Capitolo 20 BWNR
Nate era distrutto. Piangeva. Gridava. Nella sua stanza. Ma nessuno lo ascoltava.
Non sapeva come, né il perché, neanche quando e dove, ma la sua Beatriz era morta.
Morta. C’era la sua lapide. L’incisione col suo nome su un pezzo di marmo.
Delle
stupide, stupidissime parole, che però attestavano che la
sua fidanzata era
morta.
O almeno…
questo era quello che lui pensava…
Intanto,
nel
Bosco, Beatriz e Ninetales stavano parlando molto seriamente.
-Come ti
dicevo… ho una cosa importante da darti.- disse la volpe
Dorata, mettendosi a
frugare nella borsa.
-Hei! Quando
hai infilato qualcosa di cui IO non sapevo niente nella mia borsa?!- si
agitò
la ragazza castana, quando vide che la sua compagna tirò
fuori dalla sua
borsa\zaino una scatola di forma rettangolare, abbastanza lunga , di un
rosso
cremisi con delle decorazioni d’oro.
-Che roba
è?-.
-Questo…-
cominciò la bionda in PF (Pokèmon Form)- Me
l’ha dato tua madre, prima di
morire. Mi ha detto che avrei dovuto dartelo quando saresti stata
abbastanza
pronta.-.
Detto
questo, aprì la scatola con qualche difficoltà.
Al suo
interno vi era una specie di pugnale, troppo lungo per essere SOLO
un
pugnale, con sotto una targhetta con inciso sopra:
Ko
Gitsune Maru
La ragazza
tremò, sia dal freddo(ricordiamoci che nel capitolo
precedente era scappata di
casa in PF e, di conseguenza, senza vestiti) sia dalla paura.
-Che…che
significa?- domandò, stringendosi tra le code ancora calde.
-E’ una
spada.- le rispose Ninetales.
-Una spada?
A me sembra un pugnale…- ribattè la ragazza,
sospirando.
Poi un’idea
le guizzò nella mente.
-NON VORRAI CHE IO COLPISCA IL MIO BAMBINO CON QUELL’AFFARE, VERO?!?- .
La
donna\volpe si limitò solamente a scuotere la testa da
destra a sinistra.
-No.-
aggiunse solo dopo. -Come ho già detto, è una
spada. Il suo nome è Ko Gitsune
Maru, ed è una creazione degna del soprannome che porta, la
“Distruttrice di
Malvagi”.-.
Beatriz si
grattò la testa, confusa.
-D.. Distruttrice
di Malvagi?- ripetè ad alta voce, cosicchè la
Volpe potesse sentirla.
-Mhmh, come
ti ho già detto, per
l’ennesima
volta, è una spada, e mi è stato
ordinato di consegnartela nonappena tu
ne saresti stata pronta.-.
Inutile dire
che la ragazza\volpe si continuava a grattare la testa, non capendoci
un
accidente.
Ninetales
sospirò.
-Non hai
capito niente, vero?-.
…
-No…-.
Un
gocciolone in stile manga scese lentamente dal fianco sinistro della
testa
della povera Kitsune D’Oro.
-Bea?-.
-Chè?-.
…
Niny
non
rispondeva.
-CHE?!?-.
-SEI UNA
PICCOLA IDIOTA!- strillò lei nuovamente, distruggendo uno
dei suoi propri
timpani assieme a quelli della compagna…dalle sembianze
umane.
-Umpf..bene,
devo ricominciare da capo, di
nuovo! Come ti dicevo,la spada mi è stata data
da tua madre al suo
capezzale, in punto di morte. Mi disse che questa creazione
è stata forgiata
dal fuoco della Dea Inari in persona e spirito, e perciò non
si può spezzare.
Mi segui? Ci riesci?- accennò la Volpe, socchiudendo appena
uno dei suoi occhi
sbarrati.
-C…credo di
si…- rispose approssimativamente la ragazza\volpe.
–Va avanti.- esclamò poi,
diventata oramai imperterrita.
-Eh… eh… niente,
mi ha detto solo, nel suo ultimo anelito di vita, che è una
spada speciale, che
cambia la sua forma a seconda di come cresce e cambia il proprietario,
in
questo caso tu.- concluse, mettendosi a leccare una delle nove
morbidissime
code.
Beatriz si
mise ad analizzare la spada.
Carina,
pensava, ma non era un po troppo gracile per essere la spada forgiata
dal fuoco
della signora dei demoni Volpe?
Si prese il
mento tra il pollice e l’indice, dubbiosa, per poi chiedere
alla compagna di
viaggio:
-Cosa vuol
dire che cambia la sua forma a seconda di come cambia il proprietario?-.
Ninetales la
fulminò, ma non direttamente.
I suoi occhi
di fuoco si posarono prima su Ko Gitsune Maru, per poi passare allo
sguardo
vispo ma non troppo sveglio e molto poco intelligente della sua
interlocutrice.
Scosse la
testa.
-Non lo so.
Prendila. Poi si vedrà.- le suggerì.
Seppur con
qualche esitazione, la ragazzina\volpe acconsentì e raccolse
la spada.
L’impugnatura
era quasi nuova, abbastanza maneggevole, leggera.
Non successe
nulla.
-Bah, non
vale nemmeno una cicca!- esclamò lei, riponendola di nuovo
nella sua custodia e
chiudendola ermeticamente a chiave con il lucchetto annesso alla
scatola.
-A
proposito…- si ricordò in quel momento di una
cosa molto importante.
-DOVE è
FINITO ASH CON I MIEI VESTITI?!?-.
Nate
stava
passeggiando nella stradina accanto al cimitero, per stare accanto alla
donna
amata.
Aveva con sé
i vestiti della sua “dolce metà”, lo
facevano sentire meglio, quei colori così
forti e sgargianti.
C’è da dire
che con lui era veramente dolce, altrimenti non sarebbe riuscito ad
avere dei
rapporti così stretti… tanto stretti da avere un
figlio.
In quel
momento si udì un grido terribilmente acuto, e lui lo
riconobbe immediatamente.
Era lo
strillo isterico della sua amata Beatriz.
Senza
pensarci su due volte, s’addentrò nel bosco alla
ricerca di chi aveva emesso
l’urlo.
*** PASSANO LE ORE… ***
Scende
la
notte, di Ash nessuna traccia.
Dei suoi
vestiti nessuna traccia.
-Ahrg, sto
cominciando a pensare che gli umanucoli come quell’idiota di
Ash siano
completamente INUITILI!- ringhiò
Beatriz, scuotendo una coda e coprendosi le parti intime con le mani.
Aveva
assunto la sua forma ibrida, ma nonostante ciò aveva ancora
freddo.
Ninetales
aveva deciso di andare a dormire da un’altra parte, e quindi
anche la
possibilità di potersi accoccolare alle sue code ben
più calorose era scartata.
-Uffa!-
esclamò, raccattando un sassolino e lanciandolo contro un
alberello striminzito
lì vicino, per poi mettersi a strapazzare i suoi poveri
capelli castani e
increspati dall’umidità.
-Ah! Se solo
Natey fosse qui, mi potrei scaldare abbracciata a lui…-
cominciò a riflettere a
voce un po troppo alta lei, aprendo i suoi grandi occhi
d’onice splendenti.
La
luna era
piena. Una serata fin troppo calma. Una serata da incubi,
pensò lei.
Le cose
romantiche non le piacevano…eppure…
-Natey…
sigh…- sussurrò lei, mentre una lacrima di
zaffiro le trascinava giù quel poco
di coraggio che le era rimasto, verso il basso, verso il terreno.
Non si era
accorta di chi le stava alle spalle.
-Mi
chiamavi, Bea?- mormorò quella persona appena nominata da
lei, prendendola per
le spalle e trascinandola lontano da Ninetales.
Ora la
ragazza tremava.
Cosa avrebbe
fatto adesso che sapeva che lei era viva?
Lo avrebbe
raccontato o lo avrebbe tenuto per sé stesso?
-Cosa vuoi
fare?- gli domandò imbarazzata.
-Ma come?
Non avevi detto che volevi dormire abbracciata a me? Ebbene? Adesso
dormiremo abbracciati,
come volevi tu!- la liquidò lui, gettandola per terra.
Ovviamente,
lontano da Ninetales.
Non voleva
che lei sentisse i gemiti di piacere della sua compagna, oppure i suoi,
che
sarebbero stati forti.
-Ehm…non so
cosa tu abbia capito, ma io non lo voglio il tuo…hai capito!
Io volevo solo
abbracciarti, mi dispiaceva per te! – si scusò in
maniera sempre più
imbarazzata la povera Kitsune, che ormai era diventata color magenta.
“Oh,nemmeno
nei miei sogni più sconci Natey era così
pervertito!” si ritrovò a pensare.
-Ah, ma
visto che ora sono qui… e poi ho una cosa per te!- le disse,
passandole un
braccio attorno al collo.
Poi si mise
a frugare nel suo zaino.
-Avevo
intenzione di lasciare questo villaggio, non essendoci più
tu non mi tratteneva
più nulla.- le spiegò, mentre estraeva dei
vestiti dai colori caldi, del tipo
arancione e alcuni di un rosso molto acceso, dai ghirigori intricati
sul retro
e sul davanti.
-I…i miei
vestiti?- si stupì Beatriz, inarcando le sopracciglia
dubbiose.
-Sì, me li
ha dati tua nonna. A quanto pare, avevi ragione tu, non ci teneva poi
così
tanto a te.-.
-Perché li
hai voluti?- gli domandò nuovamente, in preda al panico.
Perché era
in preda al panico, poi, nessuno lo sapeva.
-Eh.. volevo
almeno un ricordo di te, capisci?- e questa volta fu lui ad arrossire,
ma
violentemente.
-Mi sentivo
solo, abbandonato… poi pensavo anche che tu eri
incinta…e cioè lo sei ancora,
ma…-.
Lei gli posò
l’indice sulle labbra, per farlo stare zitto.
-No, non
sono morta. Non morirò, finchè qualcuno crede in
me, nella mia esistenza. E
Umbreon? Dov’è?-.
Lui non la
ascoltò neppure.
Le afferrò i
polsi e la scaraventò di nuovo a terra, coprendole il viso
con i suoi corti
capelli castani, fissandola coi suoi occhi ambra.
-Oh, non
avere paura di me. Non ti farò male…non tanto.- le mormorò
all’orecchio Nate, mordendolo
dolcemente.
-T…ti prego,
N…Nate…ahi!- lo supplicò la giovane.
–Sì che mi fai male!-.
-Vaffa’
cucciola! Perché non ti stai un po calma?-.
Lui si agitò
troppo, fece per aggredire la ragazza\volpe ma sbagliò la
mira e cadde a terra,
rotolando rovinosamente.
-Ma sei
pazzo?!?- lo sgridò Beatriz.
-Eh eh eh,
cosa c’è di male? Dopotutto siamo ufficialmente
genitori!- si giustificò,
mettendosi una mano sul petto.
Ma, proprio
in quel momento, una sfera d’energia oscura li
colpì entrambi , facendoli
ruzzolare insieme, avvinghiati.
Un sussurro
lontano, il verso di un minaccioso nuovo Pokèmon malvagio
che si avvicinava
sempre di più.
-Non ti
lascerò tornare nel tuo mondo, non adesso!-…
*** Commenti
dell’autrice che è in
ritardo! ***
Sì,
lo so, vorreste scorticarmi viva.
Ma ho avuto da fare, Mea Culpa, lo
ammetto.
Ma ecco qui il tanto agoniato
ventesimo capitolo! XD
A breve sarà aggiornata anche
“Illusion”, ma ho una brutta notizia da darvi.
Ebbene sì, “Illusion” non
durerà
ancora per molto… il prossimo sarà il penultimo
capitolo.
Ma ora passiamo al capitolo 20.
Come avrete visto, è un capitolo un
po lunghino, ma sarà meglio che vi ci abituiate,
perché d’ora in poi saranno
sempre così.
Un pochino forte, dite?
In effetti sì, ci sono temi un po
delicati, provvederò a modificare la presentazione.
1 Nate è un porco.
2 Beatriz è una malata mentale.
3 Ninetales…boh!
4 Nonna di Beatriz, gran stronza…
Bene, io devo andare.
ReVeNgE