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Autore: AlfiaH    16/05/2015    2 recensioni
[Destiel/Sabriel/ lievissimi accenni alla DeanXLisa, alla Megstiel e alla SamXRuby - Castiel ispirato alla sua End!Verse - AU]
Dean e Castiel si sono lasciati un anno fa e non si parlano da allora, ma Gabriel ha bisogno d'aiuto e Sam è piuttosto disperato.
Dal testo:
“Vuoi dirmi perché sei qui – perché siamo qui, o devo aspettare che Dio mi conferisca il potere della chiaroveggenza?” sbotta Castiel. È nervoso, nasconde la mano destra in una tasca, spera che smetta di tremare.
“Lo sapresti se ti fossi degnato di rispondere a quel cazzo di telefono!”
[...]
“Ho lasciato anche medicina. Ho mollato tutto quando- Cristo, non sono abbastanza fatto per affrontare questa conversazione”. Castiel preme i palmi sulle tempie, la testa gli sta per scoppiare.
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Quasi mai di mamma ce n'é una sola



10 aprile, 1983
Dal diario di John Winchester
 
Tutto procede secondo i piani.
Siamo partiti stamattina presto da Albuquerque  ed abbiamo guidato per quasi quattordici ore di fila: non ho mai odiato tanto le auto in vita mia. Attualmente siamo fermi a Las Vegas, i miei amichevoli accompagnatori hanno deciso di divertirsi un po’. Come biasimarli. Domani arriveremo a San Francisco. Incontrerò il Re. Devo aver conquistato la sua curiosità con il lavoretto a Ditroit. Sembra che rapinare banche da soli non sia roba da poco – a quanto pare se l’è bevuta. Ringrazierò il dipartimento di Ditroit per la collaborazione: questa cosa sta prendendo sembianze enormi. Non so se esserne contento. Qualcuno potrebbe farsi male.
A meno che non sia già successo.
Pam è in silenzio radio da due settimane. È strano, ma mi fido di lei (e dei suoi metodi poco ortodossi). È arrivata a Crowley prima di me: è un tipo in gamba, devo riconoscerglielo. C’era d’aspettarselo dall’MI7 (a quanto pare Crowley ha un passato in Inghilterra, chi l’avrebbe mai detto). Possiamo incastrarlo.
Domani mi chiederà di guadagnarmi la sua fiducia, probabilmente mi lancerà una sfida. Sono pronto a tutto.
Questa missione è troppo importante.
Bussano alla porta; dicono di aver trovato la moglie perfetta per me.
 
 
4 Maggio, 1983
Dal diario di John Winchester
 
Ho ucciso una donna.
Si chiamava Sara ed aveva tre figli.
Non so quale sia stata la sua colpa, ma dubito che ne esista una tanto grave da giustificare una tale condanna senza un equo processo.
Mi ha implorato di non farlo e le ho sparato in mezzo agli occhi.
Era innocente; forse Pam ha ragione, non sono tagliato per questo lavoro. Lei è a San Diego, per conto di Crowley. Sta bene.
Non ne sono sicuro per quanto riguarda me. Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo il viso di quella donna. È stato per una giusta causa: l’unica cosa che mi aiuta a sopportare il senso di colpa.
Il re non si è ancora fatto vedere, però. Ci comunica gli ordini tramite una portavoce, una strega dai capelli rossi.
Quella donna ha qualcosa di malvagio. C’è anche lei nei miei incubi.
Spero di riuscire a chiudere occhio stanotte. Domani raggiungerò Pam.
 
 
10 Maggio, 1983
Dal diario di John Winchester
 
C’è stato un tempo in cui amavo la California, malgrado non ci fossi mai stato; la amavo attraverso le parole di mio padre, che l’amava – io lo amavo, e per questo amavo la California: il tepore del sole, le fronde verdeggianti, il mare, il vento tiepido…
A volte un racconto deve rimanere un racconto.
Il caldo mi soffoca, la pistola sta sempre per evaporarmi via dalle mani;
gli alberi offrono riparo a chi ha tempo per riposarsi, noi abbiamo parecchia fretta. Il colpo a San Diego è riuscito: un paio di giorni per organizzare il piano e meno di tre minuti per metterlo in atto.
Ho parlato con questo tale, Pancho, che ci ha procurato tutto il necessario – credevo fosse un pezzo grosso, ma quando gli ho chiesto di Crowley, non ha saputo dirmi nulla. Un buco nell’acqua.
Non ho visto Pam e nemmeno speravo di vedere il mare.
 
16 Maggio, 1983
Dal diario di John Winchester
 
Ho trovato un informatore. Lo incontrerò stanotte al Panglos, il locale appena fuori Union Square. Non nutro molte speranze. Tanto comunque non sarei riuscito a dormire.
 
 
Stando al mio informatore, Crowley si dirige a Sacramento. Dubito della sua affidabilità – un suo amico gli ha detto che gli hanno detto…
Mi ha dato un nome: Lilith. Ho il suo indirizzo.
Domani tenterò qualcosa.
 
 
18 Maggio, 1983
Dal diario di John Winchester
 
Lilith è una prostituta. Una delle migliori, mi hanno detto. Gestisce un bordello giù al porto (se ti affacci dalla sua finestra puoi addirittura vedere Alcatraz) ma non ha saputo dirmi nulla sull’aspetto di Crowley. A quanto pare lui non frequenta quel genere di posti, preferisce divertirsi nei suoi appartamenti. Lilith non ne sembrava contenta, in compenso aveva voglia di parlare. Una puttana di Albuquerque, pelle e capelli scuri, un tatuaggio a forma di farfalla sul collo. Non ha saputo dirmi altre informazioni significative, a parte il fatto che è una puttana. Non dovrebbe essere difficile da rintracciare.
Comunque la mia permanenza a San Francisco cominciava a destare sospetti.
 
20 Maggio, 1983
Dal diario di John Winchester
 
Finalmente ieri sera ho rivisto Pam. Ha un aspetto decisamente migliore del mio (oltre ad essere sempre bellissima) ed un’aria allegra.
Quando le ho chiesto cosa avesse ha semplicemente scosso la testa, mormorando un “niente” – la stessa risposta che mi ha dato alla domanda “novità sul caso?”
Ho l’impressione che lei sappia qualcosa e che non voglia rivelarmelo (lo scoprirò comunque, come ho scoperto i suoi movimenti nelle ultime settimane).
“Ho una traccia, devo solo riuscire ad avvicinarmi. È la pista giusta, ne sono sicura. Tra qualche mese – mese? Ma che dico! Tra qualche settimana avremo l’identikit di Crowley e delle prove che lo incriminino come orchestratore di tutti i reati”, sorridendo come una volpe, “fidati”.
“Cautela”, era l’unica cosa che potevo dirle.
 

 
1 Giugno, 1983
Dal diario di John Winchester
 
Ho fatto rapporto a Huge: Crowley sembra un fantasma. Nemmeno quelli della sua cerchia non sanno – o non vogliono – dirmi dove sia. Ci sono opinioni contrastanti sull’aspetto.
Sogno ancora gli occhi di quella donna.
 
 
17 Giugno, 1983
Dal diario di John Winchester – lettera di Eve Novak a John Wincheser

Caro Johnny,
come ti butta l’esistenza? Ti ricordi ancora di noi? Sei ancora vivo?
Sono mesi che aspettiamo tue notizie. Ti sei sposato a Las Vegas, hai messo incinta una sgualdrinella e hai paura di dirmelo? Fai bene, John.
Anche Bobby è arrabbiato con te – e non nel modo in cui è arrabbiato con tutti. Che diamine!
Capisco che tu sia impegnato con il lavoro (di questi tempi, poi, averne uno è già un miracolo), ma nemmeno il tempo per far sapere ai tuoi amici che stai bene? Com’è la vita da quelle parti?
Io ho delle grandi notizie. Non volevo dirtelo così, ma non mi dai altra scelta, quindi…
Sono incinta- si, hai letto bene, INCINTA. Io e Charles siamo incinti, ma lui si comporta da idiota ed è già nel panico e mi fa uscire dai gangheri perché, insomma, chi è che tra meno di tre mesi dovrà partorire un bambino?
Si, hai letto bene di nuovo, TRE MESI, John. Ho già un pancione enorme e sembro una balena, lo so, ma- vorrei che tu ci fossi quando nascerà il piccolo Balth (si, è il diminutivo di Balthazar, niente battute cretine sui tre magi). Ho promesso a Charles che sarà lui a scegliere il nome del prossimo, ma penso che sappia che non glielo permetterò mai. Ho già una lista di tutti i nomi dei miei prossimi figli- te la farò leggere quando tornerai a casa. Lawrence, te la ricordi, John? Kansas. Dove c’è la tua famiglia. Mi sento così sola ultimamente, mi manchi. Ci manchi.
Ieri sono andata a scegliere la culla per Balthie e mi è venuta l’ansia. Manca così poco e sono così terrorizzata e Charles non mi aiuta. Non so se ne sarò in grado, Johnny. C’erano così tante culle,  ci sono così tanti bambini nel mondo, con così tante madri; vorrei potergli dare la migliore, ma non so nemmeno se sarò in grado di dargliene una. Lo so, sono patetica… E poi non riesco ad essere felice. Avere un bambino è una bella cosa, ma noi non l’avevamo previsto… E’ arrivato all’improvviso. Bobby e Karen invece ci provano da una vita e…
Telefona a Bobby prima che puoi, ha davvero bisogno di te.
Un paio di mesi fa ho consigliato a Karen di fare il test per la sterilità, come ultima spiaggia. Era un’ipotesi orribile, ma avevano davvero provato di tutto e non sapevo davvero cosa dirle… A saperlo avrei tenuto chiusa la mia boccaccia. Qualche giorno fa sono andati da uno specialista. Quando sono tornati Karen aveva ancora gli occhi lucidi e, quando ho provato a chiedere notizie, è scoppiata in lacrime. Non penso ci sia bisogno di dire altro. Non la vedo da allora, rimane sempre chiusa in casa e Bobby ha un’aria così triste da spezzarmi il cuore. Siamo molto preoccupati per lei, si rifiuta persino di mangiare. Bobby dice che è soltanto un brutto periodo e spero davvero che sia così, perché Karen è una persona splendida e sarebbe una madre fantastica – e in giro ci sono troppi bambini che non ne hanno una. Poi, comunque, questo non è esattamente il momento migliore per mettere su famiglia, sai, con la crisi economica e tutto… Inoltre i bambini sono delle pesti, lo sanno tutti!
Glielo ripetiamo in continuazione, credimi. Non sappiamo più cosa inventarci per tirarle su il morale. Forse è una cosa che deve passare da sé, forse quando conoscerà il piccolo Balth si convincerà ad adottare un bambino – o forse cambierà idea. Forse per allora sarà già tutto sistemato e Balth avrà un cuginetto. Se tu fossi qui, mi proporresti di andare subito da una chiaroveggente. Tu e le tue idee strampalate ci mancate, John.
Scrivici presto,

 
Eve ed il piccolo Novak.
 
18 Giugno, 1983
Dal diario di John Winchester

Ieri ho ricevuto la lettera di Eve al monolocale che ho affittato ad Albuquerque. Non ricordo di averle dato quest’indirizzo, ma Eve riesce sempre a sorprendermi – sembra più un segugio che un’avvocatessa.
Vorrei poter scrivere a Bobby, chiedergli come sta Karen, stargli vicino – vorrei poter telefonare ad Eve per prenderla in giro, perché che razza di nome è “Balthazar”?!
Mi mancano i ragazzi, mi manca Lawrence. Non sarà facile farmi perdonare quando tornerò a casa, probabilmente mi toccherà fare da babysitter a qualche marmocchio. È stupido, ma l’idea mi fa sorridere –Bobby alle prese con una ragazzina complessata, il piccoletto di Eve che fa i capricci a tavola, Karen che mette tutti d’accordo. Sono sicuro che starà bene.
Mi manca la mia famiglia.
Una volta abituatici, Albuquerque non è male. Le persone sono amichevoli, le ragazze disponibili; sarà tutta la meth che circola a rendere gli animi più soft. È quasi divertente, da un certo punto di vista.
Come sbirro, invece, non riesco a non notare i lividi sui polsi di Catlyn. Le ho chiesto chi gliele avesse fatti, ma lei mi ha baciato e non ho più fatto domande. L’ho incontrata per strada qualche notte fa, era tra le amiche che Sacho voleva presentarmi. Lei mi ha guardato supplicante ed io non ho detto nulla: cercavo la mia puttana. Nessuna aveva un tatuaggio a forma di farfalla sul collo, quindi alla fine ho scelto Catlyn.
 
 
30 Agosto, 1983
Dal diario di John Winchester – lettera di Pam a John

Non esiste.
Non esiste nessun Crowley, John. È tutta un’invenzione. O meglio: esiste, ma non è chi crediamo che sia. È uno pseudonimo di una donna. Si chiama Rowena ed ha i capelli rossi. Ti dice niente? È quella puttana che ci fa da intermediario. Possiamo incastrarla al prossimo colpo, ho un testimone, ma non ho tempo di scrivere.

Tra due giorni a Detroit, a mezzogiorno, dove ci siamo incontrati la prima volta.
Pam.
 
 
4 Settembre, 1983
Dal diario di John Winchester

 Grandi novità sul caso: Rowena. Il primo progresso dopo mesi e mesi di indagini. L’abbiamo sempre avuto sotto al naso, Crowley, con quei suoi sorrisi affettati, gli inchini irriverenti e quegli odiosi “riferirò”. Era così ovvio- ci siamo così vicini. È tutto collegato a lei- spaccio, prostituzione, rapine. Abbiamo delle registrazioni che la inchiodano.
Uno dei boss più ricercati degli Stati Uniti incastrato da uno degli agenti più giovani  (e più in gamba) dell’FBI e, okay, da una squattrinata agente dell’MI7 – che ha fatto la maggior parte del lavoro, e non senza conseguenze.
D’altro canto, solo una donna poteva incastrare un’altra donna.

A proposito di questo, dovrò fare a meno dell'aiuto di Pam questa volta: è già al quinto mese di gravidanza, non fa rapporto da settimane. Probabilmente le toglieranno il caso, anche mi ha fatto promettere di non dire nulla – come se ce n’è fosse bisogno, è enorme. Non mi ha confidato nulla circa il padre e non ho insistito; so soltanto che si chiama Fergus, ma sospetto che mi stesse prendendo in giro - insomma, che razza di nome è "Fergus"?
Comunque.


La prossima settimana arriveranno delle armi dal sud, a Sacramento, in un piccolo porto. Lei ci sarà.

La prenderemo.
 
 
20 Novembre, 1983
Dal diario di John Winchester
È andato tutto a puttane.
Pam è stata scoperta, la sua fonte ha cantato. Ora lei e suo figlio sono sotto la tutela dell’FBI, tornerà in Inghilterra appena si saranno calmate le acque. Crowley, Rowena, ci sta cercando ovunque, non avrà pace finché non ci avrà trovato.
Non posso tornare in Kansas. Metterei in pericolo la mia famiglia.
Cazzo.
C’eravamo così vicini. E adesso? Questo lavoro è la mia vita.
Abbiamo arrestato Sancho e qualche altro contrabbandiere, a Ditroit se la sono data a gambe prima che potessimo fare nulla.
Ho visto Pam per l’ultima volta alla centrale, non mi era mai sembrata così sconvolta. Non ha spiccicato parola, mi ha semplicemente abbracciato.
E ha pianto.
Non abbiamo avuto tempo di parlare. Le uniche parole che sono sicuro di aver sentito sono “non mi perdonerà mai”, ma potevano significare tutto e niente.

 25 Dicembre, 1983
Dal diario di John Winchester, lettera da Eve Novak a John Winchester
 
John… Quello che mi hai chiesto di fare è impossibile, ci sono delle procedure per queste cose. Non puoi semplicemente prendere un neonato e piazzarlo in una famiglia qualsiasi. Ci sono dei canoni da rispettare, potrebbero volerci mesi. E poi, la madre? Questa Pam di cui parli è d’accordo? Il padre? Ci sono troppe cose che non mi dici. Che succede, John? Perché non posso parlarne con Bobby e gli altri? Sparisci per mesi e poi, quando finalmente ti decidi a farti sentire, te ne esci con questa storia assurda. Hai almeno ricevuto la mia lettera? Come faccio a trovare una casa a tuo figlio (perché è tuo figlio, vero?) in un paio di giorni? Anche sfruttando le mie conoscenze in tribunale, è poco più che impossibile. E non posso tenerlo io, lo sai. Charles non sarebbe mai d’accordo, e comunque dovrei dare spiegazioni ai vicini, anche se ormai Bobby è sempre quasi in ospedale da Karen… Non l’hai più chiamato, suppongo. Sembrava essersi ripresa quando aveva cominciato a frequentare gli incontri alla chiesa cattolica, ma non l’ho mai vista così depressa come negli ultimi tempi. Non posso presentarmi con un altro bambino, capisci? E poi questa povera creatura dovrebbe affrontare un viaggio così lungo, in macchina? Johnny, amico mio, sicuro di non aver picchiato la testa? Magari il sole messicano…
Ascolta, chiama appena puoi e ne parliamo, le lettere ci mettono secoli ad arrivare. Il nostro numero è sempre lo stesso, te lo scrivo infondo nel caso tu lo avessi dimenticato.
Eve.
 
 
 
18 Gennaio, 1994
Dal diario di Eve Novak
 
Caro Gabriel,
sei il casino più dolce che mi sia mai capitato. Non mi interessa se sei il figlio di John, o di questo Fergus di cui John parla nel suo diario, di una spia inglese o di tutto l’FBI, da oggi in poi sei soltanto Gabriel Novak – e sei fortunato perché papà ha trovato un compromesso tra un nome piuttosto normale ed il nome di un angelo. È la prima volta che andiamo d’accordo su qualcosa, quindi è un buon inizio.
Non ti preoccupare se Balth sembra un po’ geloso, è una primadonna per natura , e poi ho letto che è normale per il primogenito essere leggermente stronzo con i fratelli minori – inoltre temo che sia una cosa genetica.
Quello che voglio dire, tesoro, è che tra fratelli è normale. Anche lo zio Bobby potrebbe sembrarti un po’ seccato delle volte, ma è tutta apparenza: lui adora i bambini e adorerà te. Lo zio John, invece… Beh. Lui è una cicogna. Ricordatelo quando mi chiederai come nascono i bambini – non pensare nemmeno di chiederlo a tuo padre, potrebbe strozzarsi. Comunque, lo zio John è una brava persona. Spero che un giorno avrai la fortuna di incontrarlo, come l’ho avuta io.
Devo essere onesta con te, Gabe. Io non so se sarò una brava madre, non so se riuscirò a venire a tutte le tue recite o alle tue partite di calcio, ma prometto che ci sarò per i momenti importanti. Ti prometto, come l’ho promesso a Balthazar, che farò del mio meglio per renderti felice, che ti striglierò perbene quando prenderai un brutto voto a scuola e ti imbrillantinerò i capelli per il ballo di fine anno. Prometto che ti metterò in imbarazzo con i tuoi amici, che lancerò occhiate ambigue alle tue ragazze (o ragazzi) e che mi impegnerò a sembrare attenta quando mi racconterai del film che hai visto in TV. Perché è questo che fa una famiglia: ti sopporta, ti supporta e si preoccupa per te; non importa che gruppo sanguigno tu abbia.
Non sono un tipo sentimentale, ma non riesco ad esprimere a parole ciò che provo mentre vi tengo tra le braccia; è come se fossi nata per fare questo, come se il mio indice fosse stato creato a posta per essere avvolto dalla tua manina, e non esiste nulla di più perfetto.

Con amore,
Mamma.
 

 
 #Angolo della disperazione

Hello boys!
Ecco svelato /almeno in parte/ il mistero! Delusi? Sorpresi? Vi aspettavate dello SciuepZ?
Avete idea di quanto sia difficile cercare di simulare ottanta stili di scrittura diversi? Che poi sembrano tutti uguali? Perché continuo a fare domande stupide invece di passare alle note?
Ebbeh?
Albuquerque è una città del Nuovo Messico, e tu che guardi BB lo sai.
Per chi non ha visto la decima stagione: Rowena è la madre di Crowley, che in realtà si chiama Fergus. Quindi Fergus è Crowley.
Alla prossima?
Gli illuminati?
*rotolavia delirando*


 
  
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