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Autore: Neko    19/05/2015    9 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 74:  Rimpatriata

 

“è Shanks!” urlò Rufy euforico.

Cominciò a saltellare qua e là per il parapetto della nave, esprimendo tutta la sua felicità.

Non vedeva l’ora di rivedere il pirata con i capelli rossi e aspettava con impazienza il momento in cui le loro navi, avrebbero attraccato  su quella minuscola isola, che vedevano in lontananza.

Parecchi anni erano trascorsi dall’ultima volta che si erano visti. Lui era ancora un bambino desideroso di avventure e di diventare un grande pirata, mentre ora aveva qualche anno in meno di Shanks quando l’aveva conosciuto. Non era cambiato poi molto. Era un uomo e aveva qualche pelo in più rispetto a quando era un fanciullo, ma i suoi desideri e ambizioni erano rimasti pressoché invariati. 

 

Non solo il capitano era entusiasta all’idea di incontrare la ciurma di uno degli imperatori del mare. Anche Usopp provava una strana sensazione.

Era emozionato, ma allo stesso tempo impaurito.

Emozionato di conoscere finalmente quel padre sul quale aveva tante volte fantasticato di incontrare, impaurito dalla reazione che egli poteva avere nel vederlo. Si domandava se suo padre sarebbe stato orgoglio di lui o se per il genitore era solo motivo di vergogna.

La seconda ipotesi lo terrorizzava, tanto che le mani cominciarono a sudare e cominciò ad asciugarle in modo frequente sui pantaloni.

Gli altri membri della ciurma non provavano gli stessi sentimenti dei loro due compagni, dato che non avevano con quei pirati un legame di parentela o amicizia, ma erano piuttosto incuriositi, infondo si trattava di un personaggio famoso e temuto.

Solo Tashigi non era contenta della novità.

La ragazza era preoccupata per la situazione che stava per venirsi a creare, in quanto presto avrebbe avuto a che fare con due ciurme di pirati.

Non sapeva se poteva stare tranquilla con i pirati di Shanks. All’inizio era diffidente anche con la ciurma di Rufy, ma vivendo a loro stretto contatto, aveva capito che non  era in pericolo, e sperava che fosse lo stesso con quei pirati.

Robin le si avvicinò comprendendo, dal linguaggio del suo corpo, il nervosismo che provava “Non devi temere, non sei in pericolo! Non ho mai conosciuto Shanks e la sua ciurma, ma se il capitano ripone in lui la sua fiducia, non hai niente da temere, anche se sei un membro della marina!”

Tashigi fu poco convinta “Non che voglia dubitare di Rufy, ma credo sia un tipo che si fida un po’ troppo delle persone!”

Robin sorrise “Rufy capisce dal primo sguardo se una persona merita o meno la sua fiducia o quanto meno se può concedergli il beneficio e non si sbaglia mai. Dovresti sapere che io prima ero un membro della ciurma di Crocodile e come tale ero una sua nemica, eppure eccomi qui. Non ho fatto molto per convincerlo a prendermi con lui, gliel’ho semplicemente chiesto e lui ha accettato!”

“Ti ha preso così? senza pensarci due volte?” chiese Tashigi stranita “Io non lo avrei fatto! Non con la tua reputazione!”

“Probabilmente nessuno a conoscenza della mia fama lo avrebbe fatto, ma lui non mi ha visto come un mostro, ma per quella che realmente ero!”

“Cioè?” chiese Tashigi curiosa.

“Una donna stanca di dover fuggire da tutto e da tutti a causa delle mie origini e bisognosa di protezione e soprattutto desiderosa di avere una vera ragione per vivere!” disse Robin con una tristezza nella voce.

“Tu? Non mi sembri proprio il tipo!” disse Tashigi accigliata.

“è quello che sto cercarti di dirti. Rufy riesce a guardare oltre le apparenze, se non fosse così, tu non saresti qui. Invece nonostante tu sia una minaccia per tutti noi, lui ti ha accolto a braccia aperte!”

“Io? Che minaccia potrei mai essere?” disse logicamente la donna, la quale sola contro nove pirati, non aveva molte chance di farla franca.

“Non tu in quanto persona, ma per quello che rappresenti. Facendoti stare qui, noi siamo in pericolo, ma nonostante tutto Rufy non ti ha abbandonato sulla prima isola. Tieni, leggi!” Disse l’archeologa passandole un giornale.

Era il quotidiano che era arrivato quella mattina. Tashigi amava tenersi informata e quasi ogni mattina era lei la prima a leggere le pagine del giornale, ma in quegli ultimi giorni, aveva notato che anche Rufy era piuttosto interessato all’arrivo del gabbiano postino, ma lui non aspettava il giornale. Lo comprese quel giorno, in quanto insieme al quotidiano era arrivato anche un pacco, che il capitano aveva preso, cercando di evitare sguardi indiscreti.

La ragazza cominciò a leggere l’articolo che Robin le aveva indicato.

 

Dopo il rapimento del capitano della marina Tashigi, diverse flotte della marina, sotto ordine di Sangoku, sono alla ricerca della ciurma di cappello di paglia, per liberare la prigioniera e con l’intento di portare alla forca una volta per tutte il figlio di Dragon.

Ma anche all’interno della marina ci sono delle discordanze tra i ranghi. Infatti, gli ammiragli, tra cui Akainu e Kizaru, si sono ritenuti contrari con questa decisione, in quanto ritengono che una persona che si è fatta catturare da dei pirati, non è altro che una feccia e non merita nemmeno di prenderla in considerazione. Sangoku però si è opposto a questo pensiero e molti si chiedono se il suo è reale desiderio di salvare il capitano della marina o solo una scusa per catturare cappello di paglia e fargli fare la stessa fine di Portugese D. Ace.”

 

Tashiji stringe il giornale e sospirò “Credo che la motivazione più realistica sia la seconda. Infondo sono solo una persona, la marina non si può fermare solo perché io mi trovo in questa situazione!”

Robin scosse la testa e infastidita disse “Sarei d’accordo se per salvare te, ci rimettessero la vita molte persone, ma secondo la mia opinione questo non ha niente a che fare con la tua situazione. Semplicemente alla marina non importa niente di te. Ti vedono solo come un loro burattino. Se c’è qualcuno che veramente tiene alla tua persona e che ti starà cercando, quello è Smoker. Quello che c’è tra lui e te è il vero rapporto che ci dovrebbe essere tra colleghi. Siete persone e non burattini e…bhe… se non tenete l’uno all’altro e non vi aiutate a vicenda quando qualcuno è in pericolo…io…io non riesco proprio a capire quale tipo di giustizia vogliate imporre al mondo!”

Tashigi abbassò la testa e incapace di rispondere, si avvicinò al parapetto unendosi alla ciurma.

La sua testa cominciò a vagare e pensare sul discorso appena avuto con Robin.

 

Mancava poco all’arrivo della Sunny sull’isola. Shanks era già approdato e, seduto sulla spiaggia, era in attesa dell’arrivo dei mugiwara. Rufy era troppo impaziente per aspettare oltre, così preso dalla sua solita spericolatezza, decise di anticipare i tempi allungando un braccio a dismisura, cosicché afferrando una palma, trovasse un appiglio per portarsi direttamente sull’isola.

Shanks non si accorse delle intenzioni di Rufy e, dopo aver abbassato il calice dal quale stava bevendo la sua bevanda preferita e che gli bloccava la visuale, si vide una macchia rossa arrivare contro a tutta velocità e da li a poco si ritrovò a terra con il capitano della Sunny addosso.

Bhe Rufy, proprio un entrata in scena degna di te!” disse Shanks divertito e anche un po’ dolorante, visto che a differenza dell’interpellato, lui era ancora fatto di carne e ossa.

Il ragazzo si mise in piedi e dopo essersi sistemato il suo famoso cappello in testa, allungo la mano per aiutare ad alzare il capitano dai capelli rossi.

Era lì uno di fronte all’altro. Si guardavano. Si poteva leggere negli occhi di entrambi l’emozione che provavano. Non servivano parole, era tutto chiaro, ma presto i due uomini si scambiarono un abbraccio affettuoso.

“Sono felice di rivederti. Temevo che ti fosse successo qualcosa di brutto!” disse Shanks, rafforzando la presa e confondendo Rufy, che non comprendeva quelle parole.

Fu proprio in quel momento, che l’intera ciurma di Shanks scoppiò in una sonora baraonda, urlando il nome di Rufy.

Benn Becman, il vice capitano, si avvicinò a Rufy, e dandogli una pacca sulla spalla gli disse “è bello rivederti amico. Ne hai di cose da raccontare!”. Egli gli allungo un calice pieno di sakè, e alzò in aria la sua, seguito a ruota da tutti.

Bhe Rufy, vedo che non bevi più il solito succo di frutta!” disse Shanks facendolo l’occhiolino.

“Certo, non sono più un bambino e ora non puoi più contraddirmi!” disse Rufy.

Shanks scoppiò a ridere e poggiando una  mano sulla spalla di Rufy disse “Oh lo so, lo so. Un bambino non avrebbe mai potuto compiere le imprese che tu e i tuoi compagni averte fatto. Ne hai fatta di strada!”

Rufy sorrise a trentadue denti.

“Ma a proposito di compagni, i tuoi dove…” cominciò Shanks, prima di essere interrotto da una voce femminile piuttosto alterata.

“Tu, brutto idiota che non sei altro, ti costava tanto aspettare mezzo minuto e aiutarci ad approdare?” disse Nami mettendo le mani sui fianchi e guardando storto il capitano.

Rufy non si preoccupò della sgridata e sorridendo disse semplicemente “Mi dispiace!”

Nami però era inviperita e afferrandolo per un orecchio gli urlò “Mi dispiace un corno!”

“Però…bel caratterino!” disse Shanks, facendosi notare da Nami, la quale lasciò il povero Rufy. Quest’ultimo massaggiandosi l’orecchio e vedendo si suoi compagni avvicinarsi disse “Shanks, ti presento la mia ciurma. Ciurma vi presento Shanks e i suoi compagni, sono davvero mitici!”

“Lo sappiamo!” dissero i mugiwara all’unisono, facendo capire alla ciurma di Shanks che il ragazzo di gomma parlava spesso di loro.

Le presentazioni avvennero fatte per bene, ognuno dicendo il suo nome e il suo incarico all’interno della squadra, ma qualcosa non tornava, infatti Rufy stranito disse “Sbaglio o manca qualcuno?”.

“Manca Usopp!” disse Chopper, il quale incrociando le piccole braccia e inclinando la testa disse “Non ricordo di averlo visto scendere dalla nave!”

“Sta facendo le prove per come presentarsi a suo padre sul ponte della Sunny!” disse Franky indicando la nave.

Shanks scoppiò a ridere e rivolgendosi a un suo compagno, disse“Tale padre tale figlio… eh Yasopp!”

L’interpellato lo guardò stralunato.

“Non eri tu che fino a poco fa, davanti allo specchio faceva le prove su come attaccar bottone con il figlio? Hai deciso per quale frase optare?” chiese Shanks divertito, che insieme a qualche componente della ciurma, era dietro alla porta della cabina del cecchino a origliare quanto diceva.

“Oh sta zitto!” disse Yasopp leggermente imbarazzato, per poi dirigersi col cuore in gola, verso la Sunny.

Usopp era sul ponte e con fare agitato sparava battute qua e là cercando quella giusta da dire.

“Buongiorno signore, è un piacere conoscerti!” disse Usopp facendo un inchino di 90°.

“No, no è troppo formale, è tuo padre accidenti!” Si disse parlando da solo.

“Ehilà papà, come te la passi?” disse sorridendo, ma poi sconsolato disse “Così sembra che non ci vediamo solo da un paio di giorni!” poi provò di nuovo “Sono il grande capitano Usopp, vuoi un autografo?” si picchiò la mano sulla fronte e sbuffando disse “Ma che cretino, non è mica un mio fan!” poi nervosamente si scompigliò i capelli con le mani e urlò “Ah perché è così difficile!”

“Non dirlo a me, sai quanto ci ho messo a decidere che cosa dirti?” disse una voce maschile dietro le sue spalle.

Usopp non si ricordava la voce del padre, ma il suo corpo si irrigidì, intuendo che chiunque ci fosse dietro alle sue spalle, aveva con lui un legame di parentela.

Si girò lentamente e vide un uomo in piedi sul parapetto. Egli aveva i rasta molto lunghi, raccolti in una coda, con qualcuno però più corto che gli cadeva sul viso. Indossava una canottiera nera attillata, dei pantaloni corti beige e sulle spalle aveva un foulard rosso, sul quale legava la sua enorme pistola.

Aveva in vita una cintura usurata di pelle, alla quale erano appese pistole di dimensioni normali di vario genere e un sacchettino con le munizioni.

Egli saltò sul ponte e fissò il figlio. Non riusciva a credere che quel giorno tanto atteso fosse arrivato. L’ultima volta che lo aveva visto era solo un bambino piccolo piccolo, mentre ora si ritrovava davanti un uomo, un ragazzo che portava buona parte dei suoi lineamenti, come le labbra e altri come quelli della sola donna che aveva mai amato, come il naso.

Gli si avvicinò e padre e figlio si guardarono negli occhi. Entrambi andarono in tilt e nessuno dei due sapeva cosa dire, solo dopo un po’ Yasopp, portandosi una mano dietro la nuca disse “Bhe, a quanto pare le prove davanti allo specchio non servono a niente!” disse imbarazzato a causa del silenzio che si era venuto a creare. Pensava che sarebbe stato più semplice, che i gesti e parole gli sarebbero venuti spontanei dopo più di vent’anni che non vedeva il figlio e invece era tutto tranne che naturale.

Avrebbe voluto semplicemente abbracciarlo, ma secondo il suo punto di vista Usopp poteva essere il tipo che non amava certe manifestazioni di affetto da parte di uno sconosciuto. Questa era una caratteristica tipica di sua madre. Si apriva solamente con le persone che conosceva e si fidava, mentre era piuttosto schiva verso chi non conosceva  o conosceva poco. Detestava le persone troppo espansive che invadevano il suo spazio vitale senza che queste fossero totalmente nelle sue grazie e per questo motivo Yasopp si ricordava che inizialmente la donna che aveva scelto come sua compagna, non lo vedeva di buon occhio. Solo quando aveva cominciato a rispettare i suoi spazi e si erano conosciuti meglio, aveva potuto cominciare a prendersi certe libertà, come anche solo prenderla a braccetto per passeggiare insieme.

Questo era il suo timore. Se Usopp avesse preso dalla madre, un gesto troppo espansivo avrebbe potuto complicare le cose, ma il problema che lo assillava, svani, quando Usopp stesso prese l’iniziativa, abbracciandolo.

Ricambiò immediatamente l’abbraccio e sentì il cuore scaldarsi improvvisamente. Era una sensazione  bellissima, la stessa che provava quando abbracciava la madre del proprio figlio, una emozione che gli era mancata in quegli anni. Amava essere un pirata e viaggiare con i suoi compagni, ma nel suo cuore era rimasto un vuoto, che in quel momento si era riempito nuovamente.

“Papà!” disse Usopp in un bisbiglio udibile. Sentiva il suo cuore battere a mille e le lacrime che premevano per uscire per la commozione.

Il loro abbracciò durò a lungo, finchè Yasopp allontanò il figlio posandogli le mani sulle spalle per guardarlo meglio e per dirgli “Abbiamo un sacco di cose di cui parlare. Il tempo che avremo a disposizione dipende dai nostri capitani, ma che ne dici di recuperare un minimo il tempo perso e di imparare a conoscerti!”

Usopp si asciugò le lacrime con il braccio, poi sorridendo annuì energicamente.

 

I mugiwara e la ciurma di Shanks, nel frattempo avevano preparato tutto per una bella grigliata in riva al mare. Non avevano molta carne, per il dispiacere di Rufy, ma quest’ultimo, facendosi aiutare da Shanks, Chopper e Lucky Lou cercarono di pescare qualcosa.

“ Da quanto mi hai raccontato sembra proprio che tu abbia messo insieme un bel gruppetto eh!” disse Shanks guardando il ragazzo.

“Puoi dirlo forte, sono i migliori compagni che si possono trovare, migliori anche dei tuoi!” disse Rufy.

“Su questo ho qualche dubbio, nessuno ha una ciurma migliore della mia!” disse Shanks determinato.

Rufy con la stessa determinazione disse “Non credo proprio!”

Shaks scosse la testa decidendo che era meglio fermarsi, che conoscendo Rufy la storia poteva andare avanti per parecchio tempo.

“Sai, in realtà noi ci siamo già rivisti!” disse il rosso, confondendo Rufy “A Marineford, ero presente anche io!”

Rufy si alzò colto alla sprovvista e disse “Quando? Io…io non ti ho visto!”

Shanks sorrise tristemente “Eri privo di sensi. Sono arrivato in tempo per salvare te, ma non per aiutarti con tuo fratello. Mi dispiace. Non so se arrivando prima avrei fatto la differenza, ma avrei voluto darti man forte!”.

Rufy sorrise e scosse la testa “Non preoccuparti. Ormai quello che è successo è successo. È inutile pensare a cosa avrebbe potuto essere se le cose si fossero svolte diversamente, ci fa solo soffrire inutilmente!”

Shanks lo guardò attentamente “Si questo è vero, ma è anche inevitabile pensarci!”

“Fino a poco tempo fa ti avrei dato ragione. Non riuscivo a superare la morte di mio fratello, ma nella mia avventura nell’al di là, l’ho incontrato. Era in un bel posto e felice, non soffre più, quindi non devo essere triste. Certo mi manca, ma è normale. Mi mancherebbe anche se fosse vivo!”

“Tu hai visto Ace nell’al di là? Come ci sei arrivato in quel posto?” disse Shanks preoccupato.

Bhe, io e la mia ciurma siamo morti per colpa di un capriccio di un dio. Poi però altri dei ci hanno dato la possibilità di tornare indietro, dato che non era veramente la nostra ora!”

Shanks guardò verso il mare e con un sospiro disse “Ora tutto mi è chiaro!”

“Eh?” chiese Rufy stranito, ma Shanks scuotendo la testa e cambiando argomento disse “E di un po’…Nami è un peperino eh!”.

“Peperino è un po’ riduttivo, riuscirebbe a far scappare i re dei mari!” disse divertito.

Shanks sorrise e dandogli una gomitata e guardandolo di sottecchi, disse “E…c’è qualcos’altro che mi vuoi dire su di lei?”

Rufy sembrò pensarci su e poi disse “Che è una tirchia e una ladra di prima categoria? Ah a proposito, metti al sicuro i tuoi tesori!”

“No, non era questo che volevo sapere!”

“Che è una grande navigatrice?”

“No!”

“è brava a disegnare mappe?”

“No!”

“Adora i mandarini?”

“No, no e ancora no!” disse Shanks esasperato.

Rufy sorrise “Lo so, vuoi sapere se tra me e lei c’è del tenero, bhe…si! È la mia ragazza!”

“Lo sapevo!” esplose entusiasta l’uomo dai capelli rossi “Si capiva da come vi guardavate mentre vi passavate  gli strumenti per fare la grigliata.

“A proposito di Nami, volevo chiederti una cosa!” cominciò Rufy.

 

Tashiji era piuttosto silenziosa e dopo aver dato una mano ai mugiwara, si era isolata per osservare il tramonto e soprattutto per pensare.

Si era seduta su una roccia vicino alla piccola foresta che c’era alle sue spalle.  Si prese un colpo quando dietro di lei sentì un rumore e d’istinto  emise un piccolo urlo.

“Che hai da urlare?” disse chi proveniva dalla foresta.

“Ah sei tu Zoro!” disse per poi girarsi nuovamente a guardare davanti a .

Lo spadaccino la fissò un momento, per poi tornare a occuparsi della raccolta della frutta a cui Nami lo aveva incaricato, ma fece solo qualche passo, poi bloccandosi tornò indietro sedendosi vicino a Tashigi.

“Che hai?” disse con poco garbo.

“Niente!” disse semplicemente Tashigi.

Zoro alzò un sopracciglio, evidentemente poco convinto, ma non le fece pressione e di fatto da lì a poco la ragazza disse “Zoro, tu pensi che la marina sia cattiva?”

L’interpellato la guardò stranito “La stai facendo a me questa domanda? Ti devo ricordare che sono un pirata e che la marina non mi è simpatica?”

Tashiji sospiro e fece scendere di nuovo il silenzio tra i due, finchè Zoro disse “In linea di massima i marine sono considerati buoni e i pirati cattivi, ma ci sono le eccezioni in entrambe le parte e mi sembra che tu questo lo abbia già capito, allora perché di questa domanda?”

Tashiji strinse i pugni e disse “Perché…perché…sai…cioè…sono entrata in marina con grandi aspettative, quasi illudendomi di rendere migliore questo mondo insieme ai miei compagni e i miei superiori, invece ho notato molte cose che non mi piacciono all’interno della parte che ho scelto…insomma  mi sembra quasi che quello in cui credevo sia solo uno scherzo. Ho letto il giornale di stamattina e ne ho parlato con Robin e quello che mi ha detto mi ha turbata!”

“Non so cosa ti abbia detto Robin, ma in genere ha ragione!” disse Zoro.

TashijiBhe lei pensa i nostri propositi non siano proprio degni per quello che rappresentiamo e…comincio a darle ragione. Non dico che tutti i marine siano corrotti o altro, ma molti lo sono e purtroppo questi ricoprono le più alte cariche e quello che più mi fa ribrezzo che molte cose che pensano loro le ho sempre pensate anche io!”

“Immagino che le pensassi perché pensavi che loro fossero nel giusto!” disse Zoro.

“Può darsi, ma un cervello per pensare ce l’ho, se una cosa che dicono non la trovo corretta, dovrei distaccarmi da quel pensiero invece di renderlo mio, non credi?”

Zoro annuì.

“Però non ci si può opporre quando qualcosa non va!” disse Tashigi sconsolata.

“Invece si, devi! Se si compie un’azione deplorevole solo perché viene ordinato, allora si perde se stessi e si diventa dei burattini!” disse lo spadaccino.

“Lo stesso termine che ha usato Robin per descrivere la maggior parte dei marine!” disse Tashigi per poi continuare  “Se Rufy ti ordinasse qualcosa che non ti piace o con cui non sei d’accordo, lo faresti?”

Rufy è io siamo sulla stessa lunghezza d’onda, non credo che capiterà mai!” disse Zoro tranquillo.

“Se succedesse?”

“Non succederà!” insistette Zoro.

Tashiji sospirò esasperata, mentre lo spadaccino sbuffò “Se Rufy mi ordinasse qualcosa che trovo sbagliata, ne discuterei con lui e troveremmo un accordo!”

“Ma se non potessi mettere in discussione ciò che ti ha ordinato. Disubbidiresti al tuo capitano?” provò nuovamente Tashigi.

Zoro alzò gli occhi al cielo “Senti, Rufy non è quel tipo di persona che si crede di essere un dio in terra e che crede che tutto quello che dice e fa è sacrosanto. Ma se vuoi sapere se io fossi stato un marine e mi avessero ordinato di fare qualcosa di spregevole che andava contro le mie convinzioni, per come sono fatto allora no, non avrei obbedito. Mi sarei ribellato e fatto valere la mia idea!”

Tashigi abbassò la testa.

“Dovresti anche tu!” disse Zoro “C’è qualcosa che ti infastidisce? Fatti valere!”

“Verrei accusata di alto tradimento e quello che trovo ingiusto capiterebbe a me!” disse Tashigi “Lo so, sono una codarda!”

“Allora lascia la marina!” disse Zoro semplicemente, alzandosi in piedi e raccogliendo la frutta che aveva posato.

“Cosa?” disse Tashiji guardandolo dal basso verso l’altro con occhi sgranati.

“Le cose sono tre: Primo, rimani nella marina e fai quello che ti viene ordinato giusto o sbagliato che sia; secondo, continua a essere un membro della marina, ma combattendo per eliminare ciò che c’è di marcio; terzo, torni a essere una civile non dovendo più andare contro te stessa. La scelta spetta a te. Non posso dirti cosa fare. La vita è la tua!” finì Zoro per poi allontanarsi.

 

“Ehi Ciurma, Si mangia? Abbiamo diverse cose da festeggiare!!!” urlò Shanks, tendendo a braccetto Rufy e trascinandolo verso il falò che i suoi compagni avevano acceso.

Tutti i pirati si girarono verso l’uomo e Benn Beckman domando “Oltre al nostro incontro con Rufy cos’altro dobbiamo festeggiare?”

“Niente, sta scherzando!” disse Rufy con un sorriso nervoso e lanciando un occhiata a Shanks che divertito disse “Ce ne sono altre, vero Rufy?”.

“Il fatto di aver ritrovato finalmente mio figlio, ovviamente!” disse Yasopp, appoggiato da Usopp, i quali avevano terminato di mettere al confronto la loro abilità nel mirare, appena Shanks aveva cominciato ad urlare.

“Non, solo, ma non posso dire altro!” disse Shanks sogghignando e dando una pacca sulla schiena a Rufy, il quale colto alla sprovvista, rischiò di cadere con la faccia nella sabbia.

Robin sorrise scuotendo la testa, mentre Nami, affiancata da Brook domandò “Di cosa sta parlando?”

yohohoho, siamo pirati ogni occasione è buona per fare festa?” chiese lo scheletro, già entusiasta all’idea di una bella festicciola in riva al mare e prendendo la sua chitarra, cominciò ad accordarla per dare il meglio di sé.

“In genere c’è una vera ragione, Brook!” disse Nami incrociando le braccia.

“Io credo che presto lo saprai!” disse Robin facendole l’occhiolino cosa che incuriosì maggiormente Nami, la quale vedendo l’amica allontanarsi, la segui per cercare di strapparle qualche informazione…inutilmente.

 

La cena si era svolta con un gran baccano. Tra canzoni, scherzi, brindisi e litigi per l’ultimo pezzo di carne, i pirati passarono una bella serata.

Ad un certo punto Shanks chiese a uno dei suoi una cortesia e i mugiwara incuriositi, si domandarono cosa ci fosse dentro a quel baula che il rosso aveva chiesto di portare.

Shanks aprì il baule e ne tirò fuori qualcosa.

Rufy, dopo la nostra chiacchierata di poco fa, ho compreso il perché questo ora sia in mano mia!” disse Shanks serio.

“Ma quello è il gomu gomu no mi!” disse Rufy sorpreso “Come fai ad averlo?”

“L’ho trovato sull’ultima isola in cui sono stato. Quando lo abbiamo trovato ci è venuto un colpo. Sai cosa significa quando ricompare un frutto che è stato mangiato, vero?” chiese Benn Beckman serio,

“Significa che il possessore del frutto è morto!” disse Chopper “Ma quando…”

“Ti ricordi il nostro viaggio negli inferi?” disse Usopp.

“Come dimenticarlo! Ho ancora gli incubi!” disse la piccola renna percorsa dai brividi.

“Questo significa che da qualche altra parte ci sarà anche il frutto che ho mangiato io yohohoho!” disse Brook.

“Non solo, anche quello mio e di Chopper!” disse Robin “Sarebbe interessante vedere uno scontro tra due possessori dello stesso frutto!”

“Vincerebbe il più esperto, non sarebbe uno scontro molto entusiasmante!” disse Zoro alzando le spalle.

“Forse, ma quei poteri in mano a dei pazzoidi farebbero non pochi danni!” disse Tashigi.

“Non mi preoccuperei di questo. All’interno di questo baule ci sono altri frutti, vedete se ne riconoscete qualcuno!” disse Benn.

I possessori dei frutti diedero un’occhiata e Chopper e Brook all’unisono dissero “è proprio il mio!”

Mentre Chopper e Brook erano meravigliati dal vedere il frutto che li aveva resi speciali, Robin non era molto contenta “Cosa volete farne di questi frutti?” chiese l’archeologa.

Shanks disse “Credo che la scelta spetti a voi!”

“Oh bhe, allora il mio lo prendo!” disse Rufy, sapendo già a chi sarebbe destinato il frutto. Nami non era molto contenta che la sua probabile figlia acquisisse i poteri di un frutto, ma pensando ai pericoli in cui si sarebbe cacciata, quei poteri l’avrebbero fatta stare, tutto sommato, più tranquilla!”

“Io lo vorrei tenere per ricordo!” disse Chopper.

“Si anche io!” disse Brook passandosi il frutto da una mano all’altra.

Robin annuì come per appoggiare la decisione dei suoi compagni, sebbene non fosse per niente convinta.

I pirati continuarono a festeggiare, ma questa volta fu Robin e isolarsi. Andò a sedersi in riva al mare, non troppo lontano dal non essere illuminata almeno in parte dal fuoco, e fissò il frutto hana hana no mi.

Era talmente assorta da non rendersi conto che qualcuno le si stava avvicinando.

Sussultò quando sentì il suo nome.

Shanks, mi hai colto di sorpresa!” disse girando il capo, per vedere con la coda dell’occhio l’uomo, che portava due bicchieri colmi di sakè.

Si sedette al fianco della donna e gentilmente le disse “Tieni!”.

Robin sorrise leggermente e ringraziò con un soffio di voce. In un solo sorso bevve un bel po’ del liquore, sorprendendo il pirata al suo fianco.

“Accidenti. Non ci vai giù leggera!” disse Shanks divertito.

“Se temi che possa perdere la ragione e che poi sarei costretto a portarmi via di peso, non temere. Sono abituata a bere, lo faccio da quando ero molto giovane!” disse non tanto fiera di quel fatto.

“Perché ti piaceva o per annegare le tue sofferenze?” chiese Shanks serio.

“Un po’ per dimenticare i miei problemi, un po’ per camuffarmi meglio tra i pirati nei quali mi sono dovuta nascondere!” disse fissando nuovamente quel frutto.

“Prima non mi sei sembrata molto convinta quando hai detto di volerlo tenere!” disse Shanks indicando l’hana hana no mi.

“Io vorrei bruciarlo, eliminare la sua esistenza, ma servirebbe a poco, rinascerebbe da qualche altra parte. Almeno tenerlo eviterà a qualcun altro la vita di inferno che ho dovuto fare io prima di conoscere Rufy!” disse Robin mordendosi il labbro.

“Non mi sembravi il tipo che parla della sua vita al primo capitato!” disse Shanks, per poi sorseggiare la sua bevanda.

“Non lo sono infatti. In genere tengo tutto per me. Si vede che questo sakè è più forte di quelli bevuti fino ad ora e mi fa parlare a sproposito!” disse Robin sospirando.

“Oppure il magone che ti sei sempre tenuta dentro, è riaffiorato vedendo questo frutto e ora non riesci più a trattenere quei sentimenti negativi!” disse Shanks.

“Si, anche questa è una buona ragione, ma questo non giustifica il fatto che ne sto parlando con te. In fondo siamo due sconosciuti!”

“Sappiamo abbastanza l’uno dell’altro per dire che ci conosciamo!” disse Shanks alzando le spalle.

“Solo per sentito dire. Le voci sul mio conto non sono tutte vere! E quelle che lo sono, sono dovute al fatto che per sopravvivere si è disposti a tutto!” disse Robin seria.

“Ehi ehi, non mi devi giustificare niente. Non ti giudico male solo perché di te in genere non si parla bene. Se sentiamo le voci che la marina mette in giro su di me, allora tu dovresti scappare. Sono un pericoloso criminale, no?”

Robin sorrise “So difendermi dal lupo cattivo!”

“Si, è credo che tu lo sappia fare grazie ai tuoi poteri. Con questo non voglio dire che senza poteri saresti una damigella in pericolo, ma che in genere se si ha un potere si tende a contare un po’ troppo su di essi!” disse Shanks, sperando di non offendere la donna.

No,no, credo che tu abbia ragione, senza poteri potrei poco se dovessi scontrarmi fisicamente con qualcuno. Potrei contare solo sulla mia intelligenza!”

bhe anche quella è da calcolare, ma dimmi la verità, se non avessi avuto i tuoi poteri, avresti avuto una vita più semplice e felice?” chiese serio l’uomo.

“Credo che avrei avuto solo più amici che mi avrebbero riempito le mie giornate durante l’infanzia, invece di passarle costantemente da sola, ma in fin dei conti i miei problemi dagli otto anni in su, sono dovuti alle mie origini, che mi hanno costretto a scappare!” disse Robin rattristata.

“E i tuoi poteri non sono stati utili in tutto questo?” chiese Shanks “Non ti hanno permesso a volte di tirarti fuori dai guai?”

Robin tacque per qualche secondo “Si, in effetti molte volte e ora mi consentono di essere utile a Rufy!”

“E non credi che solo per questo tu non dovresti odiare questo dono che ti è stato fatto? Sia che tu abbia mangiato il frutto accidentalmente o volutamente?”

Robin guardò Shanks negli occhi e sorridendo disse “Si, credo che tu abbia ragione. In quello che consideriamo male, a volte c’è anche qualcosa di buono. Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista, ti ringrazio!”

Shanks scrollò le spalle “Di niente! Forza, ora torniamo dagli altri!” le disse allungandole la mano, per aiutarla ad alzarsi.

 

 

Sanji stava cominciando a riordinare un po’, raccogliendo i piatti che i vari pirati avevano sparpagliato qua e là. Scosse la testa esasperato, quando vide qualche avanzo buttato a terra. Sapeva che non doveva prendersela con i suoi compagni, dato che li aveva addestrati bene e nessuno osava sprecare il cibo, ma nonostante sapesse a chi dare la colpa, non poteva mettersi a sbraitare contro la ciurma di Shanks. Decise di non pensarci, sebbene, più cibo trovava, più i si innervosiva. Ci pensarono Usopp e Chopper a distrarlo, i quali sghignazzando gli indicarono di guardare verso Zoro, il quale si trovava in una posizione un po’ scomoda.

Lo spadaccino cercava di scappare via da una Tashigi completamente ubriaca, che non gli dava tregua e continuava a inseguirlo, con l’intento di dargli un bacio.

“Vieni qui hic!” diceva il membro della marina con le braccia stese in avanti, pronte ad un abbraccio.

“Stammi lontana!” disse Zoro, che nonostante avesse bevuto parecchio, aveva ancora il controllo di sé stesso, anche se un passo un po’ incerto, cosa che ad un tratto le fece inciampare e cadere nelle braccia del nemico, che si era aggrappato a lui, mentre cercava di rialzarsi e scappare nuovamente.

I pirati e i vari mugiwara che assistevano alla scena facevano il tifo per la ragazza, la quale, riuscita a imprigionare Zoro, gli afferrò il viso e gli diede un bacio sulla bocca, cosa che lo spadaccino non ricambiò a causa della situazione un po’ troppo pubblica.

 

Nami era seduta vicino al fuoco a dialogare con il navigatore di Shanks e stava apprendendo cose nuove nell’ascoltare i racconti del pirata, cose che certamente in futuro le sarebbero tornate utili.

Era in procinto di raccontarle un suo aneddoto per comprendere certi cambi del clima, quando una mano sulla spalla la interruppe.

Nami posso parlarti un attimo?” chiese Rufy.

Nami sgranò gli occhi vedendo il volto serio del ragazzo “Certo, dimmi!”

“Ehm…in privato!” disse Rufy, prendendola per mano e portarla nella foresta, per poi attraversarla e portarla sulla spiaggia opposta.

Non ci volle molto dato le dimensioni dell’isola.

“Wow, guarda che spettacolo!” disse Nami, meravigliata nel vedersi davanti una lunga piena gigantesca circondata da migliaia di stelle, che sfiorava il mare e creava un gioco di luce grazie all’acqua increspate.

Rufy sorrise e annuì, concordando con la frase della navigatrice. Non aveva previsto la luna, lui voleva solo allontanarsi da occhi e orecchie indiscrete, ma quel paesaggio andava benissimo per ciò che si era prefissato di fare.

Era piuttosto nervoso e Nami se n’era accorta.

Rufy, ti senti bene?” chiese preoccupata “Non ti sarai preso una indigestione a causa di tutto quello che hai mangiato!”

Rufy scosse energicamente il capo, poi frugando nella tasca, tirò fuori una scatolina. Gliela porte alla ragazza, la quale guardò confusa il ragazzo, dato che una cosa del genere non se l’aspettava.

“Cos’è?” chiese Nami, mentre l’apriva.

Bhe…ecco…è…” Rufy non riuscì a terminare la frase, che Nami con una voce sorpresa disse “Questo è il bracciale di Bellmer, come fai ad averlo?”

“Ecco, me lo manda Nojiko!” disse semplicemente.

“Te lo manda mia sorella? Perché?” chiese la ragazza confusa.

“Perché glielo chiesto io…ma prima che… che tu dica qualcosa, io…io… ho chiesto il permesso di prenderlo a…a...a tua madre quando eravamo nei campi Elisi!” disse Rufy balbettando e cominciando a giocare nervosamente con le dita.

Nami cercò di mantenere un viso sorpreso, ma era difficile riuscirci vedendo un Rufy che difficilmente vedeva. Nervoso e impacciato.

“Ecco, lo…lo so che la tradizione è un’altra e…e..probabilmente ti sei i-immaginata tutto quanto in un modo d-diverso, ma il fatto è che tu sei piena di gioielli preziosi e a-anelli ed è anche  v-vero che sono un d-disastro in queste cose, ma vo-volevo regalarti  q-qualcosa con più valore di q-quello che h-hai, per f-farti capire quanto tu sia importante per me e…e…e…”

Nami, ormai commossa,  cercò di spingerlo a continuare “E...?”

Rufy la fissò e si perse in quegli occhi nocciola. Fece un respiro profondo e con gli occhi chiusi e tutto di un fiato disse “Nami, mi vuoi sposare?”

 

 Eccomi qua dopo praticamente 5-6 mesi che non aggiorno. Dite la verità, non ci speravate più!!!

Ammetto che mi sento arrugginita, quindi temo che un po’ di errori mi siano scappati.

Per farmi perdonare almeno un po’ ho fatto un capitolo lunghissimo, 15 pagine word, quando in genere vanno da 4 a 7.

Spero vi sia piaciuto.

Fatemi sapere ne!

Alla prossima.

Neko =^_^=

 

  
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