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Autore: effe_95    16/05/2015    4 recensioni
Questa è la storia di diciannove ragazzi, i ragazzi della 5 A.
Questa è la storia di diciannove ragazzi e del loro ultimo anno di liceo, del loro affacciarsi a quello che verrà dopo, alla vita. Questa è la storia di Ivan con i suoi tatuaggi , è la storia di Giasone con le sue stelle da contare, è la storia di Italia con se stessa da trovare. E' la storia di Catena e dei fantasmi da affrontare, è la storia di Oscar con mani invisibili da afferrare. E' la storia di Fiorenza e della sua verità, è la storia di Telemaco alla ricerca di un perché, è la storia di Igor e dei suoi silenzi, è la storia di Cristiano e della sua violenza. E' la storia di Zoe, la storia di Zosimo e della sua magia, è la storia di Enea e della sua Roma da costruire. E' la storia di Sonia con la sua indifferenza, è la storia di Romeo, che non ama Giulietta. E' la storia di Aleksej, che non è perfetto, la storia di Miki che non sa ancora vedere, è la storia di Gabriele, la storia di Lisandro, è la storia di Beatrice che deve ancora imparare a conoscersi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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I ragazzi della 5 A
 
9.A voce troppo alta, Distrazioni e Registrazioni.
Ottobre
 
<< Continuerai a non rivolgermi la parola ancora per molto tempo Igor? >>
Telemaco era scoppiato all’ultima ora del 5 ottobre, mentre Enea, Beatrice, Zosimo, Oscar e Lisandro esponevano il loro progetto, l’ultimo finalmente. Al suo fianco, Igor stava prendendo assiduamente i suoi appunti, nel solito comportamento composto che assumeva sempre quando era interessato a qualcosa. Non si voltò nemmeno quando gli rispose.
<< Se non mi sbaglio, ti ho sempre rivolto la parola. Come in questo momento >>
Telemaco alzò gli occhi al cielo, era da più di due settimane che Igor si comportava in quel modo freddo e ostile.
<< Lo sai cosa intendo Igor! Non puoi fare così solamente perché ti ho detto la verità! >>
Telemaco si accorse di aver alzato un po’ troppo la voce, perché Gabriele e Aleksej, che erano seduti d’avanti a loro, si girarono con espressioni confuse.
Igor smise di prendere appunti, ma continuò a tenere lo sguardo fisso davanti a se, con i sottili occhi verdi leggermente socchiusi e la mascella contratta.
<< E quale sarebbe la verità Telemaco? >>
<< Che ti piace da impazzire Zoe Bassi! >>
Igor tremò quando sentì quelle parole, gli sembrò che tutta la classe le avesse sentite e che Telemaco avesse urlato a squarciagola. Si guardò intorno con il cuore in gola, ma nessuno aveva sentito nulla, perché l’amico aveva solo bisbigliato.
<< Smettila! Se l’hai capito, perché mi hai detto quella cattiveria?! >>
Igor stringeva la penna talmente forte che la plastica bianca si sarebbe spaccata da un momento all’altro sotto la sua stretta, continuava a non guardare Telemaco, che a sua volta aveva spostato lo sguardo su Enea, che stava esponendo la sua parte di progetto.
<< Perché volevo che tu ti svegliassi. Se non ti dai una mossa, la perderai. Igor, lei non sa nemmeno che esisti! >>
<< Adesso stai esagerando Telemaco! >>
Igor aveva letteralmente gridato, quella volta non era stato uno scherzo della sua immaginazione, quelle parole le aveva urlate con forza, perforando l’orecchio del suo migliore amico e facendo girare l’intera classe verso di lui.
La professoressa Elettra Valenti di scienze della terra lo fissava con sguardo contrariato dall’altra parte dell’aula, con i pugni serrati sui fianchi e un sopracciglio sollevato.
Igor diventò viola, si guardò intorno con le gote in fiamme e notò che Zoe lo stava fissando stupita, come se l’avesse sentito parlare davvero per la prima volta.
Il lato positivo era che almeno Zoe aveva scoperto della sua esistenza, dopo cinque anni di scuola insieme.
 
Quel pomeriggio Catena era distratta, Romeo era sovrappensiero e Italia non faceva altro che andare a sbattere contro la gente.
Avevano deciso insieme di andare al centro Commerciale per una passeggiata e un ultimo gelato prima che cominciasse il gelo, ma erano distratti e parlavano poco.
Quando arrivarono alla loro gelateria preferita, un po’ infantile e dai colori sgargianti, si lasciarono cadere attorno ad un tavolo con fare distratto, Catena non la smetteva di giocare con la punta della sua treccia, Romeo tormentava ritmicamente i lacci della sua felpa sgargiante e Italia non la smetteva di aggiustarsi gli occhiali sul piccolo naso.
<< Cosa prendete, ragazzi? >> Tutti e tre sollevarono contemporaneamente lo sguardo e guardarono la cameriera perplessi, come a chiedersi cosa ci facesse lì, Catena fu la prima a riprendersi dal trans.
<< Io un frappé alla vaniglia >> La cameriera prese nota e poi si voltò a guardare Romeo con un bel sorriso malizioso, ma il ragazzo la guardò distrattamente.
<< Una crema al caffè e nocciola per favore >>
<< Io prendo un frappé al pistacchio >> Completò Italia, e quando la cameriera se ne fu andata, i tre si guardarono negli occhi e sorrisero.
<< Oggi forse non era esattamente la giornata adatta >>
Disse Romeo, lanciando un’occhiata un po’ tirata e imbarazzata ad Italia, che non ricambiò affatto lo sguardo. Il ragazzo ricordava molto poco di quello che era successo all’Olimpo qualche sera prima, ma Gabriele gli aveva detto che aveva dato un po’ di matto e l’aveva baciata. Da quando l’aveva scoperto non faceva altro che pensarci.
<< Si, forse non lo era >> Mormorò Catena tormentando la sua treccia.
<< A proposito Italia … ecco … >> Cominciò a parlare Romeo, torcendosi le mani, la ragazza si girò a guardarlo accigliata << … per caso mercoledì … ti … ti ho baciato? >>
L’ultima parola Romeo la pronunciò con un filo di voce, in falsetto, Italia lo scrutò a lungo prima di rispondere, vedeva l’amico completamente nel pallone, sembrava quasi che avesse commesso peccato mortale per aver fatto una cosa del genere.
<< Eri ubriaco fradicio Romeo, hai bevuto birre a destra e sinistra. E poi, oltre ad avermi baciata, dopo hai anche vomitato sulle mie scarpe. >> Raccontò Italia con un leggero sorriso sulle labbra, mentre vedeva l’amico inorridire alla sola idea di essersi comportato così male.
<< E’ disgustoso >> Mormorò avvilito << Non berrò mai più! >>
<< Si grazie, così non dovrò raccogliere il tuo vomito dalla scarpe di Italia che saltella inorridita! >> Intervenne prontamente Catena con una finta aria di rimprovero stampata sulla faccia, i tre scoppiarono a ridere contemporaneamente, poi arrivò la cameriera con i loro ordini. Romeo pagò per tutti e tre, e quando ebbero finito di bere i frappé e la crema di caffè e nocciola si separarono.
Romeo tornò a casa perché aveva dei compiti di matematica da recuperare, Italia e Catena rimasero ancora un po’ nel centro Commerciale, entrando ogni tanto in qualche negozio di abbigliamento. Si trovavano proprio in uno di questi quando Italia decise di vuotare il sacco.
<< Ehi Catena, ti ricordi quando volevo accennarti quella cosa successa con Ivan in cartolibreria? >> Cominciò a raccontare la ragazza, mentre scrutava con fare distratto un vestitino color crema che aveva preso dallo stand. Catena si fece immediatamente attenta e smise di martoriare la sua lunga treccia nera. << Ecco, ho scoperto che Ivan ha tatuato sulla spalla “ Italia” >> Catena fece un sobbalzo quando sentì quelle parole.
<< Si è tatuato il tuo nome sulla spalla?! >> Sbottò la mora con enfasi, Italia sospirò pesantemente e posò il vestito, passando ad osservarne un altro, quella volta azzurro.
<< Ovviamente no Catena, ma io come una stupida gliel’ho chiesto. E da allora non smetto di pensare a lui e a quei maledettissimi occhi verdi che si ritrova! >> Sbottò Italia, posando malamente il vestito azzurro al suo posto, Catena la seguiva perplessa, con le sopracciglia folte e scure aggrottate.
<< Ma … da come ne parli, si direbbe che tu avresti voluto davvero che quel tatuaggio rappresentasse il tuo nome. >> Italia smise di fare quello che stava facendo e si girò a guardare l’amica, che la osservava piena di aspettative con quei suoi grandi occhi azzurri. Per la prima volta da quando quel tarlo le era entrato in testa, Italia si rese conto che Catena aveva ragione, che nel profondo dei suoi desideri, avrebbe voluto che quel tatuaggio fosse per lei, ma non vi trovava alcun senso logico.
<< Questo non ha alcun senso per me Catena, Ivan è sempre stato un buon amico >>
<< Perché tu non gli a hai mai permesso di essere nient’altro. Non ci hai mai nemmeno pensato >> A quelle parole Italia afferrò nuovamente il vestito color crema con foga e trascinò la migliore amica verso i camerini, mentre diceva: << Oggi sei molto saggia eh?>>
Catena rise mentre si lasciava trascinare, ma in cuor suo pensava che Italia alla fine non avesse risolto nulla del tumulto che le incendiava il cuore. Il negozio era quasi completamente vuoto, a parte loro due vi erano solo altre tre persone che vagavano tra i prodotti, così anche i camerini erano liberi, solamente uno sembrava occupato.
Catena si mise comodamente seduta fuori, mentre Italia si provava i vari articoli che aveva raccolto.
<< E tu invece? Perché sei così pensierosa? >> La voce di Italia giunse ovattata dall’interno del camerino, Catena, seduta sul divanetto bianco senza schienale, abbassò gli occhi e prese a giocate freneticamente con la borsa di pezza, come faceva sempre quando era nervosa.
<< E’ per Oscar, non capisco cosa voglia da me. Ti ricordi quando mi sono fatta male e abbiamo parlato da soli? Mi ha esplicitamente chiesto di andare all’Olimpo il mercoledì, ma poi non mi ha nemmeno rivolto la parola, se non un accenno stentato di saluto >>
Catena si sentì immensamente frustrata nel ricordare quel momento, ricordava di aver avuto un’ansia assurda per tutta la sera e di essere tornata a casa delusa come mai lo era stata in vita sua. Non sapeva precisamente cosa aspettarsi, ma evidentemente qualcosa di sicuro.
<< Ma tu sei sicura che il suo fosse un invito? >> La voce ovattata di Italia rimase sospesa nell’aria per un po’, si sentirono solamente il rumore delle grucce riposte, di zip tirate, ma Catena non fiatò per un po’, poi si decise.
<< Non lo so … lui ha detto: Vorrei che venissi. Come lo devo interpretare? >>
Quella volta toccò ad Italia aspettare un po’ prima di rispondere.
<< Lui ti piace, vero? >> Domandò uscendo finalmente dal camerino, reggendo sul braccio destro i capi da posare e sul sinistro quelli da acquistare. Catena notò che alla fine avrebbe preso solamente il vestito color crema, quello che all’inizio aveva scartato.
<< Tantissimo, Oscar mi piace tantissimo. >> Italia sorrise con affetto, perché notò che gli occhi di Catena si erano fatti un po’ lucidi, la raggiunse, si sedette accanto a lei e la strinse in un abbraccio stretto, con tutti i vestiti sulle braccia.
<< Andrà tutto bene, promesso. Andiamo a pagare dai, che poi voglio andare a vedere qualche negozio di scarpe >>
Non appena Catena e Italia si furono allontanate dal reparto camerino, la seconda tenda occupata si aprì lentamente e Sonia Castelli mise fuori la testa, per accertarsi che se ne fossero andare davvero. Stava provando un paio di jeans quando aveva riconosciuto le voci delle sue compagne di classe, all’inizio aveva provato l’impulso di uscire e fare un po’ di sarcasmo su di loro, ma le era venuta in mente un’altra idea.
Guardò con soddisfazione la registrazione appena fatta con il cellulare.
La prossima serata all’Olimpo sarebbe stata movimentata.

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Effe_95

Buonasera a tutti :)
Comincerò queste note con il dire che non sono proprio soddisfatta di questo capitolo.
L'ho riscritto almeno tre volte, ma alla fine è uscito così e ho deciso di postarlo ugualmente piuttosto che riscriverlo ancora e ancora. Nella prima parte vediamo Igor e Telemaco in un tentativo non proprio riuscito di riappacificazioni. Nella seconda parte invece, abbiamo Catena, Romeo e Italia, con un Romeo leggermente imbarazzato per il bacio che nemmeno ricorda. Ci tenevo molto che in questo capitolo venisse fuori il rapporto di amicizia tra Catena e Italia.
Sonia agirà nel prossimo capitolo ;)
Volevo dirvi già da adesso che nelle prossime settimane sarò un po' incostante, ho tre esami da dare, quindi spero possiate capirmi. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere se fa schifo come penso.
Grazie mille come sempre a tutti.
Alla prossima spero :)

 
  
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