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Autore: Heyale    19/05/2015    4 recensioni
Teresa e Thomas non sono mai diventati più di semplici pive, non è mai cambiato nulla qui, nella Radura. I novellini continuano ad arrivare, io continuo a mappare il Labirinto e il mondo gira ugualmente per tutti. Insomma, per lo meno finché non si unisce a noi una nuova Fagiolina, e Alby decide di affidarla a me.
Punto uno: non ne so il motivo.
Punto due: devo cercare di, come dice sempre Newt, essere meno bastardo di quanto io sia in realtà.
Punto tre: non voglio essere il caspio di tutore della caspio di ragazza.
Punto quattro: rivedere il punto due.
Dal testo:
"Minho!" Thomas mi raggiunge di corsa, dandomi una pacca sulla spalla. "Mi hanno mandato a dirti che si è svegliata."
"Che gioia. L'andrò a prendere domattina, penso. Se ne avrò voglia" faccio una breve smorfia.
"Dovrai almeno far finta di essere meno bastardo di quanto tu sia, cacchio" sbotta Newt, sedendosi di fianco a me.
"Un Dolente sarebbe stato più gentile di te. Persino quando ha tentato di ammazzarmi" lo guardo male. "Newt, mi conosci, non voglio pesi sulle spalle."
"Guarda che hai solo una cintura e uno zaino" ridacchia, dandomi una spallata. Ah ah, simpaticone.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chiamami Velocista cap.13
CAPITOLO TREDICI


"Continua a gridare, Katherine!" urlo a gran voce, sentendo i polmoni fare uno sforzo abbastanza sostenuto.
Riassunto della situazione: I Velocisti stanno andando al sicuro, i muri si muovono di nuovo, Kath è da qualche parte in mezzo a questo casino e io devo trovarla. Basta che un solo muro si sposti, e lei è spacciata. Completamente.
"Dove sei?" grida lei nuovamente, e la voce è un po' più chiara, forse sono riuscito a localizzarla. Molto, molto forse.
"Continua a parlare!" mi sposto verso la sezione tre, e le urla si fanno sempre più vicine per fortuna. Corro a perdifiato, sento le gambe cedere. Ma non posso assolutamente tornare indietro.
"Qui si sta chiudendo tutto!" urla lei di nuovo, stavolta la voce gratta molto.
Posso capirla, se non fossi abituato probabilmente starei per mettermi a piangere anche io.
No, okay, piangere no. Non piango da finché ho memoria.
"Minho!" grida lei di nuovo, sempre più spaventata. "Ho solo due uscite, si stanno chiudendo!"
"Non smettere di correre!" urlo, aumentando la velocità. "Sto arrivando, tieni duro!"
Svolto un altro paio di angoli, correndo per un corridoio alquanto stretto. So che ci sono, la voce veniva da qui. Riesco a sentire i singhiozzi, mancano pochi metri. Dio, che sollievo.
"Kath!" la chiamo, e i singhiozzi si interrompono. "Vieni verso la mia voce, fa' in fretta!"
Finalmente la vedo uscire dal vicolo cieco in cui era finita, due grosse lacrime le solcano le guance e i vestiti sono sporchi dalla testa ai piedi. Tiro un sospiro di sollievo, asciugandomi il sudore sulla fronte. Non credo di averla mai vista più spaventata di così. E, per giunta, la cosa che mi dà più fastidio è che, a giudicare da ciò che ha in mano, è entrata in questa trappola mortale solo per darmi il pranzo che ho dimenticato. Ha rischiato la sua vita per il mio caspio di pranzo. Deve rivedere le sue priorità.
Appena mi vede le si illuminano gli occhi, e parte correndo verso di me fino a rallentare per non cadere a terra. Muovo un passo verso di lei, non capendo nemmeno cosa mi stia succedendo, e la stringo in un abbraccio. Giuro che non c'entro niente con ciò che dice il mio sistema nervoso, mi sono mosso autonomamente. Ma devo ammettere che averla al sicuro tra le mie braccia è come un calmante, e l'adrenalina se ne sta andando piano piano.
"Sei veramente un'idiota, Katherine" mormoro, ancora stretto a lei. "Mi hai fatto perdere due anni di vita."
"Avevi dimenticato il pranzo, non c'era nessuno e così ho pensato che non potevate essere tanto distanti."
"Sei fuori di testa!" sbotto, allontanandomi. "Se usciremo da qui te ne dirò di santa ragione. Ma prima di tutto dobbiamo uscire."
"Sei positivo, lasciatelo dire."
La guardo male, facendo una smorfia: "Zitta."
Katherine sbuffa, passandosi una mano tra i capelli mentre inizia a seguirmi: "Cosa devo fare?"
"Correre, Kath. Devi correre. Non ci chiamiamo 'Velocisti' perché il catalogo dei nomi era finito."
"Intendente Minho e la sua dolcezza."
"Finiscila" ridacchio, iniziando a correre. Mi rendo conto che ci metterò il doppio a raggiungere l'uscita, per non considerare le pause che dovrò fare. Insomma, una pive e tra l'altro femmina! Non faremo nemmeno un chilometro senza fermarci.


"Senti un po', Velocista" mi chiama lei, mettendosi al mio fianco. "Ma stiamo correndo o camminando a passo veloce?"
Sta cercando di offendermi?
"Sto andando piano per te, pive" rispondo, cercando di far risultare la voce meno altalenante di quanto sia in realtà.
"Guarda che se fosse per me saremmo già usciti!"
"Allora prego, accomodati!" sbotto, aumentando la velocità. Tra quindici metri si sarà già persa, ne sono sicuro. Non può di certo pretendere di essere allo stesso livello di noi Velocisti.


Cristo santo, devo smetterla di dire che le cose non potrebbero mai succedere. Perché, a meno che io non stia sognando o sia sotto effetto di droghe pesanti, Katherine sta correndo da un'ora e mezza senza aver mai avuto bisogno di una pausa. E non è umanamente possibile.
"Siamo quasi arrivati!" grido, indicandole la strada da prendere. "Ci manca circa un chilometro."
"Okay, allora ti dispiacerebbe fermarti un attimo?"
Freno di colpo, girandomi verso di lui, sollevato dal fatto che anche lei debba prendere fiato. Insomma, mi fa piacere sapere che anche lei ha dei polmoni funzionanti.
"Stanca, eh?"
"In realtà no, voglio solo dirti una cosa" ridacchia, appoggiandosi ad una parete. "Tu sei stanco?"
"Un pochino, direi. Fa' in fretta, pive, i Radurai ci stanno aspettando" mi siedo con la schiena appoggiata alla prete opposta alla sua, tirando un gran sospiro. Appena sarò al sicuro, giuro che mi metterò a dormire.
"Mi dispiace per tutti i guai che ti ho fatto passare. Partendo da Alby per arrivare a questo."
Alzo lo sguardo verso di lei, sorpreso, ma il suo è fisso a terra. Non sarà mica...imbarazzata? In questo caso potrei veramente mettermi a ridere.
"Non sei stata tu l'unica causa dei litigi con Alby, tranquilla. Quella è la nostra quotidianità."
"Non so come ragioni tu, Minho. Ma a me non va di sapere che qualcuno sta male per colpa mia."
Stare male? Non mi pare di essere mai stato male da quando c'è lei. Okay, magari infastidito, ma non...male.
"Su col morale, Kath" mi alzo, andando vicino a lei. "Non sono arrabbiato con te. E sai una cosa? Magari potrei chiedere di farti diventare Velocista. Magari potremmo passare più tempo insieme."
Lei fa un sorriso, alzandosi aiutata da me: "Ti voglio bene, Velocista."
Anche io, Kath.
"Inizia a correre, pive."



Come da copione mi ritrovo seduto su una sedia, che tra l'altro non so quanto regga ancora, mentre gli altri discutono animatamente di ciò che è successo.
"Sappiamo tutti le procedure" inizia Alby, scrutando Kath, esattamente al centro della mezzaluna. "Dovrebbe essere esiliata e via dicendo. Ma, insomma-"
"Vuoi passarci sopra un'altra volta, Alby?" Gally si alza dalla sedia, infuriato come il solito. "Abbiamo già fatto un'eccezione per Thomas cinque mesi fa, ora non si può ripetere!"
Tenetemi fermo o vado lì e lo concio per le feste una seconda volta, caspio. Magari potrei farmi un nuovo cappotto di Gally, oppure una coperta. Mh, non sarebbe male se quel pive del cacchio non la smette di sparare amenità che mi fanno saltare il sistema nervoso.  
"E' una ragazza, Alby, stava solo cercando di seguire Minho" dice Newt duramente, guardando Gally e poi me. "L'ha fatto con un buon fine."
"Ma ha rischiato il peggio, e per poco non cacciava nei guai anche i Velocisti, Minho per primo."
La faccia dell'ipocrisia! Come se di me gli importasse qualcosa, cacchio.
"Se la tenete qui, io giuro che vado fuori di testa."
Fosse una novità.
Lancio uno sguardo a Kath, che fissa tutti noi in modo alquanto terrorizzato. La mia prima Adunanza è stata dopo aver fatto a botte con Newt prima che diventasse il mio migliore amico. Alla fine, io avevo il labbro spaccato e lui il polso insaccato. Che bei tempi.
"E cosa vorresti fare, se no, testa di caspio?" Newt si alza dalla sedia, incrociando le braccia. "E' una ragazza. Poteva saperne qualcosa?"
"Dato che il qui presente Minho è il suo tutore" la manaccia di Gally mi indica. "Sì, lei doveva saperlo! Di sicuro lui gliel'avrà detto."
"Certo che l'ha fatto" interviene Alby. "E lei si è solo preoccupata per lui, ecco perché l'ha seguito."
"Non dovremmo prenderlo come esempio?" dice Newt, guardando tutti noi Intendenti. "Tutti noi pensiamo solo a noi stessi, ammettiamolo. Se io fossi stato l'incarico di Minho, e avessi visto il suo pranzo in cucina invece che nel suo zaino, avrei pensato che fossero cazzi suoi. Anzi, penso che l'avrei anche mangiato. E invece che fa questa pive? Gli corre dietro, per una cosa così stupida che adesso è diventata importante."
Ritiro tutto ciò che ho detto su Newt. Ora penso di amarlo.
"Minho poteva rimetterci la vita" sbotta Capitan Gally, naturalmente, gesticolando freneticamente con le mani.
"Potrei morire prima di sentire qualcosa di sensato uscire dalla tua bocca, accidenti!" scatto in piedi, fissandolo. "Ti pare che io potessi restare là dentro? Pensi che sia l'Intendente dei Velocisti perché non ho un caspio da fare tutto il giorno? E' come se ci vivessi tra quelle mura!"
"Calmati, Minho" mi intima Alby, come il solito. Ma stavolta no, mi spiace, non andrà come vuole lui.
"Vuoi mandarla in pasto ai Dolenti per quale ragione, eh?" okay, potrei assomigliare vagamente ad un pazzo in questo momento. "Perché voleva essere gentile? Almeno ci ha provato, cacchio, è la prima che fa una cosa del genere. Se tu la esili, io giuro che le vado dietro!"
"Minho, no" Kath si alza dalla sedia, venendo verso di noi. "Pago da sola quello che ho fatto. Devo andare? Okay, perfetto, ditemelo ora così mi preparo senza troppe perdite di tempo."
"Fermatevi, cacchio, mi sta venendo mal di testa" sbuffa Alby. "Ora sta agli Intendenti decidere. Allora? Cosa volete fare?"
Alby si rivolge ad ognuno di noi, e il primo inizia a parlare. Sette di noi dicono di farla restare, due no. Ovviamente Gally e quel suo seguace di Winston. Ora sta a me.
"Minho" Newt mi fa segno di parlare, facendosi serio. "Lei resterà. Ora, tu sei il suo tutore. Come tale, dovrai comunque farle capire il suo sbaglio, in qualche modo. Come pensi di fare?"
Mh, una punizione che posso decidere io. E' la prima volta che sono io a doverla infliggere, e non il contrario. Mi è capitato parecchie volte di dover pulire le pentole di Frypan in gattabuia. Con uno spazzolino. Senza un minimo di luce.
Okay, ce l'ho. Non potrei fare cosa peggiore.
"Voglio che diventi una Velocista."
Tutti quanti rimangono col fiato sospeso, e prima che possano iniziare le rivolte con tanto di torce e forconi, riprendo parola.
"Se non fosse stato per la sua velocità, allora Gally avrebbe avuto ragione e noi saremmo rimasti là dentro. Ma è veloce quanto me, non si è stancata nemmeno dopo un'ora e mezza di corsa continua. Non credo ci possa essere punizione peggiore."
Alzo gli occhi verso Alby, incrociando le braccia. Deve dire di sì. Non può contestare quest'idea.
"E sia" dice infine, alzandosi dalla sedia. "L'Adunanza è conclusa. Mi avete rotto abbastanza i coglioni anche per oggi."
Cerco di trattenere un sorriso e un "evvai" che sarebbe di certo inopportuno, ma riservo un cenno per Kath, che sorride a sua volta senza farsi vedere. Bene, se non altro questa volta l'ho vinta io. Inoltre sono sicuro che non sia esattamente una condanna per Kath. E, lo confesso, nemmeno per me. L'ho detto di essere peggio del burro al sole.


La parte più eccitante dell'essere Intendente dei Velocisti è dover mostrare la Stanza delle Mappe ai novellini, non c'è dubbio. La parte che preferisco sono le armi e le scarpe, è sempre uno spasso vedere lo sguardo spaventato di ogni pive guardarsi attorno senza sapere dove mettere le mani.
Katherine è dietro di me, da quando siamo usciti non abbiamo detto una sola parola, ma credo che le domande arriveranno tra meno di due minuti, dato che abbiamo appena messo piede nella stanza sotterranea dove teniamo le armi.
"Non capisco perché tu mi abbia difesa."
Mi giro verso di lei, lanciandole un paio di scarpe che potrebbero andarle bene. "Non dovevo?"
"Sei indecifrabile, te lo assicuro. Prima mi sbotti addosso e poi mi difendi davanti a tutti."
Alzo le spalle, facendo una smorfia: "Ti ho nominata Velocista, non ti ho fatto un favore."
"Invece sì" mormora distrattamente mentre si infila le scarpe. Colgo l'occasione per guardarla senza dover sostenere il suo sguardo, e non posso fare a meno di sorridere davanti a un impaccio del genere per allacciare le scarpe. Sono sicuro che tra tre giorni sarà un gesto quasi automatico, dato che gli allenamenti saranno piuttosto lunghi. E sarà meglio per lei che si leghi i capelli per correre, non penso sia molto comodo quando saranno quattro o cinque ore di corsa accumulate.
"Sono pronta" si alza di scatto, sorridendo. "Andiamo?"
"Prima passiamo a prendere il pranzo, poi andiamo."
Cosa mi sta succedendo? Insomma, non voglio andarmene da questa stanza. Dovrei uscire ma...i miei piedi se ne stanno qui. E i miei occhi su di lei.
"Ehi, Velocista? Ci sei?"
"No, faccio finta" faccio una smorfia, girandomi a fatica per andare via. "Stammi dietro, pive."




NON SONO MORTA.
Semplicemente il mio cervello si è fatto fottere.
Ma ehi, sono viva!
Oggi esce il trailer di Scorch Trials, vero? Sono stra emozionata.
Spero che il capitolo vi piaccia e siate clementi col mio ritardo, vi prego.
Un bacione!
Ale xx

  
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