Cap.2
Mi ricordi qualcuno
Steve
incrociò le gambe, si appoggiò allo schienale del
divano e sospirò.
"Come
hai fatto a trasformare dei robottoni alieni
in esseri umani?" domandò. Guardò Tony bere una
tazza di caffè, osservò i suoi capelli castani
tirati all'indietro, il pizzetto e la barba. Espirò
vedendosi riflesso negli occhiali dalle lenti arancioni dell'altro e si
voltò.
"Accidenti
a come gli assomiglia" bisbigliò.
<
Se non fossi finito in questa storia probabilmente non me ne sarei mai
accorto. Era troppo facile paragonarlo ad Howard >
pensò.
Tony
alzò le spalle, poggiò la tazza sul bancone del
piano bar e afferrò la caraffa di caffè,
riempiendosi il bicchiere.
“Ci
sono poche cose che non posso fare, e attivare la scannerizzazione di
organismi bio-meccanici
non è tra quelle”.
"Allacciati
la cravatta" ribatte secco Steve, curvando le spalle.
Tony
sbuffò, si tolse la cravatta da attorno al collo e la
gettò alle sue spalle.
“Non
devo mica andare ad una fiera”. Sogghignò,
bevve un'altra tazza di caffè e piegò il
capo. “Mi
hai scambiato per papà?”.
Steve
sciolse le gambe, le tenne piegate, abbracciandole, e negò
col capo.
"No,
non mi ricordi lui" ammise.
Tony
aggrottò la fronte, arricciando il labbro e piegò
il capo di lato.
“Credo
tu sia il primo e l'unico nell'universo tutto”.
"È
il periodo, penso che lo vedrei in chiunque" rispose. Si
rialzò in piedi, raggiunse la cravatta in terra e si sporse,
porgendogliela.
Tony
sorrise appena.
“Chi?”
chiese.
Sbuffò,
afferrò la cravatta e la arrotolò attorno ai
polsi.
“Non
che conti molto per quel che dobbiamo fare”.
"Mettiti
quella cravatta!" sbottò Steve.
Chiuse gli occhi e si massaggiò la fronte.
Tony
rise, scosse in aria la cravatta e la gettò.
“Vorrei
sapere chi ti ricordo. Così, per
curiosità”. Si alzò, si
avvicinò al soldato e socchiuse gli occhi.
"Una
persona morta molti anni fa" spiegò Steve, recuperando la
cravatta un'altra volta. Gliela mise, allacciandogliela. "Mi fece bere
il caffè a sei anni".
Tony
se la slacciò, lasciandola penzolare lungo la camicia.
“La
prima volta che ho bevuto caffè avevo due anni e
mezzo” rispose. Sogghignò ed incrociò
le braccia. “Quindi
avevi un amico simile al sottoscritto? L'hai strangolato per troppa
irriverenza?”.
Steve
ridacchiò.
"Lui
si è sempre pentito di avermi dato quel caffè
forte arabica. L'ho ucciso di chiacchiere logorroiche"
spiegò. Gli riallacciò la cravatta.
Tony
la slacciò e se la mise in tasca.
“Io
preferisco il brasiliano. Lo mangerei a chicchi, ma berlo è
più veloce” disse, con tono divertito, passandosi
la mano tra i capelli. “Sai
essere logorroico? Dovrei darti anche io del caffè
forte!”.
"So
essere idiota. Gli chiesi se mi poteva tenere il mega robot... E
dovetti implorarlo tutta la notte per convincerlo" rispose Steve.
Sospirò, guardando la tasca di Tony.
Tony
ridacchiò e infilò gli occhiali da sole tra i
capelli.
“Io
avrei rifiutato per farti un dispetto, e poi l'avrei tenuto quando ti
eri stancato di dirlo”.
"No,
tu te lo stai tenendo ora che è realmente una minaccia"
rispose Steve, mettendo il viso davanti a quello dell'altro.
Tony
sogghignò alzando il capo, inarcò entrambe le
sopracciglia e allargò le braccia.
“...
E non è dannatamente divertente?”.
Steve
si allontanò e raggiunse la porta.
"Oh
sì" bisbigliò, uscendo.
Tony
lo sentì ridacchiare in lontananza e sorrise soddisfatto.