Shun riaprì gli occhi lentamente ed allungò una mano in avanti, sul materasso, sussultando nel vedere che Hyoga non si trovava più al suo posto, di fianco a lui. Il Cavaliere si tirò su di colpo e restò col fiato sospeso, il cuore che batteva all'impazzata e in preda all'ansia.

<< Hyoga! >>

<< Sono qui, Shun. >>

Shun si girò di scatto e sospirò profondamente, rincuorato dalla vista di Hyoga in piedi sulla soglia della stanza, i capelli biondi leggermente bagnati e solamente un asciugamano di colore bianco a coprirgli la parte inferiore del corpo. Il cavaliere di Andromeda si portò una mano al petto e sorrise ampiamente, sollevato.

<< Oh, Hyoga. >> mormorò con voce flebile << Accidenti, mi hai fatto prendere un colpo! >>

Hyoga ridacchiò sommessamente e andò a sedersi sul bordo del letto, avvicinandosi a Shun e posando sulle sue tempie un morbido bacio affettuoso.

<< Perdonami, Shun, non volevo spaventarti. >> gli rispose con voce morbida << Avevo bisogno di farmi una doccia, ieri notte il mio rientro è stato così frettoloso che non ho fatto in tempo a darmi una ripulita. Sai, è stato un viaggio piuttosto lungo dalla Siberia fino a qui ed il mio aspetto non era certo dei migliori. Il mio odore, più che altro. >>

Shun ridacchiò a sua volta e poi, d'improvviso, il suo sguardo sembrò adombrarsi, come se un rapido pensiero malinconico avesse di colpo offuscato la sua mente.

<< Temevo che te ne fossi andato di nuovo. >> sussurrò << Che non ti avrei più rivisto per chissà quanto tempo... Come l'ultima volta. >>

Anche il volto di Hyoga si fece più cupo e malinconico, come se egli non potesse in alcun modo nascondere la vergogna e l'amarezza nei propri occhi.

<< Mi dispiace, Shun... Non avrei dovuto sparire in quel modo. >> disse << Io... Non so che cosa mi sia preso, non so perché abbia deciso di allontanarmi da tutti e... Beh, mi dispiace e basta. So che avrei potuto scriverti delle lettere, tentare di comunicare con te, eppure... >>

Shun lo zittì di prepotenza con un abbraccio, le sue braccia si strinsero con forza al corpo del Cigno e le sue labbra si posarono sul collo di lui, con dolcezza, il suo respiro appena percettibile; gli occhi di Hyoga si riempirono di lacrime e le sue braccia, istintivamente, si avvolsero attorno alla vita sottile di Shun per conferire maggior vigore a quella stretta.

<< Le scuse non sono poi così importanti, Hyoga. >> replicò Shun, con voce rotta << Ciò che conta davvero è che adesso sei di nuovo qui, e che non te ne andrai più via. Non è vero? >>

Hyoga sorrise ampiamente e sollevò appena il capo, facendo sfiorare il proprio naso con quello di Shun fino a farlo ridacchiare soffusamente.

<< Non andrò da nessuna parte. >> affermò << Stavolta manterrò la mia promessa, puoi starne certo. E' questo il mio posto, Shun: adesso lo so bene. >>

Shun fece per ribattere ma Hyoga lo fermò prima che ne avesse il tempo, baciandolo sulle labbra e passando lentamente le dita fra i suoi capelli, beandosi della sensazione della sua morbida chioma tra i polpastrelli.

Sì, adesso lo sapeva: era quello il suo posto, vicino a Shun, e finché sarebbero rimasti insieme qualsiasi luogo sarebbe stato casa sua.

Persino quel minuscolo, scomodo letto disordinato.