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Autore: Stella cadente    18/05/2015    2 recensioni
"Odiava quando era così.
Così ... debole.
Così vulnerabile.
Non doveva esserlo ... e invece lo era."
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Harry Styles è un ragazzo alla deriva. Un ragazzo di vent'anni che si sente perso, vuoto, incompleto.
Vive la vita senza entusiasmo, lasciando che le cose gli scorrano addosso, totalmente indifferente a più o meno tutto ciò che lo circonda.
Finché una sera – una come tante, in realtà – non farà un incontro che, a poco a poco, rappresenterà una svolta ...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve, lettori :)
Vi scrivo qui all'inizio perché ho un annuncio da fare: questo è un capitolo cruciale all'interno della storia. Contiene informazioni riguardo Harry che ci faranno capire un po' meglio questo personaggio e il suo comportamento, la sua psicologia eccetera. Non è un capitolo tutto rose e fiori, ma spero comunque che vi piaccia.
Ci vediamo giù ;)














Capitolo sesto
 
 



12 maggio 2014
 
   
Ora si trovava di nuovo davanti a quella porta.
La stessa porta di legno scuro vicino ai giardini di quella sera.
Ma sapeva bene una cosa, adesso: Claudia voleva stare con lui, ma non era detto che avesse bisogno di lui.
Non era detto; anzi, sicuramente non era così. Non sarebbe mai stato così.
Dentro di lui si agitavano come tante voci che gli urlavano di scappare, di tirarsi indietro: non avrebbe dovuto darle il suo numero, non avrebbe dovuto rendersi disponibile.
Da quando l’aveva incontrata nel suo cervello c’era solo il casino più totale, e lui non lo voleva.
Lui non la voleva.
Non voleva scombussolamenti che lo confondessero.
Si forzò comunque a suonare il campanello; quantomeno doveva parlarle, darle spiegazioni. Almeno questo glielo doveva. Eppure la sua mente era diventata ormai come un blocco di granito, fossilizzato su un’idea senza alcuna intenzione di cambiarla: doveva allontanarsi da lei e lo avrebbe fatto. Che gli importava, del resto?
«Ciao Harry» lo salutò con quel suo sorriso radioso.
«Ciao» la ricambiò lui entrando, con quella sua aria seria di sempre.
Erano le sei del pomeriggio. Era sabato, un giorno libero dagli studi e dagli impegni. Claudia aveva la televisione accesa e il solito libro sul divano. Fuori splendeva il sole di maggio: era una giornata luminosa, una giornata che sembrava rispecchiare la ragazza, con quel suo strano carattere che si alternava tra sole e nubi.
Anche se Harry conosceva Claudia da poco, qualcosa comunque l’aveva capita di lei. Anche se per il resto la sua figura era avvolta nel mistero, aveva sin da subito notato la sua allegria e la sua schiettezza disarmante. L’unica cosa che temeva era che lei potesse in qualche modo accorgersi di ciò che aveva in testa, perché era come se avesse una connessione con lui, inspiegabile e misteriosa.
«Come stai?» chiese. Ma la sua voce era diversa dal solito, non era interessata come l’altra volta. Era fredda.
Fredda come il ghiaccio, fredda come lui.
Claudia lo guardò con sguardo smarrito, ma fu solo per un attimo: doveva essersene accorta.
Ti sei accorta che ho qualcosa di strano oggi, vero?
«Bene» rispose, tranquilla. Ma sotto quella tranquillità si nascondeva qualcos’altro, Harry lo sentiva. Cercava di carpire qualche segnale, qualche indizio che le facesse capire cosa fosse successo, cosa avesse provocato quel repentino cambio d’umore del ragazzo, ma senza successo.
Harry sospirò: si sentiva soffocato da quell’atteggiamento.
Tanto valeva mettere subito le carte in tavola.
«Voglio che mettiamo in chiaro una cosa» snocciolò subito, con tono determinato.
«Sapevo che me lo avresti detto» fece Claudia, vagamente divertita. Quella risposta – come tutte quelle che gli dava lei del resto, ma non lo avrebbe mai ammesso – lo lasciò momentaneamente ammutolito.
Harry si alterò.
«E da cosa, sentiamo?»
«Non te ne accorgi, Harry, ma le tue emozioni ti si leggono in faccia.»
«Ah sì?»
Cercava di comportarsi in maniera fredda, ma la verità era che si sentiva pugnalato.
«Sì. E ora dimmi che cos’hai.»
«Tu non hai nessun diritto a voler sapere che cos’ho!» esplose il ragazzo. «Ci conosciamo da quanto? Pochissimo. Non ha alcun senso.»
Freddo Harry. Non devi legarti.
«Cos’è che non avrebbe senso? Il fatto che due persone si trovino bene insieme?»
A vederla come l’aveva messa lei effettivamente era assurdo ciò che aveva appena detto, ma Harry sapeva di avere ragione e non intendeva demordere.
«Quello che sto facendo non ha senso. Non ha senso che tu mi chiami. Perché vuoi vedermi, cosa ci trovi in me? Qual è il tuo secondo fine, sentiamo! Dimmelo.»
Claudia lo guardava dritto negli occhi.
«Non c’è nessun secondo fine, Harry. Ti riesce così difficile accettare che una persona si interessi semplicemente a te? Qual è il problema?»
Harry si sentì affondare.
Lo aveva punto nel vivo; aveva raggiunto il suo punto debole.
Il ragazzo non poté impedire che sulla sua faccia si formasse un’espressione ferita.
Inghiottì un groppo in gola che si stava facendo insopportabile e disse:
«Credimi, non ti interessa.»
«Invece sì. Se no non te lo chiederei.»
Smettila!avrebbe voluto urlarle. Ma si tenne dentro tutto quanto, mascherandolo col suo solito, falso autocontrollo.
«Non è questione di chiedere o non chiedere, lo capisci?» fece poi. «È questione che se ti dico qualcosa di me finirà male, come del resto è già successo più di una volta.»
«Perché dovrebbe?»
«Perché funziona così.»
Harry la guardò e i loro sguardi si scontrarono violentemente tra di loro. Verde nel verde.
Si mescolarono e si esplorarono.
Negli occhi di Claudia c’era curiosità e una punta nascosta di apprensione, in quelli di Harry rabbia e tristezza insieme.
Un vero e proprio scontro, un duello.
«Harry, non so se vuoi dirmelo, e non so nemmeno se questo è il momento migliore per dirlo, ma io comunque ci sono.»
Il ragazzo rise, ma non c’era nulla di divertito in quella risata. Era una risata forzata, piena di amarezza, finta.
«Buona questa» disse, sarcastico, sollevando appena un angolo della bocca.
«Non stavo scherzando. E smettila di fare così, mi fai arrabbiare.»
«Perché ci saresti, per me? Perché sei così disponibile? Cos’ho io di così straordinario?» fece lui, senza risponderle.
«Non lo so!» ora anche la ragazza aveva alzato la voce. «Non lo so, va bene? È una cosa che sento. Lo so che può sembrare idiota perché non ti conosco nemmeno, ma è così, okay? E puoi anche non crederci, tanto so che non lo farai, ma questo è quello che provo e non posso farci nulla.»
Harry si ammutolì di fronte a questa frase.
«E adesso vedi di dirmi qual è il problema» aggiunse. «Mi stai facendo incazzare sul serio.»
Gli occhi di Claudia esprimevano tutta la sua rabbia: erano socchiusi, due fessure luminose e cariche di una decisione che Harry non avrebbe mai pensato di vedere in una ragazza.
Lo sorprendeva sempre di più con il passare dei minuti, su questo non aveva dubbi. E non era facile che provasse sorpresa, per dirla tutta. Affatto.
«Sto aspettando» lo riscosse la voce di Claudia.
Harry si lasciò cadere sul divano.
«Non dovevamo entrare in questi argomenti.» Stanco, spossato.
«Senti, se non vuoi dirmelo non importa, ma vedo che stai male e non ha senso che tu ti tenga tutto dentro.»
Lui scosse la testa in un gesto carico di rassegnazione e sospirò, un sospiro che risuonò intriso di dolore e nostalgia.
Si era arreso.
«Cosa c’è, Harry?»
«C’è che non riesco mai a stare veramente bene.»
L’ho detto davvero?
«In che senso?»
Esitò.
Era il caso di dirglielo?
Forse.
O forse no.
«Io...»
Oh, fanculo.
«Io soffro di una sindrome depressiva» ebbe il coraggio di dire, per un motivo che neanche lui sapeva. «Da qualche mese ormai. E il bello è che non so neanche il perché.»
I suoi occhi si persero nel vuoto, mentre parlava. «Ma non è solo questo il motivo per cui sono così. Anche se influisce parecchio, questo devo dirlo.»
«Sei seguito da qualcuno?»
«Sì. Ma non ci vado mai, praticamente.»
Claudia sembrò perplessa.
«E perché?» chiese.
«Perché so che sarebbe inutile. Sarebbe del tutto inutile e non risolverebbe niente. E poi mi ha sempre dato fastidio l’idea di dire le mie cose ad uno sconosciuto.»
«A me puoi dirlo se vuoi» disse solo la ragazza.
Harry esitò un pochino.
«Non so» disse. Non riusciva a parlarne, non ci sarebbe mai riuscito. Eppure sentiva che con lei poteva.
«Io...»
Il suo sguardo si perse nel vuoto mentre sentiva che quello di Claudia gli premeva addosso. Ma non era soffocante, anzi. Era quasi rassicurante.
«È come se mi sentissi perennemente insoddisfatto di tutto ciò che mi circonda. Come se fossi sempre arrabbiato con il mondo, perché vorrei essere felice ma non ci riesco. E così me la rifaccio con gli altri.»
Le parole gli rotolavano fuori di bocca in una maniera impressionante, si stava mettendo a nudo come mai aveva fatto. Persino con Louis, con cui in pratica era cresciuto insieme, gli veniva difficile parlare così... Ma con lei no.
Con lei sembrava tutto così spontaneo, così... naturale.
Perché?
Harry non se ne capacitava.
«Me la rifaccio con gli altri perché vedo che gli altri sono felici e vorrei esserlo anche io, ma anche se mi sforzo non ci riesco, sono sempre triste. Continuo ad essere sempre triste. E non so se mai riuscirò ad uscire da questa situazione. È come se stessi morendo lentamente.»
La sua voce si era abbassata, e con essa tutte le sue difese.
«In un certo senso, lo sto facendo» rise, di una risata triste e appena accennata. «Io sto morendo. Inalo nicotina continuamente e respingo le persone. Ma la verità è che...»
Contrariamente a ciò che voleva, un nodo gli si strinse in gola, facendogli venire voglia di piangere.
Odiava quando era così.
Così... debole.
Così vulnerabile.
Non doveva esserlo... e invece lo era.
«La verità è che vorrei solo qualcuno che abbia il coraggio di starmi davvero accanto. Tutto qui.»
Silenzio.
«Ma so che non è possibile, per cui... ci ho rinunciato. Va bene così.»
Si rifiutava ancora di guardarla. Non ci riusciva, per quanto lo volesse.
D’un tratto la paura lo assalì di botto.
Lo assalì la paura di perderla, perché ormai aveva capito.
Aveva capito tutto. Ed aveva paura.
«Harry...» iniziò Claudia.
«No, non dire niente» si limitò a dire lui, come a voler stroncare ogni possibilità. «Comunque vedo di capire che non avrai più voglia di vedermi, suppongo.»
Sapeva cosa doveva fare.
Lei scosse la testa.
«Piuttosto, vedi di toglierti quest’idea dalla testa, perché non è per niente vero.»
«Oh, lo dici adesso che non è vero» ribatté il ragazzo con aria malinconica. «Tra un po’ ti ricrederai, Claudia. Apprezzo il fatto che tu abbia voluto ascoltarmi, davvero, ma devi anche capire che adesso stai cominciando a vedere come sono realmente e per te è pericoloso. Prima o poi ti stancherai di me, fidati.»
«Stai dicendo cazzate.»
«No Claudia, non è vero. È destino che io stia solo, è così che stanno le cose. E nessuno potrà farci mai niente.»
«Non dire queste cazzate!»
«Non sono cazzate. È la realtà.»
Tornò alla porta, la aprì e fece come per andarsene, deciso ma al tempo stesso intimorito di lasciarsi lei alle spalle.
«Dove vai?»
La guardò, mentre sentiva le lacrime che avvolgevano umide i suoi occhi.
«A casa» disse, sforzandosi di mantenere un tono di voce neutro. «Non so se continueremo a sentirci.»
L’espressione di Claudia era indecifrabile.
«Ma» aggiunse, titubante. «Comunque sia, da una parte ci spero.»
E detto questo, chiuse la porta senza attendere risposta e si allontanò.
Aveva capito.
Aveva capito tutto.
Lo aveva fatto per il suo bene.
Si era allontanato perché lei non poteva stare con lui, avrebbe solo perso tempo. Dopotutto, chi è che vuole una persona depressa intorno?
Nessuno.
E lui lo aveva capito.
Si era allontanato per il suo bene.
Si era allontanato perché si stava affezionando a lei.


 
 

Eccoci qui. 
Allora, riconosco che sia abbastanza pesante come capitolo, un po'... spiazzante, ecco.
Lo so.
Ma adesso comunque avete capito meglio Harry, state cominciando a sacvare dentro di lui e a comprenderlo in tutte le sue sfaccettature. Non è un personaggio semplice, ma questo lo avrete sicuramente già notato.  Adesso la situazione è un po' cambiata, Harry ha deciso di chiudersi di nuovo e di allontanarsi da Claudia: ci riuscirà, secondo voi? 
Spero che vi sia piaciuto, davvero ci tengo molto :)
Vi ringrazio tutti, alla prossima :*
Stella cadente
  
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