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Autore: Schwarzfreiheit    03/01/2009    2 recensioni
Il rapporto tra madre e figlia era perfetto, quello che ogni madre ed ogni figlia sognano. Ma un segreto può rovinare tutto, certi silenzi fanno più male delle parole urlate con rabbia. Certe storie passate devono essere raccontate per pemettere di vedere il futuro. Era da tempo che quella storia sarebbe dovuta essere narrata, adesso era giunto il momento.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E' Tua Figlia BENE, ECCO IL SECONDO CAPITOLO DI QUESTA STORIELLA SENZA TROPPE PRETESE,  E APPROFITTO PER RINGRAZIARE SUBITO :

LADY CASSANDRA CHE HA NUOVAMENTE RECENSITO QUESTO MIO SECONDO LAVORO.
CHE DIRE ? HAI DETTO CHE TI PIACEVA L' IDEA, E A ME FA PIACERE LEGGERE I TUOI COMMENTI, MA MI STO RENDENDO CONTO CHE SAPERE CHE QUALCUNO LEGGE QUELLO CHE SCRIVI COMPORTA ANCHE UN PO' DI  "ANSIA DA PRESTAZIONE " !  GH GH ^____^ ' !  SPERO DAVVERO DI NON DELUDERTI ! IN EFFETTI FORSE POTRESTI TROVARE QUESTA STORIA UN PO' PATETICA O BANALE,  ( MA A ME PIACE E SONO PRONTA AD ACCETTARE SIA LE CRITICHE POSITIVE CHE QUELLE NEGATIVE ) ... TANT' E' ... ECCO QUI IL SECONDO CAPITOLO, COME DA RICHIESTA   ^_______________________________^ !
UN RINGRAZIAMENTO ANCHE A RUBYCHUBB CHE MI HA INSERITA TRA I PREFERITI SULLA FIDUCIA ! SPERO DI NON DELUDERLA !  ASPETTO CON ANSIA ANCHE UN TUO COMMENTO !
GRAZIE A SILIVIETZ PER IL COMMENTO POSITIVO, SPERO CHE LEGGERAI ANCHE QUESTO SECONDO CAPITOLO , E A VALEVALETHEBEST PER AVER INSERITO IL PRIMO CAPITOLO TRA I  SUOI PREFERITI ...  LASCIAMI UN COMMENTINO ! DAIIIII !
INFINE UN GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO SENZA COMMENTARE !
SPERO VI SIA PIACIUTO LEGGERE QUANTO A ME SCRIVERE !
NON STO DI NUOVO A SPECIFICARE CHE E' FRUTTO DELLA MIA MENTE CONTORTA E CHE I PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO .... ( EHHHHHH, MAGARI !  ^______________________________^ ' ! )
UN ABBRACCIO A TUTTI !



La mattina dopo, Alex si alzò dal letto chiedendosi perché mai ci fosse andata, non aveva chiuso occhio tutta la notte.
Detestava come aveva trattato sua figlia.
-  Ma cos’ altro avrei potuto fare ? Cosa avrei dovuto dirle ? Come avrei potuto spiegarle … -
I suoi pensieri vennero interrotti da Micio, che le si strusciava insistentemente sulle gambe, reclamando la colazione.
Andò in cucina, versò del latte tiepido nella ciotola del gattino nero che aspettava impaziente, poi preparò la colazione per loro due.
Quando Crys si alzò fecero colazione in silenzio poi :
<<  Io esco, dobbiamo finire di addobbare il Parco … Pranzo da Lisa. Ci vediamo stasera.  >>
E uscì senza nemmeno salutarla.
Alex era preoccupata, non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo, se Crys avesse saputo la verità.
Telefonò a Marzio e gli chiese di tenerla d’ occhio.
Non lo aveva mai fatto prima, sapeva che non era la cosa giusta.
Ma le sembrava l’ unica cosa da fare.
La paura le bloccava il respiro.
O era qualcos’ altro ?  
Il pensiero che Lui fosse potuto tornare, che Lui fosse lì nello stesso posto dove lei si era rifugiata, per non dire che vi era scappata per nascondervisi, la faceva tremare.
Di paura, ma anche di rabbia e … Di desiderio …
Si, desiderio …
Lo desiderava.
Erano passati più di 15 anni dall’ ultima volta che lo aveva visto, dall’ ultima volta che aveva sfiorato le sue labbra, dall’ ultima volta che  aveva potuto perdersi nei suoi dolcissimi  occhi e riempire i propri del suo luminoso sorriso …
Sorriso che le era sembrato felice …
Ma, vista la telefonata che aveva ricevuto solo un mese dopo, era più che evidente che  era solo un’ illusione …
Non potè fare a meno di tornare indietro con la memoria a quei giorni che erano stati talmente belli, così pieni di luce e gioia da sembrarle a volte solo un bellissimo sogno, anche se, c’era Crys, a ricordarle che no, non aveva sognato …

… Allora aveva 13 anni e abitava con suo padre, un ubriacone della peggiore specie, poiché sua madre, stanca dei continui maltrattamenti del marito, se ne era andata, lasciandoli … Entrambi …
Suo padre la amava, a modo suo, non la aveva mai maltrattata, la mandava a scuola e riusciva a non farle mancare lo stretto necessario.
C‘ erano stati giorni felici, Alex se li ricordava bene e con nostalgia, giorni in cui suo padre le portava a fare lunghe passeggiate alla periferia di Magdeburgo, giorni passati tra risate serene, giorni in cui lei sapeva di essere la luce degli occhi del padre …
Poi era stata sostituita dall’ alcol.
Quei giorni erano finiti, sua madre se ne era accorta ed era tornata in Italia, lasciandoli soli.
Adesso non c’erano più i caldi abbracci della buona notte, ma lunghe serate passate tra un bar e l’ altro.
Il padre infatti la portava con sè, e lei in ogni nuovo bar aveva imparato a riconoscere l’ angolino più tranquillo dove si sedeva con un libro aspettando che suo padre decidesse di tornare a casa.
Fu in una di quelle serate che sentì nell’ aria le note di una chitarra e la voce di un ragazzino che cantava.
Alzò lo sguardo e si trovò davanti la coppia di ragazzi più strana che avesse mai visto : l’ uno completamente differente dall’ altro nell’ aspetto, uno vestito come un rapper che imbracciava una chitarra, con dei lunghi dread biondi sulle spalle, l’altro con i capelli corvini cortissimi tranne un lungo ciuffo sull’ occhio sinistro, gli occhi truccati di nero e lo smalto nero alle unghie, che teneva tra le mani un microfono e cantava come se non avesse potuto desiderare di meglio nella vita, come se fosse assolutamente, pienamente, gratificato.
Erano, appunto totalmente differenti, tranne per gli occhi.
Entrambi avevano due occhi nocciola, identici.
Lei si mise ad ascoltarli, infondo sempre meglio che stare lì a fare nulla o a rileggere per l’ ennesima volta il suo libro preferito.
Non se ne intendeva molto di musica, ed alcune delle canzoni che sentì non le piaqquero affatto ma, quel ragazzino aveva una bella voce e tanta passione.
Poi, le prime note di Durch de Monsun …
Alzò nuovamente gli occhi dal libro totalmente rapita da quella canzone, da quelle parole …
“ STO CORRENDO ATTRAVERSO IL MONSONE,
OLTRE I CONFINI DEL MONDO,
FINO ALLA FINE DEL TEMPO
DOVE LA PIOGGIA NON FARA’ PIU’ MALE
COMBATTENDO LA TEMPESTA …
INSIEME RAGGIUNGEREMO UN POSTO NUOVO …  
 
Ogni parola di quella canzone la sentiva affine a sè stessa, a quello che provava, quella stanza fredda …
Quella che aveva dentro di sé, il suo stesso bisogno di trovare un posto nuovo, dove essere di nuovo felice …
Alla fine della canzone si accorse di essere rimasta imbambolata come una stupida ad osservare quel ragazzino e abbassò svelta lo sguardo, avrebbe voluto nascondersi sotto il tavolino, ma sarebbe stata una scena abbastanza ridicola, considerando che non c’ era nemmeno una tovaglia sotto la quale sparire …
Così, quando vide il biondino scendere dal palchetto improvvisato ed avvicinarsi a lei, tuffò il naso nel libro fingendo un’ aria totalmente assorta e ascoltando solo il battito del suo cuore che sembrava essere impazzito.
<<  Ciao !  >> Le disse una voce allegra a pochi centimetri dal viso.
Il ragazzo sembrava impegnato a scoprire cosa stesse leggendo, e teneva la testa piegata in modo buffo.
Lei incuriosita, aveva girato il libro per vedere cosa, nel titolo, lui non riuscisse a leggere e scoprì con enorme imbarazzo che, per la fretta di sembrare distaccata e assorta nella lettura, aveva preso il libro all’ incontrario.
Alzò uno sguardo spaurito sul viso del rasta che immediatamente scoppiò in una rumorosa risata che non potè fare a meno di coinvolgerla.
<<  Io mi chiamo Tom, e questo qui  >> Disse indicando il secondo ragazzino che si stava avvicinando con tre tazze di the caldo <<  Questo qui è il mio fratellino Bill ! Che, come sempre premuroso, ha preso del the caldo per tutti …  >>
Poi con una faccia schifata aggiunse : <<  ...  Senza tener conto che a me non piace per nulla il the verde !  >>
Il moro arrosì un poco e disse imbarazzato :
<<  Oh, scusa Tomi, non ci stavo pensando … In effetti non so nemmeno se a te piaccia …  >>
Aggiunse rivolto alla ragazzina.
<<  Oh, sì, sì, a me va benissimo … Anzi … Grazie …  >>
Rispose immediatamente lei, facendo sorridere il giovane.
<< Evvabbè, per questa volta ti è andata bene, mi accontenterò anche io …  >>
Esclamò il rasta spostando una sedia vicino alla ragazza e spaparanzandocisi sopra, il più possibile vicino a lei, che, considerò, non era affatto male.
<<  Allora … Stavi ascoltando la nostra musica … Che cosa te ne pare ?  >>
Chiese il biondo dopo essersi accomodato.
<<  Niente male … Sì, voglio dire, alcune canzoni non mi sono piaciute molto, ma …  >>
Si accorse di aver fatto una gaffe, di nuovo, e aggiunse in fretta :
<<  Ma io non mi intendo molto di musica, e poi, l’ ultima che avete suonato era davvero bellissima !  >>
Si fermò per riprendere fiato e osò alzare gli occhi sui due ragazzi.
Tirò un sospiro di sollievo, stavano sorridendo.
Sorrise anche lei.
<<  Sono contento che ti piaccia, la musica mi è venuta fuori abbastanza bene, ma Bill ci ha messo un sacco per scrivere quel benedetto testo, non era mai abbastanza soddisfatto !  >>
Disse Tom mollando uno scapellotto alla nuca del fratello.
Quello si rivolse al fratello, risentito :
<<  Perché non ti metti tu a scrivere i testi e a cantare ? Scommetto che potrei imparare a strimpellare quella chitarra meglio di te in una settimana …  >>
<<  Cosa cazzo dici Bill ! Non impareresti nemmeno se venisse Jimi Hendrix ad insegnartelo …  >>
Rispose il rasta.
Sembravano essersi dimenticati della ragazza che li guardava con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
Si voltarono improvvisamente verso di lei e le chiesero all’ unisono :
<<  Che cosa c’è ? Perché ci guardi in quel modo ?  >>
<<  Mi state dicendo che siete voi due a scrivere i testi e la musica di tutte le canzoni che ho sentito, anche dell’ ultima ? ! ?  >>
Chiese lei un po’ stranita.
I due sorrisero.
<<  Certo ! Cosa c’è di strano ?  >>
Ma era evidente che stavano gongolando di soddisfazione per quel complimento.
<<  A proposito, non ci siamo nemmeno presentati come si deve ! Io sono Tom Kaulitz, futuro famoso chitarrista della band che formerò con il mio gemellino come cantante e compositore, Bill Kaulitz !
… Non appena avremo trovato un bassista ed un batterista  …  >>
<<  Sono sicura che li troverete presto e avrete un gran successo !  >>
Esclamò lei facendosi contagiare dall’ entusiasmo del biondo.
I due ragazzi sorrisero e le chiesero cosa ci facesse lì a quell’ ora.
Lei glissò la domanda, non le andava di parlare di suo padre o della sua vita.
Così fece loro una domanda per cambiare argomento .
<<  Ma non è frustrante cantare in questi bar di infimo livello ?  >>
Chiese sorridendo.
<<  Bhè, quando sei un perfetto sconosciuto, va bene qualsiasi posto, a noi basta poter suonare anche se davanti a degli ubriachi che nemmeno ci ascoltano .. E poi, come vedi, a volte può anche capitare di incontrare qualche bella ragazza no ?  >>
Rispose Tom con un sorriso da Playboy stampato in faccia, lanciandole quella che, per lui, doveva essere un’ occhiata estremamente sexy, ma che la fece ridere.
<< Tom, mi sa che ti è andata male ! Gh gh … Invece di farla cadere ai tuoi piedi la hai fatta ridere … !  >>
Gli disse Bill sarcastico.
<<  Bhè, non lo sai che le ragazze adorano i tipi che le fanno ridere ?  >>
Esclamò il biondo, risentito dal commento del fratello.
Scoppiarono tutti in una fragorosa risata e il padre di Alex si ricordò di avere una figlia da portare a casa, che l’ indomani sarebbe dovuta andare a scuola.
La chiamò con la voce impastata dall’ alcool.
Non appena lo sentì, Alex provò il desiderio di sotterrarsi.
I due ragazzi la guardavano incuriositi, poi, Bill, credendo di aver capito la situazione decisamente meglio di quello stupido di suo fratello, le sorrise e le disse :
<<  Vabbè, anche noi dobbiamo andare a casa, domani c’è scuola, ma tra due settimane suoneremo di nuovo qui … Magari ci rivedremo … Ciao e Buonanotte … >>
Il rasta, ripresosi dalla gomitata che il fratello gli aveva rifilato poco prima, si avvicinò alla ragazza e le diede un bacio sulla guancia dicendole :
<<  Sì, spero proprio di rivederti, sabato …  >>.
Lei arrossì, poi, dopo aver augurato loro la buona notte, seguì il padre fuori dal locale, pensando a come fare per convincerlo a tornare lì due settimane dopo.
Il giorno prestabilito, si ritrovò nello stesso bar, allo stesso tavolo, in attesa che i due ragazzi arrivassero, e rimase molto sorpresa quando sul palchetto vide un terzo ragazzo che montava una batteria.
Poco dopo, salirono altri 3 ragazzi e due erano i gemelli !
La videro subito, anche perché i clienti del locale erano sempre gli stessi ed erano impegnati a bere al bancone.
Bill, dopo aver dato un occhiata a Tom e detto poche parole agli altri due, iniziò a cantare Durch de Monsun, sapeva che era la sua preferita.
Quando finirono di suonare si avvicinarono tutti e 4 al tavolo della ragazza.
<<  Ciao!  >> Esordì Tom, come al solito, e le posò un secondo bacio sulla guancia.
Lei arrossì,e per allontanare quel momento di imbarazzo chiese :
<<  Ciao Tom, Bill … E loro chi sono ?  >>
<<  Sono Gustav, il nostro batterista, e Georg, il bassista del famoso gruppo di cui ti ho parlato l’ altra volta !  >> Rise Tom.
I due ragazzi sembravano un po’ più grandi dei gemelli.
<<  Quanti anni avete ?  >> Chiese ancora lei.
Il ragazzo di nome Georg sorrise e disse :
<<  Io ne ho 16 e Gustav 15 … Tu ?  >>
<<  Ehy ! Georg, mi sembri un po’ troppo interessato … L’ ho vista prima io ! >>
Esclamò Tom.
Gli arrivò un pugno sulla spalla :
<<  Ehy!!!! Non sono mica una sedia del locale, io ! … Comunque  >> Aggiunse la ragazza rivolta al bassista << Io ne ho 13, e mi chiamo Alex  >>
<<  Lo sapevamo, i gemelli ci hanno parlato molto di te, speravano davvero di rivederti stasera  >>
Aggiunse Gustav che non aveva ancora detto nemmeno una parola.
Si sedettero a bere qualcosa e a chiacchierare, fino a quando lei dovette andare via.
Tom, la accompagnò fuori dal locale, e in quel vicolo buio le dette il suo primo bacio.
Lei, non si ritrasse, dopotutto Tom era carino e simpatico, anche se non era
sicura di desiderare una storia con lui.
Tornò a casa, continuando a pensarci e si ripromise di capirci qualche cosa prima di rivederli.
Ma non li rivide più.
Il sabato successivo li attese invano sempre al solito locale, e così quello dopo e quello successivo, dandosi della stupida per non aver dato loro il suo numero di telefono.
Passarono due anni e lei, non seppe più nulla di loro, anche se non li aveva affatto dimenticati né tantomeno aveva dimenticato quella canzone che ancora a volte si sorprendeva a canticchiare fra sé e sé.
Poi, un giorno, mentre stava studiando sentì di nuovo quella musica.
Andò in sala, dove suo padre, ubriaco, si era addormentato con la tv accesa e rimase senza fiato.
Sullo schermo c’erano loro, una scritta che diceva : Tokio Hotel - Durch de Monsun - le note di quella canzone e la voce di Bill.
Fissò lo schermo per tutta la durata del video ed il giorno dopo scoprì, leggendo Bravo, che stavano per pubblicare il loro primo album.
Era contenta per loro, sapeva che ce l’ avrebbero fatta !
Incominciò a seguire i loro spostamenti attraverso le riviste e la, tv e scoprì che avrebbero girato un video  per il loro prossimo singolo, in cui avrebbero potuto partecipare alcune fan.
Si presentò ai provini e venne scelta.
La mattina in cui cominciarono le riprese si presentò sul set, che era poi una vecchia casa, ed entrò, dubitando che i ragazzi l’ avrebbero riconosciuta.
Ma poco dopo si sentì chiamare da una voce che ormai le era diventata familiare :
<< Alex ! Cosa ci fai qui ? Sono contento di rivederti, e lo saranno anche gli altri !  >>
Lei si voltò e si ritrovò di fronte Bill.
Si misero a chiacchierare del più e del meno quando qualcuno la abbracciò da dietro.
Tom ! Ne era sicura.
<<  Ciao !  >> Esclamò il ragazzo cercando di baciarla, ma lei, lo allontanò imbarazzata.
Sapeva che Bill li stava guardando e la cosa non le faceva piacere.
Iniziarono le riprese e dopo alcune ore, il regista affermò che il video srebbe stato perfetto, e che il lavoro era finito.
I ragazzi invitarono Alex a bere qualcosa con loro per festeggiare, Georg e Gustav erano felici di rivederla, e lo era anche lei, anche se si accorse che i gemelli la guardavano in modo strano.
Entrambi avevano un diverso motivo per farlo anche se lei ignorava quali fossero.
Quella sera, dopo aver bevuto e passato un po’ di tempo assieme, lei disse :
<<  Devo proprio andare adesso, spero che ci rivedremo ancora.  >>
<<  Ti accompagno …  >> Disse Tom con un tono strano.
<<  Ok …  >> Rispose lei senza guardare Bill che la stava osservando.
Lo sapeva perché sentiva i suoi occhi fissi sulla sua nuca.
Un brivido le percorse la schiena al pensiero di quello sguardo, ma lo ignorò.
Uscì con Tom dal locale e attese che lui dicesse qualcosa :
<<  Come mai non mi hai baciato prima ? Eppure l’ ultima volta che ci siamo visti non mi sembrava ti dispiacesse … >>
Lei si sentì un po’ offesa dal suo tono e lo aggredì :
<<  Te lo ho già detto Kaulitz, non sono un oggetto, e non sono di tua proprietà. E poi è passato un sacco di tempo …  >>
<<  E in questo tempo tu avrai sicuramente trovato qualche altro ragazzo che si è fatto un giro con te ! >> le urlò a pochi centimetri dal naso.
Lei gli mollò una sberla in pieno viso.
Ma Tom Kaulitz, per quanto sorpreso dalla reazione della ragazza, non era certo i tipo da subire un tale affronto !
<<  Forse non hai ben chiaro chi ti trovi di fronte !  >>
Le disse prendendole entrambi i polsi nelle mani e spingendola contro il muro.
Nel frattempo, Bill, non vedendo rientrare il fratello andò a cercarlo, sapeva che la scena che si sarebbe potuta presentare ai suoi occhi poteva non essere esattamente quella che desiderava.
Non gli andava certo di vedere quei due appiccicati a sbaciucchiarsi, ma decise di correre quel rischio.
Ma quando uscì quello che vide non fu esattamente quello che si aspettava.
Alex era praticamente sull’ orlo delle lacrime e Tom la teneva ferma contro il muro.
<<  Che cazzo stai facendo, razza di idiota ? ! ? >>
I due ragazzi si voltarono, Tom mollò subito la presa e Alex si allontanò da lui in fretta.
Bill la prese per mano, allontanandola dal fratello al quale si avvicinò con uno sguardo minaccioso.
<<  Chiedile subito scusa ! Ma che cazzo ti è preso ? Non siamo ancora nessuno e tu ti comporti come un fottuto idiota!  >>
Tom rimase allibito dal tono del fratello, sembrava davvero arrabbiato.
Abbassò lo sguardo e mugugnò quelle che sembravano delle scuse.
<<  Non credo che Alex abbia sentito bene, Tom, potresti alzare un po’ la voce …  >> Disse il moro.
<<  Senti, Bill, adesso mi hai proprio rotto le palle, lasciami in pace !  >>
Tom tornò nel locale con la coda tra le gambe, dandosi dell’ imbecille.
<<  Mi dispiace per il comportamento di mio fratello … Ma cosa è successo ?  >>
Chiese Bill rivolto alla ragazza.
<<  Nulla, il fatto è che … L’ ultima volta che ci siamo visti, tuo fratello mi ha baciata, ed io non lo ho rifiutato … Ma è passato del tempo, io ho avuto modo di riflettere … Non lo so … Solo che non mi andava più … Credo di averlo offeso, respingendolo, ma non è successo nulla davvero ! Non ti devi preoccupare !  >>
Sorrise.
<<  Dai, ti accompagno a casa … Andiamo  >>
Si incamminarono verso casa della ragazza, e solo allora Alex si accorse che durante tutto quel tempo, Lui non le aveva lasciato la mano.
La ritrasse un po’ imbarazzata.
Bill a quel gesto si dette dello stupido, ma lei non poteva certo immaginare che anche lui si sentisse in imbarazzo.
Erano ormai arrivati sotto casa della ragazza.
<< E così … Hai baciato mio fratello …  >>
Lei non si aspettava quella frase, che non era una domanda né un’ affermazione.
Solo la verità per quello che era.
Aveva baciato Tom. Punto.
<<  Si, ma è successo 2 anni fa … Insomma, io non … Non ero molto esperta e tuo fratello è stato molto carino e dolce, quella sera …  >>
<<  Al contrario di questa … Mi dispiace, lui non è mai stato molto abituato a sentirsi respingere …  >>
Rispose Bill :
<<  Ma sono sicuro che non voleva farti male …  >>
<<  Infatti, mi dispiace che la abbia presa così male … Ma … Credo davvero che non si possa baciare un ragazzo che non si ama, se si ha la certezza di non amarlo …  >>
Rispose lei, sentendosi un po’ in colpa per averli fatti litigare.
Arrivati sulla porta di casa, Alex ne staccò un biglietto.
“  Starò via per un po’, fai la spesa e fai attenzione alla casa  ”
<<  Tuo padre se ne è andato per qualche giorno ?  >>
Chiese Bill un po’ stupito :
<<  E ti lascia da sola ?  >>
La ragazza si strinse nelle spalle, per lei non c’era nulla di strano.
La cosa strana per lei era quello che stava provando già da quella mattina :
la tristezza al pensiero che Lui potesse non ricordarsi di lei, l’ emozione che le aveva attanagliato lo stomaco quando Lo aveva sentito pronunciare il suo nome, l’ imbarazzo che aveva provato al pensiero che Lui la vedesse in certi atteggiamenti con Tom e quella sottile speranza, che aveva cercato i ignorare, che Lui ne fosse almeno un po’ geloso …
La gioia che aveva provato quando Lui l’ aveva difesa e aveva deciso di accompagnarla a casa.
Poi, pur sapendolo già da tempo, ammise a sè stessa che in quegli anni aveva pensato molto a Lui, si confessò che in realtà, anche 2 anni prima, avrebbe voluto che quel bacio, quel suo primo bacio, glielo avesse dato Bill e non Tom.
Voleva bene a Tom, gliene voleva anche adesso, anche se si era comportato in quel modo squallido, e le dispiaceva averlo ferito, non era sua intenzione, ma non poteva mentirgli.
Né poteva più mentire a sè stessa.
<<  Senti, sei stato gentile ad accompagnarmi a casa, ti andrebbe di entrare a bere qualcosa ? …  >>
Gli chiese tutto di un fiato, per paura di cambiare idea.
Lui accettò, ed entrarono.
Ma, avevano appena messo un piede in casa, che lei si era già pentita.
-  Ma che cavolo sto facendo ? Dove voglio arrivare ?  -
La casa per fortuna aveva un aspetto decente, e lo fece accomodare sul divano mentre andava a prendere qualcosa da bere.
<<  Non ho altro …  >>
Disse poco dopo, con l’ aria imbarazzata, rientrando in sala con una lattina di birra in mano.
<<  Bhé, non siamo ancora maggiorenni è vero, ma credo che mezzo bicchiere di birra a testa possiamo permettercelo senza paura, no ?  >> Sorrise Lui.
Si sedettero uno accanto all’ altra con i bicchieri in mano.
Alex non si rese nemmeno conto di come fosse potuto accadere, ma pochi minuti dopo, Bill aveva il viso a pochi centimetri dal suo e le chiese, sottovoce :
<<  Hai baciato mio fratello questa sera, prima di respingerlo ?  >>
<<  No …  >> Rispose lei in un soffio.
Poi …
Le sue labbra sfiorarono quelle della ragazza, che stava lì, impietrita, gli occhi grandi, enormi, sgranati e increduli.
Bill si allontanò un poco da lei :
<<  Mi hai detto … Che non si dovrebbe baciare un ragazzo, se si ha la certezza di non amarlo … Perché non mi respingi ?  >>
Aveva un sorriso così timido, mentre cercava di assumere un tono sfacciato, che lo rendeva ancora più adorabile agli occhi di Aklex.
Non seppe mai dove trovò il coraggio di fare ciò che fece.
Ma fu esattamente quello che voleva fare, da un sacco di tempo.
Accarezzò in punta di dita il viso di Bill, fermò la mano sulla sua guancia e attirò dolcemente il suo viso verso il proprio, posò le labbra su quelle di Bill e chiuse gli occhi, abbandonandosi.
Lui la sentì così dolce e arrendevole sotto le sue labbra, e accarezzò le labbra di lei con la lingua, quasi chiedendole il permesso di poterla baciare più intensamente.
Lei dischiuse le labbra, e non appena sentì Bill farsi più audace, sentì qualcosa prendere possesso della sua stessa volontà.
Sentì il cuore accelerare i battiti e il sangue scorrere più veloce nelle sue vene.
Fece scivolare la mano che era ancora posata sul viso del ragazzo dietro la sua nuca, affondando le dita tra i suoi capelli corti, stringendolo un po’ più forte a sè.
Bill fece scendere le mani sulla sua schiena, infilandole sotto la sua camicetta bianca, per poi passare a sbottonarla in maniera un po’ goffa.
<<  Andiamo di sopra …  >> Disse lei, senza fiato, e senza interrompere il contatto delle loro labbra, salirono ed entrarono in camera della ragazza, che dopo averlo fatto sedere sul letto, si sedette a cavalcioni sulle sue gambe.
Lui le tolse lentamente la camicia.
Voleva riprendere il controllo di sé, voleva guardare ogni centimetro della sua pelle scoprendola piano.
Non voleva perdere nemmeno un istante passato con lei, in quel momento.
Lei non staccava gli occhi da quelli di Bill, voleva quel contatto visivo esattamente quanto desiderava quello dei loro corpi, voleva vedere nei suoi occhi per scoprirvi gli stessi sentimenti che stava provando lei.
E la cosa che più la sorprese fu che era esattamente quello che vide.
Lui era dolcissimo e allo stesso tempo deciso.
La fece sdraiare sul letto e vi si sdraiò sopra, il viso a pochi centimetri da quello di lei :
<<  Non mi hai risposto …  >>
Disse con la voce ardente come il suo respiro, che Alex sentiva sulla pelle, e che le dava i brividi.
<<  Non si dovrebbe baciare un ragazzo, se si ha la certezza di non amarlo … Perché non mi hai respinto ? … Perché non mi mandi via ? …  >>
Lo sguardo malizioso e ansioso allo stesso tempo.
Alex sorrise.
<<  Non farmelo dire Bill … Credi davvero che ce ne sia bisogno ? …  >>
I loro respiri ormai erano fusi in uno.
<<  No … Forse no, ma … Io ho bisogno di sentirtelo dire …  >>
Rispose Lui, la voce calda accarezzava le orecchie di Alex come la sua mano accarezzava il suo viso, dolcemente.
Lui aveva bisogno di sentire quelle parole, e lei gliele avrebbe date, gli avrebbe dato la luna se lui gliela avesse chiesta.
<<  Non ti mando via Bill perché … Perché non voglio. Voglio che tu rimanga qui con me, questa notte. Non ti mando via perché … Perché Ti Amo, Bill … E ho bisogno di te …  >>
Quasi non finì la frase, le labbra del ragazzo si impossessarono delle sue con forza e passione.
La lasciarono senza fiato.
Ma ormai non c’ era nulla che le importasse, lo voleva, e sentiva il suo bisogno riflesso in quello di Lui.
Quella notte divennero una cosa sola, non sapeva più dove finisse lei ed iniziasse Lui.
Anzi, pensò che fino a quel momento, lei non era mai stata completa, solo quando sentì di essere davvero sua, seppe di esserlo,di essere davvero viva …
Lui era appassionato e dolcissimo, si prendeva cura di lei, amandola, si preoccupava per lei.
Alex seppe che non avrebbe mai dimenticato quell’ istante, quello in cui divennero una cosa sola, quello in cui Lui, tremante la guardò negli occhi e le disse :
<<  Ti Amo …  >>.
Si risvegliò tra le sue braccia.
Era sdraiato dietro di lei, un braccio a cingerle la vita, il suo respiro sul collo, le gambe intrecciate come le loro dita.
Lei si voltò piano, non voleva svegliarlo.
Rimase per infiniti minuti guardandolo dormire.
L’ ombra delle ciglia sulle guance, le bocca appena schiusa, le labbra lucide,il ciuffo ribelle su cuscino, il respiro lieve.
Lo amava.
Due parole, semplici.
Che racchiudevano tutta l’ essenza della vita stessa.
O almeno era quello che lei pensava in quel momento.
Improvvisamente Lui aprì gli occhi e la sorprese a fissarlo :
<<  Mi sentivo osservato …  >> Disse piano, poi sorridendo del suo rossore, aggiunse :
<<  … Ma mi piace se sei tu a fissarmi …  >>
E le sfiorò le labbra con un bacio leggero.
Alex andò a farsi una doccia e lasciò il bagno caldo e pronto per Bill.
Mentre Lui faceva la doccia lei preparò la colazione e la portò in camera.
Sedettero sul suo letto uno davanti all’ altra, a gambe incrociate, e mangiarono in silenzio, guardandosi di sottecchi, un po’ imbarazzati.
<<  Sarà meglio che telefoni a casa, Tom sarà preoccupato, ieri sera ho spento il cellulare …  >>
Si diresse alla porta, lei era così silenziosa.
Era già sulla strada, quando lei lo richiamò, fece appena in tempo a voltarsi che se la ritrovò tra le braccia, respirando il profumo dei suoi capelli ancora umidi.
<<  Sei pentito di quello che è successo ?  >>
Sembrava così fragile.
<<  E tu ?  >> Chiese il ragazzo.
<<  Te lo ho chiesto prima io … E comunque … No … Come potrei pentirmi di qualcosa che desideravo così tanto ? …  >>
Lui riprese a respirare, aveva temuto la sua risposta, sorrise :
<<  No … Non lo sono … Ti va di pranzare insieme oggi ? Anche con gli altri, intendo … Infondo Tom è il mio gemello, lui sa sempre quello che mi succede, lo verrebbe a sapere comunque … Forse sarebbe meglio dirglielo noi, non trovi ?  >>
Adesso era lui ad  aver toccato un tasto dolente, ma sapeva che aveva ragione e così gli sorrise e decisero che, data l’ ora, avrebbero potuto andare direttamente insieme all’ appuntamento con i ragazzi.
Rientrarono in casa, Alex si preparò in fretta e uscirono di nuovo, insieme, le mani intrecciate.
Non appena li vide, Tom aggredì il fratello :
<<  Dove cazzo sei stato tutta la notte, mi hai fatto morire di paura, ho dovuto andare a dormire da Georg e avvisare la mamma, dicendole che tu ti eri già addormentato ! Sei un idiota colossale ! …  >>
Si fermò per riprendere fiato e finalmente si accorse di Alex.
Guardò le loro mani intrecciate, e Alex, notando quello sguardo, lasciò immediatamente la mano di Bill, che la guardò un po’ mortificato.
Tom si allontanò borbottando tra sé e sé.
<<  Vado un attimo da lui …  >>
Disse Alex, e senza aspettare risposta, corse dietro a Tom.
Bill rimase lì, le braccia lungo i fianchi, guardandola allontanarsi.
Sentì una morsa allo stomaco.
Col tempo, imparò a conoscerla bene, era la stessa morsa allo stomaco che avrebbe sentito ogni volta che si allontanavano l’ uno dall’ altra, fosse anche per pochi minuti.
Georg si avvicinò all’ amico, che lo ignorò completamente.
<<  Tom … Tom, aspetta !  >> Alex lo raggiunse.
<<  Che cosa vuoi ? Ti ho già chiesto scusa ieri sera mi pare no ? … E poi, a quanto vedo, mio fratello si è scusato anche per me, ieri notte …  >>
Lei si fermò, ferita :
<<  Sei ingiusto, Tom … Credi che io avessi premeditato quello che sarebbe successo ? Credi che lo abbia fatto apposta, per ferirti ? … Non è così … Io ti voglio bene, Tom, davvero. Tu mi piaci, ma …  >>
<<  Ma sei innamorata di mio fratello … Dimmi che lo sei, perché non puoi essere stata con lui se non lo avessi amato … E poi … Non posso nemmeno sopportare l’ idea che tu possa prenderlo in giro … Lui si è innamorato davvero di te, sai ?  >>
Finì la frase per lei, Tom.
Alex rilasciò l’ aria che aveva trattenuto in petto alla rivelazione di Tom, poi rispose :
<<  Sì, Lo Amo … E non foglio ferirlo, come non volevo offendere te … Mi perdoni, Tom ? E’ importante per me …  >>
Lui si avvicinò alla ragazza, le sorrise e la abbracciò.
Lei si ritrovò col viso premuto contro la magliettona di Tom.
<<  Io non sono il tipo giusto per una ragazza come te, sono un bastardo, ma credo di capire perfettamente come mai mio fratello sia tanto preso da te …  >>
La allontanò da sé sempre sorridendo :
<<  Và da lui, altrimenti rimarrà così impalato nel giardino di Georg per tutta l’ eternità …  >>
Risero, e Tom notò una dolcezza infinita nello sguardo di quella ragazza.
Lei gli rivolse uno sguardo luminoso carico d’ affetto, poi dopo un semplice :
<<  Grazie  >>  si allontanò veloce da lui per tornare da Bill.
Tom aveva ragione, Bill era esattamente come lei lo aveva lasciato :
in piedi, in mezzo al giardino, lo sguardo fisso sulle punte degli stivali, con Georg e Gustav che gli giravano attorno senza riuscire ad attirare la sua attenzione.
Alex gli si avvicinò titubante :
<<  Bill …  >>
Lui la baciò con passione :
<<  Non mi lasciare solo più. Mai più.  >>
Lei sorrise, sembrava un bimbo prepotente, ma sapeva che era solo insicurezza.
Passarono insieme dei giorni meravigliosi.
Durante il giorno i ragazzi dovevano lavorare sodo per poter incidere il loro album, ma lei era sempre con loro, Bill non voleva starle lontano per troppo tempo e a lei andava benissimo.
E poi le piaceva passare del tempo a chiacchierare con Georg e Gustav e a scherzare con Tom, con il quale le cose avevano preso una piega decisamente piacevole.
Le sembrava di avere 3 fratelli maggiori e si divertiva molto con loro.
Poi, c’ erano le notti.
Le passava tutte con Bill, facendo l’ amore, ma anche semplicemente dormendo.
A lei piaceva dormire con lui, sentirlo accanto a sé, sapere che Lui fosse lì con lei e sapere di essere sua.
Era quello che la faceva stare bene.
Una mattina si alzò, e la prima cosa che fece fu correre in bagno e vomitare.
Bill non se ne accorse, e lei non lo svegliò, tornò a letto e si riaddormentò senza preoccuparsene troppo.
Ma quando la cosa divenne quotidiana, pensò che forse sarebbe stato meglio fare un controllo.
Nel frattempo, “Schrei” era stato pubblicato e le vendite erano alle stelle.
I ragazzi erano euforici, e Tom non faceva altro che cogliere ogni occasione per festeggiare fino all’ alba, continuando a ripetere :
<<  Ve lo avevo detto ! Lo sapevo io che avremmo sfondato ragazzi !  >>
Per lei era un piacere vederli così felici, anche se la nausea non le dava tregua e il motivo di questa nausea doveva essere al più presto rivelato a Bill.
Del resto era già alla quattordicesima settimana, e non avrebbe potuto fare nient’ altro che dirglielo.
Quella sera, lo invitò a cena da lei, suo padre era di nuovo andato via e avrebbero avuto la casa tutta per loro.
Preparò la tavola, accese le candele, e si preparò con cura, poi si sedette ripetendosi mille volte quello che gli avrebbe detto, nell’ attesa che lui arrivasse.
Era in ritardo, come al solito, ma finalmente arrivò.
<<  Sei bellissima stasera, a cosa devo tanta eleganza ?  >>
Sorrise prendendola tra le braccia e baciandola.
<<  A nulla, volevo solo essere carina per te, ora che siete famosi, ci saranno un sacco di ragazze che ti vorranno tutto per loro, e io devo tenerti stretto !  >> Disse lei ridendo.
Si sedettero a mangiare, dopo, seduti sul divano lei divenne improvvisamente silenziosa e Bill si preoccupò.
<<  Piccola, cosa ti succede ? Non sarai davvero preoccupata delle altre, spero … Lo sai che ti amo, vero ?  >>
<<  Si, lo so …  >> Rispose lei tenendo gli occhi bassi.
<<  Ma forse, quello che devo dirti, potrebbe farti cambiare idea su di noi …  >>
Bill adesso era decisamente spaventato e mille pensieri si affollavano nella sua testa, uno fra tutti era il più doloroso : che lei non se la sentisse di affrontare tutto quello che sarebbe venuto, insieme al loro successo ? Che si fosse resa conto di non amarlo più ? …
Ma lei interruppe quella valanga di pensieri prendendogli le mani e posandogliele sul suo ventre.
Lui alzò gli occhi ad incrociare i suoi e li vide lucidi e titubanti.
<<  Bill  … Io … Io sono incinta … di 3 mesi e mezzo, ormai …  >>
Alex non riusciva a capire a cosa Bill stesse pensando, il suo volto era impassibile, lo sguardo vuoto.
<<  Bill …  >>
Lui si riscosse e prima che lei riuscisse a dire una sola parola si ritrovò le sue calde labbra sulle proprie, ed iniziò a piangere.
<<  Dio … Incinta … Ed io che credevo che mi volessi lasciare … !  >>
Bill sembrava felice, gli occhi gli brillavano e la guardava con un amore infinito.
Sorrise, lo prese per mano e lo portò in camera sua.
<< Ehy … >> Disse il ragazzo titubante, cercando, senza volerlo, di sfuggire alle labbra di Alex :
<< sicura che … Possiamo ? … >>
Lei sorrise, lo fissò un istante.
Era così bello, così dolce, così premuroso, così … Suo.
E lei voleva essere sua.
Lo era già, lo era sempre stata, ma adesso aveva bisogno delle sue braccia attorno a sé, per rendere completo e perfetto quel momento di felicità.
Qualche giorno dopo i ragazzi le dissero che sarebbero dovuti partire per un tour promozionale per la Germania, per presentare “Schrei”.
Alex da una parte ne fù felice, dall’ altra non si sentiva sicura, non voleva stare da sola in quel periodo.
Lo stesso sorrise ai ragazzi che, del resto, ignoravano la situazione.
Lei e Bill avevano deciso di non dire nulla nemmeno a loro, anche se Alex sospettava che Tom lo avrebbe scoperto presto.
Partirono, e lei li andò a salutare come sempre.
Li salutò uno ad uno stringendoli forte, le sarebbero mancati molto tutti, e inoltre si sentiva in colpa per non aver detto loro la verità.
Poi prese Bill da parte, gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
Lui rispose a quel bacio con passione e tenerezza, la guardò negli occhi e le disse :
<<  Ti amo, piccola, torneremo presto, vedrai …  >>
<<  Ti amo anche io … E conterò i giorni …  >>
Si sorrisero e loro partirono.
Passò un mese, e poi altri due …
Le telefonate di Bill diventavano ogni giorno più brevi e sempre più rade …
Alla fine, lei non seppe più resistere e lo chiamò per chiedergli quando sarebbero tornati.
<<  Veramente … Non lo so … La promozione sta andando un po’ per le lunghe, e ogni giorno il nostro manager aggiunge delle date a quelle già previste … Non credo che torneremo tanto presto a casa. E poi …  >> Rispose lui …
<<  E poi, cosa, Bill ?  >> Alex cominciava a temere il peggio.
<<  Senti, ne ho parlato con Tom, è mio fratello sai, dovevo dirglielo, e poi avevo davvero bisogno di parlarne con qualcuno … Lui era stupito, ma contento, mi ha fatto le congratulazioni, e mi ha detto che non vedeva l’ ora di riabbracciarti, ma …  Sai, non credo ci sia nulla di cui essere poi così felici … Ci ho pensato a lungo Alex, io in fondo ho appena 17 anni, e il mio lavoro, e tu ne compirai 16 tra poco … Forse ,… Forse non siamo pronti per affrontare una cosa del genere … >>
Lei era impallidita :
<<  No, NO ! NON DIRE CAZZATE BILL ! QUI L’ UNICO A NON ESSERE PRONTO SEI TU ! TU NON SEI PRONTO A PRENDERTI LE TUE RESPONSABILITA’ … MA NON CI HAI PENSATO DUE VOLTE A PASSARE LE TUE NOTTI CON ME ! SEI UNO STRONZO BILL ! E SE TI ASPETTI CHE IO TI IMPLORI TE LO PUOI SCORDARE ! SAI COSA HO CAPITO IO INVECE, IN QUESTO PRECISO ISTANTE ? CHE NON HO BISOGNO DI NESSUNO E SOPRATTUTTO NON HO BISOGNO DI TE ! NON VERSERO’ NEMMENO UNA LACRIMA PER UNA MERDA DEL GENERE ! PER TE IO NON SONO MAI ESISTITA !  COMUNQUE AVEVO CHIAMATO PER FARTI SAPERE CHE AVRESTI AVUTO UNA BIMBA SE TE NE FOSSE FREGATO QUALCOSA … MA ADESSO NON AVRAI PROPRIO NIENTE ! VAFFANCULO BILL ! >>
Detto questo, sbattè il telefono in faccia a quello che era stato il suo primo Amore e che la aveva gettata via, ripromettendosi di tener fede a ciò che aveva appena detto  :
no, non avrebbe sprecato nemmeno una lacrima per lui !
Pochi giorni dopo prese la sua decisione, disse la verità a suo padre sapendo che, in quel modo,  lui non avrebbe avuto nulla da ridire sul fatto che lei se ne sarebbe andata.
Partì due giorni dopo, suo padre le aveva trovato un posto dove vivere a casa di sua sorella.
- Con la zia starò bene … E se non fosse … Chi se ne frega ! Basta andare via di qui ! -
Tornò alla realtà, ricordando quei giorni felici si accorse che ce ne erano stati anche di terribili, e la rabbia prese il posto del desiderio di poco prima.
Desiderava rivederlo, sì …
-  Ma solo per prenderlo a calci !  -
Pensò  lanciando il cuscino del divano in fondo alla stanza e spaventando Micio.
   
 
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