che poi è una specie di allenamento per tutti, perchè arriverà anche
il momento in cui l'anno di riprese terminerà e loro dovranno fare i bagagli definitivamente...
Selphie: felice di averti
involontariamente dato buoni suggerimenti *musicali*. Per quanto riguarda il
capitolo, beh, Kev è il "cute,
romantic one" mica per nulla!x3 Poi io me lo vedo proprio a dire
queste cose dolci-dolci. E' il mio uomo delle romanticherie, lui!x3
fefy88: chissà se ti sbagli o se
hai ragione... Comunque sono io la prima a pensare che Coco meriti stima
infinita per la volontà ferrea dimostrata nel dire di no al caro Joseph (io
penso che gli avrei detto qualcosa tipo: fai di me quello che vuoi!x3). Certo è
che il nostro Danger non demorderà così facilmente perchè, come hai detto tu,
la vuole proprio...
Sweet_S: spero tu sia
sopravvissuta e non abbia finito per diventare pazza/maniaca/serialkiller!xD
Ecco l'aggiornamento...x3 Sappi che è il mio scopo confondere voi lettrici,
almeno fino al momento in cui anche le idee di Coco non si chiariranno (fra un
bel tot di capitoli...).x3 E vedrai che questo momentaneo allontanamento
porterà qualcosa di più o meno buono per tutti. E poi i Jonas torneranno presto
dalla loro Gabrielle!x3 Oh... e sono proprio felice che le mie fic ti piacciano
tanto.<3
Jollina: come faccio? Boh,
misteri... Sarà l'influsso benefico dei Jonas e di voi lettrici che mi date
tanto supporto!<3 Il vischio è birichino, non sceglie e questa volta è
toccato a Kevin e Coco. Magari, nonostante sia stato un bacio non prettamente
*tradizionale*, non porterà conseguenze... o magari sì?x3
Potterina: Eh sì,
Joe vuole la sua Coco. Io ho un rapporto poco amichevole con quel voto, che vi
devo dire?xD Comunque, per ora non è successo nulla. In futuro chissà... Sul
terzo motivo per cui Coco non ha voluto farlo, behbehbeh... io non mi
pronunciò!x3 Chi leggerà, vedrà e tu vedrai de hai ben intuito!x3
beautiful_disaster: uhuhuh...
Sull'evolversi dei sentimenti di Kev per Coco, lascio che sia il capitolo a
risponderti!;3 Per il resto, beh... Ammetto che mi piace un sacco descrivere i
momenti *intimi* fra Coco e Joe. Mi diverte immaginarli mentre, come dici tu,
si fanno le coccole. E poi Joe si presta molto... Che tu fossi schierata con
Kev penso di averlo intuito tempo fa, sai? E vai ad unirti ad una nutrita
schiera di lettrici che il povero Joe non lo filano di pezza!x°D Ma chissà che
poi non sia lui ad avere la meglio...?*risatina malvagia*
E,
infine, le new entry!**
Pretty_Odd:
aaaaaw!x3 Non ti dico quanto apprezzato il tuo commento. Sappi solo che ero su
msn con Tempe e ho cominciato a scriverle a ripetizione: ho una nuova lettrice!
Ho una nuova lettrice!x3 Non puoi capire quanto mi renda orgogliosa pensare che
addirittura sei stata alzata fino alle 3 per leggere la mia fic, cioè...<3
Poi sono felice che ti piaccia la mia Coco, i *miei* Jonas, i miei lavori
photoshopposi... Sono felice di tutto, insomma!x3 Joe, sì, forse è partito un
po' facendo lo stronzetto di turno, ma si sta pian piano rivalutando. Kev è
l'uomo della mia vita, lo amo alla follia nonostante gli combini così tante
carognate e Nick, beh, Nick è l'ago della bilancia. Se non ci fosse stato lui,
probabilmente sarebbero tutti impazziti da tempo!x°D Bene io spero
ardentissimamente (ma esiste?xD) che tu continui a recensirmi, perchè ci tengo
davvero molto!** Ancora un milione di grazie. Bacio!=*
Rachelle: Idem come sopra. Mi fa
sempre felicissima trovare commenti di nuove lettrici!** Soprattutto commenti
così gratificanti. Mi ha reso molto, molto felice soprattutto sentirmi dire che
la mia storia è *profonda* perchè vuol dire che, in qualche modo, riesco a
trasmettere delle emozioni a che mi legge. E per un'autrice questa cosa è
fondamentale!<3 Beh, il nuovo capitolo è qui e io mi aspetto di ritrovare il
tuo nome tra le recensitrici, ne sarei molto felice!x3
Infine,
prima di lasciarvi al capitolo, appello alle mie due recensitrici-abituèè
assenti: Aya, Razu_91 dove siete finite? So che appena leggerete il mio accorato
richiamo, accorrerete quindi vi ringrazio già in anticipo. E aspetto i vostri
commenti con ansia!x3
E'
tutto, gioie. A voi la linea!x3
- Capitolo 16° -
{ Mi manchi. Posso far finta di star bene, ma mi manchi...
Ora capisco che vuol dire, averti accanto prima di dormire. }
Mi Manchi - Fausto Leali
- Era tutto
squisito, Monmon, davvero. - Sorrise Gabrielle, accomodandosi sul tappeto del
salotto e afferrando la bambola che Lulù le stava porgendo, ancora mezza legata
al fondo di cartone fucsia della scatola.
-
Ziaaaa... - Pigolò la bimba, avvicinandosi con gli occhi azzurrissimi
spalancati in una tacita richiesta. Dietro di lei, un'enorme scatola rosa
conteneva la probabilmente più grossa casa di Barbie che fosse mai stata messa
in commercio. Coco sorrise di nuovo, riconsegnandole la principessa dai lunghi
capelli d'oro finalmente libera della sua confezione.
- Sì sì,
adesso la montiamo... Mamma, com'è grande! Babbo Natale si è proprio lanciato
quest'anno, eh? - Aggiunse, in un soffio, lanciando un'occhiata eloquente alla
sorella maggiore e a Gerry, ancora impegnati a sparecchiare il tavolo dai resti
del pranzo di Natale. Monique ridacchiò, sollevando le mani come a sottolineare
la propria innocenza. E, in effetti, era molto più realistico pensare che fosse
stato Geràrd l'artefice.
Afferrò
la scatola e scuotendo la testa, la aprì insieme alla nipotina cominciando ad
estrarre mobili roccocò in pura plastica viola.
- Zia,
zia! Come si mette questo? - Trillò Lulù, brandendo un tavolino e la parete di
un armadio.
- No,
aspetta... Non così, ti faccio vedere! - Le si avvicinò, sedendosi alle sue
spalle e circondandola con le braccia per riuscire ad aiutarla. Proprio mentre
cercava di incastrare le due metà del suddetto armadio vittoriano, sentì la
tasca dei suoi pantaloni vibrare leggermente. - Scusami un secondo, zucchero. -
Sussurrò, mentre sulle sue labbra già si allargava un sorriso. Posò un bacio
sui boccoli biondi della sua nipotina, prima di alzarsi e recuperare il suo
cellulare che si agitava sempre più freneticamente.
- Pronto?
- Mormorò, allontanandosi abbastanza dal rumore del salotto. Si infilò nella
camera di Monique e nel suo invitante, inviolato silenzio.
- Mi
manchi da morire, non ce la faccio più... - La sua voce morbida le arrivò
all'orecchio come una carezza. Sorrise, abbandonando la schiena contro il muro,
prima di lasciarsi scivolare fino al pavimento con un sorriso luminoso che le
sfiorava le labbra.
- Ciao,
Joe. - Soffiò. - Buon Natale anche a te. -
- Buon
Natale, amore. - Continuò lui, cercando di sovrastare con la sua il rumore di
altre due voci che si mischiavano, sempre più vicine.
- Amore? - Ripetè, mentre le sue guance si
tingevano involontariamente di un delicato color porpora.
- Ti
dispiace? - Ridacchiò lui, come se l'avesse davanti agli occhi.
- No,
anzi... E' solo che... Ho passato anni e anni di scuola a sentire le mie
compagne venire chiamate così dai loro fidanzati. O Monmon con Gerry. E mi sono
sempre chiesta se qualcuno l'avrebbe mai detto a me... - Rispose, arrossendo se
possibile ancora di più. - Cosa avrei provato. -
- E...?
- La incalzò.
- Ed è
una sensazione meravigliosa... - Concluse. - Manchi anche a me, lo sai, vero? -
Sospirò poi, arrotolandosi una ciocca di capelli scuri attorno alle dita.
- E tu
sai che, da quando sono partito faccio sempre, sempre fatica ad addormentarmi, perchè il mio letto è
maledettamente vuoto...? Ho il mio
cuscino, le mie coperte... Eppure non servono a niente. - Bisbigliò, mentre lei
quasi tratteneva il respiro. - Non ci sei tu.
-
-
Smettila di dirmi queste cose, o non li tiro altri venti giorni! - Ridacchiò
lei, cercando di far riprendere al suo cuore un ritmo regolare. - E comunque
anche io dormo male, da sola. -
Sorrise,
aspettandosi da Joe un'altra risposta zuccherosa, ma, al contrario, quello che
il ricevitore del telefono le trasmise fu un gran miscuglio di rumori e un
sonoro schianto, prima che una voce familiare riemergesse da quel caos.
-
Joe...! L'hai fatto cadere, guarda! Oh, smettila di tubare e fai parlare anche
noi! - Un clic e poi il suono divenne
improvvisamente amplificato.
-
Piccolo? - Domandò, trattenendosi a stento dallo scoppiare a ridere. - Cosa
succede? -
- Coco!
Buon Natale! - La sua voce e quella di Kevin si mescolarono al leggero rumore di
sottofondo. - Sei in vivavoce. - Aggiunse.
- Anche
a voi, ragazzi, come state? - Un leggero tuffo al cuore, nel sentirli
chiacchierare e battibeccare come facevano sempre, la informò, dolorosamente,
di quanto avrebbe voluto poter essere con loro. Joe le mancava da togliere il
fiato, d'accordo, ma anche Nick e quelle loro lunghe chiacchierate riflessive,
o Kevin...
Kevin
che, nel bene o nel male, dopo quello che era successo, non aveva mai smesso di
tormentarla neppure nei sogni. Con i suoi occhi, le sue mani... le sue labbra.
Il
ricordo di quell'insolito bacio sotto il vischio era ancora fastidiosamente
vivido. Come se non bastasse tutto il resto...
- Ci
manchi. - Nemmeno a farlo apposta, fu proprio la voce del Jonas maggiore a
riportarla alla realtà. - E non solo perchè Joe ci esaspera, ricordandoci ogni
tre minuti che non ci sei. - Aggiunse. E anche se non poteva vederlo, Coco
avrebbe giurato che, in quel momento, sfoderava il sorriso dolcissimo che era
così dannatamente suo e che la faceva
sciogliere tutte le volte.
{E queste sono cose che io non dovrei nemmeno
pensare, cacchio.}
Ringhiò
a se stessa, cercando di concentrarsi su quello che stava succedendo all'altro
capo del cavo dove, presumibilmente, Joe stava facendo pagare a suo fratello
maggiore gli interessi sull'ultima battutina.
- Vi
prego, tornate in fretta. -
Quando
Nick riprese possesso del cordless e riuscì a disinserire il vivavoce,
abbandonando gli altri due al loro tafferuglio, quella fu l'unica cosa che
riuscì a dirgli.
***
Quando
Monmon, dopo una buona ventina di minuti, si intrufolò nella stanza per vedere
cosa stesse facendo trovò Coco ancora seduta sul pavimento nello stesso punto.
Il cellulare ormai spento e la testa nascosta fra le braccia, appoggiate alle
ginocchia.
- Ehi,
tutto bene? - Le domandò, accucciandosi al suo fianco, prima di accarezzarle
premurosamente i capelli. Gabrielle non rispose, emise uno strano suono a metà
tra un sospiro e un ruggito, persa nei suoi pensieri. - Coco...? Davvero,
non... -
- Sì,
Kev... - Sospirò, senza nemmeno essere troppo sicura di aver sentito la
domanda. La sorella maggiore strabuzzò leggermente gli occhi, prima di
schiarirsi la gola in un gesto eloquente.
- "Kev"? - Ripetè, inarcando il sopracciglio
con fare scettico. - Che non sta per Kevin,
vero? - Domanda retorica. Parecchio retorica. Coco alzò la testa di scatto,
incrociando lo sguardo di Monique proprio nel momento in cui sul suo viso
andava allargandosi un sorrisino malizioso.
- Eh? -
Mormorò, in un fil di voce.
- Mi hai
appena chiamato "Kev", non te ne sei accorta? - Riprese, sedendosi
più comodamente accanto a lei e dando una spinta decisa alla porta perchè si
chiudesse. - Tesoro, io credo che dobbiamo parlare... -
- Ti ho
davvero chiamata...? - Esalò, portandosi una mano alle labbra. Quando Monmon
annuì, sbuffò con fare sconsolato. - Dio...! - Ringhiò.
Si passò
la mano fra i capelli, cercando di reprimere tutta la voglia che aveva di
mettersi ad urlare.
- Bene.
Da cosa vuoi che cominci? - Soffiò, in tono leggermente stizzito. - Da quando
ho baciato Kevin sotto il vischio, in un modo che di tradizionale non aveva niente? O no, meglio! Da quando sono andata a letto con lui, pur essendo
fidanzata con suo fratello. - Concluse, trattenendo a stento un singhiozzo.
- Ok. -
Riprese la sorella, non appena riuscì a ritrovare la facoltà di esprimersi in
maniera coerente. - Penso che abbiamo un problema... E che dovresti andare con
ordine. Sei stata a letto con Kevin?!? - Quasi urlò.
Gabrielle
prese un respiro profondo, guardando per qualche istante dritto davanti a sè,
anche se i suoi occhi chiari stavano visualizzando tutt'altro che la specchiera
retrò di Monique.
- In
realtà non c'è poi molto da dire... E' stato quasi due mesi fa, ormai. -
Cominciò. - Ho litigato con Joe, sono scappata e quando Kevin è venuto a
cercarmi e mi ha trovata ero... - Esitò, allungando le gambe sottili sul
pavimento. - Ubriaca. -
- Scusa...? - Si fissarono in silenzio, poi
Coco distolse lo sguardo, riprendendo il suo breve racconto.
- Sì.
Non riuscivo quasi a reggermi in piedi, ci credi? - Sorrise amaramente. - Ed
era la prima volta in vita mia che bevevo... Se si può definire "bere", poi. Due tazze di the
corretto... credo. -
- No,
aspetta. Due mesi... E' stato per la storia dei giornali!? E poi... Ubriaca? Ubriaca, Gabrielle?!? - Monmon era livida. Lei annuì flebilmente,
catturando i capelli scuri dietro l'orecchio.
- Non è
stato bello nemmeno per me scoprirlo, credimi. Sta di fatto che di quel
pomeriggio e quella notte non ricordo quasi nulla... So solo che la mattina
dopo mi sono svegliata, completamente nuda, nel letto di una camera d'albergo.
E Kevin era con me. - Singhiozzò.
- Io lo
uccido, quello. - Sibilò la sorella,
strizzando entrambi i pugni.
- NO! -
La bloccò. - Kevin non... non si sognerebbe nemmeno di farmi qualcosa contro la
mia volontà. Questo sono pronta a giurartelo perfino su me stessa. - Arrossì. -
Se siamo arrivati fino a quel punto, devo averlo in qualche modo... voluto anche io. -
-
Qualche modo!? - Monique sembrava un automa, continuava a ripetere le parole di
Coco. - Ma ti rendi conto di quello che hai fatto!? Stai parlando di sesso, non di una passeggiata mano nella
mano! - Abbaiò, mentre le sue guance pallide si accendevano improvvisamente. -
E in quello stato di incoscienza, poi... Senza precauzioni... potevi rimanere
incinta, l'hai realizzato questo, almeno? - Coco avvertì una fastidiosa fitta
allo stomaco e un brivido freddo lungo la schiena, realizzando in quel momento
che all'eventualità di un figlio non aveva nemmeno pensato.
- Non...
- Bisbigliò. - E' tutto normale. -
- No, lo
so. - Sospirò Monmon. - A quest'ora te ne saresti già accorta. Io... Ho avuto
Luciane a diciannove anni e per quanto l'ami più della mia stessa vita, è
un'esperienza che non auguro a nessuno. Un bambino non è un gioco... Un bambino
ti sconvolge l'esistenza, nel bene e nel male. Soprattutto se sei sola. - Le poggiò una mano sulla spalla,
stringendola appena.
- Se
fosse successo... Non lo sarei stata. - Si strinse nelle braccia, soffocando
l'ennesimo singhiozzo. - So che sembra una cazzata, detta così per dire... Però
io credo che Kevin non mi avrebbe mai permesso di affrontare una cosa del
genere da sola. - Si portò involontariamente una mano al ventre, mentre con gli
occhi cercava lo sguardo della sorella.
- Tu
credi... Ma gli uomini, davanti alle responsabilità, sono spesso molto più
schifosamente codardi di quel che appaiono. Sei davvero tanto sicura che il tuo
Kevin non sarebbe scappato a gambe levate? - Ribattè Monique, poco convinta.
- Non è
il "mio" Kevin. E' Kevin e
basta... E' un amico. E comunque no. Lui non sarebbe scappato. Io lo so. -
Monmon
rimase in silenzio per qualche secondo, osservando Coco di sottecchi, come a
voler soppesare qualcosa.
-
Chiariscimi solo un'ultima cosa... - Sussurrò poi. - Se questo Kevin è così
speciale, dolce e responsabile... E tu hai fiducia in lui al punto che,
inconsciamente, gli hai permesso di baciarti, di toccarti come non aveva mai fatto nessuno prima... Perchè stai con
un altro? -
***
{ E stringere le mani per fermare
qualcosa che e' dentro me,
ma nella mente tua non c'è.
Capire tu non puoi.
Tu chiamale, se vuoi, emozioni... }
Emozioni - Lucio Battisti
Nello
stesso momento, dall'altra parte dell'oceano, in un'altra casa, un' altra
famiglia e lo stesso discorso che stava per essere intavolato.
Kevin appoggiò
il cordless nero nel suo supporto sospirando profondamente, prima di sedersi al
tavolo della cucina ancora ingombro dei resti del meraviglioso pranzo di Natale
che Denise aveva preparato per la sua famiglia. La donna rientrò nella stanza
poco dopo, scuotendo la testa riccioluta mentre cercava di non rovesciare il
grosso vassoio di vetro che aveva in mano.
-
Cucciolo, cos'è quel faccino? - Chiese, sistemando tutto nel lavandino già
pieno di stoviglie, prima di accomodarsi sullo sgabello accanto a quello del
figlio.
- No,
niente, mamma. - Mugugnò lui, senza nemmeno guardarla. Sbuffò, incrociando le
braccia sul tavolo per nasconderci il viso.
- Paul Kevin Jonas II. - Esalò Denise,
puntellando un braccio sul fianco, mentre con l'altro circondava premurosamente
le spalle del figlio. - Credi davvero di poterla dare a bere a tua madre così
facilmente? - Kevin sollevò leggermente la testa, esibendosi in uno sguardo
cucciolo degno delle migliori performance di Joe. - Non sei mai stato bravo a
dire le bugie, tesoro. - Concluse la donna, sorridendo amorevolmente.
- Ti
assicuro che sto imparando. Molto in fretta. - Mugugnò, lanciando un'occhiata
sfuggente in direzione del salotto, dove Joe e Frankie testavano la nuova pista
di macchinine che Babbo Natale aveva regalato al piccolo di casa. E
arrendendosi all'evidenza che non sarebbe riuscito a nasconderle niente. Non a
sua madre. - Joe ti ha parlato di... - Esitò, passandosi una mano fra i
riccioli scuri. - ...Gabrielle? -
Denise
inarcò un sopracciglio, lasciandosi sfuggire un risolino a metà tra il
rassegnato ed il divertito.
- Non
più di qualche miliardo di volte, da quando siete tornati da Parigi. - Sospirò.
- Deve avere qualcosa di veramente speciale, questa francesina, perchè tuo
fratello è proprio partito per la tangente... -
- Cosa
ti ha detto di lei? - Chiese, mentre un piccolo sorriso si allargava sulle sue
labbra.
- Mah...
- Cominciò la donna, giocherellando con uno degli anelli che aveva alle dita. -
Mi sarei aspettata che mi decantasse tutta una serie di attributi
"fisici", definiamoli così. Sai... Quanto è bella, affascinante,
attraente... Cose del genere. Normali.
- Agitò graziosamente la mano nell'aria, facendo tintinnare i braccialetti che
le cingevano il polso. - E invece... - Esitò, lanciando involontariamente una
stoccata dolorosissima al cuore di Kevin che mancò un battito. - ...Invece no.
Dovevi vederlo, Kev! Aveva una luce negli occhi, mentre parlava di lei... dei
suoi modi di fare, del suo carattere.
- Amore di mamma.
Kevin
prese a torturare un inerme tovagliolo di carta che come unica colpa aveva
quella di essere stato lasciato sulla sua strada. Cominciò a strapparne gli
angoli con sistematica precisione, mentre ascoltava sua madre.
-
L'ultima volta che ho visto Joe con quell'espressione è stato quando ha preso
in mano un microfono per la prima volta. E' come se sorridesse con ogni fibra
del suo essere... - Mormorò. Poi fece scivolare una mano sul piano del tavolo,
andando a cercare quella di lui che smise per un attimo di straziare il povero
pezzo di carta. - Ma tu... Tu che l'hai vista, dimmi, è davvero così... - Si
fermò, cercando di trovare un'espressione adatta.
- ...Meravigliosa? - Concluse Kevin per lei, abbassando
lo sguardo nel vano tentativo di non tradirsi. - Sì, mamma. Sì. Lei è perfino
di più. - Esalò, strizzando definitivamente il tovagliolo.
Nonostante
fosse voltato quasi completamente dall'altra parte, sentì distintamente gli
occhi di sua madre puntati su di lui come se volessero radiografarlo.
-
Kevin... - Cominciò Denise, con una strana sfumatura nella voce. - Guardami. -
Si alzò, sporgendosi leggermente verso il figlio che, però, rimaneva fermo
sulla sua posizione. - Kevin. -
Ripetè, stringendo la presa sulla sua spalla. - Guardami negli occhi e dimmi
che non è come penso che sia. -
-
Mamma... - Tentò. Ma lo sguardo di lei uccise sul nascere qualunque tentativo
di svicolare.
- Kevin?
- Continuò, imperterrita.
- Va
bene, allora: sono innamorato della ragazza di mio fratello. Anzi, ti dirò di
più. Io la amo... La amo con tutto me
stesso. - Soffiò. - Ti fa sentire meglio saperlo? - Non troppo, da come le sue
guance rosate divennero improvvisamente pallide come un lenzuolo.
-
Cosa...? - Boccheggiò, tornando a sedersi per avere un solido sostegno.
- Lo so
che è sbagliato...! Dannazione, lo so! - Ringhiò lui, battendo un pugno sul
tavolo. - Ho provato a farmene una ragione, a cercare di dimenticarla... Di
essere felice per loro. Ma non ci
riesco, mamma! Non... - Si bloccò, nascondendo nuovamente la testa fra le
braccia, nel tentativo di soffocare il singhiozzo che era già salito a
scuotergli le spalle.
-
Amore... - Bisbigliò Denise, passandogli dolcemente una mano fra i capelli.
-
Lasciami stare...! - Abbaiò, scostandosi con un gesto rabbioso.
- Non
parlarmi con quel tono, signorino! - Sbottò la donna, arpionandogli un braccio.
- Per quanti e quali problemi tu possa avere, non sei autorizzato a trattarmi
così! Sono tua madre, non una tua amica. L'incazzatura smaltiscitela con
qualcun'altro. -
- TU NON
CAPISCI. - Esclamò. - Se potessi eliminare il nodo che mi sento dentro come si
fa con una semplice arrabbiatura, non avrei problemi. E invece quel maledetto
se ne sta lì, insopportabilmente doloroso... E a volte, stringe tanto che
fatico a respirare. Perchè mi ricorda che lei non potrà mai essere mia... Che lo è stata una volta, per
sbaglio e mai più. - Aggiunse poi, stringendo i pugni.
-
Smettila di alzare la voce con me, Kevin. Ti avverto che stai per passare il
limite...! - Sibilò Denise, puntandogli un dito contro. - E comunque io capisco
più di quanto tu creda. Ho il doppio dei tuoi anni che, ti assicuro, sono più
che sufficienti per... capire, come
dici tu. E in ogni caso, io sono qui per te, ma se non vuoi il mio aiuto non
hai che da dirlo. - Puntò gli occhi in quelli del figlio, in attesa di una
risposta.
Kevin
sostenne lo sguardo con altrettanta determinazione, chiuso in un ostinato,
eloquente silenzio.
- Bene. -
Riprese. - In questo caso, spiegami l'unico particolare che non mi è troppo
chiaro: cosa vuol dire che è "stata tua"? - Domandò, con la voce
che tremava leggermente.
Forse il
suo subconscio la stava mettendo in guardia... Forse voleva prepararla al colpo
che avrebbe subito di lì a qualche secondo. Forse...
Kevin
prese un respiro profondo, cercando negli occhi scuri della madre qualcosa che
suggerisse la possibilità, anche minima, che Denise potesse... prenderla bene.
- Che ho
fatto l'amore con lei, mamma. -
Nessuna
risposta, ma il bruciore sordo alla guancia sinistra arrivò improvviso,
doloroso e violento come una secchiata d'acqua gelata, prima che il
contraccolpo lo facesse indietreggiare al bordo dello sgabello. Si portò una
mano al viso, voltandosi lentamente verso Denise che era ancora immobile, il
braccio alzato nell'atto di sferrare un altro schiaffo.
Di
quelle possibilità, non ce n'era nemmeno mezza.
- Non
scherzare su queste cose. - Tornò a sibilare la donna. - Non ti permettere...!
- Si inumidì le labbra tese, sottili come diventavano solo quando si arrabbiava
davvero.
- Non
sto scherzando. L'ho fatto davvero. - Ribadì lui. - Ma... - La bloccò,
sollevando entrambe le mani. - Ascoltami, ti prego: non è stato nè per gioco,
nè per sfida o chissà che altro. - Denise sembrò esitare un attimo. Appoggiò la
mano al bordo del tavolo, inclinando impercettibilmente il capo per riuscire a
guardarlo dritto negli occhi.
E Kevin
rimase fermo, ricambiando quello sguardo indagatore in modo che potesse trovare
tutte le risposte che cercava.
- Mi
conosci, mamma. Sai che io non agisco mai meramente
per istinto... - Bisbigliò.
- No...
- Rispose la donna in un fil di voce. - Tu non sei Joe. -
- Non lo
sono. - Annuì, prima di schiarirsi la gola per rinsaldare il tono di voce. - Ho
fatto l'amore con Gabrielle perchè la amo. Semplicemente per questo... Perchè,
per la prima volta in vita mia, ho sentito il mio corpo, il mio cuore e la mia
mente chiedere un'unica, stessa cosa. Ogni singola, microscopica parte di me...
la voleva. - Concluse, stringendo a pugno la mano che teneva appoggiata sul
tavolo. Denise scrutò ancora per un attimo negli occhi verdi, ormai lucidi del
figlio, prima di gettargli le braccia al collo.
- Spero
almeno che sia stato bello... - Mormorò con voce acquosa, accarezzandogli
amorevolmente i capelli e le spalle, mentre lui la stringeva. Kevin annuì,
sfiorando la guancia umida della madre con la propria.
- Anche
di più. - Rispose. - ...Non lo dirai a papà, vero? Io l'anello non l'ho
tolto... per Joe, ma anche per lui. Non voglio... - Denise lo fermò,
allontanandosi quel tanto che bastava per tornare a guardarlo in faccia.
- Non
preoccuparti di questo. Sarai tu a dirglielo... quando ti sentirai pronto. - Gli
posò un bacio leggero sulla fronte, mentre sulle sue labbra tornava a
distendersi il solito sorriso luminoso. - Non posso dirti che ti capirà. Non
subito, almeno. Ma io sarò lì per sostenerti. -
Senza
dire nulla, Kevin le prese una mano e se la portò alle labbra. Poi posò un
bacio leggero al centro del dorso, stringendola appena.
- Grazie, mamma. - Sorrise, abbracciandola di nuovo. - Ti voglio bene. -