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Autore: Em_    17/05/2015    7 recensioni
Emma è diventata l'Oscuro. L'ha fatto per salvare Regina, l'ha fatto perché era la cosa giusta.
Ma adesso cosa succederà? Come affronteranno una cosa tanto grande?
Che ne sarà della Salvatrice? Che ne sarà di lei e Killian?
E se Emma si portasse dietro un segreto davvero enorme?
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Dal prologo: Mi dispiace, ma è la cosa migliore per tutti, soprattutto per Henry. Se gli facessi del male ne morirei, per favore raccontategli tutto domattina. So che mi odierete, lo so, ma se me ne vado da qui non farò del male a nessuno, senza la magia, senza questo potere sono solo una ragazza come tante. Tornerò da voi, lo prometto ma solo quando avrete trovato Merlino. Vi voglio bene.
Emma.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The right thing to do

Un anno e mezzo dopo…

La mia vita non è andata esattamente come l’avevo programmata, ho dovuto lasciare tutta la mia famiglia e scappare. Ho abbandonato mio figlio, di nuovo. Ho abbandonato l’uomo che amavo, o meglio, che amo tutt’ora. Ho abbandonato tutto solo per proteggerli. Mi telefonavano spesso prima, soprattutto Henry e Killian, ma ho troncato i rapporti circa nove mesi fa. Non ho più risposto alle loro chiamate, ho semplicemente detto che stavo bene e che non avrebbero dovuto cercarmi. Mi sono limitata a qualche augurio per le feste e per i vari compleanni. Ho dovuto farlo o avrebbero scoperto il grande segreto che mi porto dietro e non posso permettere che a Storybrooke si sappia una cosa del genere perché ho troppa paura che qualche psicopatico esca dalla città per venire a cercarmi e a cercare loro… Le mie figlie, sì, due gemelle, due splendide bambine di quasi nove mesi. Ho smesso di comunicare con la mia famiglia dal momento in cui sono venute al mondo, devo proteggerle e se questo significa farmi odiare non m’importa è un sacrificio che sono disposta a correre. L’unica cosa che mi uccide davvero è il non poter stare insieme ad Henry, è figlio mio tanto quanto loro e purtroppo non mi sto comportando come la madre che merita. Speravo avrebbero trovato presto quel mago ma ancora non hanno nessuna novità, il nulla più totale. Non avrei voluto partorire da sola un’altra volta, avrei voluto Killian al mio fianco, avrei voluto che Charlotte ed Hannah avessero vicino il loro papà, avrei voluto che mio figlio conoscesse le sue sorelline, avrei davvero voluto una vita migliore per tutti. Ed è colpa mia infondo, io ho scelto di accettare l’oscurità per salvare Regina, anche se non mi pento minimamente di averla aiutata avrei preferito un finale diverso per me. In ogni caso oramai è inutile piangere sul latte versato, ho cresciuto le bimbe da sola finora e lo continuerò a fare finché sarà necessario. 

Mi alzo dal letto con un sospiro e vado a svegliare le piccole, fortunatamente sono sempre state due bambine bravissime la notte e non ho mai avuto troppi problemi di sonno, sono sempre riuscita a svolgere il mio lavoro con costanza anche quando avevano pochi mesi e oltre a loro devo ringraziare anche la mia fantastica babysitter Leah. Senza di lei non credo sarei qui ora come ora. Siamo piuttosto amiche anche se non ho mai menzionato la mia vera provenienza per ovvi motivi. Pian piano prendo in braccio entrambe, crescono a vista d’occhio ogni giorno e iniziano a pesare un bel po’. Le sistemo nel loro seggiolone e preparo ad entrambe il biberon con il latte, mi aspettavo di sentirle piagnucolare per averle tirate giù dal letto ma non lo fanno, mi sorridono e bevono il latte tenendo da sole il biberon. Le guardo e in loro vedo Killian, sono identiche a lui in qualsiasi cosa, da me hanno solo preso i capelli biondi, il resto è completamente del padre. Hanno i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi azzurri, il suo sorriso smagliante e il suo modo di fare, sono sempre allegre qualunque cosa accada e mi sanno strappare un sorriso anche quando sono veramente giù di morale. Se fossi rimasta a Storybrooke non credo sarei riuscita a dar loro tutto ciò di cui hanno realmente bisogno, avrei sempre avuto il timore di ferirle in qualche modo vista l’oscurità che ancora c’è in me così come avrei avuto paura di far del male ad Henry. 

Scuoto la testa ritornando alla realtà quando sento suonare il campanello, sicuramente è arrivata Leah così che io possa cambiarmi e andare al lavoro. Corro ad aprire e come avevo previsto è lei, la saluto e la invito ad entrare.

«Emma, buongiorno! Non sono in ritardo vero?» mi chiede lei dirigendosi dalle gemelle.

«No assolutamente, sono io quella che si è svegliata tardi.» la rassicuro sorridendo.

«Le tue figlie sono ogni giorno più belle, sai?»

«Lo dico anch’io e non perché sono mie, ma sono proprio bellissime.»

«Va’ pure a prepararti, noi tre ci mettiamo a giocare.»

Non mi sarei mai aspettata di essere quel tipo di mamma, quella che dice di continuo quanto perfetti siano i propri figli, magari lo dico semplicemente perché mi ricordano troppo Killian, credo sia il motivo più plausibile. Bacio prima Hannah e poi Charlotte ed esco di casa diretta alla centrale di polizia, sono diventata detective sei mesi fa ed è dura, ma è l’unico modo che ho per mantenere due bambine piccole e pagare Leah. Fortunatamente lavorando in una cittadina appena fuori Boston non ci sono mai stati chissà che crimini e quindi gli orari lavorativi sono sempre stati gestibili. Raggiungo la centrale e saluto il mio collega Thomas, anche lui è diventato un buon amico ma ho sempre pensato che abbia una cotta per me o qualcosa di simile. Mi ha chiesto di uscire una volta, circa tre mesi fa, ma ovviamente ho declinato l’offerta dicendo che sono in “rapporti complicati” con il padre delle gemelle. Mi sistemo nella mia scrivania e Tom mi porge il solito caffè espresso che adoro.

«Credo lo sappiano anche i muri ormai che senza un caffè mattutino la nostra detective non affronta la giornata.»

«Penso tu abbia ragione!» ribatto ridendo insieme al mio collega.

«Come stanno le bimbe?» mi domanda all’improvviso.

«Uhm, bene.» “dove vuole arrivare?” penso mentalmente.

«Sono sei mesi che lavoriamo insieme e ancora non me le hai presentate sai, Swan?»

«Io… Di solito sto attenta a chi porto in casa, tutto qua.» farfuglio.

«Beh, certo! Col lavoro che facciamo credo sia normale no?»

«Già…» taglio corto.

Non mi aveva mai chiesto così esplicitamente informazioni riguardo Charlotte ed Hannah e la cosa non mi piace, sarà che sono abituata a vedere sempre il peggio in determinate situazioni, ma questa volta c’è qualcosa che non mi convince. Mi alzo quasi di scatto dalla sedia e mi dirigo appena fuori dalla porta, sta diluviando e fa piuttosto freddo. Mi stringo nel mio cappotto mentre compongo il numero di Leah.

“Pronto, Emma?”

«Ehi, ciao. Volevo solo sapere come stanno le bambine…»

“Benone! Le ho fatte dipingere, stanno ridendo come matte anche se probabilmente mi toccherà ripulire mezzo tavolo!”

«Non stanno ferme un attimo quelle due, non è vero? Salutamele e dì loro che gli voglio bene.»

“Certamente, buona giornata!”

«Anche a voi, ci vediamo.»

Riattacco sentendomi più sollevata, per fortuna è tutto okay e loro stanno bene, non so esattamente cosa mi sia preso, ho sempre paura che qualcuno da qualche strano luogo riesca a scoprirle e che me le porti via. Sono ancora così piccole, non meritano di sapere cosa significa soffrire. Devo fare tutto ciò che è in mio potere per tenerle al sicuro, anche se sono sola in tutta questa faccenda devo essere forte proprio perché ci sono loro di mezzo. Sarebbe molto più semplice se avessi Killian e gli altri al mio fianco ma non posso tornare a Storybrooke sapendo che sono ancora l’Oscuro. Sto per rientrare al lavoro quando il mio telefono trilla segnando l’arrivo di un messaggio. Mi piange il cuore leggendo da chi proviene ma decido comunque di aprilo e leggerlo.

“Emma, sono Killian. Non so nemmeno se tu abbia ancora questo numero ma io ci provo lo stesso. È trascorso un anno e mezzo da quando te ne sei andata e fa male come fosse ieri, mi manchi, da morire, ti prego torna a casa. Affronteremo insieme tutto quanto, siamo a buon punto con le ricerche e avevi promesso che saresti tornata se avessimo trovato il mago, quindi Emma ti scongiuro torna. Hai visto? Ora so anche inviare i messaggi, dovresti essere fiera di me. Se decidessi di ritornare sappi che io sono ancora qui. Sei tu il mio lieto fine, Swan. Io ti aspetto.”

Oh, Killian, perchè? Perchè non mi lasci andare e basta? Sapere che mi stai aspettando da un anno e mezzo mi spezza il cuore. Vorrei così tanto dirgli che tornerò tra poco, ma come posso presentarmi lì con le gemelle? Ho giurato a me stessa che non sarei andata via da qui finché quel dannato mago non fosse stato a Storybrooke ma dopo questo messaggio sto mettendo in discussione ogni mio piano, ogni mio ragionamento. Lui ha il diritto di sapere, Hannah e Charlotte meritano un papà che le ami ed Henry ha bisogno di una madre. 

Rientro a casa dopo una giornata abbastanza tranquilla, niente di eclatante, nessuno da arrestare, nessun morto. Apro la porta e mi trovo Hannah che mi gattona incontro, sembra un cagnolino quando si muove è talmente buffa! Poco dopo la raggiunge anche Charlotte richiedendo le mie attenzioni tanto quanto la sorella. Le sollevo entrambe con fatica e loro si attaccano saldamente al mio collo, ancora una volta guardandole vedo il mio Killian, sembra uno scherzo del destino il fatto che assomiglino così tanto a lui. Fa male, è come una pugnalata al petto stasera, non ne capisco il motivo anche se probabilmente dipende da quel messaggio.

«Emma, tutto bene?» mi richiama Leah.

«Non lo so…» confesso adagiando le bimbe nel loro box dei giochi.

«Stai pensando di tornare non è vero?»

«Come lo sai?» chiedo incredula.

«Ti conosco abbastanza bene da capire che il papà delle bambine ti manca terribilmente e che non vedi l’ora di riabbracciarlo.»

«Colpita e affondata insomma!» replico ridacchiando.

«Dovrei iscrivermi a psicologia!» mi risponde lei a tono.

«Lo credo anch’io! Sei brava.» le dico con tono serio.

«Ci penserò su. Dai ti aiuto a fare le valigie così puoi tornare a casa.» mi incita.

«Ma?»

«Niente “ma”, Emma. È giunto il momento.»

Sto davvero per tornare a casa? È la cosa giusta da fare? Metterò in pericolo le gemelle così facendo? Ho tanti, troppi dubbi ma la tentazione è troppo forte, ho bisogno della mia famiglia, adesso che sono a buon punto con queste benedette ricerche probabilmente andrà tutto bene. Io lo spero con tutto il cuore perché se capitasse qualcosa a Charlotte, Hannah, Henry, Killian o chiunque altro io non lo supererei mai. In tre valigie siamo riuscite a far stare tutto, le cose più ingombranti le lascerò qui, non m’interessa. Fortunatamente oltre al maggiolino sono riuscita a comprarmi un’altra auto più grande, certo, è di seconda mano ma è comunque ottima. Insieme a Leah lego attentamente le gemelle sul seggiolino e salgo in macchina anche io. Rivolgo uno sguardo di ringraziamento a quella ragazza che è stata una persona fondamentale nella mia vita e in quella delle mie figlie.

«Grazie, Leah. Ti devo tanto.» le sorrido.

«È stato un piacere, Emma! Verrò a trovarti se sarà possibile o se passi di qua dimmelo!»

«Senz’altro!» l’abbraccio forte.

«Ciao piccole pesti, tenete d’occhio la mamma mi raccomando!»

«Ci sentiamo presto, promesso.» le dico.

Lei annuisce e mi lascia andare. La saluto nuovamente con la mano e parto in direzione di casa mia. Come spiegherò due bambine sul sedile posteriore della mia automobile ancora non lo so, ho un sacco di ore per pensarci alla fine. Digito un messaggio veloce “Killian, torno a casa.” e continuo il mio viaggio.





Angolo autrice
Sono già qui con il primo vero capitolo *applausi a me* Ahahah scherzo, è solo perchè l'avevo già scritto ieri, mi sentivo ispirata dopo il 28 all'esame di fisica (non chiedetemi come ho fatto non lo so manco io) xD
C'è un salto temporale di circa un anno e mezzo. Emma vive per conto suo appena fuori Boston con... LE GEMELLE! Eh sì, perchè mettere un baby CaptainSwan quando ce ne possono essere due? In realtà all'inizio non ci avevo minimamente pensato poi ieri sera mentre scrivevo mi è venuta un'illuminazione e così sono arrivate Charlotte ed Hannah :')
Beh che altro aggiungere? Ah sì, mentre era al lavoro Emma riceve un messaggio e da chi se non Killian? Lui dopo tutto quel tempo la sta ancora aspettando e cerca di convincerla a tornare. Alla fine lei cede e prepara tutto per tornare a Storybrooke, non è molto convinta ma decide comunque di procedere.
Mi sto dilungando un po' troppo mi sa quindi meglio se concludo qui ahahah! Non c'è molto altro da spiegare.

Non posso non ringraziare di cuore le sei ragazze che mi hanno recensito, vi adoro! E tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le varie categorie, in un solo capitolo siete già stati un sacco! Okay basta che sennò mi commuovo! :'D
Fatemi sapere che ne pensate!

Un abbraccio,
Anna
   
 
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