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Autore: Minako_86    02/01/2009    17 recensioni
Gabrielle ha ventidue anni ed è decisamente bassa per la sua età. Vive a Parigi ed ascolta solo musica classica. In che modo una ragazza così potrebbe entrare a far parte del magico universo della boyband per ragazzi più conosciuta d'America?
E se fosse il destino a "recapitarle" i fratelli Jonas a domicilio perchè lei possa aiutarli a tirar fuori la loro anima, quella vera?
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccoci qui

Rieccoci qui.x3 Macciao a tutte! Passate bene le feste?x3 Anno nuovo, capitolo nuovo... Anche se per i nostri eroi il capodanno arriverà solo nel prossimo capitolo... Questo è un po' di transizione, ma contiene due e dico due discorsi molto importanti ai fini della storia...

Ma non vi anticipo altro e passo subito ai ringraziamenti ad personam che, ancora una volta, sono tanti e la cosa non può che farmi un immenso piacere:

 

Ladonnazabaionata: ok, tu questo capitolo lo leggerai forse in ritardo, ma va bene lo stesso.x3 Chissà perchè prevedo che tutto questo porterà il tuo campanilismo pro-Kevin a dei livelli mai visti... Comunque sappi che ho ancora parecchi assi nella manica, quindi nulla è sicuro. Per ora...x3

 

LaSocia: ma guarda che cosa insolita, tu hai già letto il capitolo.x3 Ciò non toglie che io voglia un esaurientissimo commento da parte tua. Anyway... Che tra Coco e Kev c'è *tensione* di un certo tipo, beh, è palese. Il problema è vedere dove questa tensione li porterà. Se si spegnerà a poco a poco o arriverà ad un punto di non ritorno, esplodendo definitivamente. Per entrambe le opzioni, c'è comunque ancora tempo... Per ora la situazione non si sblocca. Forse solo un pochinoino...

 

Agatha: gongola, gongola finchè puoi!x3 In quello che hai scritto, come al solito, c'è molto di vero (me ama i tuoi commenti sempre più!x3), però non è proprio tutto così semplice. Lo sarebbe, se Coco non fosse veramente innamorata di Joe. Eheh... *risatina malvagia*. Per quanto riguarda il Natale, beh, io lo amo alla follia quindi mi è venuto naturale infondere un po' di questo amore nella storia. E ho dovuto far tornare i Jonas a casa... Come hai detto tu non sarebbe stato realistico farli restare!x3 Che poi è una specie di allenamento per tutti, perchè arriverà anche il momento in cui l'anno di riprese terminerà e loro dovranno fare i bagagli definitivamente...

 

Selphie: felice di averti involontariamente dato buoni suggerimenti *musicali*. Per quanto riguarda il capitolo, beh, Kev è il "cute, romantic one" mica per nulla!x3 Poi io me lo vedo proprio a dire queste cose dolci-dolci. E' il mio uomo delle romanticherie, lui!x3

 

fefy88: chissà se ti sbagli o se hai ragione... Comunque sono io la prima a pensare che Coco meriti stima infinita per la volontà ferrea dimostrata nel dire di no al caro Joseph (io penso che gli avrei detto qualcosa tipo: fai di me quello che vuoi!x3). Certo è che il nostro Danger non demorderà così facilmente perchè, come hai detto tu, la vuole proprio...

 

Sweet_S: spero tu sia sopravvissuta e non abbia finito per diventare pazza/maniaca/serialkiller!xD Ecco l'aggiornamento...x3 Sappi che è il mio scopo confondere voi lettrici, almeno fino al momento in cui anche le idee di Coco non si chiariranno (fra un bel tot di capitoli...).x3 E vedrai che questo momentaneo allontanamento porterà qualcosa di più o meno buono per tutti. E poi i Jonas torneranno presto dalla loro Gabrielle!x3 Oh... e sono proprio felice che le mie fic ti piacciano tanto.<3

 

Jollina: come faccio? Boh, misteri... Sarà l'influsso benefico dei Jonas e di voi lettrici che mi date tanto supporto!<3 Il vischio è birichino, non sceglie e questa volta è toccato a Kevin e Coco. Magari, nonostante sia stato un bacio non prettamente *tradizionale*, non porterà conseguenze... o magari sì?x3

 

Potterina: Eh sì, Joe vuole la sua Coco. Io ho un rapporto poco amichevole con quel voto, che vi devo dire?xD Comunque, per ora non è successo nulla. In futuro chissà... Sul terzo motivo per cui Coco non ha voluto farlo, behbehbeh... io non mi pronunciò!x3 Chi leggerà, vedrà e tu vedrai de hai ben intuito!x3

 

beautiful_disaster: uhuhuh... Sull'evolversi dei sentimenti di Kev per Coco, lascio che sia il capitolo a risponderti!;3 Per il resto, beh... Ammetto che mi piace un sacco descrivere i momenti *intimi* fra Coco e Joe. Mi diverte immaginarli mentre, come dici tu, si fanno le coccole. E poi Joe si presta molto... Che tu fossi schierata con Kev penso di averlo intuito tempo fa, sai? E vai ad unirti ad una nutrita schiera di lettrici che il povero Joe non lo filano di pezza!x°D Ma chissà che poi non sia lui ad avere la meglio...?*risatina malvagia*

 

E, infine, le new entry!**

 

Pretty_Odd: aaaaaw!x3 Non ti dico quanto apprezzato il tuo commento. Sappi solo che ero su msn con Tempe e ho cominciato a scriverle a ripetizione: ho una nuova lettrice! Ho una nuova lettrice!x3 Non puoi capire quanto mi renda orgogliosa pensare che addirittura sei stata alzata fino alle 3 per leggere la mia fic, cioè...<3 Poi sono felice che ti piaccia la mia Coco, i *miei* Jonas, i miei lavori photoshopposi... Sono felice di tutto, insomma!x3 Joe, sì, forse è partito un po' facendo lo stronzetto di turno, ma si sta pian piano rivalutando. Kev è l'uomo della mia vita, lo amo alla follia nonostante gli combini così tante carognate e Nick, beh, Nick è l'ago della bilancia. Se non ci fosse stato lui, probabilmente sarebbero tutti impazziti da tempo!x°D Bene io spero ardentissimamente (ma esiste?xD) che tu continui a recensirmi, perchè ci tengo davvero molto!** Ancora un milione di grazie. Bacio!=* 

 

Rachelle: Idem come sopra. Mi fa sempre felicissima trovare commenti di nuove lettrici!** Soprattutto commenti così gratificanti. Mi ha reso molto, molto felice soprattutto sentirmi dire che la mia storia è *profonda* perchè vuol dire che, in qualche modo, riesco a trasmettere delle emozioni a che mi legge. E per un'autrice questa cosa è fondamentale!<3 Beh, il nuovo capitolo è qui e io mi aspetto di ritrovare il tuo nome tra le recensitrici, ne sarei molto felice!x3

 

Infine, prima di lasciarvi al capitolo, appello alle mie due recensitrici-abituèè assenti: Aya, Razu_91 dove siete finite? So che appena leggerete il mio accorato richiamo, accorrerete quindi vi ringrazio già in anticipo. E aspetto i vostri commenti con ansia!x3

 

E' tutto, gioie. A voi la linea!x3

 

 

 

 

- Capitolo 16° -

 

 

 

{ Mi manchi. Posso far finta di star bene, ma mi manchi...
Ora capisco che vuol dire, averti accanto prima di dormire. }

Mi Manchi - Fausto Leali

 

 

 

 

- Era tutto squisito, Monmon, davvero. - Sorrise Gabrielle, accomodandosi sul tappeto del salotto e afferrando la bambola che Lulù le stava porgendo, ancora mezza legata al fondo di cartone fucsia della scatola.

 

- Ziaaaa... - Pigolò la bimba, avvicinandosi con gli occhi azzurrissimi spalancati in una tacita richiesta. Dietro di lei, un'enorme scatola rosa conteneva la probabilmente più grossa casa di Barbie che fosse mai stata messa in commercio. Coco sorrise di nuovo, riconsegnandole la principessa dai lunghi capelli d'oro finalmente libera della sua confezione.

 

- Sì sì, adesso la montiamo... Mamma, com'è grande! Babbo Natale si è proprio lanciato quest'anno, eh? - Aggiunse, in un soffio, lanciando un'occhiata eloquente alla sorella maggiore e a Gerry, ancora impegnati a sparecchiare il tavolo dai resti del pranzo di Natale. Monique ridacchiò, sollevando le mani come a sottolineare la propria innocenza. E, in effetti, era molto più realistico pensare che fosse stato Geràrd l'artefice.

 

Afferrò la scatola e scuotendo la testa, la aprì insieme alla nipotina cominciando ad estrarre mobili roccocò in pura plastica viola.

 

- Zia, zia! Come si mette questo? - Trillò Lulù, brandendo un tavolino e la parete di un armadio.

 

- No, aspetta... Non così, ti faccio vedere! - Le si avvicinò, sedendosi alle sue spalle e circondandola con le braccia per riuscire ad aiutarla. Proprio mentre cercava di incastrare le due metà del suddetto armadio vittoriano, sentì la tasca dei suoi pantaloni vibrare leggermente. - Scusami un secondo, zucchero. - Sussurrò, mentre sulle sue labbra già si allargava un sorriso. Posò un bacio sui boccoli biondi della sua nipotina, prima di alzarsi e recuperare il suo cellulare che si agitava sempre più freneticamente.

 

- Pronto? - Mormorò, allontanandosi abbastanza dal rumore del salotto. Si infilò nella camera di Monique e nel suo invitante, inviolato silenzio.

 

- Mi manchi da morire, non ce la faccio più... - La sua voce morbida le arrivò all'orecchio come una carezza. Sorrise, abbandonando la schiena contro il muro, prima di lasciarsi scivolare fino al pavimento con un sorriso luminoso che le sfiorava le labbra.

 

- Ciao, Joe. - Soffiò. - Buon Natale anche a te. -

 

- Buon Natale, amore. - Continuò lui, cercando di sovrastare con la sua il rumore di altre due voci che si mischiavano, sempre più vicine.

 

- Amore? - Ripetè, mentre le sue guance si tingevano involontariamente di un delicato color porpora.

 

- Ti dispiace? - Ridacchiò lui, come se l'avesse davanti agli occhi.

 

- No, anzi... E' solo che... Ho passato anni e anni di scuola a sentire le mie compagne venire chiamate così dai loro fidanzati. O Monmon con Gerry. E mi sono sempre chiesta se qualcuno l'avrebbe mai detto a me... - Rispose, arrossendo se possibile ancora di più. - Cosa avrei provato. -

 

- E...? - La incalzò.

 

- Ed è una sensazione meravigliosa... - Concluse. - Manchi anche a me, lo sai, vero? - Sospirò poi, arrotolandosi una ciocca di capelli scuri attorno alle dita.

 

- E tu sai che, da quando sono partito faccio sempre, sempre fatica ad addormentarmi, perchè il mio letto è maledettamente vuoto...? Ho il mio cuscino, le mie coperte... Eppure non servono a niente. - Bisbigliò, mentre lei quasi tratteneva il respiro. - Non ci sei tu. -

 

- Smettila di dirmi queste cose, o non li tiro altri venti giorni! - Ridacchiò lei, cercando di far riprendere al suo cuore un ritmo regolare. - E comunque anche io dormo male, da sola. -

 

Sorrise, aspettandosi da Joe un'altra risposta zuccherosa, ma, al contrario, quello che il ricevitore del telefono le trasmise fu un gran miscuglio di rumori e un sonoro schianto, prima che una voce familiare riemergesse da quel caos.

 

- Joe...! L'hai fatto cadere, guarda! Oh, smettila di tubare e fai parlare anche noi! - Un clic e poi il suono divenne improvvisamente amplificato.

 

- Piccolo? - Domandò, trattenendosi a stento dallo scoppiare a ridere. - Cosa succede? -

 

- Coco! Buon Natale! - La sua voce e quella di Kevin si mescolarono al leggero rumore di sottofondo. - Sei in vivavoce. - Aggiunse.

 

- Anche a voi, ragazzi, come state? - Un leggero tuffo al cuore, nel sentirli chiacchierare e battibeccare come facevano sempre, la informò, dolorosamente, di quanto avrebbe voluto poter essere con loro. Joe le mancava da togliere il fiato, d'accordo, ma anche Nick e quelle loro lunghe chiacchierate riflessive, o Kevin...

 

Kevin che, nel bene o nel male, dopo quello che era successo, non aveva mai smesso di tormentarla neppure nei sogni. Con i suoi occhi, le sue mani... le sue labbra.

Il ricordo di quell'insolito bacio sotto il vischio era ancora fastidiosamente vivido. Come se non bastasse tutto il resto...

 

- Ci manchi. - Nemmeno a farlo apposta, fu proprio la voce del Jonas maggiore a riportarla alla realtà. - E non solo perchè Joe ci esaspera, ricordandoci ogni tre minuti che non ci sei. - Aggiunse. E anche se non poteva vederlo, Coco avrebbe giurato che, in quel momento, sfoderava il sorriso dolcissimo che era così dannatamente suo e che la faceva sciogliere tutte le volte.

 

{E queste sono cose che io non dovrei nemmeno pensare, cacchio.}

 

Ringhiò a se stessa, cercando di concentrarsi su quello che stava succedendo all'altro capo del cavo dove, presumibilmente, Joe stava facendo pagare a suo fratello maggiore gli interessi sull'ultima battutina.

 

- Vi prego, tornate in fretta. -

 

Quando Nick riprese possesso del cordless e riuscì a disinserire il vivavoce, abbandonando gli altri due al loro tafferuglio, quella fu l'unica cosa che riuscì a dirgli.

 

 

***

 

 

Quando Monmon, dopo una buona ventina di minuti, si intrufolò nella stanza per vedere cosa stesse facendo trovò Coco ancora seduta sul pavimento nello stesso punto. Il cellulare ormai spento e la testa nascosta fra le braccia, appoggiate alle ginocchia.

 

- Ehi, tutto bene? - Le domandò, accucciandosi al suo fianco, prima di accarezzarle premurosamente i capelli. Gabrielle non rispose, emise uno strano suono a metà tra un sospiro e un ruggito, persa nei suoi pensieri. - Coco...? Davvero, non... -

 

- Sì, Kev... - Sospirò, senza nemmeno essere troppo sicura di aver sentito la domanda. La sorella maggiore strabuzzò leggermente gli occhi, prima di schiarirsi la gola in un gesto eloquente.

 

- "Kev"? - Ripetè, inarcando il sopracciglio con fare scettico. - Che non sta per Kevin, vero? - Domanda retorica. Parecchio retorica. Coco alzò la testa di scatto, incrociando lo sguardo di Monique proprio nel momento in cui sul suo viso andava allargandosi un sorrisino malizioso.

 

- Eh? - Mormorò, in un fil di voce.

 

- Mi hai appena chiamato "Kev", non te ne sei accorta? - Riprese, sedendosi più comodamente accanto a lei e dando una spinta decisa alla porta perchè si chiudesse. - Tesoro, io credo che dobbiamo parlare... -

 

- Ti ho davvero chiamata...? - Esalò, portandosi una mano alle labbra. Quando Monmon annuì, sbuffò con fare sconsolato. - Dio...! - Ringhiò.

 

Si passò la mano fra i capelli, cercando di reprimere tutta la voglia che aveva di mettersi ad urlare.

 

- Bene. Da cosa vuoi che cominci? - Soffiò, in tono leggermente stizzito. - Da quando ho baciato Kevin sotto il vischio, in un modo che di tradizionale non aveva niente? O no, meglio! Da quando sono andata a letto con lui, pur essendo fidanzata con suo fratello. - Concluse, trattenendo a stento un singhiozzo.

 

- Ok. - Riprese la sorella, non appena riuscì a ritrovare la facoltà di esprimersi in maniera coerente. - Penso che abbiamo un problema... E che dovresti andare con ordine. Sei stata a letto con Kevin?!? - Quasi urlò.

 

Gabrielle prese un respiro profondo, guardando per qualche istante dritto davanti a sè, anche se i suoi occhi chiari stavano visualizzando tutt'altro che la specchiera retrò di Monique.

 

- In realtà non c'è poi molto da dire... E' stato quasi due mesi fa, ormai. - Cominciò. - Ho litigato con Joe, sono scappata e quando Kevin è venuto a cercarmi e mi ha trovata ero... - Esitò, allungando le gambe sottili sul pavimento. - Ubriaca. -

 

- Scusa...? - Si fissarono in silenzio, poi Coco distolse lo sguardo, riprendendo il suo breve racconto.

 

- Sì. Non riuscivo quasi a reggermi in piedi, ci credi? - Sorrise amaramente. - Ed era la prima volta in vita mia che bevevo... Se si può definire "bere", poi. Due tazze di the corretto... credo. -

 

- No, aspetta. Due mesi... E' stato per la storia dei giornali!? E poi... Ubriaca? Ubriaca, Gabrielle?!? - Monmon era livida. Lei annuì flebilmente, catturando i capelli scuri dietro l'orecchio.

 

- Non è stato bello nemmeno per me scoprirlo, credimi. Sta di fatto che di quel pomeriggio e quella notte non ricordo quasi nulla... So solo che la mattina dopo mi sono svegliata, completamente nuda, nel letto di una camera d'albergo. E Kevin era con me. - Singhiozzò.

 

- Io lo uccido, quello. - Sibilò la sorella, strizzando entrambi i pugni.

 

- NO! - La bloccò. - Kevin non... non si sognerebbe nemmeno di farmi qualcosa contro la mia volontà. Questo sono pronta a giurartelo perfino su me stessa. - Arrossì. - Se siamo arrivati fino a quel punto, devo averlo in qualche modo... voluto anche io. -

 

- Qualche modo!? - Monique sembrava un automa, continuava a ripetere le parole di Coco. - Ma ti rendi conto di quello che hai fatto!? Stai parlando di sesso, non di una passeggiata mano nella mano! - Abbaiò, mentre le sue guance pallide si accendevano improvvisamente. - E in quello stato di incoscienza, poi... Senza precauzioni... potevi rimanere incinta, l'hai realizzato questo, almeno? - Coco avvertì una fastidiosa fitta allo stomaco e un brivido freddo lungo la schiena, realizzando in quel momento che all'eventualità di un figlio non aveva nemmeno pensato.

 

- Non... - Bisbigliò. - E' tutto normale. -

 

- No, lo so. - Sospirò Monmon. - A quest'ora te ne saresti già accorta. Io... Ho avuto Luciane a diciannove anni e per quanto l'ami più della mia stessa vita, è un'esperienza che non auguro a nessuno. Un bambino non è un gioco... Un bambino ti sconvolge l'esistenza, nel bene e nel male. Soprattutto se sei sola. - Le poggiò una mano sulla spalla, stringendola appena.

 

- Se fosse successo... Non lo sarei stata. - Si strinse nelle braccia, soffocando l'ennesimo singhiozzo. - So che sembra una cazzata, detta così per dire... Però io credo che Kevin non mi avrebbe mai permesso di affrontare una cosa del genere da sola. - Si portò involontariamente una mano al ventre, mentre con gli occhi cercava lo sguardo della sorella.

 

- Tu credi... Ma gli uomini, davanti alle responsabilità, sono spesso molto più schifosamente codardi di quel che appaiono. Sei davvero tanto sicura che il tuo Kevin non sarebbe scappato a gambe levate? - Ribattè Monique, poco convinta.

 

- Non è il "mio" Kevin. E' Kevin e basta... E' un amico. E comunque no. Lui non sarebbe scappato. Io lo so. -

 

Monmon rimase in silenzio per qualche secondo, osservando Coco di sottecchi, come a voler soppesare qualcosa.

 

- Chiariscimi solo un'ultima cosa... - Sussurrò poi. - Se questo Kevin è così speciale, dolce e responsabile... E tu hai fiducia in lui al punto che, inconsciamente, gli hai permesso di baciarti, di toccarti come non aveva mai fatto nessuno prima... Perchè stai con un altro? -

 

 

***

 

 

 

{ E stringere le mani per fermare
qualcosa che e' dentro me,
ma nella mente tua non c'è.
Capire tu non puoi.

Tu chiamale, se vuoi, emozioni... }

Emozioni - Lucio Battisti

 

 

 

 

Nello stesso momento, dall'altra parte dell'oceano, in un'altra casa, un' altra famiglia e lo stesso discorso che stava per essere intavolato.

 

Kevin appoggiò il cordless nero nel suo supporto sospirando profondamente, prima di sedersi al tavolo della cucina ancora ingombro dei resti del meraviglioso pranzo di Natale che Denise aveva preparato per la sua famiglia. La donna rientrò nella stanza poco dopo, scuotendo la testa riccioluta mentre cercava di non rovesciare il grosso vassoio di vetro che aveva in mano.

 

- Cucciolo, cos'è quel faccino? - Chiese, sistemando tutto nel lavandino già pieno di stoviglie, prima di accomodarsi sullo sgabello accanto a quello del figlio.

 

- No, niente, mamma. - Mugugnò lui, senza nemmeno guardarla. Sbuffò, incrociando le braccia sul tavolo per nasconderci il viso.

 

- Paul Kevin Jonas II. - Esalò Denise, puntellando un braccio sul fianco, mentre con l'altro circondava premurosamente le spalle del figlio. - Credi davvero di poterla dare a bere a tua madre così facilmente? - Kevin sollevò leggermente la testa, esibendosi in uno sguardo cucciolo degno delle migliori performance di Joe. - Non sei mai stato bravo a dire le bugie, tesoro. - Concluse la donna, sorridendo amorevolmente.

 

- Ti assicuro che sto imparando. Molto in fretta. - Mugugnò, lanciando un'occhiata sfuggente in direzione del salotto, dove Joe e Frankie testavano la nuova pista di macchinine che Babbo Natale aveva regalato al piccolo di casa. E arrendendosi all'evidenza che non sarebbe riuscito a nasconderle niente. Non a sua madre. - Joe ti ha parlato di... - Esitò, passandosi una mano fra i riccioli scuri. - ...Gabrielle? -

 

Denise inarcò un sopracciglio, lasciandosi sfuggire un risolino a metà tra il rassegnato ed il divertito.

 

- Non più di qualche miliardo di volte, da quando siete tornati da Parigi. - Sospirò. - Deve avere qualcosa di veramente speciale, questa francesina, perchè tuo fratello è proprio partito per la tangente... -

 

- Cosa ti ha detto di lei? - Chiese, mentre un piccolo sorriso si allargava sulle sue labbra.

 

- Mah... - Cominciò la donna, giocherellando con uno degli anelli che aveva alle dita. - Mi sarei aspettata che mi decantasse tutta una serie di attributi "fisici", definiamoli così. Sai... Quanto è bella, affascinante, attraente... Cose del genere. Normali. - Agitò graziosamente la mano nell'aria, facendo tintinnare i braccialetti che le cingevano il polso. - E invece... - Esitò, lanciando involontariamente una stoccata dolorosissima al cuore di Kevin che mancò un battito. - ...Invece no. Dovevi vederlo, Kev! Aveva una luce negli occhi, mentre parlava di lei... dei suoi modi di fare, del suo carattere. - Amore di mamma.

 

Kevin prese a torturare un inerme tovagliolo di carta che come unica colpa aveva quella di essere stato lasciato sulla sua strada. Cominciò a strapparne gli angoli con sistematica precisione, mentre ascoltava sua madre.

 

- L'ultima volta che ho visto Joe con quell'espressione è stato quando ha preso in mano un microfono per la prima volta. E' come se sorridesse con ogni fibra del suo essere... - Mormorò. Poi fece scivolare una mano sul piano del tavolo, andando a cercare quella di lui che smise per un attimo di straziare il povero pezzo di carta. - Ma tu... Tu che l'hai vista, dimmi, è davvero così... - Si fermò, cercando di trovare un'espressione adatta.

 

- ...Meravigliosa? - Concluse Kevin per lei, abbassando lo sguardo nel vano tentativo di non tradirsi. - Sì, mamma. Sì. Lei è perfino di più. - Esalò, strizzando definitivamente il tovagliolo.

 

Nonostante fosse voltato quasi completamente dall'altra parte, sentì distintamente gli occhi di sua madre puntati su di lui come se volessero radiografarlo.

 

- Kevin... - Cominciò Denise, con una strana sfumatura nella voce. - Guardami. - Si alzò, sporgendosi leggermente verso il figlio che, però, rimaneva fermo sulla sua posizione. - Kevin. - Ripetè, stringendo la presa sulla sua spalla. - Guardami negli occhi e dimmi che non è come penso che sia. -

 

- Mamma... - Tentò. Ma lo sguardo di lei uccise sul nascere qualunque tentativo di svicolare.

 

- Kevin? - Continuò, imperterrita.

 

- Va bene, allora: sono innamorato della ragazza di mio fratello. Anzi, ti dirò di più. Io la amo... La amo con tutto me stesso. - Soffiò. - Ti fa sentire meglio saperlo? - Non troppo, da come le sue guance rosate divennero improvvisamente pallide come un lenzuolo.

 

- Cosa...? - Boccheggiò, tornando a sedersi per avere un solido sostegno.

 

- Lo so che è sbagliato...! Dannazione, lo so! - Ringhiò lui, battendo un pugno sul tavolo. - Ho provato a farmene una ragione, a cercare di dimenticarla... Di essere felice per loro. Ma non ci riesco, mamma! Non... - Si bloccò, nascondendo nuovamente la testa fra le braccia, nel tentativo di soffocare il singhiozzo che era già salito a scuotergli le spalle.

 

- Amore... - Bisbigliò Denise, passandogli dolcemente una mano fra i capelli.

 

- Lasciami stare...! - Abbaiò, scostandosi con un gesto rabbioso.

 

- Non parlarmi con quel tono, signorino! - Sbottò la donna, arpionandogli un braccio. - Per quanti e quali problemi tu possa avere, non sei autorizzato a trattarmi così! Sono tua madre, non una tua amica. L'incazzatura smaltiscitela con qualcun'altro. -

 

- TU NON CAPISCI. - Esclamò. - Se potessi eliminare il nodo che mi sento dentro come si fa con una semplice arrabbiatura, non avrei problemi. E invece quel maledetto se ne sta lì, insopportabilmente doloroso... E a volte, stringe tanto che fatico a respirare. Perchè mi ricorda che lei non potrà mai essere mia... Che lo è stata una volta, per sbaglio e mai più. - Aggiunse poi, stringendo i pugni.

 

- Smettila di alzare la voce con me, Kevin. Ti avverto che stai per passare il limite...! - Sibilò Denise, puntandogli un dito contro. - E comunque io capisco più di quanto tu creda. Ho il doppio dei tuoi anni che, ti assicuro, sono più che sufficienti per... capire, come dici tu. E in ogni caso, io sono qui per te, ma se non vuoi il mio aiuto non hai che da dirlo. - Puntò gli occhi in quelli del figlio, in attesa di una risposta.

 

Kevin sostenne lo sguardo con altrettanta determinazione, chiuso in un ostinato, eloquente silenzio.

 

- Bene. - Riprese. - In questo caso, spiegami l'unico particolare che non mi è troppo chiaro: cosa vuol dire che  è "stata tua"? - Domandò, con la voce che tremava leggermente.

 

Forse il suo subconscio la stava mettendo in guardia... Forse voleva prepararla al colpo che avrebbe subito di lì a qualche secondo. Forse...

Kevin prese un respiro profondo, cercando negli occhi scuri della madre qualcosa che suggerisse la possibilità, anche minima, che Denise potesse... prenderla bene.

 

- Che ho fatto l'amore con lei, mamma. -

 

Nessuna risposta, ma il bruciore sordo alla guancia sinistra arrivò improvviso, doloroso e violento come una secchiata d'acqua gelata, prima che il contraccolpo lo facesse indietreggiare al bordo dello sgabello. Si portò una mano al viso, voltandosi lentamente verso Denise che era ancora immobile, il braccio alzato nell'atto di sferrare un altro schiaffo.

 

Di quelle possibilità, non ce n'era nemmeno mezza.

 

- Non scherzare su queste cose. - Tornò a sibilare la donna. - Non ti permettere...! - Si inumidì le labbra tese, sottili come diventavano solo quando si arrabbiava davvero.

 

- Non sto scherzando. L'ho fatto davvero. - Ribadì lui. - Ma... - La bloccò, sollevando entrambe le mani. - Ascoltami, ti prego: non è stato nè per gioco, nè per sfida o chissà che altro. - Denise sembrò esitare un attimo. Appoggiò la mano al bordo del tavolo, inclinando impercettibilmente il capo per riuscire a guardarlo dritto negli occhi.

 

E Kevin rimase fermo, ricambiando quello sguardo indagatore in modo che potesse trovare tutte le risposte che cercava.

 

- Mi conosci, mamma. Sai che io non agisco mai meramente per istinto... - Bisbigliò.

 

- No... - Rispose la donna in un fil di voce. - Tu non sei Joe. -

 

- Non lo sono. - Annuì, prima di schiarirsi la gola per rinsaldare il tono di voce. - Ho fatto l'amore con Gabrielle perchè la amo. Semplicemente per questo... Perchè, per la prima volta in vita mia, ho sentito il mio corpo, il mio cuore e la mia mente chiedere un'unica, stessa cosa. Ogni singola, microscopica parte di me... la voleva. - Concluse, stringendo a pugno la mano che teneva appoggiata sul tavolo. Denise scrutò ancora per un attimo negli occhi verdi, ormai lucidi del figlio, prima di gettargli le braccia al collo.

 

- Spero almeno che sia stato bello... - Mormorò con voce acquosa, accarezzandogli amorevolmente i capelli e le spalle, mentre lui la stringeva. Kevin annuì, sfiorando la guancia umida della madre con la propria.

 

- Anche di più. - Rispose. - ...Non lo dirai a papà, vero? Io l'anello non l'ho tolto... per Joe, ma anche per lui. Non voglio... - Denise lo fermò, allontanandosi quel tanto che bastava per tornare a guardarlo in faccia.

 

- Non preoccuparti di questo. Sarai tu a dirglielo... quando ti sentirai pronto. - Gli posò un bacio leggero sulla fronte, mentre sulle sue labbra tornava a distendersi il solito sorriso luminoso. - Non posso dirti che ti capirà. Non subito, almeno. Ma io sarò lì per sostenerti. -

 

Senza dire nulla, Kevin le prese una mano e se la portò alle labbra. Poi posò un bacio leggero al centro del dorso, stringendola appena.

 

- Grazie, mamma. - Sorrise, abbracciandola di nuovo. - Ti voglio bene. -

  
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