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Autore: ElseW    17/05/2015    6 recensioni
"Quegli stupidi, stupidissimi... cosi. Loro. Quelli lì. Amici, ecco.
Ricordo che stava andando tutto benissimo in Sala Comune, non so bene quante ore fa. Cioè, non è che andasse tutto benissimo, però almeno le pareti stavano ferme, prima.
Adesso invece si muovono anche quelle, come... come... come delle pareti che si muovono."
James, Sirius e Peter convincono Remus a prendersi una sbronza.
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La sposa bianca

 

Quegli stupidi, stupidissimi... cosi. Loro. Quelli lì. Amici, ecco.
Ricordo che stava andando tutto benissimo in Sala Comune, non so bene quante ore fa. Cioè, non è che andasse tutto benissimo, però almeno le pareti stavano ferme, prima.
Adesso invece si muovono anche quelle, come... come... come delle pareti che si muovono. Muovono.
Nella parola muovono c'è anche la parola uovo. Sono così divertito che ridacchio anche fuori dalla mia testa, rischiando di cadere dallo sgabello.
Io, Sirius, James e Peter siamo alla Testa di porco da quando abbiamo finito di... fare. Dire. Come si dice? Cenare, sì. Non abbiamo mangiato uova.
Non è stata una bella giornata oggi, proprio per niente. È il primo giorno di influsso della luna. No, aspettate, non è che stanotte mi trasformo, no. Ah-ah! Sono ubriaco, mica pazzo!
Oggi però è il primo giorno, durante il ciclo della luna, in cui comincio a sentire i suoi effetti. Dopo il plei... plendi... plenilunio il lupo infatti se ne sta buono buono per un po' di tempo e io sembro quasi normale. Poi però ricomincia a ringhiare, mordere, come un animale che vuole uscire di nuovo per fare pipì e mordersi la coda. Mancano pochissimi giorni alla luna piena. Ah! La bella signora in bianco! La mia eterna sposa!
Mi rendo conto, nebulosamente, che quando sono ubriaco comincio a pensare come Sirius.
Sirius...
È anche colpa sua se la mia giornata ha fatto schifo. Cioè, è colpa sua ma lui non lo sa. Diciamo che le mie giornate oramai girano intorno al fatto che da un anno mi sono reso conto di essermi innamorato -anche se in realtà penso di esserlo sempre stato- di Sirius e tutto questo mi sta... tipo. Mi sta... coso, come si dice, come si chiama... uccidendo. Fa male.
Bisbiglio un “Ahi.” che mi fa sentire abbastanza idiota, nonostante l'alcol.
Sono un licantropo gay. Ah-ah! Un licantropo gay sposato con la luna, ah-ah!
Rido ancora, però non mi va. Rido perché l'alcol è stupido e ti fa ridere come un idiota, perché sa che non ti rimane nient'altro da fare. In realtà sarei la persona giusta per bere, io. Sono proprio il genere di misurini – no, come si chiamano quelli? Miserabili! Sì, ecco, miserabile! Sono proprio il genere di miserabile che, volente o nolente, con l'alcol scopre di stare da Dio.
Sono appoggiato al bancone con le braccia e abbandono la testa sul destro, lasciando vagare gli occhi; cioè, lo sguardo. Gli occhi stanno sulla mia faccia.
Sento un improvviso calore sul gomito sinistro e mi ritrovo a fissare degli altri occhi che stanno su un'altra faccia, la faccia che mi fa passare parecchio tempo in più sotto la doccia ogni mattina, con mia enorme vergogna.
“Moony.” sentenzia un Sirius molto brillo. Non è ubriaco, no. Ha ancora i pantaloni e riesce a tenere la voce bassa.
“Padfoot.” rispondo, sorpreso di riuscire a parlare.
Io invece sono ubriaco. Perso. Non credo di riuscire a stare in piedi. Forse però sono stato fortunato e ho smesso di bere in tempo, prima che fosse troppo tardi. Magari domani mattina non vomiterò l'amo-No! L'anima, volevo dire l'anima.
Lui mi guarda con quegli occhi grigi che stanno così bene sulla sua faccia, così come anche il suo naso e la sua bocca e anche quella ridicola barbetta che sta cercando di farsi crescere e io penso di essere davvero un povero intruso- illuso, un povero illuso, diamine. Uno scialbo secchione davvero troppo scialbo, scialbissimissimo, per poter anche pensare di avere una speranza con lui.
“Sei ubriaco, Moony. Non ti avevo mai visto ubriaco. Stai bene, dolcezza?”
Sento caldo, un po' per l'alcol e un po' per Sirius. Avere a che fare con Sirius è come cercare di tenere un incendio tra le mani.
Già.
Non chiamarmi dolcezza, vorrei dirgli.
Chiamami sempre dolcezza, vorrei dirgli.

Prendo un bel respiro, aspirando il suo odore che in questo momento non è neanche tanto piacevole -alcol, sudore, sigarette- ma mi piace così tanto che mi va bene anche così e quindi annuisco, un po' a lui e un po' a me: sì, Moony, sei fottuto. Ah-ah!
Sento Sirius spostarsi e vorrei lagnarmi un po' per farlo tornare dov'era, ma lo sento parlare. “Ragazzi, credo che Remus abbia bevuto a sufficienza. Sarà meglio portarlo via, prima che si addormenti qui.” Non so davvero come facciano, quei tre. Peter non è un gran bevitore, ma ha la straordinaria capacità di sapere quando fermarsi. James e Sirius invece reggono talmente bene da poter bere tutta la notte e l'indomani mattina cavarsela con un mal di testa post-sbronza.
Non ho mai capito come facessero.
Io invece, a quanto pare, non reggo un bel niente. Sono riuscito a fermarmi solo perché mi preoccupava la costanza con cui mi alzavo dal bancone per andare a fare pipì.
Domani sarà terribile.



Moony apre gli occhi solo quando lo solleviamo da sotto le braccia, facendocele passare attorno alle spalle.
Peter si occupa del conto e noi nel frattempo lo portiamo fuori, all'aria aperta.
James ride come un idiota, incredulo di come siamo riusciti a ridurre il Prefetto-perfetto.
Io cerco di non fissare Remus troppo a lungo, proposito davvero difficile visto come è appetibile tutto stropicciato, accaldato e arrossato in zona naso e guance. È anche sudato e i capelli gli si stanno arricciando sulla fronte, ma a dire il vero la cosa non mi disturba più di tanto.
Ha gli occhi lucidi che tiene semi-chiusi, probabilmente per il mal di testa che ancora non sa di avere. Quando ha aperto gli occhi sul bancone e la luce della piccola lanterna lì accanto li ha colpiti, si sono illuminati di una caldissima tonalità dorata, mentre adesso, al buio del vicolo, sono scuri come la notte e le ciglia proiettano ombre nerissime sui suoi zigomi.
Sta diventando alto, Moony. Fino al quarto anno io e James lo superavamo di tutta la testa, mentre adesso le nostre spalle sono quasi alla stessa altezza. Probabilmente diventerà ancora più alto, forse anche più di me.
Peter trotta fuori dalla locanda e finalmente insieme ci dirigiamo verso la Stamberga, ridendo rumorosamente e facendo degli inutili “Sssh!” di tanto in tanto, come se servisse a qualcosa. Entriamo e imbocchiamo subito il passaggio segreto che porta ad Hogwarts.
Quando sbuchiamo nel parco -con grossissime difficoltà visto il poco collaborativo Remus che ci trasciniamo dietro- ci infiliamo sotto il mantello e aprendo la mappa ci apprestiamo a raggiungere la torre di Grifondoro.
Nei mesi a venire la ricorderemo come la nostra impresa più ardua... ed effettivamente fu così.
Rischiammo di farci beccare per ben tre volte sia da Gazza che da Mrs. Purr – quella maledetta gatta pazza – mentre per pura fortuna Pix non venne a sbatterci addosso, scansandoci involontariamente e strappando un respiro impaurito a Wormtail.
Scivoliamo nella Sala Comune e lì ci togliamo il mantello di dosso, riprendendo fiato.
Grazie al cielo Remus è un ubriaco silenzioso.
Lo posiamo sul divano, preparandoci per l'ultimo sforzo: raggiungere il Dormitorio.
Remus ha approfittato della pausa per fissare il fuoco con aria pensierosa. I suoi occhi adesso sono di un colore indefinibile, probabilmente grazie alle fiamme del camino. Alle volte si illuminano di un rosso scuro e caldissimo e di tanto in tanto diventano neri.
Sembra stia pensando un sacco di cose.
“Moony?” lo chiamo, sogghignando divertito.
Lui batte le palpebre un paio di volte, come se lo avessi effettivamente richiamato alla realtà, quindi mi osserva da sotto le ciglia un po' abbassate. In questo momento sembra un idiota, ma per me rimane bellissimo.
Cioè, non è che piaccia a chiunque, Remus. Ha sempre quell'aspetto un po' malaticcio e consumato, come se avesse molti più anni di quel che dimostra... e ha tante cicatrici, che per qualche ragione sembrano tenere gli altri a distanza. Ne ha anche una sulla faccia, proprio sulla linea dello zigomo... ma per me sono parte di lui e quindi preziose. Non le cambierei per nulla al mondo.
I capelli in estate gli si schiariscono un po', diventando di un colore un po' più caldo, quasi mielato, mentre d'inverno sono più spenti, castano cenere. I suoi occhi, se non li guardi con attenzione, sembrano di un normalissimo castano. In realtà, in base alla luce e al suo umore, sono capaci di talmente tante variazioni di colore che spesso mi sono sorpreso a tentare di scoprirle tutte, rischiando di farmi beccare a fissarlo.
È ovviamente pallidissimo e no, non quel genere di pallore diafano ed etereo in stile Veela. È il genere di pallore che si riscontra negli individui anemici: un pallore davvero poco salutare, va ammesso. Se Madama Chips non fosse a conoscenza del Piccolo Problema Peloso di Remus, probabilmente non lo farebbe più uscire dall'infermeria pur di migliorare il suo stato di salute.
Nel complesso ha spesso l'aria di un ragazzo che avrebbe davvero bisogno di farsi un paio di controlli al San Mungo.
E per me rimane una delle creature più belle su cui io abbia mai posato lo sguardo.
Ecco perché impiego qualche secondo in più del necessario a riprendermi dalla visione di Remus illuminato dal fuoco, con gli occhi lucidi e le guance arrossate dall'alcol, in netto contrasto con la pelle pallidissima.
“Ce la fai a camminare fino in Dormitorio?” riesco ad articolare.
Lui mi osserva, come se la mia voce gli arrivasse da ere di distanza. “Sì. Sì, ce la faccio. Niente uova stasera, tranne che in muovo e muovono.” annuncia, trattenendo a stento un sorriso.
Scoppio a ridere, perché Remus ubriaco è assolutamente uno spettacolo. È sempre così perfetto, controllato, posato... adesso invece sta sparando cazzate mentre almeno mezzo litro di alcol gli scorre in corpo.
Sono quasi orgoglioso. Il piccolo Remus si è lasciato corrompere dalle sirene della perdizione!
“Sei completamente ciucco!”
Piombo sul divano accanto a lui e ridacchiamo insieme per un po', mentre James e Peter si riprendono, seduti sulle poltrone accanto al camino.
Gli occhi di Remus sono sempre più chiusi e capisco che è il caso di portarlo su prima che crolli definitivamente.
Prongs e Wormtail si sono momentaneamente appisolati sulle poltrone, quindi decido di fare da solo.
Mi alzo e mi porto un suo braccio intorno alle spalle, strappandogli un singhiozzo sorpreso.
“Sirius... mi gira la testa.” bisbiglia, preoccupandosi di non svegliare James e Peter nonostante sia abbastanza ubriaco da non riuscire a mettere un piede dietro l'altro senza l'aiuto di qualcuno.
“Ci sono io, dolcezza. Ti tengo.”
La testa di Remus crolla sulla mia guancia e sarebbe anche una situazione piacevole se solo non fosse così difficile trascinarlo su per le scale.
Dopo diversi minuti di fatica riesco finalmente ad aprire la porta del Dormitorio, ben felice che Frank questa sera sia in dolce compagnia di Alice e ben lontano da questa stanza.
Raggiungo il letto di Remus e lo lascio cadere con poca delicatezza sul letto, esausto. Moony crolla immediatamente sul materasso, strizzando gli occhi ed emettendo un lamento di dolore.
“Moony-bello, senza offesa ma ho la schiena a pezzi!”
Lui ride rumorosamente e io rido con lui. “Scusami Sirius. La prossima volta cercherò di essere un ubriaco con qualche chilo in meno.”
“Già, ci manca solo che perdi qualche altro chilo! Ancora un po' e la Chips ti metterà all'ingrasso.”
“Quando la mia sposa è vicina mi passa l'appetito. Non posso farci niente.”
Sbatto le palpebre, confuso. “La tua... sposa?”
“Sì... la mia sposa bianca.”
Capisco a cosa si riferisca con qualche secondo di ritardo.
Remus tiene gli occhi chiusi e le gambe gli penzolano fuori dal letto.
Gli prendo le mani e lo tiro a sedere bruscamente, quindi gli porgo il bicchiere d'acqua che tiene sempre sul comodino, facendoci scivolare dentro una delle magiche pillole allevia-sbronza che io e Prongs non dimentichiamo mai di prendere. Modestamente è stata una delle nostre invenzioni più geniali.
Una pillola di queste prima di andare a dormire e anche se hai bevuto l'intera riserva di Whisky della Testa di porco, il giorno dopo puoi cavartela solo con un mal di testa un po' fastidioso, senza però ritrovarti a vomitare l'anima nel gabinetto.
Wormtail non ne ha mai avuto bisogno. È un talento, quel ragazzo.
Moony spalanca gli occhi, guardandomi dal basso, quindi beve tutte l'acqua del bicchiere, assetato. Quando ha finito poggia la fronte sul mio stomaco e prima che riesca a fermare la mia mano, gli sto già accarezzando i capelli.
“Padfoot... ”
“Sì?”
“La prossima volta fermami al sesto Whisky Incendiario.”
Rido e avvolgo le braccia intorno alla sua testa.
È la prima volta che mi prendo cura di lui per qualcosa che non sia la luna piena. È una bella sensazione. Di solito è sempre lui a fare da balia a tutti noi.
Sciolgo la presa sulla sua testa e mi abbasso per togliergli le scarpe.
Durante tutta la manovra Remus mi osserva con quegli occhi lucidi e pensierosi e io devo fare uno sforzo per non schiacciarlo sul letto e fargli cose che gli farebbero dimenticare anche il suo stesso nome.
Gli tolgo i pantaloni e cerco di mettergli quelli del pigiama.
Ringrazio Dio che Remus sia ancora troppo ubriaco per accorgersi che toccarlo mi manda abbastanza su di giri da renderlo visibile... se capite cosa intendo.
Gli tolgo il cardigan e gli sfilo la cravatta, sognando di poter fare lo stesso in una situazione ben diversa da questa.
Moony continua a subire passivamente, fissandomi sempre nello stesso modo. Non ha mai distolto gli occhi da me.
Comincio a sbottonargli la camicia e pian piano la pelle bianca di Remus si scopre sempre di più, rivelando cicatrici, qualche neo e alcune vene blu nei punti in cui la pelle è sottile.
Prendo la maglietta del suo pigiama dal baule e mi avvicino di nuovo a lui.
“Alza le braccia.” ordino e lui esegue, sollevandole e lanciandomi un sorriso ironico.
Sorrido a mia volta, tacciando il mio istinto che mi dice di baciarlo adesso.
“Come ti senti?” chiedo, per quella che deve essere la centesima volta.
Remus si fa strada attraverso il collo della maglia e infila le braccia nelle maniche, anche se con qualche difficoltà. “Molto meglio dopo quel bicchiere d'acqua. C'era qualcosa dentro, per caso?” chiede, già più lucido.
Sposto le coperte e lo copro, rimboccandogliele. “Segreto.” Sorrido, passandogli una mano tra i capelli, dimentico del fatto che gli effetti della sbronza stanno sparendo lentamente. Remus infatti mi guarda con uno sguardo diverso, quasi sorpreso.
Allontano subito la mano, come se mi fossi scottato, ma Moony allunga il braccio e la riafferra, portandosela sulla fronte. “Puoi... ?” chiede, arrossendo vergognosamente.
Remus sta finalmente tornando tra noi.
“Certo, dolcezza.” e mi siedo sul materasso, passandogli la mano dalla fronte ai capelli.
La mia mano comincia poi a vagare anche sul viso, soffermandosi sulla cicatrice e sulle guance finalmente pallide, sul naso un po' grande e sulla bocca rilassata.
Mi accorgo dopo qualche istante che Remus continua a tenere gli occhi aperti e a guardarmi sempre in quel modo strano. “Che c'è?” chiedo, un po' innervosito.
Dopo di ciò, tutto quello che segue accade molto lentamente.
Remus si tira a sedere e scosta le coperte, fronteggiandomi; poi, lasciandomi spiazzato, si allunga in avanti e posa la sua bocca sulla mia.
Non si muove. È solo un toccarsi di labbra, che finisce con un rumore talmente lieve da essere quasi inudibile.
Si allontana e si abbandona di nuovo sul materasso, coprendosi gli occhi con il braccio destro.
Rimango in silenzio, ascoltando il suo respiro un po' più accelerato del normale, i tonfi del mio cuore cretino che stanno pompando sangue tanto rapidamente da poterne sentire il rombo nelle orecchie.
“Scusami.” sussurra Remus.
Abbasso la testa, guardando quel poco di viso che non è coperto dal suo braccio.
Starà morendo di vergogna.
Sposto il braccio dal suo volto, scoprendo i suoi occhi scuri. Ha uno sguardo abbastanza lucido, la pillola ha fatto il suo lavoro.
Gli afferro il colletto del pigiama e tiro, spingendolo a sollevarsi e a starmi di nuovo di fronte.
Le guance sono ancora rosse, ma immagino per l'imbarazzo.
“Perché?” chiedo.
Remus mi osserva come solo Remus sa fare e questa volta lo fa in modo decisamente meno idiota visto che non è più sbronzo ma solo un po' brillo e quindi l'istinto di fargli cosacce si fa sempre più prepotente.
“Perché a causa tua le mie giornate fanno schifo.” Sono confuso, ma lui continua a parlare. “Perché grazie a te le mie giornate sono straordinarie.”
Remus, il Dio dei controsensi.
Non so precisamente che cosa intenda dire, l'unica cosa che so è che mi ha sicuramente detto qualcosa di bellissimo e di importante. Magari me lo farò spiegare domani, quando non dovrò condividere l'afflusso di sangue con nessun organo che non sia il cervello.



Oramai quasi libero dalle dita lunghe e appiccicose dell'alcol, riesco a ragionare abbastanza chiaramente.
Sirius mi sta guardando come se stesse osservando una nuova specie animale e allo stesso tempo come se stesse lottando contro se stesso.
Vedo distintamente il momento in cui perde questa lotta.
L'istante dopo sono schiacciato sul letto dal peso non-propriamente-insignificante di Sirius, ho la sua lingua in bocca e le sue mani ovunque.
Le mie dita si infilano all'istante tra i suoi capelli lunghi e nerissimi e respiro rumorosamente dal naso quando le dita fredde di Sirius si insinuano sotto il pigiama, sfiorandomi i fianchi, la schiena e la pancia.
Non sembra neanche un bacio, il nostro. È una specie di rissa.
Non ho speranze di riuscire a ribaltare le posizioni. Sono un maledetto lupo mannaro ma la cosa mi è utile solo un paio di giorni prima della luna piena, quando la mia forza fisica aumenta.
In questo momento non ho alcuna possibilità di sopraffare Sirius.
È un incendio vero e proprio: arriva dappertutto, lascia tracce ovunque vada e distrugge qualsiasi cosa si trovi davanti.
Al momento sembra odiare disperatamente i miei vestiti.
Io finisco per tirargli i capelli e lui mi stringe i fianchi talmente forte da farmi quasi male, ma la cosa invece di risultare spiacevole manda delle scosse elettriche indecenti al mio cervello, che le fa rimbalzare giù, giù, fino a risvegliare la causa delle mie lunghe permanenze in doccia.
Sirius si preme completamente su di me e qualcosa struscia su qualcos'altro e vedo bianco da sotto le palpebre, mentre Sirius morde il labbro inferiore e poi scivola giù lungo il mento, segue la mandibola, la gola e scosta il pigiama con un dito, scoprendo parte della mia spalla. Morde con forza e io respiro forte di nuovo, con il cervello in cortocircuito.
Sembra quasi che stia facendo di tutto per lasciare più segni possibili.
L'essere costretto a frenarci è una sofferenza quasi fisica.
“Sirius... ”
La mia voce lo fa rallentare e allo stesso tempo si premura di strusciarsi nuovamente su di me, togliendomi la parola per un paio di secondi.
“Moony?” chiede, con la voce roca e bassissima.
“Potrebbero tornare James e Peter da un momento all'altro. Credo non siano abbastanza ubriachi da scambiare tutto questo per un'allucinazione.”
Sirius sale di nuovo lungo la gola e lo sento sorridere contro la mia guancia. “James lo sa.”
Spalanco gli occhi, sconvolto. “Cosa?!”
“Diciamo che aveva intuito qualcosa quando mi sorprendeva a fissarti. Alla fine ho deciso di dirgli tutto. È James. Sapevo mi avrebbe accettato... e poi dovevo pure parlare con qualcuno di quanto avessi voglia di metterti le mani addosso.”
Arrossisco furiosamente, perché in confronto a Sirius io sono l'equivalente di una verginella spaurita.
Siamo in condizioni pietose. Neanche nei miei alzabandiera più gloriosi ero ridotto in questo stato.
“Remus Lupin ha un'erezione.” sentenzia Sirius e io arrossisco furiosamente, tirandogli un pugno sulla spalla che lo fa ridacchiare. “Scusa, volevo sentire come suonava detto ad alta voce. Sappi che sono disposto a darti una mano. In ogni senso.” continua, grondando malizia.
Mi premo due mani sulla faccia, nascondendola. “Oddio, vorrei essere ancora ubriaco.”
Sirius continua a ridere e sono felice, perché è una risata gioiosa. “Dovrai abituarti, Remmino. È dall'estate tra il quarto e il quinto anno che rimugino sulla possibilità di infilare le mani nelle tue mutande e adesso devo sfogare due anni di fantasie represse.”
“Infilare le mani nelle-”
La mano di Sirius sul mio ventre mi impedisce di concludere la frase.
Lo sento sussurrare “Colloportus” e comprendo che James e Peter farebbero meglio a rimanere dove sono.
È di nuovo rissa, mentre io gli tiro i capelli -adoro i suoi capelli- e lui lotta con l'elastico dei miei pantaloni e io, con non so quale coraggio, decido di fare lo stesso, perché desideravo farlo quasi quanto l'ha desiderato lui, forse anche di più.
Lo sento trattenere il respiro insieme a me quando entrambi vinciamo la lotta contro gli indumenti e sorridiamo l'uno sulla bocca dell'altro.



La mattina nessun ha un alito eccezionale, eh. Dopo aver bevuto un po' troppo poi la situazione è ancora più grave, quindi decido di alzarmi dal letto facendo attenzione a non svegliare Remus, per scivolare in bagno ed andare a lavarmi rapidamente i denti.
Sono quasi sconvolto da me stesso. Non ero mai rimasto a letto con una persona tanto a lungo da preoccuparmi del mio alito mattutino... e anche se fossi rimasto, non me ne sarebbe fregato nulla.
Con Remus invece mi ritrovo sveglio a strofinarmi i denti con vigore, perché la sensazione della bocca impastata è davvero fastidiosa.
Mentre sto per finire sento la porta dei bagni maschili del Dormitorio aprirsi e Remus caracolla fino al lavandino accanto al mio, con l'aria assonnata e i capelli sconvolti. Sembra anche un po' preoccupato. Probabilmente non trovarmi a letto deve avergli fatto pensare che non volessi vederlo.
È così insicuro, Remus.
Quando mi vede sorridergli però sembra sgonfiarsi dal sollievo.
Mi sciacquo la bocca e sorrido, divertito dal suo aspetto ai limiti del ridicolo.
“Buongiorno, dolcezza.”
Moony arrossisce leggermente mentre anche lui si strofina i denti e accenna un sorriso con lo spazzolino in bocca.
Quando si passa l'asciugano sulla bocca e posa lo spazzolino mi lancio immediatamente sulle sue labbra, approfittando del mio nuovo diritto di poterlo baciare senza il terrore di distruggere anni di amicizia.
“Sirius... ” comincia, con le braccia allacciate al mio collo, le mani tra i miei capelli e la bocca appiccicata alla mia.
“Sì, Moony-bello?”
“Ho dei ricordi vaghi di ciò che è successo alla locanda e nel percorso fino al Dormitorio. Ho parlato di uova?”
“Assolutamente sì. Successivamente abbiamo soddisfatto un paio d'anni di tensione sessuale repressa, ma questo immagino che tu riesca a ricordarlo.”
“Abbastanza lucidamente, sì. Puzzi, Sirius.”
“Anche tu. È ora del sesso in doccia!”
“Non ci penso neanche.”
“Oh, povero, innocente Moony. Smetterai di pensare molto presto.”





















-
Note:
Io non pubblico niente su EFP da anni, credo.
Avevo questa ff slash sul computer, però... e da un po' mi ritrovavo a rileggerla. Nonostante ciò ci saranno sicuramente alcuni errori che, nel caso vi trovaste a leggerla, spero mi segnalerete.
Non so bene perché sono qui, sono confusa, davvero! Mi sembra quasi di tornare indietro nel tempo.
Non ho più l'età, forse.
Bando alle ciance! Ecco la ff, spero vi faccia passare qualche minuto di serenità.

A presto!
O a mai più, dipende.


Moony

   
 
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