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Autore: Leone Tasso    18/05/2015    1 recensioni
Male è l'emblema della perfetta disumanità.
I racconti parlano dei più vari argomenti, presentando ciò che è quanto di più ripugnante si possa vedere nell'essere umano, senza nemmeno lasciare trasparire pietà alcuna.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sul Fuoco

Il fuoco scoppiettava allegramente nel camino, mentre delle nuvole cariche di pioggia si addensavano all'orizzonte, portando una dolce brezza estiva che sfiorava delicatamente le tende del salotto.
Male era seduto sul tappeto, davanti allo spettacolo delle fiamme danzanti che placidamente illuminavano la quiete della stanza.
Vedendo il fuoco spegnersi, attinse a piene mani dal secchio lì vicino le sue banconote e le spruzzò dentro, con fare leggermente annoiato.
I suoi genitori non erano in casa e la balia si era assentata un momento per supervisionare la servitù che doveva riordinare piatti e posate dopo la cena.
"Cosa è questo calore che si riflette nel mio cuore?" disse Male.
Il fuoco allora rispose superbo: "E' ciò che fa di te un frutto del peccato, Male. E' una sensazione gradevole, quella che sente il tuo cuore infantile? Parlami."
"Non è una sensazione gradevole o sgradevole, le emozioni mi disgustano. Provo solo fascino per esse, ma niente di più".
Il fuoco rise a queste sue parole con aria beffarda ed avvolgendolo con i suoi effluvi lo avvicinò al suo nucleo incandescente.
"La mia pelle espelle lacrime rapidamente, cosa è mai questa?".
"Condizione umana, vita sottomessa alla Natura, questa è la sensazione che senti. Fingi di ignorare questo, ma illudi solamente di bere urina da una coppa di cristallo. Posso bagnarla col miele quanto la desideri, ma essa non perderà l'amaro sapore".
Allora Male si staccò dalla morsa dolorosa ed osservò la pelle, ustionata.
"Come può la Natura fare a questo al suo figlio?".
Il fuoco volteggiò e sorrise, impietosito da quella domanda.
"Non ti darò risposte, se è questo che chiedi. Io, Fuoco, ho già abbastanza contaminato la mia purezza abbracciandoti e bruciandoti la bianca pelle".
Così dicendo, tornò a scoppiettare tranquillamente.
Il cuore di Male allora barcollò per qualche secondo, per poi tornare alla parola.
"Ho il dominio su molte cose qui, su questa terra polverosa. Tu vieni a parlare a me di purezza?" e così dicendo si mordeva il labbro inferiore, facendolo sanguinare per la rabbia.
"Tu hai il dominio sul regno degli uomini, io ho il dominio sul regno del vero. Cosa è di meglio, dimmi. Pulce sgradevole del cosmo che non sei altro!".
A quelle parole di profondo disprezzo, Male non rispose.
Allora Fuoco continuò, senza badare al tombale silenzio.
"Noi puri e veri, abbiamo molto da dire all'Uomo, ma nel nostro essere puri e veri siamo limitati nel farvi conoscere queste Verità. Continua a bere dalla coppa di cristallo la nostra urina, per noi è solo una grande fortuna avere individui del genere. Spezzati le ossa inseguendo sogni disumani, cospargiti il petto di profumo e poi rivoltati nel tuo stesso sterco!".
E così dicendo Fuoco si spense, lasciando la stanza nel buio più completo.
Accorsero allora le serve spaventate dall'evento che si avvicinarono al piccolo Male.
Ma egli, vedendole, non poté che provare disgusto per i loro striduli urli.
"Non badate a questo giovane, non avvicinatevi a lui. Egli aspetta una risposta. Queste labbra sono rotte, spezzate dai suoi denti di belva nera. Ho udito abbastanza per comprendere la falsità di questo vivere, ma non abbastanza per allontanarmi. Lasciatemi solo, quindi. O vi getterò in pasto ai cani, voi rifiuti vestiti da capre".
E con queste parole, Male fissò nuovamente l'attenzione sulla cenere del camino, aspettando una risposta dal Fuoco, ormai fuggito da lui.
   
 
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